Diapositiva 1 - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
Transcript
Diapositiva 1 - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
Corso di Laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia PENSARE DA ECONOMISTA (Capitolo 2) Pensare da economista Il modo di pensare dell’economista . . . Comporta il pensare analiticamente e obiettivamente. E’ come il metodo scientifico. Il metodo scientifico Gli economisti ricorrono a modelli astratti per cercare di capire come opera un mondo reale complesso. Sviluppano teorie, raccolgono e analizzano dati per sottoporre a verifica empirica le teorie. Difficoltà: sperimentazione in laboratorio è preclusa! Ma si possono usare gli esperimenti naturali offerti dalla storia (es. guerra in Medio Oriente consente di studiare gli effetti sull’economia Mondiale di una riduzione di una risorsa naturale) I modelli Gli economisti ricorrono a modelli per interpretare il mondo, ricorrendo a grafici e funzioni. Tali modelli sono veri e propri sistemi in miniatura, in cui viene spiegato il rapporto tra due o più variabili. MA gli aspetti dell’economia che richiedono spiegazioni sono molteplici. Per questo gli economisti ricorrono a diversi modelli per ciascun fenomeno. Non esiste un modello in grado di spiegare in maniera completa il funzionamento di tutti i fenomeni economici. Ruolo delle Ipotesi Ogni modello si fonda su ipotesi semplificatrici, che permettono di facilitare la comprensione della realtà MA la cui verosimiglianza è alla base della credibilità dei suoi risultati. Gli economisti usano diverse ipotesi per rispondere a diverse domande. Ruolo centrale nell’elaborazione di modelli economici è l’ipotesi a parità di condizioni che implica che tutti gli altri fattori rilevanti rimangano invariati. Quindi, cosa sono i modelli economici? Sono rappresentazioni stilizzate che rappresentano una realtà complessa. Un modello economico è un esercizio di analisi logica di un problema fatto a partire dall’osservazione della realtà. Hanno l’obiettivo di: comprendere il funzionamento dell’economia predisporre politiche per migliorare l’efficienza economica e il benessere degli individui identificare le relazioni tra le variabili economiche Gli economisti studiano. . . L’economia può essere studiata a diversi livelli. Si può studiare: • come gli individui formulano le proprie decisioni; • come gli individui interagiscono tra loro; • le forze e le tendenze che influenzano l’economia nel suo complesso. A partire dagli anni ‘30, l’economia è stata suddivisa in due discipline: MICROECONOMIA E MACROECONOMIA Microeconomia e macroeconomia Microeconomia è lo studio dei processi decisionali di soggetti singoli e della loro interazione su singoli mercati Macroeconomia è lo studio dei fenomeni che riguardano il sistema economico nel suo complesso (variabili economiche aggregate) Sono complementari poiché la macro studia il contesto nel quale avvengono le decisioni micro. Domande della Microeconomia Quali sono gli effetti di una tassa come l’ECOPASS imposta su chi circola al centro di Milano? Quali sono gli effetti dell’istruzione obbligatoria sul reddito dei lavoratori? Quali sono gli effetti della concorrenza straniera sull’industria dell’auto europea? ………………………… Domande della Macroeconomia Perché alcuni paesi sono poveri e altri ricchi? Come è possibile combattere la disoccupazione ? Da cosa dipende l’inflazione? Il governo è in grado di migliorare il funzionamento dell’economia? ………………………… Due ruoli dell’economista Spesso si chiede a un economista di spiegare le cause di un evento economico e/o di suggerire provvedimenti per migliorare i risultati del sistema economico. • Quando un economista cerca di spiegare il mondo, è uno scienziato. • Quando un economista cerca di migliorare il mondo, è un consigliere politico. Analisi Positiva e Analisi Normativa Affermazione positiva è una dichiarazione che tenta di spiegare il mondo come è Affermazione normativa è una dichiarazione che tenta di spiegare il mondo come dovrebbe essere E’ chiamata analisi descrittiva E’ chiamata analisi prescrittiva Analisi positiva e analisi normativa Analisi positiva descrive il funzionamento dei sistemi economici. • Es. quali saranno il prossimo anno le entrate provenienti dai pedaggi autostradali? Analisi normativa esprime opinioni su come dovrebbe funzionare un sistema economico. • Es. è opportuno aumentare il pedaggio, considerando che ridurrebbe il traffico e l’inquinamento, ma creerebbe un esborso aggiuntivo per i pendolari? Analisi positiva • Un aumento del salario minimo provocherà una riduzione dell’occupazione tra i lavoratori meno qualificati. • Un aumento del disavanzo del bilancio pubblico provocherà un aumento del tasso di interesse. Analisi normativa • I guadagni di reddito derivanti da un salario minimo più alto valgono di più di una lieve riduzione dell’occupazione. • I governi dovrebbero riscuotere dalle società di tabacco i costi delle cure delle malattie causate dal fumo. In sintesi La teoria economica si occupa di spiegare il funzionamento del sistema economico, ma il suo obiettivo è di migliorarlo. Perché gli economisti non sono d’accordo tra loro? Gli economisti possono non essere d’accordo sulla validità di teorie positive alternative sul funzionamento del sistema economico: vi sono diverse interpretazioni scientifiche, cioè diverse posizioni positive. Gli economisti possono avere valori diversi e, perciò, diverse posizioni normative. QUINDI Anche se la scienza economica fosse perfetta, cioè se tutti gli economisti fossero d’accordo sull’interpretazione agli eventi, potrebbero comunque non essere d’accordo sulle scelte di politica economica, a causa delle differenze di valori. Proposizioni sulle quali gli economisti concordano maggiormente Leggere tabelle 2.2 (p. 28) e 2.3 (p. 29). Molte delle proposizioni riportate risulteranno poco chiare, MA spero che alla fine del corso siate in grado di capire qualcosa in più. Conclusione • Gli economisti usano il metodo scientifico. • L’economia è divisa in due discipline: microeconomia e macroeconomia. • Gli economisti contano su analisi positive e normative. Leggere e capire i diagrammi Come sviluppare un occhio per l’economia Grafici Hanno due scopi: 1. Esprimono il tipo di relazione che esiste tra le variabili oggetto di studio. Quindi sono utili per rappresentare i dati economici (e non solo!). 2. Permettono di esprimere in maniera sintetica le teorie economiche: più semplici dei modelli matematici che sono alle spalle. Grafici (Diagrammi) I diagrammi quindi possono essere utilizzati per rappresentare OSSERVAZIONI o MODELLI OSSERVAZIONI: alcuni esempi di rappresentazione dei dati economici Diagrammi di serie storiche Diagramma a dispersione Istogramma circolare (o diagramma a settori) MODELLI: Quattro modi di rappresentare i modelli Due concetti importanti: pendenza e linearità Diagramma di una serie storica Mostra come una variabile varia nel tempo: 1. Tabella 2. Diagramma a barre 3. Grafico 1. Tabella che rappresenta una serie storica (Debito del settore statale italiano in migliaia di miliardi di lire) ANNI 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 Debito 11,5 19,4 44,2 201,2 637,1 1286,9 2089,8 2. Diagramma a barre di una serie storica 2500 2000 1500 Debito 1000 500 0 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 Misura una variabile attraverso barre di varia lunghezza o altezza 3. Grafico di una serie storica 2500 2000 1500 Debito 1000 500 0 1966 1971 1976 1981 1986 1991 1996 Riporta una sequenza di date sull’asse delle ascisse e i valori di una variabile registrati in quelle date sull’asse delle ordinate Grafico di una serie storica con due variabili (Grafico a doppia scala) Diagramma che rappresenta il tempo sull’asse orizzontale e usa scale diverse sull’asse verticale sinistro e sull’asse verticale destro per confrontare due variabili nel corso del tempo. La Grande Depressione degli anni 1930 220 25 Tasso di disoccupazione 20 Miliardi di dollari 200 190 15 180 PIL REALE 170 10 160 5 150 140 0 1929 1930 1931 1932 1933 1934 Anno Tasso di disoccupazione 1935 1936 1937 1938 PIL reale 1939 Percentuale di disoccupati 210 Diagramma a dispersione Serve per confrontare due variabili come nel grafico della slide precedente, tranne che non si presentano gli anni in uno degli assi (di solito l’asse orizzontale), ma si usa l’asse orizzontale per una delle variabili e quello verticale per l’altra. Perciò si può definire come un diagramma cartesiano in cui i punti rappresentano i valori di due variabili. Diagrammi a dispersione Esempio: si vuole confrontare l’andamento del debito come percentuale del PIL con l’andamento del tasso di interesse che lo Stato deve pagare sui titoli di Stato. Le due variabili sono riportate nella seguente tabella: Debito/PIL 25,3 26,6 25,3 43,6 70,9 90,1 111,6 Tasso di interesse 5,6 6,8 12,6 19,4 11,5 13,1 9,1 Diagramma a dispersione 25 tasso interesse 20 15 10 5 0 0 20 40 60 debito/pil 80 100 120 Diagramma a settori o istogramma circolare Un istogramma circolare mostra la ripartizione di una data quantità in quote attribuibili alle sue diverse componenti La popolazione in Italia, 2002 Occupati Disoccupati Non forza lavoro e non attiva Quattro modi di rappresentare i modelli economici ESEMPIO (non di economia!): come i medici del reparto di otorinolaringoiatra trattano le infezioni dell’orecchio. Il modello ci dice che maggiore è il numero dei medici, maggiore è il numero di infezioni trattate. Questo modello può essere rappresentato attraverso: 1. Descrizione verbale 2. Tabella numerica 3. Rappresentazione grafica 4. Rappresentazione algebrica 3. Rappresentazione grafica 2. Tabella numerica N infezioni N medici 0 0 20 1 28 2 35 3 40 4 50 numero infezioni 1. Descrizione verbale Quando aumenta il n. dei medici, aumenta il n di infezioni trattate. Ma l’aumento del n. di trattamenti diminuisce all’aumentare del n. dei medici 40 30 20 10 0 0 1 2 3 4 num ero m edici 4. Rappresentazione algebrica y= 20√x y = n infezioni trattate x= n medici Pendenza La pendenza indica quanto varia la variabile rappresentata sull’asse verticale (y: variabile dipendente) se si varia di una unità la variabile rappresentata sull’asse orizzontale (x: variabile indipendente). Per esempio, ci dice quanto varia il numero di trattamenti quando si aumenta di una unità il numero di medici. La pendenza di una curva si calcola nel seguente modo: variazione della variabile sull’asse verticale (Dy) diviso variazione della variabile sull’asse orizzontale (Dx) Dy/Dx Pendenza 4545 4040 n. infezioni n. medici 3535 0 0 3030 20 1 28 2 35 3 40 4 2525 28-20=8 2020 Serie2 2-1=1 1515 1010 pendenza: (28-20)/(2-1)=8 55 00 0 1 1 2 2 3 43 5 4 Pendenza La pendenza può essere positiva o negativa POSITIVA: se la curva è inclinata verso l’alto da sx a dx. In questo caso le due variabili sono legate da una relazione positiva (o diretta) NEGATIVA: se la curva è inclinata verso il basso da sx a dx. In questo caso le due variabili sono legate da una relazione negativa (o inversa) Pendenza e linearità La pendenza (positiva o negativa) può variare lungo la curva. Se non varia è costante. Se varia può essere decrescente o crescente Pertanto, le diverse combinazioni sono: • Pendenza positiva – crescente – decrescente – costante • Pendenza negativa – crescente – decrescente – costante Pendenza e linearità Pendenza positiva: crescente, decrescente, costante Pendenza e linearità Pendenza negativa: decrescente, crescente, costante Movimento e spostamento delle curve Non considereremo PER ORA cosa significa movimento lungo le curve e spostamento delle curve. Ce ne occuperemo quando affronteremo lo studio della DOMANDA e della OFFERTA. Invece, occorre soffermarsi su due possibili errori interpretativi: 1. Variabile omessa 2. Causalità inversa Variabile omessa Possiamo usare un grafico per mostrare come una variabile dipenda da un’altra. Problema: si può pensare che una variabile provoca variazioni su un’altra, mentre tali variazioni vengono causate da una terza variabile omessa, cioè non descritta nel grafico. Esempio: relazione rischio di cancro e quantità di accendini (variabile omessa sigarette fumate!) Grafico con una variabile omessa La curva con pendenza positiva mostra che le famiglie che possiedono più accendini sono più esposte al rischio di cancro. Rischio di cancro Possiamo dedurre che il possesso di accendini provochi il cancro? NO!!! Perché non abbiamo considerato il numero di sigarette fumate (VARIABILE OMESSA) 0 Q. di accendini Causalità inversa Possiamo usare un grafico per mostrare come un evento provochi un altro evento. Problema: si possono commettere errori sui rapporti di causa ed effetto interpretandone male la direzione. Esempio: relazione tra numero di poliziotti e numero di crimini Grafico con un problema di causalità inversa Crimini (ogni 1000 abitanti) 0 La curva con pendenza positiva mostra che all’aumentare del numero di poliziotti, aumenta il numero di crimini. MA è la polizia a causare il crimine o è il crimine a causare la polizia? Numero di poliziotti (ogni 1000 abitanti) CONCLUSIONE ATTENZIONE a trarre conclusioni basandosi su un grafico senza tenere conto del problema delle variabili omesse e della causalità inversa. Tutte le volte che vedete un grafico a supporto dell’argomentazione di un nesso causale è importante domandarsi se: • le variazioni di una variabile omessa possono spiegare i risultati ottenuti? • Il nesso di causalità può avere la direzione inversa?