serie di gialli

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serie di gialli
Giuseppe Furno
CRONACHE ROMANE
C’è Roma, la grande protagonista, la città contemporanea, che spazia dagli anelli periferici al centro storico,
dal Tevere che la taglia ai colli che la movimentano. C'è Roma cristiana e pagana, vuota d’agosto e
traboccante a Natale. Ci sono le architetture antiche, quelle classiche, barocche e futuriste. C’è l’arte
altissima e la miseria nera. C’è il cinema, con Cinecittà e i suoi cinematografari. Ci sono i peccati e i
peccatori di Roma, città colpevole e innocente, salvata e rovinata dai romani e da invasori millenari e
millenaristici. I centri del potere, innanzitutto: la Chiesa col clero e la curia; la Politica; la Magistratura con
giudici e avvocati e la somma Cassazione, dove tutto arriva e si trasforma. E ci sono le schiere angeliche di
burocrati, palazzinari, faccendieri, corrotti e corruttori, pesci grandi e piccoli, che a quei poteri s’appoggiano
e vengono sostenuti, succhiano e vengono risucchiati. Poi c’è lui, Fabio Gracco, l'altro protagonista, che già
nel nome, di Roma è figlio prediletto. Fabio, sul traguardo dei cinquanta, studi classici e laurea in
giurisprudenza, alti e bassi sentimentali, con un divorzio e diverse storie alle spalle. Una figlia, ormai
grande. E c’è la sua professione d’investigatore privato. E’ proprio attraverso Fabio e la sue indagini che si
dipanano queste cronache romanacce, che viaggiano e vibrano sui sanpietrini. Perché Fabio è il primo
violino sul quale s’accorda l’intera orchestra: non un commissario e neppure un magistrato, poliziotto o
carabiniere, ma un investigatore privato, sorta di battitore libero, che col mondo della legge, quello del
crimine, del raggiro ha a che fare tutti i giorni.
Quattro dee, quattro stagioni, per altrettante storiacce che, negli stessi titoli - La dea della Fortuna; La dea
della Guerra; La dea dell’Amore; La dea della Terra - contengono un primo indizio sul singolo tema trattato,
pur nell’unitarietà del progetto editoriale.
LA DEA DELLA FORTUNA (LONGANESI, 2016)
Giorni a cavallo di Ferragosto, quando Roma s’alleggerisce d’una buona fetta d’umanità. Fra quelli che
restano c’è lui, Fabio Gracco, che ha appena chiuso un’indagine su un delicato caso d’infedeltà coniugale.
Delicato perché la cliente che l’ha commissionato, Silvia Sivieri, è una sua vecchia fiamma e il marito, Nicola
de Nicola, cioè il fedifrago, un noto politico, astro nascente d’area progressista. Il materiale che Fabio ha
raccolto è a dir poco bollente e per Silvia il colpo è durissimo. Potrebbe finire tutto così, con una gran
scenata, magari pure uno scandalo mediatico, dimissioni e l’avvio dell’iter per il divorzio. Invece le cose si
complicano mortalmente. Mortalmente in senso letterale: perché nello stesso giorno in cui Silvia apprende
della relazione di suo marito con una giovane donna, quella donna viene trovata morta in un pozzo rituale
romano. La vittima si chiama Carla Caggiani ed era una giovane archeologa impegnata nello scavo d’un
tempio dedicato alla dea Fortuna, scoperto nel sotterraneo d’un palazzo in pieno centro a Roma. Sulle
prime, si pensa ad un tragico incidente, ma poi prende piede l’ipotesi dell’omicidio, che viene confermata
dall’autopsia: Carla è stata soffocata e per di più nel giorno del suo venticinquesimo compleanno.
Pur schiacciato dal dolore, l’onorevole Nicola de Nicola sa che deve
agire rapidamente, perché presto gli inquirenti arriveranno a lui: si
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rivolge così a Fabio Gracco, l’investigatore che ha sì smascherato la sua infedeltà coniugale, ma proprio per
questo conosce meglio di tutti l’intera vicenda. Così, comincia per Gracco quella che in gergo giuridico viene
denominata investigazione difensiva, basata più sui metodi d’indagine classica, che sull’iper-tecnologia da
laboratorio e d’indagine elettronica. L’immunità parlamentare non evita al politico di finire in pasto a
televisioni e giornali, col segretario del suo partito che gli chiede il classico passo indietro. In una Roma
agostana, deserta solare e delirante, sarà Fabio Gracco a risolvere il caso. Grazie anche alla lungimiranza del
magistrato di turno, il sostituto procuratore Lucia Campazzo, la quale, pur di assicurare alla giustizia il vero
colpevole, non esiterà a favorire la collaborazione fra il dinamico investigatore privato e Domenico Ramino,
un riottoso e geloso vice ispettore della squadra mobile romana.
Giuseppe Furno, nato a Roma nel 1953, è un affermato sceneggiatore per il
cinema e la televisione, per cui ha scritto molte serie trasmesse dalla RAI. Ha
pubblicato nel 2007 Cronache di un disinfestatore, selezionato per il Campiello
2007 e finalista al premio Corrado Alvaro opera prima. Vive a Roma.
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