cistoscopia nella bovina: comparazione con i quadri istopatologici

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cistoscopia nella bovina: comparazione con i quadri istopatologici
CISTOSCOPIA NELLA BOVINA: COMPARAZIONE CON I QUADRI ISTOPATOLOGICI
CISTOSCOPY IN COW: COMPARISON WITH HISTOPATHOLOGICAL FINDINGS
De Domenico A., La Spisa M.*, Bonanno G., De Vico G.**, Danzè L.**, Niutta P.P., De Majo M.
Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie
** Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria, Sezione di Patologia Generale e Anatomia Patologica
Università di Messina (Italia)
*Medico veterinario collaboratore esterno.
Parole chiave: cistoscopia, bovina, istopatologia
Key words: cistoscopy, cow, histopathology
SUMMARY
The urinary bladder of 21 cows was endoscopically examined using a flexible pediatric gastroscopy. In order to
evaluate the utility of this technique in giving a more accurate diagnosis and prognosis, the endoscopic findings
of all the cow examined were compared with histological examination. Some of the animals were slaughtered
and the bladder and kidneys submitted to histopathological examination; in other subjects, a sample of mucosa
was obtained using a biopsy forceps. The endoscopic findings in some cows showed no alteration of the mucosal
epithelium, which was normally clear with the vascular network of the lamina propria readily apparent. By
means of cistoscopy lesions from acute cystitis (catarrhal and necrotic-haemorrhagic) and chronic ones, with
severe mucosal thickening, were diagnosed. The authors conclude that cystoscopy is a valuable aid in cattle
medicine.
INTRODUZIONE
L’esame endoscopico, tecnica poco invasiva che ormai rientra in medicina umana tra i sistemi di indagine
collaterali usati quasi in modo routinario, in medicina veterinaria ha raggiunto traguardi notevoli nell’ambito
degli animali d’affezione (cavallo compreso), mentre scarsa applicabilità viene al momento riscontrata negli
animali da reddito. In particolar modo, in questi ultimi l’esplorazione endoscopica delle vie urinarie, per le
complicazioni anatomiche e la necessità di contenzione dei soggetti, stenta ancora ad entrare nella pratica
buiatrica. La cistoscopia trans-uretrale permette, mediante l’introduzione di un cistoscopio in uretra, la
visualizzazione diretta delle basse vie urinarie: uretra, regione del trigono e collo della vescica, meati degli
ureteri e superfice interna dell’organo. L’osservazione, favorita dalla insufflazione di aria e/o liquidi per
distendere le pareti vescicali, consente di valutare il contenuto di urina, la presenza di eventuali anomalie della
parete, calcoli, ureteri ectopici, ostruzioni uretrali, traumi; diagnosticare ematuria di origine renale, effettuare
campionamenti bioptici di mucosa e/o neoformazioni per esami istologici o colturali. Considerata l’importanza
di questa tecnica diagnostica e le potenzialità d’applicazione nella specie bovina, non esente da patologie
dell’apparato urinario degne di rilievo, abbiamo riportato in questa nota i risultati di una ricerca condotta su un
numero significativo di animali, effettuando un esame comparativo tra gli aspetti patologici diagnosticati
all’esame endoscopico e i quadri istopatologici correlati.
MATERIALI E METODI
La fibro-cistoscopia trans-uretrale è stata eseguita su 21 bovine, di età compresa tra 4 e 7 anni, 18 di razza
Frisona e 3 Modicana. L’indagine è stata condotta al macello comunale di Ragusa nei mesi di maggio e giugno
2005 durante la c.d. campagna di rottamazione. Prima di effettuare la cistoscopia, ogni bovina è stata sottoposta
a visita clinica completa e, contenendo l’animale in stazione, è stata effettuata una anestesia epidurale sacrococcigea con Lidocaina al 2%® (1mL/100 P.V.) per abolire il riflesso della minzione e la conseguente scarsa
distensione dell’organo. Per l’indagine cistoscopica, è stato utilizzato un Olympus Endoscopy System (O.E.S.)
modello GIF P20 dalle seguenti caratteristiche: lunghezza operativa 100 cm, Ø 0.9 cm; angoli di orientamento:
dorsale 210°, ventrale 90°, laterale dx 100°, sx 100°; fonte luminosa: lampada a luce fredda da 150W;
l’endoscopio è stato sottoposto ad idonea sterilizzazione chimica prima di ogni procedura. Dopo adeguata
detersione e disinfezione della regione perineale, si introduceva il fibroscopio in vagina tenuto dal pollice e
l’indice, mentre il dito medio occupava il diverticolo sub-uretrale. Si procedeva osservando l’aspetto dell’uretra
e, giunti in prossimità del trigono, i meati ureterali. Sono state osservate le caratteristiche macroscopiche
dell’urina (colore, presenza di sospensioni ecc.) e, in caso di riscontro di modificazioni patologiche, si procedeva
attraverso apposite pinze all’effettuazione di biopsie multiple per l’esame istologico; in alcuni casi si è
provveduto all’esame dell’organo in toto dopo la macellazione dell’animale.
RISULTATI
Dalle visite cliniche effettuate sugli animali, non è emerso alcun segno patologico che potesse controindicare
l’indagine cistoscopica. Tutte le bovine presentavano uno stato di nutrizione discreto o scadente; solo in una
bovina di razza Ragusana, all’esame obiettivo particolare della vagina, si osservava ectopia del meato uretrale
1
esterno e del relativo diverticolo sub-uretrale. All’esame cistoscopico dei 21 soggetti esaminati, n. 11 soggetti
non presentavano alcuna alterazione mentre 10 erano affetti da diverse patologie.
Nei casi fisiologici è stato possibile osservare il normale aspetto della mucosa uretrale (Fig. 1a); la mucosa
vescicale si presentava di color rosa chiaro e sollevata in pliche se depleta (Fig. 1b, 1c) con trama vascolare
facilmente evidenziabile se repleta; nella regione dorso-laterale del trigono vescicale, era possibile evidenziare
gli orifizi ureterali, più o meno evidenti sulle colonne ureteriche (Fig. 2). Una piccola fossetta a livello della sede
dell’uraco è stata rinvenuta in 18 casi (Fig. 3). Riguardo le 10 bovine con reperti patologici, all’esame
endoscopico era possibile rinvenire: cistite catarrale in 3 casi; cistite emorragica purulenta in altri 3; in 2 cistite
cronica proliferativa di gravità differente (completa alterazione della superficie mucosa per la presenza di
strutture fibrotiche cordoniformi procidenti) (Fig. 4). In un caso è stata rilevata una neoformazione localizzata
cranio-ventralmente alla regione del trigono, mentre le restanti porzioni di mucosa vescicale presentavano una
diffusa cistite proliferativa (Fig. 5). Ancora, in un caso si è osservata la presenza di 2 petecchie emorragiche in
sede sottomucosa (Fig. 6). I risultati vengono riassunti in Tab. 1.
Istologicamente, dai prelievi bioptici effettuati e dalla raccolta dell’organo in toto in sede di macellazione, sono
emerse lesioni infiammatorie prevalentemente cronici, in cui si osservavano lesioni da modiche a severe
dell’epitelio vescicale (che poteva mostrare fatti proliferativi o degenerativo-erosivi anche particolarmente gravi)
e da infiltrati parvicellulari diffusi od organizzati in piccoli aggregati al di sotto dell’epitelio (Figg. 7-8-9). In un
caso, al fenomeno infiammatorio cronico se ne sovrapponeva uno in forma acuta (riacutizzazione), con gravi
fatti emorragici sottomucosi accompagnati da estesi fenomeni esfoliativi dell’epitelio ed infiltrazione neutrogranulocitaria e fibrinosa (cistite fibrino-emorragica) (Fig.10). In un caso, inoltre, era possibile descrivere una
formazione proliferativa di aspetto simil-papillomatoso in prossimità del trigono vescicale (Figg. 11-12).
CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI
Durante l’esecuzione della fibro-cistoscopia trans uretrale, non abbiamo riscontrato alcun problema relativo alla
metodica utilizzata. L’inabilità ad entrare in uretra è il problema più comune, esso è legato all’inesperienza
dell’operatore che anziché imboccare il meato uretrale esterno lo inserisce nel diverticolo sub-uretrale. E’ utile
sottolineare che l’utilizzo di un fibroscopio, permettendo la visione frontale, consente la visualizzazione durante
l’inserimento di lesioni (calcoli, neoformazioni) a livello uretrale. L’evenienza di danni traumatici delle basse vie
urinarie, come conseguenza della cistoscopia è rara, comunque la perforazione dell’uretra e/o della vescica è
possibile (2-3). Durante l’indagine cistoscopica, la possibilità di effettuare dei prelievi bioptici della mucosa
risulta particolarmente vantaggiosa per il clinico; infatti, possono presentarsi quadri endoscopici di dubbia
interpretazione che vengono risolti effettuando il prelievo di tessuto. Dai risultati ottenuti, si osserva il riscontro
di un numero elevato di casi patologici (10 su 21), che a nostro avviso, risiede nel fatto che l’indagine
endoscopica è stata svolta durante la c.d. “campagna di rottamazione dei bovini”, cioè un rinnovamento del
parco zootecnico finanziato dallo Stato italiano. Nel caso della bovina con ectopia del meato urinario esterno, il
concomitante riscontro di grave cistite cronica proliferativa diffusa a tutto l’organo, era, a nostro avviso,
secondario all’ectopia. Infatti, valutando la conformazione anatomica, specie nei soggetti particolarmente magri,
si può osservare, durante la defecazione, come il perineo rimanga imbrattato di feci. Pertanto la continua
esposizione a batteri di origine fecale ha fatto si che tale patologia potesse cronicizzare.
Per quanto l’indagine endoscopica non sia stata condotta sulla base di precise indicazioni anamnestiche e
cliniche, i risultati ottenuti giustificano che essa possa venire eseguita, nel caso singolo, allo scopo di ottenere
una diagnosi precisa della lesione mucosale ed effettuare una terapia tempestiva per evitare più gravi
propagazioni per via ascendente di agenti infettivi
TABELLE ED IMMAGINI
CASI FISIOLOGICI: 11
CASI PATOLOGICI: 10
CISTITE CATARRALE
CISTITE EMORRAGICA PURULENTA
CISTITE CRONICA PROLIFERATIVA
NEOFORMAZIONI
PETECCHIE EMORRAGICHE
3
3
2
1
1
Tab. 1 – Classificazione delle lesioni riscontrate.
2
a
b
c
Fig. 1 – Aspetti endoscopici fisiologici: a uretra media; b mucosa vescicale depleta; c mucosa vescicale modicamente distesa.
Fig. 2 – Colonne ureteriche.
Fig. 3 – Residuo dell’uraco
Fig. 4 - Cistite cronica proliferativa. Completa alterazione della superficie mucosa per la presenza di strutture cordoniformi procidenti che si
alternavano a cripte
Fig. 6
Fig. 5 - neoformazione con severo ispessimento localizzato
della mucosa cranio ventralmente alla regione del trigono, in
vescica che presentava in toto una diffusa cistite proliferativa.
Fig. 6
petecchie
emorragiche
sottomucose con margini
più o meno sfrangiati.
3
Fig. 7 - Cistite cronica: manicotti perivascolari linfocitari in
sede sottomucosa.
Fig. 8 - Cistite cronica: l’epitelio è ridotto ad una sottile
lamina di cellule sottili e allungate, e al di sotto si notano
piccoli aggregati linfocitari.
Fig. 9 - Cistite cronica: presenza di infiltrati parvicellulari sia
diffusi che organizzati in piccoli ammassi sottomucosi.
Fig. 10 - Cistite emorragica: estesi fenomeni di
disepitelizzazione e presenza di grandi aree emorragiche
sottomucose.
Fig. 11 - Lesione proliferativa a forma anulare con area
centrale otticamente vuota. Ai lati di tale regione, la mucosa
appare in preda a fenomeni proliferativi, e le cellule
assumono morfologia atipica. Al di sotto della mucosa si può
osservare un infiltrato linfocitario diffuso. Lesione di
probabile natura papillomatosa.
Fig.12 – Particolare a più forte ingrandimento dell’immagine
1: si possono osservare alcune figure mitotiche e un
gruppetto di cellule con nucleo allungato, ipercromatico, con
scarso citoplasma (caratteristica di lesione papillomatosa).
BIBLIOGRAFIA
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