Si riparte in crociera

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Si riparte in crociera
MILANO FINANZA
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11 Luglio 2015
La spinta del mercato crocieristico e dei maxi-yacht ha
rivitalizzato il settore. Grazie anche al piano della Marina Militare
per il rinnovamento della flotta. Soffrono invece traghetti e offshore
CANTIERI NAVALI
D
opo anni di crisi la
cantieristica navale
italiana negli ultimi
12 mesi è tornata a
galleggiare grazie al
traino del mercato crocieristico e
dei maxi-yacht. Soffrono invece
i segmenti di mercato dei traghetti e dell’offshore, mentre è
partito il programma di rinnovo
della flotta della Marina Militare.
Nel complesso gli ordini di navi
mercantili acquisiti dai cantieri
nazionali nel 2014 ammontano
a 855 mila tslc (tonnellate di
stazza lorda compensata) per un
controvalore di 3,75 miliardi, in
crescita rispetto al 2013 rispettivamente del 67 e del 74%. La
fotografia del comparto è stata
scattata da Assonave, l’Associazione Nazionale dell’Industria
Navalmeccanica, in occasione della recente assemblea annuale.
Il grosso dei nuovi contratti acquisiti dall’Italia ha riguardato
le navi da crociera di Fincantieri
(otto unità, cui vanno aggiunte
le lettere di intenti per ulteriori
otto unità per Carnival e Virgin
Cruises firmate nel 2015), mentre i cantieri medio-piccoli
associati ad Ancanap (l’associazione dei cantieri navali privati)
hanno subito in misura accentuata il rallentamento della
domanda di mezzi offshore e la
forte concorrenza estera, in particolare quella spagnola, molto
aggressiva grazie a strumenti
finanziari (in primis lo schema
Tax-Leasing) ritenuti ammissibili dalla Commissione Ue e
dunque pienamente operativi nel
2014. Nel dettaglio, l’anno scorso
Fincantieri ha acquisito ordini da
Msc Crociere (due navi), Silversea
(una nave) e dal Gruppo Carnival
Corporation (quattro), mentre i
cantieri aderenti ad Ancanap
hanno ottenuto contratti per la
costruzione di due supply vessel,
un rimorchiatore, tre unità antinquinamento, un peschereccio
e la sezione di uno scafo da 800
tonnellate. Nei primi sei mesi
Si riparte in crociera
Aumento ok, I Grandi Viaggi vanno a caccia in Puglia
di Franco Canevesio
S
i è concluso con successo l’aumento
di capitale da 20 milioni de I Grandi
Viaggi. L’operazione ha visto la sottoscrizione integrale dell’offerta in opzione di
43.270.330 azioni di nuova emissione per un
controvalore di 19,9 milioni, cifra che porta
il nuovo capitale sociale a oltre 43,3 milioni.
L’aumento verrà utilizzato per mettere mano
all’espansione sia per linee interne che esterne. «Stiamo alla finestra, in modo da essere
pronti a valutare qualsiasi buona occasione di acquisto sul mercato», sottolinea Luigi
Clementi, presidente e azionista di riferimento della società. In Italia, l’azienda sembra in
procinto di acquisire qualche nuovo villaggio,
a partire dalla Puglia, dal Salento, conside-
rato di gran moda da tour operator e dai
turisti. I Grandi Viaggi opera essenzialmente
in due aree di business: i villaggi, tramite la
gestione e commercializzazione della formula club, e l’attività di tour operator. Con 2.200
camere di proprietà, sette strutture proprie in
Italia (Le Castella in Calabria; Marispica
e Baia Samuele in Sicilia; Santa Giusta e
Santa Clara in Sardegna; La Trinitè in Valle
d’Aosta e l’Hotel Relais Des Alpes a Madonna
di Campiglio, in Trentino) e quattro all’estero (Blue Bay Village in Kenya; Dongwe Club
a Zanzibar; Cote d’Or Club e Chauve Souris
Relais alle Seychelles) il gruppo ha chiuso
il 2014 con un fatturato di circa 70 milioni e conta di ripetersi in questo 2015. Unica
azienda del settore turismo quotata a Piazza
Affari, è anche una delle poche ad aver supe-
GLI ORDINI ACQUISITI DAI CANTIERI ITALIANI
Nuovi ordini - In migliaia di tslc (tonnellate di stazza lorda complessiva)
1.000
Fincantieri
800
Medio-minori
600
400
200
0
2010
2011
2012
2013
2014
Fonte: Assonave - Ancanap
di Nicola Capuzzo
GRAFICA MF-MILANO FINANZA
di quest’anno, invece, il gruppo guidato da Giuseppe Bono
ha ricevuto altre commesse per
otto navi da crociera, mentre i
cantieri privati si sono dovuti accontentare di un’unità da lavoro,
una draga, un’unità subacquea e
un rimorchiatore.
Assonave spiega che a livello internazionale «a fronte di ordini
in flessione del 15% in termini
di volumi e stabili in termini di
valore, si è registrato nel 2014
un boom degli ordini di navi da
crociera (16 unità contro le 9 del
2013) e un ridimensionamento
del comparto offshore. In questo
contesto la quota di mercato (a
valore) della cantieristica asiatica è scesa dall’81 al 76%, mentre
il boom della domanda di navi
da crociera ha portato a una sen-
rato bene la crisi del settore. Il segreto è, tra
l’altro, il target medio alto cui rivolge l’offerta,
riservata a un pubblico disposto a spendere
prezzi medi per famiglia, a settimana, attorno a 4 mila euro, variabili a seconda di
stagionalità e destinazione. Un prezzo che,
negli ultimi tempi, è stato reso più competitivo dall’aggressiva politica di sconti attuata
dalla società, per tenere testa a una concorrenza sempre più agguerrita e disposta anche
a limare al minimo i margini. Una politica
che costringe Igv a tenere d’occhio prodotti
e destinazioni, adattandoli alle esigenze di
un’attualità che spesso prende il sopravvento. «Non siamo mai stati presenti in Egitto
e Turchia», fa notare Clementi rimarcando
l’assoluta sicurezza dei pacchetti del gruppo.
(riproduzione riservata)
sibile crescita della quota della
cantieristica europea, passata
dal 10 al 18,5% grazie anche al
contributo della cantieristica italiana trainata da Fincantieri».
L’associazione presieduta da
Vincenzo Petrone precisa inoltre
che nel 2014 «è scesa la domanda
di navi militari, mentre gli ordini
di mega-yacht (lunghezza superiore ai 60 metri) sono rimasti
stabili» con 27 unità ordinate.
Le note negative per la navalmeccanica italiana e internazionale
riguardano il comparto dell’offshore, nel quale, a seguito del
brusco calo del prezzo del petrolio,
Vard (controllata da Fincantieri)
e i cantieri medio-piccoli associati
ad Ancanap hanno subito in misura accentuata il rallentamento
della domanda di mezzi a supporto delle piattaforme petrolifere.
Guardando poi al settore militare,
grazie agli stanziamenti previsti
dalla legge di Stabilità 2015 la
IL PUNTO di MAURO MASI*
Presto le e-mail avranno un profumo. Interessa?
N
ella sua, come sempre, puntuale
relazione annuale il presidente di
Agcom Cardani ha ricordato alcune cose già note ma molto interessanti.
Che l’Italia «conferma una posizione di arretratezza nella realizzazione della banda
larga fissa sul territorio nazionale», dovuta
soprattutto al ritardo sulla copertura per
la banda ultra-larga (36%, contro il 68%
della media Ue), mentre per la banda larga siamo ormai nella media europea. Che
la crisi dell’editoria tradizionale ha colpito duro anche in Italia, tant’è che i media
«classici», come quotidiani, tv e radio, nel
quinquennio 2010-2014 hanno perso ricavi per quasi 2 miliardi; una riduzione di
circa il 16% solo in parte compensata dalla crescita (+7%) della pubblicità online.
La strada di uscita dalla crisi non può che
essere quella della sinergia tra editoria
tradizionale ed editoria digitale cercando
senza timori nuove e più incisive contaminazioni fra i due generi. Si pensi a ciò
che sta facendo il patron di Amazon, Jeff
Bezos, con il Washington Post. Cardani ha
anche ricordato la vicenda del
regolamento in materia di tutela del diritto d’autore online,
ora all’esame della Consulta
pur essendo tuttora in pieno
vigore e di grande importanza, anche perché – come
ha sottolineato il presidente
Agcom – queste disposizioni
debbono essere valutate in
ragione non solo del numero
di decisioni prese (invero non
elevatissimo) ma anche degli effetti che ne
derivano e della capacità inibitoria che riescono a esprimere.
C’è una nuova frontiera della comunicazione digitale: quella degli odori. Negli
Stati Uniti tutta una serie di produttori
di app (tra questi Vapor Communications
e Scentee) stanno annunciando le prossime offerte di strumenti che permetteranno
agli odori di essere parte di un
messaggio digitale. L’idea di
fondo è quella di mettere in
vendita apparecchiature che,
se inserite in uno smartphone, emettono diversi odori
quando arriva un messaggio o
un’e-mail. Gli strumenti possono essere personalizzati e gli
ideatori stanno pensando anche a un circuito speciale per i
più piccoli. L’idea di unire alla
comunicazione video e audio a quella olfattiva non è nuova; con i cinema non ha
funzionato, mentre, forse, con la magia della Rete questa volta sarà quella buona.
*delegato italiano alla Proprietà Intellettuale
cantieristica italiana beneficia
della cosiddetta «legge navale»,
che prevede un programma pluriennale di rinnovamento della
flotta della Marina Militare del
valore di 5,4 miliardi. Fincantieri
e Finmeccanica hanno già ricevuto una commessa per la
costruzione di sette unità militari del valore di 3,5 miliardi e lo
scorso 1° luglio le due aziende si
sono aggiudicate il contratto da
1,1 miliardi per la costruzione di
un’unità anfibia multiruolo.
All’interno del processo di selezione naturale dei cantieri in
corso a livello internazionale,
Fincantieri cerca di farsi largo
con alcuni accordi importanti:
all’alleanza con Finmeccanica
nel militare si somma la partnership stretta con Camper &
Nicholson International nella
nautica di lusso e i memorandum d’intesa siglati con Carnival
e con una controllata di China
State Shipbuilding Corporation.
Quest’ultimo accordo è volto a
esplorare la possibilità di una
joint venture nelle costruzioni
navali nel settore crociere per
il mercato cinese, che, secondo
quanto risulta a Milano Finanza,
potrebbe concretizzarsi già entro fine 2015. Dalla relazione di
Assonave si apprende infatti che
«Fincantieri ha costituito pochi
giorni fa una filiale in Cina, denominata Fincantieri Trading
Co. Ltd. con sede a Shanghai».
Sarà il cavallo di Troia per la realizzazione delle prime navi da
crociera mai costruite in Cina.
Il ministero dei Trasporti cinese prevede che nei prossimi anni
il Paese diverrà il secondo mercato crocieristico al mondo dopo
gli Stati Uniti grazie al diffuso
incremento del potere d’acquisto.
Secondo le stime del ministero,
la Cina potrebbe contare 4,5 milioni di passeggeri già entro il
2020. (riproduzione riservata)