STUDIO AMO ETIENNE RUSSO
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STUDIO AMO ETIENNE RUSSO
Il set di una sfilata uomo Prada (a/i 2012), realizzato a Milano dallo Studio Amo. A destra, l’architetto Pestellini, tra i componenti dello studio. In basso, art work di Studio Amo per Prada. STUDIO AMO IPPOLITO PESTELLINI LAVORA PER LO STUDIO AMO, IL THINK TANK DIRETTO DALL’ARCHITETTO REM KOOLHAAS, CHE COLLABORA CON PRADA PER ALLESTIMENTI E GRAFICA DI LAURA TRALDI Lei lavora con la moda, che ruolo ha per lei? «In quanto fenomeno culturale, sociale ed economico è importantissima. Personalmente subisco il fascino della sua logica, del rigore, della produzione che segue logiche militari, della ricerca continua che la guida. Come processo creativo è sublime. Per chi, come me, si occupa di moda, il retroscena conta più del prodotto finale. L’aspetto più mondano e appariscente della moda, invece, mi interessa di meno, anche se ne riconosco il valore e mi diverte». A cosa fa attenzione quando si veste? «Alla velocità. I vestiti dovrebbero essere sempre essenziali ed efficienti. Tutto il resto è secondario. Non si tratta solo di funzionalità: quello che ho tracciato è il ritratto di una forma molto generica di eleganza». La rivista, il giornale o il sito che lconsulta di più? «L’International Herald Tribune, nella versione cartacea e online». Rotterdam, New York, Pechino, Hong Kong: quale città la ispira di più e perché? «Non saprei. Viaggio davvero molto e ogni città è un luogo di ispirazione. Ovviamente per un architetto Hong Kong e New York sono estremamente affascinanti. Ma sono sedotto anche da Mosca, Almaty (in Kazakistan) o San Paolo. In generale ogni luogo che manifesti contraddizione è interessante». Il suo migliore amico le chiede un consiglio per una vacanza fantastica. Dove lo manda? «In Asia centrale, più o meno lungo l’antica Via della Seta: in Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan. Una zona poco conosciuta del mondo e davvero sorprendente». Qual è l’ultimo oggetto di moda che ha acquistato? «Uno zaino North Face. Neutrale, essenziale, funzionale. Avevo bisogno di qualcosa del genere per i frequenti viaggi che faccio e che durano 2 o 3 giorni. Mi serviva qualcosa in cui portare solo quello che mi occorre, incluso lo spazzolino e il Mac». Un’abitudine cui non rinuncerebbe mai? «Nuotare». Un ristorante low cost sorprendente. «La Botte, a Venezia: il miglior baccalà mantecato della mia vita». BELGA DI ORIGINI ITALIANE, POLIGLOTTA. ORGANIZZA EVENTI MEMORABILI. «COSTRUISCO SOGNI, ALBUM VIRTUALI DI IMMAGINI». COME FA? DI ROBERTO CIMINAGHI In basso, Russo mentre prepara una sfilata. In alto, da sinistra: allestimento di Martin Margiela per H&M (N.Y. 2012); per Sonia Rykiel (a/i 13-14) Chosen Art Fair (N.Y. 2013). 14 GIOVEDÌ 28 MARZO 2013 Lei sa immaginare cose incredibili. E le realizza: una foresta umana di 384 modelli in celle di vetro alla Gotham Hall (Moncler), danzatrici impegnate in una performance di due ore su una piattaforma di sabbia bianca (MMM per H&M), un tour nell’immaginario erotico con uomini e donne legati ai letti che si sfiorano con delle rose (Thom Browne)... Da dove arrivano le idee? «Be’ leggo tonnellate di libri. Sono un accanito frequentatore di musei. Sono anche molto attratto dal teatro e dall’opera: è straordinaria la cura che viene messa nelle scenografie. Ma l’ispirazione più grande mi viene dalla strada. Viaggio in continuazione, e tengo gli occhi aperti: memorizzo le cose che vedo, le classifico e le metto in tante scatole, in un mio magazzino mentale. E poi ascolto con attenzione le richieste del committente e cerco di tradurle in modo visionario ma fedele». Lei è considerato un genio nel dare cornici adeguate alle collezioni moda. Lavora e ha lavorato per le firme più prestigiose. Ma lei, che rapporto ha con la moda? «Mi sono innamorato della moda quando avevo 13 anni, grazie a mia sorella maggiore: si vestiva benissimo e da lei ho capito cos’è l’eleganza. Crescendo, la moda è diventata prima la mia professione e poi un mio modo di esprimermi. Avrei potuto farlo con un’altra forma artistica: dall’opera al rock’n’roll va bene tutto. Invece ho scelto la moda perché mi appassiona per la trasformazione continua, il suo infaticabile procedere in avanti, senza ripetersi mai. Ma anche con il suo essere effimera e fragile, sono questi gli elementi che più mi attraggono». Come si crea la magia in un ambiente? «Un ambiente è magico se è pieno degli ingredienti giusti, che danno e sottraggono emozione allo stesso tempo. Se parliamo di moda, i fattori più importanti sono la collezione nello spazio e gli elementi che lo qualificano. Penso alla musica, ai capelli, alla luce, alla modella giusta per l’abito giusto». Qual è l’ultimo capo di moda che ha acquistato? «Un kilt scozzese nero, a Edimburgo. La bellezza del tessuto e la precisione della lavorazione mi hanno affascinato. E non avevo mai capito, prima di indossare un pezzo come questo, quanto ti faccia sentire davvero uomo». Un uomo è elegante quando... «Ha le scarpe con l’abito giusto. La scarpa fa “il monaco”, non l’abito». Lei lavora per 300 giorni all’anno. Un posto ideale per una vacanza? «Premetto, ho un’abitudine quotidiana che mi salva: pratico yoga. E poi. Per disintossicarsi ci sono un paio di posti in Thailandia dove si fa meditazione e ci si regala silenzio totale per 7 giorni. O una spa: quella di Chiva-som, sempre in Thailandia, l’Ananda sull’Himalaya e la Como Shambala a Bali». Foto Mathieu Ridelle, Nisian Hughes (entrambi per Villa Eugénie) ETIENNE RUSSO