Lo yoga ci fa scoprire quanto fa bene ridere

Transcript

Lo yoga ci fa scoprire quanto fa bene ridere
scienza
Domenica
23 Gennaio 2011
21
| Genova | Un’esperienza che convince, anche se non è facile da portare avanti in gruppo
Lo yoga ci fa scoprire
quanto fa bene ridere
Daniela Ghia
nostro servizio da Genova
Ridere senza motivo fa bene.
Non ridi per allegria, forse, ma
il tuo corpo non lo sa e, dopo
la finta risata, sta meglio. Che
ridere facesse bene era noto da
tempo, ma forse in riferimento alla gioiosità di un incontro,
allo spirito di una barzelletta,
alla simpatia di una persona
come cause scatenanti. Niente
di tutto questo: è ridere che fa
bene, e basta. Lo hanno detto
ufficialmente al Festival della
Scienza a Genova: un vero imprimatur per questa teoria che
ha un seguito e una scuola pratica con tanto di serio (si fa per
dire) medico allopatico indiano come iniziatore. Che saluta
tutti i partecipanti alla sessione
genovese di «yoga della risata»
tratte dallo yoga pranayama
(del respiro) a esercizi di risata
stimolata dal carattere ludico
e relazionale. Il risultato è sorprendente: aumenta l’autostima e migliorano le relazioni.
«Guru della risata», è stato definito dal «London Times» il
dottor Kataria: noi proviamo a
seguirne la filosofia, cercando
di accantonare i nostri “guru”
preferiti, ognuno il suo, da
Totò a Checco Zalone. Ci si
accomoda in gruppo, aspiranti curiosi e stressati giornalisti,
madri di famiglia ragazzi e pen-
L’idea originaria
del “guru della risata”,
un medico indiano,
tradotta in 6.000 club
con mani giunte e risata pronta: il dottor Madan Kataria di
Mumbai è presidente e fondatore del Laughter Club International e dell’International
School of Laughter Yoga, seimila club nel mondo.
Da quindici anni insegna la
scienza del ridere per contrastare lo stress e guadagnare
uno stato di pace mentale, di
per sé diffusivo e contagioso:
chi ride non solo si sente meglio, ma rafforza le proprie
difese immunitarie e contribuisce attivamente alla propria
guarigione. Il fulcro dello yoga
della risata è: ridere senza motivo come forma di esercizio,
unendo respirazioni profonde
sionati, e si incomincia a battere le mani: oh-oh-ah-ah-ah.
Le teachers che trascinano il
gruppo sono giovani e ridenti,
ma con loro ci sono anche un
signore con la barba bianca e
un giovanotto. Invitano a ridere sonoramente, e subito è imbarazzo, gelo, per qualcuno. A
coppie, darsi la mano guardandosi in faccia e invece di dire il
proprio nome, una bella risata.
A qualcuno esce fuori un ghigno di sofferenza, ma almeno
il vicino lo hai contattato. Fate
il polletto, dite «coccodè» e
ridete forte: le spalle si muovono, i gomiti si alzano, quello
è proprio difficile, chi non si
sente scemo alzi la mano. Siete
al semaforo, viene rosso:
una bella risata anziché
grugnire. Va già meglio,
la risata globale esce quasi
spontanea a tutti. Poi c’è lo
schiena contro schiena con lo
sconosciuto di prima, e intanto
ridi finto. Poi ancora la mano,
e, se ce la sentiamo, anche un
abbraccio, con risata.
Il ghiaccio è sciolto. Sciolto
a due a due, sciolto con la signora di fianco per le occhiate complici che ci siamo date,
sciolto con la bimba che ho
accarezzato perché stavo per
pestarle un piede. Vorrei dire
che viene anche un po’ da
piangere, mentre si ride, perché siamo tutti lì a ridere, e ci
mettiamo la buona volontà, e
siamo arrivati come burattini
un po’ rigidi, e alla fine dei ragazzi allegri in maglietta bianca ci hanno fatto fare cose che
non facciamo neanche con i
nostri figli.
Invitato d’onore, non lo indovineresti mai, è il prete più mediatico di Genova, il don Gallo
dell’angiporto con la sua gente e i suoi problemi. Fa come
tutti, anche lui: batte le mani
e ride, e quando gli animatori
invitano a fare come i bambini
che ridono 400 volte al giorno mentre un adulto, quando
proprio gli va bene, ne ride
20, non si lascia scappare l’occasione: «È il tornare bambini
evangelico», dice, «liberando
l’energia che abbiamo nel profondo, e se ho la capacità di liberarmi, libero la mia famiglia
e libero il mio quartiere. La
risata è creativa, contagia, fa relazione e socializza. A 82 anni
sono tornato bambino».
In realtà i bambini presenti in
sala sono serissimi: guardano
con gli occhi un po’ sbarrati quegli adulti impazziti che
quasi mai vedono ridere a casa.
In quel modo, poi. «Siamo ancora in tempo», continua don
Gallo, «a recuperare la risata
spontanea che è il genio della
fanciullezza, senza il quale si
è sempre più tristi». Proprio
il prete offre i suoi locali per
aprire la sede genovese di yoga
della risata; ora si tratterà di
convincere i riservati liguri a
unirsi anche loro nella globale
risata che «cura la depressione,
il cuore, il diabete», come spiega la giovane Eva Provedel, laureata alla Columbia University,
leader appassionata e certificata del movimento, «e ti cambia
la mentalità, perché è da come
noi guardiamo il mondo, che
il mondo cambia».
E un po’ è vero, anche
dopo una sola seduta.
Provate a guidare in
mezzo al traffico e, possibilmente, con un po’
di fretta. A ogni semaforo rosso vietato sbuffare o agitarsi: cercate
di scoppiare, invece, in
una bella, sonora, anche sforzata risata. Fatelo.
Poco dopo, il semaforo diventerà verde. E voi starete
meglio. Per saperne di più
e per conoscere dove si ride:
www.yogadellarisata.it.
| Torino | Un ciclo di otto incontri alla Villa Amoretti per illustrare altrettanti prodigi delle “eccellenze” scientifiche
Operare il cervello a paziente sveglio: ora si può
Lara Reale
«L’oro di Torino. Eccellenze nella scienza»: il titolo
del ciclo di incontri in programma a Torino, dal
22 gennaio al 10 marzo, presso la Biblioteca civica «Villa Amoretti» al Parco Rignon, promette di
essere un’autentica “caccia al tesoro” sotto la guida esperta di otto esponenti della ricerca scientifica nazionale e internazionale, che svolgono la
propria attività per lo più in terra sabauda. Otto
esempi incoraggianti di «cervelli in permanenza», in contrasto alla fuga che sempre più spesso allontana le menti migliori del nostro Paese.
Nel suggestivo scenario di Villa Amoretti, edificio
settecentesco immerso nel Parco Rignon, questi
“uomini d’oro” illustreranno i più recenti progressi in altrettanti settori di studio e proporranno risposte a quesiti di interesse generale.
Si inizia con il Big Bang, la grande esplosione
all’origine dell’universo, le cui condizioni sono
state recentemente riprodotte in laboratorio
al Cern di Ginevra con il superacceleratore
di particelle Lhc (Large hadron collider). Si
passerà quindi agli ultimi sviluppi nella lotta
contro il cancro e nella ricerca biotecnologica, per poi affrontare la sicurezza in ambiti diversi, dall’alimentazione al lavoro, spaziando
dalle nanoparticelle alle missioni spaziali, alla
chirurgia cerebrale su paziente sveglio. Infine si parlerà di meteorologia, partendo dal
clima di Torino fino agli scenari globali, che
sempre più spesso allarmano esperti e opinione pubblica.
Il ciclo di incontri prende il via sabato 22 gennaio, alle 16, con la conferenza «Il Big Bang
in laboratorio: da Alice a Lhc» a cura di Paolo Giubellino, dirigente di ricerca dell’Isti-
tuto nazionale di fisica nucleare (Inn) e coordinatore internazionale dell’esperimento
«Alice» al Cern di Ginevra; sabato 29 gennaio, alle 16, è la volta di Alberto Maria Pisacane, dirigente dell’Unità operativa di Anatomia patologica all’Istituto per
la ricerca e la cura del cancro (Ircc) a Candiolo, che spiegherà come «La ricerca sconfigge il cancro: dalle battaglie di
posizione a quelle di movimento». Sabato 5 febbraio, alle 16,
Piero Messidoro, direttore dell’Ingegneria nella Divisione
infrastrutture spaziali e sistemi di trasporto di Thales Alenia
Space a Torino, porterà il pubblico «In orbita sulla Stazione
spaziale: la sicurezza nell’astronautica 40 anni dopo l’Apollo
13». Il 12 febbraio, alle 16, Silvio Aime, direttore del Centro
di eccellenza di imaging molecolare (Cim) dell’Università di
Torino, illustrerà «L’imaging molecolare: come vedere le molecole negli organismi viventi».
Nella seconda parte del ciclo, sabato 19 febbraio, alle 16, Maria Caramelli, direttore sanitario dell’Istituto zooprofilattico
sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, descriverà
«Gli allarmi alimentari: dalla mucca pazza alle mozzarelle blu»;
giovedì 24 febbraio, alle 18, Michele Naddeo, dirigente medico
del Servizio di neurochirurgia all’ospedale Cto di Torino, parlerà di «Awake surgery: la chirurgia del cervello con paziente sveglio». Sabato 5 marzo, alle 16, Bice Fubini, direttore del Centro
interdipartimentale «Scansetti» per lo studio degli amianti e di
altri particolati nocivi, esporrà «I rischi nell’ambiente di vita e di
lavoro derivanti da polveri, fibre e nano particelle». In chiusura,
giovedì 10 marzo, alle 18, il climatologo Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana (Smi), passerà «Dal clima
di Torino al clima globale» proponendo dati, interpretazioni e
scenari.
Il ciclo di incontri, a ingresso libero, è organizzato dalla Biblioteca
civica «Villa Amoretti» (corso Orbassano 200), in collaborazione
con l’associazione «FormEduca» e la Circoscrizione 2 (Santa Rita
– Mirafiori Nord). Per info: tel. 011.44.38.604/05, http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/sedi_orari/amoretti.shtml.