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@ DELLA DOMENICA [email protected] ANNO XIV - N. 18 DOMENICA 8 MAGGIO 2011 SPED. ABB. POST. - DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 Art.1, Comma 1, DCB) ROMA TAXE PERCUE - TASSA RISCOSSA - ROMA ITALY EURO 1,50 S E T T I M A N A L E S O C I A L I S T A VADEMECUM DEL CANDIDATO SOCIALISTA ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 15 E 16 MAGGIO 2011 Il buon governo delle Istituzioni L’obiettivo dei socialisti è la riduzione dei costi della burocrazia pubblica ed una maggiore efficienza dell’apparato dello stato a livello locale. Le priorità: Superare le Comunità Montane sostituendole con l’Unione dei Comuni. Promuovere e favorire la fusione dei Comuni più piccoli Favorire l’associazione tra le Province affinché le funzioni fondamentali vengano svolte in modo sinergico in modo da abbattere i costi e consentire decisioni più efficaci per il territorio. Mettere subito in cantiere la formazione delle ‘Città Metropolitane’ previste dalla legge Promuovere il voto ai sedicenni per l’elezione dei Consigli di Circoscrizione Definire una normativa per rendere trasparente, attraverso registri pubblici, la presenza dei gruppi di pressione nelle istituzioni locali IL BUONGOVERNO DELL’ECONOMIA Il principale obiettivo dei socialisti impegnati nelle amministrazioni comunali e provinciali consisterà nella promozione di norme che aiutino concretamente le fasce di popolazione più colpite dalla crisi, attraverso una serie di misure specifiche e facilmente sostenibili. Fondi per gli anziani destinati al pagamento delle utenze domestiche. Napoli, tra provocazioni e rifiuti per strada Tagli alla scuola una scelta tutta politica Una campagna elettorale avvelenata e puzzolente T Marco Di Lello orni a Napoli, esci dalla stazione Centrale, e ti trovi in un campo di battaglia, con sacchetti a mo di barriere per ostruire le strade e capisci subito il livello d insofferenza, comprensibile per quanto ingiustificabile, raggiunto dai cittadini per anni di promesse mancate. A Napoli si dice che “o Pesce puzza a capa” ma questo pesce è oramai marcito…. Trascorri qualche giorno in città per cercare di capire il clima elettorale e comprendi subito che la campagna per scegliere il nuovo Sindaco (dopo 10 anni di Rosetta Iervolino,11 candidati 11 uomini…) è una campagna sempre più avvelenata, in cui la delusione si mischia con la rabbia, c’è chi si chiude in casa e chi vuole ribellarsi, munnezza coltelli e bombe carta si confondono, mischiano le carte e spaesato ti domandi:cosa è successo a Napoli? Parli con professionisti, imprenditori e senti le litanie di chi, rassegnato, ha scelto di non occuparsi più della vita della città ed attende solo il momento buono per andar via… Parli con il cittadino qualunque e ti scarica addosso una mole di improperi che ti danno il senso di quanto grande sia l’esasperazione… Partecipi a convegni, iniziative politiche e tocchi con mano un senso di stanchezza, di, sempre più, scarsa partecipazione, ancor meno entusiasmo. La voglia di ribellarsi è rimasta solo agli studenti, ai ragazzi di 18, 20 anni, che se ancora vogliono cambiare il mondo ritengono tutto sommato semplice redimere una città come Napoli… Ma ecco che il 28 aprile sera, anniversario di Piazzale Loreto, compaiono scritte con simboli nazisti e minacce nei confronti degli antifascisti (“vi buchiamo”) sui muri della facoltà di Lettere della Federico II: gli autori del gesto si firmano Nucleo Dirlewanger. segue a pagina 2 Felice Besostri a pag. 3 Vittime civili ed esecuzioni sommarie Da Ghedafi a Bin Laden metodi discutibili Luca Cefisi a pag. 4 I Non è solo Bossi che non vuole mettere il naso fuori casa Libia, con la Lega neoisolazionisti all’attacco Alberto Benzoni olto probabilmente, il Parlamento non si pronunceM rà con un voto sulla questione del nostro intervento in Libia. O, magari, lo farà con una serie di mozioni di- verse tra loro nessuna delle quali raggiungerà la maggioranza; lasciando così il governo libero di dare il via libera ai bombardamenti, visti come sviluppo logico degli adempimenti già assunti in base alla risoluzione dell’Onu. Un pasticcio; ma forse una soluzione obbligata per evisegue a pagina 2 Claudia Bastianelli n questi giorni la Camera inizia a votare il Documento di Economia e Finanza 2011. Tra le voci che prevedono un taglio drastico dei fondi c’è la scuola pubblica, l’università e la ricerca. Si parla di 4 miliardi e 561 milioni di euro che ogni anno, dal 2012 al 2014, verranno decurtati. Tenendo presente che già nel biennio 20092011 ci sono stati tagli pari a 8 miliardi e 13 milioni di euro, si ha il quadro generale di un settore, quello della scuola e ricerca, che si trova ad arrancare per fornire anche i servizi di minima necessità. Se guardiamo le politiche attuate dagli altri Paesi occidentali, il paragone è imbarazzante: la crisi ha toccato più o meno tutti, così come tutti si trovano ad affrontare situazioni di deficit più o meno gravi, ma nessuno ha pensato di andare a tagliare su scuola, università e ricerca, in quanto consapevoli che si tratta del futuro stesso del Paese di riferimento, non di un settore quasi superfluo come invece accade in Italia. La cosa stupefacente è che il tutto sta passando senza clamore, nessuno si pone in condizione di denunciare che i precari che già da settembre 2009 sono rimasti a casa sono tantissimi. E’ come se avesse chiuso una multinazionale, nel silenzio più segue a pagina 2 L’ultima parola alla Cassazione, ma passeranno comunque anni prima che se ne riparli Italia in ritardo sull’Europa La clandestinità è ancora un reato Interventi per la dilazione del pagamento dei mutui per acquisto della prima casa previo accordo-quadro tra amministrazioni locali ed istituti di credito. Incentivi economici, finalizzati a investimenti, per le imprese operanti nel commercio al minuto. Variazione delle rette per nidi, materne, mense e trasporti scolastici ed esenzione dal pagamento per quanti hanno perso il lavoro lasciando la famiglia a reddito zero. Fruizione allargata delle esenzioni sulle rette dei servizi educativi. Accordi con istituti di credito per agevolare lo smobilizzo dei crediti vantati da fornitori di beni e servizi comunali attraverso anticipi su fatture. Istituzione del ‘reddito di cittadinanza’ per coloro che hanno perso il lavoro e che non possono contare sugli ammortizzatori sociali, vinco- S Referendum o no, per il nucleare in Italia sta suonando il de profundis Giovanni Colais arà anche vero che ci si abitua a tutto, e con questo Governo di situazioni politiche paradossali ne abbiamo vissute parecchie, una per tutte il voto parlamentare sulla nipote di Mubarak, ma quello che sta accadendo sulla questione nucleare è davvero stupefacente. In poco più di un mese questo esecutivo è passato da una posizione pro nucleare, confermata anche subito dopo la tragedia di Fukushima, alla moratoria di un anno, finendo con l’abrogare la legge sulla realizzazione ed esercizio sul territorio nazionale di impianti nucleari. Lo strumento legislativo utilizzato, è stato l’inserimento di un emendamento nel decreto omnibus, approvato recentemente dal Senato. Ma come se non bastasse , il Presidente del Consi- glio con una delle sue solite furbesche dichiarazioni, asseriva che l’emendamento presentato serviva solo per aggirare lo scoglio referendario, a lui sfavorevole, ma in definitiva rappresentava solo una moratoria di un paio d’anni, per permettere agli italiani di assorbire il trauma giapponese. Questi cambiamenti repentini di pensiero da parte della maggioranza, oltre ad evidenziare la mancanza di una benché minima strategia energetica nazionale, vengono presentati con una naturalezza che sconforta, a conferma che le scelte politiche, non sono funzione di un progetto, ma vengono dettate dai sondaggi e dalla convenienza dell’istante. Per chiarezza, rivediamo come stanno oggettivamente le cose e cerchiamo di elencare i passi istituzionali che ci attendono da qui al 12 giugno, giorno del referendum. segue a pagina 2 segue a pagina 2 - Stampa e Tv - Quello che non vi hanno detto di noi Referendum. Governo non informa. lo faremo noi “L’unica spiegazione alla mancanza di informazione sui referendum nelle reti radiotelevisive pubbliche, - ha dichiarato Riccardo Nencini è che il governo ha davvero paura non solo che si raggiunga il quorum ma anche di una tripla bocciatura. Acqua, nucleare e legittimo impedimento – prosegue - non sono banalità qualunque, ma tre temi decisivi per i cittadini e il funzionamento della nostra democrazia. Vuol dire che faremo noi quello che non fa il governo e per questa ragione sezioni, gazebo e stampa di partito sono già da oggi impegnati a fornire la necessaria informazione perché il 12 e 13 giugno gli elettori siano in grado di esprimersi con un voto consapevole”. Libia. Troppi equivoci, è davvero una guerra Ci vuole una bella dose di ipocrisia - ha dichiarato Angelo Sollazzo nell’affermare che quella in Libia non è una vera guerra ma serve solo a salvare le popolazioni dai bombardamenti del Rais Gheddafi. La rivolta lampo tale non è e si trasforma in una guerra civile. Brutalità vengono commesse da ambo le parti. Solo dei dilettanti in politica estera non possono non aver capito che la Libia potrebbe rappresentare per l’Occidente ciò che è già avvenuto in Somalia e prima ancora in Vietnam. Nessuno si chiede come mai alla testa dei cosiddetti ribelli vi siano due ex-ministri, Interno e Giustizia, ed un ex-capo di Stato maggiore, per 40 anni uomini di Gheddafi, né a quale tribù appartengono. Sarkozy, in difficoltà nella politica interna, decide di recuperare sulla scena internazionale e si fa prendere la fregola di fare il fuciliere. Il petrolio libico fa gola a tutti, i russi solo a parole si oppongono alla escalation militare, Obama considera, a torto, la Libia distante e non un problema per il suo Paese. Oggi siamo passati dal baciamano ai bombardamenti. Altro che farci perdonare il colonialismo nostrano. La sinistra italiana con il suo nuovismo che ha portato solo disastri ideali ed elettorali, applaude. La rinuncia alla guerra non esiste più. DELLA DOMENICA 2 www.partitosocialista.it ANNO XIV - N. 18 - DOMENICA 8 MAGGIO 2011 VADEMECUM DEL CANDIDATO SOCIALISTA ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 15 E 16 MAGGIO 2011 Il buon governo delle Istituzioni dalla prima lando l’indennità alla partecipazione a corsi di formazione. Un fondo di garanzia per l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese destinato a investimenti e ripatrimonializzazioni. L’impiego di disoccupati in funzioni di natura civica: dal controllo delle strade alla vigilanza di parchi e giardini pubblici, scuole, monumenti. Impegno per la realizzazione dell’innal- Libia, con la Lega neoisolazionisti... Benzoni dalla prima tare un conflitto politico-parlamentare che ci esporrebbe, tutti, al ludibrio del mondo intero. Ciò detto sarebbe opportuno, in primo luogo per la “sinistra di governo”, avere, comunque, un dibattito parlamentare sulla questione. E questo per chiarire i termini di un contrasto che percorre non solo l’Italia ma anche l’insieme dei paesi Ue; sino a rappresentare, in prospettiva, il discrimine fondamentale nel confronto tra sinistra e nuova destra populista; quello tra internazionalisti e isolazionisti. Internazionalista, la sinistra lo è stata sempre, ma con parametri e, quindi, con connotazioni diverse. “Interventista”, sino a prospettare la necessità dell’uso della forza, quella dell’ottocento- di Garibaldi e Mazzini, ma anche di Marxquando la posta in giuoco era l’emancipazione dei popoli e la lotta contro gli imperi conservatori e repressivi. Pacifista, quella del secolo breve, quando all’orizzonte c’erano conflitti mondiali sempre più catastrofici e si trattava di costruire grandi schieramenti atti ad impedirli. Di nuovo interventista, infine, quella nata all’indomani della caduta del muro di Berlino; con la nuova e affascinante prospettiva di costruire, con azioni multilaterali, un nuovo ordine mondiale basata sulla progressiva estensione dei diritti umani, individuali e collettivi. Estendere i diritti significa anche difenderli, anche con l’uso della forza, quando questi vengono drammaticamente violati; questa la motivazione di fondo che porta la sinistra europea, assieme alle classi dirigenti del continente, prima in Bosnia e nel Kosovo, poi inAfghanistan e oggi in Libia. Il fatto è, però, che con il trascorrere del tempo questa strategia ha perso la sua spinta propulsiva. Perché? La spiegazione dei politici realisti è stata che l’interventismo democratico- in particolare, ma non solo nell’area mediterranea e mediorientale- era oggettivamente votato al fallimento perché la democrazia non si esportava; anzi perché il mondo arabo era di per sé chiuso a questo messaggio. Ma, almeno a giudicare dall’esperienza di questi ultimi mesi, la crisi della strategia interventista non nasce nel mondo arabo, che oggi chiede il nostro aiuto, ma piuttosto in noi europei, che (a partire dall’Italia) siamo estremamente riluttanti a darlo. Colpa dei nostri governi? In realtà, la crisi è più estesa e profonda. E si giuoca nel rapporto tra la politica e la gente comune. Perché, almeno in tutto l’Occidente (e particolarmente in Europa), l’internazionalismo è in ritirata; e su tutti i fronti. Se si facesse un qualsiasi referendum sulle zamento dell’occupazione femminile. Intensificazione della lotta all’evasione fiscale e alle tante forme di illegalità (contraffazione, lavoro minorile ecc). Non conteggiare nel Patto di stabilità i denari recuperati da Comuni e Regioni dalla lotta all’evasione fiscale IL PROGETTO GIOVANI È indispensabile promuovere strumenti per la valorizzazione del merito garantendo un diritto allo studio reale, allo scopo di favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e delle professioni. missioni all’estero, sulla Turchia, che dico, sulla stessa Europa, vincerebbero molto probabilmente i “no”. E’, del resto, in questo clima che nascono le nuove formazioni politiche isolazioniste; il nuovo vero e temibile avversario dell’internazionalismo socialista e democratico. Quelle che collegano il presente ad un immaginario passato perché hanno comunque paura del futuro; quelle che contrappongono comunità (a geometria variabile) ad uno Stato, e soprattutto ad un’Europa, che hanno in grande sospetto; quelle che, infine, vogliono chiudere le porte, in entrata e in uscita, ad un mondo esterno per cui provano un’avversione irrazionale e senza limiti. E’ il sintomo della malattia dell’Occidente, colpito soprattutto nei suoi ceti popolari da un processo di redistribuzione mondiale della ricchezza e del potere- con cui non riesce a misurarsi razionalmente; è un impazzimento della politica di cui il mito della Padania è la versione casereccia dello Stato minimo e del bilancio in pareggio del “tea party”americano. E’ un atteggiamento che trasuda odio per l’Altro. Per il “tea party”, Obama “non è americano”; per Bossi andare in Libia significa fare entrare i profughi in casa nostra e i soldati impegnati nelle missioni dovrebbero essere utilizzati a guardia delle nostre coste. E ciò ci riconduce, in conclusione al nostro dibattito interno, specchio appena deformato del modo con cui le classi dirigenti europee hanno affrontato la sfida isolazionista. Anzi, di come non l’hanno affrontata. Prima cosa: non spiegare mai i termini delle questioni. Si continua a parlare dell’entrata della Turchia, senza affrontare di petto quanti sono pregiudizialmente ostili; si rimane in Afghanistan per “difendere la democrazia”, costruendo pozzi e scuole, e non per condurre una guerra, magari sbagliata ma magari anche giusta; si sta in Libano, giustamente, ma non si chiariscono né i risultati né i limiti della nostra missione; e, infine, per completare l’opera, non si riesce a collocare il nostro intervento in Libia, come pure si potrebbe e si dovrebbe, all’interno di un disegno strategico libico e mediterraneo corrispondente ai nostri interessi nazionali. Si va, a quanto sembra, perché “ce l’ha ordinato il medico” (l’Onu? Obama? Napolitano? O, Dio non voglia, Sarkozy?) e comunque si bombarderà appena un poco e con assoluta precisione. Per l’interventismo democratico, una linea suicida. Dovremmo misurarci, oggi e in futuro, con gli isolazionisti sul merito della questione. Ma temo che non lo faremo, con esiti disastrosi per la causa dell’internazionalismo. Direttore Politico della domenica Organo ufficiale del Partito Socialista Italiano aderente all’Internazionale Socialista e al Partito Socialista Europeo Il progetto intende rimuovere le difficoltà che impediscono una reale emancipazione dalla famiglia di origine e una partecipazione attiva alla società civile tramite sostegni per le giovani famiglie a basso reddito, sul versante dei servizi sociali e delle politiche abitative. Casa: Introduzione del ‘Contributo di emancipazione’ per l’affitto e l’ acquisto della prima casa Diritto allo studio: Introduzione di Borse di studio e istituzione di fondi per studenti universitari sotto forma di contributo alle spese di trasporto, acquisto libri, tasse universitarie e Referendum o no per il nucleare in Italia... Colais dalla prima Per prima cosa, bisognerà aspettare che il decreto sia approvato dalla Camera e convertito in legge. Questo passaggio appare scontato, ma nel frattempo potrebbe sempre esserci qualche nuovo sondaggio, o qualche fibrillazione nella maggioranza, capace di metterlo in discussione. D’altra parte gli scontri in questa coalizione sono all’ordine del giorno, ma quello nascosto tra la Lega (Tremonti) e il PDL (Berlusconi), sul riassetto economico e finanziario di questo Paese, vedi l’affaire Generali (con il dimissionamento di Geronzi, vicinissimo al Cavaliere) e le recenti nomine sulle aziende controllate dallo Stato, lasciano presagire una resa dei conti letale. Se approvata la legge passerà al vaglio del Presidente della Repubblica e se non ci saranno motivi per non firmarla verrà promulgata. Quindi andrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed infine sottoposta all’esame della Corte di Cassazione, l’unico organo deputato a decidere sulla materia. Le soluzioni possibili sono essenzialmente due. Tagli alla scuola una scelta tutta politica Bastianelli dalla prima profondo. Tagliare la cultura è solo vantaggio di chi governa, far credere che la vita sia riconducibile a trasmissioni televisive, a superficialità ed apparenza, permette di evitare che i governati si pongano domande sul perché non c’è più diritto al futuro. Evitare che i bambini sappiano come è nata l’Unità d’Italia favorisce chi punta alla sua divisione. Evitare che i bambini sappiano che siamo stati per decenni un popolo di migranti, permette di accendere razzismo contro gli attuali immigrati. Evitare che la Costituzione sia La Corte prende atto che vengono abrogate tutte le norme sottoposte al quesito referendario, e decide di cancellarlo. L’altra possibilità e che la Corte giudichi ambiguo il primo e l’ultimo comma dell’emendamento, che di fatto rendono possibile un ripensamento futuro sulla materia, tenendo conto dello sviluppo tecnologico di tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, e decida di sottoporre al voto popolare solo queste nuove norme. Soluzioni intermedie non se ne vedono. Comunque sia, qualunque sarà la scelta che la Corte farà, una cosa è certa, di nucleare in Italia o non se ne parlerà più (se si farà il referendum e vinceranno i “Si”) o passeranno diversi anni prima di riaffrontare il problema. Perché non è vero che l’emendamento presentato dal Governo è solo una moratoria, di fatto viene cancellata la possibilità di realizzare centrali nucleari nel nostro Paese, e anche se in futuro ci fossero le condizioni per rilanciare il progetto, si dovrà ripartire da capo, riscrivere leggi e regolamenti che dovranno essere nuovamente approvati dal Parlamento e nel caso che tutto ciò si concretizzasse, ci sarà sempre qualcuno che presenterà un nuovo referendum abrogativo. un testo da leggere e studiare, permette di facilitare le sue modifiche. Evitare che i giovani, che magari un domani saranno lavoratori, sappiano che quaranta anni fa un certo Brodolini ha disciplinato il mondo del lavoro con uno Statuto, permette di scongiurare richieste di diritti. Evitare che le donne sappiano che l’articolo 37 della Costituzione disciplina la parità di condizione tra i due generi nel mondo del lavoro, consente che le stesse vedano come cosa normale essere pagate di meno rispetto agli uomini e sentirsi in colpa per la maternità. Ecco, forse i tagli servono a questo, solo a questo. Professori più poveri, meno numerosi e meno alunni; questo è il futuro che ci viene proposto per i prossimi anni. Il giorno la promessa viene mantenuta e nello stesso luogo avviene un’aggressione che sfocia in rissa conclusa con l’accoltellamento di tre giovani di sinistra e il ferimento di un militante di Casa Pound, nonché candidato in una lista collegata al sindaco Gianni Lettieri. Qualche ora dopo nel centro della città, spinte e sputi al candidato sindaco del Pdl: quei benpensanti dei Centri Sociali hanno pensato bene che occorresse così mostrare solidarietà ai tre ragazzi accoltelati… Il giorno dopo, qualcuno ancora più benpensante pensa bene (appunto) di far esplodere un grosso petardo dinanzi la saracinesca chiusa di un comitato elettorale di Lettieri… A ravvivare ancora un po’ il clima ecco la notizia che il “garante della legalità”, l’inquisitore Luigi de Magistris, il candidato dell’Italia dei Valori, ha nelle sue liste alcuni esponenti dei Carc, il Partito dei Comitati di appoggio della Resistenza per il comunismo, che ne ha fatto ufficialmente il proprio candidato sindaco. Mario Morcone invece, il candidato riformista, non riesce a far parlare di sé, e questo, in una città sguaiata ed in un clima come quello descritto, pare già essere una buona notizia, anche perché l’ultima volta che Pd & co. Avevano fatto notizia a Napoli è stato per la vicenda delle primarie, i cui strascichi continuano ancor oggi ad influenzare (non proprio benevolmente) la campagna elettorale… In un clima di stanchezza e veleni ecco il guizzo tipico della genialità partenopea: ben 18 (dico 18, né 1800 né 180) cittadini già elettori di centrosinistra (o più propriamente beneficati dal centrosinistra…) dichiarano pubblicamente con annuncio a pagamento (di Lettieri) il loro voto al centrodestra. Non se ne sarebbe accorto nessuno se dal Pd non fosse partita una ridda di insulti che è riuscito a far apparire come un evento di straordinaria portata lo spostamento di 18 elettori non propriamente disinteressati… Si dice che Milano e Napoli sono due test nazionali, quelli dal cui esito di assegnerà la palma del vincitore. Probabilmente è così, ma che glielo spiega ai napoletani che dal loro voto si decide il futuro governo del Paese ma non quello della città? Tra quelli che vogliono cambiare il mondo e quelli che vogliono cambiare l’Italia i napoletani sperano solo che un giorno possano svegliarsi senza i cumuli di rifiuti: questa sì che sarebbe una rivoluzione, ma chi ci crede più? na ventata d’aria fresca … su questo Paese stantìo … avvelenato “dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeoU loghia, di ciceroni e d’antiquarii”, come diceva a suo tempo Marinetti, ed immerso in un oppressivo clima da Controriforma cattolica, rendiamo grazie al Santo Padre … .Ed è dalla civilissima e laicissima Svezia, o meglio da un suo mobi- Ci voleva Ikea per un po’ d’aria fresca lificio, che ci arriva, appunto, una ventata di aria fresca, sotto forma di un cartellone pubblicitario che mostra due uomini di schiena che si tengono per mano ed afferma di accogliere tutti i tipi di famiglia – ma che scandalo! Immediatamente si ribella l’On. Giovanardi, sbandierando, a tutela della famiglia “Mulino Bianco” e contro gli ignobili ed indecenti attacchi del mobilificio d’Oltralpe, addirittura la nostra Costituzione. E così, mentre nel Regno Unito, fra gli ospiti del matrimonio reale del Secolo ci sono anche, e non fra gli ultimi, Elton John e il suo coniuge (sì, coniuge, proprio così!) David Furnish (ma non loro figlio, purtroppo, perché ancora troppo piccolo!) qui, nell’Italia del XXI secolo prevalgono, come al solito, bacchettoneria e provincialismo. Se il Sottosegretario Giovanardi (che tra l’altro, detto per inciso, va annoverato fra gli esponenti del governo del ‘Bunga-Bunga’), si sprovincializzasse un po’ e si facesse un viaggetto all’estero, anche soltanto nella vicinissima Francia, si accorgerebbe che nella maggioranza dei Paesi dell’U.E. il concetto di famiglia è, già da parecchio tempo, molto più esteso di quello che va per la maggiore in questa Italietta piena-zeppa di bigotterie e baciapilismi cattolicheggianti. Enrica Rota Segreteria di Redazione Domenico Paciucci Direttore Responsabile Dario Alberto Caprio Presidente del Consiglio di Amministrazione Oreste Pastorelli Redazione Carlo Corrér, Emanuele Pecheux Lavoratori atipici: Introduzione di un fondo di garanzia per lavoratori atipici – giovani con contratto diverso da quello a tempo indeterminato – per consentire loro l’accesso al credito finalizzato ad interventi legati alla propria condizione familiare. Di Lello dalla prima CORSIVO Riccardo Nencini Direttore Editoriale Roberto Biscardini prestiti d’onore per percorsi universitari e di alta specializzazione Sostegno ad attività economiche: Introduzione di strumenti come il microcredito e interventi mirati per le imprese a titolarità femminile. Prevedere l’apertura a tutti i settori produttivi e l’innalzamento dell’età dell’imprenditore beneficiario da 35 a 40 anni. Napoli, campagna elettorale avvelenata... Società Editrice Nuova Editrice Mondoperaio srl Redazione e amministrazione P.zza S. Lorenzo in Lucina 26 – Roma Tel. 06/68307666 - Fax. 06/68307659 email: [email protected] Impaginazione e stampa L.G. Via delle Zoccolette 25 – Roma Ufficio Abbonamenti Roberto Rossi 1 copia € 1,50 - 1 copia arretrata € 3,00 Sottoscrizioni versamento su c/c postale n. 87291001 intestato a Nuova Editrice Mondoperaio srl P.zza S. Lorenzo in Lucina 26 00186 Roma aut. Trib Roma 555/97 del 10/10/97 La riproduzione è consentita a patto che sia citata la fonte. Il materiale ricevuto non viene restituito. Chiuso in tipografia il 04/05/2011 www.partitosocialista.it DELLA DOMENICA 3 www.partitosocialista.it ANNO XIV - N. 18 - DOMENICA 8 MAGGIO 2011 Una lista socialista, laica e libertaria Lo scatto di reni alle rune tocca ai giovani elettori Italia in ritardo sull’Europa Torino, impegno Lib - Lab Torniamo a votare socialista La clandestinità è ancora un reato F Maurizio Giancola ra le otto liste che sostengono Piero Fassino candidato Sindaco di Torino è presente “Torino laica, socialista, libertaria”. Questa lista è frutto di un lungo impegno iniziato nell’autunno e soprattutto della positiva collaborazione fra la Federazione provinciale del PSI, i Circoli torinesi di area socialista aderenti al Gruppo di Volpedo, ed Alleanza LibLab. Fin dai mesi di ottobre e novembre infatti la Federazione provinciale del PSI ha proceduto a predisporre un ampio ed articolato programma elettorale impostato sui temi dell’urbanistica e dei trasporti, sulle esigenze dei quartieri semi-centrali e periferici con particolare riferimento ai problemi dell’immigrazione e integrazione dei cittadini non italiani, sull’assistenza alle fasce deboli e sulle necessarie iniziative a livello istituzionale (ruolo del Consiglio Comunale e numero e poteri delle Circoscrizioni). La premessa di indirizzo politico del documento era il riferimento a una lista civica, possibilmente unitaria, della sinistra riformista; a un programma unitario da sottoscrivere entro l’inizio del 2011; a un candidato Sindaco scelto con primarie di coalizione. L’ampiezza e l’impostazione estremamente rigorosa del documento hanno consentito alla Segreteria torinese del PSI di affrontare gli incontri con gli altri esponenti della coalizione di centro-sinistra disponendo - in questo unico partito della coalizione stessa - di una base programmatica che ha dato modo di non limitarsi alla tradizionale trattativa fra componenti politiche diverse, ma di affrontare fin dall’inizio una discussione non improvvisata nel merito dei problemi della città. Parallelamente i Circoli torinesi di area socialista aderenti al Gruppo di Volpedo (Circolo Sandro Pertini, Labouratorio Buozzi, Associazione Frida Malan) cominciavano a promuovere la costituzione di una lista civica di orientamento laico, liberale e socialista in questo subito affiancati sia da alcuni dirigenti e militanti del PSI sia dagli esponenti torinesi di Alleanza Lib-Lab. Anche se le due iniziative - quella di partito finalizzata all’elaborazione e alla stesura del documento programmatico e quella dei Circoli e delle Associazioni che già cercava di prefiguUn dono laico? Il 5 per mille alla Fondazione Nenni codice fiscale 97042550588 www.fondazionenenni.it rare e predisporre il contenitore politico delle istanze laiche e liberalsocialiste - si sono avviate inizialmente in autonomia, il collegamento e il rapporto fra le stesse sono stati rapidi, per non dire immediati, e sempre improntati alla massima collaborazione e ad una volontà costruttiva del tutto aliena da personalismi e da visioni politiche conflittuali. Questo ha reso l’esperienza torinese diversa – felicemente diversa – da quelle che in altre città hanno purtroppo conosciuto esiti non ugualmente positivi. Il merito va equamente redistribuito fra una Federazione provinciale socialista (giusto citare il Segretario Riccardo Negro e ricordare i suoi collaboratori della Segreteria, in particolare il Vice Segretario con delega agli Enti Locali Giuseppe Colonna) che non ha visto nei Circoli dei potenziali concorrenti o addirittura degli avversari, ma al contrario una risorsa da coltivare e valorizzare, e l’impostazione non radicale o antagonista, ma rigorosamente riformista dei Circoli, che a Torino sono particolarmente dotati di un approccio realista e gradualista ai problemi nonché di una solida cultura di governo, forse perché i loro principali esponenti, come Dario Allamano e Roberto Nebiolo, vengono da lunghe e importanti esperienze sindacali. Ha inoltre giovato, accanto all’entusiasmo di Allamano, la competenza amministrativa e il ruolo di “pontiere” svolto da Nebiolo, Segretario del Gruppo di Volpedo ma anche Consigliere Nazionale del PSI e componente della Segreteria regionale piemontese dello stesso. Si è così giunti alle primarie di coalizione svoltesi il 27 febbraio e, come è noto, stravinte da Fassino. Tutti i soggetti politici precedentemente ricordati - PSI, Circoli e Associazioni, Alleanza Lib-Lab - hanno sostenuto pubblicamente la candidatura di Fassino. Dopo questa scadenza, volutamente attesa, il progetto era ormai giunto a maturazione e la lista è stata ufficialmente costituita. “Torino laica, socialista, libertaria” ha come capolista il professor Rosario (Saro) Ferrara, docente di Diritto Amministrativo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, mentre la seconda posizione è stata assegnata a Roberto Nebiolo. Fra i candidati sono presenti due amici di Alleanza Lib- Lab, Carlo Maria Buttini e Guido Bertrando, mentre la candidatura di chi scrive va ricondotta al suo essere componente del Direttivo provinciale del PSI ed all’impegno con cui ha coadiuvato Negro, Allamano e Nebiolo nell’attività di raccordo fra realtà di partito, il mondo dell’associazionismo, e gli amici di Alleanza Lib-Lab. I Manfredo Villani religiosi, i laici, i non credenti non debbono avere paura di una giusta politica che consenta a donne e uomini di vivere in conformità spirituale della loro coscienza. Non guasta, a questo proposito, citare una leggenda metropolitana dalle radici cristiane. Allorché il più amato e laico presidente della Repubblica, Sandro Pertini, stava esalando l’ultimo respiro, volse al cielo il suo sguardo, umido e illuminato e con un flebile filo di voce disse: “Forse”. Quel “Forse” testimonia l’apertura mentale che l’umanità racchiude in se stessa per passare a miglior vita. L’assunto suddetto, nel suo insieme, non ha pretesa pedagogica. Esso è premessa indispensabile, una digressione per l’obiettivo del mio intervento politico, il quale è finalizzato a esprimere, ancora una volta, un appello accorato ai compagni socialisti e agli amici per le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011. Premetto che il Partito socialista italiano sarà presente con il tricolore nel suo simbolo. Cioè, una bandiera tricolore accompagnerà il simbolo del Psi il quale si arricchisce del vessillo dell’Italia unita. Il Psi affronterà, tra breve tempo, una battaglia di autonomia e dignità, per il buon governo delle amministrazioni locali, per il rafforzamento del centrosinistra di un’area laica, cattolica e riformista. La nostra vocazione è sempre stata quella di favorire e accompagnare la crescita delle comunità locali. Ma sono anche un altro passo per tornare a rappresentare gli elettori socialisti anche alla Camera e al Senato, e per dare all’Italia un futuro di giustizia e di progresso. Il centrosinistra deve vincere per il bene dell’Italia e per governare con un’area riformista prevalentemente ricostruita con il contributo socialista. Lo scatto di reni per le urne tocca ai giovani elettori. Ad essi va detto, senza saccenza, che la selvaggia aggres- sione della cosiddetta operazione “Mani pulite” e la conseguente fine di Bettino Craxi con la diaspora non hanno affossato il Psi. Purtroppo, negli anni seguenti all’esilio e alla morte di Bettino Craxi, non sono bastati né la creazione del Pd, né gli sforzi di Rutelli, di Casini e di Fini per creare una forza moderata, utile ad arginare il governo personale di Silvio Berlusconi. Inconsciamente, hanno contribuito all’esistenza in vita di Berlusconi, proprio quegli ignari compagni socialisti che migrarono nelle numerose sigle del Pdl senza curarsi di assicurare fedeltà e coraggio ad un Partito socialista costituzionalmente organizzato. Costoro, approdati da anonimi paria in Parlamento, sappiano che il voto sul conflitto di attribuzione per il processo “rubysconi” ferisce la loro dignità. Non ingoiate il rospo! Non votate le bugie di Berlusconi per non svuotare l’anima democratica del Parlamento. Cominciamo col battere quel Berlusconi ora che le elezioni amministrative sono al via in tutte le province e comuni d’Italia. Il futuro socialista del nostro tempo nasce adesso. Le liste del Psi e di alleanza riformista saranno presenti nella stragrande maggioranza degli enti locali interessati e numerosi sono i candidati socialisti a sindaco. Noi chiediamo ai socialisti, anche a quelli “nominati” dal Porcellum berlusconiano, di votare secondo coscienza, così come è scritto nella Costituzione; perché la riscossa socialista richiede il contributo preminente di coloro che vantano l’appartenenza al riformismo socialista. Anche la mia chiusa è per Aldo Chiarle, mio maestro del giornalismo e compagno da sempre. Mi appello al suo autorevole giudizio sulla validità politica del dibattito socialista acceso dall’Avanti!, affinché, mediante uno specifico e atteso “Aldoparlante”, spinga i riformisti del Pdl a votare per il Partito socialista italiano, arricchito con il tricolore nel simbolo. Il Psi In Belgio Il 7 maggio prossimo si tiene a Liegi il congresso della federazione in Belgio del PSI, la più grande delle federazioni all’estero del Partito Socialista Italiano. Il congresso, che conclude il periodo di coordinamento assegnato a Rocco Tanzilli, riunisce le sezioni locali di La Louviere, Liegi, Mons, Charleroi, Bruxelles e da altre città belghe. I lavori saranno aperti dal saluto del Partito Socialista belga, e dagli interventi dei rappresentanti degli altri partiti di centrosinistra presenti nella comunità italiana in Belgio. Interverrà Luca Cefisi per la segreteria nazionale del PSI. P Felice Besostri* er ragioni misteriose tutti i mezzi di informazione di massa, senza distinzione di orientamento politico, hanno presentato la sentenza della Corte di Giustizia della UE come invalidante il reato di clandestinità. A sinistra si poteva gridare con soddisfazione “ve l’avevamo detto!” e a destra utilizzare la sentenza per diffondere insicurezza e allarme e per alimentare una nuova polemica sull’Unione Europea. Ebbene il reato di clandestinità, di natura contravvenzionale, cioè punibile con una sola ammenda, è stato introdotto con l’art. 1 c. 16 della legge n. 94/2009 (Pacchetto sicurezza), mentre la Corte di Giustizia della UE si è occupata delle norme della legge n. 189/2002 (Bossi-Fini) di modifica degli art. 13 e 14 del Dlgs n. 286/1998 (Turco-Napolitano) con l’introduzione di una pena detentiva da 1 a 4 anni per violazione dell’obbligo di espatrio in seguito a decreto di espulsione. Il motivo è la violazione della Direttiva rimpatri, che lo Stato italiano doveva recepire entro il 24 dicembre 2010. E’ giurisprudenza consolidata che, decorso il termine assegnato agli Stati per il recepimento, le norme chiare ed inequivoche della direttiva si applichino direttamente. La Direttiva non è stata recepita perché regolarizzava tutti i lavoratori clandestini in nero, che avessero denunciato i datori di lavoro. Le norme devono assegnare termini ragionevoli per il rimpatrio volontario e non si può limitare la libertà personale per più di 18 mesi. Con la normativa dichiarata illegittima il termine per dar corso al decreto di espulsione era di 5 giorni mentre per la direttiva doveva essere da 7 a 30 giorni. Quando vi è contrasto con la normativa europea la norma nazionale deve essere disapplicata e pertanto da dicembre 2010 praticamente nessuno era condannato per violazione del decreto di espulsione. Il reato di immigrazione clandestina quindi è tuttora vigente anche se ad esso vanno applicati i principi enunciati nella sentenza per tutti quei clandestini che facciano dichiarazione di emersione e chiedano la regolarizzazione se lavorano o hanno lavorato in nero. *Pres. Comit. autoemersione lavoratori clandestini >> L’OSPITE << mondoperaio rivista mensile fondata da pietro nenni 4 aprile 2011 editoriale Luigi Covatta Aprile appunti sulla giustizia giusta LA SINISTRA PER UNA GIUSTIZIA GIUSTA Claudio Petruccioli L’eterno ritorno; Frank Cimini Le mani pulite del Cavaliere; Antonio Funiciello Il costo del disservizio; Gustavo Ghidini Nessuno tocchi il PM saggi e dibattiti Luigi Covatta Galleggiare sulla benzina; Massimo Lo Cicero Un tesoro fra Scilla e Cariddi; Valerio Francola L’arte messa da parte; Luigi Capogrossi La parentesi mai chiusa; Salvo Andò Parti uguali fra disuguali; Felice Besostri Pentapartito imperfetto; Marco Boato Se i Verdi diventano ecologisti; Enrico Buglione, Ettore Jorio Dalla secessione alla confusione; Enrico Caterini La sfida del Sud dossier/movimenti giovanili Roberto Biorcio L’onda che viene e va; Jessica Ingrami L’avatar del Movimento; Maria Turchetto intervistata da Viviana Viviani Se tre più due fa sei; Giuseppe Licandro Fenomenologia del Pof; Francesco Fravolini Il Sessantotto e il Settantotto le fedi del risorgimento Sergio Aquilante intervistato da Danilo Di Matteo Il Laicismo e l’Evangelo; Nino D’Ambra Il trono l’altare e il saio biblioteca / schede di lettura Natasha Aleksandrov Rosselli a Milano; Nicola Zoller La dignità della morte le immagini di questo numero Lucianella Cafagna Il mistero del visibile www.mondoperaio.it L La maledizione della Seconda Repubblica Roberto Fronzuti* a cosiddetta Seconda Repubblica, nata all’indomani della caduta della Democrazia cristiana e dei partiti di origine risorgimentale, sembra portare con sé una sorta di maledizione destinata a dividere. Quel che resta del Partito repubblicano italiano, la componente politica più antica del nostro Paese, è schierato parte con il centrodestra (con riferimento all’onorevole Nucara) e parte con il centrosinistra (con riferimento al deputato Sbarbati). Il Partito socialista ha subito la stessa sorte; c’è il gruppo che fa capo all’ex ministro De Michelis che sta con il centrodestra, mentre l’ala che fa capo a Nencini (entrambe le componenti si richiamano Psi) è schierata con la sinistra. Si sono divisi perfino i figli di Craxi: Stefania fa parte del governo Berlusconi, mentre il fratello Bobo è rimasto con il centrosinistra. Il colmo è rappresentato dalla stampa socialista: la storica testata Avanti, esce in due edizioni; una quotidiana che fa capo a Berlusconi e una pubblicazio- ne settimanale che fa capo al Psi, schierato con il centrosinistra. La Democrazia cristiana ha dato origine a diversi partiti. Udc di Casini, Dc di Rotondi e Nuova Dc. I protagonisti della Seconda Repubblica hanno anche la responsabilità di aver diviso l’opinione pubblica in due settori distinti: pro o contro la magistratura. C’è una parte dei cittadini che difende Berlusconi a spada tratta e accusa la magistratura di atteggiamento persecutorio nei confronti del leader di centrodestra. Dall’altra parte c’è la sinistra che sostiene la magistratura, accusando l’avversario di far partorire dal Parlamento i famosi provvedimenti che favorirebbero le sue questioni giudiziarie. Che dire? Quando si esagera saltano gli equilibri. Anche i grandi quotidiani si sono divisi fra destra e sinistra. Da una parte il Foglio, Libero e il Giornale difendono Berlusconi in modo aprioristico, mentre la Repubblica, il Fatto e l’Unità danno addosso al presidente del Consiglio. In un contesto come questo, non pretendiamo di tirare delle conclusioni. Vogliamo solo aggiungere alla nostra analisi una considerazione. Quando il clima è avvelenato, può accadere di tutto. Quando si aizzano i cittadini l’uno contro l’altro, quando l’avversario politico diventa un nemico da abbattere a qualsiasi costo, alla faccia della lealtà, può accadere il peggio. Il giudice Italo Ghitti, uno dei protagonisti di Mani Pulite, che nessuno si sogna di accusare di simpatie nei riguardi dell’ex leader dei Socialisti ha detto testualmente: “La scena delle monetine lanciate contro Bettino Craxi nel 1993 davanti all’hotel Raphael, fu una delle peggiori manifestazioni di odio di massa”. Ecco il vero pericolo, l’odio di massa; lo scontro politico continuo, senza esclusione di colpi, a botte di epiteti il più delle volte irripetibili. Questo è il risultato della Seconda Repubblica! Una maledizione che ci perseguita e dalla quale bisogna rifuggire, nella speranza di voltar pagina una volta per tutte, in attesa della Terza Repubblica. *direttore / editoriale de “L’Eco di Milano e provincia” DELLA DOMENICA 4 www.partitosocialista.it ANNO XIV - N. 18 - DOMENICA 8 MAGGIO 2011 Distratto sacrificio di vittime civili e un esecuzione senza processo Da Gheddafi a Bin Laden, metodi discutibili E Luca Cefisi ssendo riformisti, non abbiamo per definizione alcuna percezione romantica di criminali, terroristi e assassini, neppure quando ammantano le loro azioni di suggestioni rivoluzionarie. Proprio per questo, possiamo esprimere più serenamente di chiunque il nostro disagio per alcuni episodi clamorosi di questi giorni. Il primo è la morte sotto le bombe, assieme al figlio minore di Gheddafi, di alcuni nipoti in tenera età. Ripetizione di una tragedia già avvenuta nel 1986, quando rimase uccisa una giovanissima figlia adottiva del capo libico. Non ci si dica che per fare le frittate bisogna rompere le uova: se la necessità morale e politica di impedire il minacciato trionfo di Gheddafi sugli insorti ci è evidente, e la condividiamo, quelle morti, però, appaiono tanto inutili quanto evitabili. Fa specie vedere che le sofisticate e miliardarie tecnologie militari di oggi non sappiano evitare certi orrori, come fossimo ancora ai tempi delle bombe buttate giù dagli aerei a elica. Brucia il sospetto che, semplicemente, nessuno abbia pensato seriamente di farci attenzione. Anche nella morte del malvagio per eccellenza, il capo di Al Qaeda Osama, c’è qualcosa che stride: è quella fonte del Pentagono che afferma che le forze speciali americane sono state inviate per uccidere, non per prendere prigio- niero l’odioso e tristo fondamentalista saudita. Il nostro disagio nasce da alcune riflessioni: la prima, forse banale, è che i criminali nazisti, quelli almeno su cui si riuscì a mettere le mani, vennero solennemente processati. In ogni caso, il processo è sempre fonte di verità, di catarsi, di affermazione di valori, scrive un messaggio per i posteri. A noi, l’affermazione compiaciuta della bontà di una rapida ed efficiente esecuzione del, pur malvagio, avversario, o la silenziosa indifferenza per una presunta inevitabilità della morte dei suoi anonimi e innocui familiari, non consola e non dà sollievo. Nemmeno, anzi tanto meno, se in nome della democrazia. Illegittima l’esclusione dei comuni della Valle Peligna dal cosiddetto “cratere” Terremoto, ‘lezione’ del tar per il Governo L Orlando Orsini* a decisione del TAR di Roma, che ha affermato il principio della illegittima esclusione dei comuni della Valle Peligna dal cosiddetto “cratere”, è un ulteriore segnale di come l’azione del Governo e della Protezione Civile, anche nella immediatezza del sisma, e al di là di quello che la propaganda berlusconiana abbia voluto mostrare, è stato per molti aspetti un grande “pasticcio”. La sensazione amara è che non si è cercato di individuare i “terremotati” in ragione delle effettive conseguenze del sisma, ma limitatamente ai soldi disponibili, o da voler spendere, e comunque in ragione di “giochi” politici e di potere. Tale decisione del TAR è la dimostrazione che è stato lo stesso terremoto a dire chi è stato “terremotato” e non un decreto di Bertolaso o tantomeno l’On. Scelli che si è vantato “di aver fatto di tutto per escludere Sulmona dal “crate- re” e il quale se vorrà essere coerente non dovrà gioire per questo importante successo. Questa decisione è una sonora bocciatura della politica abruzzese del centrodestra il quale ha mostrato ancora una volta una totale incapacità di gestione della cosa pubblica, di distribuzione dell’impegno e delle risorse sui territori specie quelli del nostro comprensorio. E’ la clamorosa “sbugiardata” della promessa fatta ai Sulmonesi di creare un asse di ferro di centrodestra tra Comune, Provincia, Regione e Governo. Il Psi, presente in diversi comuni del nostro comprensorio, sin dai primi momenti dopo l’esclusione dal “cratere”, aveva fortemente sollecitato e voluto il ricorso, tant’è che Introdacqua, dove il P.S.I. è fortemente rappresentato, è stato uno dei primissimi Comuni a deliberare tale iniziativa giudiziaria. *segretario Sulmona I nostri giovani candidati FGS, IL FUTURO SOCIALISTA C ari compagni, in questa tornata elettorale per il rinnovo di molte amministrazioni locali nel Paese, la Federazione dei Giovani Socialisti dimostra ancora una volta di avere i numeri per crescere e per formare una nuova classe dirigente. Infatti, la presenza di nostri compagni nelle liste del Partito socialista appare estremamente significativa, soprattutto perché coinvolge i comuni di maggiore popolosità, a testimonianza degli sforzi compiuti da tutti noi per radicare la Fgs anche in territo- ri tradizionalmente difficili. Ecco perché, la segreteria nazionale intende rivolgere ai compagni impegnati in questa dura campagna elettorale i migliori auguri di buon lavoro, nella speranza di veder accrescere, all’indomani del voto di maggio, la propria attiva presenza nelle istituzioni. Una presenza fatta di proposte, riflessione politica e concrete misure per il buon governo della nostra Italia. In bocca al lupo compagni! Luigi Iorio Di seguito l’elenco dei nostri compagni impegnati nella tornata elettorale: CANDIDATO CAMILLO BOSCO TERESA COLONNA DIEGO ZUNINO ANDREA FARINA FRANCESCO SILVERJ RICCARDO MORTANDELLO VALENTINA AGATEA PIETRO FERRARI GIANLUCA ANNULLI ELENA CASAROSA ROBERTO GIACCIOLI RICCARDO CARLETTI STEFANO TREPIEDI MARCO BELLUCCI DANIELE CAVALEIRO ANDREA CASCIARRI LUCIA AGOSTINELLI VERONICA ARGENTATI DANIELE MARTINELLI FABIO FIORLETTA GIORGIO VELOCCIA LUCA TAGLIAFERRI PAOLO PIETROBONO MARCO MARTINI ARMANDO RUSSO MIKE DI RUSCIO MARTINA IAFRATE ENZO MARAIO PAOLO OTTOBRINO SETTIMIO RENZO MARIO ROBERTO BORRELLO DAVIDE COZZOLINO DAVIDE COZZOLINO ANDREA PALLADINO FRANCESCO PIETRANTUONO ILARIA GARONE CANIO SMALDONE ROBERTO SIVIGLIA GINO LABANCA COMUNE TORINO TORINO SAVONA BOLOGNA ALBANO TERME(PD) MONTEGROTTO(PD) CHIOGGIA(VE) LUCCA PROVINCIA (VIAREGGIO 3) CHIUSI (SI) CASCINA(PI) CITTÀ DI CASTELLO(PG) CITTÀ DI CASTELLO(PG) CITTÀ DI CASTELLO(PG) GIUBBIO(PG) GIUBBIO(PG) ASSISI (PG) CASTELFIDARDO(AN) CASTELFIDARDO(AN) CIAMPINO(RM) ALATRI(FR) ALATRI(FR) ALATRI(FR) ALATRI(FR) ALATRI(FR) CASSINO(FR) SORA(FR) SORA(FR) SALERNO SALERNO PADULA (SA) NAPOLI – X° MUNICIPIO NAPOLI – III° MUNICIPIO NAPOLI NAPOLI – II° MUNICIPIO MELFI GROTTOLE(MT) OPPIDO LUCANO SAN DEMETRIO CORONE (CS) LAURIA(PZ) LISTA LAICI-SOCIALISTI-LIBERTARI- PSI LAICI-SOCIALISTI-LIBERTARI- PSI PSI LAICI, SOCIALISTI, RIFORMISTI PSI CIVICA PSI PSI CIVICA PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI PSI CIVICA NAPOLI RIFORMISTA NAPOLI RIFORMISTA NAPOLI RIFORMISTA NAPOLI RIFORMISTA PSI CENTRO SINISTRA PER GROTTOLE CIVICA CIVICA CENTRO SINISTRA PER LAURIA, UNITI E SOLIDALI Lettere [email protected] Caro Papa ti chiederei... Caro Papa, cara gerarchia cattolica, in Italia sono molto diffuse la mafia, l’evasione fiscale, la corruzione, le falsità, le volgarità, le violenze di tutti i generi, il razzismo, le litigiosità in pubblico e non, ricchezze spropositate, festini e festoni lussureggianti. Con tutte queste cose negative e altre, molto diffuse, è uno scandalo vero e proprio, in questo modo non si difendono i più deboli, il bene comune, la vita e non si favorisce la costruzione di una società migliore e più giusta. Gentilmente chiederei da parte vostra, di essere più netti nel condannare certi comportamenti degradanti e illeciti. L’Italia si professa uno dei paesi al mondo più cattolico. Non è possibile che sia anche uno dei paesi più corrotto. Chiederei anche sempre gentilmente, di ammonire, richiamare, più severamente i cittadini, mafiosi, (se necessario anche con la scomunica) gli evasori fiscali, i corruttori, chi diffonde falsità, volgarità, litigiosità, il razzismo, il malcostume, il non rispetto dell’altro, chi si arrichisce spropositatamente, sia sul lato economico, che su quello di potere, a chi si permette di fare festini e festoni di ogni genere. Io sono un cittadino comune, un infermiere in pensione,faccio volontariato, ho scelto di stare dalla parte degli ultimi, dei più bisognosi e dalla parte degli onesti. Vorrei che tutti facessimo di più e meglio per i più deboli, per i bambini, per i disoccupati, per i diversamente abili, per gli anziani non autosufficienti, per gli immigrati, per gli ammalati, per tutte quelle persone che soffrono. Lavorare sodo tutti per costruire e raggiungere l’obiettivo di una società piena di diritti doveri e di valori veri, di giustizia sociale, di uguaglianza e di pace, per far trovare ai nostri figli ai nostri nipoti e alle future generazioni, un mondo in cui si possa vivere con serenità. Caro Papa, cara gerarchia cattolica,la moralità, l’etica, il rispetto della Costituzione, dei poteri dello Stato, della persona, devono essere i temi prioritari. Francesco Lena - Cenate Sopra (Bg) Un altro “giorno della vergogna” Porto sempre con me una copia della Costituzione Italiana. Sto leggendo l’art. 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”. Sul mio calendario ho segnato due date: 24 marzo 1999 – inizio bombardamenti sui Balcani da parte di aerei italiani; violazione della Costituzione. 24 aprile 1999 – bombardamento della televisione a Belgrado; violazione della Convenzione di Ginevra. Ho parlato con giornalisti serbi che erano sotto i bombardamenti ed ho letto nei loro occhi il terrore al ricordo del rumore degli aerei, del sibilo delle bombe, delle deflagrazioni che, ipocritamente, dovevano portare la pace e portavano morte e distruzione fra la popolazione civile. A queste due date “della vergogna”, devo ora aggiungere il 28 aprile 2011 prima missione dei caccia Tornado italiani armati di bombe sulla Libia. L’amarezza è ancor più accentuata dal fatto che il coro “guerra-pacifista-difesa della popolazione civile” è bipartisan, amarezza ancor più accentuata dal richiamo alla risoluzione dell’ONU “no fly zone”. No fly zone vuol dire “impedire ai caccia libici di alzarsi in volo”, non vuol dire bombardamento. Per certi versi è illuminante il “grido-esortazione” del vicario apostolico di Tripoli, mons. Innocenzo Martinelli: “Come può l’ONU bombardarci?” Io che assieme ad altri, passò, anni fa, un ultimo dell’anno nella tenda eretta in Piazza Prampolini a Reggio Emilia e partecipò a cortei per dire NO alla guerra nel Vietnam, sento ora fioca ed isolata la voce dei pacifisti, dei giovani, gli unici in grado di pretendere il ricambio di una classe politica sclerotizzata, veri sepolcri imbiancati arroccati nei palazzi del potere ad elaborare forbiti e nobili discorsi per giustificare una guerra riconducibile ad un solo, vero motivo: i business e gli interessi a questo legati che hanno impedito di accentuare ed estendere la risoluzione dell’ONU al blocco ed isolamento economico del regime di Gheddafi. Nei tempi moderni, la guerra è barbarie, “la guerra è l’ultima idiozia dell’uomo” Mario Guidetti – Reggio Emilia Bene i tavoli per le firme I mille tavoli promessi dalla segreteria che arricchiranno le piazze d’Italia per la raccolta delle quattro firme necessarie a proporre il nostro programma elettorale, sono i ben venuti per il popolo socialista. Finalmente ci muoviamo. Una comunicazione più specifica dovrebbe essere fatta tramite e-mail per comunicare l’indirizzo dei diversi tavoli. La raccolta di firme per la modifica della legge elettorale, andrà forse spiegata ai firmatari, dove la scelta da parte del segretari dei partiti che si presentano alla consulta elettorale possono eleggere a propria scelta e volontà i futuri parlamentari, togliendo ai cittadini la facoltà della propria scelta democratica. Questo avveniva anche sotto il fascismo dove gli appartenenti al parlamento erano la scelta solo del Duce. In quanto al finanziamento giusto riguardo va dato per chiarire e renderlo più trasparente il suo uso da parte dei partiti. La nuova tassazione delle transizioni finanziarie. a beneficio di altre più importanti spese pubbliche, unito al risparmio per l’eliminazione delle provincie, permetterebbe al bilancio nazionale di occuparsi del sociale senza tagli orizzontali ed ingiustificati. La parità fra sessi diversi, pur dovendosi adeguare alle nuove interpretazioni di eguaglianza che deve far spiccare la differenza non in capacità umane, intellettuali, politiche, ma solo di presenza attiva nella vita sociale, dove la funzione femminile è insostituibile, deve essere ampliata e rispettata. Gerosa Giulio - Roma DELLA DOMENICA S E T T I M A N A L E S O C I A L I S T A SOSTIENI IL TUO GIORNALE Modalità di versamento: Su c/c postale n. 87291001 intestato a Nuova Editrice Mondoperaio srl - Piazza S. 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