Con uno sguardo alle richieste dei prodotti legati al
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Con uno sguardo alle richieste dei prodotti legati al
1 news News dal Ministero... ULTIMI AGGIORNAMENTI SU DISPOSIZIONI SPECIFICHE DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER INGREDIENTI DI DERIVAZIONE VEGETALE S 2 Il campo degli integratori alimentari comprende oggi in un unico contesto normativo sia prodotti con valenza nutrizionale che fisiologica. In questi possono essere presenti anche ingredienti vegetali, che devono comunque offrire adeguate garanzie in termini di sicurezza d’uso e possibilità di autogestione sulla base delle indicazioni riportate in etichetta. Recentemente il Gruppo di esperti, istituito nell’ambito della Commissione consultiva, ha inserito nell’elenco delle piante non ammesse nel settore degli integratori alimentari i seguenti estratti: • BACOPA MONNIERI • BOEHRAVIA DIFFUSA • HOODIA GORGONI • LARREA MEXICANA, LARREA TRIDENTATA, LARREA DIVARICATA (CHAPARRAL) • LEUZEA CARTHAMOIDES (RHA PONTICUM) • PELARGONIUM SIDOIDES • POLYGONATUM SIBIRICUM Il Gruppo, infine, ha espresso parere negativo anche circa la possibilità di impiego di MUCO DI LUMACA e FATTORE INTRINSECO quali ingredienti di integratori alimentari. ospensione della vendita di integratori alimentari a base di Cimicifuga Racemosa La Cimicifuga Racemosa rizoma è inclusa attualmente in Italia nella lista delle erbe ammesse nel settore degli integratori alimentari. A seguito della notifica di allerta proveniente dalla Finlandia riguardo l’utilizzo di Cimicifuga Racemosa negli integratori alimentari, e in seguito alla valutazione di Organismi internazionali come l’EMEA e l’HMPC che hanno evidenziato come l’azione di tale pianta possa essere tossica per il fegato, il Ministero della Salute ha richiesto, tramite la circolare n. 600.12/28754 del 7 Agosto 2006 alle associazioni di categoria di intervenire per la sospensione in via cautelativa della commercializzazione dei prodotti contenenti Cimicifuga Racemosa rizoma, attivando le procedure di ritiro dei prodotti dal mercato. In attesa di ulteriori approfondimenti da parte dell’Istituto Superiore di Sanità circa la sicurezza d’uso di tale sostanza, vi comunichiamo che Erba Vita ha sospeso la commercializzazione dei seguenti prodotti: Happy Age capsule, Happy Age gocce, Cimicifuga capsule, Cimicifuga rizoma TT. Ricordiamo che per il ritiro cautelativo dei suddetti prodotti è sufficiente riporre i prodotti menzionati in una scatola chiusa contrassegnata da un apposito cartello riportante la dizione “merce in attesa di ritiro”. Tale procedura è in ottemperanza alle “Linee guida per la gestione operativa del sistema di allerta per alimenti destinati al consumo umano” del Ministero della Salute come ribadito da Circolare Ministeriale (Prot. 29361/P) del 14 agosto 2006. Dal 1 Settembre 2006 è disponibile la nuova formulazione di Happy Age capsule, Happy Age gocce, non contenente Cimicifuga racemosa. GSE P news Siamo venuti a conoscenza che, durante il mese di Agosto, potrebbe aver ricevuto una lettera in tono minaccioso da parte dell’avvocato Gazzola, incaricato dalla ditta Prodeco Pharma, nella quale si minaccia di incorrere in sanzioni pecuniarie in caso di commercializzazione di prodotti recanti il marchio GSE e si pretende, in modo arbitrario, una vostra risposta entro 3 giorni dal momento della ricezione. Alla luce di quanto sopra, con la presente La informiamo che Prodeco Pharma ha fatto causa ad Erba Vita per la dicitura “GSE” posta sulle confezioni della linea Fitoseptic, linea a base di estratto di semi di pompelmo. Prodeco Pharma, ritenendo la sigla GSE (Grapefruit seed extract) di loro invenzione, ha depositato tale sigla presso l’ufficio italiano Marchi e Brevetti nonostante GSE sia solamente abbreviazione e sinonimo, adottato dalla comunità scientifica internazionale, di GRAPEFRUIT SEED EXTRACT - estratto di semi di pompelmo - e utilizzata comunemente per indicare tale estratto. Riteniamo inoltre che, tale dicitura, debba essere di libero utilizzo per tutte le aziende, ma purtroppo, il tribunale di Venezia, dovendo prendere una decisione in modo rapido ed essendo la pratica della Prodeco Pharma una richiesta di urgenza, ha deciso di affidare a loro la titolarità di detta sigla per l’Italia. Pur non condividendo tale decisione, al momento abbiamo preso atto della sentenza ed effettuato tutte le procedure di ritiro presso i clienti che hanno acquistato i prodotti della linea Fitoseptic recante il marchio GSE e sostituendoli con confezioni prive di tale sigla. Se non ha mai acquistato in precedenza prodotti facenti parte della linea Fitoseptic, non gli è stata inviata comunicazione alcuna, non essendo noi a conoscenza delle intenzioni di Prodeco Pharma, di inviare la suddetta lettera a tutti i clienti Erba Vita attingendo, probabilmente, i nominativi dalla sezione “Punti vendita” del nostro sito internet. Indipendentemente dal fatto che abbia acquistato o meno la linea Fitoseptic tutto ciò potrebbe crearle dei problemi anche per prodotti di altre aziende recanti la sigla GSE. Non comprendiamo e riteniamo gravemente scorretto questo accanirsi non solo contro di noi ma anche contro la nostra clientela con toni minacciosi e, sopratutto, in un momento in cui, causa chiusura estiva, eravamo impossibilitati a fornire tutte le delucidazioni del caso ed un’adeguata assistenza. Pensiamo fosse giusto informarvi della situazione. olicosanoli efficaci nelle dislipidemie in corso dello studio e, anzi, sono moderatamente migliorati per quanto attiene a tutti i tipi di colesterolo. A conclusione dello diabetici a cura della dott.ssa Alice Caroscioli Il diabete e l’ipercolesterolemia sono fra i maggiori fattori di rischio coronarico; il rischio coronario fra le persone con diabete è maggiore rispetto ai non diabetici. Fra le persone diabetiche il maggiore obbiettivo nel controllo delle dislipidemie è quello di ridurre i livelli di lipoproteine a bassa densità (il colesterolo LDL). I policosanoli, sostanze purificate estratte dalla cera della canna da zucchero (Saccarum Officinarum), hanno la proprietà di abbassare i livelli di colesterolo LD e di inibire l’aggregazione piastrinica. Precedenti studi di breve durata hanno indicato l’efficacia e la tollerabilità dell’assunzione di 10 mg/die di policosanoli in pazienti con diabete di tipo 2, ma non risulta essere stato ancora realizzato alcun studio sugli effetti del trattamento a lungo termine e sui più bassi dosaggi che mantengano un’azione efficace. E’ stato quindi intrapreso uno studio finalizzato a studiare l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità della somministrazione a lungo termine di policosanoli in pazienti con diabete di tipo 2. Dopo cinque settimane di una dieta ipocolesterolemica di base, 239 pazienti con diabete di tipo 2 sono stati randomizzati per ricevere 5 mg/die di policosanoli o placebo per due anni. L’analisi statistica è stata realizzata su base ITT (Intentino-to-treat). Le caratteristiche dei due gruppi di trattamento all’inizio dello studio (baseline) erano simili. Dopo un anno di sperimentazione i policosanoli hanno ridotto significativamente (p<0.0001 rispetto alla baseline e rispetto al placebo) il colesterolo LDL (del 21.1%), il colesterolo totale (17.5%) e i trigliceridi (16,0 %); mentre hanno incrementato (p<0.01 rispetto alla baseline e rispetto al placebo) i livelli delle lipoproteine ad alta densità (colesterolo HDL) del 10.7%. Gli effetti del trattamento attivo sui trigliceridi, sul colesterolo LDL, su quello HDL e su quello totale si sono mantenuti nel studio i policosanoli avevano abbassato (p<0.0001 rispetto alla baseline e al placebo) il colesterolo LDL (del 29.5%), il colesterolo totale (21.9 %) e i trigliceridi TG (16.9%), mentre avevano incrementato il colesteroli HDL (p<0.0001 rispetto alla baseline e al placebo). Di 239 pazienti assegnati random allo studio, 63 (26.4%) hanno interrotto lo studio: 43 dei 120 pazienti del gruppo placebo (35.8%) e 20 dei 119 pazienti del gruppo con policosanoli (16.8%). Fra questi pazienti, 35 (28 con placebo e 7 con policosanoli) si sono ritirati dallo studio per effetti avversi. La frequenza degli eventi avversi seri, prevalentemente di tipo vascolare, nei pazienti trattati con policosanoli (6 di 119: 5%) era inferiore a quella del gruppo placebo, sono deceduti durante lo studio (quattro di questi per infarto miocardico). Sul piano della sicurezza, non sono stati osservati danni correlati all’assunzione dei policosanoli, specialmente relativamente al controllo della glicemia. È stata invece osservata una riduzione della pressione sistolica e diastolica nei pazienti con policosanoli (rispetto al placebo). La frequenza con cui i pazienti segnalavano disturbi lievi e/o moderati era simile nel gruppo con policosanoli e con placebo. Secondo i ricercatori, i risultati dello studio dimostrano la sicurezza, la buona tollerabilità e l’efficacia dei policosanoli nel trattamento a lungo termine delle dislipidemie in persone con diabete di tipo 2. Ricerca realizzata da associati : Center of Natural products, National Center for Scientific Research, Cuba. Mas R, Castano G, Fernandez L, Lopez E, Mesa M, Alvarez E, Mendoza S. Long-term effects of policosanol on older patients with Type “ diabetes. Asia Pac J Clin Nutr. 2004; 13 (suppl): S101. Policosanoli presenti nella nuova formula Sterol Stop 3 osservatorio Insonnia a cura della dott.ssa Antonietta Antonini L’insonnia è un disturbo caratterizzato da una durata del sonno insufficiente e/o una continuità del sonno alterata da risvegli. L’insonnia rappresenta uno dei disturbi più frequenti negli stati uniti e nell’europa occidentale. Circa un terzo della popolazione mondiale e, in italia, circa 12 milioni (ovvero circa il 15-20%) di persone soffrono di questo disturbo. L’insonnia aumenta con l’età (dopo i 60-65 anni), mentre il sesso più colpito sembra essere quello femminile. 4 COSA È IL SONNO Il sonno è essenziale per l’uomo e rappresenta un meccanismo di protezione contro i danni da eccessivo affaticamento. Si ritiene inoltre che, oltre a consentire il riposo e il recupero delle energie perse durante le varie attività della giornata, il sonno abbia un ruolo attivo nello sviluppo mentale dell’individuo, favorendo la crescita psichica e le capacità creative. Vi sono peraltro molte altre funzioni caratteristiche del dormire: il metabolismo (soprattutto nella fase REM) aumenta, aiutando così l’organismo a immagazzinare energia; l’apparato renale e il fegato eliminano le tossine più efficacemente di quando si è svegli; il sistema immunitario produce più anticorpi; il midollo osseo “fabbrica” globuli rossi in gran numero; l’ormone somatotropo (quello della crescita) viene escreto in quantità considerevoli. Quando dormiamo, inoltre, il cervello non riposa: elabora gli stimoli raccolti nel corso della giornata, organizza un proprio sistema di archiviazione dei dati ed elimina quelli ritenuti superflui. Predispone in pratica l’attività cerebrale allo stato di veglia, in modo che sia possibile utilizzare tutto il bagaglio di nozioni raccolte per elaborare idee, intuizioni, strategie e tutto ciò che consente all’individuo di lavorare ed esprimere il meglio di sé nei confronti della realtà. Il sonno è, quindi, un processo in continuità con la veglia, biologicamente necessario per consentire all’organismo di adattarsi all’ambiente circostante. Si comprende perciò come tutto ciò che altera l’equilibrio sonnoveglia diventa fonte di disagio per l’individuo, con pesanti ricadute sulle sue attività quotidiane come sonnolenza, difficoltà di concentrazione, nervosismo. Il sonno si compone di quattro fasi che si ripetono varie volte durante la notte: due sono caratterizzate da un sonno leggero; le altre da un sonno più profondo ed è soprattutto da queste ultime che dipende la qualità del dormire; vi è poi una quinta fase molto importante chiamata “fase REM” (Rapid Eyes Movement, movimenti oculari rapidi) durante la quale le informazioni, le impressioni, gli avvenimenti del giorno precedente vengono ricapitolate, raccolte e ordinate dal cervello. Si tratta dunque di una fase del sonno in cui si memorizza, si ordina e addirittura si impara selezionando le esperienze del giorno, immagazzinando le più importanti ed eliminando le altre. Per poter essere giudicato patologico questo disturbo si deve presentare almeno 3 volte la settimana per almeno un mese. L’insonnia non è una malattia univoca ma si presenta in tanti modi diversi, ecco perché clinicamente viene classificata tenendo conto di almeno tre parametri: la sua durata, le possibili cause e la tipologia. Durata: varia da paziente a paziente e può subire modificazioni nel corso della vita di uno stesso individuo. Occasionale: episodi isolati, che durano solo alcuni giorni, e sono generalmente associati ad eventi particolarmente stressanti. Transitoria: dura meno di tre settimane, si risolve spontaneamente o con l’aiuto farmacologico Cronica: quando si protrae per più di un mese, deve essere risolta con un intervento terapeutico CAUSE DELL’INSONNIA Primaria o non organica: quando il paziente è sano e non ci sono cause apparenti che giustifichino l’insonnia. Tra le insonnie primarie ricordiamo: Insonnia psicofisiologica: deriva da una generica tensione emotiva; Insonnia da errata percezione del sonno (pseudo-insonnia): deriva da una percezione soggettiva del disturbo del sonno senza apparenti reperti di alterazione oggettiva; Insonnia idiopatica (insonnia a insorgenza infantile): dipende da un’incapacità di avere un sonno soddisfacente, in genere sin dalla nascita, a causa di un’inadeguata regolazione del sistema sonno-veglia; Secondaria: quando è possibile identificare sia cause fisiche che psichiche del disturbo; in genere, se adeguatamente trattate, evolvono in risultati positivi. Fanno parte delle insonnie secondarie: Insonnia associata a disturbi psichiatrici (ansia, depressione, schizofrenia, morbo di Parkinson); Insonnia da farmaci (alcool, psicostimolanti, broncodilatatori, anticolinergici, insulina, ormone tiroideo T4, contraccettivi orali, antistaminici, FANS, corticosteroidi, antiparkinsoniani, antipertensivi, antiepilettici, litio, antipsicotici, antidepressivi, ipnotici); Insonnia da inadeguata igiene da sonno; Insonnia da assunzione di cibo e bevande (night-eating syndrome); Insonnia da altitudine; Insonnia da allergia alimentare; Sindrome della gamba senza riposo (restless leg syndrome); Insonnia da alterazione del ritmo circadiano sonno-veglia, come ad esempio il cambio di fuso orario (jet-lag) o dei turni di lavoro (sindrome da turnisti); Movimenti periodici del sonno; Malattie organiche che portano a disturbi respiratori, dolori articolari e muscolari, cardiopatie, ulcera, ecc. Iniziale: quando il paziente fatica ad addormentarsi, in genere a causa di ansie o paure eccessive. Centrale: caratterizzata da frequenti e sostenuti risvegli durante la notte, il problema quindi è il mantenimento del sonno. Terminale: caratterizzata da risveglio mattutino precoce, spesso associata a sindromi depressive. Ognuna delle tre tipologie può essere occasionale, transitoria o cronica. ESTRATTI VEGETALI NELLA CURA DELL’INSONNIA Un aiuto per la cura dell’insonnia ci viene dall’assunzione di estratti vegetali che possiedono principalmente attività sedativa, ansiolitica, ipnoinducente, portando ad una riduzione del tempo di addormentamento e miglioramento della qualità del sonno. I principali estratti vegetali utilizzati nell’insonnia sono la Valeriana (Valeriana officinalis) radice, l’Escolzia (Eschscholtzia californica) sommità, la Passiflora (Passiflora incarnata) parti aeree, la Griffonia (Griffonia simplicifolia) semi, la Lavanda (Lavandula angustifolia) sommità fiorite, la Melissa (Melissa officinalis) foglie. Di fondamentale importanza sono i titoli degli estratti menzionati: per la Valeriana è bene utilizzare un estratto secco titolato al 0.8% in acidi valerenici, per l’Escolzia al 0.35% in protopina e per la Griffonia al 95% in 5-idrossitriptofano. osservatorio TIPI DI INSONNIA ALCUNI CONSIGLI PRATICI PER LA PREVENZIONE DELL’INSONNIA L’assunzione di farmaci è solo l’ultimo rimedio, a cui ricorrere solo in caso di una forma di insonnia cronica diagnosticata da un medico specialista. Per recuperare in breve tempo un buon sonno naturale, spesso la prevenzione è molto importante, a iniziare da corretti stili di vita, sia comportamentali che alimentari: coricarsi e alzarsi sempre alla stessa ora, anche il sabato e la domenica; eliminare i sonnellini durante il giorno; limitare, nelle ore precedenti il sonno, attività che eccitano l’organismo come lo studio intenso o attività fisiche impegnative; cercare di fare sport nel corso della giornata: una attività fisica sostenuta, infatti, aumenta la durata della fase del sonno lento profondo e migliora la qualità del sonno (tuttavia è preferibile praticare sport durante il giorno, evitando l’attività fisica prima di andare a letto); non restare nel letto se non si ha sonno; andare a letto solo per dormire e quando si ha sonno; altre attività come mangiare, leggere o guardare la televisione non devono essere fatte a letto; evitare cene troppo abbondanti, con eccessivo consumo di alcolici; evitare l’assunzione di sostanze stimolanti (come the, caffè o coca cola); ridurre la quantità di sale (sodio) negli alimenti che compongono il pasto serale, un’eccessiva assunzione di sale promuove uno scambio con l’acqua (dal sangue alle cellule e viceversa) e sovraccarica il lavoro cardiocircolatorio durante la notte, costringendo a frequenti risvegli per la sete che ne consegue (nel tentativo di compensare); limitare il consumo di cibi grassi che impegnano la digestione; eliminare la carne dal pasto serale: nella carne è presente un aminoacido, la tirosina, che interviene come stimolante dei processi mentali; il pasto serale dovrebbe essere vegetariano e ricco di amidi (pasta e riso). Insieme alle banane questi alimenti sono ricchi di un precursore della serotonina, sostanza che a livello cerebrale induce il sonno ed ha effetto sedativo. 5 focus Capelli in autunno Rinforziamo i capelli e blocchiamo la caduta a cura della dott.ssa Antonietta Antonini Struttura del capello Il capello è una formazione cornea della pelle; le sue cellule hanno la stessa natura di questa, ma invece di crescere orizzontalmente, lo fanno in senso verticale. La sua esistenza risponde non tanto a una necessità ornamentale, quanto utilitaristica: infatti protegge dal freddo, dal caldo, ed è capace di attenuare eventuali urti sulla parte più delicata del corpo. Lo spessore, la forma, il colore del capello variano a seconda dell’individuo e della razza, e per ragioni d’età è soggetto a trasformazioni. In un solo capello si trovano due parti ben distinte: 1.Una visibile, lo stelo, formato da una successione di cellule morte che finiscono nel vertice e di lunghezza che può talvolta sorpassare il metro. 2.Una invisibile, la radice, formata da un sottilissimo strato di cellule viventi, che costituiscono l’inizio dello stelo, e che, dall’ingrossamento che presentano alla base ricevono il nome di Bulbo Pilifero che è in- 6 caricato, per il contatto con i vasi sanguigni, del nutrimento e della crescita di tutta l’unità. Questa radice si trova nel Follicolo Pilifero che ha forma di fungo e al quale si adatta perfettamente il bulbo. Il fondo di questa cavità epidermica, a livello dell’ipoderma, forma la Papilla, collegamento vascolare, nervoso e vitale tra capello e pelle, fino al punto in cui, se la papilla viene distrutta, mai più nascerà da questo follicolo un altro capello. Dentro il follicolo, il piccolo tratto del capello che costituisce la radice, si muove liberamente, senza attaccarsi a nessuna parete, trattenuto soltanto, in profondità dalla connessione papillare. Il follicolo pilifero si completa con i seguenti annessi: Sacca Fibrosa (involucro esterno), Ghiandola Sebacea, Muscolo Erettore, Nervi Follicolari. Ogni follicolo si serve di una ghiandola sebacea, situata sufficientemente in superficie, che funzionando correttamente dà lucentezza al capello. La Cheratina - Come sopra accennato, le cellule del bulbo sono cellule vive che, per formare lo stelo, vanno incontro ad un processo di “morte programmata”: le cellule subiscono un processo di “cheratinizzazione” (sviluppo intenso di cheratina, che va ad occupare praticamente l’intero spazio intracellulare) che le porta alla morte e le conduce ad assumere una struttura finale particolare (la cheratina può infatti assumere forme più o meno tenaci: sono di cheratina la lana, le unghie, le corna e gli artigli degli animali). La cheratina è una struttura proteica originata dalla polimerizzazione di varie catene di amminoacidi che poi vengono legate fra loro attraverso amminoacidi quali la cisteina per dare solidità al tutto: perché avvenga tale processo è necessaria la presenza di specifici enzimi contenenti Rame. Ciclo vitale del capello La vita del capello è divisa in 3 fasi: Queste tre fasi sono definite Anagen (nascita e crescita), Catagen (quiescenza) e Telogen (caduta), e hanno un ritmo che subisce le influenze delle stagioni e varia notevolmente da individuo a individuo. Se il follicolo che ha alimentato il capello fino a qualche mese prima è sano, nel momento della caduta ha già cominciato a produrne un altro che entro breve tempo lo sostituirà. L’uomo con una capigliatura sana presenta capelli che attraversano tutte e tre le fasi evitando così la calvizie ogni qual volta il capello si rinnova. ANAGEN è la fase della crescita in cui la matrice produce le cellule che costituiscono il capello, la durata di questa fase varia in media da 3 a 6 anni, nella donna può arrivare fino a 7. CATAGEN è la fase in cui la produzione cellulare si arresta e il capello cessa di crescere; il follicolo resta a “riposo”. Il capello rimane nel follicolo senza crescere né cadere. Nella fase TELOGEN il capello cade e il follicolo, ormai inattivo, è avvolto in un sacchetto connettivale che lo proteggerà fino alla nuova fase di crescita, tre mesi dopo. In una capigliatura sana di un giovane adulto si riscontrano mediamente l’85% di capelli in fase anagen, il 5% in fase catagen, il 10% in fase telogen. Capelli e sole focus In estate quando maggiormente si è esposti ad agenti esterni come il sole, la salsedine, il vento, la sabbia, l’acqua salata (o il cloro), i capelli possono essere danneggiati. Un’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti induce infatti modificazioni nel ciclo di vita dei capelli a livello del bulbo pilifero, dove le cellule vanno incontro ad una morte più rapida. In pratica si accorcia la vita del singolo capello che passa rapidamente dalla fase Anagen a quella Telogen. I raggi ultravioletti oltre a danneggiare il bulbo pilifero aggrediscono anche il fusto dei capelli sfibrandolo e, se la chioma è tinta, l’effetto è ancora maggiore: infatti le sostanze chimiche applicate per colorare i capelli agiscono alterando le catene polipeptidiche ed i legami che tengono unite le fibre di cheratina, alterando o addirittura eliminando la cuticola protettiva esterna. I capelli diventano meno robusti e l’azione combinata di sole ed acqua di mare, aggrava la situazione. La salsedine tende ad “asciugare” il sebo che lubrifica il capello disidratandolo; il capello può diventare secco e stopposo. Inoltre una scarsa umidità ambientale (umidità relativa inferiore al 55%) è nociva per i capelli. La permanenza per esempio in locali dotati di impianto di aria condizionata, specie in estate, può costituire un fattore che, sommandosi all’effetto dell’esposizione al sole, concorre a indebolirli. Potenzialmente dannosa non è solo l’esposizione al sole “intenzionale” ma anche quella involontaria cui andiamo incontro nel corso della giornata, per esempio durante una passeggiata. Proprio come avviene per la pelle. Occorre quindi tenere conto dell’intera durata di esposizione al sole e non solo dei momenti in cui si cerca volutamente l’abbronzatura. Con FITOTRICAP® (brevetto internazionale) i risultati sono assicurati Alcune regole Per prevenire che i capelli si sfibrino e perdano lucentezza, basta seguire alcune semplicissime plicissime cissime regole: ■ Assicurare al nostro organismo il giusto apporto di sostanze nutrienti quali le vitamine mine ine (in particolare la C e la E), acidi grassi, sali minerali e oligoelementi (rame, zinco, selenio); ■ Mangiare frutta, verdura e bere molto per contrastare la disidratazione cutanea dovuta ai raggi solari ed alle alte temperature; ■ Proteggere il capo dal sole indossando cappelli, bandane o foulard; ■ Tenere in spiaggia i capelli legati, per ridurre l’esposizione diretta del sole ed evitare che il vento e la sabbia li aggroviglino; ■ Applicare oli protettivi durante l’esposizione diretta alla luce solare; vanno bene oli vegetali come il germe di grano o il mandorle dolci, che mantengono idratate le fibre e prevengono la formazione delle doppie punte; ■ Al mare sciacquare i capelli con abbondante acqua dolce per eliminare il sale, la sabbia ed il sudore depositati tra le fibre; ■ Utilizzare per il lavaggio dei capelli uno shampoo delicato, non aggressivo; dopo lo shampoo è meglio applicare un balsamo che permette una facile pettinabilità senza spezzare le fibre; ■ Applicare una maschera per capelli una volta alla settimana, in grado di ristrutturare le fibre cheratiniche del capello, nutrendo in profondità e proteggendo i capelli dagli agenti esterni. Risultati medi di un test di autovalutazione con il trattamento anti-caduta trifase contro placebo, condotto su 40 soggetti con Defluvium Telogenico (perdita temporanea ed eccessiva di capelli) per 3 mesi incremento % incremento % 70 60 50 40 30 20 10 0 70 60 50 40 30 20 10 0 CRESCITA +27% 1 crescita placebo 2 3 mesi incremento % 70 60 50 40 30 20 10 0 CADUTA -82% 1 caduta placebo 2 3 mesi SPESSORE DEL FUSTO +42% 1 2 3 mesi spessore del fusto placebo 7 focus Stress da rientro a cura della dott.ssa Deborah Padovan Come rientrare nella quotidianità senza disperdere i benefici dell’effetto vacanza Gli esperti consigliano di seguire alcune regole Il “dopo vacanza” è generalmente un momento carico di stress, perché, dopo un periodo in cui abbiamo vissuto nella massima libertà e divertimento, giungiamo impreparati alla ripresa del ritmo e della responsabilità quotidiane, e si devono affrontare le solite dinamiche lavorative, lo stress, il traffico. Dopo il rientro dalle vacanze, situazione in cui si vive in totale libertà, senza orari, dedicandosi al divertimento, al relax e allo svago, l’impatto con la realtà può essere fonte di grande stress, e la difficoltà nell’affrontare questo cambiamento per riadattarsi alla quotidianità scatena la “depressione settembrina”. Gli esperti lo chiamano “stress da rientro” e, secondo i sondaggi, a settembre colpisce due italiani su tre. 8 Per evitare o perlomeno limitare lo “stress da rientro”, gli esperti consigliano di seguire alcune regole: • è importante, per prima cosa, prepararsi in anticipo e in modo progressivo al rientro in città e programmare qualche giorno di riposo, prima della data effettiva del rientro. In questo modo si dà modo all’organismo di metabolizzare il cambiamento. • ricominciare per gradi e prendersi piccole pause, puntando su piccoli obiettivi, evitando di fare progetti importanti e sovraccaricarsi di impegni di lavoro. • non cominciare diete drastiche per smaltire il sovrappeso accumulato durante l’estate, per disintossicarsi bastano pochi accorgimenti: eliminare alcolici e grassi privilegiando frutta e verdura. • muoversi perchè lo sport all’aria aperta è un buon antidoto a stress e cattivo umore, in quanto regala uno stato di benessere generalizzato. • pensare positivo, mantenendo vivi i ricordi piacevoli della vacanza ma focalizzando l’attenzione anche sugli aspetti positivi del rientro in città: ritrovare gli amici, per esempio. • ricominciare a prendersi cura di se stessi, riportando alla giusta idratazione la pelle disidratata dal sole, assumendo integratori ad effetto antiossidante, facendo passeggiate rilassanti e salutari all’aria aperta, che fanno bene non solo al cuore, ai muscoli e ai polmoni, ma anche alla pelle e al cervello. Il disturbo del 3° millennio all’azione stimolante che produce la caffeina. L’Eleuterococco, inoltre, come abbiamo già accennato, potenzia le difese immunitarie, e ne combatte il calo che spesso è associato allo stress. Maca - Nella Maca sono contenute sostanze di tipo alcaloide, che sono in grado di agire a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi. Questo giustificherebbe l’azione stimolante sulle ghiandole surrenali attribuita alla Maca ed il relativo effetto energizzante. La radice della Maca incrementa le capacità di concentrazione, favorisce la lucidità mentale, stimola l’attività cerebrale e la memoria. Poiché queste sue proprietà toniche ed energetiche sul sistema nervoso centrale non sono legate ad un contenuto di caffeina, ma ad un migliorato rendimento energetico, la Maca può essere assunta a tutte le età, dagli atleti e anche da soggetti debilitati. Il suo impiego, infatti, si è rivelato utile per chi soffre di sindrome da stanchezza cronica e depressione, per chi svolge un’attività intellettuale impegnativa, in convalescenza o per superare momenti di particolare stress psicofisico. Rhodiola rosea - Per ottenere i benefici attesi dall’assunzione dell’estratto di Rhodiola rosea, è necessario utilizzare unicamente la specie originale rosea che è quella la cui attività è stata scientificamente dimostrata per gli scopi a noi noti e le cui sicurezza ed efficacia terapeutica sono state clinicamente testate sull’uomo. Inoltre solo la specie rosea contiene i principi attivi (rosavin, rosarin e rosin) responsabili dell’azione, oltre ai salidrosidi, contenuti invece in tutte le specie di Rhodiola. L’utilizzo, infatti, del salidroside o del contenuto totale di polifenoli come indicatori della standardizzazione per l’estratto di Rhodiola rosea non è per nulla indicativo ed apre la porta a possibili errate identificazioni. Dalle evidenze sperimentali è emerso come questa radice possa essere considerata molto più di un semplice adattogeno in virtù dell’efficacia terapeutica mostrata in molti ambiti. L’azione della Rhodiola sembra coinvolgere la serotonina, ovvero una molecola che riveste un ruolo di primaria importanza in numerosissimi processi, tra i quali ricordiamo la regolazione dei toni dell’umore. La Rhodiola inibisce l’inattivazione della serotonina, e stimola il trasporto del precursore della molecola della serotonina, il 5idrossitriptofano (5-HTP), attraverso la barriera emato-encefalica. La somministrazione di M I sintomi più comuni dello stress da rientro sono ansia, cefalea, sonnolenza, turbe dell’umore, stanchezza, tensione nervosa, difficoltà a riprendere il normale ritmo di lavoro e a mantenere la concentrazione necessaria. Dalla ricerca Erba Vita è nato Antistress, integratore alimentare che rilassa senza provocare sonnolenza, risolleva l’umore e favorisce la concentrazione e l’acutezza mentale. Gli estratti vegetali utilizzati per il riadattamento a situazioni di stress o per migliorare il tono dell’umore sono: Eleuterococco - L’Eleuterococco è una pianta adattogena, antistress ed antifatica, si impiega nell’astenia, nell’ipotensione, nella convalescenza, aumenta le difese immunitarie, è indicato nei periodi di ridotta capacità di rendimento e di concentrazione, in caso di esami, come profilassi nell’influenza e nelle turbe della senescenza. L’Eleuterococco stimola le ghiandole surrenali ed il sistema nervoso, è diffusamente somministrato anche agli anziani per ritardare gli effetti dell’invecchiamento. La più importante caratteristica dell’Eleuterococco è quella di aumentare la resistenza del corpo allo stress che attacca quotidianamente il nostro organismo. L’Eleuterococco, in quanto tonico adattogeno, fornisce “carburante” alle ghiandole surrenali, permettendo loro di funzionare in condizioni ottimali quando sono attaccate dallo stress; è stato infatti dimostrato che l’Eleuterococco aumenta l’acutezza mentale senza avere come conseguenza sgradita i bruschi cali successivi E R focus estratto di Rhodiola rosea è in grado di esercitare un effetto stimolante nei confronti dell’attività mentale, migliorando la concentrazione, la lucidità ed il potenziale mnemonico. Zizyphus Jujuba - La Zizyphus Jujuba è una delle piante ad effetto ansiolitico e sedativo-ipnotico più comunemente prescritte nella Medicina Tradizionale Cinese, e a questo scopo si impiegano soprattutto i semi, impiegati per il trattamento dell’insonnia e sintomatologie ad essa correlate, come ansia, palpitazioni, risvegli notturni frequenti. L’effetto ansiolitico esplicato dalla Zizyphus Jujuba è legato alla decremento di attività del sistema monoaminergico, che comporta un decremento dei livelli di neurotrasmettitori amminici centrali. Infatti l’accumulo di questi mediatori e la stimolazione dei rispettivi recettori, comporta una sovreccitazione del sistema nervoso centrale, con conseguente comparsa a livello comportamentale di iperattività, agitazione, insonnia e ansia. Da numerosi studi scientifici è stato evidenziato che responsabili degli effetti osservati dopo assunzione di Zizyphus Jujuba sono alcuni alcaloidi, flavoni glicosidici come la jujuboside A e B, e triterpeni quali acido ziziberanalico, acido oleanonico, acido ursolonico. L-teanina - La L-teanina è un derivato dell’acido glutammico, uno degli aminoacidi fondamentali per un buon funzionamento del sistema nervoso centrale perché precursore della biosintesi dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA), un importante neurotrasmettitore ad azione inibitoria centrale. Evidenze scientifiche dimostrano che L-teanina implementa i livelli di dopamina e serotonina, che sono coinvolti in maniera più o meno diretta nel controllo e nella regolazione del comportamento, dei processi cognitivi e soprattutto delle emozioni. La L-teanina stimola direttamente la produzione di onde cerebrali alfa, responsabili di un profondo stato di rilassamento, mantenendo contemporaneamente il cosiddetto “stato di allerta”. Promuove il rilassamento, favorisce la concentrazione e i processi cognitivi, combatte lo stress, depressione, attacchi di panico, ansia ed insonnia. L-teanina incrementa i livelli di GABA, responsabile di procurare al soggetto una sensazione di rilassamento e di creare il cosiddetto “senso di benessere”, e genera un effetto significativo sul rilascio di dopamina e serotonina, strettamente correlate alle capacità mnemoniche e di apprendimento. La Lteanina non provoca sonnolenza, quindi offre la possibilità di avere rilassamento senza sedazione. Griffonia - L’attività della Griffonia è legata alla presenza del 5-HTP (5 idrossitriptofano), precursore della serotonina (5-idrossitriptamina), importantissimo neurotrasmettitore, coinvolto in varie funzioni fisiologiche, tra le quali la funzione del sonno, dell’umore e dell’appetito. Spesso un calo della concentrazione di serotonina è correlato ad uno stato di depressione. Numerosi studi hanno evidenziato l’azione antidepressiva del 5-HTP, in quanto in grado di attraversare la barriera emato-encefalica per essere convertito in serotonina. Il 5-HTP contenuto nella Griffonia viene trasformato perciò mediante un naturale processo in serotonina, ma non si lega chimicamente ai recettori, a differenza di farmaci simili di sintesi, per cui non si accumulo. A livello del sistema nervoso centrale l’effetto provocato è un miglioramento dell’umore, e anche un’inibizione del senso di fame. Z L G G 9 marketing LA FILOSOFIA del category management Mar ke ting a cura del dott. David Bologna Strategie del category management Il category management è una tecnica espositiva nata molti anni fa nel mass-market, e parte da un semplice assunto: effettuare l’analisi dei bisogni che generano le tipologie d’acquisto per orientare meglio il punto vendita alla soddisfazione delle necessità del consumatore e agire di conseguenza, spostando l’attenzione dai prodotti ai bisogni che questi sono in grado di affrontare e risolvere. E non si tratta solo di copiare una modalità di mass market perché nel punto vendita del settore del naturale il consumatore ha in più il vantaggio dato dall’attenzione del professionista della salute, dalla capacità, cioè, che esso ha di assistere il cliente nelle sue scelte orientandolo per il bene della sua salute, raccomandando modalità e tempi di assunzione e di utilizzo dei prodotti. Trasferire il category management senza un preciso schema sarebbe però un errore. A priori è neccessario pianificare questa attività sulla base di precise e dettagliate conoscenze: innanzitutto approfondire l’esame del bacino di utenza (i clienti, l’età e il sesso, la propensione di consumi ai prodotti, etc), quindi gli spazi espositivi, poi valutare la stagionalità e, infine, decidere quali categorie sviluppare. Sono questi i processi preliminari che permettono di fare assumere al punto vendita un ruolo più vicino alle esigenze della propria clientela. 10 Il category management è oggi, sicuramente, una reale soluzione per il punto vendita, che si pone l’obiettivo di migliorare l’offerta ai consumatori, attraverso lo sviluppo del processo di differenziazione, ottenuto diversificando l’assortimento rispetto ai rivali per mezzo della ridefinizione delle 6 leve del “retail mix” (prezzo, allocazione dello spazio, promozione, assortimento, presenza della marca privata) per formato e per area/mercato. Ciò richiede che il punto vendita ponga al centro della proprie azioni l’attività di marketing. Adottare il category management significa realizzare una gestione dell’attività per segmenti di consumo e per categorie merceologiche. TECNICA ESPOSITIVA E’ necessario costruire un’offerta che ben evidenzi le categorie merceologiche proposte. un esempio di esposizione in cui le regole del category si uniscono a quelle del merchandising prevede che oltre alla vicinanza di prodotti complementari si identifichino anche le regole di una buona visibilità dei prodotti. E’ meglio creare le cosiddette “macchie di colore” unendo diverse confezioni dello stesso prodotto in sequenza e in profondità in modo da attrarre l’attenzione visiva del cliente. Il category inoltre ha la finalità di contribuire a vivacizzare il punto vendita, anche attraverso l’utilizzo di altre tecniche: indurre il cliente a percorrere tutto il punto vendita, puntare a mantenere alta l’attenzione oltre che con la disposizione anche con i toni di luce e di colore. Sono importanti altri strumenti di comunicazione come i cartelli vetrina, gli espositori e altri materiali di merchandising. LE TECNICHE della vendita visiva Una regola fondamentale di questa modalità di gestione del punto vendita consiste nel porre nella stessa area espositiva prodotti tra loro complementari e non necessariamente appartenenti ad una medesima categoria merceologica o destinati ad assolvere al medesimo bisogno del consumatore. Risaltare meglio l’offerta merceologica basandosi su efficaci aggregazioni di prodotti di categorie diverse ma complementari significa considerare che ogni settore e ogni famiglia merceologica ha una propria funzionalità. L’abilità commerciale consiste nella capacità di far risaltare meglio l’offerta merceologica: la vendita visiva si fonda su efficaci aggregazioni merceologiche. Le aggregazioni merceologiche hanno lo scopo di presentare l’offerta nel modo più coerente e fruibile: facilitano la ricerca dei prodotti nei punti dove è più logico trovarli. Le esigenze di acquisto sono quindi i veri motivi che devono guidare l’organizzazione dell’offerta, portando a pre-selezionare i prodotti esposti per la vendita e a organizzarli in insiemi omogenei o concettuali. L’utilizzo di ogni spazio del punto vendita ha lo scopo di favorire l’approccio con il cliente e metterlo a suo agio nell’immediata e facile scelta del prodotto. Alcuni semplici SUGGERIMENTI Prima di tutto è necessaria una, seppur sommaria, analisi della clientela, del bacino d’utenza, della concorrenza per stabilire l’utilità di esporre prodotti o classi di prodotti e in quale quantità. I prodotti ad acquisto emozionale (es. antistress) possono essere posizionati nei pressi del banco, mentre gli articoli ad acquisto programmato possono occupare una posizione meno visibile; la dermocosmesi invece andrà messa in posizione molto visibile, possibilmente di fronte l’ingresso. Nell’ambito dello scaffale, i prodotti più ingombranti dovranno essere posizionati nei piani più bassi o comunque alla destra del ripiano secondo il senso di avvicinamento del cliente. Non dimentichiamo che esiste l’estetica del’esposizione per rendere i prodotti più attraenti; cerchiamo di armonizzare il mix cromatico delle confezioni presenti sui ripiani. Le pareti espositive caratterizzate da immagini retro illuminate sono uno straordinario mezzo di esposizione e comunicazione. La suggestione esercitata da tre fattori quali la luce, il colore e l’immagine riuniti in maniera complementare, contribuiscono in modo determinante a invogliare il cliente all’acquisto di un prodotto che viene così valorizzato al massimo. punto freddo o area di corsa: è l’area susseguente all’ingresso, poiché il consumatore tende a superarla di corsa deve necessariamente essere resa espositivamente attraente per supportare l’uniformità del sistema e per fa sì che il consumatore/cliente vi si soffermi; punto tiepido: è la parte lontana dai punti assistiti che richiede, anch’essa, l’ottimizzazione; questa è l’area più specificatamente dedicata ai prodotti parafamaceutici; punto caldo: è la parte prossima al banco o immediatamente alle sue spalle, e definisce il punto di maggior attrazione visiva naturale ell’ambito del sistema, vera e propria calamita degli sguardi di tutti coloro che si trovano in attesa; punto bollente: la cassa e le zone limitrofe. Quanto appena detto proviene da studi approfonditi basati sulla definizione dei livelli di vendibilità, la cui conoscenza permette l’ottimizzazione, in termini di redditività, dell’esposizione. anche lo scaffale, inteso come unità che va a comporre il layout, ha il suo punto centrale di attrazione naturale, rappresentato dai due livelli centrali per il libero servizio posti ad altezza occhio e braccio che andranno utilizzati, con attenzione alle strategie aziendali, per incrementare l’immagine di servizio del punto di vendita. Il parametro della redditività non potrà, pertanto, essere l’unico valido, ma si dovrà considerare il bisogno del cliente, ed esporre perciò anche prodotti di richiesta naturale che garantiscono quell’immagine di cui si è detto in precedenza. E’ necessario inoltre avere l’accortezza di ruotare le categorie con una certa frequenza allo scopo di offrire una immagine fresca e rinnovata del punto vendita mediante una sempre più accurata programmazione. Scaffale senza category marketing I punti di maggior attrazione Scaffale con category controllo del peso • suggerire o facilitare eventuali altri acquisti non programmati Obiettivi del category • mettere in evidenza tutti i settori e le categorie di offerta • migliorare il ricordo del punto vendita • rendere complementari diversi prodotti proponendoli insieme • fidelizzare il maggior numero di consumatori • ottimizzare la redditività dell’esposizione • incrementare il profitto energia tono disturbi di stagione Mar ke ting 11 speciale Conosci il tuo Cliente - Ia parte a cura del dott. Wilmer Zanghirati Urbanaz La soddisfazione del Cliente passa attraverso la conoscenza delle costituzioni umane Con uno sguardo alle richieste dei prodotti legati al controllo del peso comincia la prima parte del nostro viaggio sulla conoscenza dei biotipi. Nelle prossime puntate vedremo come il professionista della salute puo’ esprimere la propria competenza di fronte alle richieste dei prodotti per risolvere patologie invernali. Ad una semplice richiesta: “mi consiglia qualcosa per dimagrire?”, è naturale che, in base alla nostra esperienza, poniamo alcune domande al nostro cliente, onde poter conoscere le sue abitudini alimentari e poter consigliare il prodotto a lui più appropriato. Infatti, nell’ultimo quarto di secolo, da quando si sono andati diffondendo i prodotti preconfezionati di derivazione erboristica, che oggi conosciamo come “Integratori alimentari”, diverse tipologie di composizioni si sono, via, via, rese disponibili per l’esigenza della perdita di peso. Ogni due-tre anni, un nuovo ingrediente ha fatto la sua comparsa sul mercato, spesso con la promessa di essere la “soluzione definitiva” all’esigenza del perdere peso; ognuna di queste nuove “promesse” racchiude, ancor oggi, delle sue particolari peculiarità ed è assai difficile poter definire quale sia la “migliore” in assoluto. Sono, inizialmente, apparsi, prodotti che si potrebbero definire “storici” e che, ancor oggi, sono presenti sul mercato: come quelli che riuniscono l’azione lassativo-irritante con quella di promozione della funzione tiroidea, successivamente, è stato il momento delle diverse fibre dietetiche che, pur con variegate peculiarità, permettono di evocare una loro azione “saziante” e/o di riduzione della capacità di assimilazione dei nutrienti da parte dei villi intestinali; poi è stata la volta degli “anti-metabolici”, in grado di decurtare la quota di zuccheri semplici assorbibili a livello intestinale, successivamente, secondo un modello più “francese”, si sono andate affermando le composizioni a base di piante diuretico-drenante, che, ancor oggi, continuano a tener banco. Onde arricchire l’offerta, nell’ultimo decennio del secolo scorso, con l’introduzione di ingredienti di natura “nutraceutica”, si son andati diffondendo ingredienti più “specializzati” che, al confine tra l’azione salutistica e l’attività terapeutica, hanno, sempre più, catturato la nostra attenzione, pur senza risolvere il problema nella sua globalità. Sono apparsi cartelli vetrina con “testimonial” femminili d’eccellenza, il Ministero della Salute si è preoccupato di emanare una circolare specifica, ma, nonostante tutto, la “soluzione definitiva” sembra ben lungi dall’essere trovata. Eppure tutti questi ingredienti sono più che degni di essere presi in considerazione dal professionista della salute, nessuno è “migliore” dell’altro. 12 Una fotografia storica (Conferenza di Teheran, Novembre 1943) mette in risalto come i tre statisti che si ritrovarono per determinare le sorti della guerra (e dell’intera umanità), fossero di tre costituzioni ben differenti tra di loro e, che, a posteriori, poterono darci anche una giustificazione sui loro differenti comportamenti. Ebbene, i tre protagonisti della conferenza di Teheran, oltre all’aspetto completamente diverso, avevano, pure, un differente modo di metabolizzare il cibo e, soprattutto, di presentare, o meno, un sovrappeso. Che dire di un soggetto come Churchill, di costituzione brevilineoastenica, caratterizzato da un’obesità “fisiologica”, che, grazie ad un intestino particolarmente “lungo”, ha una spiccata propensione ad assimilare qualunque nutriente venga assunto; infatti l’apparato digerente del brevilineo-astenico tende ad assimilare tutto, senza eccezione alcuna: assimila e, soprattutto, deposita TUTTO (essendo un individuo con una particolare tendenza all’imbibimento tissutale), senza discriminare se una certa sostanza debba essere escreta o assimilata. Essendo un individuo caratterizzato da un’ipo-endocrinia generale, presenta una tiroide piuttosto deficitaria che, pur ben conformata, tende a rallentare le proprie funzioni; con un funzionamento in maniera ridotta. Esperienze condotte su soggetti brevilineo-astenici hanno portato, ad esempio, anche alla conclusione che la somministrazione di sali di calcio porta, sì, alla loro assimilazione, senza, però, una reale utilizzazione. Il brevilineo-astenico ha bisogno dei “suoi tempi” e, talvolta, aumentando le sollecitazioni e gli stimoli esterni, si ottiene, solamente, di rallentarlo ulteriormente. Quanto potrà essere utile per un cliente brevilineoastenico l’utilizzo di un integratore che stimoli fortemente la funzione tiroidea, quando il soggetto può, invece, subire un rallentamento endocrino? Potrà forse giovare una composizione che sia in grado di promuovere l’attivazione di catene metaboliche, come nel caso della ritrasformazione del pannicolo adiposo in zuccheri, quando ci troviamo di fronte ad un soggetto dal forte imbibimento tissutale? Probabilmente, per soddisfare un brevilineo-astenico, ci potremmo giovare di composizioni che presentino una spiccata azione di “drenaggio” tissutale, senza avere, peraltro, una marcata azione diuretica, privilegiando, però, un “drenante linfatico”. Forse su questa tipologia di soggetto, e soprattutto su questo biotipo, i “vecchi” sazianti a base di fibre dietetiche hanno, ancora, una loro forte ragione d’essere! Non di meno, saranno da valorizzare quegli estratti del Fagiolo che riducono la scissione degli zuccheri complessi in zuccheri semplici, permettendo, così, di “presentare” una minor quota di carboidrati assimilabili al cospetto del “lungo” intestino del “brevilineo-astenico”. Non si deve pensare che gli aspetti relativi alla valutazione del biotipo umano debbano rimanere circoscritti agli ambiti professionali della medicina omeopatica; o della medicina olistica, più in generale; chiunque operi nell’ambito del benessere e dei prodotti a valenza salutistica può valorizzare questo aspetto, volto si alla conoscenza dell’individuo, ma, soprattutto, a soddisfare le esigenze del nostro cliente e alla sua fidelizzazione. speciale Con una schiera così vasta di ingredienti utilizzati negli integratori, come può fare il professionista della salute a rispondere alla canonica domanda del cliente: “mi può consigliare qualcosa per dimagrire”? Come può districarsi, fra le centinaia di prodotti che vengono proposti dalle aziende erboristiche? Ma, soprattutto, come può scegliere in modo da soddisfare una richiesta così specifica, in modo ottenere la fidelizzazione del cliente? Indubbiamente, il primo aspetto, il più istintivo, ma del quale, talvolta, ci dimentichiamo è…….. osservare il nostro cliente! Non importa tanto il tipo di abbigliamento, quanto, piuttosto, com’è conformato il suo viso, il suo collo, il suo busto, le gambe e, perché no, le caviglie. brevilineo-astenico 13 convenzioni Un Mondo... di Vantaggi Che cos’è il Club Natura e Cultura? É una vetrina aperta e riservata a tutti i migliori clienti ed a coloro i quali vedono in Erba Vita un sicuro ed affidabile partner su cui investire. É la reale possibilità che viene offerta ai migliori clienti Erba Vita di “risparmiare denaro ed aumentare i propri profitti”. É una raccolta di servizi esclusivi, di maggiore convenienza con sconti speciali, di agevolazioni e vantaggi dedicati a chi sottoscriverà la Carta Vantaggi 2006. É una iniziativa che si pone anche l’obiettivo di promuovere le relazioni commerciali e culturali ed incentivare la conoscenza e gli affari fra cliente ed azienda. É una collaborazione che si instaura tra cliente ed azienda per contribuire insieme a definire un alto standard di qualità. Offerta ai migliori clienti Erba Vita di “risparmiare denaro ed aumentare i propri profitti”. Erba Vita nel 2006 ha lanciato l’iniziativa promozionale “La tua Fedeltà Vale una Vacanza” riservata a coloro che partecipano al percorso fedeltà. Erba Vita ha stretto un accordo con il tour operator I Viaggi del Turchese al fine di regalare fantastiche vacanze da sogno con la formula Stand By “Viaggi in 2 paga 1”. CONTINUA LA CAMPAGNA “VACANZA DA SOGNO”... UN MODO EFFICACE PER FIDELIZZARE I TUOI CLIENTI Operazione di Co-Marketing con Merchandising Personalizzato 14 convenzioni Convenzione Grandi Marchi Grandi Sconti e agevolazioni con le più prestigiose aziende dei loro rispettivi settori Visita l’area riservata del sito www.erbavita.com per conoscere i dettagli delle convenzioni! 15 vetrina 1 VETRINA DEL MESE LINEA SONNO 1. 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