La chirurgia mucogengivale e l`estetica dei “tessuti rosa”
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La chirurgia mucogengivale e l`estetica dei “tessuti rosa”
Consigli e indirizzi utili per la Salute del Corpo e della Mente Odontoiatria La chirurgia mucogengivale e l’estetica dei “tessuti rosa” Le recessioni gengivali rappresentano un invalidante problema funzionale ed estetico Dr Roberto Castellano La chirurgia mucogengivale, sofisticata e ottimale risposta alle “recessioni gengivali“, permette di risolvere la problematica funzionale ed estetica La chirurgia mucogengivale, branca della parodontologia, cioè della specializzazione odontoiatrica che si dedica alla cura del sistema di sostegno del dente (gengiva, osso, cemento radicolare e radice), si occupa della terapia dei tessuti molli che circondano gli elementi dentari. U n p ro b l e m a f re q u e n t e mente riscontrato dagli odontoiatri, e particolarmente sentito dai pazienti, è quello delle “recessioni gengivali“. Per recessione gengivale si intende lo spostamento del margine della gengiva che, normalmente prossimo alla corona dentale, si riposiziona in forma più o meno marcata apicalmente alla corona stessa, cioè in direzione della radice del dente. Questo spostamento provoca la “scopertura“ della radice dentale con conseguente esposizione di un tessuto altamente innervato responsabile della fastidiosa “sensibilità“ riferita dai pazienti. Le cause della recessione gengivale sono principalmente ascrivibili a fattori infiammatori e traumatici. Per quanto riguarda i fattori infiammatori, principalmente p l a cca e t a r t a ro , s p e s s o s i osserva un riposizionamento della gengiva come conseguenza di un riassorbimento del supporto osseo: in questi casi il recupero della recessione non è possibile. Al contrario invece, per ciò che concerne i fattori traumatici, in particolare errate tecniche di igiene orale con strumenti inadeguati, le possibilità di recupero della recessione possono raggiungere ottimi risultati utilizzando la chirurgia mucogengivale. Il paziente dev’essere dapprima motivato e istruito sulle metodiche di igiene orale domiciliare. L’igienista dentale, figura professionale con Odontobi - Dental Clinic Da sinistra a destra: recessioni multiple pre e post chirurgia u n c o m p i t o d i p a r t i c o l a re rilievo, si occuperà di svolgerlo preparando il paziente ad un corretto uso degli strumenti a disposizione, in modo da ottimizzare le manovre di detersione del cavo orale. Andranno rimosse le abitudini errate, come ad esempio un inadeguato utilizzo dello spazzolino dentale, al fine di bloccare il progredire della recessione esistente e ottimizzare il mantenimento del risultato dopo l’intervento. Oggetto della terapia chirurgica saranno funzionalità ed estetica. Infatti ricoprendo la superficie radicolare esposta, si elimina soprattutto il rischio di carie, si azzera la sensibilità esistente e si ricostituisce il naturale profilo tra gengiva e dente favorendo le manovre di igiene orale; secondariamente, ma in modo molto evidente, riportando alla norma il rapporto tra i “tessuti bianchi“ e i “tessuti rosa“, si è in grado di ridonare al sorriso una valenza estetica ideale. Da una decina d’anni questo risultato è ottenibile con sofisticatissime tecniche chirurgiche gestite da professionisti altamente qualificati: sfruttando linee di incisione finalizzate al mimetismo, utilizzando micro-lame e microsuture, i tessuti gengivali vengono riposizionati nella loro sede originaria. L’intervento, che può interessare uno o più elementi dentari contemporaneamente, si esegue in studio previa anestesia locale e il decorso post operatorio risulta poco fastidioso per il paziente. La tecnica utilizzata fa sì che la percezione dell’intervento chirurgico eseguito sia assolutamente nulla, con un mimetismo tissutale ineccepibile e piena soddisfazione per i pazienti sempre più sensibili alle esigenze estetiche. Dr roberto castellano Dott. in Odontoiatria e Protesi Dentaria ODONTOBI S.r.l. DENTAL CLINIC Via Aronco, 5 28053 Castelletto Ticino (NO) Tel. 0331.962405 - Fax 0331.971545 www.odontobi.it - [email protected] Menopausa Per vivere bene la menopausa, periodo delicato della donna Un integratore alimentare che unisce i benefici effetti degli isoflavoni, dei lignani e del resveratrolo Dr Pier Antonio Ravazzi Gli isoflavoni e i lignani sono ormoni naturali che alleviano le vampate di calore e le sudorazioni notturne; il resveratrolo contrasta le rughe La menopausa rappresenta un periodo molto delicato nella vita di una donna, che segna nettamente il passaggio a un nuovo stadio della vita. Il processo naturale che porta alla caduta degli estrogeni infatti è accompagnato da una serie di cambiamenti fisici e psichici che nel complesso peggiorano la qualità della vita quotidiana. Quando i livelli di estrogeni diminuiscono, nella donna compaiono i primi sintomi della menopausa: vampate di calore, sudorazione notturna, palpitazioni, sbalzi d’umore. I disturbi legati alla menopausa non si limitano ai sintomi precoci; infatti gradualmente compaiono segni legati all’invecchiamento cutaneo: la pelle si modifica in ogni suo strato, l’epidermide appare assottigliata e disidratata. I fibroblasti oltre che ridursi quantitativamente, producono il 30% in meno di collagene, espressione di un disturbo del suo metabolismo. Gli estrogeni possono svolgere la propria azione sulla sintesi di collagene stimolando direttamente i fibroblasti. La conseguenza più evidente è una pelle sottile e secca, che perde tono ed elasticità: le rughe del viso si accentuano, mentre tendono a lasciarsi an- dare soprattutto i tessuti delle palpebre, delle guance, del sottomento e del seno. Finora l’approccio terapeutico era mirato a prevenire questa sintomatologia ricorrendo alla Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) a base di estro-progestinici. La valenza di tale approccio si è bruscamente ridimensionata di fronte agli ultimi studi che hanno evidenziato elevati rischi per la salute della donna. Questo ha determinato una crescente cautela da parte di medici e specialisti nella prescrizione della TOS e una sempre minore accettazione da parte delle donne di una terapia che apparentemente potrebbe esporre a dei rischi significativi. Si sono così create le condizio- ni per la ricerca di approcci alternativi che possano confidare su una migliore compliance da parte della donna, con un profilo di tossicità molto più contenuto, condizione questa favorevole per l’impiego sempre più diffuso di prodotti naturali ad attività simil-estrogenica come gli isoflavoni, i lignani e il resveratrolo. In particolare gli isoflavoni, derivati dalla soia, e i lignani, estratti dai semi di lino, sono “ormoni naturali“ (fitoestrogeni) utili per alleviare le vampate di calore e le sudorazioni notturne; il resveratrolo, contenuto nella buccia dell’acino d’uva e in altri vegetali, è un composto antiossidante prezioso per contrastare rughe e invecchiamento cutaneo. La menopausa rappresenta un periodo di passaggio a un nuovo stadio della vita Rinnova Smile® è l’unico integratore alimentare, dedicato in particolare alle donne in menopausa, che nella sua composizione unisce isoflavoni, lignani, resveratrolo e NAC (N-acetil-cisteina che svolge in sinergia con il resveratrolo un’azione utile per limitare la degradazione del collagene e la perdita di elasticità del- la pelle). Rinnova Smile®, se assunto con regolarità (1 capsula al giorno preferibilmente lontano dai pasti), è utile per alleviare le vampate di calore, per contrastare l’invecchiamento cutaneo e per proteggere il sistema cardiovascolare. Rinnova Smile® si trova in farmacia, è disponibile nella confezione da 20 capsule. Dr Pier Antonio Ravazzi Medico Chirurgo - Specialista in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare Vitrupharma - Milano (MI) Tel. 02.20520142 - Fax 02.20248950 www.vitrupharma.it - [email protected] Tra i primi e i più comuni sintomi della menopausa: vampate di calore, sudorazione notturna, palpitazioni, sbalzi d´umore Per maggiori informazioni www.rinnovasmile.it Numero verde 800.119085 www.ABCsalute .it Il network online di Professionisti e Aziende del settore “Salute e Benessere” ( Numero Verde Pubbliredazionale a cura di ABCsalute S.r.l. 800 994443 Otorinolaringoiatria Una nuova tecnica per la cura definitiva dei turbinati Circa l’80% della popolazione soffre di turbinati inferiori ipertrofici che rendono difficile la respirazione Prof. Dr Paolo Gottarelli L’originale turbinoplastica applicata ai turbinati inferiori deformati non è dolorosa, non richiede tamponi endonasali, è mininvasiva ed efficace Nell’ambito dell’otorinolaringoiatria il continuo progresso medico-scientifico spesso risolve, con la ricerca e la sperimentazione, gravi situazioni che apparivano senza sbocco, come ad esempio l’ipertrofia dei turbinati inferiori e relative recidive, che oggi finalmente, con un metodo chirurgico innovativo, viene superata in modo efficace. Solo le persone che soffrono di tale problematica sanno cosa voglia dire sentire il naso che si chiude ogni qualvolta ci si corica, trovando sollievo soltanto per qualche minuto grazie agli spray vasocostrittori. Si tratta di un disturbo molto più frequente di quanto si possa pensare; esso affligge infatti, in forma più o meno grave, almeno l’80% della popolazione. Fra coloro che ne sono afflitti, molti sono convinti erroneamente che la loro allergia non abbia rapporti diretti con i turbinati ipertrofici. Essi sbagliano in quanto spesso vediamo persone, cosiddette allergiche, che non rispondono positivamente a nessun test. Ma è vero anche l’opposto, e cioè che tanti allergici conclamati peggiorano progressivamente per la presenza di una deviazione del setto nasale che, favorendo l’ipertrofia dei turbinati inferiori, aggrava il quadro allergico. I turbinati inferiori sono l’organo bersaglio privilegiato di ogni manifestazione infiammatoria del naso. Ora esiste un metodo originale che consente il loro rimodellamento decisivo migliorando la respirazione e riducendo notevolmente i disagi dell’allergia. Ciò vale anche per tante forme asmatiche e per cefalee senza una valida causa scatenante. Queste patologie dipendono infatti dalle “spine irritative nasali“, ovvero da speroni ossei del setto, o forme di rinosinusite dovute alla insufficiente ventilazione delle coane nasali che, attraverso un meccanismo di ipoossigenazione di questo sofisticato distretto anatomico, creano una sofferenza che apparentemente non sembra poter dipendere dal naso. Vi sono poi delle roncopatie e delle apnee notturne che sono da attribuire soprattutto alle insufficienze della ventilazione nasale. Ecco allora che la M.I.T. (Modified Inferior Turbinoplasty) ha risolto in maniera definitiva il problema senza dolore post operatorio e senza tamponi endonasali. La M.I.T. è il metodo ideato nel 1997 dal Prof. Dr Gottarelli che riduce tutte e tre le componenti anatomiche del turbinato inferiore che si sono ipertrofizzate, ovvero: la mucosa, il tessuto cavernoso erettile, il cornetto osseo. La M.I.T. è la tecnica da considerarsi efficace per i motivi qui di seguito elencati: • è una tecnica fredda come quella impiegata attualmente dai dentisti per le tasche gengivali, che si ripresentavano dopo l’uso di laser, elettrobisturi o radiofrequenze (tecniche calde); • le tecniche calde non curano la parte ossea che si è ipertrofizzata, mentre la M.I.T. è in grado di farlo; • la M.I.T. mira sempre all’eliminazione della causa dell’ipertrofia dei turbinati; • la fase finale della M.I.T. ricostruisce completamente il turbinato risuturandolo ermeticamente con filo riassorbibile ed eliminando i tamponi nasali e le emorragie; • la casistica attuale degli interventi eseguiti con successo dal Prof. Dr Gottarelli è di 4250 turbinoplastiche. La M.I.T.: 7 mosse in 7 minuti 1)INFILTRAZIONE Con una piccola siringa, si iniettano sostanze anestetiche a livello locale (come generalmente fa il dentista prima di un’estrazione). Durata: 15 secondi; 2)INCISIONE Il chirurgo incide il turbinato con un taglio longitudinale. Durata: dai 15 ai 30 secondi; 3)SO L L E VA M EN T O D E I LEMBI Il turbinato viene “aperto“ attraverso il sollevamento dei lembi dell’incisione. La sua parte ossea viene in tal modo messa a nudo. Durata: 2 minuti; 4)RIDUZIONE DELL’IPERTROFIA OSSEA La parte ossea del turbinato viene limata. Se ne riducono le dimensioni e si corregge l’ipertrofia. Durata: 2 minuti; 5)RIDUZIONE DELL’IPERTROFIA DEL TESSUTO CAVERNOSO Attraverso l’incisione, si riducono anche le dimensioni dei tessuti cavernosi e spugnosi che ricoprono la parte ossea del turbinato, che viene di conseguenza “ridimensionato“. Durata: 1 minuto; 6)LAVAGGIO Serve a detergere la zona operata. Durata: 15 secondi; 7)SUTURA L’incisione viene riparata con un filo chirurgico sottile come un capello. La sutura è ermetica e continua; il filo è in acido polilattico (cioè zucchero) ed è riassorbibile. Durata: 2 minuti. DOPO L’INTERVENTO Per 5-7 giorni non soffiatevi il naso, ma fate possibilmente (3-4 volte al giorno) lavaggi accurati con acqua di mare o acqua termale salina. Prof. dr paolo gottarelli Medico Chirurgo - Specialista in Chirurgia Plastica Via Gandino, 2 - 40137 Bologna (BO) Tel. 051.343874 www.paologottarelli.it - [email protected] Microchirurgia della calvizie La microchirurgia della calvizie e le cellule staminali Le cellule staminali riparano i tessuti danneggiati e rigenerano i diversi tipi di cellule presenti nel derma Dr Emilio Lavezzari L’autotrapianto in oltre 50 anni ha subito un’evoluzione notevole e si può dire che oggi rappresenti l’unico mezzo sicuro per infoltire zone diradate del cuoio capelluto L’autotrapianto nel corso di oltre cinquant’anni ha avuto un’evoluzione considerevole e si propone come l’unico metodo sicuro per infoltire aree di cuoio capelluto compromesse dalla calvizie androgenetica. I nostri capelli, in minuscoli gruppi di uno, due, tre, compongono le Unità Follicolari (FU). Risulta molto importante, ai fini di ottenere una loro perfetta ricrescita, ricavare sezioni microscopiche accuratissime con l’utilizzo di speciali apparecchi stereoscopici. Altrettanto importante è posizionare migliaia di FU e ricostruire in modo accurato le zone diradate o prive di capelli usando idonei mezzi di ingrandimento; allo scopo si sono rivelati di grande aiuto sofisticati microscopi operatori, dotati tra l’altro di autofocus e microtelecamera. L’autotrapianto è essenzialmente un lavoro d’équipe, con compiti differenziati, che può durare oltre 5 ore, sempre in anestesia locale e alla presenza di anestesisti. Un altro requisito fondamentale per la buona riuscita dell’intervento è che venga eseguito in un ambiente clinico di adeguato livello; sono lontani i tempi in cui veniva realizzato in ambulatorio dal medico e da un assistente e durava poco più di un’ora: erano i tempi dell’effetto “bambola“. Attualmente si è giunti alla microchirurgia della calvizie e, soltanto recentemente, delle cellule staminali. Nel corso dell’autotrapianto, durante la fase di preparazione delle FU, rimane sempre una certa quantità di tessuto connettivale, scartato perché non contiene follicoli. Ora si è scoperto che questo tessuto può invece essere impiegato per ricavare un alto numero di cellule staminali denominate mesenchimali. I frammenti di tessuto sono frazionati in minutissime particelle contenenti le cellule staminali mesenchimali, che vengono poi isolate e innestate nella zona del trapianto, per arricchire il patrimonio esistente. Queste cellule svolgono diversi compiti importanti, tra cui quelli di riparare i tessuti danneggiati, di migliorare il trofismo mediante soprattutto la neogenesi della rete vascolare e di indurre la rigenerazione di diversi tipi di cellule presenti nel derma. Pur se ipotizzato da alcuni ricercatori, ad oggi, non è ancora possibile sapere se tali cellule possano in qualche modo influenzare lo sviluppo di nuovi follicoli. Un aumento della concentrazione di cellule staminali nella zona del trapianto rappresenta in ogni caso un mezzo sicuro per abbreviare il decorso operatorio dell’intervento, stimolare i processi riparati- Risultato di trapianto di 2.200 FU dopo dieci mesi vi e soprattutto migliorare, anche a lungo termine, la qualità dei capelli trapiantati. Grazie a recenti ricerche di ingegneria biomedica, riguardanti in particolare la micromanipolazione, oggi si può abbreviare la fase di inserzione delle FU e si può posizionarle anche ad altissima densità per ottenere delle linee fronto-temporali sempre più naturali. La maggiore ambi- zione rimane quella di riuscire a trapiantare capelli da un individuo a un altro. Questo consentirebbe di ricostruire le zone prive di capelli in chi non può ricorrere all’autotrapianto a causa della sua scarsa zona donatrice rimasta danneggiata da ustioni o da eventi traumatici. Quando questo sarà possibile, la tecnica del trapianto di capelli non avrà più confini. dr emilio lavezzari Medico Chirurgo - Specialista in Dermatologia FMH Villa Anna - Cl. S. Anna - Sorengo - 6924 Lugano (CH) Tel. 0041.79-4710331 Clinica le Betulle - 22070 Appiano Gentile (CO) Tel. 031.973200 - Cell. 335.6129428 Il Dr Lavezzari durante un intervento www.lavezzari.it - [email protected]