Mugnai, la sfida dell`anti Rossi - Autorità di Bacino del Fiume Arno
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Mugnai, la sfida dell`anti Rossi - Autorità di Bacino del Fiume Arno
Mugnai, la sfida dell'anti Rossi (al centrodestra in frantumI) Contro Lega, Ncd e Udc gli affondi più decisi. Al Pd: in Toscana serve un cambiamento L'appuntamento è a Firenze, alle 7,30. Ma Stefano Mugnai, nella sua Montevarchi, si è svegliato due ore prima. il candidato governatore di Forza Italia dorme tre-quattro ore a notte, anche perché a fargli fare tardi mercoledì sera ci aveva pensato Silvio Berlusconi: lo aveva chiamato durante una cena elettorale, contattandolo attraverso il telefono del novello Apicella, l'amico pianista Danilo Mariani. Così, Mugnai arriva all'alba su una Punto a metano, chino e silenzioso sul pc, a leggere cosa racconta la rassegna stampa della «svolta moderata di Sarteano», impressa dal fu Cavaliere. Al volante guida c'è Roberto Terzani, parente del celebre giornalista Tiziano e a lungo chauffeur del senatore De Ivo Butini. A giudicare la partenza, sembra Villeneuve. Ma c'è da correre, perché a Livorno una misteriosa «autorità» attende Mugnai per un incontro privato. Potere della Fi-Pi-Li e del solito incidente, l'auto resta imbottigliata per più di un'ora. Primo appuntamento cancellato. Mugnai la prende con filosofia, comincia a parlare di sé in versione più pop del solito: si va dai Simpsons all'amore per i Cccp e Giovanni Lindo Ferretti: «Ma nell'89 andai a Berlino a festeggiare la caduta del muro», ricorda, per paura di passare per comunista. La barra della Punto a metano resta dritta verso Livorno: destinazione Telegranducato, due ore di dibattito con tutti gli altri candidati governatori. Per lunghi tratti Mugnai se la prende col grande assente, Enrico Rossi; ma i veri fuochi d'artificio arrivano con le stilettate agli altri candidati di centrodestra; ed è proprio con lo scontro ravvicinato che - sorpresa - dà il meglio di sé: «Lega, Ncd, Udc sono come la tempe- ratura di Tirana ai tempi di Bernacca. Non pervenuta». A Giovanni Lamioni: «Bisogna studiare prima di parlare». A Claudio Borghi: «La Lega 5 anni fa elesse 5 consiglieri regionali. Se qualcuno trova qualcosa che hanno fatto gli regalo una bambolina». A dire il vero, uno dei 5, Antonio Gambetta Vianna, ora è alleato di Forza Italia: «Ma lui almeno è stato coerente e fedele al centrodestra», commenta più tardi Mugnai. Lasciata Livorno, tocca a Pietrasanta. Si parla di riforma della sanità al comitato elettorale del candidato sindaco Massimo Mallegni. «Rossi dice che ha tagliato le poltrone. Invece sono rimaste tutte, ha tagliato solo i posti letto», arringa Mugnai, che ricorda il buco dell'ABI di Massa e un sistema sanitario usato dal Pd «per rafforzare un sistema di potere clientelare». «Io vincerò al primo turno, Mugnai porterà Rossi al ballottaggio - è sicuro Mallegni - Siamo la coppia MM». Ma c'è ancora da correre, verso Firenze. E il pranzo? «Non lo faccio mai - dice l'aspirante governatore - con la campagna elettorale ho già perso 4 chili, sono tornato al peso di quando avevo 27 anni e giocavo in porta». Diciotto anni passano in un soffio, la mezz'ora di diretta Twitter invece sembra lunghissima. Mugnai non cinguetta dal suo smartphone, così «di piazzola in piazzola» detta per telefono le risposte a due collaboratrici, Chiara e Alessandra; anche se il rumore della pioggia battente rende complicata la conversazione. Stavolta le stoccate sono al governatore: Rossi celebra gli accordi raggiunti sui porti di Piombino e Livorno; Mugnai contesta che «i livornesi sce- gliendo Nogarin hanno già sentenziato sulle tue promesse». «Sei un discorotto», «Ci vediamo il 31 maggio». Mugnai vuole prendersi una pausa; per lui, col suo piglio vecchio stile, meglio una riunione guardandosi in faccia che una pioggia di cinguettii. Sono le tre, è l'ora della dirigenza regionale della Cisl, che finora aveva concesso un simile privilegio solo a Rossi; per il candidato di Forza Italia stavolta è un motivo di orgoglio. La chiacchierata è lunga: i 17 sindacalisti in cerchio hanno «un'ossessione, il lavoro che manca». Mugnai parla di «sburocratizzare la Toscana», delle liste d'attesa in sanità, della Tirrenica «promessa dal Pd a ogni campagna elettorale e mai realizzata». Si lascia scappare una battuta: «La stazione Media Etruria dell'alta velocità? E una boutade del Pd che scomparirà dal programma il i giugno», dice, scordando che la stazione è nel programma del «suo» candidato a sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli. Nel complesso, il centrodestra che esce dalle parole di Mugnai è quello della svolta moderata di Sarteano, l'immagine è quella dell'amministratore pacato e responsabile. E una buona parte dei sindacalisti esce con l'aria soddisfatta. la battutaccia, il forzista prima sorride, poi cambia idea: «Per la mia calvizie non posso far nulla, ma Rossi per la sua testa qualcosa potrebbe fare». Dopo Rossi, l'attacco è al governo; arrivato all'West Florence Hotel di Campi Bisenzio, Mugnai celebra Berlusconi «capace di bloccare i flussi migratori: allora ironizzavano sulla tenda di Gheddafi, ora si ritrovano le tendopoli». Dopo il lungo digiuno, l'atto finale è la cena da Lapo a Prato. Cento invitati, tra cui Alessandro Cattaneo e Giorgio Silli. Si torna a casa a notte fonda: «La sveglia è tra poche ore, la campagna elettorale logora. Ma la Toscana ha bisogno di cambiamento». Giulio Gori (1. continua) © RPRODUZIOfd= RSERVA'A Un attimo, e riparte la tempesta. Stavolta non è la pioggia, è un comunicato di Enrico Rossi a far partire i colpi di clava: Mugnai, per il governatore, non parla che del buco dell'Asl di Massa. E aggiunge: «Sarebbe come se io rivolgendomi alla sua calvizie lo accusassi di non aver usato per tempo la brillantina Linetti». Al- k, :iLffi Stefano Mugnai è nato a Firenze 45 anni fa. Vive a Montevarchi e ha due figli È consigliere regionale uscente di FI, ed è stato presidente della commissione d'inchiesta sugli abusi al Forteto Rossi Buco all'Asl di Massa? Cose vecchie E come se io gli dicessi che è calvo perché non ha usato la brillantina tinetti \lug ai Per i miei capelli non posso fare niente, ma Rossi per la sua testa qualcosa potrebbe farla