Che cos`è l`impresa sociale? - Polo Universitario "Città di Prato"
Transcript
Che cos`è l`impresa sociale? - Polo Universitario "Città di Prato"
Che cos’è l’impresa sociale? Laboratorio ARCO Università di Firenze Pistoia, 22 febbraio 2011 1 Social business o Impresa sociale? • Vi è un’impostazione anglosassone ed una europeo-italiana. • La prima muove da un’iniziativa top-down in cui un imprenditore, un filantropo, un’azienda, mettono a disposizione risorse e relazioni per creare un social business e “correggere” il capitalismo. • L’approccio italiano intende promuovere l’impresa sociale quale iniziativa auto-organizzata dal basso, innestandola sul mondo dell’associazionismo, della cooperazione, della cooperazione sociale, delle BCC, eccetera. • Esso nasce dalla percezione di bisogni da parte di comunità, le quali rispondono utilizzando la forma d’impresa e le metodologie (anche) del for profit, in quanto sono efficaci nel raggiungimento dell’obiettivo. • Qui ricostruiremo interpretativamente l’approccio italiano. 2 1 Profitto NO 5 Finanziamento con interessi SÍ 1 Remunerazione dell’investimento NO 2 IMPRESA SOCIALE 4 Massimizzazione del profitto RELATIVA Profitto distribuito NO 3 1. Definizione restrittiva tradizionale • Il cosiddetto “terzo settore” include, quali principali tipi di attività economica, l’impresa cooperativa e quella no profit. • Quest’ultima produce privatamente beni di utilità collettiva, ma pure beni privati, senza distribuire alcuna quota di utile ai soci o ai dipendenti. • Essa include il volontariato, l’associazionismo, gli enti morali, le fondazioni e la cooperazione sociale. • L’impresa sociale rientra nel “terzo settore” e coincide con l’impresa no profit. 4 2 2. Primo allargamento • L’impresa sociale è un’impresa senza perdite e senza dividendi o interessi. • Essa deve soltanto recuperare tutti i costi. • Se ottiene medesima. profitti, li reinveste nell’impresa • I finanziatori recuperano, al termine di un tempo stabilito, soltanto il capitale versato. • (È la definizione resa famosa da Yunus). 5 3. Secondo allargamento • Un’impresa può avere carattere sociale anche se realizza un profitto, purché i suoi guadagni netti non vengano ripartiti tra coloro che esercitano il controllo su di essa. • In parecchie circostanze l’impresa cooperativa è “sociale” in questa accezione, poiché accantona gli utili a riserva indivisibile e li utilizza unicamente nell’impresa come tale. • Dunque l’impresa sociale abbraccia anche buona parte delle imprese cooperative. 6 3 4. Terzo allargamento • L’impresa sociale ottiene profitti e li distribuisce ai soggetti giuridici di riferimento (soci o investitori che essi siano). • Essa punta però ad una massimizzazione “relativa” dei profitti, ovvero sottomessa a vincoli di natura extra-mercantile. • È la tesi del not only for profit. 7 5. Quarto allargamento • Le imprese sociali sono low profit: producono e scambiano beni di utilità generale, ma si accontentano di una redditività moderata e di lungo termine, adeguata alla mission che si condivide. • Negli Stati Uniti si parla di low profit limited liability company (L3C), in Gran Bretagna di community interest company. • La principale differenza tra questo tipo e il precedente riguarda le possibilità di capitalizzazione: qui possono intervenire dei Fondi chiusi (promossi da Fondazioni, Banche o Enti pubblici) che finanziano parzialmente l’impresa, fino al punto in cui, eventualmente, diventa conveniente l’entrata di capitali privati. 8 4 Per una sintesi • Le cinque definizioni precedenti non si oppongono l’una all’altra: segnalano un allargamento coerente del concetto di impresa sociale. • Esaminiamo pertanto i due caratteri che attraversano le varie definizioni, per giungere alla definizione che ci appare più comprensiva, semplice e convincente. 9 I] Un’impresa per i beni comuni • L’impresa sociale persegue scopi di interesse collettivo, dedicandosi principalmente alla produzione, fornitura e gestione di beni comuni. • I “beni comuni” vanno individuati per l’«attitudine a soddisfare bisogni collettivi e a rendere possibile l’attuazione di diritti fondamentali» (Stefano Rodotà). Essi appartengono a tutti e a nessuno e devono essere amministrati muovendo dal principio di solidarietà. • I percorsi lungo cui le imprese sociali coltivano i beni comuni sono dieci: i] educazione; ii] cura; iii] formazione e inserimento lavorativo; iv] ambiente; v] informazione e cultura; vi] beni artistici; vii] finanza; viii] integrazione; ix] servizi di welfare sostenibile; x] internazionalizzazione. 10 5 Segue: un’impresa per i beni comuni • È importante marcare la differenza tra “finalità sociali” e “attività sociali”. • Le “attività sociali” possono essere svolte anche da imprese for profit, come accade nella “responsabilità sociale d’impresa”: finalità privatistiche, modalità di gestione responsabile. • Le “finalità sociali” sono invece proprie soltanto del “terzo settore” e delle imprese sociali, quando si configurano come offerta di beni comuni. 11 II] Un’impresa non-capitalistica • Se l’impresa sociale non genera utili, deve almeno recuperare tutti i costi. • Se ottiene guadagni, deve utilizzarli in modo non privatistico: accantonandoli a riserva indivisibile, oppure sottomettendoli a vincoli extra-mercantili, oppure accontentandosi di una redditività modesta e di lungo termine. 12 6 Segue: un’impresa non-capitalistica • Un’impresa capitalistica è connotata dai diritti di controllo sulle attività economiche da parte degli investitori privati: tali diritti consistono principalmente nella possibilità di organizzare il funzionamento dell’impresa, di stabilirne i confini, di ottenere la differenza tra ricavi e costi. • L’impresa sociale è non-capitalistica perché s’impegna ad offrire beni comuni e perché si obbliga a reinvestire gli utili, invece che dividere tutta la ricchezza tra i proprietari, privatizzandola. 13 • • • 1. 2. Si può essere flessibili sulle diverse forme 1-5, anche perchè esse si legano al tipo di governance dell’impresa sociale (monocratica, democratica, partecipata, e così via). I profili di equilibrio sembrano dati da un mix tra il tipo di attività, il tipo di governance ed il modello economico finanziario. I punti organizzativamente cruciali sono due: Che la scelta di offrire beni comuni, quale finalità, sia fissata nello statuto (o “carta costituzionale”) dell’impresa; Che l’uso non privatistico degli eventuali profitti riguardi tutti i profitti: altrimenti, ci si apre all’arbitrio e alla contingenza. 14 7 Definizione conclusiva La definizione che proponiamo è dunque: • L’impresa sociale sceglie di offrire beni comuni e di impiegare in maniera non privatistica tutti gli eventuali profitti. Questa presentazione è stata scritta da Nicolò Bellanca che ringrazia per i commenti, senza implicarli, Marco Bellucci, Johnny Dotti, Paola Pierri, Enrico Testi e Marco Tognetti. 15 8