il sutra della vera riconoscenza
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il sutra della vera riconoscenza
Scritti di Nichiren Daishonin volume 8 IL SUTRA DELLA VERA RICONOSCENZA Il sei luglio del primo anno dell'era Koan (1278), quando Giove si trovava opposto al settore celeste contrassegnato dal segno ciclico tsuchinoe-tora, la lettera inviata da Sennichi Ama dalla provincia di Sado, mi è stata recapitata da suo marito Abutsu-bo, qui, nel recesso montagnoso del monte Minobu nel villaggio di Hakiri, provincia di Kai in Giappone. Nella lettera ella afferma di essersi preoccupata per le colpe e gli ostacoli che impediscono alle donne di raggiungere l'Illuminazione1, ma avendo appreso dai miei insegnamenti che il Sutra del Loto mette al primo posto l'ottenimento della Buddità da parte delle donne, fa affidamento in tutto e per tutto su questo sutra. Soffermiamoci a riflettere: chi era il Budda che predicò il sutra noto come Sutra del Loto? A ovest di questa terra del Giappone, a ovest anche della Cina e ancor più a ovest, oltre i deserti e le catene montuose, nella terra chiamata India, viveva un grande re di nome Shuddhodana. Il figlio di questo === 1. Secondo gli insegnamenti precedenti il Sutra del Loto, in genere le donne non potevano ottenere la Buddità nella loro forma presente perché erano vincolate dai cinque ostacoli e da altri impedimenti karmici. I cinque ostacoli sono: una donna non può diventare un Bonten, un Taishaku, un re demone, un Re che gira la ruota e un Budda. 103 grande sovrano all'età di diciannove anni, rinunciò al suo titolo e si ritirò sul monte Dandaka2 per dedicarsi alla vita religiosa, e all'età di trent'anni diventò un Budda. Il suo corpo assunse un colore dorato e il suo spirito acquisì la capacità di vedere tutte le cose nelle tre esistenze. Questo Budda, la cui mente rifletteva come uno specchio tutto ciò che era avvenuto nel passato e che sarebbe accaduto in futuro, predicò per più di cinquanta anni esponendo tutti i vari sutra. Durante i primi mille anni successivi alla morte del Budda, questi vari sutra si diffusero gradualmente in tutte le regioni dell'India, senza però raggiungere la Cina o il Giappone. 1015 anni dopo la morte del Budda, il Buddismo fu introdotto per la prima volta in Cina, ma, tra i testi divulgati a quel tempo, il Sutra del Loto non era presente. Circa duecento anni e più dopo l'introduzione del Buddismo in Cina, in un paese chiamato Kucha, situato tra l'India e la Cina, viveva il maestro del Tripitaka Kumarayana3. Suo figlio, Kumarajiva, partì da Kucha e si recò in India dove fu istruito sul Sutra del Loto dal maestro del Tripitaka Shuryasoma4. Affidandogli === 2. Dandaka: nome di una montagna di Gandhara, nell'India settentrionale, dove, secondo il Rokudoshu e altri sutra, Shakyamuni avrebbe svolto la pratica dell'elemosina in una vita precedente. Secondo alcune fonti minori era anche il luogo ove il principe Siddharta praticò le austerità religiose prima di raggiungere l'Illuminazione come Budda Shakyamuni; di solito il Daishonin usa il nome Dandaka in questa seconda accezione. Non si sa se questa montagna corrisponda o meno a un luogo realmente esistito. 3. Kumarayana: figlio del primo ministro di un antico regno indiano del quarto secolo. Quando l'ostilità del governatore nei confronti del Buddismo lo costrinse a lasciare il paese, egli attraversò le montagne del Pamir dirigendosi a nord, verso la Cina. Il re di Kucha gli diede ufficialmente il benvenuto e lo proclamò Maestro della Nazione. In conformità a un decreto reale, Kumarayana sposò la sorella minore del re Jivaka, che aveva pure una profonda fede nel Buddismo. Chiamarono il figlio Kumarajiva, dalla combinazione dei loro due nomi. 4. Shuryasoma: principe dello Yarkand, in Asia Centrale e maestro di Kumarajiva. 104 il sutra, Shuryasoma gli disse: «Questo Sutra del Loto ha un profondo legame con un paese che si trova a nord-est». Tenendo a mente queste parole, Kumarajiva portò questo sutra dall'India nella regione orientale, la Cina. Così, più di 200 anni dopo l'introduzione del Buddismo in Cina, durante il regno di un sovrano dell'ultima dinastia Chin, il Sutra del Loto giunse per la prima volta in quel paese. Il Buddismo fu introdotto in Giappone durante il regno del trentesimo sovrano, l'imperatore Kimmei5 nel tredicesimo giorno, giorno con segno ciclico kanoto-tori, del decimo mese del tredicesimo anno del suo regno, anno con segno ciclico mizunoe-saru (552), a opera del re Songmyong del regno di Paekche6, situato a ovest del Giappone. Ciò accadde 400 anni dopo l'introduzione del Buddismo in Cina e più di 1400 anni dopo la morte del Budda. Il Sutra del Loto compariva tra i testi portati in Giappone a quell'epoca; tuttavia in seguito il principe Shotoku7, figlio del trentaduesimo sovrano, l'imperatore Yomei, mandò un inviato in Cina per procurarsi un'altra copia del Sutra del Loto e lo propagò in tutto il Giappone. Da allora sono trascorsi più di 700 anni. Sono già trascorsi più di 2230 anni dalla morte del Budda e inoltre l'India, la Cina e il Giappone sono separate da un susseguirsi di catene montuose, di fiumi, di mari. Gli abitanti, il modo di pensare e la natura dei territori sono completamente diversi, così come le lingue che parlano, gli usi e costumi. === 5. Kimmei (509-571): ventinovesimo imperatore del Giappone oppure trentesimo, se si include nella discendenza anche l'imperatrice Jingu (m. 269). Secondo il Nihon Shoki (Cronache del Giappone), il Buddismo venne ufficialmente introdotto in Giappone durante il suo regno. 6. Paekche: antico regno della penisola coreana che ebbe un ruolo importante nell'introduzione della cultura cinese in Giappone. 7. Shotoku (574-622): secondogenito del trentunesimo imperatore del Giappone, Yomei, famoso per aver applicato lo spirito del Buddismo nel modo di governare. 105 Come è possibile che degli esseri umani comuni come noi riescano a capire il vero significato degli insegnamenti buddisti? L'unico modo per capirlo è confrontare le parole che si trovano nei vari sutra. Vi è una gran varietà di sutra; quello chiamato Sutra del Loto consta di otto volumi, più il volume del Sutra Fugen che esorta a propagare il Sutra del Loto, e il volume del Sutra Muryogi che funge da introduzione. Quando apriamo il Sutra del Loto e lo esaminiamo, è come vedere il nostro volto riflesso in un limpido specchio o come distinguere i colori di tutte le piante e gli alberi quando sorge il sole. Leggendo il Sutra introduttivo Muryogi, troviamo il seguente passo: «In più di quarant’anni, io [Shakyamuni] non ho ancora rivelato la verità». Nel primo volume del Sutra del Loto, all'inizio del capitolo Hoben, leggiamo: «L'Onorato dal mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e ora deve rivelare la verità». Nel capitolo Hoto del quarto volume vi è una frase che afferma esplicitamente: «Il Sutra del Loto della Legge meravigliosa [...] tutto quello che hai esposto è la verità». E nel settimo volume si trova un'evidente conferma nella frase «le loro lingue si spingono fino al Cielo di Brahma»8. Inoltre, i sutra che precedono o seguono il Sutra del Loto sono stati paragonati a stelle, ruscelli e fiumi, a sovrani minori o a colline, mentre il Sutra del Loto è stato paragonato alla luna, al sole, al grande oceano, a una grande montagna o a un grande re9. Queste non sono parole mie, sono tutte auree parole del Tathagata, parole che esprimono il giudizio di tutti i Budda === 8. Sutra del Loto, cap. 21. In questo capitolo, Jinriki, tutti i Budda delle dieci direzioni si uniscono a Shakyamuni nell’estendere le loro lingue fino al cielo di Brahma per testimoniare la verità del sutra. La lunga e larga lingua è una delle trentadue caratteristiche distintive del Budda e simboleggia la veridicità delle sue parole. 9. Fanno parte dei dieci paragoni esposti nel capitolo Yakuo (ventitreesimo) del Sutra del Loto. 106 delle dieci direzioni. E tutti i bodhisattva, i due veicoli, Bonten, Taishaku, che adesso risplendono nel cielo come specchi luminosi, nonché gli dèi del Sole e della Luna sono stati testimoni di queste affermazioni. Le parole degli dèi del Sole e della Luna sono anch'esse riportate nel Sutra del Loto. Tutte le antiche divinità dell'India, della Cina e del Giappone erano presenti all'assemblea e nessuna delle divinità del Giappone, Tensho Daijin, il Grande Bodhisattva Hachiman o le divinità di Kumano10 e di Suzuka11, le mette in dubbio. Questo sutra è superiore a tutti gli altri. È come il leone, il re di tutte le creature che si muovono sulla terra, come l'aquila, il re di tutte le creature che volano nel cielo. In confronto, il Sutra Namu Amida Butsu12 e gli altri sutra sono come fagiani o conigli, che gemono mentre l'aquila li cattura, o hanno le viscere paralizzate dalla paura mentre il leone li insegue. E la stessa cosa vale per i credenti Nembutsu, i preti Ritsu, i preti Zen e i maestri Shingon: messi faccia a faccia con il devoto del Sutra del Loto, il colore svanirebbe dai loro volti e tutta la loro baldanza verrebbe meno. Spiegherò ora quali dottrine vengano insegnate in questo meraviglioso Sutra del Loto. Cominciamo dal capitolo Hoben: esso dichiara che i bodhisattva, le persone dei due veicoli e i === 10. Kumano: riferimento ai tre templi shintoisti situati nel distretto di Kumano, prefettura di Wakayama. Essi sono: Kumano Nimasu a Hongu, dedicato al dio Susano no Mikoto; Kumano Hayatama a Shingu, dedicato alla divinità Kumano Hayatama e Kumano Nachi a Nachi, dedicato alla divinità Kumano Fusumi. 11. Suzuka: distretto della provincia di Ise (ora parte settentrionale della prefettura di Mie) ove ha sede un importante stazione doganale, sulla strada che collega Yamato alla provincia di Ise. È una zona ricca di antichi templi e rovine storiche. 12. Sutra Namu Amida Budda: Sutra Amida. Il Daishonin lo chiama così probabilmente per alludere al suo legame con il Nembutsu, cioè la pratica della recitazione del nome del Budda Amida con la formula Namu Amida Butsu, che era largamente diffusa ai suoi tempi. 107 comuni mortali sono tutti in grado di ottenere la Buddità, ma ancora non riporta esempi [che provino tale asserzione]. È come il caso di un visitatore che incontriamo per la prima volta: ha un aspetto attraente, un carattere schietto e, sentendolo parlare, non abbiamo motivo di dubitare di lui. Tuttavia, dato che è la prima volta che lo vediamo e non abbiamo prove di ciò che dice, ci rimane difficile crederlo soltanto in base alle sue parole. Ma, se riscontriamo ripetutamente che le cose essenziali da lui sostenute quella volta erano giuste, da allora in poi ci fideremo di quello che dice. Per tutti coloro che credevano nel Sutra del Loto ma non riuscivano a credere del tutto, il quinto volume espose l'essenza dell'intero sutra, la dottrina del raggiungimento della Buddità nella forma presente. Era come se un oggetto nero fosse diventato bianco, come se la lacca nera fosse diventata simile a neve, come se una cosa sporca fosse diventata pulita e pura o il gioiello che esaudisce i desideri fosse stato gettato nell'acqua torbida. Vi si narra di come Ryunyo [la figlia del re dei Naga], avesse ottenuto la Buddità nella sua forma presente di serpente. E a quel punto nessuno poteva più dubitare che anche per gli uomini fosse possibile ottenere la Buddità. Così il Sutra del Loto usa l'Illuminazione delle donne come modello [per rivelare che la Buddità è accessibile a tutti]. Per questo motivo il Gran Maestro Dengyo, fondatore del tempio Enryaku-ji sul monte Hiei, che per primo diffuse i veri insegnamenti del Sutra del Loto in Giappone, commentando questo punto afferma: «Sia i maestri sia i discepoli, senza praticare per innumerevoli kalpa, attraverso il potere del Sutra del Loto ottengono la Buddità nella loro forma presente»13. E il Gran Maestro T'ien-t'ai Chih-che, che per primo espose il vero significato del Sutra del Loto in Cina, osserva: «-Gli altri === 13. Hokke shuku. 108 sutra predicono la Buddità solo agli uomini, non alle donne [. . .] questo Sutra del Loto predice la Buddità a tutti»14. Queste affermazioni non chiariscono forse che, fra tutti gli insegnamenti della vita del Budda, il Sutra del Loto sta al primo posto e che, fra gli insegnamenti del Sutra del Loto, il più importante riguarda l'ottenimento della Buddità da parte delle donne? Perciò tutte le donne giapponesi, anche se tutti gli altri sutra negano che le donne possono diventare Budda, dal momento che il Sutra del Loto garantisce loro la Buddità, per quale ragione dovrebbero rattristarsi? Io, Nichiren.. sono nato come essere umano, cosa difficile da ottenere, e mi sono imbattuto negli insegnamenti buddisti, che è raro incontrare. In più, fra tutti gli insegnamenti buddisti, ho avuto la fortuna di incontrare il Sutra del Loto. Riflettendo sulla mia buona sorte, sono riconoscente ai miei genitori, al sovrano e a tutti gli esseri viventi. Per quanto riguarda il debito di gratitudine nei confronti dei genitori, un padre affezionato è paragonabile al cielo e una madre amorevole alla terra; è difficile dire con quale dei due genitori siamo più in debito, ma è particolarmente difficile ripagare la grande bontà della madre. Se una persona cerca di ripagarla seguendo le scritture non-buddiste, per esempio i Tre documenti15, i Cinque canoni16 il Classico della pietà filiale17, riuscirà ad assistere sua madre in questa vita, ma non potrà aiutarla nella prossima. Si prenderà cura del suo corpo, ma non salverà il suo spirito. === 14. Hokke mongu, vol. 7. 15. Tre documenti: narrano le gesta dei tre leggendari sovrani dell'antica Cina, Fu Hsi, Shen Nung e Huang Ti. Si dice che avessero realizzato governi modello. 16. Cinque canoni: libri dei cinque imperatori, Shao Hao, Chuan Hsu, Ti Kao. T'ang Yao e Yu Shun che secondo la tradizione avrebbero regnato dopo i tre sovrani. 109 Per quanto riguarda invece le scritture buddiste, i cinquemila o settemila e più volumi dei sutra hinayana e mahayana, poiché insegnano che le donne non possono ottenere la Buddità, non offrono alcun modo per ripagare il debito di gratitudine nei confronti della madre. I sutra hinayana negano categoricamente che una donna possa ottenere la Buddità. I sutra mahayana in alcuni casi sembrano ammettere il conseguimento della Buddità o la rinascita nella terra pura, ma si tratta di una mera possibilità menzionata dal Budda, non di un fatto reale. Solo il Sutra del Loto rivela che una donna può ottenere la Buddità e perciò ho concluso che questo sutra è l'unico che permette di ripagare il debito di gratitudine per la bontà di una madre. Mi auguro che tutte le donne recitino il Daimoku di questo sutra per ripagare questo debito. Ma tutte le donne del Giappone si sono lasciate convincere da preti come il cinese Shan-tao17 o i giapponesi Eshin18, Eikan19 e Honen e in tutto il paese non ci sono donne che recitano Nam-myoho-renge-kyo, benché sia l'unica cosa che dovrebbero fare. Non fanno altro che recitare Namu Amida Butsu, una volta al giorno, dieci volte al giorno, un centinaio di milioni di volte o trentamila o centomila volte; per tutta la === 17. Shan-tao (613-681): terzo patriarca della scuola cinese della Pura Terra. Studiò il Sutra Kammuryoju sotto Tao-ch'o e diffuse la pratica di invocare il nome del Budda Amida. In Giappone, Honen studiò l'opera di Shan-tao, il Kammuryoju-kyo sho (Commentario sul Sutra Kammuryoju), e fondò la setta giapponese della Pura Terra. 18. Eshin (942-1017): chiamato anche Genshin. Praticò nel tempio Eshin-in sul monte Hiei e i suoi seguaci costituirono in seguito la scuola Eshin della setta Tendai. Il suo Ichijo yoketsu (Fondamenti dell'insegnamento dell'Unico veicolo), scritto intorno al 1006, pone l'accento sull'insegnamento dell'Unico veicolo del Sutra del Loto e asserisce che tutte le persone posseggono la natura di Budda. 19. Eikan (1032-1111): chiamato anche Yokan. Precursore della setta della Pura Terra a Kyoto. 110 vita, a ogni ora del giorno e della notte non fanno altro. Sia le donne determinate a raggiungere l'Illuminazione sia quelle malvagie si basano sull'invocazione del nome di Amida. E anche le donne che sembrano dedicarsi un poco al Sutra del Loto, lo fanno come se stessero ammazzando il tempo in attesa che sorga la luna o come se con riluttanza si accompagnassero a un uomo che non gradiscono in attesa di incontrare il loro innamorato. Così, fra tutte le donne del Giappone non ve n'è nemmeno una che agisca secondo lo spirito del Sutra del Loto. Non recitano il Daimoku del Sutra del Loto, che è l'unico mezzo per ripagare la bontà di una madre e invece dedicano i loro cuori ad Amida, ma, poiché non si basano sul Sutra del Loto, Amida non presta loro aiuto. Recitare il nome del Budda Amida non è il mezzo col quale una donna può ottenere la salvezza, anzi la farà precipitare immancabilmente nell'inferno. Mi sono tormentato pensando a cosa si dovrebbe fare, ma purtroppo, se per aiutare la propria madre si recita il nome del Budda Amida, si crea un karma che conduce all'inferno di incessante sofferenza; benché non sia uno dei cinque peccati cardinali, è ancora più grave perché una persona che uccide il padre e la madre distrugge il loro corpo fisico ma non li condanna a cadere nell'inferno di incessante sofferenza nella prossima vita. Oggi le donne del Giappone, che potrebbero ottenere sicuramente la Buddità con il Sutra del Loto, sono state raggirate e indotte a recitare esclusivamente la formula Namu Amida Butsu e, poiché apparentemente non è una cattiva azione, ingannarle è stato facile. Ma, dato che il Nembutsu non è il seme della Buddità, chi lo recita non diventerà mai un Budda. Attaccandosi al bene minore della recitazione del nome del Budda Amida ci si priva del bene maggiore del Sutra del Loto. Così il piccolo bene del Nembutsu ha effetti peggiori del grande male costituito dai cinque peccati cardinali. 111 È come il caso di Masakado20 che durante l'era Shohei assunse il controllo di otto province della regione del Kanto, o come Sudato21 che durante l'era Tenki si impadronì della regione di Oshu. Dato che questi uomini crearono una frattura tra il popolo di quelle regioni e il sovrano, furono dichiarati nemici dell'imperatore e alla fine furono annientati. I loro complotti e le loro rivolte furono peggiori dei cinque peccati cardinali. La condizione del Buddismo nel Giappone odierno è la stessa, contrassegnata da complotti e rivolte. Il Sutra del Loto rappresenta il re supremo, mentre le sette Shingon, Jodo, Zen e i preti Ritsu, che si basano su vari sutra minori come il Sutra Dainichi e il Sutra Kammuryoju, sono diventate i nemici mortali del Sutra del Loto. Eppure in tutto il Giappone le donne, ignare della stupidità della propria mente, pensano che Nichiren, che potrebbe salvarle, sia loro nemico e scambiano per buoni amici i loro peggiori nemici, i credenti Nembutsu e i maestri Zen, Shingon e Ritsu. E poiché considerano un mortale nemico Nichiren che sta cercando di salvarle, queste donne si sono coalizzate per calunniarlo presso le autorità governative così che, dopo avermi fatto esiliare nella === 20. Masakado (m. 940): Taira no Masakado, guerriero del clan Taira che salì al potere nel Giappone orientale. Nel 939 attaccò le postazioni governative a Hitachi e in altre province, installandovi i suoi uomini come governatori. Autoproclamandosi il "nuovo imperatore", fu il primo esponente della nuova classe emergente dei guerrieri che si ribellò al trono. Fu sconfitto l'anno seguente dal cugino, Taira no Sadamori, aiutato dall'esercito di Fujiwara no Hidesato. 21. Sadato (1019-1062): Abe no Sadato, un guerriero del potente clan Abe della provincia di Mutsu, nel Giappone orientale. La corte imperiale aveva inviato un esercito contro suo padre, Abe no Yoritoki, colpevole di aver occupato i territori vicini e di essersi rifiutato di inoltrare all'imperatore i proventi delle tasse. Quando Yoritoki fu ucciso nel 1057, Sadato portò avanti la rivolta. Venne infine sconfitto dalle armate imperiali grazie all'aiuto del clan Kiyohara della provincia di Dewa. 112 provincia di Izu, mi hanno esiliato ancora una volta nella provincia di Sado22. Io, Nichiren, ho fatto un voto e ho questo da dire: Nichiren non ha alcuna colpa. E, anche se dovessi essermi sbagliato, rimane il fatto che ho fatto voto di salvare tutte le donne del Giappone e la mia sincerità non può essere ignorata, tanto più che ciò che dico è in accordo con il Sutra del Loto. Se le donne e gli altri non vogliono credermi, la cosa dovrebbe finire lì, invece attaccano Nichiren. Sono forse io che sto sbagliando? Shakyamuni, Taho, i Budda delle dieci direzioni, i bodhisattva, i due veicoli, Bonten, Taishaku e i quattro Re celesti, come intendono risolvere la questione? Se io sono in errore, dovrebbero indicarmi la ragione. In modo particolare le divinità del Sole e della Luna che sono davanti ai nostri occhi. Inoltre, tutte queste divinità non solo hanno ascoltato le parole del Budda Shakyamuni, ma, affermando: «Possa la sua testa spaccarsi in sette pezzi»23, hanno anche giurato di punire chiunque perseguitasse il devoto del Sutra del Loto. Dunque, chissà che cosa intendono fare? Poiché io, Nichiren le ho severamente rimproverate in questo modo, il Cielo ha inflitto una punizione alla nostra nazione e così sono apparse queste epidemie. A rigor di logica il Cielo dovrebbe comandare a un'altra nazione di punire la nostra, ma troppe persone perderebbero la vita da entrambe le parti. === 22. Evidentemente i preti delle maggiori sette, temendo la crescente influenza del Daishonin, lo avevano messo in cattiva luce presso le mogli e le vedove degli alti funzionari del governo, e queste di conseguenza rivendicavano che egli fosse punito. Vedi anche Il comportamento del Budda ("Gli scritti di Nichiren Daishonin", vol. 4, pag. 43) e Ripagare i debiti di gratitudine (Ibid., vol. 2, pagg. 199-200). 23. Sutra del Loto, cap. 26. E una parte del giuramento pronunciato dalle dieci figlie del demone di proteggere i devoti del sutra. 113 Il disegno del Cielo è di evitare un terribile conflitto generale, sterminando prima la popolazione [con le epidemie] - il che equivale a tagliare le mani e i piedi del sovrano - e costringendo così il sovrano e gli alti dignitari di questa nazione a piegarsi (e onorare il Sutra del Loto). In questo modo il Cielo intende spazzar via i nemici del Sutra del Loto e far strada alla propagazione della vera Legge. Ciononostante, quando fui esiliato nella provincia di Sado, gli intendenti della provincia e gli altri funzionari, seguendo le disposizioni del reggente, mi trattarono in maniera ostile e anche i cittadini comuni si conformarono ai loro ordini. Come se non bastasse, i credenti Nembutsu e Zen e i preti Ritsu e Shingon di Kamakura fecero sapere che per nulla al mondo mi doveva essere concesso di ritornare dall'isola di Sado. Inoltre Ryokan del Gokuraku-ji e altri persuasero Hojo Nobutoki, ex governatore della provincia di Musashi, a inviare istruzioni segrete, recapitate a Sado dai discepoli di Ryokan, con le quali si ordinava di perseguitare Nichiren. Sembrava che non ne sarei uscito vivo. Non so quali fossero i disegni celesti in questa faccenda, ma ogni singolo feudatario e ogni credente Nembutsu sorvegliò strettamente la mia capanna giorno e notte, impedendo a chiunque di comunicare con me. Mai in nessuna esistenza potrò dimenticare come tu e Abutsu-bo, che recava sulle spalle una cesta piena di cibo, siate venuti più volte nel cuore della notte, in quelle circostanze, a portarmi soccorso. Era come se la mia defunta madre fosse improvvisamente rinata nella provincia di Sado! C'era una volta in Cina un uomo di nome Liu-Pang24 che === 24. Liu-Pang (247-195 a.C.): fondatore della prima dinastia Han. Approfittando della confusione seguita alla morte del primo imperatore Ch'in, Shih Huang-ti, prese le armi per spodestare la dinastia, in concorrenza con un altro condottiero Hsiang Yu. Dopo un prolungato combattimento Liu-Pang ebbe la meglio e fondò la dinastia Han nel 202 a.C. L'episodio è narrato nello Shih chi (Cronache dello storico). 114 era il signore di P’ei. Poiché vi erano dei segni in lui indicanti che sarebbe diventato un sovrano, il primo imperatore della dinastia Ch'in emanò un proclama in cui si prometteva un premio straordinario a chiunque avesse ucciso Liu-Pang. Questi, pensando che era impossibile nascondersi in un villaggio di campagna, si addentrò nelle montagne dove rimase per sette giorni e poi per altri sette. In quei momenti pensava che avrebbe di certo perso la vita. Ma Liu-Pang aveva una moglie, della famiglia Lu, che andò a cercarlo fra le montagne e gli recò di tanto in tanto del cibo che lo mantenne in vita. Essendo sua moglie non poteva fare a meno di provare compassione per lui. Ma nel tuo caso, se non ti fossi preoccupata per la prossima vita, come avresti potuto mostrarmi una tale devozione? Per questa ragione hai mantenuto una salda determinazione fino in fondo anche quando ti hanno allontanato dalla tua dimora, ti hanno multato e confiscato la casa. Nel Sutra del Loto si afferma che se una persona nel passato ha fatto offerte a dieci miliardi di Budda, in questa esistenza avrà una fede incrollabile25. Tu dunque devi essere una donna che ha fatto offerte a dieci miliardi di Budda. Inoltre è facile preoccuparsi di qualcuno che abbiamo sempre davanti agli occhi mentre è diverso quando la persona è lontana, anche se magari nei nostri cuori continuiamo a ricordarla. Ciononostante, in questi cinque anni che ho trascorso sulle montagne, dall'undicesimo anno dell'era di Bun'ei (1274) fino a quest'anno, il primo dell'era di Koan (1278), hai mandato per ben tre volte tuo marito dalla provincia di Sado a farmi visita. Che grande sincerità! La tua sincerità è più solida della grande terra e più profonda del grande mare! === 25. Sutra del Loto, cap. 10. 115 Il Budda Shakyamuni, quando era il principe Satta26 in una precedente esistenza, acquisì grandi meriti offrendo il suo corpo in pasto a una tigre che stava morendo di fame e, come re Shibi17, acquisì meriti donando la propria carne a un falco per salvare la vita di una colomba. E davanti a Taho e ai Budda delle dieci direzioni egli dichiarò che nell'Ultimo giorno della Legge avrebbe trasferito questi meriti a coloro che, come te, credono nel Sutra del Loto. Nella tua lettera menzioni che l'11 agosto di quest'anno ricorrerà il tredicesimo anniversario della morte di tuo padre e aggiungi anche di aver allegato un kan28 di monete a titolo di offerta. È veramente gentile da parte tua. Fortunatamente mi capita di avere qui una copia dei dieci volumi29 del Sutra del Loto che posso mandarti. Nei momenti in cui ti sovverrà di pensarmi con affetto potrai chiedere a Gakujo-bo10 di leggertelo === 26. Satta (sanscrito Sattva), terzo figlio del re Makarada. Questa storia è narrata nel Sutra Konkomyo saishoo. Un giorno, il principe Satta, mentre passeggiava in un boschetto di bambù in compagnia dei suoi due fratelli maggiori, trovò una tigre ferita che aveva appena partorito ed era troppo sfinita per allattare i suoi cuccioli. Attese che i suoi fratelli fossero tornati a palazzo e poi offrì il suo corpo come cibo alla tigre affamata. 27. Shibi: nome sanscrito di Shakyamuni in una passata esistenza nella quale era un re che stava svolgendo la pratica dell'offerta. Secondo il Bosatsu honjo manron, un giorno il dio Bishukatsuma si travestì da colomba e il dio Taishaku si trasformò in falco, per mettere alla prova re Shibi. Il falco prese a inseguire la colomba che, per ripararsi, volò tra le vesti di Shibi. Quest'ultimo pur di salvare la colomba offrì il proprio corpo in pasto al falco affamato. 28. Kan: antica unità monetaria costituita da mille monete legate insieme da una corda. I fori in alcune monete giapponesi moderne derivano da questa tradizione. 29. Sutra del Loto in dieci volumi: il Sutra del Loto completo è costituito da otto volumi, più il volume del Sutra Muryogi e il volume del Sutra Fugen che fungono rispettivamente da prologo e da epilogo del Sutra del Loto. 30. Gakujo-bo (m. 1301): discepolo del Daishonin, che sarebbe vissuto a Ichinosawa, sull'isola di Sado. In origine era un credente Shingon, si era in seguito convertito agli insegnamenti del Daishonin, dedicandoci a propagarli e fondando il tempio Jisso-ji. 116 ad alta voce in modo che tu possa ascoltarne le parole. E in una futura esistenza potrai usare questa copia del sutra come segno di riconoscimento per ritrovarmi. Pensando alle epidemie di due anni fa, dell'anno scorso e di quest'anno, sono stato in ansia per voi tutti e ho pregato sinceramente il Sutra del Loto per la vostra salvezza, ma non mi sentivo tranquillo. Poi il 27 luglio, nell'ora della scimmia (15-17), è apparso Abutsu-bo. Prima di tutto gli ho chiesto come stavi tu e come stava Ko Nyudo31. Mi ha riferito che nessuno di voi si era ammalato e che Ko Nyudo si era messo in cammino insieme a lui ma poi, essendo il riso precoce quasi maturo e non avendo figli che potessero aiutarlo nel raccolto, non aveva potuto far altro che ritornare a casa. All'apprendere queste notizie mi sono sentito come un cieco che ha ritrovato la vista o come se i miei genitori defunti fossero venuti da me in sogno dal palazzo del re Emma e ho provato una grande gioia. In effetti è una cosa strana e meravigliosa che, sia qui che a Kamakura, siano morte soltanto poche persone tra i miei discepoli a causa dell'epidemia. È come se tutti stessimo navigando nella stessa barca e, benché non sperassimo di salvarci tutti, quando la barca stava per affondare, un'altra barca giungesse a salvarci. O come se la divinità drago stesse vegliando su di noi per farci raggiungere la riva sani e salvi. È veramente una cosa meravigliosa! === 31. Ko Nyudo: seguace del Daishonin. "Ko" significa ufficio provinciale ed egli era così chiamato perché viveva appunto nella sede provinciale dell'isola di Sado. Durante l'esilio del Daishonin sull'isola si convertì ai suoi insegnamenti e gli fece ripetute offerte insieme alla moglie Ko-no Ama, contribuendo a proteggerlo. Dopo che il Daishonin fu graziato e potè lasciare Sado. Ko Nyudo affrontò il lungo viaggio fino a Minobu per fargli visita e recargli offerte. L'espressione nyudo, o prete laico, indica una persona che pur avendo ricevuto la tonsura continua a vivere come un laico. 117 Per favore riferisci a sua moglie monaca quanto mi abbia rattristato la notizia della morte di Ichinosawa Nyudo32. Ma le avevo già spiegato chiaramente la situazione di suo marito e senza dubbio si ricorderà delle mie parole. Nonostante egli avesse in casa una cappella dedicata al Budda Amida, il Budda Amida non salverà un nemico del Sutra del Loto. Al contrario, diventa nemico del Budda Amida. Dopo la morte deve essere caduto nei cattivi sentieri ed essere pieno di rimorso. È veramente una cosa molto triste. Però io non ho dimenticato che il nyudo in molte occasioni mi ha salvato la vita, nascondendomi nel corridoio della sua casa e perciò ho cercato di pensare a cosa si potesse fare per lui. Vuoi chiedere per favore a Gakujo-bo di leggere regolarmente il Sutra del Loto sulla sua tomba? Anche se temo che non sarà sufficiente [a permettergli di ottenere l'Illuminazione]. Per favore dì a sua moglie, la monaca, che mi dolgo al pensiero di quanto debba sentirsi sola e triste. Ti scriverò di più in un'altra occasione. Nichiren 28 luglio === 32. Ichinosawa Nyudo (m. 1278): prete laico della setta Nembutsu che viveva a Ichinosawa nell'isola di Sado. Nell'aprile del 1272, mentre era ancora in esilio, il Daishonin fu trasferito dalla sua misera capanna a Tsukahara alla residenza di Ichinosawa. Pur non avendo voluto convertirsi, pare che Ichinosawa Nyudo fosse particolarmente colpito dal Daishonin e si fosse adoperato per proteggerlo. 118 Sennichi Ama Gozen Gohenji (Shinjitsu Hoon kyo no koto) Gosho Zenshu, pag. 1309 Scritto nel 1278, a 57 anni, da Minobu Indirizzato a Sennichi Ama CENNI STORICI - Nichiren Daishonin scrisse questa lettera dal monte Minobu, il 28 luglio 1278, in occasione della visita di Abutsu-bo Nittoku, uno dei suoi seguaci laici che, per la terza volta, era venuto a trovarlo dall'isola di Sado. La lettera è indirizzata alla moglie di Abutsu-bo, Sennichi Ama, che aveva inviato una missiva al Daishonin attraverso suo marito. Le origini di Sennichi Ama sono incerte. Secondo la tradizione era la cameriera di una dama di corte dell'ex imperatore Juntoku che era stato esiliato a Sado in seguito al tumulto di Jokyu nel 1221. Ricerche più recenti farebbero invece supporre che fosse nativa dell'isola di Sado. Mentre Nichiren Daishonin era in esilio sull'isola, lei e suo marito si convertirono ai suoi insegnamenti e servirono sinceramente il Daishonin procurandogli cibo, carta per scrivere e altri oggetti di prima necessità per oltre due anni fino a quando ottenne il perdono e lasciò l'isola nel 1274. Da allora Sennichi Ama inviò per ben tre volte il marito a visitare il Daishonin e recargli offerte sul monte Minobu. 119