112. Mostra Manzi - Comune di Medicina
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112. Mostra Manzi - Comune di Medicina
Città di Medicina Via Libertà 103 – 40059 Medicina (BO) Partita I.V.A. 00508891207 – Cod. Fisc.00421580374 Tel 0516979111 – Fax 0516979222 www.comune.medicina.bo.it – [email protected] Comunicato n. 112 del: 26 maggio 2011 4 Giugno 2011 Inaugurazione della mostra dedicata al Maestro Alberto Manzi Sabato 4 giugno alle ore 10.30, nell’ambito delle celebrazioni medicinesi per il 150° Anniversario dell’unità d’Italia, si terrà l’inaugurazione della mostra dedicata all’indimenticato Maestro Alberto Manzi, allestita all’interno della splendida cornice della ex Chiesa del Carmine di Medicina. Il Maestro Manzi fu il presentatore del programma Non è mai troppo tardi, che lo rese conosciutissimo e che fu concepito come strumento di ausilio nella lotta all'analfabetismo. Il programma riproduceva in televisione delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche rivoluzionarie per l'epoca (Manzi al suo "provino" strappò il copione che gli era stato dato e improvvisò una lezione alla sua maniera), dinanzi a classi composte di adulti, appunto analfabeti. L'effetto della trasmissione, che andò in onda per quasi un decennio tra gli anni ’50 e ‘60, fu certamente di grande interesse e di grande rilevanza sociale: si stima che quasi un milione e mezzo di persone abbiano potuto conseguire la licenza elementare grazie a queste innovative lezioni a distanza, svolte di fatto secondo un vero e proprio corso di scuola serale. Le trasmissioni avvenivano nel tardo pomeriggio, prima di cena, Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva, con l'ausilio di un carboncino, semplici parole o lettere, accompagnate sempre da un accattivante disegnino di riferimento. Usava anche una lavagna luminosa (per quei tempi assai suggestiva). La ERI (casa editrice della RAI) pubblicava materiale ausiliario per le lezioni, quali quaderni e piccoli testi Dopo la conclusione del programma, e dopo alcune brevi e sporadiche programmazioni radiotelevisive sempre su temi legati all'istruzione, Manzi tornò quasi a tempo pieno all'insegnamento scolastico, interrompendolo di tanto in tanto per campagne di alfabetizzazione degli italiani all'estero. Fece diversi viaggi in America latina per collaborare alla promozione sociale dei contadini più poveri. La mostra, prodotta dal festival Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, vuole ricostruire la figura "a tutto tondo" di Alberto Manzi. Lo fa attraverso i materiali contenuti nell'Archivio del Centro che porta il suo nome e quelli prestati dalla moglie Sonia Boni: manoscritti e dattiloscritti di testi editi e inediti, menabò e prove di stampa di pubblicazioni, sussidiari, libri di lettura, diari, libri di favole, racconti e romanzi tradotti in tutto il mondo, tavole originali colorate, manifesti, dischi, ritagli di giornali e settimanali, spezzoni delle più famose trasmissioni radio-televisive, scritti teorici e discorsi, lettere sue e da estimatori e corrispondenti di tutto il mondo, fotografie e oggetti personali... Ne escono le ricerche e i risultati del laboratorio di Alberto Manzi "maestro di sapere". Sapere inteso come "educare al pensare", libertà e liberazione per sé e gli altri, "insegnamento comportamentale", "tensione cognitiva", "rivolta contro le abitudini che generano passività", "stupidità ed egoismo", sono solo alcune delle parole d'ordine che riassumono le sue strategie di "colonizzazione cognitiva". Nel 1981, Alberto Manzi, venne sospeso dall'insegnamento per essersi rifiutato di compilare le schede di valutazione degli alunni richieste dal Ministero perché non volle compiere un'azione che ritenne "avversa agli interessi del fanciullo", rispondendo con un timbro: "Fa quel che può, quel che non può non fa". "In fondo era un missionario..." - ha detto di lui la moglie Sonia - “Lo è stato come maestro di scuola e di pensiero, come formatore attraverso la radio e la televisione, come scrittore di libri di scuola, di racconti, fiabe, romanzi per ragazzi e per adulti, come maestro di vita, ma soprattutto parola che gli sarebbe piaciuta - come uomo”. All’inaugurazione sarà presente il professor Roberto Farné, autore di un libro uscito di recente sull’opera del Maestro che aveva fatto della frase “non è mai troppo tardi” il suo motto. La mostra resterà aperta fino al 12 giugno (orari: giovedì dalle 10 alle 12, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18) per poi essere trasferita ed esposta a Torino all’interno delle Celebrazioni ufficiali del 150° Anniversario dell’unità d’Italia.