Memorie di Adriano

Transcript

Memorie di Adriano
Istituto Istruzione Superiore - Galileo Ferraris - CTIS03300R - Acireale
www.iissferraris.gov.it/ricerca_old/
Memorie di Adriano
Dicembre 2002 MargueriteYourcenar Memorie di Adriano "....Mio caro Marco, Sono
andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da
un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo
d'accordo per incontrarci di primo mattino. Ho deposto mantello e tunica; mi sono
adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per
te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d'un uomo che s'inoltra negli
anni ed ? vicino a morire di un'idropisia del cuore. Diciamo solo che ho tossito,
respirato, trattenuto il fiato, secondo le indicazioni di Ermogene, allarmato suo
malgrado per la rapidit? dei progressi del male, pronto ad attribuirne la colpa al
giovane Giolla, che m'ha curato in sua assenza." MargueriteYourcenar Memorie di
Adriano "....Mio caro Marco, Sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene,
recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi
visitasse a digiuno ed eravamo d'accordo per incontrarci di primo mattino. Ho
deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che
sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del
corpo d'un uomo che s'inoltra negli anni ed ? vicino a morire di un'idropisia del
cuore. Diciamo solo che ho tossito, respirato, trattenuto il fiato, secondo le
indicazioni di Ermogene, allarmato suo malgrado per la rapidit? dei progressi del
male, pronto ad attribuirne la colpa al giovane Giolla, che m'ha curato in sua
assenza. ? difficile rimanere imperatore in presenza di un medico; difficile anche
conservare la propria essenza umana: l'occhio del medico non vede in me che un
aggregato di umori, povero amalgama di linfa e di sangue. E per la prima volta,
stamane, m'? venuto in mente che il mio corpo, compagno fedele, amico sicuro e a
me noto pi? dell'anima, ? solo un mostro subdolo che finir? per divorare il padrone.
Basta... Il mio corpo mi ? caro; mi ha servito bene, e in tutti i modi, e non star? a
lesinargli le cure necessarie. Ma, ormai, non credo pl?, come finge ancora
Ermogene, nelle virt? prodigiose delle piante, nella dosatura precisa di quei sali
minerali che ? andato a procurarsi in Oriente. ? un uomo fine; eppure, m'ha
propinato formule vaghe di conforto, troppo ovvie per poterci credere; sa bene
quanto detesto questo genere d'imposture, ma non si esercita impunemente pi? di
trent'anni la medicina. Perdono a questo mio fedele il suo tentativo di nascondermi
la mia morte. Ermogene ? dotto; ? persino saggio; la sua probit? ? di gran lunga
superiore a quella d'un qualunque medico di corte. Avr? in sorte d'essere il pi?
curato dei malati. Ma nessuno pu? oltrepassare i limiti prescritti dalla natura; le
gambe gonfie non mi sostengono pi? nelle lunghe cerimonie di Roma; mi sento
soffocare; e ho sessant'anni. Non mi fraintendere: non sono ancora cosi a mal
partito da cedere alle immaginazioni della paura, assurde quasi quanto quelle della
speranza, e certamente assai pi? penose. Se occorresse ingannarmi, preferirei che
lo si facesse ispirandomi fiducia; non ci rimetterei pi? che tanto, e ne soffrirei
pagina 1 / 4
Istituto Istruzione Superiore - Galileo Ferraris - CTIS03300R - Acireale
www.iissferraris.gov.it/ricerca_old/
meno. Non ? detto che quel termine cos? vicino debba essere imminente; vado
ancora a letto, ogni sera, con la speranza di rivedere il mattino. Nell'ambito di quei
limiti invalicabili di cui t'ho fatto cenno poc'anzi, posso difendere la mia posizione
palmo a palmo, e persino riconquistare qualche pollice di terreno perduto. Ci? non
pertanto, sono giunto a quell'et? in cui la vita ?, per ogni uomo, una sconfitta
accettata. Dire che ho i giorni contati non significa nulla; ? stato sempre cos?; ?
cos? per noi tutti. Ma l'incertezza del luogo, del tempo, e del modo, che ci
impedisce di distinguere chiaramente quel fine verso il quale procediamo senza
tregua, diminuisce per me col progredire della mia malattia mortale. Chiunque pu?
morire da un momento all'altro, ma chi ? malato sa che tra dieci anni non ci sar?
pi?. Il mio margine d'incertezza non si estende pi? su anni, ma su mesi. Le
probabilit? che io finisca per una pugnalata al cuore o per una caduta da cavallo
diventano quanto mai remote; la peste pare improbabile; la lebbra e il cancro
sembrano definitivamente allontanati. Non corro pi? il rischio di cadere ai confini,
colpito da una ascia caledonia o trafitto da una freccia partica; le tempeste non
hanno saputo profittare delle occasioni loro offerte, e sembra avesse ragione quel
mago a predirmi che non sarei annegato. Morir? a Tivoli, o a Roma, tutt'al pi? a
Napoli, e una crisi di asfissia sbrigher? la bisogna. Sar? la decima crisi a portarmi
via, o la centesima? Il problema ? tutto qui. Come il viaggiatore che naviga tra le
isole dell'Arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi, e scopre a poco a poco la
linea della costa, cos? io comincio a scorgere il profilo della mia morte....." . Le
prime due versioni delle "Memorie di Adriano" erano state dimenticate in un baule
Quel bagaglio fu ritrovato soltanto dopo dieci anni quando l?autrice era in America.
La rocambolesca storia di un romanzo perduto di DARIA GALATERIA. Nell?autunno
del ?49, Grace, l?amica americana di Marguerite Yourcenar, mise in banca i primi
capitoli delle Memorie d?Adriano. Si sentiva pi? tranquilla sapendo che uno dei
capolavori del Novecento - e su questo gi? non aveva dubbi - veniva custodito in
cassetta di sicurezza; Marguerite Yourcenar lo aveva perso e abbandonato due o
tre volte. Marguerite era cos?; impilava le valige appena disfatte in camere
temporanee, e poi se le dimenticava; cos? povera, dopo le "splendide bancarotte"
del suo aristocraticissimo padre, e cos? sola, da poter andare da qualsiasi parte.
Diceva che amava vivere sulle frontiere, "posizione ironica", vicina e lontana. E si
capisce bene che nel ?39 avesse dimenticato proprio il baule con le prime due
versioni di Adriano all?Hotel Meurice di Losanna: suonavano a martello tutte le
campane della citt?, e di tutti i villaggi attorno; era stata dichiarata la guerra. Cos?,
il viaggio sentimentale della Yourcenar verso gli Stati Uniti e l?amica Grace aveva
preso l?aria affannosa di una fuga. Doveva essere un viaggio, e divent? un
decennio americano. Marguerite Yourcenar dimentica l?imperatore Adriano. Nel
?41, compra da un robivecchi di New York un?incisione di Piranesi che
rappresentava, sepolta dalla vegetazione, gli spini e il tempo, Villa Adriana a Tivoli,
e l?appende al muro. La guarda tutti i giorni, e non una volta Adriano le torna in
mente. Poi, il baule perduto da dieci anni torna, anzi, le "cade dal cielo"; un amico
lo aveva trovato, e glielo spedisce nel Maine. Erano vecchie lettere di famiglia, per
lo pi?; molte al padre, morto da venti anni. Marguerite, di anni, ne ha 46; si mette
accanto al fuoco a bruciare quell?inventario della sua vita. ?Caro Marco?, inizia una
lettera; ma non ? una lettera, ? l?incipit di Adriano. Da quel momento, Marguerite ?
pagina 2 / 4
Istituto Istruzione Superiore - Galileo Ferraris - CTIS03300R - Acireale
www.iissferraris.gov.it/ricerca_old/
invasa dal futuro romanzo, la missiva dell?imperatore sessantenne al giovane
Marco Aurelio, "lungo colpo d?occhio" sulla sua vita. Marguerite deve raggiungere
Grace a Santa Fe, e scrive febbrilmente nel wagon-lit tra New York e Chicago, poi,
bloccata dalla neve, al ristorante della stazione e di nuovo nell?espresso per Santa
Fe, mentre dai finestrini scorrono i dossi neri delle montagne del Colorado. Riscrive
completamente le prime pagine del romanzo, il capitolo ?Animula vagula
blandula?; delle vecchie versioni, rimane solo una frase: ?Come il viaggiatore che
naviga tra le isole dell?arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi, e scopre a
poco a poco la linea della costa, cos? io comincio a scorgere il profilo della mia
morte?. Per due anni, Marguerite Yourcenar vive "in pieno II secolo",
impregnandosi di letture perch? il romanzo spunti come una pianta dalla terra.
Scrive la lenta conquista degli onori e, per il soldato che parla con l?accento di
Siviglia, della cultura greca e romana; racconta gli intrighi, le guerre ai confini
dell?impero, la sapienza del governo, i viaggi, le conquiste, la pax romana, che
passa attraverso il riconoscimento delle province: ?Roma non ? pi? Roma: dovr?
riconoscersi nella met? del mondo o perire?. Per Adriano, molte cose, e quelle che
pi? lo riguardano, restano oscure. Traiano lo ha davvero scelto come suo
successore? O, come si dice, le cortine del suo letto di morte chiuse, il medico Crito
ha imitato la voce dell?imperatore per nominarlo nel testamento suo erede? Oltre
alla silenziosa amica, l?imperatrice Plotina, c?? solo una guardia, che muore di
febbri il giorno seguente. E il suicidio di Antinoo, l?adolescente amato e divinizzato
- un enigma che conferisce alla terra "un volto deforme". Le pagine dell?amore,
della trasformazione del corpo del fanciullo Antinoo, sono quelle che meglio
tradiscono la misura perseguita dalla Yourcenar, l?ardore inciso nel marmo. Un
giorno che Grace spazza senza fretta il salotto della casetta di legno appena
comperata a Mount Desert Island, di fronte alla costa del Maine, scoppia una
discussione sulla mancanza di chiarezza di alcune frasi. L?opinione di Grace ? che
dipende dall?oscurit? dei fatti. Bisogna solo conoscere meglio le cose. Anche Grace
partecipa alle ricerche, chiudendosi in biblioteca; laYourcenar scrive nei taccuini i
minimi dettagli della vita romana, per poi dimenticare. L?erudizione si apre a
splendide raffigurazioni di costumi lontani, resi prossimi e solenni dallo sguardo
alto, e il disincanto, di un imperatore vicino alla fine. Marguerite scrive di aver
vissuto cos? in simbiosi con Adriano e di sapere quando mentiva. La Yourcenar a
un certo punto chiede di sospendere le lezioni universitarie che Grace le ha
procurato, e che le consentono di vivere. Tiene solo due conferenze, e una ? su
Flaubert. Nella corrispondenza di Flaubert aveva trovato, gi? nel ?27, una frase
fondamentale: ?Gli dei non c?erano pi?, e Cristo non c?era ancora; c?? stato, da
Cicerone a Marco Aurelio, un momento unico in cui ? esistito l?uomo solo?. Un
giorno avrebbero chiesto alla Yourcenar se la creazione delle Nazioni Unite, alla
fine della guerra, non avesse influenzato la rappresentazione della Pax romana. Lei
rispose che forse c?era stato un momento di euforia, all?indomani del conflitto un?illusione. Era stata piuttosto la guerra mondiale il problema; anche nell?Impero
i barbari premevano; Marco Aurelio ne sarebbe morto disperato. Adriano invece
coltivava la lucidit? fino alla sfiducia; ma non era rassegnato, neanche nella
solitudine della fine: "Piccola anima smarrita e soave - cerchiamo di entrare nella
morte a occhi aperti". Il 2 gennaio del ?51, la Yourcenar imposta la fine del
pagina 3 / 4
Istituto Istruzione Superiore - Galileo Ferraris - CTIS03300R - Acireale
www.iissferraris.gov.it/ricerca_old/
romanzo al vicino ufficio postale; poi torna in biblioteca per le ultime verifiche. Gira
per il paesino con una cappa, e non stupisce che gli isolani, pescatori e artigiani,
trovino allarmante la sua sagoma "da strega". Per di pi?, non parla mai, per
preservare il suo francese. E anche Grace ormai ? una figura singolare. Quando si
erano conosciute, Grace Frick era una studentessa americana dal "profilo di
sibilla". Nel ?37, un giorno che era a Parigi al caff?, aveva sentito Marguerite
discutere di letteratura al tavolino accanto. Marguerite parlava con l?accento
gratin, il tono dell?alta aristocrazia francese; ed era singolare sentirlo applicato,
non ad argomenti leggeri e di c?terie, di classe, ma alla letteratura: parlava di
Coleridge. Il portamento della testa era quello di una regina; e camminava cos?,
come se le porte le si dovessero aprire davanti. Grace si era innamorata in quel
momento; aveva attaccato discorso: Marguerite aveva risposto. Sarebbero state
insieme quarant?anni. Consegnate Le memorie di Adriano, Marguerite e Grace si
concedono una permanente. Intanto, in Francia, il romanzo, che ? molto piaciuto ai
lettori dell?editore Plon - ?il soggetto non ? da grande pubblico, ma la qualit? ? tale
che ci si pu? aspettare un vero successo letterario? - ? alle seconde bozze quando
Gallimard tenta di impossessarsene. La Yourcenar ha firmato per lui, nelle
precedenti pubblicazioni, un diritto di prelazione. Comincia una battaglia legale, in
cui la Yourcenar non esita ad affrontare con la tipica fermezza, e un po? di alterigia
aristocratica, il potente editore Gallimard, che alla fine cede. Quando, molto tempo
dopo, lui riesce ad avere i diritti di tutta l?opera della Yourcenar, calcola di aver
venduto in pochi anni, e solo in Francia, delle Memorie di Adriano, un milione di
copie. Da allora non si ? mai smorzata la passione per questa raffigurazione algida
e rovente di un?epoca violenta. Nelle opere narrative della Yourcenar, da Alexis,
del 1929, alla rinascimentale Opera in nero, c?? sempre l?alto distacco di uno stile
formato sulla classicit?, e inflessibile nella fedelt? al francese (la lettera all?editore,
per la quarantatreesima edizione, ? appassionata nella difesa di certi ortografie
tradizionali, o di condizionali inediti); eppure il tema ? sempre vicino alle passioni
della sua vita, l?amore per un letterato che preferiva gli uomini, e gli ardori saffici.
Confessava di mescolare del resto due metodi di lavoro. Lasciarsi investire dal
personaggio. E poi un altro sistema, inverso, e lontano dallo spirito francese;
eliminare tutto il pensiero; fissare l?attenzione sul nulla. Era un?igiene; e certo il
modo per infondere alla sua scrittura il distacco che la rende classica. Giulio
Einaudi Editore Spa Torino, 1988
Data: 12 Agosto 2003 - Autore: Admin - Num. letture: 522 - Sezione: Cultura
Condividi su:
pagina 4 / 4
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)