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SIFOR - Sistema Informativo Forestale Regionale
Scheda di dettaglio del Tipo Forestale
QC60X - Querco-carpineto
Monferrato e/o Colline del Po
mesoxerofilo
del
Superficie totale (ha):
Percentuale su superficie boscata regionale
(%):
Descrizione:
Popolamenti a prevalenza di farnia in
mescolanza con carpino bianco, castagno,
ciliegio e roverella. Fustaie sopra ceduo e,
più localmente, fustaie a struttura irregolare,
situate su versanti ed impluvi dei rilievi
collinari interni. Cenosi tendenzialmente
mesoxerofile e neutrofile.
Localizzazione:
Il Tipo ha una distribuzione molto
localizzata sulle Colline del Po, del
Monferrato (specialmente Astigiano) e del
Roero.
Classificazione fitosociologica:
Carpinion Issl. 31 em. Oberd. 53, con qualche elemento di sottobosco del Quercion
pubescenti-petraeae Br. - Bl. 32.
Corine: 41.71pp
Habitat Natura 2000:
CODICE DENOMINAZIONE HABITAT N2000
9160
Querco-carpineti di pianura e dei rilievi collinari interni
NOTE
SOTTOTIPI E VARIANTI
CODICE
QC60A
QC60B
QC60C
QC60J
QC60K
QC60W
QC60Y
QC60Z
DENOMINAZIONE
var. con castagno
var. con robinia
var. con roverella
soprassuolo con residui di arboricoltura da legno
bosco pascolato
soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da eventi meteorici
soprassuolo distrutto o danneggiato significativamente da parassiti o danni non
identificati
soprassuolo distrutto da incendio
SUPERFICIE
(ha)
63
2056
35
3
3
Note alla variabilità:
Possibili confusioni:
Sono possibili confusioni con il Querco-carpineto d'impluvio, da cui si differenzia per
occupare medi versanti e con presenza di una significativa di specie mesoxerofile.
DATI DENDROMETRICI
Numero di piante per ha:
Area basimetrica media per ha (mq/ha):
Volume medio ad ha (mc/ha):
Diametro medio di area basimetrica media (cm):
Composizione dendrometrica:
DATI SELVICOLTURALI
Posizione nel ciclo dinamico e tendenze evolutive:
Il Tipo, essendo rappresentato da cenosi relittuali, molto antropizzate ed ecologicamente di
transizione fra Querco-carpineto d'impluvio st. su sabbie e il Querceto di rovere a Physospermum
cornubiense, presenta tendenze dinamiche intermedie a questi due Tipi. In parte questi boschi sono
stati trasformati in cedui di castagno, oggi in fase di regresso e di invasione da parte della robinia.
All'interno della medesima serie dinamica , le vigne abbandonate del Monferrato su sabbie possono
essere invase direttamente, in piccoli nuclei, dalla farnia oppure da arbusteti a prevalente prugnolo.
Interventi da evitare:
Trattandosi di cenosi assai sporadiche e relitte, tenuto conto della difficoltà di rinnovazione
per le specie climaciche, sono da evitare: 1) la modifica della composizione specifica con
l'introduzione di specie esotiche; 2) il taglio a scelta a carico di singoli individui di farnia; 4) la
sistematica eliminazione delle specie arbustive e delle arboree secondarie; 4) l'apertura di buche
eccessivamente ampie che favoriscono l'ingresso della robinia; 5) l'esbosco di tutto il legno morto a
terra o in piedi
Raccomandazioni per la difesa della biodiversità:
Tenuto conto della degradazione di composizione specifica e di struttura dei popolamenti
occorre: 1) mantenere elevato il livello di della biodiversità e ricercare una buona mescolanza
specifica; 2) favorire la strutturazione per gruppi; 4) mantenere e preservare gli arbusti di sottobosco
e le zone ecotonali interne ed esterne; 5) creare fasce di rispetto con le coltivazioni agrarie
intensive.
Indirizzi di intervento:
La situazione evolutivo-colturale di questi boschi è legata alla tradizionale gestione a
governo misto, spesso seguita da un progressivo invecchiamento ed impoverimento delle specie che
costituivano la cenosi originaria. In base a questi presupposti gli obiettivi gestionali solo: - la
conservazione dei nuclei a fustaia presenti - la conversione a fustaia per i cedui invecchiati o per
quelli a regime per ragioni naturalistiche o per la produzione di legname di qualità, attraversi tagli
di avviamento reclutando 400-600 alberi ad ettaro a seconda delle - il mantenimento o recupero del
governo a ceduo, preferibilmente con matricinatura a gruppi, per le zone vulnerabili e per quelle
con funzione di protezione.
SPECIE PRESENTI
Elenco delle specie, in ordine alfabetico, che costituiscono il corredo floristico dell’unità tipologica
Nome latino
Nome volgare
Acer campestre L.
Acero campestre
Anemone nemorosa L.
Asplenium adiantum-nigrum L.
Carpinus betulus L.
Carpino bianco
Castanea sativa Miller
Cornus mas L.
Corniolo
Cornus sanguinea L.
Sanguinello
Corylus avellana L.
Nocciolo
Crataegus monogyna Jacq.
Biancospino
Doronicum pardalianches L.
Euphorbia dulcis L.
Fraxinus ornus L.
Orniello
Hedera helix L.
Lonicera caprifolium L.
Luzula nivea (L.) Lam. et DC.
Lychnis viscaria L.
Physospermum cornubiense (L.) DC.
Polygonatum odoratum (Miller) Druce
Prunus avium L.
Ciliegio selvatico
Quercus petraea (Mattuschka) Liebl.
Rovere
Quercus pubescens Willd.
Roverella
Quercus robur L.
Robinia pseudoacacia L.
Ruscus aculeatus L.
Serratula tinctoria L.
Sorbus torminalis (L.) Crantz
Ciavardello
Symphytum tuberosum L.
Viola reichenbachiana Jordan ex Boreau
Viola riviniana Rchb.
Aspetti fisionomici del sottobosco:
Gli aspetti del sottobosco sono assai variabili ed eterogenei, soprattutto in funzione della
struttura e della fase di sviluppo del popolamento.
Rinnovazione:
Non sono attualmente disponibili dati in merito alla rinnovazione.
Note alle specie presenti: