Cagliari Pad - Video hard 16enne su whatsapp, ora genitori

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Cagliari Pad - Video hard 16enne su whatsapp, ora genitori
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Video hard 16enne su whatsapp, ora genitori-sentinelle
14 Febbraio 2017 ore 20:20
Autore: Ansa News.
Categoria:
Notizie / Cronaca
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Data scaricamento: 16 Marzo 2017 ore 13:21
Padri e madri diventano "sentinelle digitali" per controllare i profili dei social network ma anche la messaggistica sui cellulari dei propri figli: obiettivo "scovare"
episodi di cyberbullismo
Padri e madri diventano "sentinelle digitali" per controllare i profili dei social network ma anche la
messaggistica sui cellulari dei propri figli: obiettivo "scovare" episodi di cyberbullismo o video a luci
rosse che coinvolgono minorenni, bloccando il cosiddetto sexting, l'invio di messaggi di testo, video o
foto esplicite attraverso i telefonini. È proprio grazie a uno di questi gruppi di genitori, affiancati da altri
composti da studenti, che è stata scoperta la diffusione virale di un video che vede come protagonista
una 16enne cagliaritana, ripresa mentre amoreggia con il compagno. Una diffusione avvenuta su
whatsapp, su cui adesso indaga la Polizia postale, anche perché la ragazzina è stata presa di mira con
insulti e minacce sui social.
La segnalazione del video è arrivata a uno dei gruppi di genitori e studenti che collabora con l'Ifos,
l'Istituto di formazione nel settore psico socio-sanitario. "Abbiamo una rete di genitori digitali e una di
studenti come sentinelle digitali - spiega il presidente Luca Pisano - è grazie a questi gruppi che ci è
arrivata la segnalazione del video. Noi abbiamo subito informato la Polizia postale". L'Ifos ha avviato da
tempo in alcune scuole di Cagliari e del Nuorese il progetto "Il genitore digitale" con l'obiettivo di
costituire una rete di adulti, formati e seguiti da specialisti, che possano monitorare i comportamenti
online e 'off-line' dei minori, evitando episodi di cyberbullismo o diffusione di video e foto di ragazzini a
luci rosse.
"Collaborano con noi come genitori digitali 250 adulti e 20 studenti sentinelle - racconta ancora Pisano credo che questa sia l'unica strada percorribile per frenare il fenomeno. Abbiamo mutuato una tecnica
statunitense portata avanti dall'avvocatessa newyorchese Parry Aftab, direttrice della Stop
Cyberbullying e Wired Safety. I genitori stanno collaborando con noi egregiamente, anche se la rete
dovrebbe essere ampliata". Gli adulti che collaborano con l'Ifos monitorano e segnalano subito ogni
caso sospetto. "Ci inviano link collegati a social network o magari anche un video o una foto che sono
riusciti ad ottenere dai figli - precisa il presidente dell'Istituto - noi poi inviamo la segnalazione agli
organi competenti".
Così come è avvenuto per l'ultimo caso a Cagliari. Una volta che la Polpost individuerà chi ha diffuso il
video della 16enne e tutti i personaggi coinvolti, invierà una relazione in Procura: in tanti potrebbero
finire nel registro degli indagati. Secondo Sarah Ungaro, vice presidente di Anorc Professioni,
associazione nazionale per operatori e responsabili della conservazione digitale, bisogna educare i
ragazzi sui gravi pericoli del web. "La rete - spiega - può trasformarsi in un vero e proprio mostro se
non ci si muove con prudenza. Registrare un video o fare una foto e condividerla dal proprio
smartphone è roba che soprattutto i ragazzi si ritrovano a fare quasi tutti i giorni senza però rendersi
conto delle potenziali conseguenze che quest'azione può portare".
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