1 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una

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1 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una
Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche Alessandra Magrini 1 LIMITI ED INSUFFICIENZE STRUMENTALI La dinamica di un sistema complesso qualle l'ambientte, imprime alla valutazione di impatto ambientale (VIA) un insieme di difficoltà di carattere metodologico e strumentale. Queste difficoltà rappresentano limiti operativi per le tre fasi su cui si basa tradizionalmente l'elaborazione della VIA, ossia: l'identificazione, la predizione e la valutazione degli impatti 2 . Poichè gli impatti ambientali si propagano secondo una complessa rete di interazioni tra le varie componenti dell'ecosistema. uno dei problemi centrali consiste nella identificazione stessa degli impatti, cioè, nella loro delimitazione spaziale e temporale. Si potrebbe citare come uno degli esempi estremi, il caso di ecosistemi dell'area amazzonica dove sono previsti vari impianti idroelettrici. La scarsa conoscenza che ancora esiste a livello della dinamica di questi ecoslstemi, rappresenta una delle difficoltà basiche della valutazione. Con l'intento di affrontare queste questioni, sono frequentemente utilizzate negli stndi di impatto classi icazioni come: impatti diretti e indiretti, impatti di corto e lungo termine, impatti reversibili ed irreversibili. impatti cumulativi e sinergici, ecc. Persistono però, nelta maggior parte dei casi, definizioni poco chiare sui limiti considerati. Un secondo problema si riferisce alle insufficienze degh strumenti disponibili nell'ambito di ogni dlsciplìna per prevedere le risposte degli ecosistemi alle attività umane. Si possono utilizzare in questa fase, modelli, studi di microcosmo, esperimenti sul luogo, estrapolazione di situazioni analoghe e consideraztoni dt carattere teorico 3 ma, secondo il fenomeno in analisi, potrà intervenire u n numero considerevole di variabili che, unito alla scarsa conoscenza della dinamica ambientale, imprime alla predizìone un'elevata dose di complessità e incertezza. Chiaramente, questa situazione non si verifica per tutti gli aspetti. Da una parte, esiste un progresso accentuato, ín particolare per quanto riguarda lo svíluppo di modelli di dispersione degli effluenti. Dall'altra, però, le incertezze relative agli aspetti socioculturali, al comportamento della fiora e fauna, al clima ecc.. richiedono ancora studi approfondìti e complessi. Nella fase di valutazione vera e propria, si verificano inoltre problemi di carattere metodologico relativi alla misura e alla determinazione del grado dí importanza dell'impatto. Come decorrenza, molte valutazioni escludono quest'ultima fase. lasciando al decisore il compito di valutare la dimensione degli impatti dell' impianto. Si possono distinguere, in questo stadio, due tipi di difficoltà. Laprima consiste néllo stabilire un'unita di misura che rappresenti in modo consistente aspettf così diversi come gli impatti fisici, biologici, sociali, culturali e economici. L'analisi economica usa tradiztonalmente l'unità monetaria, che è però oggetto di critiche a causa della quantificazione di certi aspetti, come per esempio la vita umana, basata su presupposti di mercato di discutibile applicabilità nell'ambito ambientale. La forma più utilizzata nelle valutazioni di impatto è l'applicazione di scale di valore ai vari impatti, originalmente misurati nelle rispettíve unità fisiche o ín terminí qualitativi. Questo tipo di approccio, anch'esso frequentemente criticato, richiede però per essere minimamente accettabile, una chiara definizione, a livello di ogni impatto, delle corrispondenze tra le unità di misura originali ed i gradini della scala. Inoltre, per far si che gli impatti siano comparabill matematicamente, è necessario che le varie scale siano rese compatíbilí tra di loro. guesti aspettí sono normalmente trascurati o non esplicitati in molti degli studl e rapporti di impatto di impiantl idroelettrici. Il sistema di scale di valore è anche utilizzato per determinare l'importanza degli impatti, attività nella quale subentra il secondo tipo di difficoltà. Mentrs la determinazione dell'importanza di alcuni aspetti può essere riferita al grado di allontanamento dagli standard ambientali, essendo perciò di carattere normativo (per esempio, la quantità di materia organica presentc in un corso d'acqua), per la maggior parte degli impatti essa è invece soggettiva. Questa soggettività rappresenta uno dei punti piìx fragili della valutazione. Per ridurla, si potrebbero far intervenire ivari gruppünteressati (tecnici, amministrativi e rappresentativi della società civile) e/o operarc analisi di sensibilità sui risultati ottenuti. 1 L'autrice è ingegnere chimico e docente dell'AIE­COPPE dell'Università Federale di Rio de Janeiro. Svolge attualmente una ricerca di dottorato presso l'ENEA com una borsa di studio del Consiglio Nazionale della Ricerca brasiliano 2 E' opportuno ricordare che, non esistendo in italiano un termine corrispondente a "Assessment", si utilizza "Valutazione" per indicare sia "Assessment" che "evaluation" (una delle fasi dell'Assessment) 3 Westman, W E. "ecology, Impact Assessment, and Environmental planning", John Wiley and Sons. New York, 1 985­pg. 13
1 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche Una volta misurati e pesati i singoli impatti, é fatta, in molti casi, una ponderazione e una posteriore addizione con l'intento di calcolare un indicc globale di impatto dell'impianto. Per presentare in modo sintetico il quadro complessivo della valutazione, sono normalmente utilizzate tecniche come le check lists, le matrici, le reti. i diagrammi ece., che si distinguono essenzialmente per il grado maggiore o minore di enfasi e dettaglio dato all'identificazione degli impatti e alla loro quantificazione. L'applicazione di una tecnica piuttosto che un'altra dovrebbe. comunque. tener presenti le limitazioni metodologiche precedentemente segnalate. Finalmente, un ultimo problema risiede nella difficoltà di stabilire un'effettiva integrazione dello staff multidisciplinare incaricato di elaborare la VIA. L'eccessiva separatezza e compartimentazione delle varie discipline. ha indotto una tale specializzazione a livello del linguaggio e degli strumenti che, frequentemente, limita gli scambi necessari all'approccio di carattere: olistico che lo studio dell'ambiente richiede. Ciò esigerebbe, quindi, un intenso sforzo di articolazione sia da parte dei vari esperti che della gestione. Da un punto di vista strettamente metodologico­gestionale, e perciò non entrando nel merito dei metodi previsionali di competenza delle varie discipline, si può concludere che la maggior parte degli studi e rapporti di impatto di impianti idroelettrici analizzati non considerano gli aspetti precedentemente presentati. Utilizzando normalmente check lists o matrici. trattano gli impatti in modo particolarmente statico e compartimentato. Interazioni tra le componenti dell'ecosistema, basi di calcolo delle scale di misura e di importanza e compatibilizzazioni, non sono usualmente, evidenziate, risultandone valutazioni fragili teoricamente, poco trasparenti e, conseguentemente, vulnerabili dal punto di vista dell'accettazione sociale. LA VIA COME PROCESSO Dall'analisi delle direttive adottate dai vari paesi, si può stabilire ux. quadro pressochè generale dell'evoluzione della VIA come strumento dï ausilio alla decisione. E'possibile, inoltre, tracciare uno schema indicativo per una miglior formulazione del problema. Nonostante alcuni paesi realizzassero già precedentemente siudi sugli effetti ambientali di determinati impianti, e stato apartire dalla promulgazione nel 1969 del National Environmental Policy Act (NEPA) negli Stati Uniti. che la VIA viene definita e istituzionalizzata come tale. Solo con la Conferenza di Stoccolma nel 1972. pero', questa attività comincid ad essere introdotta nel processo decisionale di altri paesi. Oltre al carattere istituzionale che la VIA gradatamente assumeva. questi due eventi sexnbrano segnare un cambiamento nell'approccio usualrnente adottato nel trattaluento della dimensione ambientale. ~uesta. sino ad allora considerata dai tradizionali metodi di valutazione di progetti secondo un'ottica prevalentemente fisica e biologica. passd ad incorporare anche la coxnponente sociale. D'altro caxrto. le difficoltà strumentali relative alla misurazione degli impatti ambientali portarono a critiche e revisioni nei metodi stessi di valutazione di progetti. A partire dagli anni 70. tanto le amministrazioni pubbliche quanto le organizzazioni i centri di ricerca e le università di vari paesi si concentrarono sulla formulazione di nuove tecniche di VIÀ e di studi di valutazione. Cio' diede come risultato una produzione cospicua di lavori essenzialmente centrati sugli aspetti tecnici della questione. Già durante gli anni 80, il processo sembra consolidarsi. Effettivamente un numero sempre crescente di paesi, inclusi alcuni in via di sviluppo. adotta la valutazione di impatto ambientale come meccanismo istituzionale. Parallelamente pare avanzare una certa ridiscussione e perfezionamento a livello procedurale. Questioni quali il concetto stesso di VIA, le sue differenti fasi. gli attori concernenti e il suo inserimento nel processo decisionale. diventano centrali. Da questa prima analisi dei quasi vent'anni trascorsi dalla Conferenza di Stoccolma pare che il processo stia evolvendo, anche se in modc differenziato da un paese all'altro, nel senso di un suo maggiore carattere partecipativo con 1'incorporazione del cosiddetto "pubblico" in varie fasi della valutazione e di una maggiore trasparenza dell'azione ammintstrativa. Alla base di questa evoluzione ci sarebbero, da una parte. la persistenza di difficoltà metodologiche nel trattamento della dimensione ambientale, in particolare degli aspetti sociali. e, dall'altra, la manifestazione di crescenti pressioni sociali che avrebbero portato le amministrazioni pubbliche a una necessaria risposta istituzionale. E'interessante indagare, inoltre, in quale misura questa tendenza verso una maggior partecipazione del pubblico sia frutto non solo della pratica democratica di certi paesi ma, sopratutto, di una nuova strategia perseguita a livello delle sfere decisionali con 1'intento di ridurre i rischi di non realizzazione degli impianti proposti. Ossia, coinvolgerev il pubblico sin dalle fasi iniziali della VIA, significherebbe evidenziarew eventuali conflitti ex­mte e, quindi, disporre di tempo utile per la loro possibile "amministrazione". Inoltre, questo coinvolgimento renderebbe il pubblico compartecipe delle decisioni attuate potendo portare auna
2 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche riduzionc dei rischi e, conseguentexnente, dei costi di ulteriori mitigazioni o. in caso estremo, di non realizzazione dei progetti. Questo quadro sembra dimostrare. quindi, le insufficienze dell'ottica prevalentemente tecnica dell'inizio degli anni 70 puntata sulla ricerca di cio'che si potrebbe­denominare la "soluzione metodologica magica". Il dibattito pare ora inserirsi in una nuova dimensione dove il processo stesso di pianificazione é messo in diseussione. In una prospettiva ancor piu' ampia, si osserva alla fine degli anni 80, con 1'intensificazione della problematica ambientale. una ripresa dei vecchi interrogativi sul modello di sviluppo 4 , svelando il carattere palliativo degli strumenti introdotti nella decade anteriore. In questo contesto, sembra evidente concludere che la questione metodologica non può essere concepita come la semplice utilizzazione di una tecnica. anche perché. come abbiamo visto. praticamente tutti i metodi hanno delle limitazioni di base (difficoltà di identificazione e misura degli lmpatti, soggettività, ecc.) di difficile soluzione. Solo l'utilizzazione di tecniche piu'trasparenti, inserite nell'ambito di un processo globale di elaborazione della VIA che consideri i vari attori concernenti, puo' ridurre queste limitazioni e costituire un corpo metodologico piu' solido. Incertezze, attori ed eventua~i confütti devoncs pereiò essere ammessi in questa dinamica attenuando la tendenza. spesso osservata. di considerare la VIA come uno strumento esclusivamente tecnico, sprovvisto di dixnensione politicoamministrativa. Non si tratta di sottovalutare gli aspetti tecnici. bensì di sottolineare l'importanza di un approccio sistemico che tenga conto sia della dimensione tecnica che procedurale. Questa concezione piu' integrata potrebbe pure portare a un calo della polarizzazione ancora esistente sui vari Studi. Rapporti, Statements, ece. spostando la discussione verso un perfezionamento delle procedure stesse di elaborazione. Pensare la VIA non piu' come un semplice prodotto, ma come un processo articolato e dinamico che, oltre alla sua logica interna, si inserisca in una dinamica piu' ampia di pianificazione. sembra il modo piu'efficace di procedere. L'INSERIMENTO DELLA VIA NELLA PIANIFICAZIONE Analizzando la pratica dei vari paesi, si può concludere che mou esiste. nella maggior parte dei casi, un'effettiva integrazione tra la VIA e la pianificazione in senso globale. Questo si basa sulla constatazione che la VIA. anche in nazioni più strutturate a livello procedurale e legale, in pratica. é frequentemente sviluppata ai margini del processo decisionale. Gli studi di impatto degli impianti idroelettrici, per esempio. normalmente previsti nella fase della pianificazione ceiativa all'autorìzzazaoc:e dì costcuzione e esercizio. sono eseguiti per progetti precedentemente selezionati da parametri tecnico­ economici senza che siano confrontate sul piano ambientale le alternative di carattere tecnologieo o relattve all'ubicazione. Per rendere la VIA più eflìcace come strumento di ausilio alladecisione. sarebbe necessario, invece. che essa condizionasse, ln concomitanza con la valutazione tecnico economica. la fattibilità di un progetto selezionato tra le varie alternattve progettuali. Sarebbe inoltre importante che essa accompagnasse le varie fasi del processo di pianificazione evolvendo. secondo un ineremento del grado di dettagllo. dalla sfera nazionale a quella regionale e locale. Prendendo come esempio fi processo di scelte energetiche. una valutazione preliminare dovrebbe essere effettuata a livello del piano energetico nazionale, comparando le varie opzioni energetiche non solo dal punto di vista tecnico­economico, ma anche ambientale. Supponendo che risulti come migllor alternativa l'idroelettricità, dovrebbe anallzzarsi in modo analogo il suo programma di espansione per poi valutare in dettaglio un progetto specifico e le rispettive alternative tecnologiche e/o diubicazione. La figura lindica questo schema di analisi. 4 Vedere a questo proposito recente rapporto della Commissione Brundland "Our Common Future", Oxford University Press, Oxford, 1987.
3 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche Figura 1: Livelli di inserimento della VIA nella pianificazione(Fonte: Adattato da Westman, W. E. op. cit.) A livello locale, la VIA dovrebbe lnoltre considerare le interazioni del progetto con piani e programmi previsti per la stessa zona, prevedendone gli effetti cumulatlvi e sinergici e verificandone la compatibilità con la pianificazione regionale. La questione degli impatti cumulativi e sinergict é particolarmente rllevante nel caso degh impianti idroelettrici. A causa della loro usuale grande dimensione, tali opere possono provocare impatti considerevolf risultanti dalle interazioni, non solo con altri progetti, ma anche con altre centrali previste nello stesso bacino idrografico. Una volta rllevato il potenziale idrico, la valutazione degh tmpatti dovrebbe, quindl, essere effettuataallvello del complessivo bacino stabllendo, in concomitanza con l'analisi tecnico­economica, una gerarchia di sfruttamenti. Per valutare ogni sfruttamento sarebbe, poi, necessario considerare le interazioni con le altre centrall previste. Questa integrazione sia verticale che orizzontale alla planificazione, oltre ad imprimere una maggior effettività alla VIA, permetterebbe un perfezionamento del processo stesso di decisione. Una definizione graduale degll investfmenti sulla base di parametri tecnici, economici, politici e ambientali potrebbe portare a scelte piü razionah e socialmente accettabüi. UNA PROCEDURA PER L'ELABORAZIOIVE DELLA VIA A prescindere dalle specificità politiche, legali ed istituzionali delle varie nazioni, e dalle caratteristiche degli ecosisteml, si potrebbe formulare uno schema indicativo. generale per la realizzazione della VIA di impianti Idroelettrlci costituita da cinque grandi fasi: la definiztone delle condizioni di base, la valutazione degll impatti ambientah, la proposta di modifiche e mitigazioni, la fase declsionale ed il monitoraggio (vedere Figura 2). Suesto schema sequenziale di attività presuppone feed­ backs tra le varie fasi, formando un processo dinamico e interativo che consente una consolldazione graduale della VIA. La prima fase, che consiste nella formulazione del corpo di informazioni necessarie alla realizzazione delle fasi successive, dovrebbe contemplare tre punti principali: 1'analisi dettagliata dell'impianto 0 opera proposta identificando le sue possibili interazioni con l'ambiente, lo studio approfondito dell'ambiente e la chiara definizione degli obbiettivi da raggiungere secondo l'ottica dei differenti attori interessati. I due primi aspetti, apparentemente evidenti, in pratica non sempre sono anahzzati in modo efficace. Per quanto riguarda I'analisi dell'impianto, molte valutazioni si llmitano ad una semplice descrizione del progetto senza considerare il suo inserimento a llvello ambientale. Ciò si traduce in una scarsa conoscenza da parte dello staff multldisciplinare delle caratterlstiche impiantistiche e delle posslbili interazioni con 1'ambiente. Lo studio dettagliato dell'ambiente, d'altra parte, dovrebbe contemplare il rilievo e l'analisi della dinamica delle variabih fisiche, biologlche e socio­culturali identificando quelle potenzialmente impattate
4 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche dall'impianto corpo di dati in questa fase é fondamentale e dovrà essere costituito sai da dati secondari che, e principalmente, da dati primari rilevati sul luogo. Com quest'ottica interativa e piú direzioale si potrebbero cosi evitare descrizoni troppo estese, oppure eccesivamente semplicistiche, dell'impianto e dell'ambiente e permettere uno sviluppo piú efficate delle fasi successive. Figura: 2 Schema indicativo per realizzare la VIA di implanti idroletrici La fase di definizione degli obbiettivi e degli strumenti per raggiungerli, oltre a costituire un aspetto normalmente trascurato nella VIA, dovrebbe considerare le ottiche dei diversi attori interessati. Questa attività, nonostante la complessità, potrebbe essere operata da un comitato ad hoc, ossia,
5 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche costituito per un apposito impianto, che avrebbe inoltre 1'incarico di seguire e controllare il processo complessivo di elaborazione della VIA. Tenendo presenti le differenze tra i vari paesi e le specificità del caso in analisi, questo comitato potrebbe riunire rappresentanti del proponente, del corpo tecnico Incaricato dello studio, delle istituzioni centrali e locali interessate e della collettività (forze sociali, gruppi di pressione. movimenti ecc. di carattere nazionale e locale). Presupporrebbe. anche, 1'azione di uno o piü elementi rivestiti di una relativa neutralità e autonomia per gestire eventuali conflitti tenendo conto sia dei tempi che dei costi dell'operazione. guesto stesso comitato potrebbe, inoltre, partecipare in modo più attivo nella fase di attribuizione dei pesi degli impatti riducendo così la forte soggettività presente inquesta attività. Da ciò potrebbe derivare.ounaunicavalutazione tn caso di consenso. o differenti "scenari" di valutazione secondo le ottiche dei diversi attori. In questo caso, sarebbe poi il decisore a stabilire un tradeoff tra le varie tendenze. Una volta definite le condizioni di base. dovrebbero intervenire le tradizionali fasi della valutazione di impatto ambientale, ossia, l'identifìcazione, la predizione e la valutazione vera e propria. E' in questo stadio che subentrano tecniche specifiche di analisi. Per quanto riguarda la predizione, è compito eclusivo dei vari esperti stabilire metodi previsionali adeguati allo studio degli aspetti di loro competenza. A causa dell'elevata incertezza presente in questa attività, sarebbe, però, consigliabile la priorizzazione di approcci di tipo probabilistico. Per le fasi di identificazione e valutazione, invece. si ritiene opportuna l'applicazione di una tecnica basata sull'utilizzazione di scale valutative che permetta un'analisi integrata degli impatti. In conseguenza delle difficoltà metodologiche già esposte, é fondamentale, inoltre, che questo metodo sia esplicito quanto alle basi di calcolo adottate e che consideri l'intervento di vari attori. L'analisi multicriteri pare uno degli approcci pin consistenti con quest'ottica. La fase seguente relativa alla proposta di modifiche e mitigazioni, presuppone una chiara definizione dei piani e programmi necessari alla riduzione degli impatti più significativi. Contrariamente a ciò che si verifica in pratica, questa attività dovrebbe costituire uno dei punti centrali della VIA, stabilendo mezzi e costi che garantiscano l'effettività delle misure proposte. Una volta realizzata quest'ultima fase. la VIA può essere considerata conclusa. Le varie alternative di progetto, analizzate secondo lo schema precedentemente descritto, sono successivamente confrontate nella fase Infine, l'ultimo stadio che si riferisce al monitoraggio, nonostante non uisca propriamente una fase della VIA, deve essere articolato in modo più effettivo al processo. Ciò significa che durante la costruzione e 1'esercizic. dell'impianto é fondamentale il controllo degli effetti sull'ambiente, sia per introdurre modifiche o mitigazioni non previste durante la valutazione, sia per alimentare con informazloni pid precise le future valutazioni di impianti simlli o in ecosistemi arraloghì. L' ANALISI MULTICRITERI Il quadro teorico L'analisi multicriteri (AMC) si fonda su concetti e metodi sviluppati nell'ambito di differenti dlscipline come 1'economia, la ricerca operativa. la teoria delle organizzazioni e la teoria sociale delle decisioni. Nasce in un contesto critico al modello razionale classico della teoria delle decisioni, spostando 1'approccio. da una configurazione in cui decisore e criteri sono unici verso una configurazione che 5 considera sia la pluralità degli attori e dei criteri, sai l'imperfezione dell'informazione . L'AMC há subito unintenso sviluppo, particolarmente negli ultimi dieci anni, ed è sempre piìt applicata a problemi decisionali di natura diversa che implicano punti di vista diversi e. a volte, contraddittori. Nonostante non esista una teoria unica dell'AMC, sono ricorrenti nella letteratura specializzata alcuni concetti di base come: attore. azione, criterio e famiglia di criteri. Sempre in termini generali, 1'analisi multicriteri è attuata secondo uno schema sequenziale di fasi, non statico nè lineare. che presuppone feed­backs, revisioni e riformulazioni nel corso del processo. Le fasi principali dell'analisi sono: definizione delle azioni potenziali o desiderate che devono essere analizzate, formulazione dei criteri di analisi, valutazione delle azioni sulla base di ogni criterio e aggregazione finale utilizzando uno dei metodi di AMC. Il termine "attore" 6 è utilizzato per designare 1'individuo (o gruppi di individui che intervengono nel processo in maniera concorde e omogenea) che ha la capacità di lnfluenzare direttamente o 5 Giangrande, A. ,"Analisi Multicriteri e Valutazioue d'Impatto Arubierrtale: il caso delia Cammionale Firenze Bologna", in "I Seminario Internazionale: Tecniche di Valutazione di piani e Progetti nell'attuazione urbanistica", Università La Sapienza/Università di Reggio Calabria. Roma. marzo 1988. 6 Per queste defrnizioni. vedi: Giangrande. A. "Teoria dei modelli per la Progettazione" Corso per 1'anno accademico 89/90, Università La Sapienza. Roma; Schãrlig, A. "Décider sur plusieur critéres. Panorama de I'aide à la décision multicritère", Presses Polytechniques Romandes, I.ausanne, 1985; Rov, B. "Méthodologie multicritère d'aide a la décision", Economica, Paris, 1985.
6 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche indirettamente la decisione. Secondo il grado di intervento, un attore può svolgere ruoli diversi nel processo. Nella letteratura di lingua francese, sono normalmente utilizzate definizioni come:"intervenants". per designare gli attori che fanno prevalere le proprie preferenze. "agis ", per gti attori passivf le cui preferenze sono considerate dagli "intervenants" in termini reali o ipotetici, "homme d'etude", per f tecnfci che possono anche svolgere un ruolo di consiglleri o mediatorf, "demandeur" per 1'attore interessato a che il processo si svolga nella forma pin "correttá' possibile. 1 sisteml di valore, di informazioni e di relazioni di ciascun attore possono evolvere nel decorso del processo di decisione provocando modifiche sia nel numero degli attori coinvolti, sia nei loro Hvelli dtintervento. Un "azione" e la rappresentazione che un attore costruisce per sè della soluzione di un problema o di un elemento che permette di arrivare alla soluzione. Quando le azioni sono reciprocamente esclusive, un insfeme di azionl rappresenta un insieme di alternative. La definizione dell'insieme di azioni è raggiunta gradualmente nel corso del processo. Un "criterio" è un Indicatore, indice o funzione, che permette di stabilire un giudizio di preferenza tra azioni. Per ctascuna azione si identifica un insieme di conseguenze (definito da Roy una "nuvola di conseguenze") e si procede alla scomposizione delle stesse in conseguenze "elementari". A ciascuna conseguenza elementare corrisponde un criterio. L'insleme dei crlteri, normalmente chtamato "famiglia di criteri", deve soddisfare certe condiziont. Per Roy la famiglia di criteri deve essere coerente e i criteri devono essere indipendenti tra loro. Secondo Keeney e Raiffa 7 ,deve essere esaustiva, operativa, ossia utilizzablle praticamente, scomponibile in una funzione di utilità, non ridondante e minimale, ossia ristretta al minor numero possibile dl criteri. Essendo la definizione dei criteri uno dei punti centrall dell'AMC, si è verificato un grande sviluppo teorico circa le loro caratteristiche e la loro formulazione, questioni che tuttavia non potranno essere affrontate in questo lavoro. Un altro aspetto fondamentale relativo ai criteri è la loro quantificazione, ossia la definizione delle scale di misura e lo stabilimento dei pesi. Questa problematica sarà ripresa pitr avanti e discussa a livello applicativo. La valutazione delle azioni in base ai criteri si traduce, normalmente, in una matrice di giudizi o di valutazione che mette in relazione ciascuna azlone potenziale a ciascun criterio. La scelta del metodo di AMC da impiegare successivamente per effettuare 1'aggregazione dipende dal tipo di applicazione e dalla problematica decisfonale di riferimento, Roy definisce quattro differenti problematfche di riferimento: ­ la problematica della scelta, o a ,consiste nella selezione di un sottoinsieme il più possibile ristretto che contenga le azioni "migliori" o quelle "più soddisfacenti" mirando alla scelta finale di una unica azione. ­ la problematica della selezione, o b ,consiste nell' attribuire a ciascuna azione una categoria. Queste categorie sono definite a priori, e possono essere costituite dalle azioni accettablli, da quelle peggiori e da quelle che richiedono uri analisi addizionale. ­ la problematica della classificazione, o g , consiste nell'aggruppamento di tutte o di parte delle azioni (le pid soddisfacenti) in classi di equivalenza ordinate secondo le preferenze. ­ la problematica della descrizione, o d , consiste nella descrizione, in un linguaggio appropriato, delle azioni e delle loro conseguenze. Il confronto e la valutazione delle azloni consiste nella costruzione di una struttura di preferenza costituita da un insieme di relazioni binarie utilizzate per comparare le alternative due a due. Da questa struttura di preferenza, e quindi dal numero e dal tìpo di relazioni che la definiscono. dipende la capacità del modello da utilizzare. 7 Keeney, R. L. e Raiffa. H. "Decision wlth multiple objectives: preferences and value tradeoff", John Wiley and sons, New York, 1976.
7 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche Supponendo la comparazione di due azioni a e b appartenenti ad un insieme A, si possono 8 stabilire tra loro le seguenti relazioni di preferenza (P), di indifferenza (I), e di incomparabilità (R). Queste relazioni possono essere rappresentate graficamente da: Il modello di decisione classico, orientato sull'ottimizzazione di una funzione g su A, considera solo le due prime relazioni, ambedue transitive, ossia: aPb <=> g(a) > g(b) "modello classico" aIb <=> g(a) = g(b) alb <=> g(a) = g(b) che deve soddisfare a: aRb: R è vuoto aPb e bPc => apc: P è transitiva aIb e bIc => aIc: I è transitiva Altri modelli, nel contestare la transitività della relazione di indifFerenza, stabüiscono un valore limite, al di sotto del quale 11 decisore o non percepisce una differenza tra i due elementi o rifìuta di pronunciarsi a vantaggio di uno sull'altro. Sono i modelll denominati "modelli a soglia" costante o variabüe. La relazione di preferenza P è sempre transitiva e 1'incomparabilità non è considerata. Altri modelli, ancora, considerano un valore limite di indifferenza, al di sotto del quale il decisore mostra una indifferenza netta, e un valore limite di preferenza, al di sopra del quale il decisore mostra una preferenza netta. In questi modelh è introdotta una nuova relazione J , definita "preferenza debole", che indica una indecisione tra 1'indifferenza e la preferenza. Sono i modelli denominati "modelli a due soglie": aPb<=>g(a)> g(bJ+P(g(b)) aJ b < = > g(b) + p(g (b) ) > g(a) > g(b) +q(g (b) ) aIb < = >g(b) + q(g (b) ) > g(a) g(al + q(g (al ) > g(bl Infine, altri modelli consistono nell'introdurre la relazione di incompatibilità nei modelli precedenti. guesti modelli partono dal principio che nei processi decisionali frequentemente non si desiderano o non si dispone di informazioni per comparare due azioni. L'incomparabllità si applica in questi contesti e nei casi in cui devono essere aggregati punti di vista contraddittori. 9 I metodi di AMC sono generalmente classificati in tre grandi famiglie: la teoria dell'utilltà 10 11 multiattributo, i metodi di surciassamento e i metodi Interattivi. Roy li definisce rispettivamente come: approccio del criterio unico di slntesi che esclude ogni incomparabilltà, approccio di surciassamento di sintesi che accetta 1'incomparabüità e approccio di giudizio locaie lnterattivo con interazione tentativo­ 12 errore. Schàrlig , a sua volta, li classifica rispettivamente come metodi di aggregazione completa, parziale e locale. Il primo gruppo di metodi, relativo alla teoria dell'utilità multiattributo, è di isptrazione americana 13 dlversamente dal secondo, di isptrazione francese. Consiste nel massimizzare unafunzione, dettadivalore o di utllità, che riunisce tutti i differenti giudizi, ossia una funzione del tipo: U=U(gl, g2,...... gn) Questa teoria si basa su una struttura di preferenza che considera solamente le relazione di preferenza e di indifferenza transitive (escludendo quindi 1'incomparabilità). Può essere applicata alle tre problematiche decisorie a, b e g, dato che permette la costruzione di ordinamento di azloni e 1'identificazione dell'azione migliore. Nell'ambito di questa teoria esistono. in pratica, due approcci: quello della teoria del valore multiattributo (MAVT), di carattere deterministico, e quello della teoria della utilità multiattributo propriamente detta (MAUT), di carattere probabilistico. Essa, utilizzando concetti e terminologle un po' differentl dalla scuola francese, parte, in generale, dall' identificazione delle conseguenze di una determinata azione, defmisce un albero dl obiettivi da ragglungere e associa a ciascun obiettivo un attributo. Si tratta, in seguito, di stabilire una funzione per ciascun attributo e, infine, unafunzione multiattributo aggregata. Alcuni metodi fanno anche 8 Vincke, P. "L'aide multicritere a la Décision", Editions de l'Université de Bruxeless, Bruxelles, 1989, cap. II Vincke, p. op. cit. Introduzione generale, cap.IV, V e VI 10 In francese "surclassement" 11 Roy. B. op. cit.. cap. 11 12 Schärlig, A. op. cit. cap. 4, 8 e 10. 13 Tra i molti lavori che seguono questa linea, vedi quello fondamentale di R.L. Keeney e H. Raiffa, op. cit
9 8 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche riferimento alla determinazione di una "costante di scala" per ciascun attributo, equivalente approssimativamente al peso del criterio della scuola francese. Le forme analitiche della funzione di aggregazione possono essere di carattere additivo, moltiplicatlvo e mlsto, oppure modelli più complessi, a seconda delle caratteristiche della problematica. Il modello additivo è il più semplice e il più utilizzato. La determinazione della funzione di valore o di utllità per ciascun attributo può essere fatta attraverso diverse tecniche che, in generale, presuppongono la formazione di una funzione discreta, mediante la consultazione diretta del decisore o dello specialista e la conseguente derivazione dell'espressione analitica corrispondente. Vi sono, ancora. metodi indiretti di costruzione della funzione di tipo additivo. ossia metodi che determinano una funzione di utilità ottima globale mediante programmazione lineare e successiva analisi di sensibilità. La normalizzazione. dunque, non è effettuata à livello di ciascuna funzione di valore parziale, essendo i criteri (o attributi) espressi in termini numerici. E' il caso del metodo UTA e del programma PREFCALC che prende a base questo metodo 14 . La seconda grande famiglia di metodi, denominati di surclassamento, è, come si è già detto, di provenienza francese e si basa su una relazione binaria S chiamata "relazione di surclassamento". Roy, che è considerato il fondatore di questa scuola. definisce questa relazione come "una relazione binaria S defìnita in A tale che aSb se, dato ciò che si conosce delle preferenze del decisore e data la qualità delle valutaziont delle azioni e la natura del problema, esistono argomenti sufticienti per ammettere che a è alineno tanto buona di b, senza che ci sia una ragione importante per rifiutare questa affermazione" 15 Schärlig formula la seguente definizione: "uri aztone surclassa uri altra se essa è almeno tanto buona dell'altra rispetto alla maggior parte dei criteri, senza essere eccessivamente peggiore di questa rispetto 16 ag altri criteri" Questi metodi accettano tanto 1'incomparabilltà quanto 1'intransitiviti e sono più consigliabill quando il numero delle azioni non è molto elevato La differenza fondamentale tra essi consiste nellaformain cui operano le du fasi di indirizzo del problema, ossia la costruzione della relazione di surclassamento e 1'Impiego di essa per giungere ad una sintesi. Il principale insieme di questi metodi deriva dai lavori di Roy ed conosciuto come la famiglia dei metodi ELECTRE (Elimination et Cho. Traduisant la Realité). Il metodo ELECTRE I fu sviluppato per primo (1968) e si applic nell'ambito della problematica di riferbnento a. Consiste nello stabilire relazione di surclassamento in base a due indici, uno di concordanzae I'alti di discordanza, che variano da 0 a 1. L'indice di concordanza permette di misurare se una azione G surclassa un'altra (b) mediante il calcolo del peso totale dei criteri a favore di a. Quello di discordanza verifica se i criteri in cui b è migliore di a arrivar a compromettere la relazione precedente. Definita una soglia di concordanza ^c e una di discordanza ^d la relazione di surclassamenta è definita da: aSb se e solamente se c(a,b) > c d(a,b) < d in cui c(a.b) e d(a,b) sono rispettivamente gli indici di concordanza discordanza. Una volta definita la relazione di surclassamento, che può esse rappresentata graficamente secondo quanto rappresentato all'inizio questa sezione, si tratta di identificare il sottoinsieme di azioni tale cl ciascuna azione che non sia inclusa in esso è surclassata da alme~ un'azione. Le azioni di questo sottoinsieme devono essere. inoltc incomparabili tra loro. In teoria dei grafi questo sottoinsieme è definito no~ ed esistono algoritmi per la sua determinazlone. Il programma ELECTRE I sviluppato in base al metodo ELECTRE I. è tra i pin utilizzati. Il metodo ELECTRE II è il secondo della famiglia dei metodi ELECTRE (1971 ­ 1972) e si applica nell'ambito della problematica g . Con una struttu simile all'ELECTRE I, costruisce però due relazioni di surclassamento: SF detta di surclassamento forte e Sf detta di surclassamento debole. Conseguentemente sono introdotte due soglie di concordanza e due discordanza. L'ordinamento delle classi di azionl è fatta in senso dlscendente ascendente. Secondo il primo tipo di ordinamento, la classe delle miglic azfoni è ottenuta identlficando 1'insleme delle azioni che non sono fortemente surclassate da nessun'altra azione. In questo insieme è identificato n sottoinsieme delle azionl che non sono debolmente surclassate danessuri altra azione, che rappresenta la prima classe dell'ordinamento. Successivamente ll procedimento è ripetuto per 1'insieme delle rlmanenti azioni. In modo analogo è efiettuato 1'ordinamento in senso inverso, ossia dalle azioni meno accettabili alle 14 15 16 A questo proposito, vedi Vinckle, p. op. Cit., cap.IV Vinckle, p. op. Cit., cap.V Schärlig, ª op.. cit., cap 8
9 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche migllori. Frequentemente questi due ordlnamenti non sono coincidenti. Se sono simili, si potrebbe stabilire un ordinamento intermedio. altrimenti è necessario uno studio pid approfondito. Questo è il metodo piìs conosciuto ed applicato dei metodi di surclassamento. Il metodo ELECTRE III, sviluppato nel 1978, comprende sviluppi della modellistica delle preferenze, ed è applicabile anche all'ambito della problematica y. Costruisce una relazione di surclassamento "fuzzy" caratterizzata da un grado di surclassamento associato a ciascuna coppia di azioni che rappresenta la maggiore o minore "credibllità" di surclassamento di un'azione su un'altra. Piìt sofisticato e complesso dei precedenti, questo metodo, con 1'introduzione di questo concetto d1 "credibilità", ricorre ad una serie di parametri tecnici. Nell'indlce di concordanza considera due soglle, una di preferenza e 1'aitra di tndifferenza e in quello di discordanza una soglla di veto. A partire dalla relazione di surclassamento sono realizzati due ordinamenti, uno decrescente e 1'altro crescente, mediante 1'uso di tecniche definite di "distillazione". I due ordinamenti sonosuccessivamente comparati e si può stabilire, tn modo analogo all'ELECTRE II, un ordlnamento intermedio. Inflne, il metodo ELECTRE IV è il più recente (1982) e si apphca anche alla problematica y. Come nell'ELECTRE III, si realizzano due ordinamenti per "distillazione" che sono comparati al termine della procedura. In linea generale, la differenza fondamentale di questo metodo è che considera due relazioni di surclassamento (SF e Sf) escludendo tuttavia la ponderazione dei criterl. Esistono ancora, nell'ambito dei metodl di surclassamento, diversi altri di sviluppo recente 17 , la cui descrizione tuttavia renderebbe troppo ampio questo quadro generale sull'AMC. La terza qrande famiglia di metodi è anch'essa dl sviluppo recente e, sebbene presenti grandi potenzialità di applicazione, non verrà anallzzata. E' importante segnalare tuttavia che questi metodi hanno il vantagglo di alternare fasi di calcolo e fasi di dialogo, ossia presuppongono un intervento continuo e diretto del decisore o di altri attori nella costruzione della soluzione e non solamente nella definizione del problemai 18 . Come si è glà detto, i campi di applicazione dell' AMC sono tra i più diversi. La sua utilizzazione nell'ambito della VIA è ancora ristretta, sebbene si possa notare un crescente interesse e perfezionamentoi 19 . In termini qenerali, i vantaggi dell'AMC in questo campo di studio possono essere cosi riassunti: ­ permette un'analisi sistematizzata, non statica e graduale; ­ si fonda su presupposti teorici solidi; ­ permette di operare una valutazione in base a criteri diversi. quantitativi che qualltativi, e in presenza di imperfezione dell'informazlone; ­ ammette punti di vista differenziati e, eventualmente. contrastanti; ­ unisce aspetti di carattere teorico e tecnico ai processi di dialogo e negoziazione. Di seguito sarà svolto un saggto di applicazione prendendo come esempio la VIA di centrah idroelettriche. Un saggio di applicazione L'appllcazione di un metodo di AMC è particolarmente appropriata quando si tratta di comparare alternative di progetto. La AMC, tuttavia, può essere utilizzata anche nell'analisi di un progetto specifico per identificare, oltre al suo grado di impatto globale, quelle azioni "più impattanti" e che, dunque, potenzialmente più richiedono modifiche e mitigazloni. In questo saggio si è scelto questo secondo approccio. Si vuole quindi applicare un metodo di anatisi multicriteri della famiglia del metodi basati sulla teoria dell'utilità multiattributo, più specificamente un metodo del tipo MAVT (teoria del valore multiattributo) alla VIA di un ipotetico progetto idroelettrico di grandi dimensioni contestuallzzato in un ambiente di tipo amazzonico. La scelta di questo metodo si basa sul fatto che oltre ad essere più operativo in casi che possono implicare moite azloni e criteri, permette di esplicitare in forma chiara e accessibile le basi di calcolo dei parametri conslderati. Questa applicazione prende a base metodologica i lavori svolti da Giangrande e dalla sua equipe sulla VIA di tnfrastrutture lineari (vedi bibliografia). E' Lmportante sottolineare anche che, per 1'impossibilità di studiare un caso concreto, questo saggio deve essere strettamente considerato come un esempio di indirizzo procedurale. 17 18 19 A questo proposito vedi Vinckle, p. op. Cit. Pagg.98 a 108 Una descrizione dettagliata di questi metodi si trova nelle opere di Vinckle, Schärlig e Roy Vedi, per esempio, i lavori svolti da Giangrande per l'Universitá di Roma e da Laniado e Colorni del Poli!ecnico di Milano
10 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche In sintesi, 1'applicazione comprende le seguenti fasi: Definizione delle azioni del progetto; Definizione degli obiettivi e costruzione subordinazione; ­Definizione de1 crlteri di valutazione e costruzione delle scale e delle funzionl di valore; ­Elaborazione della matrice di valutazlone che relaziona azioni e criteri: ­Attribuzione de1 pesi ai criteri; ­Aggregazione finale utilizzando un metodo MAVT di tipo additivu; ­Analisi dei resultati. Suesto "schema procedurale" può essere applicato, in principio, a qualsiasi progetto idroelettrico. Nel caso di uri applicazione concreta, tuttavia, la definizione delle fasi che si vedrà in seguito. deve considerare le speclficità del progetto e del contesto naturale e sociale nel quale esso si inserisce. Presuppone, inoltre, l'intervento di specialisti settorlali, cosa che non è stato possibile realizzare tn questo saggio. (a) Definizione delle azioni In questa fase, si possono definire due tipi di azioni: azioni di carattere temporale e azioni di carattere spaziale. Dal punto di vista temporale, s1 distinguono, in princlpio. tre grandi momenti: installazione del cantiere, costruzione dello sbarramento e esercizio della centrale. Ciascuna di queste azioni può essere suddivlsa Ln azioni spaziali. Dal punto di vista spazlale, è possibile operare in due modi. In presenza di indeflnizioni e/o in mancanza di informazioni a priori, si può stabilire una definizione approssimata dell'area di influenza e suddlviderla in unità territoriall (UT) di uguale dimensione. Questo approccio è indicato anche quando si vuole un livello di analisi dettagllato. La definizione dell'area di queste UT è relativamente arbitraria. Normalmente si considera in termini approsshnatl la scala dell'opera e degli impatti. Non è consigliabile, in qualsiasi modo, che il numero delle UT sia troppo piccolo, col rischio di perdere gradi di sensibilità, nè troppo grande, col rischio di rendere improcedibile I'analisl. Un numero massimo di 100 unità è raccomandabile. Un altra procedura piìx sintetica consiste nello stabilire azioni spaziali in funzione di una stessa "tipologiá" di impatto da esse prodotta. guesto approccio presuppone un'anallsl prelLninare dell'opera e della sensibilltà ambientale. In questo caso, ciascuna azlone temporale potrebbe essere suddivtsa nelle seguenti azioni spaziali: 1 ­ Area dei lavori/cantiere 2 ­ Area del serbatoio 3 ­ Area a monte 4 ­ Area a valle 5 ­ Area di riallocazione della popolazione 6 ­ Area di influenza rimante Queste aree sono segnale nello schema seguente (b) Identificazione degli obiettivi e costruzione della gerarchia di subordinazione In questa fase si è scelto di identificare gli obiettivi che devono essere raggiunti allo scopo di minimizzare gli impatti del progetto sull'ambiente.
11 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche Gli obiettivi sono articolati a partire da un obiettivo "radice" scomposto a sua volta in sotto­ obiettlvi piìx dettagliati ("rami" e "foglie") ad esso subordinati. La transitività della relazione di subordinazione garantisce che la soddisfazfone degli obiettivi nei livelli inferiori della gerarchia soddisfi indirettamente tutti gli altri. Mentre gli obiettivi piü vicini alla "radice" sono, in generale, di carattere più "strategico", man mano che si avvicinano alle "foglie", acquistano un carattere più "tecnico", rappresentando aspetti relativf a una o più componenti ambientali. Esistono diverse tecniche che aiutano nella costruzione della gerarchia. Esse partono generalmente da una lista di obiettivi non strutturata, ampliandola successivamente in obiettivi sempre più specifici fino a raggiungere una struttura detta "completá". Una di queste tecniche, molto utilizzata e semplice, consiste nella formazione di obiettivi subordinati mediante la formulazione della domanda "come?", per ciascun obiettivo enunciato. Successivamente, si procede in senso inverso, ossia dagli obiettivi subordinati verso quelli strategici, ponendo la domanda "perchè?". Il procedimento di costruzione della gerarchia di obiettivi deve essere ripetuto diverse volte prendendo a base, da un lato. le informazioni e le analisi dei differenti specialisti in termini di potenziali impatti prodotti dall'opera e, dall'altro, le preoccupazioni e opinioni dei diversi attori. La figura 3 presenta una gerarchia di obiettivi per un'idroelettrica costruita in base alla letteratura 20 A titolo di esempio, dunque, st è considerato come obiettivo radice "minlmizzare I'impatto della centrale sull'ambiente" che si scompone in tre grandi sotto­obiettivi definiti rispettivamente: "minimizzare l'impatto sul contesto naturale ed estetico", "minimizzare 1'impatto sul contesto socioeconomico e culturale' e "minimizzare conflitti con la pianificazione e con le imposizioni di legge". i quali, a loro volta, si scompongono in obiettivi pid specifici. In questa gerarchia due aspetti meritano una particolare sottolineatura. Da un lato, trattandosi di una applicazione ad un caso ipotetico, il dettagliamento della gerarchla rimane ad un livello relativamente generale. La difficoltà di definire obiettivi foglla piü specifici è particolarmente evidente nel caso del contesto socio­economico e culturale e in quello che si è definito "conflitti con la pianificazione e con le imposizione di legge". Essendo tuttavia lo scopo prlmario di questo esemplo di mostrare la costruzione di una possibile struttura gerarchizzata e non di proporre una tipologia di impatti o di obiettivi. questi aspetti perdono rilevanza. D'altro lato, l'introduzione al livello i dell'albero del sotto­obiettivo "minimizzare conflitti con la pianificazione e le imposizioni di legge", rappresenta un aspetto normalmente non constderato nelle valutazioni di impatto tradizionali. Questo sotto­obiettivo ha, in réaltà, una natura un pd differente dagli altri due. Consiste nell'introdurre nella valutazione la verifica di compatibilità dell'opera con i piani e i programmi previsti per la stessa area e a livello globale e la certificazione del rispetto delle imposizioni di carattere legale e normativo. Dovéndo essere, nel caso di un progetto specifico, più dettagliato é potendo eventualmente includere altre "questioni conflittuali", rappresenta, nella realtà, più che un obiettivo poichè il non rispetto, per esempio, di certe imposizioni normative potrebbe portare alla sospensione del progetto. (c) Definizione dei criteri di valutazione e costruzione delle scale e delle funzioni di valore. Construita la gerarchia degli obiettivi, questa fase presuppone lo stabilimento di criteri che permettano di valutare in che misura una determinata azione rispetta un obiettivo. Per garantire 1'applicabllità di un metodo di tipo additivo, i criteri devono essere tndipendenti tra di loro. Questa attività consiste nell'attribuire a ciascun obiettivo foglla un criterio chiamato "terminale" costituito da un insieme di livelli. Il numero di livelli può variare da un criterio all'altro e normalmente si considera come livello 0 la situazione di assenza di impatto. La caratterizzazione dei livelli di impatto può essere tanto quantitativa che qualitativa ed è realizzata dai diversi specialisti settoriali. Ai fini di questo saggio si suggerisce la definizione dei livelli di tutti i criteri in termini qualitativi. ossia mediante la descrizione succinta (che può eventualmente contenere parametri quaníitativi di riferimento) delle situazioni di impatto causate dall'interazione tra il progetto e 1'ambiente. ordinate in grado crescente di gravità. I livelli. definiti in scala ordinale, richiedono di essere successivamente convertiti in scala di rapporto e, pertanto, si procede alla costruzione di una funzione di valore per ciascun criterio terminale. 20 per gli impatti ambientali di idroelettriche sono stati utilizzati principalmente: Ministerio de las Obras Püblicas y Urbanismo. "Guias metodologicos para la elaboraciòn de estudios de impacto ambiental ­ andes presas", Madrid. 1989: Eletrobràs. "Manual de Estudos de Efeitos Ambientais dos Sistemas Eletricos", Rio de Janeiro, junho/86. Per gli aspetti concettuali e strutturali della gerarchia e per gll impatti sul paesaggio sono stati utiliuati principalmente: Giangrande, A. "Analisi Multicriteri e valutazione d'impatto ambientale: il caso della cammlonale Firenze ­ Bologna" op. cit
12 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche Questa funzione discreta è normalizzata corrispondendo i suoi valori estremi (0 e 1) rispettivamente alle situazione di assenza di impatto e di impatto massimo. La funzione è costruita richiedendo ad ogni specialista settoriale di fornire le stime delle relazioni di importanza tra ciascuna coppia di livelli dei criteri di sua competenza. Il confronto può essere reallzzato utillzzando tecniche appropriate, tra le quali le piìx usate sono il metodo di "rating" e il metodo di Saaty 21 . Il primo consiste nel suddividere un totale di 100 punti tra due livelli in modo da evidenziare la relazione di gravità tra essi. Il secondo classifica i livelli secondo una scala di valore che varia da 1 a 9 nel modo seguente: 1, quando i livelli hanno importanza equivalente; 3, se un livello è leggermente piìt importante dell'altro; 5. se un livello è più importante dell'altro; 7, se un livello è molto più importante dell'altro; 9, se un livello è assolutamente più importante dell'altro. I livelli 2. 4. 6 e 8 definiscono situazioni intermedie di incertezza. Una volta definito il valore di un livello, 1'altro avrà un valore inverso. Utilizzando qualsiasi delle tecniche precedenti, si confrontano a coppie tutti i livelli ottenendo una matrice quadrata in cui gli elementi della diagonale sono di uguale valore. Essendo i valori simmetrici in rapporto alla diagonale, gli specialisti devono fornire solamente le n(n­1)/2 stime di confronto. A partire da questa matrice, si applica il metodo dell'autovettore principale di Saaty che, oltre a permettere 1'otténimento della funzione di valore, verìfica se i gludìzi degli specialisti sono coerenti con la proprietà di transitività. Questi calcoli sono normalmente effettuati con programmi di calcolo specifici. In questo caso applicativo, la definízione dei criteri e delle rispettive funzione di valore viene pregiudicata a causa della non parteclpazione di specialisti e per il fatto di trattarsi di un progetto contestualizzato in termini molto ampi. Per consentire la comprensione del procedimento sopra descritto, tuttavla. si presenta nella figura 4 una definizione molto generica dei possibili livelli del criterio divalutazione dell'obiettivo VEl dellagerarchia, la matrice di comparazione dei livelü utilizzando il metodo di "rating" e la rispettiva funzione di valore. Per il calcolo della funzione di valore si è utilizzato un metodo manuale semplificato del metodo dell'autovettore principale di Saaty. (d) Elaborazione della matrice di valutazione Suesta fase consiste nella costruzione di una matrlce le cui linee e colonne rappresentano rispettivamente le azioni e i criteri terminali. Gli specialisti settoriall attribuiscono a ciascuna interazione azione x criterio il livello di impatto corrispondente. Mediante le funzioni di valore ottenute precedentemente si ottengono, successivamente. i valori normalizzati. In questo caso applicativo, considerandosl le tre azioni temporali e la suddivlsione spaziale in termini di. per esempio. 100 UT, si ottengono tre matrici di valutazione (installazione del cantiere, costruzione della sbarramento e esercizio della centrale) di 100 linee (UT) per 43 colonne (crlteri terminali). A causa delle limitazioni già indicate di questo saggio, non è possibile procedere al riempimento delle matrici. Da questa fase in avanti, quindi, i procedimenti da seguire saranno solo indicati. 21 vedi a questo proposito Gianqrande, A. "Teoria dei modelli..." op. Cit. E Saaty, T.L. "Systematic ordering of complexity: the analytic hierarchy process", University of Pittsburg, paper avulso
13 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche 14
Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche Figura: 4 Calcolo della funzione de valore di VE1 (e) Attribuzione dei pesi ai criteri Questa fase. che consiste nell'attribuzione dei pesi a tutti i criteri, è attuata in due fasi. Nella prima sono attribuiti pesi prowisori normalizzati. tali che la loro somma sia uguale a 1. per ciascun sottoinsieme di criteri subordinati allo stesso criterio e appartenenti allo stesso livello della gerarchia. Successivamente sono calcolati i pesi finali moltiplicando il peso provvisorio di ciascun criterio per tutti i pesi dei criteri ai quali esso è direttamente o indirettamente subordinato. In questo modo, i pesi finali dei crtteri terminall risultano normalizzati, ossia la somma di tutti i criteri terminali della gerarchia è uguale a 1. L'attribuzione dei pesi è fatta comparando a coppie i sotto­criteri subordinati ad uno stesso criterio, utilizzando. analogamente allacostruzione della funzione di valore, le tecniche di "rating" o di Saaty e il successivo calcolo dell'autovettore principale. Il concetto di peso utilizzato dai metodi additivi della MAVT (denominato usualmente costante di scala) consiste nello stabilire il "guadagno" di valore di un crtterio quando questo passa dal suo valore
15 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche peggiore al migliore. Nel caso di questa applicazione, si tratta del contrario, ossia il peso e dato dalla "perdita" di qualità ambientale quando si passa dalla situazione di assenza alla situazione di impatto massimo. Per determinare i pesi, quindi, i criteri possono essere confrontati due a due considerando due situazioni ipotetiche di impatto. Per i pesi dei criteri terminali si prendono come riferimento una situazione in cui 1'impatto è massimo secondo un crfterlo e nullo secondo 1'altro ed un'altra situazione in cul si suppone 1'inverso. Per i pesi dei criteri intermedi si opera in forma analoga, ma supponendo che 1'impatto è massimo quando tutti i criteri terminali subordinati ad un criterio sono massimi e che 1'impatto è nullo quando i criteri subordinati sono nulli. L'attribuztone dei pesi è fatta dagli attori. Secondo la natura dei criteri, possono intervenire diverse cate~orle di attori. Prendendo a riferimento la figura 3, i criteri dei llvelli Inferiori della gerarchia (3 e 4). essendo di natura pid "tecnicá', possono essere pesati dagll specialisti settoriall. Invece per i due livelll superiori (1 e 2), essendo di carattere piìz "strategico". i pesi possono essere stabiliti da attori "politici". Considerando che un'unica attribuzione di pesi a livello strategico, risultante dal consenso tra i differenti attori, è frequentemente di dtfficde ottenimento. si suggerisce che ctascun attore (o gruppo di attori) fornisca una struttura dl pesi per questi criteri. Assoclati ai pesi dei criteri inferiori stabilitf dai tecnici. s1 ottiene così un insieme dl "scenari" che rispecchiano i differenti giudizi. Allo scopo di esemplificare i1 procedimento sopra descritto, si mostra nella figura 5 la determinazione dei pesi finali dei criteri corrispondenti agli obiettivi VE1 e VE2, utilizzando la tecnica di "rating". Sempre a causa delle limltazloni relative a questa applicazione, 1'attribuzione dei pesi è arbitraria. A1 livello strategico, sono stati simulati i giudizi di un attore che ha attribuito al livello 1 un'importanza molto maggiore a CNE (0,57) che a CSE (0,25) e CPI (0,18 ) e al livello 2 importanze simili a MB e MF (0,48 e 0,39 rispettivamente) e un'importanza relativamente piccola a PA (0,13). Altri valori di VE1 e VE2 sarebbero ottenuti se fosselo attribuiti altri pesi ai livelli 1 e 2 dell'albero. SI potrebbe. per esempio, ottenere uno "scenarid' contrastato nel quale un attore. piü preoccupato degh aspetti socio­ economici e degli accordi e compron~Pss! di ordine politico e legale attr¢t;ozisse maggiori valori a CSE e CPI. (f) Aggregazione finale mediante l'utilizzazione di un metodo MAVT di tipo additivo. Esistono modelli MAVT di tfpo additivo che permettooo di calcolarv gli impatti prodotti da ciascuna azione a ciascun livello della gerarchia di subordinazione. Per ciascun criterio terminale, 1'impatto di una azione è dato dal prodotto del valore del çriterio per il suo peso finale. Per gli altri criteri non terminali, 1'impatto di un'azione è dato da: V = S pivi in cui pi e vi sono rispettivamente i pesi finali e le funzioni di valore dei criteri terminall subordinati al criterio considerato. In questo caso applicativo, con le tre matricl di valutazione (una per ciascuna azione temporale) che registrano 1 livelli di impatto di ciascuna UT su ciascun criterio terminale, le fixnzioni di valore di ciascun criterio terminale e 1'insieme di "scenari" con i pesi rappresentativi dei giudizi dei differenti attori, sl può dunque procedere alla appllcazione del metodo di aggregazione. (g) Analisi dei risultati Oltre agli indici di impatto a diversi livelli di aggregazione, possono essere ottenutt vari risultati. Particolarmente rilevante ai fiti dell'analisi è la definizione. a livello di ciascuna azione temporale e a livello globale, di: 1 ­ grafici che registrano 1'impatto totale (riferito al llvello 0 dell'albero) di tutte le UT, secondo i differenti "scenari"; 2 ­ istogrammi che registrano 1'impatto totale e gli impatti relativi al llvello I della gerarchia (CNE, CSE e CPI) prodotti da ciascuna UT, secondo i differenti "scenari"; 3 ­ matrici che registranogli impatti più rappresentativi secondo i differenti "scenari". A partire da 1, si può identitìcare gli insiemi di UT con livelli di impatto globale simile e. quindi, appartenenti a una stessa "tipologia", di azioni spaziali. Si potrebbe giungere, per esempio, alla "tipologia" delle 6 azioni spaziali esempllfìcate nella fase (a).
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Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche A partire da 2, oltre ad identificare il grado di impatto di tutte le UT sui vari contesti, si può verificare il contributo di ciascun contesto nella determinazione dell'indice di impatto d1 ciascuna UT. Infine, a partire dalle analisi anteriori e dalle matrici globali di hnpatto ( UT x criteri), è possiblle ottenere matrici più aggregate che registrano gli impattt più significativi, aiutando così nella defmizione di proposte di modifica e/o di misure di mitigazione.
18 Revista Brasileira de Energia Edição Especial – 1992 Considerazioni sulla vallutazione di impatto ambientali Una proposta metodologica per centrali idroelettriche I risultati ottenuti devono comunque essere accompagnati da una analisi descrittiva. CONCLUSIONI L'analisi dei procedimenti e delle tecniche tradizioudlmente usate nella realizzazione della VIA ha fatto si che questo lavoro si orientasse a suggerire un processo di indirlzzo piü arttcolato e partecipativo, coniugato all'impiego di tecniche piìx trasparenti, sistemattche e di più sollda base teorica. E' importante segnalare, tuttavia. che non si tratta di una proposta rigida e chiusa, ma piuttosto del tentativo di evidenziare alcuni aspetti nevralgici del problema e, a partire da questi, suggerire possibili trattamentt di carattere "amministrativo e gestionale". E' solamente in questo senso che va inteso il contributo di questo lavoro. Chiaramente, i suggerimenti qui avanzati non ignorano il gioco degli lnteressi e laforte connotazione poHtieache circondano lavalutazione di impatto ambientale. La proposta di un approccio partecipattvo ha senso solo se esso trova riscontro in una pratica trasparente e legittima che garantisca sia la manifestazione effettiva degL interessi dei differentt attori, in particolare delle popolazioni interessate, sia ll controllo sulle scelte effettuate. Questa garanzia può essere avanzata, particolarmente nei paesi in via di sviluppo, solo nell'ambito della dinamica propria di mobilitazione e organizzazione delle differenti forze sociall, la cui analisi sfugge all'obiettivo di questo lavoro. BIBLIOGRAFlA BOLEA, M. T. E. "Evaluacion del impacto ambiental", Fundacion MAPFRE. Madrid. 1984. CAPPELLIN. R. e LANIADO. E. "La valutazione di impatto ambientale come scelta tra progetti alternativi", Terra, n .2. 1987. COLORNI, A. e LANlADO, E. Infonnatica e valutazione di impatto ambientale, in "SEP POLLUTION città e ambiente (estratti)". Fiera di Padova, aprile 1988. _____________. Quale può essere l'uso dell'informatica nella valutazione di impatto ambientale?. in "La valutazione di impatto ambientale in Italla. L'informatica nell'applicazione della VIA". NIA Editore, Roma, 1989. Eletrobras "Manual de estudos de efeitos ambientais dos sistemas elétricos", Rio dr Janeiro, junho/86. FRIEDBERG, S. P. "Cli indicatori ambientali: valori. metri e strumenti nello studio dell'impatto ambientale", Franco Angeli, Milano. 1986. GERELLI. E.; PANELLA. G. e CELLERINO, R. "Valutazione di impatto ambientale e calcolo economico ", IRER. Milano, 1984. GIANGRANDE. A. Analisi multicriteri e valutazione d'impatto amóientale:il caso della Cammionale Firenze­Bologna, in "1 Seminario Internazionale: tecniche di valutazione di piani e progetti nell'attuazione urbanistìca", Università La Sapienza/Università di Reggio Calabria, Roma, marzo 1988. _____________. "Teoria dei modelli per la progettazione". Corso per I'anno didattia:. 89/90, Unlversità La Sapienza. Roma. _____________. "Un'ipotesi di metodo per gli studi d'impatto: I'analisi multicriteri". ~uaderni di VIA, n.l, 1987. MARINELLI, A.: MORTOLA. E. e SANSONI. C. "Autostrada AostaMonte Bianco: studio d'impatto ambientale°, Allegato 8, BONIFICA S.p.A.. Roma, 1986. GOLDSMITH, E. e HILDYARD. N. "The social and environmental efïects of large dams". 2 v.. Wadebridge Ecological Centre. U.K.. 1984. International Commission on I.arge Dams. "Dams and EnvironmenY',Bulletin 35, Paris. 1982. International Commission on Large Dams. "Dams and Environment".Bulletin 50, Paris. 1985. KEENEY. R. L. e RAIFFA. H. "Decision wlth multiple objectives: preferences and value tradeotfs". John Wiley and Sons. New York. 1976. MAGRINI, A. A avaliação de impacto ambiental e a região amazônica, in "Curso de impactos ambientais de investimentos na Amazônia: problemáticas e elementos", PNUD, Manaus, 1989. _____________. Avaliação de impacto ambiental in "Aspectos técnicos e econômicos do meto ambiente"', CENDEC, Brasdia, 1989. _____________. "Considerazioni metodologiche sulla valutazione di impatto amblentale dl centrall tdroelettriche", ENEA, Roma, 1990. Ministerio de Obras Publicas y Urbanlsmo. "Guias metodologlcos para la elaboracion de estudios de impacto ambiental­grandes presas", Madrid. 1989.
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