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© Springer-Verlag 2001 Pathologica (2001) 93:505-516 EDITORIALE G. Magro · S. Grasso Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano e nel neuroblastoma Glial cells in the ontogenesis of the human peripheral sympathetic nervous system and in neuroblastoma Riassunto Il ruolo delle cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico (SNPO) nell’uomo è ancora da stabilire. Studi immunoistochimici condotti su embrioni e feti umani hanno evidenziato che, durante i processi di migrazione, i nidi di neuroblasti indifferenziati contengono cellule sustentaculari e sono completamente circondati e separati dall’ambiente esterno da cellule simil-Schwann e da una membrana basale continua. Questa distribuzione topografica delle cellule gliali e della matrice extracellulare appare strategica ai fini dei processi di migrazione e differenziazione dei neuroblasti indifferenziati. Una distribuzione analoga tra cellule gliali, matrice extracellulare e neuroblasti è stata osservata nei neuroblastomi che presentano aree con pattern di crescita nodulare, rafforzando ulteriormente il concetto che questa neoplasia rappresenti un arresto del normale processo differenziativo/maturativo del SNPO umano. Nonostante sia opinione comune che le cellule di Schwann, nel neuroblastoma, siano cellule che “infiltrano dall’esterno la neoplasia”, i nostri dati suggeriscono che queste cellule derivano dalle cellule gliali normalmente associate ai neuroblasti indifferenziati durante l’ontogenesi. Il normale sviluppo della linea gangliare, neuroendocrina (cromaffine) e gliale G. Magro () • S. Grasso Istituto di Anatomia Patologica, Università di Catania, Via Biblioteca 4, I-95124 Catania, Italia e-mail: [email protected] Tel.: +39-095-310241 Fax: +39-095-316045 verrà discusso, focalizzando l’attenzione sulle cellule gliali e su alcune molecole della matrice extracellulare sia in corso di ontogenesi, che nel neuroblastoma. Parole chiave Cellule di Schwann • Cellule sustentaculari • Ontogenesi • Matrice extracellulare • Neuroblastoma Key words Schwann cells • Sustentacular cells • Development • Extracellular matrix • Neuroblastoma Introduzione Lo sviluppo del sistema nervoso periferico ortosimpatico (SNPO) nell’uomo avviene attraverso vari processi coordinati nello spazio e nel tempo, durante i quali, precursori cellulari della cresta neurale migrano tra i tessuti embrionali e fetali fino a colonizzare definitivamente organi o tessuti periferici. Durante le prime fasi dell’ontogenesi, le creste neurali appaiono come lamine longitudinali poste bilateralmente rispetto al primitivo tubo neurale – struttura da cui derivano – e costituite da cellule neuroectodermiche primitive capaci di differenziazione multidirezionale: nervosa, gliale, neuroendocrina e melanocitaria. Nelle fasi più precoci, oltre a cellule già “committed” per una linea cellulare ben definita, esistono cellule con duplice potenzialità differenziativa (ad esempio, nervosa e gliale), nonché cellule “committed” capaci di “transdifferenziazione” cioè in grado di trasformare il loro fenotipo in un altro (ad esempio, una cellula nervosa può differenziarsi in una cellula neuroendocrina o viceversa) [1]. Dalla 4a-5a settimana di sviluppo, le creste neurali si frammentano in nidi cellulari che, interconnessi tra loro da sottili fibre nervose provenienti dai gangli spinali, migrano dalla regione paravertebrale lungo le aree para- e pre-aortiche, raggiungendo i diversi organi in via di sviluppo (surrene, organi addomino-pelvici) (Fig. 1A). Questi nidi sono costituiti da neuroblasti indifferenziati, cellule linfocito-simili di forma rotondeggiante, con una sottile rima di citoplasma, nucleo ipercromico con piccoli, ma evidenti nucleoli (Fig. 1B, 2A, 506 G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano B A C D Fig. 1 Feto umano di 8 settimane. A La proteina S-100 evidenzia fibre nervose (frecce), cellule fusate simil-Schwann e cellule sustentaculari, rispettivamente alla periferia ed all’interno dei nidi neuroblastici (N) in posizione para- e pre-aortica (A) e in prossimità del surrene (S). B Maggiore ingrandimento dell’area contrassegnata con (). Cellule sustentaculari con evidenti dendriti citoplasmatici a contatto diretto con i neuroblasti indifferenziati. C,D Nidi neuroblastici (N) adesi al surrene (S). Sezioni seriate colorate con anticorpi anti-proteina S-100 (C) ed anti-collagene VI (D) svelano l’esistenza di una membrana basale continua che segue la distribuzione delle cellule similSchwann lungo la periferia dei nidi neuroblastici. Nei tessuti circostanti il collagene VI dà una colorazione interstiziale di tipo fibrillare. Si noti in C la continuità delle cellule di Schwann di una fibra nervosa (frecce) come cellule singole (cellule simil-Schwann), che rivestono i nidi neuroblastici G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano A 507 B C D E Fig. 2 A,B Surrene fetale di 15 settimane. Nella porzione ghiandolare più interna si osservano nidi neuroblastici circondati da cellule simil-Schwann positive alla proteina S-100. B Cellule cromaffini in via di differenziazione (in alto) sono a contatto diretto con cellule sustentaculari S-100 positive; notare la scomparsa delle cellule simil-Schwann ancora evidenziabili attorno a nidi neuroblastici dispersi tra le cellule cromaffini (in basso). C Surrene adulto. Tra le cellule cromaffini si osservano soltanto cellule sustentaculari S-100 positive; notare una rara cellula gangliare (freccia) circondata singolarmente da una cellula sustentaculare (o satellite). D,E Neuroblastoma scarsamente differenziato. I neuroblasti tumorali formano noduli circondati da sottili setti fibro-vascolari contenenti cellule simil-Schwann (D) nonché collagene di tipo IV (E) 508 G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano 2B) e capacità differenziativa bidirezionale sia verso la linea cellulare nervosa (cellule gangliari) che neuroendocrina (cellule cromaffini) (Fig. 3, 4). I neuroblasti indifferenziati sono facilmente evidenziabili immunoistochimicamente utilizzando diversi anticorpi, tra cui enolasi neurono-specifica, BCL2, CD44 etc. (Tab. 1) [2, 3, 4]. In corrispondenza dei surreni, che a questo stadio sono costituiti esclusivamente da un abbozzo epiteliale di origine mesodermica, alcuni nidi neuroblastici invadono la capsula surrenale (Fig. 1A, 1C), spingendosi all’interno della ghiandola ove successivamente si differenzieranno in cellule neuroendocrine, formando così la midollare del surrene. I nidi neuroblastici che migrano in prossimità dei visceri addomino-pelvici, portandosi all’interno delle loro pareti, si differenzieranno in cellule gangliari che, assieme alle fibre nervose da cui sono innervate, formeranno i plessi nervosi gangliari (plesso sottomucoso di Meissner e mioenterico di Auerbach). Linea gangliare Dalla 7a-9a settimana di sviluppo è possibile osservare la differenziazione della linea gangliare; a questo stadio al- l’interno dei nidi neuroblastici è possibile identificare cellule con caratteristiche morfologiche che si discostano dai neuroblasti indifferenziati per la presenza di un citoplasma più evidente e un nucleo vescicoloso con un nucleolo prominente [5]. Recentemente abbiamo dimostrato che tali cellule, oltre ad esprimere diversi marcatori condivisi con neuroblasti e cellule neuroendocrine (Tab. 1), risultano positive alla catepsina D e sono da considerarsi cellule gangliari precoci [5]. La loro maturazione è caratterizzata da un progressivo aumento delle dimensioni sia del citoplasma che del nucleo, il quale diventa sempre più vescicoloso con un unico e prominente nucleolo centrale. Queste cellule gangliari fetali, oltre ad esprimere la catepsina D, sono immunoreattive ai recettori tirosin-chinasi per le neurotrofine (TrKa e TrkC) (Tab. 1). La differenziazione dei neuroblasti indifferenziati in cellule gangliari si verifica soprattutto in quei nidi cellulari che formeranno le catene paravertebrali dei gangli ortosimpatici ed i gangli ortosimpatici pre- ed intra-viscerali. Cellule gangliari si differenzieranno anche dai nidi neuroblastici intrasurrenali, ma in misura quantitativamente ridotta. Il numero delle cellule gangliari nelle ultime fasi dello sviluppo del SNOP umano rimarrà relativamente costante per tutta la vita. Fig. 3 ENS+ TH+ HNK1+ Bcl2+ CD44+ NF+ CD+ ENS+ TH+ HNK1+ Bcl-2+ CD44+ Cellule primitive cresta neurale Cellula gangliare precoce ENS+ TH+ CD44– Bcl2– HNK1– CD– CGA+ SF+ IGF-2+-(paragangli o cellule SIF) Cellula neuroendocrina immatura (feocromoblasto) ENS+ TH+ HNK1+ Bcl2+ CD44+ NF+ CD+ TrKA+ Periferina+ • Catene gangliari ortosimpatiche paravertebrali • Gangli ortosimpatici pre-viscerali • Plessi nervosi gangliari viscerali (tratto gastrointestinale; vescica, rene, etc.) Cellula gangliare matura ENS+ TH+ CD44– Bcl2– HNK1– CD– CGA+ SF+ IGF-2+-(paragangli o cellule SIF) TrKB+ • Midollare surrene • Paragangli • Cellule neuroendocrine intragangliari (SIF cells) Cellula neuroendocrina matura (feocromocita) ENS, enolasi neurono-specifica; TH, tirosina idrossilasi; HNK-1/N-CAM; CD44; CD, catepsina D; TrKA-TrKC, recettori tirosina chinasi per le neurotrofine; BCL-2, proteina BCL-2; NF, neurofilamenti; CGA, cromogranina S; SF, sinaptofisina; IGF-2, insulin growth factor-2; SIF, cellule neuroendocrine intragangliari Cellule primitive cresta neurale Fig. 4 Linea gliale (midollare surrene; paragangli ortosimpatici) Linea neuroendocrina o cromaffine (cellule di Schwann e sustentaculari) Tumori Neuroblastici Linea gangliare ortosimpatica Borderline Commisto Nodulare Borderline: pochi neuroblasti dispersi con rara formazione di noduli microscopici (istologia favorevole) Commisto: pochi noduli neuroblastomatosi microscopici ben definiti (istologia favorevole) Nodulare: noduli macroscopici neuroblastomatosi (istologia sfavorevole) Tutti i ganglioneuroblastomi sono costituiti da una prevalente quota ganglioneuromatosa (cellule gangliari mature e immature, cellule di Schwann e tessuto fibroso), cui si associa una componente variabile neuroblastomatosa Neuroblasti indifferenziati + >5% di neuroblasti con differenziazione gangliare Feocromocitoma; Paraganglioma (cellule neuroendcorine + cellule sustentaculari) Ganglioneuroma Ganglioneuroblastoma Neuroblastoma Differenziantesi Neuroblasti indifferenziati + <5% di neuroblasti con differenziazione gangliare Neuroblasti indifferenziati Scarsamente differenziato Indifferenziato G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano 509 510 G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano Linea neuroendocrina (cromaffine) Le cellule neuroendocrine o cromaffini derivano dai precursori neuroblastici geneticamente programmati a formare la linea cellulare neuroendocrina intragangliare, i paragangli ortosimpatici e la midollare del surrene (Tab. 1). La differenziazione dei neuroblasti verso la linea neuroendocrina può essere facilmente evidenziata immunoistochimicamente utilizzando anticorpi anti-cromogranina A [5, 6]. Le cellule neuroendocrine intragangliari, note anche come “cellule cromaffini intragangliari” o “piccole cellule intensamente fluorescenti” (SIF cells), si formano all’interno dei nidi di neuroblasti che formeranno le catene paravertebrali del sistema nervoso ortosimpatico e la maggior parte di esse scomparirà nel periodo neonatale [7]. I paragangli sono agglomerati di cellule neuroendocrine, disperse in diverse parti del corpo, che originano dai nidi di neuroblasti indifferenziati disposti lungo le fibre nervose che interconnettono i diversi gangli ortosimpatici [7]. La maggior parte dei paragangli sono strutture microscopiche a disposizione parassiale, disposte lungo l’area preaortica, dal torace fino alla pelvi. Tra i paragangli macroscopicamente più evidenti, i più importanti sono l’organo dello Zuckerkandl, sito in corrispondenza dell’origine dell’arteria mesenterica inferiore e ritenuto la maggiore fonte di produzione di catecolamine durante la vita fetale e neonatale, e la midollare del surrene. La maggior parte dei paragangli ortosimpatici fetali scompare nel periodo neonatale e la componente residua va incontro ad una riduzione delle dimensioni, fenomeno osservabile soprattutto a carico dell’organo dello Zuckerkandl. La midollare del surrene rappresenta il prototipo dei paragangli ortosimpatici e si presta come modello ideale per lo studio dell’ontogenesi della linea cellulare neuroendocrina umana. Nei surreni di età gestazionale compresa tra la 7a e la 32a settimana di sviluppo, numerosi gruppi di nidi neuroblastici, sempre interconnessi tra loro da fibre nervose, migrano dalla corticale fino alle vene profonde, situate nella porzione ghiandolare più interna (Fig. 2A). Nel periodo compreso tra la 12a e la 24a settimana di sviluppo, alcuni nidi neuroblastici mostrano una degenerazione cistica centrale con una rima periferica cellulare residua più o meno ampia [8, 9]. Alla periferia di tali nidi si differenziano cellule con dimensioni maggiori rispetto ai neuroblasti, distinguibili soprattutto per il loro nucleo vescicoloso e il citoplasma chiaro (Fig. 2B). Queste cellule, note anche come “feocromoblasti”, positive alla cromogranina A, rappresentano lo stadio precoce delle linea neuroendocrina (cromaffine) della midollare surrenale e si organizzano in piccoli aggregati cellulari o come singole cellule che prendono contatto diretto con le cellule della corticale del surrene [8]. Negli stadi successivi, dalla 24a alla 38a settimana di gestazione, i nidi di neuroblasti indifferenziati progressivamente decrescono di numero fino a scomparire completamente nei surreni neonatali. Simultaneamente, si assiste ad una continua e progressiva differenziazione di cellule neuroendocrine che, organizzandosi in cordoni cellulari strettamente stipati tra loro, formano la midollare del surrene, ormai topograficamente ben distinta dalla corticale. Nei surreni neonatali e in quelli adulti, la midollare è costituita da cellule neuroendocrine mature (feocromociti), da rare cellule gangliari e da cellule gliali sustentaculari (Fig. 2C). Linea gliale Durante l’ontogenesi del SNOP umano, studi immunoistochimici hanno evidenziato la presenza di cellule S100 positive, definite cellule simil-gliali [10] o sustentaculari [11], sia all’interno dei nidi neuroblastici che in periferia. In embrioni e feti umani di età gestazionale compresa tra la 7a e la 15a settimana di sviluppo, utilizzando anticorpi anti proteina S-100 ed anti collagene IV, abbiamo identificato nel SNOP umano extra- ed intra-viscerale (soprattutto surreni) tre popolazioni cellulari gliali diverse tra loro per morfologia, topografia, e rapporti cellulari: cellule di Schwann, cellule simil-Schwann e cellule sustentaculari o satelliti (Figg. 1A, 1B, 1C, 2A, 2B) [8, 12]. Le cellule di Schwann circondano gli assoni delle fibre nervose che interconnettono i nidi neuroblastici indifferenziati. Tali cellule sono circondate da una membrana basale positiva al collagene IV e alla laminina. Le cellule simil-Schwann, sono cellule fusate dotate di fini e lunghi prolungamenti citoplasmatici bipolari, localizzate alla periferia dei nidi di neuroblasti. Abbiamo dimostrato che queste cellule hanno rapporti di continuità con le cellule di Schwann delle fibre nervose che, prolungandosi lungo la periferia dei nidi neuroblastici, formano un monostrato cellulare continuo (Figg. 1A, 1C). Nello stesso studio, utilizzando sezioni seriate colorate con anticorpi anti proteina S-100 ed anti collagene IV, fu evidenziata una membrana basale che, partendo dalle fibre nervose, si estendeva lungo la periferia dei nidi neuroblastici, seguendo esattamente la distribuzione delle cellule periferiche simil-Schwann (Figg. 1C, 1D). Questi dati suggeriscono che la membrana basale possa essere prodotta in situ dalle cellule simil-Schwann, le quali, originando dalle cellule di Schwann delle fibre nervose, condividono con esse la capacità di produrre i costituenti della membrana basale [13-18]. Le cellule sustentaculari sono cellule rotondeggianti o ovalari senza alcun rapporto con le molecole della matrice extracellulare, che nelle prime fasi dello sviluppo sono a contatto diretto, tramite dendriti citoplasmatici, con i neuroblasti indifferenziati (Fig. 1B). Nelle fasi successive, contraggono rapporti sia con le cellule neuroendocrine (Fig. 2B) che con quelle gangliari in via di sviluppo, circondandole singolarmente (cellule satelliti) (Fig. 2C). G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano Circa l’origine delle cellule gliali del SNPO umano, alcuni autori hanno ipotizzato che esse derivino da una differenziazione in situ da un precursore comune alle cellule gangliari e neuroendocrine [6]. Sebbene l’esistenza di tale cellula pluripotente nei gangli, paragangli e nella midollare del surrene fetale non possa essere esclusa, i nostri dati indicano che, nelle prime fasi dello sviluppo, la linea gliale del sistema nervoso ortosimpatico intraviscerale (surreni, intestino etc.) deriva dai nidi neuroblastici extraviscerali che, colonizzando gli organi, trasportano con sé anche la componente gliale (sustentaculare e simil-Schwann). Questo è facilmente dimostrabile soprattutto nel surrene dove i nidi di neuroblasti che invadono l’abbozzo primitivo surrenale contengono già sia cellule sustentaculari, a contatto diretto con i neuroblasti, che cellule simil-Schwann alla loro periferia [8, 12] (Figg. 1A, 1C). Il destino ontogenetico delle cellule sustentaculari è diverso da quello delle cellule simil-Schwann [8]. Infatti, con la scomparsa dei nidi neuroblastici indifferenziati, le cellule sustentaculari persisteranno tra le cellule neuroendocrine della midollare surrenale e dei paragangli durante tutto il periodo neonatale e anche nei tessuti adulti, ove sono costantemente documentabili utilizzando anticorpi anti-proteina S100 [7]. È importante ricordare che anche neoplasie neuroendocrine, come il feocromocitoma ed il paraganglioma, contengono un numero considerevole di cellule sustentaculari, la cui identificazione può essere di notevole ausilio diagnostico [7, 19-22]. Al contrario, le cellule simil-Schwann sembrano essere cellule embrio-fetali transitorie che scompaiono nei tessuti neonatali e adulti [8]. Il loro destino è infatti strettamente collegato alla scomparsa dei nidi neuroblastici che si verifica sia per la loro differenziazione in strutture gangliari o paragangliari ortosimpatici, sia per processi di involuzione/regressione (degenerazione cistica, probabili fenomeni apoptotici), fenomeni osservabili soprattutto a livello della midollare surrenale. La funzione delle cellule gliali durante l’ontogenesi è ancora da definire. È facilmente intuibile che per dare origine alle definitive strutture gangliari extra ed intra-viscerali e paragangliari del SNOP umano i neuroblasti indifferenziati, che migrano dalle primitive creste neurali, devono lungo il loro percorso: i) trovare e riconoscere i diversi organi da colonizzare; ii) cessare la loro migrazione nelle localizzazioni appropriate; iii) completare il loro programma di differenziazione terminale in situ; iv) evitare una differenziazione prematura che comporterebbe un arresto migratorio con compromissione della corretta colonizzazione degli organi. In tutti questi processi un ruolo cruciale sembra essere svolto da peptidi (endoteline e loro recettori), fattori neurotrofici, fattori di trascrizione, fattori di crescita e da molecole della matrice extracellulare. Le endoteline e i loro recettori (E-3, E-B) sembrano agire simultaneamente prevenendo la prematura differenziazione dei neuroblasti durante la migrazione; un loro difetto genico comporta l’insorgenza di patologie megacoliche sia sperimentalmente su modelli animali 511 che nell’uomo [23-26]. Tra i fattori neurotrofici, annoveriamo quelli derivanti dalla linea cellulare gliale (GFRα-1-Ret, NT-3-TrKC, la serotonina e una proteina che lega la laminina-1) con funzione di promotori della differenziazione nervosa (gangliare) e gliale [27]. Altri studi indicano fattori di trascrizione come Pax3, Sox10, c-Ret, il fattore neurotrofico derivato dalla linea cellulare gliale (GDNF) e l’enzima di conversione dell’endotelina come indispensabili per un corretto coordinamento delle varie tappe evolutive delle cellule che derivano dalle creste neurali [28, 29]. È stato osservato che anche il deficit di produzione di alcuni di questi fattori (ad esempio, GDNF), dovuti a cause microambientali, anche in assenza di mutazioni geniche, possono causare arresto della migrazione dei neuroblasti [30]. A questo punto sorge spontanea la domanda se siano le cellule gliali coinvolte in questi processi di migrazione e differenziazione dei neuroblasti indifferenziati. La loro identificazione fin dalle prime fasi dello sviluppo (6a-7a settimana di gestazione) ci suggerisce che sia le cellule sustentaculari che le cellule simil-Schwann, intraprendendo precocemente rapporti con le cellule nervose/neuroendocrine, fanno parte integrante dell’ontogenesi del SNOP umano. Gli stretti contatti morfologici, tramite i dendriti citoplasmatici tra le cellule sustentaculari e le cellule neuroblastiche, neuroendocrine o gangliari, ci inducono ad ipotizzare un loro eventuale ruolo (differenziativo? di sostegno/mantenimento?) che per analogia potrebbe essere paragonato a quello svolto dalle cellule gliali nei confronti dei neuroni nel sistema nervoso centrale [11, 31]. L’identificazione di cellule simil-Schwann associate ad una membrana basale lungo la periferia dei nidi neuroblastici indifferenziati, durante l’ontogenesi umana, apre orizzonti affascinanti nel campo della neurobiologia. Il binomio cellule simil-Schwann/membrana basale crea una “barriera fisica” che separa completamente i neuroblasti dai tessuti circostanti durante il processo di migrazione. Questa scoperta pone le basi morfologiche per comprendere come i neuroblasti indifferenziati, cellule ad elevata capacità replicativa, non invadono i diversi organi (corpo vertebrale, aorta, etc.) incontrati durante la loro migrazione, pur venendone a stretto contatto, prevenendo così drammatiche conseguenze. Il ruolo di “barriera fisica” delle cellule simil-Schwann e della loro membrana basale appare tuttavia piuttosto riduttivo e non possiamo fare a meno di ipotizzare che la loro distribuzione sia programmata strategicamente al fine di mediare i complessi processi di migrazione, crescita, differenziazione e localizzazione definitiva dei neuroblasti indifferenziati. Questa ipotesi è fortemente avvalorata da ricerche che hanno dimostrato, sia sperimentalmente che nell’uomo, come una mutazione indotta o spontanea di un fattore di trascrizione come Sox10, determinando la mancata formazione di cellule gliali di tipo Schwann e sustentaculare [32], si associ a patologie della cresta neurale, quali la malattia di Hirschsprung, la sindrome di Waardenburg, di Hirschsprung/Waardenburg o a più rari disturbi multipli congeniti (lesioni nervose periferiche da ipomielinizzazione, pseudo-ostruzione intestinale 512 G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano e sordità) [33]. Tali evidenze rafforzano ulteriormente il concetto secondo cui le cellule di Schwann rappresenterebbero una “fonte di segnali” sia cellulari che extracellulari – quest’ultimi tramite la produzione di molecole della matrice extracellulare – indispensabili nel mediare la definitiva distribuzione topografica e la differenziazione terminale dei neuroblasti del SNOP umano [34]. Molti autori concordano nell’affermare che la matrice extracellulare, svolgendo un ruolo “guida” importante, sia direttamente implicata nei processi di migrazione della cresta neurale [35-44]. Studi sperimentali indicano che la migrazione, l’arresto e la localizzazione finale dei neuroblasti sono regolati da un delicato equilibrio tra alcune molecole della matrice extracellulare (collageni, glicoproteine, proteoglicani) ad azione stimolante e altre con funzione di “segnali inibitori” [37, 44]. Indagini immunoistochimiche, condotte utilizzando anticorpi anti-collagene IV, laminina, collagene VI e fibronectina, dimostrano la loro presenza lungo il pattern di migrazione dei nidi neuroblastici indifferenziati in molte specie animali [43-46]. Studi immunoistochimici da noi effettuatti [12; dati non pubblicati] hanno evidenziato l’esistenza delle stesse molecole della matrice extracellulare anche lungo il pattern di migrazione dei neuroblasti indifferenziati umani. La presenza di collagene IV e laminina lasciano ipotizzare l’esistenza di una membrana basale che, dalla fibre nervose, si continua lungo la periferia dei nidi neuroblastici; il collagene VI e la fibronectina danno un doppio pattern di colorazione: simil-membrana basale lungo la periferia dei nidi neuroblastici e di tipo fibrillare nei tessuti connettivi circostanti (Fig. 1D). Con la dimostrazione della presenza di collagene IV e VI, laminina e fibronectina lungo il pattern di migrazione dei nidi neuroblastici indifferenziati anche nella specie umana è possibile affermare che tali molecole si sono conservate nel corso dell’evoluzione filogenetica a partire dai pesci [44, 46, 47]. Tuttavia, una problematica ancora irrisolta è quella dell’individuazione delle cellule che sintetizzano queste molecole della matrice extracellulare nell’uomo. Nonostante studi in vitro candidino i neuroblasti come potenziali produttori di matrice extracellulare [48] permangono dubbi in vivo. I nostri dati, assieme ad evidenze sperimentali e immunoistochimiche, suggeriscono che, durante lo sviluppo, le cellule di Schwann sono le cellule che sintetizzano e depositano molecole della matrice extracellulare, tra cui componenti intrinseci della membrana basale (collagene IV e laminina) [13, 14, 16, 17]. È noto che le cellule di Schwann interagiscono con la matrice extracellulare esprimendo sulla loro superficie recettori di tipo integrinico e non-integrinico [13]. Cellule gliali e neuroblastoma Attualmente si ritiene che il neuroblastoma rappresenti la controparte neoplastica dei precursori cellulari immaturi embrio-fetali del SNOP umano [2, 3, 49, 50], la cui genesi va ricercata in un’espansione clonale probabilmente correlata ad un arresto del normale processo differenziativo che, nella maggior parte dei casi, interessa la linea gangliare [51], ma che in alcuni casi sembra coinvolgere anche la linea neuroendocrina extra-surrenale [2, 52]. Questo concetto si basa sulle seguenti evidenze: i) generalmente le sedi d’insorgenza del neuroblastoma corrispondono alla distribuzione delle strutture del sistema nervoso ortosimpatico periferico; ii) studi autoptici, condotti in surreni neonatali, hanno evidenziato un’elevata incidenza di piccoli noduli neuroblastici che, istologicamente ed immunofenotipicamente, sono simili ai noduli neuroblastomatosi (pattern di crescita istologico di tipo nodulare o lobulare) [53-55]; iii) la differenziazione morfologica dei neuroblasti indifferenziati verso la linea cellulare gangliare durante l’ontogenesi riflette quella osservata nel neuroblastoma [49, 51]; iv) la differenziazione/maturazione in vitro di alcuni neuroblastomi ricapitola quella osservabile nell’ontogenesi della cresta neurale [48, 51, 56]; v) l’espressione ontogenetica di molte molecole, tra cui oncoproteine (Bcl-2; c-erbB2), β-2 microglobulina, enzimi lisosomiali (catepsina D), ricalca quella osservata nei diversi stadi maturativi cellulari del neuroblastoma [2, 3, 8, 57-59]; vi) il neuroblastoma, così come si verifica normalmente nei i suoi precursori cellulari durante lo sviluppo embrio-fetale, può andare incontro a differenziazione e a spontanea maturazione in vivo (trasformazione da neuroblastoma in ganglioneuroma) [60-65]. Il neuroblastoma è costituito da una popolazione cellulare eterogenea rappresentata da cellule indifferenziate linfocito-simili, da cellule che mostrano un grado variabile di differenziazione gangliare e da cellule gliali, soprattutto cellule di Schwann e, in minor misura, cellule di tipo sustentaculare [49, 51, 66, 67]. L’importanza delle cellule gliali è testimoniata dal fatto che la classificazione più adottata negli anni ’80, la Shimada Classification, suddivideva tutti i tumori neuroblastici in due grandi categorie a seconda della quantità di stroma costituito da cellule di Schwann: “stromapoor o stroma-rich tumors” con un diverso significato prognostico [68]. Oggi la classificazione più utilizzata è quella di Joshi e coll. che suddivide il neuroblastoma in tre sottotipi [49, 51]: indifferenziato (esclusivamente neuroblasti indifferenziati), scarsamente differenziato (cellule con differenziazione gangliare <5%) e differenziantesi (cellule con differenziazione gangliare >5%) (Tab. 2). Localizzazione delle cellule gliali nel neuroblastoma La componente cellulare nervosa del neuroblastoma ha la tendenza a crescere in nidi di forma e dimensioni variabili, circondati da setti fibro-vascolari più o meno spessi (pattern nodulare o lobulare) [49, 51]. Studi immunoistochimici, utilizzando anticorpi anti-proteina S-100, evidenziano, nella maggior parte dei casi, cellule di Schwann nei setti fibrovascolari [69-71]; in alcune aree tumorali, in cui i setti sono molto sottili, le cellule di Schwann formano un monostrato G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano cellulare che circonda completamente i noduli tumorali, configurando così un pattern che ricorda strettamente quello osservato durante l’ontogenesi nei nidi neuroblastici indifferenziati [4, 8, 72] (Fig. 2D). In alcuni casi di neuroblastoma sono riconoscibili un numero piuttosto limitato di cellule S-100 positive a contatto diretto con le cellule tumorali, di forma rotondeggiante o ovalare, con dendriti citoplasmatici, riferibili a cellule sustentaculari [67]. Anche in questo caso, è evidente una stretta analogia circa la distribuzione topografica e i rapporti intrapresi tra le cellule sustentaculari e i neuroblasti, tra la patologia tumorale e l’ontogenesi. È abbastanza sorprendente che i setti fibrovascolari presenti nel neuroblastoma contengono molecole della matrice extracellulare quali il collagene di tipo IV e VI, laminina e fibronectina [73; dati non pubblicati] (Fig. 2E), tra le quali sono immerse le cellule di Schwann, ritenute responsabili della loro sintesi. Tutti questi dati indicano che, nelle aree neuroblastomatose con un pattern di crescita di tipo nodulare, la distribuzione e i rapporti tra le cellule di Schwann e le cellule sustentaculari con le molecole della matrice extracellulare e con le cellule neoplastiche rispecchiano quelli osservati durante l’ontogenesi dei nidi neuroblastici indifferenziati. Ciò rafforza ulteriormente il concetto secondo cui il neuroblastoma sia una neoplasia che ricapitola l’ontogenesi del SNOP umano, non soltanto limitatamente alla componente nervosa tumorale, ma anche rispetto alla linea gliale [8]. L’origine delle cellule di Schwann nel neuroblastoma Basandosi su considerazioni ontogenetiche e su esperimenti in vitro, si è pensato che le cellule di Schwann, così come le cellule gangliari, derivassero da un processo differenziativo dei neuroblasti tumorali e che sarebbero pertanto da considerare anch’esse di natura neoplastica. Studi di citogenetica su neuroblastomi differenziantesi hanno tuttavia dimostrato che le cellule di Schwann, al contrario delle cellule neuroblastiche, non presentano alterazioni numeriche cromosomiche e sono quindi da considerare come cellule reattive piuttosto che tumorali [74]. Questo concetto è ampiamente accettato ed è stato ipotizzato che le cellule di Schwann dei neuroblastomi siano cellule che infiltrano la neoplasia dall’esterno (origine dai nervi periferici adiacenti?) in risposta a segnali trofici prodotti dal neurobastoma stesso [74, 75]. Nonostante alcuni fattori siano stati candidati per questo ruolo (il fattore di crescita gliale, il fattore di crescita-β, il fattore di crescita piastrinico), ancora non è stata documentata la loro attività [74, 75]. Se oggi condividiamo senza riserve che il neuroblastoma derivi da precursori della cresta neurale, è razionale, alla luce dei nostri risultati ontogenetici, accettare che le cellule di Schwann presenti in questa neoplasia possano derivare dalle cellule gliali normalmente associate ai neuroblasti indifferenziati durante lo sviluppo. È possibile immaginare uno scenario in cui un blocco maturativo ad uno stadio del normale percorso ontogenetico dei neuroblasti embrio-fetali 513 comporti che anche le cellule gliali, presenti durante questo evento, diventino la componente gliale della neoplasia incipiente. La nostra ipotesi è avvalorata anche da evidenze morfologiche che indicano come i rapporti tra neuroblasti indifferenziati embrio-fetali e cellule di Schwann ricapitolino quelli comunemente riscontrabili tra cellule nervose neoplastiche e cellule di Schwann in molte aree di neuroblastomi con pattern di crescita di tipo nodulare. È probabile che la quantità e la distribuzione delle cellule gliali nei tumori neuroblastici (neuroblastoma, ganglioneuroblastoma, ganglioneuroma) possa essere successivamente determinata da diversi fattori ambientali, tra cui la produzione di fattori di crescita da parte dei neuroblasti tumorali. È stato suggerito che, da parte loro, le cellule di Schwann, producendo diversi fattori trofici, quali il fattore nervoso di crescita (NGF), il fattore-β di maturazione gliale (GMFβ), il fattore neurotrofico di derivazione cerebrale (BDNF), potrebbero contribuire alla differenziazione/maturazione del neuroblastoma [74, 76, 77]. Un’evidenza a favore di questo possibile ruolo è l’elevata espressione di TrKA, recettore per il NGF, in molte neoplasie con prognosi favorevole [74]. Futuri studi sull’ontogenesi del SNOP umano, con particolare enfasi sulle cellule gliali, potrebbero aiutare a capire meglio il ruolo che queste cellule svolgono nei processi di migrazione, differenziazione e maturazione cellulare, ponendo le basi per un modello di studio ontogenetico del neuroblastoma. Gli autori auspicano che la “quasi naturale inclinazione” del patologo a considerare le cellule gliali (Schwann e sustentaculari) come “mere cellule di sostegno” possa trasformarsi in una visione più dinamica che restituisca a queste cellule lo straordinario ruolo biologico che giorno dopo giorno la ricerca scientifica va svelando. Summary The developmental role of glial cells in the human peripheral sympathetic nervous system is still unclear. Immunohistochemical studies on human embryos and fetuses reveal that the migrating clusters of undifferentiated neuroblasts contain sustentacular cells and are completely separated from adjacent tissues by a peripheral layer of Schwann-like cells and continuous basement membrane. This topographic distribution seems to be strategic and suggests a role of glial cells and extracellular matrix in migration and differentiation processes of undifferentiated neuroblasts. A similar distribution pattern between glial cells/extracellular matrix and neuroblasts can be observed in neuroblastomas exhibiting a microscopic nodular growth pattern, providing additional evidence that neuroblastoma represents an arrest in the differentiation/maturation of cells during the ontogenesis of the human peripheral sympathetic nervous system. Although it is commonly believed that Schwann cells in neuroblastoma arise from cells “infiltrating neoplasia”, arising from peripheral nerves adjacent tumor, our ontogenetic findings suggest that the glial cell component of neuroblastoma derives from that normally associ- 514 G. Magro, S. Grasso: Le cellule gliali nell’ontogenesi del sistema nervoso periferico ortosimpatico umano ated with developing neuroblasts. We discuss the normal development of the three lineages of the human peripheral sympathetic nervous system (gangliar, neuroendocrine or chromaffin, and glial), with special emphasis on glial cells and extracellular matrix components and on the comparison between ontogenesis and neuroblastoma. Bibliografia 1. LeDourain NM, Baron-Van evercooren A et al (1992) New insights into development of neural crest derivates. Int Rev Cytol 138:269-314 2. 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