Intervista integrale al Dott. Franco Lisi – ginecologo ostetrico

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Intervista integrale al Dott. Franco Lisi – ginecologo ostetrico
Intervista integrale al Dott. Franco Lisi – ginecologo ostetrico- Clinica Mafalda Roma
Daniela Cavallini:
Dott. Lisi, grazie per aver accettato di rispondere alle mie domande, offrendo così ai miei lettori
un’informazione destinata a fare chiarezza relativamente alla fecondazione assistita. In modo
particolare oggi parliamo di ovodonazione.
Innanzitutto che cos’è esattamente l’ovodonazione?
Dott. Franco Lisi:
L'ovodonazione consiste nella fecondazione eterologa, ottenuta tramite donazione degli ovociti da
parte di una donatrice.
Daniela Cavallini:
Quali sono i motivi che inducono una donna a sottoporsi a questo intervento?
Dott. Franco Lisi:
La donna che richiede la donazione degli ovociti lo fa o perché non ha più ovociti o perché i suoi
ovociti non sono idonei per dare origine ad embrioni che possano svilupparsi fino a completare la
gravidanza, oppure perché, a causa dell'età o di altri fattori, la probabilità che ciò accada è così
bassa da sconsigliare ulteriori tentativi coi propri ovociti.
Daniela Cavallini:
Questo significa concepire/generare un figlio “al buio”, intendo dire, con caratteristiche
totalmente estranee alla coppia. Esistono criteri di “scelta” della donatrice?
Dott. Franco Lisi:
La prassi prevede l’anonimato della donatrice di ovociti, ma non è aprioristicamente escludibile
la designazione di una donna scelta dalla paziente. Talvolta può trattarsi anche di una
consanguinea. Normalmente, si tratta di una donna che deve però essere più giovane della paziente.
Tuttavia, la donazione da parte di una consanguinea, da molti viene sconsigliata perché, in questo
modo, si vengono a creare delle dinamiche psicologiche non propriamente corrette.
Come le ho detto, di prassi, la donatrice di ovociti è anonima, ma, per rispondere in modo esaustivo
alla sua domanda, essa viene scelta in base alle caratteristiche fisiche e razziali della paziente
ricevente. In buona sostanza, con tutta probabilità, mamma e bambino si assomiglieranno
fisicamente.
Daniela Cavallini:
Sono richieste caratteristiche particolari ad una donna donatrice di ovociti?
Dott. Franco Lisi:
Le donatrici che vengono selezionate per il programma di ovodonazione sono:
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completamente controllate per le malattie sessualmente trasmissibili, attraverso la ricerca
degli anticorpi e antigeni specifici (HIV, HBsAg, anti-HBc, HCV, VDRL);
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selezionate per escludere patologie geneticamente trasmissibili ( consulenza genetica e
esami ematici genetici);
assolutamente di età inferiore ai 35 anni e possibilmente sottostante i 30;
di varie origini etniche, in modo da poter scegliere la stessa etnia della donna ricevente
Daniela Cavallini:
Vi sono particolari caratteristiche imprescindibili anche per la paziente ricevente?
Dott. Franco Lisi:
Le candidate alla fecondazione eterologa mediante donazione degli ovociti sono:
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le donne affette da insufficienza ovarica primaria ( che non hanno mai avuto mestruazioni )
le donne in menopausa fisiologica o affette da menopausa precoce
le donne portatrici di malattie geneticamente trasmissibili ( quando la patologia non é
ovviabile con la diagnosi preimpianto )
le donne che hanno avuto ripetuti insuccessi nel rispondere alla stimolazione ovarica
le donne che hanno avuto ripetuti insuccessi nei trattamenti ICSI
Daniela Cavallini:
Ho letto di percentuali di successo molto elevate… Dott. Lisi, Lei conferma?
Dott. Franco Lisi:
Se la tecnica viene eseguita in maniera corretta, la percentuale di successo nella fecondazione
eterologa con ovodonazione è molto elevata (attorno al 70%) soprattutto se gli ovociti sono
donati da una donna che ha meno di 30 anni. L'ovodonazione offre percentuali di successo
elevate perché la probabilità che una gravidanza inizi e arrivi felicemente a termine dipende
molto dalla qualità degli ovociti, che a sua volta dipende quasi esclusivamente dall'età della
donatrice. Dopo i 35 anni la qualità degli ovociti inizia progressivamente a peggiorare e la fertilità
diminuisce sempre più. Ciò accade in maniera diversa da donna a donna, ma, in genere, dopo i 40
anni, la probabilità di avere una gravidanza a termine è molto bassa. Ciò non significa che sia
impossibile. Alcune donne hanno bambini per via naturale in età avanzata, ma non è la norma. Una
donna che decidesse di procrastinare la possibilità di diventare madre, potrebbe congelare in via
preventiva i propri ovociti
Daniela Cavallini:
Dott. Lisi, sono affascinata dalla possibilità di scegliere la donatrice di ovociti in base alle
caratteristiche della paziente richiedente… una sorta di abbinamento. Mi può dire “tecnicamente”
come avviene?
Dott. Franco Lisi:
Le dico di più… possiamo scegliere anche il padre…
La donna che desidera sottoporsi alla fecondazione eterologa mediante ovodonazione, per essere
ammessa a partecipare al programma di donazione degli ovociti, deve completare un questionario
che riporta i dettagli delle sue caratteristiche e di quelle del suo compagno. Se non ha un
compagno potrà indicare le caratteristiche del suo compagno ideale ( tale procedura si chiama
embriodonazione o adozione prenatale e prevede la donazione di entrambi i gameti ) . Si tenterà
quindi di trovare la donatrice degli ovociti ed eventualmente un donatore di sperma, in modo da
avvicinarsi il più possibile alle caratteristiche indicate sul questionario. Tra le caratteristiche da
indicare sul questionario ci sono: colore della pelle, colore dei capelli, colore degli occhi, altezza,
peso e gruppo sanguigno. Le foto e l’identità della donatrice degli ovociti e quelle dell'eventuale
donatore di sperma, non dovranno essere rese note, per mantenere l'anonimato dei donatori, né i
donatori potranno mai conoscere chi ha ricevuto i loro gameti. I donatori restano anonimi per
chi riceve e chi riceve resta anonima ai donatori, a meno che, ovviamente, non sia la donna stessa
che desidera ricevere la donazione a procurarsi i donatori. Questo naturalmente dipende dalle
leggi perché lo Stato potrebbe promulgare una legge che obbliga il centro a comunicare alla madre
o al nascituro l’identità della donatrice o dei donatori.
Daniela Cavallini:
Come avviene l’approccio tra la donna o coppia richiedente, la donatrice di ovociti e la struttura
medica?
Dott. Franco Lisi:
1. Prima visita e conoscenza della coppia e della patologia che richiede il trattamento di
ovodonazione. Nel corso della prima visita vengono richiesti tutti gli esami necessari
tendenti ad accertare lo stato di salute dei componenti della coppia. Fondamentali sono gli
esami virologici e batteriologici di entrambi, gli esami genetici di lui, la mammografia e il
pannello della poliabortività per lei. Se necessario si richiede anche l'isteroscopia per
accertare che la morfologia della cavità uterina della ricevente sia idonea al ricevimento
dell'embrione.
2. Contemporaneamente si seleziona l'ovodonatrice. Deve essere una donna giovane e,
ribadisco, con una età inferiore ai 35 anni. Alla donatrice vengono eseguiti esami virologici,
batteriologici e genetici per accertarne lo stato di salute. Naturalmente la ovodonatrice avrà
un aspetto fisico che ricorda la ricevente.
3. La donatrice può donare tutti gli ovociti recuperati oppure può essere una paziente che dona
ovociti in soprannumero. Dopo la fecondazione, con tecnica FIVET/ICSI a secondo delle
indicazioni cliniche, vengono selezionati due o tre embrioni per il trasferimento: gli
eccedenti possono venire congelati per un eventuale ulteriore tentativo.L'eventuale
distribuzione degli ovociti nella ovodonazione a due pazienti ha il vantaggio di contenere i
costi anche perchè non vengono trasferiti più di due/tre embrioni. A volte è possibile avere
una donazione degli ovociti in esclusiva, in cui tutti gli ovociti prodotti dalla donatrice
vengono utilizzati per una sola paziente.
Daniela Cavallini:
Un’ultima domanda: l’ovodonazione, in Italia, è stata recentemente riammessa, tuttavia non senza
polemiche. Ad oggi qual è la situazione?
Dott. Franco Lisi:
L'ovodonazione in Italia é stata riautorizzata il 9.4.2014. Nella maggior parte dei paesi europei
(meno Austria e Germania) é permessa , ma non é permessa la remunerazione della donatrice. Le
mete del turismo procreativo sono quei paesi che permettono la remunerazione della donatrice. Le
coppie italiane che necessitano di ovodonazione dovranno quindi recarsi fuori dall'Italia ancora per
un pò di tempo fino a che la legge entrerà pienamente in azione e i centri si saranno riattrezzati per
le fecondazioni eterologhe : é bene comunque essere sempre guidati da un centro Italiano che può
guidare la coppia nella scelta del centro e nella preparazione alla tecnica. Dovrà essere chiarito se in
Italia la donatrice é remunerabile e se la donatrice rimarrà anonima.
I paesi dove maggiormente si dirigono le pazienti per i trattamenti di ovodonazione sono la Spagna ,
la Grecia e la Repubblica Ceca, perché in questi paesi é possibile la remunerazione
dell'ovodonatrice.. La Spagna forse é stata la prima e la più liberale in tema di fecondazione
assistita, ma i costi attualmente sono molto elevati pertanto molti pazienti attualmente si rivolgono
in Grecia dove ugualmente é possibile l'ovodonazione e la remunerazione dell'ovodonatrice.
Attualmente si va facendo strada la Repubblica Ceca che a prezzi contenuti unisce uno standard
elevato di qualità.
Daniela Cavallini:
Dott. Lisi, nel ringraziarla per la Sua disponibilità, Le chiedo di indicare i Suoi riferimenti per
eventuali contatti.
Dott. Franco Lisi:
Certamente:
Per approfondimenti visitare il sito www.francolisi.com
Per maggiori informazione sui centri di ovodonazione Europei visitate il sito Ovodonazione
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L'ovodonazione é possibile presso il Centro del Dott Franco Lisi. Per avere un appuntamento il
paziente ha tre modi :
1) Inviare una mail al dott Franco Lisi [email protected]
2) Chiamare il numero verde 800 926071
3) Compilare e inviare un modulo di consulenza gratuita online
A tutti voi, carissimi amici lettori, auguro una buona giornata!
Daniela Cavallini