Francia,trionfodellasinistra
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Francia,trionfodellasinistra
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Il premier: grave sconfitta, bisogna cambiare L’INTERVISTA / KOFI ANNAN «Onu, ruolo in Iraq a queste condizioni» di GIOVANNI RUSSO R Le riforme. A Cernobbio per il seminario annuale della Confcommercio, il premier parla del suo programma di governo, delle difficoltà dell’economia e promette riforme. A partire da quella delle pensioni «da approvare entro le Europee», fino a quella elettorale, dopo il voto di giugno, per introdurre il premio di maggioranza. Ai commercianti chiede: «Fate sentire la vostra voce di sostegno al governo». R Poca collegialità. Gli annunci di Berlusconi hanno irritato il vice premier Fini il quale lamenta che il piano di rilancio dell’economia non sarebbe stato ancora discusso in sede di consiglio di gabinetto: «Per stabilire che iniziative prendere, e quando prenderle, bisogna mettersi d’accordo». Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite al «Corriere della Sera»: «Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si sta impegnando per avere in Iraq una forza multinazionale sotto un comando unificato che dovrebbe collaborare con il governo iracheno e contribuire al mantenimento della sicurezza nel Paese». U Alle pagine 2 e 3 Il segnale che arriva da Cernobbio non va sottovalutato. C’è al capezzale un malato grave, l’economia italiana e il medico, alias il governo, ha deciso di intervenire annunciando un pacchetto di provvedimenti per dare ossigeno al paziente ed evitargli ulteriori complicazioni. Se fino a qualche mese fa la maggioranza confidava che i meccanismi spontanei del mercato, l’auspicata ripresa, potessero ridare smalto alle attività produttive, oggi i responsabili dell’economia si sono resi conto che non è così. O si rintraccia un profilo convincente di politica economica o ci si rassegna a seguire sui monitor la serie di statistiche che ormai con frequenza giornaliera segnala vuoi la «morte» del made in Italy vuoi il crollo del fatturato industriale. Sappiamo tutti come il centrodestra dopo aver trionfato nel 2001 si sia trovato a fronteggiare una serie impressionante di discontinuità, dalle Twin Towers all’euro forte. E non stupisce che davanti a queste turbolenze abbia perso il filo del proprio ragionamento. Non è accaduto solo a noi. di DARIO DI VICO Ora Berlusconi e Tremonti ripartono dal taglio delle tasse e anche simbolicamente si ricollegano al programma che li aveva portati a vincere e ad aggregare un largo blocco sociale. Tocca ai tecnici verificare se la seconda tranche della riduzione fiscale favorisca gli strati più o meno disponibili al consumo, ma comunque la parola d’ordine «meno tasse» è di quelle che tradizionalmente possono dar fiato all’economia. E non è un caso che Zapatero abbia voluto nel suo programma elettorale, primo tra i leader socialisti d’Europa, impadronirsi di questo tema. A Cernobbio, poi, Berlusconi ha anche annunciato di voler ridurre il numero delle festività con l’obiettivo di far crescere il Pil. Accertato che la variazione statistica per un paio di feLA CRISI DEL CALCIO LINEA DURA DI MARONI «SE C’E’ IL DECRETO USCIAMO DAL GOVERNO» U Pag.13 Alberti, Cavalera, Pasini PUBBLICO ste in meno sarà solo di qualche decimale di punto, resta difficile catalogare il taglio delle festività tra i provvedimenti per la ripresa. E’ giusto armonizzare il calendario europeo ed evitare incongruenze come quella che vede in alcuni giorni aperte delle piazze finanziarie ed altre no. Può essere interessante copiare l’esperienza inglese del bank holiday ovvero dello spostamento delle festività infrasettimanali al lunedì in modo da evitare il ricorso generalizzato ai «ponti». Ma sicuramente il taglio dei giorni di festa — che equivale a un mero allungamento dell’orario lavorativo — non fungerà da sostegno alla domanda. I prodotti sugli scaffali ci sono, il problema è che pochi li comprano. Ergo per rilanciare i consumi forse sarebbe più efficace aumentare stipendi e salari, ipotesi ventilata di recente dal chief economist della Confindustria Paolo Garonna e ben vista anche dai più brillanti economisti del centrodestra. A Cernobbio, dunque, Berlusconi ha preso atto che qualcosa bisogna fare. Ha illustrato la sua ricetta. Ma non si è sentita la scossa. U A pagina 9 U A pagina 11 Caretto, Fregonara, Fubini Mannheimer, Marro, Rizzo QUELLA SCOSSA CHE ANCORA NON C’E’ PARIGI — La sinistra ha stravinto le elezioni regionali in Francia. Socialisti, verdi e comunisti uniti conquistano 21 regioni su 23 (ne governavano 8), ottenendo circa il 50% dei voti complessivi contro il 37 del centrodestra e il 13 della destra estrema di Le Pen (pure in calo di consensi). Per il premier Jean-Pierre Raffarin è una disfatta: battuti tutti i 19 esponenti del governo che si erano candidati. Il primo ministro, umiliato nel suo feudo, il Poitou-Charentes, assicura tuttavia che le riforme proseguiranno. Ora il presidente Chirac avvierà un rimpasto, sostituendo i ministri considerati responsabili della sconfitta. Il vero trionfatore di ieri è il segretario socialista François Hollande, delfino di Lionel Jospin. Montefiori RAFFARIN AL CAPOLINEA di MASSIMO NAVA PARIGI — Sembrava orfana e nostalgica la sinistra francese che, da ieri sera, canta vittoria come ai tempi di Mitterrand. Unita, sulle ali dell'entusiasmo popolare e dei brindisi nelle sedi dei partiti, il socialista, il verde e persino il comunista, dato per condannato all’estinzione anche nelle roccheforti operaie. Orgogliosa, dopo il purgatorio del 21 aprile 2002, quando venne umiliata dall’eliminazione del suo leader, Lionel Jospin, al primo turno delle presidenziali e costretta a dare il sangue a Chirac per salvare i valori repubblicani dall’onda nera di Le Pen. Sembrava anche povera di idee e guida, in bilico fra il «gauchismo» massimalista e il riformismo liberista, aggredita dall’estrema sinistra e dalla delusione della Francia popolare e impoverita, che votava Le Pen o si rifugiava nell’astensione. CONTINUA A PAGINA 9 Nel mirino dei killer un camorrista dei Giuliano. Polemica tra il sindaco Iervolino e il Polo sulla sicurezza in città Ragazzina colpita dai clan, dolore e rabbia Napoli: Annalisa, 14 anni, è in coma. Forse usata come scudo. Pisanu studia l’invio di rinforzi NAPOLI — E’ in coma irreversibile Annalisa Durante, 14 anni, (nella foto) vittima incolpevole d’una sparatoria tra camorristi sabato sera nel quartiere Forcella. La ragazzina è stata colpita alla nuca da un proiettile mentre era con le cugine davanti al portone di casa. Il bersaglio era Salvatore Giuliano, 20 anni, che era vicino alle ragazze quando due killer giunti in scooter hanno aperto il fuoco. Salvatore è riuscito a fuggire e per farlo, secondo alcuni testimoni, si sarebbe anche fatto scudo del corpo di Annalisa. Per la polizia, i responsabili dell’agguato sarebbero collegati al clan Mazzarella che a Forcella ha scalzato i Giuliano. «Inorridito», il ministro dell’Interno Pisanu studia l’invio di rinforzi. Polemica sulla sicurezza tra il Polo e il sindaco Iervolino. «FORSE UN KAMIKAZE» Si fa esplodere in auto Brescia, paura al fast food Un’auto è esplosa ieri sera nella coda del McDrive, il «fast food drive in» della McDonald’s, nell’area di servizio Campo Grande, a sud di Brescia. L’auto, una Fiat Croma targata Mantova, risulta di proprietà di un marocchino di Casablanca residente nel Bresciano. Il conducente, carbonizzato, è stato l’unica vittima dell’esplosione. Ma poteva essere una strage: nell’auto c’erano quattro bombole di gas da cucina. Avevano le valvole aperte ma fortunatamente non sono esplose: a prendere fuoco è stato solo il gas di cui era saturo l’abitacolo. Gli inquirenti stanno lavorando sia sull’ipotesi del suicidio sia su quella, molto più inquietante, di un fallito attentato kamikaze. U Alle pagine 5 e 6 U A pagina 16 Bufi, d’Errico, Imarisio e un intervento di Erri De Luca & PRIVATO Alberti e Vallini La rockstar si allea con il marchigiano Antonio Terni, nasce l’etichetta «Planet waves» Non rinunciate ai grandi progetti, gli ostacoli cadranno Rosso italiano, ecco il vino prodotto da Bob Dylan Noi possiamo cercare un vantaggio immediato, oppure proporci di costruire qualcosa di importante per tutti. Negli anni Settanta Shimon Peres ha avuto l’audacia e la lungimiranza di fare massicci investimenti nel campo tecnologico in modo da dare a Israele un vantaggio di cui beneficia tuttora. Conosco una persona che ha costruito una grande istituzione formativa. Sapendo che l’espansione della città avrebbe potuto bloccarne l’estensione per anni, mano a mano che arrivavano i guadagni, ha comperato tutto il terreno e gli edifici che vi stavano attorno. In questo modo le ha assicurato un enorme patrimonio immobiliare e la possibilità di espandersi per decenni. Però le persone che ragionano e operano in questo modo sono poche. Alcuni non riescono a concepire un grande piano. Aspettano che sia qualcun altro a farlo, e poi vi trovano la loro di FRANCESCO ALBERONI nicchia. Altri hanno una mentalità astratta, sognano il progetto ma, incapaci di realizzarlo, si limitano a parlarne, a fantasticare. Ci sono poi coloro che lo incominciano, ma non hanno la costanza, la tenacia, il coraggio indispensabile per superare le avversità che, in tutte le grandi imprese si ergono, come mostri, sul cammino. Vi sono infine quelli che mirano solo ai guadagni facili, ai vantaggi immediati e, non appena ne scorgono l’opportunità, lasciano perdere tutto per buttarsi sull’occasione. Tutto questo avviene nelle imprese, negli enti pubblici e nel mondo politico. Vi sono politici che si cercano una nicchia, altri che hanno buone idee ma senza l’energia per realizzarle, altri ancora che voglio- no successi facili, vantaggi immediati. Vi sono però anche alcuni capaci di concepire un grande progetto e di lottare per realizzarlo. E spesso, pur avendo potere, incontrano difficoltà maggiori che un imprenditore privato. Perché i mandati politici sono di breve durata e chi viene dopo distrugge ciò che ha fatto il suo predecessore. Perché vi sono complessi ostacoli burocratici. Perché l’opposizione, pur di indebolire l’avversario, ostacola le sue migliori realizzazioni. Infine vi sono le lotte all’interno dello stesso partito. Tutti, infatti, cercano di accrescere il proprio potere e ostacolano chi emerge. In ogni caso, chi vuol portare a compimento un grande progetto deve profondervi una energia smisurata, una determinazione inflessibile. Deve inventare, risol- vere problemi, spiegare e rispiegare con pazienza, trovare alleati, creare coalizioni, convincere i riottosi. Senza mai farsi fermare dalle critiche, dagli ostacoli, dalle diffamazioni. Senza mai cedere allo sconforto. Perché, se si ferma lui, si ferma tutto. Ma, se riesce a tener viva la sua fede, a resistere, e, naturalmente se il suo progetto è razionale e vitale, alla fine, quasi miracolosamente, vince. Perché sono così pochi i veri creatori, sono così pochi i grandi progetti, che alla fine, trova alleati, sostenitori. Alcuni si fanno contagiare dal suo entusiasmo, altri vi vedono possibili vantaggi, altri cedono per stanchezza. Si mette in moto, allora, un processo che travolge gli ostacoli come una forza di natura. E’ incredibile cosa possono fare la fede e l’energia di un uomo solo. www.corriere.it/alberoni di ALDO GRASSO La notizia è bella: Bob Dylan ha deciso di occuparsi di vini italiani. Ma la storia di questa notizia è ancora più bella, è tre volte bella. Perché una delle più grandi rock star del mondo firma un'etichetta italiana. Perché un lungo sogno, uno di quei sogni che solo i fan sanno sognare, si è realizzato.Perché alla vigilia di Vinitaly, è bene brindare a Dylan e a quelli come lui che riconoscono nel nostro vino, in un momento in cui il settore non se la passa tanto bene, una delle espressioni più alte della cultura. CONTINUA A PAGINA 20 Sempre più vicini. Sempre più Eurostar. 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