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Edizione di venerdì 8 aprile 2016
NON SOLO LAVORO
Proposte di lettura da parte di un bibliofilo cronico
di Andrea Valiotto
Cerca di stare calmo
Matt Samuel
Einaudi
Prezzo – 17 euro
Pagine - 232
Alby ha poco piú di trent'anni. Quando non beve, passa buona parte del tempo ad attaccare
briga, provarci con le donne sbagliate e mettersi nei guai. Il giorno in cui la madre si ammala,
la rabbia di Alby sembra travolgere i già labili argini che la contenevano, sommergendo tutto.
Semi-alcolizzato, maschilista e rabbioso: Alby è tutto questo, ma è anche uno dei personaggi
piú toccanti e vividi della narrativa americana degli ultimi anni. Dietro un comportamento ai
limiti della normalità, dietro le risse continue e l'atteggiamento autodistruttivo, si annida in
Alby un dolore pulsante. Un'incapacità profonda di stare al mondo, di accettarne la logica.
Grazie a uno stile e una voce unici, sporchi e taglienti come una lama usata troppo spesso,
Matt Sumell fa sorridere e indignare. E ci consegna un ritratto perfetto, duro ma vibrante, del
disagio contemporaneo.
Memoriali sul caso Schumann
Filippo Tuena
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Il Saggiatore
Prezzo – 19 euro
Pagine - 252
Il 27 febbraio 1854, in piena crisi artistica ed esistenziale, Robert Schumann esce dalla propria
abitazione di Du?sseldorf e si butta nelle fredde, nere acque del Reno. Salvo per miracolo,
viene affidato alle cure del dottor Richarz e internato nel manicomio di Endenich, dove rimarrà
fino alla morte, perseguitato da voci incorporee che lo accusano di non essere l’autore della
sua musica e solo occasionalmente visitato da allievi e protetti, fra cui il prodigioso Johannes
Brahms. Non rivedrà mai più l’amata moglie Clara e i figli. Intorno a questa follia – e alle
enigmatiche Variazioni del fantasma, che Schumann sosteneva gli fossero state dettate dallo
spettro di Franz Schubert – Filippo Tuena costruisce un romanzo a incastro dalla presa
magnetica, un congegno narrativo che dissimula la finzione come un raffinato trompe l’oeil
ottocentesco e sfrutta sei punti di vista diversi – da un’anziana amica di Robert e Clara a
Ludwig Schumann, affetto dallo stesso male del padre – per sondare il mistero che ancora
circonda gli ultimi anni di Schumann e i suoi rapporti con la moglie e con Brahms, l’allievo dal
volto angelico arrivato nella vita della coppia sei mesi prima del tentato suicidio e destinato a
giocare un ruolo centrale non solo nella vita del Maestro, ma anche nella storia della musica.
Uomini nudi
Alicia Giménez-Bartlett
Sellerio
Prezzo – 16 euro
Pagine - 448
Irene è una quarantenne, proprietaria di un’impresa ereditata dal padre che dirige con
impegno e soddisfazione. Improvvisamente lasciata dal marito, l’unica sua reazione è quella di
licenziarlo dall’azienda di famiglia, consapevole che il loro legame era stato sin dall’inizio non
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d’amore ma di convenienza. Lei per adeguarsi alle convenzioni di fronte all’élite sociale che
frequenta, lui per avere un lavoro. Javier è un professore di letteratura con poche ore di lezione
in una scuola di suore. Licenziato per i tagli dovuti alla crisi, perde il piccolo stipendio che gli
permetteva di vivere una vita normale, con l’aiuto della compagna Sandra che lavora a tempo
pieno. Per Javier la disoccupazione comporta un cambiamento perentorio: dopo l’iniziale
ricerca di un nuovo impiego, l’uomo sembra cadere in depressione, mettendo in difficoltà il
suo rapporto sentimentale. Accanto a Irene e Javier ci sono Iván, nome da Zar, sensibilità da
bassifondi e humour brutale, e Genoveva, cinquantenne principessa della diversione, «donna
senza legami». A poco a poco le vite dei personaggi, la moglie abbandonata e il professore
destituito, la single anticonformista e il duro di periferia, entrano in contatto e in progressiva,
irresistibile collisione. A far da tramite c’è il mondo degli strip-tease al maschile, messa in
scena appariscente e provocante per un pubblico di sole donne, e la possibilità di un lavoro, di
una strana professione, mai considerata prima. I destini dei quattro si intrecciano e nascono
relazioni sorprendenti, tra affetto e necessità, convenienza e dominio, denaro e sesso. Rapporti
crudeli, paradossali, tragici e struggenti. I protagonisti di questa storia, come le persone reali,
sono attraversati e mossi dalla violenza e dalle contraddizioni dello spirito del tempo. Alicia
Giménez-Bartlett, nel ritmo magistrale dei dialoghi e dei monologhi, racconta senza eguali la
crisi economica contemporanea, l’avvento di comportamenti radicalmente nuovi, e
rappresenta una classe emergente di donne che sembra aver superato i pregiudizi sull’identità
femminile, la necessità del matrimonio e dei figli. Tratteggia uomini e donne al tempo stesso
consapevoli e smarriti, sognatori e indifferenti, vincenti e sconfitti: i suoi uomini nudi.
Il bazar dei brutti sogni
Stephen King
Sperling & Kupfer
Prezzo – 19,90 euro
Pagine - 504
Attenti alla lama, avverte Stephen King introducendo una delle venti storie. E ha ragione. La
lama è sempre presente, qualunque sia lo stile che Stephen King sceglie. Si tratti dell'antica
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zampata con cui si apre il libro, in Miglio 81 (macchine assassine, avete presente?), o della
struggente bellezza del racconto di chiusura, Tuono estivo (un post-apocalittico, come L'ombra
dello scorpione, con un guizzo di rivolta che non si spegne neanche con la vecchiaia). Venti
storie che toccano tutta la gamma delle emozioni, come King sa fare: l'ironia, la ferocia, la
malinconia, l'amore. E la paura, certo. Vi spaventerete per un bambino cattivo che uccide e per
piccoli demoni che si nutrono del dolore. Vi interrogherete sulla vita dopo la morte (e se il
purgatorio fosse un ufficio polveroso? Se l'angelo delle tenebre fosse un bellissimo ragazzo?);
imparerete a temere anziani giudici in grado di prevedere la scomparsa degli altri e giornalisti
di gossip in grado di provocarla. Uomini in soprabito giallo vi attenderanno in salotto e anziani
pastori tenteranno la vostra onestà, mentre da qualche parte nelle terre selvagge uno sceriffo
si interrogherà sulla giustizia. Stephen King usa tutti i tasti che conoscete, e qualcuno in più:
perché, come sanno due anziani poeti impotenti davanti a una tragedia, solo la scrittura riesce
a parlare la lingua di Dio, e a consolarci dei nostri dolori. A questo servono i sogni, del resto.
Anche quelli brutti. Soprattutto quelli brutti.
2084. La fine del mondo
Boualem Sansal
Neri Pozza
Prezzo – 17 euro
Pagine 256
Nell’Abistan – un impero così vasto da coprire buona parte del mondo – 2084 è una data
presente ovunque, stampata nel cervello di ognuno, pronunciata in ogni discorso, impressa sui
cartelli commemorativi affissi accanto alle vestigia dello Shar, la Grande Guerra santa contro i
makuf, i propagandisti della «Grande Miscredenza». Nessuno sa a che cosa corrisponda
davvero quella data. Qualcuno dice che ha a che fare con l’inizio del conflitto, altri con un suo
particolare episodio. Altri ancora che riguardi l’anno di nascita di Abi, il Delegato di Yölah,
oppure il giorno in cui Abi fu illuminato dalla luce divina, al compimento del suo
cinquantesimo anno di età. In ogni caso, è da allora che l’immenso paese, che era detto
semplicemente il «paese dei credenti», fu chiamato Abistan, il mondo in cui ci si sottomette
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gioiosamente alla volontà di Yölah e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi. La Grande
Guerra santa è stata lunga e terribile. Le sue tracce sono religiosamente conservate: edifici
sventrati, muri crivellati, interi quartieri sepolti sotto le macerie, enormi crateri trasformati in
immondezzai fumanti. Tuttavia, l’armonia piú totale regna ora nelle terre dell’Abistan.
Nessuno dubita delle autorità – gli Onorevoli e gli Adepti della Giusta Fraternità e i membri
dell’Apparato – cosí come nessuno dubita che Yölah abbia offerto ad Abi di imprimere un
nuovo inizio alla storia dell’umanità. L’abilang, una nuova lingua, ha soppiantato tutte le
lingue precedenti, considerate stolti idiomi di non-credenti. Le date, il calendario, l’intera
storia passata dell’umanità non hanno ormai piú alcuna importanza e senso nella Nuova Era, e
tutto è nella mano di Yölah. Yölah sa le cose, decide del loro significato e istruisce chi vuole.
Agli uomini non resta che «morire per vivere felici», come recita il motto dell’esercito abistano.
Perché, però, dubbi e sospetti si insinuano nella mente del trentacinquenne Ati al ritorno a
Qodsabad, la capitale dell’impero, dopo anni trascorsi in un sanatorio arroccato su una
montagna? Perché nel suo cuore si fa strada la tentazione di attraversare la Frontiera, al di là
della quale, si dice, vivano i Rinnegati, i makuf, i propagandisti della Grande Miscredenza
capaci di tutto? Ispirato alla celebre opera di George Orwell 1984, 2084. La fine del mondo,
narra di un mondo futuro dove tutti gli incubi del presente sembrano realizzati nella forma di
una feroce teocrazia totalitaria.
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