01 PAG ok copia - Avanti della domenica

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01 PAG ok copia - Avanti della domenica
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DELLA DOMENICA
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ANNO XIV - N. 18
DOMENICA 8 MAGGIO 2011
SPED. ABB. POST. - DL 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 Art.1, Comma 1, DCB) ROMA
TAXE PERCUE - TASSA RISCOSSA - ROMA ITALY
EURO 1,50
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VADEMECUM DEL CANDIDATO SOCIALISTA ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 15 E 16 MAGGIO 2011
Il buon governo delle Istituzioni
L’obiettivo dei socialisti è la riduzione dei costi
della burocrazia pubblica ed una maggiore efficienza dell’apparato dello stato a livello locale.
Le priorità:
Superare le Comunità Montane sostituendole
con l’Unione dei Comuni.
Promuovere e favorire la fusione dei Comuni più
piccoli
Favorire l’associazione tra le Province affinché
le funzioni fondamentali vengano svolte in modo
sinergico in modo da abbattere i costi e consentire decisioni più efficaci per il territorio.
Mettere subito in cantiere la formazione delle
‘Città Metropolitane’ previste dalla legge
Promuovere il voto ai sedicenni per l’elezione
dei Consigli di Circoscrizione
Definire una normativa per rendere trasparente,
attraverso registri pubblici, la presenza dei gruppi di pressione nelle istituzioni locali
IL BUONGOVERNO DELL’ECONOMIA
Il principale obiettivo dei socialisti impegnati
nelle amministrazioni comunali e provinciali
consisterà nella promozione di norme che aiutino concretamente le fasce di popolazione più
colpite dalla crisi, attraverso una serie di misure
specifiche e facilmente sostenibili.
Fondi per gli anziani destinati al pagamento delle utenze domestiche.
Napoli, tra provocazioni e rifiuti per strada
Tagli alla scuola
una scelta
tutta politica
Una campagna elettorale
avvelenata e puzzolente
T
Marco Di Lello
orni a Napoli, esci dalla stazione Centrale, e ti
trovi in un campo di battaglia, con sacchetti a mo
di barriere per ostruire le strade e capisci subito il livello d insofferenza, comprensibile per quanto ingiustificabile, raggiunto dai cittadini per anni di promesse mancate. A Napoli si dice che “o Pesce puzza a capa” ma questo pesce è oramai marcito….
Trascorri qualche giorno in città per cercare di capire
il clima elettorale e comprendi subito che la campagna per scegliere il nuovo Sindaco (dopo 10 anni di
Rosetta Iervolino,11 candidati 11 uomini…) è una
campagna sempre più avvelenata, in cui la delusione
si mischia con la rabbia, c’è chi si chiude in casa e
chi vuole ribellarsi, munnezza coltelli e bombe carta
si confondono, mischiano le carte e spaesato ti domandi:cosa è successo a Napoli?
Parli con professionisti, imprenditori e senti le litanie
di chi, rassegnato, ha scelto di non occuparsi più della vita della città ed attende solo il momento buono
per andar via…
Parli con il cittadino qualunque e ti scarica addosso
una mole di improperi che ti danno il senso di quanto grande sia l’esasperazione…
Partecipi a convegni, iniziative politiche e tocchi con
mano un senso di stanchezza, di, sempre più, scarsa
partecipazione, ancor meno entusiasmo.
La voglia di ribellarsi è rimasta solo agli studenti, ai
ragazzi di 18, 20 anni, che se ancora vogliono cambiare il mondo ritengono tutto sommato semplice redimere una città come Napoli…
Ma ecco che il 28 aprile sera, anniversario di Piazzale Loreto, compaiono scritte con simboli nazisti e minacce nei confronti degli antifascisti (“vi buchiamo”)
sui muri della facoltà di Lettere della Federico II: gli
autori del gesto si firmano Nucleo Dirlewanger.
segue a pagina 2
Felice Besostri a pag. 3
Vittime civili ed esecuzioni sommarie
Da Ghedafi
a Bin Laden
metodi discutibili
Luca Cefisi a pag. 4
I
Non è solo Bossi che non vuole mettere il naso fuori casa
Libia, con la Lega
neoisolazionisti all’attacco
Alberto Benzoni
olto probabilmente, il Parlamento non si pronunceM
rà con un voto sulla questione del nostro intervento
in Libia. O, magari, lo farà con una serie di mozioni di-
verse tra loro nessuna delle quali raggiungerà la maggioranza; lasciando così il governo libero di dare il via libera
ai bombardamenti, visti come sviluppo logico degli adempimenti già assunti in base alla risoluzione dell’Onu.
Un pasticcio; ma forse una soluzione obbligata per evisegue a pagina 2
Claudia Bastianelli
n questi giorni la Camera inizia a
votare il Documento di Economia e Finanza 2011. Tra le voci che
prevedono un taglio drastico dei
fondi c’è la scuola pubblica, l’università e la ricerca.
Si parla di 4 miliardi e 561 milioni
di euro che ogni anno, dal 2012 al
2014, verranno decurtati. Tenendo
presente che già nel biennio 20092011 ci sono stati tagli pari a 8 miliardi e 13 milioni di euro, si ha il
quadro generale di un settore, quello della scuola e ricerca, che si trova ad arrancare per fornire anche i
servizi di minima necessità.
Se guardiamo le politiche attuate
dagli altri Paesi occidentali, il paragone è imbarazzante: la crisi ha toccato più o meno tutti, così come tutti si trovano ad affrontare situazioni
di deficit più o meno gravi, ma nessuno ha pensato di andare a tagliare
su scuola, università e ricerca, in
quanto consapevoli che si tratta del
futuro stesso del Paese di riferimento, non di un settore quasi superfluo
come invece accade in Italia.
La cosa stupefacente è che il tutto
sta passando senza clamore, nessuno si pone in condizione di denunciare che i precari che già da settembre 2009 sono rimasti a casa sono
tantissimi. E’ come se avesse chiuso
una multinazionale, nel silenzio più
segue a pagina 2
L’ultima parola alla Cassazione, ma passeranno comunque anni prima che se ne riparli
Italia in ritardo sull’Europa
La clandestinità
è ancora
un reato
Interventi per la dilazione del pagamento dei mutui
per acquisto della prima casa previo accordo-quadro tra amministrazioni locali ed istituti di credito.
Incentivi economici, finalizzati a investimenti,
per le imprese operanti nel commercio al minuto.
Variazione delle rette per nidi, materne, mense e
trasporti scolastici ed esenzione dal pagamento
per quanti hanno perso il lavoro lasciando la famiglia a reddito zero. Fruizione allargata delle
esenzioni sulle rette dei servizi educativi.
Accordi con istituti di credito per agevolare lo
smobilizzo dei crediti vantati da fornitori di beni
e servizi comunali attraverso anticipi su fatture.
Istituzione del ‘reddito di cittadinanza’ per coloro che hanno perso il lavoro e che non possono contare sugli ammortizzatori sociali, vinco-
S
Referendum o no, per il nucleare in Italia
sta suonando il de profundis
Giovanni Colais
arà anche vero che ci si abitua a tutto, e con questo Governo di situazioni politiche paradossali ne abbiamo
vissute parecchie, una per tutte il voto parlamentare sulla
nipote di Mubarak, ma quello che sta accadendo sulla questione nucleare è davvero stupefacente.
In poco più di un mese questo esecutivo è passato da una
posizione pro nucleare, confermata anche subito dopo la
tragedia di Fukushima, alla moratoria di un anno, finendo
con l’abrogare la legge sulla realizzazione ed esercizio sul
territorio nazionale di impianti nucleari. Lo strumento legislativo utilizzato, è stato l’inserimento di un emendamento nel decreto omnibus, approvato recentemente dal
Senato. Ma come se non bastasse , il Presidente del Consi-
glio con una delle sue solite furbesche dichiarazioni, asseriva che l’emendamento presentato serviva solo per aggirare lo scoglio referendario, a lui sfavorevole, ma in definitiva rappresentava solo una moratoria di un paio d’anni, per
permettere agli italiani di assorbire il trauma giapponese.
Questi cambiamenti repentini di pensiero da parte della
maggioranza, oltre ad evidenziare la mancanza di una
benché minima strategia energetica nazionale, vengono
presentati con una naturalezza che sconforta, a conferma
che le scelte politiche, non sono funzione di un progetto,
ma vengono dettate dai sondaggi e dalla convenienza
dell’istante. Per chiarezza, rivediamo come stanno oggettivamente le cose e cerchiamo di elencare i passi istituzionali che ci attendono da qui al 12 giugno, giorno del
referendum.
segue a pagina 2
segue a pagina 2
- Stampa e Tv -
Quello che non
vi hanno detto di noi
Referendum. Governo
non informa. lo faremo noi
“L’unica spiegazione alla mancanza di informazione sui referendum
nelle reti radiotelevisive pubbliche,
- ha dichiarato Riccardo Nencini è che il governo ha davvero paura
non solo che si raggiunga il quorum ma anche di una tripla bocciatura.
Acqua, nucleare e legittimo impedimento – prosegue - non sono banalità qualunque, ma tre temi decisivi per i cittadini e il funzionamento della nostra democrazia.
Vuol dire che faremo noi quello
che non fa il governo e per questa
ragione sezioni, gazebo e stampa di
partito sono già da oggi impegnati
a fornire la necessaria informazione perché il 12 e 13 giugno gli elettori siano in grado di esprimersi
con un voto consapevole”.
Libia. Troppi equivoci,
è davvero una guerra
Ci vuole una bella dose di ipocrisia
- ha dichiarato Angelo Sollazzo nell’affermare che quella in Libia
non è una vera guerra ma serve solo
a salvare le popolazioni dai bombardamenti del Rais Gheddafi. La rivolta lampo tale non è e si trasforma
in una guerra civile.
Brutalità vengono commesse da
ambo le parti. Solo dei dilettanti in
politica estera non possono non
aver capito che la Libia potrebbe
rappresentare per l’Occidente ciò
che è già avvenuto in Somalia e
prima ancora in Vietnam.
Nessuno si chiede come mai alla
testa dei cosiddetti ribelli vi siano
due ex-ministri, Interno e Giustizia, ed un ex-capo di Stato maggiore, per 40 anni uomini di Gheddafi,
né a quale tribù appartengono. Sarkozy, in difficoltà nella politica interna, decide di recuperare sulla
scena internazionale e si fa prendere la fregola di fare il fuciliere.
Il petrolio libico fa gola a tutti, i
russi solo a parole si oppongono alla escalation militare, Obama considera, a torto, la Libia distante e
non un problema per il suo Paese.
Oggi siamo passati dal baciamano
ai bombardamenti. Altro che farci
perdonare il colonialismo nostrano.
La sinistra italiana con il suo nuovismo che ha portato solo disastri
ideali ed elettorali, applaude. La rinuncia alla guerra non esiste più.
DELLA DOMENICA
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www.partitosocialista.it
ANNO XIV - N. 18 - DOMENICA 8 MAGGIO 2011
VADEMECUM DEL CANDIDATO SOCIALISTA ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 15 E 16 MAGGIO 2011
Il buon governo
delle Istituzioni
dalla prima
lando l’indennità alla partecipazione a corsi di formazione.
Un fondo di garanzia per l’accesso
al credito da parte delle piccole e
medie imprese destinato a investimenti e ripatrimonializzazioni.
L’impiego di disoccupati in funzioni
di natura civica: dal controllo delle
strade alla vigilanza di parchi e giardini pubblici, scuole, monumenti.
Impegno per la realizzazione dell’innal-
Libia, con la Lega
neoisolazionisti...
Benzoni dalla prima
tare un conflitto politico-parlamentare che ci esporrebbe, tutti, al ludibrio del mondo intero.
Ciò detto sarebbe opportuno, in primo luogo per la “sinistra di governo”, avere, comunque, un dibattito
parlamentare sulla questione. E
questo per chiarire i termini di un
contrasto che percorre non solo l’Italia ma anche l’insieme dei paesi
Ue; sino a rappresentare, in prospettiva, il discrimine fondamentale
nel confronto tra sinistra e nuova
destra populista; quello tra internazionalisti e isolazionisti.
Internazionalista, la sinistra lo è stata
sempre, ma con parametri e, quindi, con
connotazioni diverse. “Interventista”, sino a prospettare la necessità dell’uso della forza, quella dell’ottocento- di Garibaldi e Mazzini, ma anche di Marxquando la posta in giuoco era l’emancipazione dei popoli e la lotta contro gli imperi conservatori e repressivi. Pacifista,
quella del secolo breve, quando all’orizzonte c’erano conflitti mondiali sempre
più catastrofici e si trattava di costruire
grandi schieramenti atti ad impedirli. Di
nuovo interventista, infine, quella nata
all’indomani della caduta del muro di
Berlino; con la nuova e affascinante prospettiva di costruire, con azioni multilaterali, un nuovo ordine mondiale basata
sulla progressiva estensione dei diritti
umani, individuali e collettivi. Estendere
i diritti significa anche difenderli, anche
con l’uso della forza, quando questi vengono drammaticamente violati; questa
la motivazione di fondo che porta la sinistra europea, assieme alle classi dirigenti
del continente, prima in Bosnia e nel Kosovo, poi inAfghanistan e oggi in Libia.
Il fatto è, però, che con il trascorrere del
tempo questa strategia ha perso la sua
spinta propulsiva. Perché?
La spiegazione dei politici realisti è
stata che l’interventismo democratico- in particolare, ma non solo nell’area mediterranea e mediorientale- era oggettivamente votato al fallimento perché la democrazia non si
esportava; anzi perché il mondo
arabo era di per sé chiuso a questo
messaggio.
Ma, almeno a giudicare dall’esperienza di questi ultimi mesi, la crisi
della strategia interventista non nasce nel mondo arabo, che oggi chiede il nostro aiuto, ma piuttosto in
noi europei, che (a partire dall’Italia) siamo estremamente riluttanti a
darlo.
Colpa dei nostri governi? In realtà,
la crisi è più estesa e profonda. E si
giuoca nel rapporto tra la politica e
la gente comune. Perché, almeno in
tutto l’Occidente (e particolarmente
in Europa), l’internazionalismo è in
ritirata; e su tutti i fronti. Se si facesse un qualsiasi referendum sulle
zamento dell’occupazione femminile.
Intensificazione della lotta all’evasione
fiscale e alle tante forme di illegalità
(contraffazione, lavoro minorile ecc).
Non conteggiare nel Patto di stabilità
i denari recuperati da Comuni e Regioni dalla lotta all’evasione fiscale
IL PROGETTO GIOVANI
È indispensabile promuovere strumenti per la valorizzazione del merito
garantendo un diritto allo studio reale, allo scopo di favorire l’ingresso dei
giovani nel mondo del lavoro e delle
professioni.
missioni all’estero, sulla Turchia,
che dico, sulla stessa Europa, vincerebbero molto probabilmente i
“no”. E’, del resto, in questo clima
che nascono le nuove formazioni politiche isolazioniste; il nuovo vero e
temibile avversario dell’internazionalismo socialista e democratico.
Quelle che collegano il presente ad
un immaginario passato perché
hanno comunque paura del futuro;
quelle che contrappongono comunità (a geometria variabile) ad uno
Stato, e soprattutto ad un’Europa,
che hanno in grande sospetto;
quelle che, infine, vogliono chiudere le porte, in entrata e in uscita,
ad un mondo esterno per cui provano un’avversione irrazionale e
senza limiti.
E’ il sintomo della malattia dell’Occidente, colpito soprattutto nei suoi
ceti popolari da un processo di redistribuzione mondiale della ricchezza e del potere- con cui non riesce a
misurarsi razionalmente; è un impazzimento della politica di cui il
mito della Padania è la versione casereccia dello Stato minimo e del bilancio in pareggio del “tea
party”americano. E’ un atteggiamento che trasuda odio per l’Altro.
Per il “tea party”, Obama “non è
americano”; per Bossi andare in Libia significa fare entrare i profughi
in casa nostra e i soldati impegnati
nelle missioni dovrebbero essere utilizzati a guardia delle nostre coste.
E ciò ci riconduce, in conclusione al
nostro dibattito interno, specchio
appena deformato del modo con cui
le classi dirigenti europee hanno affrontato la sfida isolazionista. Anzi,
di come non l’hanno affrontata.
Prima cosa: non spiegare mai i termini delle questioni. Si continua a
parlare dell’entrata della Turchia,
senza affrontare di petto quanti sono pregiudizialmente ostili; si rimane in Afghanistan per “difendere la
democrazia”, costruendo pozzi e
scuole, e non per condurre una
guerra, magari sbagliata ma magari
anche giusta; si sta in Libano, giustamente, ma non si chiariscono né i
risultati né i limiti della nostra missione; e, infine, per completare l’opera, non si riesce a collocare il nostro intervento in Libia, come pure
si potrebbe e si dovrebbe, all’interno di un disegno strategico libico e
mediterraneo corrispondente ai nostri interessi nazionali.
Si va, a quanto sembra, perché “ce
l’ha ordinato il medico” (l’Onu?
Obama? Napolitano? O, Dio non
voglia, Sarkozy?) e comunque si
bombarderà appena un poco e con
assoluta precisione.
Per l’interventismo democratico,
una linea suicida. Dovremmo misurarci, oggi e in futuro, con gli isolazionisti sul merito della questione.
Ma temo che non lo faremo, con esiti disastrosi per la causa dell’internazionalismo.
Direttore Politico
della domenica
Organo ufficiale del
Partito Socialista Italiano
aderente
all’Internazionale Socialista
e al Partito Socialista Europeo
Il progetto intende rimuovere le difficoltà che impediscono una reale
emancipazione dalla famiglia di origine e una partecipazione attiva alla società civile tramite sostegni per le giovani famiglie a basso reddito, sul versante dei servizi sociali e delle politiche abitative.
Casa: Introduzione del ‘Contributo di
emancipazione’ per l’affitto e l’ acquisto della prima casa
Diritto allo studio: Introduzione di
Borse di studio e istituzione di fondi
per studenti universitari sotto forma
di contributo alle spese di trasporto,
acquisto libri, tasse universitarie e
Referendum o no
per il nucleare in Italia...
Colais dalla prima
Per prima cosa, bisognerà aspettare
che il decreto sia approvato dalla Camera e convertito in legge. Questo
passaggio appare scontato, ma nel
frattempo potrebbe sempre esserci
qualche nuovo sondaggio, o qualche
fibrillazione nella maggioranza, capace di metterlo in discussione. D’altra
parte gli scontri in questa coalizione
sono all’ordine del giorno, ma quello
nascosto tra la Lega (Tremonti) e il
PDL (Berlusconi), sul riassetto economico e finanziario di questo Paese, vedi l’affaire Generali (con il dimissionamento di Geronzi, vicinissimo al
Cavaliere) e le recenti nomine sulle
aziende controllate dallo Stato, lasciano presagire una resa dei conti letale.
Se approvata la legge passerà al vaglio
del Presidente della Repubblica e se
non ci saranno motivi per non firmarla
verrà promulgata. Quindi andrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed infine sottoposta all’esame della Corte di
Cassazione, l’unico organo deputato a
decidere sulla materia. Le soluzioni
possibili sono essenzialmente due.
Tagli alla scuola
una scelta tutta politica
Bastianelli dalla prima
profondo. Tagliare la cultura è solo
vantaggio di chi governa, far credere
che la vita sia riconducibile a trasmissioni televisive, a superficialità ed apparenza, permette di evitare che i governati si pongano domande sul perché
non c’è più diritto al futuro.
Evitare che i bambini sappiano come è
nata l’Unità d’Italia favorisce chi punta
alla sua divisione. Evitare che i bambini sappiano che siamo stati per decenni
un popolo di migranti, permette di accendere razzismo contro gli attuali immigrati. Evitare che la Costituzione sia
La Corte prende atto che vengono
abrogate tutte le norme sottoposte al
quesito referendario, e decide di cancellarlo. L’altra possibilità e che la
Corte giudichi ambiguo il primo e
l’ultimo comma dell’emendamento,
che di fatto rendono possibile un ripensamento futuro sulla materia, tenendo conto dello sviluppo tecnologico di tale settore e delle decisioni che
saranno assunte a livello di Unione europea, e decida di sottoporre al voto
popolare solo queste nuove norme.
Soluzioni intermedie non se ne vedono. Comunque sia, qualunque sarà la
scelta che la Corte farà, una cosa è certa, di nucleare in Italia o non se ne parlerà più (se si farà il referendum e vinceranno i “Si”) o passeranno diversi
anni prima di riaffrontare il problema.
Perché non è vero che l’emendamento
presentato dal Governo è solo una moratoria, di fatto viene cancellata la possibilità di realizzare centrali nucleari
nel nostro Paese, e anche se in futuro
ci fossero le condizioni per rilanciare
il progetto, si dovrà ripartire da capo,
riscrivere leggi e regolamenti che dovranno essere nuovamente approvati
dal Parlamento e nel caso che tutto ciò
si concretizzasse, ci sarà sempre qualcuno che presenterà un nuovo referendum abrogativo.
un testo da leggere e studiare, permette
di facilitare le sue modifiche. Evitare
che i giovani, che magari un domani
saranno lavoratori, sappiano che quaranta anni fa un certo Brodolini ha disciplinato il mondo del lavoro con uno
Statuto, permette di scongiurare richieste di diritti. Evitare che le donne sappiano che l’articolo 37 della Costituzione disciplina la parità di condizione
tra i due generi nel mondo del lavoro,
consente che le stesse vedano come cosa normale essere pagate di meno rispetto agli uomini e sentirsi in colpa
per la maternità.
Ecco, forse i tagli servono a questo,
solo a questo. Professori più poveri,
meno numerosi e meno alunni; questo
è il futuro che ci viene proposto per i
prossimi anni.
Il giorno la promessa viene mantenuta e nello stesso luogo avviene
un’aggressione che sfocia in rissa
conclusa con l’accoltellamento di
tre giovani di sinistra e il ferimento
di un militante di Casa Pound, nonché candidato in una lista collegata
al sindaco Gianni Lettieri.
Qualche ora dopo nel centro della
città, spinte e sputi al candidato sindaco del Pdl: quei benpensanti dei
Centri Sociali hanno pensato bene
che occorresse così mostrare solidarietà ai tre ragazzi accoltelati…
Il giorno dopo, qualcuno ancora più
benpensante pensa bene (appunto)
di far esplodere un grosso petardo
dinanzi la saracinesca chiusa di un
comitato elettorale di Lettieri…
A ravvivare ancora un po’ il clima
ecco la notizia che il “garante della
legalità”, l’inquisitore Luigi de Magistris, il candidato dell’Italia dei
Valori, ha nelle sue liste alcuni
esponenti dei Carc, il Partito dei
Comitati di appoggio della Resistenza per il comunismo, che ne ha
fatto ufficialmente il proprio candidato sindaco.
Mario Morcone invece, il candidato
riformista, non riesce a far parlare
di sé, e questo, in una città sguaiata
ed in un clima come quello descritto, pare già essere una buona notizia, anche perché l’ultima volta che
Pd & co. Avevano fatto notizia a
Napoli è stato per la vicenda delle
primarie, i cui strascichi continuano
ancor oggi ad influenzare (non proprio benevolmente) la campagna
elettorale…
In un clima di stanchezza e veleni
ecco il guizzo tipico della genialità
partenopea: ben 18 (dico 18, né
1800 né 180) cittadini già elettori di
centrosinistra (o più propriamente
beneficati dal centrosinistra…) dichiarano pubblicamente con annuncio a pagamento (di Lettieri) il loro
voto al centrodestra. Non se ne sarebbe accorto nessuno se dal Pd non
fosse partita una ridda di insulti che
è riuscito a far apparire come un
evento di straordinaria portata lo
spostamento di 18 elettori non propriamente disinteressati…
Si dice che Milano e Napoli sono
due test nazionali, quelli dal cui esito di assegnerà la palma del vincitore.
Probabilmente è così, ma che glielo
spiega ai napoletani che dal loro voto si decide il futuro governo del
Paese ma non quello della città?
Tra quelli che vogliono cambiare il
mondo e quelli che vogliono cambiare l’Italia i napoletani sperano
solo che un giorno possano svegliarsi senza i cumuli di rifiuti: questa sì
che sarebbe una rivoluzione, ma chi
ci crede più?
na ventata d’aria fresca … su questo Paese stantìo … avvelenato “dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeoU
loghia, di ciceroni e d’antiquarii”, come diceva a suo tempo Marinetti, ed immerso in un oppressivo clima da Controriforma cattolica, rendiamo grazie al Santo Padre … .Ed è dalla civilissima e laicissima Svezia, o meglio da un suo mobi-
Ci voleva Ikea per un po’ d’aria fresca
lificio, che ci arriva, appunto, una ventata di aria fresca, sotto forma di un cartellone pubblicitario che mostra due uomini
di schiena che si tengono per mano ed afferma di accogliere tutti i tipi di famiglia – ma che scandalo! Immediatamente si
ribella l’On. Giovanardi, sbandierando, a tutela della famiglia “Mulino Bianco” e contro gli ignobili ed indecenti attacchi
del mobilificio d’Oltralpe, addirittura la nostra Costituzione.
E così, mentre nel Regno Unito, fra gli ospiti del matrimonio reale del Secolo ci sono anche, e non fra gli ultimi, Elton
John e il suo coniuge (sì, coniuge, proprio così!) David Furnish (ma non loro figlio, purtroppo, perché ancora troppo piccolo!) qui, nell’Italia del XXI secolo prevalgono, come al solito, bacchettoneria e provincialismo. Se il Sottosegretario Giovanardi (che tra l’altro, detto per inciso, va annoverato fra gli esponenti del governo del ‘Bunga-Bunga’), si sprovincializzasse un po’ e si facesse un viaggetto all’estero, anche soltanto nella vicinissima Francia, si accorgerebbe che nella maggioranza dei Paesi dell’U.E. il concetto di famiglia è, già da parecchio tempo, molto più esteso di quello che va per la maggiore in questa Italietta piena-zeppa di bigotterie e baciapilismi cattolicheggianti.
Enrica Rota
Segreteria di Redazione
Domenico Paciucci
Direttore Responsabile
Dario Alberto Caprio
Presidente del Consiglio
di Amministrazione
Oreste Pastorelli
Redazione
Carlo Corrér, Emanuele Pecheux
Lavoratori atipici: Introduzione di un
fondo di garanzia per lavoratori atipici – giovani con contratto diverso da
quello a tempo indeterminato – per
consentire loro l’accesso al credito finalizzato ad interventi legati alla propria condizione familiare.
Di Lello dalla prima
CORSIVO
Riccardo Nencini
Direttore Editoriale
Roberto Biscardini
prestiti d’onore per percorsi universitari e di alta specializzazione
Sostegno ad attività economiche: Introduzione di strumenti come il microcredito e interventi mirati per le imprese a titolarità femminile. Prevedere
l’apertura a tutti i settori produttivi e
l’innalzamento dell’età dell’imprenditore beneficiario da 35 a 40 anni.
Napoli, campagna
elettorale avvelenata...
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DELLA DOMENICA
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ANNO XIV - N. 18 - DOMENICA 8 MAGGIO 2011
Una lista socialista, laica e libertaria
Lo scatto di reni alle rune tocca ai giovani elettori
Italia in ritardo sull’Europa
Torino, impegno Lib - Lab
Torniamo a votare socialista
La clandestinità
è ancora un reato
F
Maurizio Giancola
ra le otto liste che sostengono Piero Fassino candidato Sindaco di
Torino è presente “Torino laica, socialista, libertaria”.
Questa lista è frutto di un lungo impegno iniziato nell’autunno e soprattutto
della positiva collaborazione fra la Federazione provinciale del PSI, i Circoli torinesi di area socialista aderenti al
Gruppo di Volpedo, ed Alleanza LibLab. Fin dai mesi di ottobre e novembre infatti la Federazione provinciale
del PSI ha proceduto a predisporre un
ampio ed articolato programma elettorale impostato sui temi dell’urbanistica e dei trasporti, sulle esigenze dei
quartieri semi-centrali e periferici con
particolare riferimento ai problemi
dell’immigrazione e integrazione dei
cittadini non italiani, sull’assistenza
alle fasce deboli e sulle necessarie iniziative a livello istituzionale (ruolo del
Consiglio Comunale e numero e poteri delle Circoscrizioni). La premessa
di indirizzo politico del documento era
il riferimento a una lista civica, possibilmente unitaria, della sinistra riformista; a un programma unitario da sottoscrivere entro l’inizio del 2011; a un
candidato Sindaco scelto con primarie
di coalizione. L’ampiezza e l’impostazione estremamente rigorosa del documento hanno consentito alla Segreteria torinese del PSI di affrontare gli
incontri con gli altri esponenti della
coalizione di centro-sinistra disponendo - in questo unico partito della coalizione stessa - di una base programmatica che ha dato modo di non limitarsi
alla tradizionale trattativa fra componenti politiche diverse, ma di affrontare fin dall’inizio una discussione non
improvvisata nel merito dei problemi
della città. Parallelamente i Circoli torinesi di area socialista aderenti al
Gruppo di Volpedo (Circolo Sandro
Pertini, Labouratorio Buozzi, Associazione Frida Malan) cominciavano a
promuovere la costituzione di una lista
civica di orientamento laico, liberale e
socialista in questo subito affiancati
sia da alcuni dirigenti e militanti del
PSI sia dagli esponenti torinesi di Alleanza Lib-Lab.
Anche se le due iniziative - quella di
partito finalizzata all’elaborazione e
alla stesura del documento programmatico e quella dei Circoli e delle Associazioni che già cercava di prefiguUn dono laico?
Il 5 per mille
alla Fondazione
Nenni
codice fiscale
97042550588
www.fondazionenenni.it
rare e predisporre il contenitore politico delle istanze laiche e liberalsocialiste - si sono avviate inizialmente in autonomia, il collegamento e il rapporto
fra le stesse sono stati rapidi, per non
dire immediati, e sempre improntati
alla massima collaborazione e ad una
volontà costruttiva del tutto aliena da
personalismi e da visioni politiche
conflittuali. Questo ha reso l’esperienza torinese diversa – felicemente diversa – da quelle che in altre città hanno purtroppo conosciuto esiti non
ugualmente positivi.
Il merito va equamente redistribuito
fra una Federazione provinciale socialista (giusto citare il Segretario Riccardo Negro e ricordare i suoi collaboratori della Segreteria, in particolare il
Vice Segretario con delega agli Enti
Locali Giuseppe Colonna) che non ha
visto nei Circoli dei potenziali concorrenti o addirittura degli avversari, ma
al contrario una risorsa da coltivare e
valorizzare, e l’impostazione non radicale o antagonista, ma rigorosamente
riformista dei Circoli, che a Torino sono particolarmente dotati di un approccio realista e gradualista ai problemi nonché di una solida cultura di
governo, forse perché i loro principali
esponenti, come Dario Allamano e
Roberto Nebiolo, vengono da lunghe e
importanti esperienze sindacali. Ha
inoltre giovato, accanto all’entusiasmo di Allamano, la competenza amministrativa e il ruolo di “pontiere”
svolto da Nebiolo, Segretario del
Gruppo di Volpedo ma anche Consigliere Nazionale del PSI e componente della Segreteria regionale piemontese dello stesso.
Si è così giunti alle primarie di coalizione svoltesi il 27 febbraio e, come è
noto, stravinte da Fassino. Tutti i soggetti politici precedentemente ricordati - PSI, Circoli e Associazioni, Alleanza Lib-Lab - hanno sostenuto pubblicamente la candidatura di Fassino.
Dopo questa scadenza, volutamente
attesa, il progetto era ormai giunto a
maturazione e la lista è stata ufficialmente costituita. “Torino laica, socialista, libertaria” ha come capolista il
professor Rosario (Saro) Ferrara, docente di Diritto Amministrativo presso
la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, mentre la seconda
posizione è stata assegnata a Roberto
Nebiolo. Fra i candidati sono presenti
due amici di Alleanza Lib- Lab, Carlo
Maria Buttini e Guido Bertrando,
mentre la candidatura di chi scrive va
ricondotta al suo essere componente
del Direttivo provinciale del PSI ed all’impegno con cui ha coadiuvato Negro, Allamano e Nebiolo nell’attività
di raccordo fra realtà di partito, il
mondo dell’associazionismo, e gli
amici di Alleanza Lib-Lab.
I
Manfredo Villani
religiosi, i laici, i non credenti non
debbono avere paura di una giusta
politica che consenta a donne e uomini di vivere in conformità spirituale
della loro coscienza.
Non guasta, a questo proposito, citare
una leggenda metropolitana dalle radici cristiane. Allorché il più amato e laico presidente della Repubblica, Sandro Pertini, stava esalando l’ultimo respiro, volse al cielo il suo sguardo,
umido e illuminato e con un flebile filo di voce disse: “Forse”. Quel “Forse” testimonia l’apertura mentale che
l’umanità racchiude in se stessa per
passare a miglior vita. L’assunto suddetto, nel suo insieme, non ha pretesa
pedagogica. Esso è premessa indispensabile, una digressione per l’obiettivo del mio intervento politico, il
quale è finalizzato a esprimere, ancora
una volta, un appello accorato ai compagni socialisti e agli amici per le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011. Premetto che il Partito socialista italiano sarà presente con il tricolore nel suo simbolo.
Cioè, una bandiera tricolore accompagnerà il simbolo del Psi il quale si arricchisce del vessillo dell’Italia unita.
Il Psi affronterà, tra breve tempo, una
battaglia di autonomia e dignità, per il
buon governo delle amministrazioni
locali, per il rafforzamento del centrosinistra di un’area laica, cattolica e riformista. La nostra vocazione è sempre stata quella di favorire e accompagnare la crescita delle comunità locali.
Ma sono anche un altro passo per tornare a rappresentare gli elettori socialisti anche alla Camera e al Senato, e
per dare all’Italia un futuro di giustizia
e di progresso.
Il centrosinistra deve vincere per il bene dell’Italia e per governare con
un’area riformista prevalentemente ricostruita con il contributo socialista.
Lo scatto di reni per le urne tocca ai
giovani elettori. Ad essi va detto, senza saccenza, che la selvaggia aggres-
sione della cosiddetta operazione
“Mani pulite” e la conseguente fine di
Bettino Craxi con la diaspora non hanno affossato il Psi. Purtroppo, negli
anni seguenti all’esilio e alla morte di
Bettino Craxi, non sono bastati né la
creazione del Pd, né gli sforzi di Rutelli, di Casini e di Fini per creare una
forza moderata, utile ad arginare il governo personale di Silvio Berlusconi.
Inconsciamente, hanno contribuito all’esistenza in vita di Berlusconi, proprio quegli ignari compagni socialisti
che migrarono nelle numerose sigle
del Pdl senza curarsi di assicurare fedeltà e coraggio ad un Partito socialista costituzionalmente organizzato.
Costoro, approdati da anonimi paria in
Parlamento, sappiano che il voto sul
conflitto di attribuzione per il processo
“rubysconi” ferisce la loro dignità.
Non ingoiate il rospo! Non votate le
bugie di Berlusconi per non svuotare
l’anima democratica del Parlamento.
Cominciamo col battere quel Berlusconi ora che le elezioni amministrative sono al via in tutte le province e comuni d’Italia.
Il futuro socialista del nostro tempo
nasce adesso. Le liste del Psi e di alleanza riformista saranno presenti nella stragrande maggioranza degli enti
locali interessati e numerosi sono i
candidati socialisti a sindaco.
Noi chiediamo ai socialisti, anche a
quelli “nominati” dal Porcellum berlusconiano, di votare secondo coscienza, così come è scritto nella Costituzione; perché la riscossa socialista richiede il contributo preminente di coloro che vantano l’appartenenza al riformismo socialista.
Anche la mia chiusa è per Aldo Chiarle, mio maestro del giornalismo e
compagno da sempre. Mi appello al
suo autorevole giudizio sulla validità
politica del dibattito socialista acceso
dall’Avanti!, affinché, mediante uno
specifico e atteso “Aldoparlante”,
spinga i riformisti del Pdl a votare per
il Partito socialista italiano, arricchito
con il tricolore nel simbolo.
Il Psi In Belgio
Il 7 maggio prossimo si tiene a Liegi il congresso della federazione in Belgio
del PSI, la più grande delle federazioni all’estero del Partito Socialista Italiano.
Il congresso, che conclude il periodo di coordinamento assegnato a Rocco
Tanzilli, riunisce le sezioni locali di La Louviere, Liegi, Mons, Charleroi,
Bruxelles e da altre città belghe.
I lavori saranno aperti dal saluto del Partito Socialista belga, e dagli interventi dei rappresentanti degli altri partiti di centrosinistra presenti nella comunità italiana in Belgio.
Interverrà Luca Cefisi per la segreteria nazionale del PSI.
P
Felice Besostri*
er ragioni misteriose tutti i
mezzi di informazione di massa, senza distinzione di orientamento politico, hanno presentato la
sentenza della Corte di Giustizia
della UE come invalidante il reato
di clandestinità.
A sinistra si poteva gridare con
soddisfazione “ve l’avevamo detto!” e a destra utilizzare la sentenza per diffondere insicurezza e allarme e per alimentare una nuova
polemica sull’Unione Europea.
Ebbene il reato di clandestinità, di
natura contravvenzionale, cioè punibile con una sola ammenda, è
stato introdotto con l’art. 1 c. 16
della legge n. 94/2009 (Pacchetto
sicurezza), mentre la Corte di Giustizia della UE si è occupata delle
norme della legge n. 189/2002
(Bossi-Fini) di modifica degli art.
13 e 14 del Dlgs n. 286/1998 (Turco-Napolitano) con l’introduzione
di una pena detentiva da 1 a 4 anni
per violazione dell’obbligo di
espatrio in seguito a decreto di
espulsione. Il motivo è la violazione della Direttiva rimpatri, che lo
Stato italiano doveva recepire entro il 24 dicembre 2010. E’ giurisprudenza consolidata che, decorso il termine assegnato agli Stati
per il recepimento, le norme chiare
ed inequivoche della direttiva si
applichino direttamente. La Direttiva non è stata recepita perché regolarizzava tutti i lavoratori clandestini in nero, che avessero denunciato i datori di lavoro.
Le norme devono assegnare termini ragionevoli per il rimpatrio volontario e non si può limitare la libertà personale per più di 18 mesi.
Con la normativa dichiarata illegittima il termine per dar corso al decreto di espulsione era di 5 giorni
mentre per la direttiva doveva essere da 7 a 30 giorni. Quando vi è
contrasto con la normativa europea
la norma nazionale deve essere
disapplicata e pertanto da dicembre 2010 praticamente nessuno era
condannato per violazione del decreto di espulsione.
Il reato di immigrazione clandestina quindi è tuttora vigente anche se
ad esso vanno applicati i principi
enunciati nella sentenza per tutti
quei clandestini che facciano dichiarazione di emersione e chiedano la regolarizzazione se lavorano
o hanno lavorato in nero.
*Pres. Comit. autoemersione
lavoratori clandestini
>> L’OSPITE <<
mondoperaio
rivista mensile fondata da pietro nenni
4
aprile 2011
editoriale Luigi Covatta Aprile
appunti sulla giustizia giusta LA SINISTRA PER UNA GIUSTIZIA GIUSTA Claudio
Petruccioli L’eterno ritorno; Frank Cimini Le mani pulite del Cavaliere; Antonio Funiciello Il costo del disservizio; Gustavo Ghidini Nessuno tocchi il PM
saggi e dibattiti Luigi Covatta Galleggiare sulla benzina; Massimo Lo Cicero Un
tesoro fra Scilla e Cariddi; Valerio Francola L’arte messa da parte; Luigi Capogrossi
La parentesi mai chiusa; Salvo Andò Parti uguali fra disuguali; Felice Besostri Pentapartito imperfetto; Marco Boato Se i Verdi diventano ecologisti; Enrico Buglione, Ettore Jorio Dalla secessione alla confusione; Enrico Caterini La sfida del Sud
dossier/movimenti giovanili Roberto Biorcio L’onda che viene e va; Jessica
Ingrami L’avatar del Movimento; Maria Turchetto intervistata da Viviana Viviani Se
tre più due fa sei; Giuseppe Licandro Fenomenologia del Pof; Francesco Fravolini Il
Sessantotto e il Settantotto
le fedi del risorgimento Sergio Aquilante intervistato da Danilo Di Matteo Il
Laicismo e l’Evangelo; Nino D’Ambra Il trono l’altare e il saio
biblioteca / schede di lettura Natasha Aleksandrov Rosselli a Milano; Nicola
Zoller La dignità della morte
le immagini di questo numero Lucianella Cafagna Il mistero del visibile
www.mondoperaio.it
L
La maledizione della Seconda Repubblica
Roberto Fronzuti*
a cosiddetta Seconda Repubblica, nata all’indomani della caduta della Democrazia cristiana e dei
partiti di origine risorgimentale, sembra portare con sé una sorta di maledizione destinata a dividere.
Quel che resta del Partito repubblicano italiano, la componente politica
più antica del nostro Paese, è schierato parte con il centrodestra (con riferimento all’onorevole Nucara) e parte
con il centrosinistra (con riferimento
al deputato Sbarbati).
Il Partito socialista ha subito la stessa
sorte; c’è il gruppo che fa capo all’ex
ministro De Michelis che sta con il
centrodestra, mentre l’ala che fa capo
a Nencini (entrambe le componenti si
richiamano Psi) è schierata con la sinistra. Si sono divisi perfino i figli di
Craxi: Stefania fa parte del governo
Berlusconi, mentre il fratello Bobo è
rimasto con il centrosinistra. Il colmo
è rappresentato dalla stampa socialista: la storica testata Avanti, esce in
due edizioni; una quotidiana che fa
capo a Berlusconi e una pubblicazio-
ne settimanale che fa capo al Psi,
schierato con il centrosinistra.
La Democrazia cristiana ha dato origine a diversi partiti. Udc di Casini,
Dc di Rotondi e Nuova Dc.
I protagonisti della Seconda Repubblica hanno anche la responsabilità di
aver diviso l’opinione pubblica in
due settori distinti: pro o contro la
magistratura. C’è una parte dei cittadini che difende Berlusconi a spada
tratta e accusa la magistratura di atteggiamento persecutorio nei confronti del leader di centrodestra. Dall’altra parte c’è la sinistra che sostiene la magistratura, accusando l’avversario di far partorire dal Parlamento i famosi provvedimenti che favorirebbero le sue questioni giudiziarie.
Che dire? Quando si esagera saltano
gli equilibri. Anche i grandi quotidiani si sono divisi fra destra e sinistra.
Da una parte il Foglio, Libero e il
Giornale difendono Berlusconi in
modo aprioristico, mentre la Repubblica, il Fatto e l’Unità danno addosso al presidente del Consiglio.
In un contesto come questo, non pretendiamo di tirare delle conclusioni.
Vogliamo solo aggiungere alla nostra
analisi una considerazione. Quando il
clima è avvelenato, può accadere di
tutto. Quando si aizzano i cittadini
l’uno contro l’altro, quando l’avversario politico diventa un nemico da
abbattere a qualsiasi costo, alla faccia
della lealtà, può accadere il peggio.
Il giudice Italo Ghitti, uno dei protagonisti di Mani Pulite, che nessuno si
sogna di accusare di simpatie nei riguardi dell’ex leader dei Socialisti ha
detto testualmente: “La scena delle
monetine lanciate contro Bettino Craxi nel 1993 davanti all’hotel Raphael,
fu una delle peggiori manifestazioni
di odio di massa”.
Ecco il vero pericolo, l’odio di massa; lo scontro politico continuo, senza
esclusione di colpi, a botte di epiteti il
più delle volte irripetibili.
Questo è il risultato della Seconda
Repubblica! Una maledizione che ci
perseguita e dalla quale bisogna rifuggire, nella speranza di voltar pagina una volta per tutte, in attesa della
Terza Repubblica.
*direttore / editoriale de
“L’Eco di Milano e provincia”
DELLA DOMENICA
4
www.partitosocialista.it
ANNO XIV - N. 18 - DOMENICA 8 MAGGIO 2011
Distratto sacrificio di vittime civili e un esecuzione senza processo
Da Gheddafi a Bin Laden, metodi discutibili
E
Luca Cefisi
ssendo riformisti, non abbiamo
per definizione alcuna percezione
romantica di criminali, terroristi e assassini, neppure quando ammantano le
loro azioni di suggestioni rivoluzionarie. Proprio per questo, possiamo
esprimere più serenamente di chiunque il nostro disagio per alcuni episodi
clamorosi di questi giorni.
Il primo è la morte sotto le bombe, assieme al figlio minore di Gheddafi, di
alcuni nipoti in tenera età.
Ripetizione di una tragedia già avvenuta nel 1986, quando rimase uccisa
una giovanissima figlia adottiva del
capo libico. Non ci si dica che per fare
le frittate bisogna rompere le uova: se
la necessità morale e politica di impedire il minacciato trionfo di Gheddafi
sugli insorti ci è evidente, e la condividiamo, quelle morti, però, appaiono
tanto inutili quanto evitabili. Fa specie
vedere che le sofisticate e miliardarie
tecnologie militari di oggi non sappiano evitare certi orrori, come fossimo
ancora ai tempi delle bombe buttate
giù dagli aerei a elica.
Brucia il sospetto che, semplicemente,
nessuno abbia pensato seriamente di
farci attenzione.
Anche nella morte del malvagio per
eccellenza, il capo di Al Qaeda Osama,
c’è qualcosa che stride: è quella fonte
del Pentagono che afferma che le forze
speciali americane sono state inviate
per uccidere, non per prendere prigio-
niero l’odioso e tristo fondamentalista
saudita.
Il nostro disagio nasce da alcune riflessioni: la prima, forse banale, è che i
criminali nazisti, quelli almeno su cui
si riuscì a mettere le mani, vennero solennemente processati. In ogni caso, il
processo è sempre fonte di verità, di
catarsi, di affermazione di valori, scrive un messaggio per i posteri.
A noi, l’affermazione compiaciuta della bontà di una rapida ed efficiente esecuzione del, pur malvagio, avversario,
o la silenziosa indifferenza per una
presunta inevitabilità della morte dei
suoi anonimi e innocui familiari, non
consola e non dà sollievo. Nemmeno,
anzi tanto meno, se in nome della democrazia.
Illegittima l’esclusione dei comuni della Valle Peligna dal cosiddetto “cratere”
Terremoto, ‘lezione’ del tar per il Governo
L
Orlando Orsini*
a decisione del TAR di Roma, che ha affermato il principio della illegittima esclusione dei comuni della Valle Peligna dal cosiddetto “cratere”, è un ulteriore segnale di
come l’azione del Governo e della Protezione Civile, anche
nella immediatezza del sisma, e al di là di quello che la propaganda berlusconiana abbia voluto mostrare, è stato per
molti aspetti un grande “pasticcio”.
La sensazione amara è che non si è cercato di individuare i
“terremotati” in ragione delle effettive conseguenze del sisma, ma limitatamente ai soldi disponibili, o da voler spendere, e comunque in ragione di “giochi” politici e di potere.
Tale decisione del TAR è la dimostrazione che è stato lo
stesso terremoto a dire chi è stato “terremotato” e non un
decreto di Bertolaso o tantomeno l’On. Scelli che si è vantato “di aver fatto di tutto per escludere Sulmona dal “crate-
re” e il quale se vorrà essere coerente non dovrà gioire per
questo importante successo.
Questa decisione è una sonora bocciatura della politica
abruzzese del centrodestra il quale ha mostrato ancora una
volta una totale incapacità di gestione della cosa pubblica,
di distribuzione dell’impegno e delle risorse sui territori
specie quelli del nostro comprensorio.
E’ la clamorosa “sbugiardata” della promessa fatta ai Sulmonesi di creare un asse di ferro di centrodestra tra Comune, Provincia, Regione e Governo.
Il Psi, presente in diversi comuni del nostro comprensorio,
sin dai primi momenti dopo l’esclusione dal “cratere”, aveva fortemente sollecitato e voluto il ricorso, tant’è che Introdacqua, dove il P.S.I. è fortemente rappresentato, è stato
uno dei primissimi Comuni a deliberare tale iniziativa giudiziaria.
*segretario Sulmona
I nostri giovani candidati
FGS, IL FUTURO SOCIALISTA
C
ari compagni, in questa tornata elettorale per il
rinnovo di molte amministrazioni locali nel
Paese, la Federazione dei Giovani Socialisti dimostra ancora una volta di avere i numeri per crescere e per formare una nuova classe dirigente. Infatti, la presenza di nostri compagni nelle liste del
Partito socialista appare estremamente significativa, soprattutto perché coinvolge i comuni di
maggiore popolosità, a testimonianza degli sforzi
compiuti da tutti noi per radicare la Fgs anche in territo-
ri tradizionalmente difficili. Ecco perché, la segreteria nazionale intende rivolgere ai compagni impegnati in questa dura campagna elettorale i
migliori auguri di buon lavoro, nella speranza
di veder accrescere, all’indomani del voto di
maggio, la propria attiva presenza nelle istituzioni. Una presenza fatta di proposte, riflessione politica e concrete misure per il buon governo della nostra Italia. In bocca al lupo compagni!
Luigi Iorio
Di seguito l’elenco dei nostri compagni impegnati nella tornata elettorale:
CANDIDATO
CAMILLO BOSCO
TERESA COLONNA
DIEGO ZUNINO
ANDREA FARINA
FRANCESCO SILVERJ
RICCARDO MORTANDELLO
VALENTINA AGATEA
PIETRO FERRARI
GIANLUCA ANNULLI
ELENA CASAROSA
ROBERTO GIACCIOLI
RICCARDO CARLETTI
STEFANO TREPIEDI
MARCO BELLUCCI
DANIELE CAVALEIRO
ANDREA CASCIARRI
LUCIA AGOSTINELLI
VERONICA ARGENTATI
DANIELE MARTINELLI
FABIO FIORLETTA
GIORGIO VELOCCIA
LUCA TAGLIAFERRI
PAOLO PIETROBONO
MARCO MARTINI
ARMANDO RUSSO
MIKE DI RUSCIO
MARTINA IAFRATE
ENZO MARAIO
PAOLO OTTOBRINO
SETTIMIO RENZO
MARIO ROBERTO BORRELLO
DAVIDE COZZOLINO
DAVIDE COZZOLINO
ANDREA PALLADINO
FRANCESCO PIETRANTUONO
ILARIA GARONE
CANIO SMALDONE
ROBERTO SIVIGLIA
GINO LABANCA
COMUNE
TORINO
TORINO
SAVONA
BOLOGNA
ALBANO TERME(PD)
MONTEGROTTO(PD)
CHIOGGIA(VE)
LUCCA PROVINCIA (VIAREGGIO 3)
CHIUSI (SI)
CASCINA(PI)
CITTÀ DI CASTELLO(PG)
CITTÀ DI CASTELLO(PG)
CITTÀ DI CASTELLO(PG)
GIUBBIO(PG)
GIUBBIO(PG)
ASSISI (PG)
CASTELFIDARDO(AN)
CASTELFIDARDO(AN)
CIAMPINO(RM)
ALATRI(FR)
ALATRI(FR)
ALATRI(FR)
ALATRI(FR)
ALATRI(FR)
CASSINO(FR)
SORA(FR)
SORA(FR)
SALERNO
SALERNO
PADULA (SA)
NAPOLI – X° MUNICIPIO
NAPOLI – III° MUNICIPIO
NAPOLI
NAPOLI – II° MUNICIPIO
MELFI
GROTTOLE(MT)
OPPIDO LUCANO
SAN DEMETRIO CORONE (CS)
LAURIA(PZ)
LISTA
LAICI-SOCIALISTI-LIBERTARI- PSI
LAICI-SOCIALISTI-LIBERTARI- PSI
PSI
LAICI, SOCIALISTI, RIFORMISTI
PSI
CIVICA
PSI
PSI
CIVICA
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
PSI
CIVICA
NAPOLI RIFORMISTA
NAPOLI RIFORMISTA
NAPOLI RIFORMISTA
NAPOLI RIFORMISTA
PSI
CENTRO SINISTRA PER GROTTOLE
CIVICA
CIVICA
CENTRO SINISTRA PER LAURIA, UNITI E SOLIDALI
Lettere
[email protected]
Caro Papa ti chiederei...
Caro Papa, cara gerarchia cattolica, in Italia sono molto diffuse la mafia,
l’evasione fiscale, la corruzione, le falsità, le volgarità, le violenze di tutti i
generi, il razzismo, le litigiosità in pubblico e non, ricchezze spropositate, festini e festoni lussureggianti. Con tutte queste cose negative e altre, molto diffuse, è uno scandalo vero e proprio, in questo modo non si difendono i più deboli, il bene comune, la vita e non si favorisce la costruzione di una società
migliore e più giusta. Gentilmente chiederei da parte vostra, di essere più netti
nel condannare certi comportamenti degradanti e illeciti. L’Italia si professa
uno dei paesi al mondo più cattolico. Non è possibile che sia anche uno dei
paesi più corrotto. Chiederei anche sempre gentilmente, di ammonire, richiamare, più severamente i cittadini, mafiosi, (se necessario anche con la scomunica) gli evasori fiscali, i corruttori, chi diffonde falsità, volgarità, litigiosità, il
razzismo, il malcostume, il non rispetto dell’altro, chi si arrichisce spropositatamente, sia sul lato economico, che su quello di potere, a chi si permette di
fare festini e festoni di ogni genere.
Io sono un cittadino comune, un infermiere in pensione,faccio volontariato, ho
scelto di stare dalla parte degli ultimi, dei più bisognosi e dalla parte degli
onesti. Vorrei che tutti facessimo di più e meglio per i più deboli, per i bambini, per i disoccupati, per i diversamente abili, per gli anziani non autosufficienti, per gli immigrati, per gli ammalati, per tutte quelle persone che soffrono. Lavorare sodo tutti per costruire e raggiungere l’obiettivo di una società
piena di diritti doveri e di valori veri, di giustizia sociale, di uguaglianza e di
pace, per far trovare ai nostri figli ai nostri nipoti e alle future generazioni, un
mondo in cui si possa vivere con serenità. Caro Papa, cara gerarchia cattolica,la moralità, l’etica, il rispetto della Costituzione, dei poteri dello Stato, della
persona, devono essere i temi prioritari.
Francesco Lena - Cenate Sopra (Bg)
Un altro “giorno della vergogna”
Porto sempre con me una copia della Costituzione Italiana. Sto leggendo l’art. 11
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e
come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”. Sul mio calendario ho segnato due date: 24 marzo 1999 – inizio bombardamenti sui Balcani da
parte di aerei italiani; violazione della Costituzione. 24 aprile 1999 – bombardamento della televisione a Belgrado; violazione della Convenzione di Ginevra. Ho
parlato con giornalisti serbi che erano sotto i bombardamenti ed ho letto nei loro
occhi il terrore al ricordo del rumore degli aerei, del sibilo delle bombe, delle
deflagrazioni che, ipocritamente, dovevano portare la pace e portavano morte e
distruzione fra la popolazione civile.
A queste due date “della vergogna”, devo ora aggiungere il 28 aprile 2011 prima missione dei caccia Tornado italiani armati di bombe sulla Libia.
L’amarezza è ancor più accentuata dal fatto che il coro “guerra-pacifista-difesa
della popolazione civile” è bipartisan, amarezza ancor più accentuata dal richiamo alla risoluzione dell’ONU “no fly zone”. No fly zone vuol dire “impedire ai
caccia libici di alzarsi in volo”, non vuol dire bombardamento. Per certi versi è
illuminante il “grido-esortazione” del vicario apostolico di Tripoli, mons. Innocenzo Martinelli: “Come può l’ONU bombardarci?”
Io che assieme ad altri, passò, anni fa, un ultimo dell’anno nella tenda eretta in
Piazza Prampolini a Reggio Emilia e partecipò a cortei per dire NO alla guerra
nel Vietnam, sento ora fioca ed isolata la voce dei pacifisti, dei giovani, gli unici
in grado di pretendere il ricambio di una classe politica sclerotizzata, veri sepolcri imbiancati arroccati nei palazzi del potere ad elaborare forbiti e nobili discorsi per giustificare una guerra riconducibile ad un solo, vero motivo: i business e
gli interessi a questo legati che hanno impedito di accentuare ed estendere la risoluzione dell’ONU al blocco ed isolamento economico del regime di Gheddafi. Nei
tempi moderni, la guerra è barbarie, “la guerra è l’ultima idiozia dell’uomo”
Mario Guidetti – Reggio Emilia
Bene i tavoli per le firme
I mille tavoli promessi dalla segreteria che arricchiranno le piazze d’Italia per la
raccolta delle quattro firme necessarie a proporre il nostro programma elettorale, sono i ben venuti per il popolo socialista. Finalmente ci muoviamo. Una
comunicazione più specifica dovrebbe essere fatta tramite e-mail per comunicare l’indirizzo dei diversi tavoli. La raccolta di firme per la modifica della legge
elettorale, andrà forse spiegata ai firmatari, dove la scelta da parte del segretari dei partiti che si presentano alla consulta elettorale possono eleggere a propria
scelta e volontà i futuri parlamentari, togliendo ai cittadini la facoltà della
propria scelta democratica. Questo avveniva anche sotto il fascismo dove gli
appartenenti al parlamento erano la scelta solo del Duce. In quanto al finanziamento giusto riguardo va dato per chiarire e renderlo più trasparente il suo uso
da parte dei partiti. La nuova tassazione delle transizioni finanziarie. a beneficio
di altre più importanti spese pubbliche, unito al risparmio per l’eliminazione
delle provincie, permetterebbe al bilancio nazionale di occuparsi del sociale
senza tagli orizzontali ed ingiustificati. La parità fra sessi diversi, pur dovendosi
adeguare alle nuove interpretazioni di eguaglianza che deve far spiccare la differenza non in capacità umane, intellettuali, politiche, ma solo di presenza attiva
nella vita sociale, dove la funzione femminile è insostituibile, deve essere ampliata e rispettata.
Gerosa Giulio - Roma
DELLA DOMENICA
S
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(indicare nella causale “contributo Avanti! della domenica”)