VINO TRANSGENICO: un allarme immotivato
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VINO TRANSGENICO: un allarme immotivato
Agenzia bimestrale di informazione su analisi chimiche, sicurezza e qualità degli alimenti, igiene del lavoro, ambiente e compatibilità elettromagnetica del Laboratorio Chimico Camera di Commercio Torino. Redazione: Via Ventimiglia, 165 - 10127 Torino - Tel. 011.6700111 - Fax 011.6700100 Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 5276 del 28/05/1999 Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Torino - Sped.4/00. VINO TRANSGENICO: un allarme immotivato Anno II - N. 4 Novembre/Dicembre 2000 In questo numero: Vino transgenico: un allarme immotivato Sicurezza alimentare 1 2 - Soia e mais geneticamente modificati: i limiti delle autocertificazioni Compatibilità elettromagnetica 3 - Il laboratorio sale oltre il Gigahertz - Misura del rischio elettromagnetico per i lavoratori - Corso sulla progettazione EMC Formazione 4 - Sicurezza di base nei luoghi di lavoro - HCCP in pratica LabInforma Edito da Laboratorio Chimico Camera di Commercio Torino Direttore: Bruno Camillo Gino Direttore Responsabile: Mariagrazia Calzoni Redazione: Luca Reteuna (Uff. Attività promozionali) Via Ventimiglia, 165 - 10127 Torino Tel. 011.6700111 - Fax 011.6700100 E-mail: [email protected] Stampa: Tipografia Egizia s.r.l. Via C. di Roccavione, 15 - 10147 TORINO Distribuzione gratuita “Tenuto conto dei progressi in campo scientifico e tecnico, è ormai possibile procedere a una modificazione genetica delle varietà della vite. Di conseguenza, nel determinare se sia opportuno accettare varietà geneticamente modificate, gli Stati membri devono accertarsi, in vista dell’accettazione, che la loro emissione deliberata non comporti rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente e sia autorizzata solo a titolo delle disposizioni della direttiva 90/220 (così come modificata).” Queste parole, approvate dal Parlamento Europeo e rilanciate dalle agenzie di stampa, hanno scatenato in Italia una serie di polemiche sul rischio di avere, entro poco tempo, sulle nostre tavole il vino transgenico. In realtà, si è soltanto stabilito che anche per quanto concerne la vite si dovrà fare riferimento alle norme previste in sede comunitaria per gli organismi geneticamente modificati e, in ogni caso, come ha sostenuto il professor Antonio Calò, direttore dell’Istituto sperimentale per la viticoltura di Conegliano Veneto, “considerando anche i tempi per la ricerca e la sperimentazione, la vite geneticamente modificata potrà essere disponibile per la coltivazione tra almeno vent’anni”. Molto maggiori sono invece le probabilità di trovare OGM ad esempio in materie prime e derivati di soia e mais (presenti praticamente in tutte le preparazioni alimentari), provenienti, in particolare, da USA, Canada, Cina, Argentina e paesi centroamericani, in cui è largamente diffusa la coltivazione di varietà transgeniche di numerose specie vegetali (ad es. pomodoro, colza, patata, barbabietola, riso, cicoria, tabacco). Attualmente, presso il nostro Laboratorio, la ricerca di OGM negli alimenti è condotta seguendo il metodo proposto dal Ministero della Sanità (circolare del min. della sanità n° 600.5/40.4/3921 del 25.11.1998), che prevede l’impiego della tecnica di analisi del DNA denominata PCR (polymerase chain reaction). La prova consente di mettere in evidenza la presenza di sequenze di regolazione genica (CaMV-35S e Nos), rintracciabili in un elevato numero di OGM. Il Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino, laboratorio di riferimento OGM delle Camere di Commercio piemontesi, è inoltre in grado di quantificare il DNA modificato presente nell’alimento mediante la tecnica di PCR quantitativa denominata “Real Time”, consentendo così la verifica del rispetto della soglia dell’1%, indicata nel recente Regolamento (CE) 49/2000. Per maggiori informazioni, costi e tempi delle analisi rivolgersi a: Dr. Claudio Lunardini - Dr. Piergiovanni Piatti Tel. 011.6700111 - Fax 011/6700100 e-mail: [email protected] - [email protected] SICUREZZA ALIMENTARE SOIA E MAIS GENETICAMENTE MODIFICATI: I LIMITI DELLE AUTOCERTIFICAZIONI Nell’ambito delle varie discussioni che ogni giorno animano il campo degli organismi geneticamente modificati, quella sulla contaminazione accidentale merita una riflessione. Ad essere chiamato in causa è il recente regolamento (CE) n. 49/2000, che disciplina appunto la contaminazione accidentale da soia o mais geneticamente modificati. In esso è stabilito che “ qualora la presenza negli ingredienti alimentari di materiale derivato da soia o mais geneticamente modificati sia accidentale e costituisca solo una minima porzione (massimo 1%) dell’ingrediente in questione, ad esso non si applicano i requisiti specifici supplementari in materia di etichettatura “come ad esempio la dicitura “ prodotto con soia o mais geneticamente modificati ”. Questa prescrizione normativa necessita di chiarimenti, per evitare applicazioni non conformi alla legge. Qualcuno, infatti, potrebbe trincerarsi dietro facili interpretazioni, ritenendo sempre accidentale la contaminazione al di sotto dell’1%. Ciò ovviamente non è in sintonia con quanto previsto dal regolamento. In esso viene stabilito che l’obbligo dell’etichettatura supplementare circa la presenza di OGM viene meno 2 qualora la contaminazione sia contenuta nella misura massima dell’1% e sia accidentale. In quest’ultimo caso gli operatori dovranno essere in grado di comprovare alle autorità competenti di aver preso opportune misure per evitare di utilizzare come base di partenza soia o mais geneticamente modificati o prodotti da essi derivati. Anche quest’ultima prescrizione, tuttavia, rischia di prestarsi ad interpretazioni di comodo. Molti, ricorrendo a semplici autocertificazioni, pensano di aver risolto i loro problemi, ingenerando, anche nei successivi acquirenti o utilizzatori di prodotti contenenti OGM, la convinzione di essere in regola di fronte alla legge. Ovviamente non è così, o almeno non è così scontato. In questo campo, ricorrere ad un’autocertificazione, per dimostrare agli organi di vigilanza che la contaminazione è stata accidentale oppure che un prodotto alimentare è esente da OGM, non serve a nulla. In entrambi i casi, ciò che può effettivamente garantire i vari soggetti, ed esonerarli da eventuali responsabilità, non è un’autocertificazione, ma solo un preciso dato analitico, espresso in un rapporto di prova di un laboratorio accreditato. Avv. Michele Mea LINEE GUIDA PER L’AUTOCONTROLLO Il Laboratorio Chimico della CCIAA di Torino, in collaborazione con il Dipartimento per la Valorizzazione e la Protezione delle Risorse Agroforestali dell’Università di Torino, ha predisposto le LINEE GUIDA PER IL PIANO DI AUTOCONTROLLO per: ◆ GELATERIE ◆ PASTIFICI ◆ GASTRONOMIE ◆ PASTICCERIE ◆ PANIFICI ◆ RISERIE ◆ AGRITURISMI Le aziende interessate possono richiedere le linee guida (al costo di L. 15.000 + IVA + spese di spedizione) inviando un fax allo 011.6700100, oppure compilando l’apposito modulo in rete, all’indirizzo: www.lab-to.camcom.it/settore-agroalimentare/autocontrollo.html indicando il numero di copie desiderate per ogni tipologia richiesta. Per informazioni: tel. 011.6700111 C O M PAT I B I L I T À E L E T T R O M A G N E T I C A IL LABORATORIO SALE OLTRE IL GIGAHERTZ Il settore EMC del Laboratorio Chimico della Camera di Commercio, a partire dall’inizio del prossimo anno avrà la strumentazione per eseguire prove di immunità irradiata fino a 2GHz, secondo la variante A1: 1999 della Norma EN 61000-4-3. Questa estensione si è resa necessaria per salvaguardare le apparecchiature da problemi dovuti alle nuove frequenze adottate dai terminali portatili o dalle stazioni base del DCS 1800, DECT ecc. Le aziende interessate a questa estensione potranno avere maggiori dettagli presso il settore EMC. CORSO SULLA PROGETTAZIONE EMC Nella primavera del 2001 sarà attuato un corso, in collaborazione con il Corep, che avrà per oggetto i seguenti argomenti: • Natura e classificazione dei segnali generati dalle apparecchiature (Emissioni delle apparecchiature: EMI) e dei disturbi relativi all’immunità quali: scariche elettrostatiche (ESD), disturbi ad alta frequenza (burst), disturbi ad alta energia (surge) e disturbi RF condotti ed irradiati. • Generazione e propagazione dei disturbi: normative principali di riferimento e strumentazione necessaria per i test, con riferimento anche alla realizzazione di prove pre-compliance. • Interventi progettuali di ingegnerizzazione per prevenire l’emissione delle piastre e dei sistemi e la suscettibilità ai disturbi elettromagnetici; • Interventi di corretta ingegnerizzazione: disposizione e lay-out delle piastre, barriere protettive, principali dispositivi di protezione disponibili sul mercato e confronti. Docenti: Ing. Giancarlo Borio Prof. Vincenzo Pozzolo Per informazioni: Ing. G. BORIO Tel. 011.5806055 Fax 011.5645110 E-mail: [email protected] –•–•– MISURA DEL RISCHIO ELETTROMAGNETICO PER I LAVORATORI Il settore EMC è in grado di svolgere misure di inquinamento elettromagnetico presso le aziende e di valutare il rischio elettromagnetico per i lavoratori. Infatti, molte lavorazioni utilizzano apparecchi a radiofrequenza (come apparecchi ad induzione, forni a microonde ed altri) che per il loro funzionamento utilizzano energia a radiofrequenza e che possono creare anche forti campi elettromagnetici nelle immediate vicinanze. MARCATURA CE IL SETTORE COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA del Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino EFFETTUA: ◆ Valutazioni e misure dell’inquinamento elettromagnetico ◆ Prove di compatibilità elettromagnetica e sicurezza elettrica in sede o presso il cliente ◆ Consulenza progettuale per la modifica e la realizzazione ex novo di apparecchi che soddisfino i criteri di conformità alle direttive europee ◆ Consulenza sulla realizzazione del lay-out delle schede elettroniche delle apparecchiature Per informazioni: Ing. G. BORIO Tel. 011.5806055 - Fax 011.5645110 E-mail: [email protected] 3 F O R M A Z I O N E SICUREZZA DI BASE NEI LUOGHI DI LAVORO Presso il Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino si svolgono corsi certificati di “Sicurezza di Base nei Luoghi di Lavoro”, per la formazione dei lavoratori ai sensi dell’art. 22 del D. Lgs. 626/94. I corsi, della durata di 8 ore, sono tenuti da docenti certificati CIEH (Chartered Institute of Environmental Health), ente inglese che collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e che ha registrato il Laboratorio della C.C.I.A.A. di Torino quale primo centro italiano riconosciuto per la conduzione di corsi su salute e sicurezza di base nei luoghi di lavoro. OBIETTIVO del corso è quello di fornire ai lavoratori le conoscenze di base che consentano loro di identificare i possibili pericoli associati alla propria attività, di comprendere l’importanza delle regole di sicurezza nelle procedure di lavoro e di riportare i potenziali problemi riscontrati, contribuendo così a migliorare la gestione organizzativa del sistema sicurezza e salute, al fine di ridurre i rischi e prevenire il pericolo di incidenti. Il PROGRAMMA, che si compone di quattro moduli, include temi quali legislazione, definizione dei rischi, prevenzione di incidenti, primo soccorso, dispositivi di protezione individuale, nonché l’analisi di alcuni rischi specifici connessi a elettricità, sostanze pericolose, movimentazione manuale dei carichi, posizioni ergonomiche, rumore, pericolo di incendio. Al termine del corso i partecipanti conseguono il diploma CIEH, previo superamento del test finale. Per informazioni e iscrizioni: Dr.ssa Carola Palella Ing. Federica Del Santo, tel. 011-6700111 - fax 011-6700100 email: [email protected] [email protected] –•–•– HACCP IN PRATICA Che cos’è? È un corso certificato CIEH il cui docente ha ottenuto una qualifica specifica per poter effettuare il corso stesso. Come è strutturato? La durata del corso è di due giorni consecutivi (7 ore + 7) e l’esame finale consiste nell’elaborazione di un piano HACCP da parte di ogni singolo partecipante, da effettuare in un periodo di 6 settimane dalla fine del corso. Il piano verrà valutato dal docente che provvederà a segnalare per iscritto errori ed osservazioni in merito. Il piano così elaborato costituisce un documento di valore concreto e immediato per l’azienda. A che cosa serve? Obiettivo del corso è quello di rendere i partecipanti in grado di: • Coordinare un gruppo di lavoro HACCP • Condurre uno studio HACCP • Elaborare un piano HACCP • Implementare il piano e verificarne l’efficacia • Valutare piani HACCP dei fornitori • Capire come il metodo HACCP ed i sistemi qualità ISO9000 possano essere utilizzati in maniera complementare A chi si rivolge? Il corso è destinato a: • Titolari di Aziende alimentari • Responsabili Autocontrollo • Responsabili Assicurazione qualità / Controllo Qualità Quale materiale didattico? Ad ogni partecipante viene fornito il testo “HACCP in pratica” edito da CIEH. Quali i prerequisiti per l’iscrizione? I partecipanti devono avere una consolidata conoscenza dei principi di igiene alimentare. AUTOCONTROLLO – HACCP Corso di 12 ore finalizzato a illustrare a titolari e responsabili d’azienda, anche attraverso applicazioni pratiche, i principi del sistema HACCP da utilizzare per la predisposizione del proprio piano di autocontrollo (D.Lgs. 155/97 e successive modifiche). –•– IGIENE ALIMENTARE DI BASE Corso di 6 ore finalizzato a fornire agli addetti del settore alimentare, siano essi titolari o dipendenti, un’adeguata formazione di igiene degli alimenti (intossicazioni alimentari, batteriologia generale, igiene del personale e dei locali, legislazione alimentare), come previsto dal D.Lgs. 155/97 e successive modifiche. –•– CORSO PROFESSIONALE PER ALIMENTARISTI Autorizzato dalla Regione Piemonte con apposita convenzione in base alla legge 28/99, consente, a chi frequenta almeno il 75% delle 60 ore di lezione, di sostenere l’esame per conseguire l’attestato di idoneità, valido per l’accesso all’esercizio del commercio, relativamente al settore merceologico alimentare. I corsi sono previsti in orario diurno e serale. Per informazioni e iscrizioni: Tel. 011-6700111 VISITA IL NOSTRO SITO INTERNET: www.lab-to.camcom.it 4