Francia,trionfodellasinistra

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Francia,trionfodellasinistra
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D E L
LUNEDÌ
29 MARZO 2004
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L U N E D Ì
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ANNO 43
N. 13
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L’irritazione di Fini: non abbiamo mai parlato delle misure
Centrodestra battuto alle amministrative. Governo in difficoltà: ma le riforme proseguono
Ripresa, piano di Berlusconi
«Meno tasse e meno ferie»
Francia,trionfodellasinistra
CERNOBBIO — Ecco il piano di Silvio Berlusconi, annunciato ieri da Giulio Tremonti, per fare tornare i conti e
dare una «scossa» all’economia che
non cresce: taglio delle aliquote Irpef,
probabilmente prima delle elezioni europee, e «spostamento» di alcune festività alla domenica, perché bisogna
che «gli italiani lavorino di più».
GIANNELLI
Vittoria in 21 regioni su 23. Il premier: grave sconfitta, bisogna cambiare
L’INTERVISTA / KOFI ANNAN
«Onu, ruolo in Iraq a queste condizioni»
di GIOVANNI RUSSO
R Le riforme. A Cernobbio per il seminario annuale della Confcommercio, il
premier parla del suo programma di
governo, delle difficoltà dell’economia
e promette riforme. A partire da quella delle pensioni «da approvare entro
le Europee», fino a quella elettorale,
dopo il voto di giugno, per introdurre
il premio di maggioranza. Ai commercianti chiede: «Fate sentire la vostra
voce di sostegno al governo».
R Poca collegialità. Gli annunci di
Berlusconi hanno irritato il vice premier Fini il quale lamenta che il piano
di rilancio dell’economia non sarebbe
stato ancora discusso in sede di consiglio di gabinetto: «Per stabilire che iniziative prendere, e quando prenderle,
bisogna mettersi d’accordo».
Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite al «Corriere della Sera»:
«Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si sta impegnando per avere in Iraq una
forza multinazionale sotto un comando unificato che dovrebbe collaborare con
il governo iracheno e contribuire al mantenimento della sicurezza nel Paese».
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Il segnale che arriva da
Cernobbio non va sottovalutato. C’è al capezzale un malato grave, l’economia italiana e il medico, alias il governo, ha deciso di intervenire
annunciando un pacchetto di
provvedimenti per dare ossigeno al paziente ed evitargli
ulteriori complicazioni. Se fino a qualche mese fa la maggioranza confidava che i meccanismi spontanei del mercato, l’auspicata ripresa, potessero ridare smalto alle attività produttive, oggi i responsabili dell’economia si sono resi conto che non è così. O si
rintraccia un profilo convincente di politica economica
o ci si rassegna a seguire sui
monitor la serie di statistiche
che ormai con frequenza
giornaliera segnala vuoi la
«morte» del made in Italy
vuoi il crollo del fatturato industriale. Sappiamo tutti come il centrodestra dopo aver
trionfato nel 2001 si sia trovato a fronteggiare una serie
impressionante di discontinuità, dalle Twin Towers all’euro forte. E non stupisce
che davanti a queste turbolenze abbia perso il filo del
proprio ragionamento. Non
è accaduto solo a noi.
di DARIO DI VICO
Ora Berlusconi e Tremonti ripartono dal taglio delle
tasse e anche simbolicamente si ricollegano al programma che li aveva portati a vincere e ad aggregare un largo
blocco sociale. Tocca ai tecnici verificare se la seconda
tranche della riduzione fiscale favorisca gli strati più o meno disponibili al consumo,
ma comunque la parola d’ordine «meno tasse» è di quelle che tradizionalmente possono dar fiato all’economia.
E non è un caso che Zapatero abbia voluto nel suo programma elettorale, primo tra
i leader socialisti d’Europa,
impadronirsi di questo tema.
A Cernobbio, poi, Berlusconi ha anche annunciato di voler ridurre il numero delle festività con l’obiettivo di far
crescere il Pil.
Accertato che la variazione statistica per un paio di feLA CRISI DEL CALCIO
LINEA DURA DI MARONI
«SE C’E’ IL DECRETO
USCIAMO DAL GOVERNO»
U Pag.13 Alberti, Cavalera, Pasini
PUBBLICO
ste in meno sarà solo di qualche decimale di punto, resta
difficile catalogare il taglio
delle festività tra i provvedimenti per la ripresa. E’ giusto armonizzare il calendario
europeo ed evitare incongruenze come quella che vede in alcuni giorni aperte delle piazze finanziarie ed altre
no. Può essere interessante
copiare l’esperienza inglese
del bank holiday ovvero dello
spostamento delle festività
infrasettimanali al lunedì in
modo da evitare il ricorso generalizzato ai «ponti». Ma sicuramente il taglio dei giorni
di festa — che equivale a un
mero allungamento dell’orario lavorativo — non fungerà
da sostegno alla domanda. I
prodotti sugli scaffali ci sono, il problema è che pochi li
comprano.
Ergo per rilanciare i consumi forse sarebbe più efficace
aumentare stipendi e salari,
ipotesi ventilata di recente
dal chief economist della Confindustria Paolo Garonna e
ben vista anche dai più brillanti economisti del centrodestra. A Cernobbio, dunque,
Berlusconi ha preso atto che
qualcosa bisogna fare. Ha illustrato la sua ricetta. Ma
non si è sentita la scossa.
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Caretto, Fregonara, Fubini
Mannheimer, Marro, Rizzo
QUELLA SCOSSA CHE ANCORA NON C’E’
PARIGI — La sinistra
ha stravinto le elezioni
regionali in Francia. Socialisti, verdi e comunisti uniti conquistano 21
regioni su 23 (ne governavano 8), ottenendo
circa il 50% dei voti complessivi contro il 37 del
centrodestra e il 13 della
destra estrema di Le
Pen (pure in calo di consensi). Per il premier
Jean-Pierre Raffarin è
una disfatta: battuti tutti i 19 esponenti del governo che si erano candidati. Il primo ministro,
umiliato nel suo feudo, il
Poitou-Charentes, assicura tuttavia che le riforme proseguiranno. Ora
il presidente Chirac avvierà un rimpasto, sostituendo i ministri considerati responsabili della
sconfitta. Il vero trionfatore di ieri è il segretario
socialista François Hollande, delfino di Lionel
Jospin.
Montefiori
RAFFARIN AL CAPOLINEA
di MASSIMO NAVA
PARIGI — Sembrava orfana e nostalgica la sinistra francese che, da
ieri sera, canta vittoria come ai
tempi di Mitterrand. Unita, sulle
ali dell'entusiasmo popolare e dei
brindisi nelle sedi dei partiti, il socialista, il verde e persino il comunista, dato per condannato all’estinzione anche nelle roccheforti
operaie.
Orgogliosa, dopo il purgatorio
del 21 aprile 2002, quando venne
umiliata dall’eliminazione del suo
leader, Lionel Jospin, al primo turno delle presidenziali e costretta a
dare il sangue a Chirac per salvare
i valori repubblicani dall’onda nera di Le Pen.
Sembrava anche povera di idee e
guida, in bilico fra il «gauchismo»
massimalista e il riformismo liberista, aggredita dall’estrema sinistra
e dalla delusione della Francia popolare e impoverita, che votava Le
Pen o si rifugiava nell’astensione.
CONTINUA A PAGINA 9
Nel mirino dei killer un camorrista dei Giuliano. Polemica tra il sindaco Iervolino e il Polo sulla sicurezza in città
Ragazzina colpita dai clan, dolore e rabbia
Napoli: Annalisa, 14 anni, è in coma. Forse usata come scudo. Pisanu studia l’invio di rinforzi
NAPOLI — E’ in coma
irreversibile Annalisa Durante, 14 anni, (nella foto) vittima incolpevole
d’una sparatoria tra camorristi sabato sera nel
quartiere Forcella. La ragazzina è stata colpita alla nuca da un proiettile
mentre era con le cugine
davanti al portone di casa. Il bersaglio era Salvatore Giuliano, 20 anni,
che era vicino alle ragazze quando due killer giunti in scooter hanno aperto il fuoco. Salvatore è riuscito a fuggire e per farlo,
secondo alcuni testimoni, si sarebbe anche fatto
scudo del corpo di Annalisa. Per la polizia, i responsabili dell’agguato sarebbero collegati al clan Mazzarella che a Forcella ha
scalzato i Giuliano. «Inorridito», il ministro dell’Interno Pisanu studia l’invio di rinforzi. Polemica
sulla sicurezza tra il Polo
e il sindaco Iervolino.
«FORSE UN KAMIKAZE»
Si fa esplodere in auto
Brescia, paura al fast food
Un’auto è esplosa ieri sera
nella coda del McDrive, il
«fast food drive in» della
McDonald’s, nell’area di servizio Campo Grande, a sud di
Brescia. L’auto, una Fiat Croma targata Mantova, risulta
di proprietà di un marocchino di Casablanca residente
nel Bresciano. Il conducente,
carbonizzato, è stato l’unica
vittima dell’esplosione. Ma
poteva essere una strage: nell’auto c’erano quattro bombole di gas da cucina. Avevano
le valvole aperte ma fortunatamente non sono esplose: a
prendere fuoco è stato solo il
gas di cui era saturo l’abitacolo. Gli inquirenti stanno lavorando sia sull’ipotesi del suicidio sia su quella, molto più
inquietante, di un fallito attentato kamikaze.
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Bufi, d’Errico, Imarisio
e un intervento
di Erri De Luca
& PRIVATO
Alberti e Vallini
La rockstar si allea con il marchigiano Antonio Terni, nasce l’etichetta «Planet waves»
Non rinunciate ai grandi progetti, gli ostacoli cadranno Rosso italiano, ecco il vino prodotto da Bob Dylan
Noi possiamo cercare un vantaggio immediato, oppure proporci di costruire qualcosa di importante per tutti. Negli anni Settanta Shimon Peres ha avuto
l’audacia e la lungimiranza di
fare massicci investimenti nel
campo tecnologico in modo da
dare a Israele un vantaggio di
cui beneficia tuttora. Conosco
una persona che ha costruito
una grande istituzione formativa. Sapendo che l’espansione
della città avrebbe potuto bloccarne l’estensione per anni, mano a mano che arrivavano i guadagni, ha comperato tutto il terreno e gli edifici che vi stavano
attorno. In questo modo le ha
assicurato un enorme patrimonio immobiliare e la possibilità
di espandersi per decenni.
Però le persone che ragionano e operano in questo modo sono poche. Alcuni non riescono
a concepire un grande piano.
Aspettano che sia qualcun altro
a farlo, e poi vi trovano la loro
di FRANCESCO ALBERONI
nicchia. Altri hanno una mentalità astratta, sognano il progetto
ma, incapaci di realizzarlo, si limitano a parlarne, a fantasticare.
Ci sono poi coloro che lo incominciano, ma non hanno la
costanza, la tenacia, il coraggio
indispensabile per superare le avversità che, in tutte le
grandi imprese si ergono, come mostri, sul
cammino. Vi sono infine quelli che mirano solo ai guadagni facili, ai
vantaggi immediati e,
non appena ne scorgono l’opportunità, lasciano perdere tutto per buttarsi sull’occasione. Tutto questo avviene nelle imprese, negli enti pubblici e nel mondo politico. Vi sono politici che si cercano una
nicchia, altri che hanno buone
idee ma senza l’energia per realizzarle, altri ancora che voglio-
no successi facili, vantaggi immediati. Vi sono però anche alcuni capaci di concepire un
grande progetto e di lottare per
realizzarlo. E spesso, pur avendo potere, incontrano difficoltà
maggiori che un imprenditore
privato. Perché i mandati politici sono di breve durata e chi viene dopo distrugge ciò che
ha fatto il suo predecessore. Perché vi sono complessi ostacoli burocratici.
Perché l’opposizione, pur
di indebolire l’avversario,
ostacola le sue migliori realizzazioni. Infine vi sono
le lotte all’interno dello
stesso partito. Tutti, infatti, cercano di accrescere il proprio potere e ostacolano chi emerge.
In ogni caso, chi vuol portare
a compimento un grande progetto deve profondervi una energia
smisurata, una determinazione
inflessibile. Deve inventare, risol-
vere problemi, spiegare e rispiegare con pazienza, trovare alleati, creare coalizioni, convincere i
riottosi. Senza mai farsi fermare
dalle critiche, dagli ostacoli, dalle diffamazioni. Senza mai cedere allo sconforto. Perché, se si
ferma lui, si ferma tutto.
Ma, se riesce a tener viva la
sua fede, a resistere, e, naturalmente se il suo progetto è razionale e vitale, alla fine, quasi miracolosamente, vince. Perché sono così pochi i veri creatori, sono così pochi i grandi progetti,
che alla fine, trova alleati, sostenitori. Alcuni si fanno contagiare dal suo entusiasmo, altri vi vedono possibili vantaggi, altri cedono per stanchezza. Si mette in
moto, allora, un processo che
travolge gli ostacoli come una
forza di natura. E’ incredibile cosa possono fare la fede e l’energia di un uomo solo.
www.corriere.it/alberoni
di ALDO GRASSO
La notizia è bella: Bob
Dylan ha deciso di occuparsi di vini italiani. Ma la
storia di questa notizia è
ancora più bella, è tre volte bella. Perché una delle
più grandi rock star del
mondo firma un'etichetta
italiana. Perché un lungo
sogno, uno di quei sogni
che solo i fan sanno sognare, si è realizzato.Perché
alla vigilia di Vinitaly, è bene brindare a Dylan e a
quelli come lui che riconoscono nel nostro vino, in
un momento in cui il settore non se la passa tanto
bene, una delle espressioni più alte della cultura.
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