Junior Training - Laboratorio sensoriale
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Junior Training - Laboratorio sensoriale
Junior Training - Laboratorio sensoriale Il laboratorio sensoriale è un’attività atta a stimolare i sensi dei bambini, in modo da aumentarne la loro ricettività e la capacità di distinguere differenti percezioni. Viene condotto separatamente per le tre fasce di età di bambini (0-3, 3-6, 6-11) con i rispettivi genitori. Attraverso i 5 sensi l’uomo apprende il mondo, costruisce esperienza e si impadronisce di essa per trasformarla nel suo proprio laboratorio; la sua mente rielabora continuamente ciò che i sensi gli sottopongono passando dall’impressione (input sensoriale) all’esperire, alla traduzione in concetto astratto. La stimolazione delle VACG incrementa l’intelligenza, che è stratificazione dell’esperienza: più il bambino è stimolato in tutti i suoi canali sensoriali (porte di accesso della percezione), più dovrebbe essere in grado di apprendere in maniera più veloce. Con i materiali sensoriali è possibile orientare e aiutare i bambini a classificare le impressioni che si possono ricevere da ciascun senso: i colori, i suoni, i rumori, le forme e le dimensioni, i pesi, le sensazioni tattili, gli odori e i sapori conducono verso una nuova e più organizzata conoscenza del mondo. Permettendo ai bambini di sperimentarsi nel modo più neutro possibile, (l’adulto osserva senza dare informazioni), ognuno di loro troverà la propria dimensione. I materiali proposti in questi laboratori sono offerti come chiavi per aprire una porta all’esplorazione del mondo esterno, come una luce puntata su un particolare che permette di accorgersi di più cose. Il genitore avrà la possibilità di accorgersi che, ponendosi in una neutralità partecipativa (molto diversa dalla non partecipazione), si possono continuamente stimolare e orientare i sensi durante i momenti di interazione con il bambino. In cucina, ad esempio, ci sono le spezie che possono servire per lavorare su sapori e odori, o vari tipi di impasto per lavorare sul tatto; in bagno ci sono i prodotti di bellezza, i saponi, il dentifricio, vari contenitori per giocare ai travasi con l’acqua ecc. tutti materiali che, se utilizzati consapevolmente, possono aumentare la gamma degli odori, dei sapori e delle sensazioni tattili conosciute. Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e la comunicazione Via Ruggero Bacone 6, 00197 Roma - Tel. 06 8082599 - Fax 06 92912688 Codice Fiscale 94092660540 - P.Iva 02730800543 www.fondazionepatriziopaoletti.org - [email protected] In questo laboratorio, oltre a mostrare tutte queste possibilità presenti in ogni casa, si mostrerà la potenzialità di stoffe, spugne e materiali vari che possono essere facilmente reperiti e organizzati per creare un piccolo laboratorio sensoriale anche dentro l’abitazione domestica. L’obiettivo principale è quello di favorire e orientare la fantasia dei genitori, principali artefici del processo educativo del loro bambino, permettendogli di accorgersi che ogni cosa e ogni momento possono essere utilizzati per potenziare i talenti innati di ogni bambino. Si allestisce lo spazio (occupato prevalentemente da un tatami) con materiali, ogni volta diversi, che possano stimolare i sensi: veli colorati, bacinelle colorate (gialle verdi e blu), piccole piscine con all’interno vari tipi di farina, vari tipi di pasta, sale, oggetti da cucina (in legno e plastica), bicchieri di plastica, spezie, ovatta colorata, 3 scatole con ovatta intrisa di differenti odori, 1 piscina con dentro erbe e petali di vari fiori, 6 gomitoli colorati, spezie, spugne colorate, contenitori che, se agitati, producono suoni differenti. Per quanto riguarda gli obiettivi per i genitori, dal punto di vista fisico si vuole promuovere il fare esperienza di come è possibile, durante la giornata, utilizzare gli oggetti e gli accadimenti come stimolo sensoriale orientato. Si vuole inoltre rendere i genitori capaci di organizzare ambienti sicuri in cui fare esperienza. Dal punto di vista emotivo, si vuole migliorare la gestione delle proprie emozioni, modulando e contenendo l’impulso ad intervenire e, quindi, a interferire con l’esperienza e con l’esplorazione del bambino. Si vuole insegnare, inoltre, a modulare e gestire le proprie emozioni per non coprire il dato dell’esperienza con l’informazione della memoria. Dal punto di vista cognitivo, infine, il genitore può imparare a osservare in modo neutro e, in questo modo, può conoscere meglio il proprio figlio e migliorare la comunicazione con lui. Per quanto riguarda gli obiettivi dal punto di vista fisico per i bambini si sottolinea che, poiché questi ultimi (soprattutto quando sono molto piccoli) si approcciano al mondo attraverso il corpo e i cinque sensi, è molto importante che facciano tutte le esperienze sensoriali possibili. Ogni volta che il bambino è sottoposto a stimoli qualitativamente e quantitativamente adatti, nel cervello si producono più neurotrofine le quali, a loro volta, generano maggiori connessioni sinaptiche: si diventa, in questo modo, più intelligenti e più capaci di trovare soluzioni alternative Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e la comunicazione Via Ruggero Bacone 6, 00197 Roma - Tel. 06 8082599 - Fax 06 92912688 Codice Fiscale 94092660540 - P.Iva 02730800543 www.fondazionepatriziopaoletti.org - [email protected] alle varie situazioni che la vita presenta (traslazione). Dal punto di vista emotivo, si vuole ampliare la gamma di sensazioni ed emozioni correlate attraverso l’esperienza sensoriale. Dal punto di vista cognitivo, infine, il fatto che, quando il bambino è libero di sperimentare, associa il piacere all’apprendimento, con il passare del tempo avrà ripercussioni cognitive: il bambino impara la nominalizzazione, la categorizzazione e, in generale, accresce il proprio sapere enciclopedico. La trainer apre le due giornate di laboratorio sensoriale per i bambini 0-3 anni, consigliando ai genitori di lasciare i bambini liberi di esplorare e toccare ciò che vogliono (ci sono materiali per tutti e 5 i sensi). Invita poi i genitori stessi a togliere i calzini (non lo faranno tutti subito), in modo da esperire le stesse sensazioni dei propri figli. Durante il laboratorio, le trainer monitoreranno le attività offrendo sia ai genitori sia ai bambini nuove possibilità d’esplorazione dei materiali presenti. Prestano molta attenzione al fatto che ognuno possa capire quello che dicono, tanto che una di loro si occupa della traduzione per i genitori che non conoscono bene la lingua italiana. I genitori accompagnano i propri figli nell’esplorazione (“eeeh che c’è qua?”) e devono impegnarsi nel non bloccare l’evento, l’iniziativa dei bambini; d’altronde, l’ambiente è sicuro e perfettamente strutturato perché questo possa accadere. Nel primo giorno i bambini iniziano immediatamente ad esplorare l’ambiente e i materiali con piacere (“bello!”), nel secondo giorno un paio di bambini si indirizzano verso i materiali, altri rimangono vicino ai genitori. Per quanto riguarda la modalità di conduzione del laboratorio del primo giorno, poiché la prima reazione dei genitori è di osservazione ed eccessiva distanza (forse per la poca confidenza con il tipo di esperienza), le trainer sottolineano che il genitore deve partecipare, interagire con il figlio; li invitano quindi ad esplorare e a far esplorare ai bambini uno stesso tipo di materiale con più sensi e a lasciare che i bambini stessi abbiano idee su come interagire con il materiale. Inoltre, suggeriscono ai genitori di dare l’esempio: se i bambini vedranno mamma o papà interagire e svolgere il compito, anch’essi saranno portati ad esplorare la materia poiché li imiteranno. Da parte loro, i genitori raccolgono i consigli delle trainer e si mostrano più rilassati grazie alle Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e la comunicazione Via Ruggero Bacone 6, 00197 Roma - Tel. 06 8082599 - Fax 06 92912688 Codice Fiscale 94092660540 - P.Iva 02730800543 www.fondazionepatriziopaoletti.org - [email protected] indicazioni date; man mano che il laboratorio matura, essi maturano anche nella modalità di esplorazione della materia, si uniscono ad altre famiglie nella sperimentazione e aumentano le verbalizzazioni atte ad attirare l’attenzione del bimbo su particolari cromatici, tattili, sonori. Le trainer, nei confronti dei bambini, facilitano la loro relazione con i materiali, promuovendo il contatto visivo, auditivo, cinestesico, olfattivo (fanno sentire il rumore degli spaghetti che si spezzano vicino all’orecchio del bambino, prendono la farina e la fanno calare sulle braccia dei piccoli). I bambini più grandi, a metà circa del primo giorno di laboratorio, mettono in atto giochi simbolici ispirati alle routine quotidiane della cucina. Nessun bambino mostra di aver particolare difficoltà o repulsione o fastidio nel contatto con i diversi tipi di materiali, riuscendo a rimanere nel qui ed ora in maniera più neutrale degli adulti. Il secondo giorno viene aperto da queste parole della trainer: “Dopo un momento di sperimentazione libera, proviamo noi a dare degli approfondimenti come esempio, suggerimento, che i bambini possano raccogliere”. Rassicura i genitori, inoltre, sul fatto che è possibile trovare delle reazioni negative nei figli che sperimentano un tipo di materiale per la prima volta. Raccomanda di “essere con i figli”, essere coinvolti nelle attività con loro, perché i bambini sono molto sensibili a questo e supervisiona l’intero ambiente dando informazioni a chi le richieda (per es. i nomi delle spezie o delle erbe, sottolineando l’importanza della nominalizzazione e del fornire dati). All’inizio, le interazioni tra i componenti del proprio nucleo familiare sono di gran lunga superiori a quelle tra famiglie. Alcuni genitori si alzano o stanno in disparte, sembrando quindi meno coinvolti nell’interazione con il figlio e, quando la trainer glielo fa notare, evadono la risposta. Successivamente, aumentano le interazioni non solo con i propri figli ma anche con gli altri bambini e gli altri genitori e lo spazio si struttura in piccoli gruppi, rendendo il clima molto più coeso (una mamma che non può partecipare fisicamente perché ha in braccio la figlia che dorme, chiede comunque spiegazioni teoriche alla trainer). La maggior parte dei bambini sperimenta gli oggetti da più punti di vista e mostra al genitore le nuove scoperte (odorare un fiore, far sentire il rumore di un materiale sbattuto per terra), ma alcuni di loro piangono al contatto con alcuni materiali. I genitori sono molto bravi nel non arrendersi a queste manifestazioni negative e a proporre gradualmente la sperimentazione, con il risultato che un Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e la comunicazione Via Ruggero Bacone 6, 00197 Roma - Tel. 06 8082599 - Fax 06 92912688 Codice Fiscale 94092660540 - P.Iva 02730800543 www.fondazionepatriziopaoletti.org - [email protected] bambino che all’inizio aveva avuto molti problemi nel contatto dei soli piedini con le erbe nella piscina, alla fine del laboratorio vi è completamente immerso con piacere e piange quando ne viene tirato fuori. Le due giornate di laboratorio si concludono con il consiglio, da parte della trainer, di scandire bene il tempo delle varie attività ai propri figli (introduzione-svolgimento-conclusione) e con l’applicazione del principio dell’esternalizzazione di Bruner: costruire qualcosa di concreto che possa essere sempre sotto gli occhi e che possa costituirsi come “memoria” e spunto di riflessione. Nel primo giorno bambini e genitori incollano ciascuno su un foglio i materiali che hanno utilizzato; nel secondo giorno invece, tutti insieme, incollano i materiali su un grande poster con la sagoma di un albero che loro dovranno “far fiorire”, mentre la trainer continua a girare per l’ambiente e a produrre nuove stimolazioni sensoriali con spray profumati. Quasi tutti i genitori partecipano a questa costruzione e i bambini sono molto coinvolti. C’è una grande attenzione alla generalizzazione nella vita quotidiana attraverso la proposta dei “compiti per casa”: un’esperienza sensoriale da svolgere con il proprio bambino nel pomeriggio della quale, il giorno successivo, i genitori dovranno portare un simbolo (solo due mamme lo faranno e incolleranno i loro simboli – un sasso e una noce- sul poster dell’albero). Alcuni genitori chiedono di approfondire tematiche inerenti alla stimolazione sensoriale e sono molto interessati e incuriositi dalle attività . Una mamma esclama: “mi sto divertendo più io di mia figlia!”, che ci fa fortemente pensare al principio “imparare divertendosi”. Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e la comunicazione Via Ruggero Bacone 6, 00197 Roma - Tel. 06 8082599 - Fax 06 92912688 Codice Fiscale 94092660540 - P.Iva 02730800543 www.fondazionepatriziopaoletti.org - [email protected]