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INTERVENTO
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IL LIBERTY AD ALTARE
di Massimo Bianco
A cavallo tra l’ottocento e il novecento si è assistito alla nascita di un nuovo genere artistico, chiamato, a seconda dei luoghi, floreale,
liberty, modernista, art nouveau, ecc. Lo scorso maggio abbiamo dedicato tre puntate al liberty savonese, nel corso delle quali
presentavamo alcune decine di storici edifici cittadini in puro stile o con elementi ad esso appartenenti, tra cui il Palazzo dei Pavoni, di cui
rammentiamo qui sotto un particolare delle decorazioni: uno degli edifici più conosciuti e pregevoli tra quelli a suo tempo da noi descritti.
Savona, Palazzo dei pavoni. Particolare
Liberty, dunque, ovvero linee curve, pannelli decorativi in ceramica (come appunto gli incantevoli pavoni e girasoli della foto) o altri
materiali e una natura artificiale che si arrampica sugli edifici smorzandone la piatta uniformità. Ed è proprio ai succitati articoli che vi
rimandiamo per le spiegazioni del caso e più precisamente alla TERZA PUNTATA SUL LIBERTY SAVONESE disponibile
nell’archivio di Trucioli nella settimana del 24 maggio 2009, dalla quale potrete poi facilmente accedere anche alle due puntate
precedenti.
Questo genere architettonico non è tuttavia presente esclusivamente nel capoluogo. Altare, ad esempio, paese noto per le sue industrie
vetrarie e situato nell’entroterra a una quindicina di chilometri da Savona, ne offre alcuni esempi pregevoli. Presentiamo qui dunque una
breve coda di quel servizio dedicandola a tre magnifiche ville liberty Altaresi. Il breve articolo è naturalmente privo di pretese critiche, non
essendo l’autore, come del resto già specificato in passato, un esperto d’arte. L’indirizzo prescelto è semmai prettamente fotografico e
descrittivo ed è rivolto al solo scopo di permettere a chi non le avesse mai notate di ammirarne la bellezza e magari invogliarlo a vederle
di persona allorquando capitasse da quelle parti.
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Le tre ville in oggetto distano l’una dall’altra poche decine di metri, sorgono vicinissimo al centro del paese e sono dunque assai facili da
trovare. Le prime due che vi mostriamo sono state realizzate ai primi del novecento dall’ingegnere e architetto Nicolò Campora, uno dei
più prestigiosi professionisti attivi all’epoca a Savona. Soggette ad accurati restauri, sono in ottime condizioni. Furono entrambe
commissionate dal Monsignor Giuseppe Bertolotti, all’epoca parroco di San Eugenio ad Altare, per farne dono alle sorelle Rosalia ed
Enrichetta.
Villa Rosa, di cui vi mostriamo qui sotto due belle immagini, deve appunto il nome alla sua proprietaria originaria Rosalia.
Villa Rosa. Facciata principale
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Villa Rosa. Particolare
Questa magnifica villa spicca con le sue raffinate decorazioni, la sua torretta, il pregevole bovindo circolare, le ampie vetrate sormontate
da colonnati e da balconate con ringhiere finemente lavorate. Iniziata col nascere del secolo scorso, fu terminata e consegnata nel 1906 o
forse poco dopo. Successivamente acquistata dallo Stato, acquisita al demanio e restaurata entro il 2005, ospita oggi la biblioteca
comunale, la biblioteca specialistica del vetro e l’interessante museo del vetro di Altare ed è dunque visitabile. Restando nell’ambito del
puro stile floreale sono particolarmente degni di nota al suo interno gli stupendi termosifoni d’epoca.
Villa Agar, di cui potete vedere qui sotto il fronte principale, sorge a fianco dell’altra, immediatamente alla sua destra. È stata terminata
intorno al 1904 - 1905 e, dopo alcuni cambi di proprietà, è oggi utilizzata come casa di riposo.
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Villa Agar. Fronte
A una facciata tanto elegante quanto priva di fronzoli (se si eccettua la presenza sulla sinistra di un bovindo moderatamente aggettante) e
sobriamente decorata con classici motivi floreali, si contrappone un retro ornato invece in maniera assai spettacolare. E in effetti l’insieme
delle ali laterali, delle torri e torrette in puro stile liberty e la stessa notevole ampiezza che lo caratterizza, fanno quasi assomigliare
l’edificio in oggetto a un castello delle favole. Come si può costatare osservando le due immagini, sopra e sotto, guardando dapprima il
davanti e poi il retro non sembra neppure di avere a che fare con il medesimo fabbricato.
Villa Agar. Retro
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La terza pregevole costruzione liberty altarese di cui ci occupiamo, conosciuta con il nome di Villa Bordoni, è stata invece realizzata,
sempre ai primi del ‘900, dall’illustre architetto savonese Alessandro Martinengo, autore nel capoluogo di numerosi importanti edifici, tra
cui quel Palazzo dei Pavoni di cui vi abbiamo offerto più sopra una foto. Raffrontando la splendida facciata, decorata e con motivi
favolosi e con motivi marinari, con altri palazzi progettati da Martinengo (vedasi in proposito il “Palazzo dei Fratelli Rosso” oppure
“Palazzo Piccardo” a Savona, da noi mostrati a maggio) ci sembra che lo stile del suo artefice risulti chiaramente riconoscibile. La
presenza della struttura sul tetto, soprastante l’ala centrale, è ad esempio sua tipica. Come si può facilmente costatare guardando le due
immagini qui sotto presentate, l’edificio in passato ha subito seri danni e giace purtroppo in grave stato di abbandono, per cui
necessiterebbe di urgenti interventi di salvaguardia.
Villa Bordoni. Fronte
Villa Bordoni. Retro
A quanto pare il costo di un eventuale restauro sarebbe così oneroso dall’avere finora scoraggiato qualsiasi privato ad acquistarlo mentre,
da parte sua, il comune, soprattutto in questi anni di crisi economica, sarebbe privo dei mezzi necessari per intervenire. Pur comprendendo
la difficile situazione contingente, sarebbe però davvero deprecabile permettere che questa splendida villa rovini in maniera irrecuperabile.
In passato sono già andati perduti altri edifici coevi pregiati, tra cui un teatro, realizzato sempre nel paese e attribuito al rinomato architetto
di scuola torinese Gottardo Gussoni (l’autore di Villa Zanelli a Zinola) e non vorremmo che l’evento negativo si dovesse ripetere. È
dunque nostra fervida speranza che si possa intervenire al più presto per salvare la bella Villa Bordoni.
Massimo Bianco
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