Bellezza del sorriso - Dental Tribune International

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Bellezza del sorriso - Dental Tribune International
l’intervista _ Pietro Lorenzetti
Bellezza del sorriso
Intervista a Pietro Lorenzetti
Pietro Lorenzetti è nato a Catania, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1988 e specializzato in Chirurgia plastica estetica e ricostruttiva. Già dirigente dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia dell’Ospedale “Umberto I” di Siracusa e dell’Ospedale Garibaldi di
Catania, da alcuni anni svolge attività libero-professionale a Milano e Catania. A Roma è direttore del reparto di Chirurgia plastica
della Casa di Cura Villa Benedetta. È stato presidente della Società Italiana di Chirurgia della Calvizie (ISHR) e membro della Società
Italiana di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (SICPRE). Per ciò che attiene all’insegnamento, è docente di Chirurgia estetica
presso l’Università Cattolica di Luca - Porto Alegre, in Brasile. Oltre alle numerose pubblicazioni scientifiche ha al suo attivo due libri:
Intelligenza estetica, edito nel 2009 e Il chirurgo dell’anima, del 2011, pubblicato per Baldini & Castoldi.
_Si fa presto a dire sorriso, quell’espressione
che interessa principalmente il terzo inferiore del
volto; si tratta, invece, di una struttura anatomica e
meccanica estremamente complessa. Basti pensare
che solo le labbra sono azionate da undici muscoli
diversi e da una struttura di tessuti tridimensionale e dinamica. È facile comprendere, quindi, come
sia complesso agire e rispondere adeguatamente
alle richieste di ringiovanimento di questa porzione del volto su cui si concentra l’attenzione dello
sguardo, in contesa con gli occhi. E come sia complesso intervenire quando parte del sorriso e della
sua armonia dipende dalla salute e dalla regolarità
delle strutture sottostanti: denti, ma anche gengive e ossa. Un approccio che non può interessare
unicamente il chirurgo plastico, come sostiene il
professor Pietro Lorenzetti, direttore del reparto di
Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica della Clinica Villa Benedetta di Roma.
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cosmetic
dentistry
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Professore quali sono gli elementi di un
sorriso perfetto?
Direi l’armonia e la simmetria tra la parte esterna della bocca, rappresentata dalle labbra, il sostegno interno della bocca e la regolarità dei denti. In
questo senso, spesso è necessaria una valutazione
complessiva che si estende dal campo del chirurgo
plastico e prevede una consulenza odontoiatrica,
ortodontica e, in alcuni casi, maxillolabiale-facciale.
Infatti, molte volte mi capita di vedere belle labbra,
ritoccate anche con gusto, che poggiano su denti
irregolari, affollati, di dimensioni inadeguate, opachi, non perfettamente bianchi. Ma è necessaria
soprattutto la bellezza interiore: un sorriso, anche
imperfetto, smette di essere tale quando esprime
un’emozione spontanea e sincera, quando viene
dal cuore e apre non solo la bocca, ma illumina lo
sguardo, schiudendo tutto il volto a un’esplosione
di luminosità.
Quali sono gli elementi di attrazione di un
volto?
Ovviamente quelli più mobili, che formano le
espressioni, quindi gli occhi e la bocca, con il loro
equilibrio di forma e misura. Viene da sempre considerata canone di bellezza e di attrazione la simmetria tra i due lati del volto (destro e sinistro) e l’alternanza tra tratti infantili (bocca e occhi grandi, naso
piccolo) e tratti maturi (zigomi alti, guance scavate,
mascella delineata, sopracciglia alte). Questa combinazione di fattori deve essere tale cosicché, non
solo il viso sia bello, ma anche le sue espressioni
risultino gradevoli. Ma, oltre alla bellezza tout court,
non dobbiamo sottovalutare l’impatto di elementi
impalpabili e non misurabili come il fascino, la personalità, il carattere, la postura, le caratteristiche
gestuali di ogni singolo individuo e le molteplici piccole imperfezioni che possono rendere un sorriso
unico e perfetto. Mi spiego: la bellezza è un insieme
estremamente complesso ed è fatto anche di elementi evocati. È bello quello che suggerisce o evoca
un’emozione, quello che ricorda un altro sorriso di
una persona amata, ma soprattutto i dettagli che ci
rendono unici, come un labbro superiore più grande, fuori canone, che può diventare un elemento irresistibile. Pensiamo al diastema dell’attrice Lauren
Hutton, che presenta anche un lieve strabismo che
non le ha comunque impedito di essere considerata
una delle donne più belle del mondo, e che mantiene il suo fascino immutato anche dopo i cinquanta
anni. Oppure il neo di Cindy Crawford, che spezzava
in maniera sensuale una bellezza “troppo” perfetta,
e quindi fredda e inaccessibile. Ecco allora come
anche il difetto (un incisivo non dritto) diventa una
l’intervista _ Pietro Lorenzetti
caratteristica di valore e non necessariamente un
elemento da correggere.
Come è fatto il labbro ideale?
Esistono dei parametri e delle proporzioni individuate già da Leonardo e ancora valide, ma il
chirurgo non può agire su tutto, deve limitarsi a valorizzare il bello che c’è e possibilmente riequilibrare
il troppo o il troppo poco. Una bocca molto grande
e pronunciata, con labbra molto piene, può essere
resa più naturale e gradevole solo con una dentatura regolarissima e dalle dimensioni contenute, che si
può ottenere ad esempio con l’applicazione di faccette in ceramica. Labbra giovani ma sottili possono essere rese più evidenti con uno sbiancamento
che ne faccia risaltare il vermiglio e con una piccola
dose di acido ialuronico che ne riequilibri il volume.
A questo proposito, va detto che è necessario conoscere l’anatomia del labbro e rispettarla: spesso
vediamo bocche, che possiamo definire “gonfiate”,
che assumono l’aspetto “a papera” o, peggio, “a
canotto”. Significa che non è stata valutata e rispettata l’anatomia tra prolabio e vermiglio, che le
salienze (arco di cupido, colonne filtrali e tubercoli
labiali) non sono state rispettate, che si è aumentato il volume del labbro superiore senza tenere in
considerazione adeguata quello inferiore.
Eppure le persone sono tese alla ricerca di
un canone di bellezza più o meno universale...
Io le posso spiegare facilmente che è un’utopia.
Meno dello 0,5 % della popolazione è naturalmente molto bella. Negli altri si alternano spesso con
armonia caratteristiche piacevoli e difetti. Studi
di psicologia sociale hanno dimostrato che i volti
perfetti creati al computer mettendo insieme gli
elementi graditi dei volti di personaggi famosi (la
bocca di Halle Berry, il naso di Naomi Campbell e
così via) sono valutati belli, ma non danno emozioni. Quando viene da me una persona, non vuole
trasformarsi in Belen o in Claudia Schiffer, ma ha
un’idea del proprio miglioramento ideale e desidera
perseguirlo. I pazienti vogliono quindi che la propria
immagine interiore corrisponda a quella riflessa
nello specchio.
Allora, quando tornano a casa, se prima misuravano 1 metro e 60, non diventano poi più alte di
20 cm, e se hanno un bel seno magari continuano
ad avere dei difetti, ma riescono a integrare nella
mente quello che vedevano come un difetto, lo
“risolvono”, e quindi sono felici, più sicure di sé. Al
contrario, diffido dell’equilibrio di chi vuole assomigliare a qualcun’altro: le pazienti che si presentano
con la foto di un giornale, non hanno chiara la propria immagine corporea. La chirurgia plastica non
può essere considerata un “copia e incolla” di pezzi,
così come chi assomiglia già a una persona nota e
vuole potenziare, accentuare, la somiglianza, mi fa
venire i brividi, perchè significa che non ha integrato una personalità propria. La natura umana cerca
istintivamente l’unicità e solo in parte gli elementi
in comune. Però siamo molto esposti all’influenza
delle mode e, quindi, negli ultimi anni è capitato che
si diffondesse un modello estetico a cui le persone vogliono aderire. Anche in questo caso il medico deve mediare le richieste, perchè la pelle non
è come la stoffa che si può allungare o accorciare
a piacimento. Tutti questi limiti vanno debitamente
spiegati. Gli unici interventi realmente reversibili,
per i quali è lecito pentirsi, sono i ritocchi a base di
filler riassorbibili come l’acido ialuronico, che danno
un risultato naturale (se usati con parsimonia e, soprattutto, buon gusto).
Lei è un fervente ammiratore dell’arte, in
che modo influisce sulla sua professione?
Moltissimo, perchè esiste un’arte di bellezza assoluta e universale, e prima della tv erano gli artisti
che decidevano e imponevano i canoni di bellezza
o, quanto meno, li “fotografavano” nelle loro opere,
documentando lo stile del periodo. L’arte è il libro
della storia umana, ed è fonte di perenne ispirazione. A parte l’estrema ironia di Botero e altre eccezioni, l’arte ci suggerisce un canone di bellezza
che predilige l’unicità e la naturalezza, sia pure con
qualche espediente per valorizzare gli aspetti di viso
e corpo. L’uomo ha sempre decorato e truccato il
corpo, tracce di rudimentali rossetti sono stati rinvenuti nell’antico Egitto. Le donne hanno sempre
istintivamente saputo valorizzare i propri punti di
attrazione; quello per la bellezza è quindi probabilmente un istinto dato dall’evoluzione. I soggetti
più belli hanno maggiore probabilità di trovare dei
partner (belli anche loro) e quindi di riprodursi con
successo.
Per la bocca lei sconsiglia sempre interventi definitivi, perché?
Perché il volto è una struttura in perenne dinamismo e perchè si modifica sia la struttura cutanea,
che tende a cedere con il tempo, sia la parte ossea,
che va incontro a usura, determinando successivamente le depressioni del derma e delle pareti muscolari. La bella bocca ritoccata a 25 anni può non
rispondere alle esigenze di una cinquantenne, e non
dimentichiamo che la sicurezza di questo genere di
interventi e la qualità eccelsa dei materiali devono essere la filosofia da seguire sempre. Le mode
passano, ciò che è considerato bello oggi, domani
è out, quindi indesiderabile. Ciò che valeva solo per
tessuti e lunghezza delle gonne oggi vale anche per
il ritocco estetico. Chi vorrebbe zigomi datati anni
Novanta?
_Ezio Campagna
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