PIDOCCHOSA I GUERRA mondiale
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PIDOCCHOSA I GUERRA mondiale
ALESSANDRO pazzi presenta IL LIBRO “PIDOCCHOSA I GUERRA mondiale”agli alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria Il 15 dicembre 2014, l’attore Alessandro Pazzi con la musicista Alessandra De Stefano ha presentato il libro “Pidocchiosa I Guerra Mondiale”attraverso la narrazione e la musica. Perché scoppia la I Guerra Mondiale? Alessandro Pazzi ci ha spiegato che nel 1914 c’erano due bande rivali che si insultavano a vicenda: da una parte c’erano gli imperi centrali d’Europa formati da Austria - Ungheria, Germania e Italia ( Triplice Alleanza, l’Italia inizialmente era neutrale alla guerra) e dall’altra i francesi, gli inglesi e i russi (Triplice Intesa). Queste due bande si insultavano a vicenda perché volevano il controllo commerciale di molte zone, essere i padroni del mondo e sarebbe bastato gettare una pietra per far scoppiare una guerra. E così accadde. Un ragazzo serbo uccise a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando, nipote dell’imperatore d’Austria – Ungheria ed erede al trono. A quell’epoca la Bosnia - Erzegovina non voleva essere sottomessa all’ Austria e ne chiedeva l’indipendenza. Allora lo zio dell’arciduca dichiarò guerra alla Bosnia e le due bande entrarono così in guerra,coinvolgendo ben 28 Stati, convinte che la guerra sarebbe durata solo 4 mesi, ma durò ben 4 anni. Quando si dichiarava guerra, bisognava imparare ad odiare e per questo in Germania c’era l’Inno all’odio “ Dio punisca l’Inghilterra.” Si inventavano bigie per fomentare l’odio verso altri paesi. Gli insegnanti inglesi furono espulsi dalle scuole tedesche. Nel 1915 l’Italia entrò in guerra, grazie alla propaganda interventista, e si alleò con la Triplice Intesa. Sul fronte orientale si scavavano delle trincee e lì vivevano i soldati inviati al fronte. Come vivevano i soldati? I soldati dovevano stare attenti non solo al “nemico”, ma alle mosche, ai pidocchi, al freddo, alle epidemie, ai gas (nuova arma sperimentata dai tedeschi) e alla fame. Per combattere il congelamento, i soldati usavano il grasso di balena o di maiale. Per uccidere i pidocchi, i soldati li facevano cadere sui coperchi bollenti e dicevano: - Per quanto ne ammazzi a centinaia, ne restano migliaia.I soldati italiani, per salvarsi dai gas, mettevano la pipì su un fazzoletto e se lo legavano intorno al naso. Alcuni soldati per tornare a casa si fingevano malati, masticando la cordite o ferendosi. La guerra finiva per chi moriva, ma per gli altri continuava. La guerra in Italia contribuì all’introduzione di parole nuove come cecchino (tiratore scelto dal francese), imboscato ( colui che si nasconde nel bosco), ghirba ( era il vaso per portare l’acqua in Africa e assunse il significato di salvare la pelle), fifa (paura in dialetto milanese). I soldati, proveniente da regioni diverse, non parlavano in italiano, ma nel proprio dialetto. Alcuni erano dei poeti come Ungaretti “Si sta come d’autunno sugli alberi le figlie”. I soldati scrivevano lettere ai familiari e le ricevevano. I soldati inglesi bevevano il the con il cloro e mangiavano “MACONOCHIE”, spezzatino contenuto in scatolette. I soldati italiani mangiavano brodo a mezzogiorno con un po’ di carne di cane ( quando c’era) e noci di sera con un po’ di pane ricavato dalla segatura. Bevevano il caffè ricavato dalle ghiande. Per fare il brodo si usavano le erbe o le radici delle piante. Nella gavetta i soldati mettevano il cibo che mangiavano. Per mancanza di cibo si ricorreva a surrogati, l’importante era riempire lo stomaco. Talvolta i soldati ricevevano dei pacchi dalla famiglia, contenenti torte di mele e altro cibo a lunga conservazione. La fame ne uccise 700.000. Gli ordini impartiti dai generali ai soldati erano assurdi, perché mandavano i soldati a morire a migliaia. I generali non erano mai in prima linea e impartivano punizioni a chi si rifiutava di eseguire gli ordini. Le punizioni partivano dal ripulire il cortile di neve con la spazzola dei vestiti fino ad arrivare alla fucilazione. I soldati, nei lunghi periodi trascorsi nelle trincee, cercavano di vincere la noia, la paura, la nostalgia addomesticando i topi e giocando con loro. Com’era la vita in Italia per chi restava a casa? Le donne a casa sostituivano gli uomini al fronte sui luoghi di lavoro sia in campagna che nelle fabbriche. I bambini facevano quello che volevano perché il padre non c’era ed era in guerra. Spesso rubavano per fame. A scuola le materie scolastiche erano funzionali alla guerra: in geografia si studiavano le zone di guerra, in storia si esaltava l’amore per la patria e il nazionalismo, in scienze si studiavano i gas e i sottomarini … I bambini giocavano con i soldatini, imitando i soldati mentre facevano la guerra. I ragazzi si arruolavano perché pensavano di diventare degli eroi come gli aviatori. Le donne a Torino furono le prime a chiedere la pace e assaltarono il forno per procurarsi il pane per i figli. Il 4 novembre 1918 finì una guerra mondiale, che doveva durare solo 4 mesi, ma durò 4 anni provocando la morte di circa 8.500.000 soldati nel mondo. Dopo la guerra ci fu la Spagnola ( una malattia virale), che provocò più morti della guerra. La I Guerra Mondiale non portò alla vera pace, alla soluzione dei problemi tra gli Stati e il desiderio di affermazione degli stessi su altri preparò il terreno alla II Guerra Mondiale. Alessandro Pazzi ci ha detto che ogni paese ha un monumento dedicato ai caduti ed è importante leggere i nomi e le biografie di questi ragazzi per dire : - “ Mai più la guerra ”. -