Valutazione dei Foraggi Tradizionali e Alternativi e

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Valutazione dei Foraggi Tradizionali e Alternativi e
Progetto "FORAGE" (n° 688) della D.G. Agricoltura - Regione Lombardia
Valutazione dei Foraggi Tradizionali e Alternativi e Sostenibilità delle Aziende
Zootecniche Lombarde
G. Matteo Crovetto
Dipartimento di Scienze Animali - Università degli Studi di Milano
Composizione chimica e valore nutritivo dei principali foraggi lombardi
MATERIALI E METODI
La valutazione qualitativa e nutrizionale è stata effettuata su 178 campioni prelevati in 48 aziende
iscritte al Servizio di Assistenza Tecnica agli Allevamenti (SATA) in due annate agrarie (2004 e
2005) e provenienti dall’intero comprensorio lombardo. Sono stati quindi raccolti i principali
foraggi, insilati ed essiccati, correntemente utilizzati nel razionamento di bovine da latte di aziende
zootecniche della Lombardia, per un totale di 94 foraggi insilati e 84 foraggi essiccati. In particolare
per i foraggi insilati sono stati analizzati i seguenti campioni: mais (15), frumento (15), loiessa (11),
prato polifita (7), orzo (5), sorgo da granella (3), medica (15), segale (3), sorgo da foraggio (18),
panico (1), triticale (1). Per i foraggi essiccati sono stati analizzati i seguenti campioni: fieno di
frumento (2), fieno di loiessa (2), fieno di erba medica (32), erba medica disidratata (4), fieno di
panico (6), fieno di prato polifita (33), fieno di sorgo da foraggio (2), paglia di orzo e frumento (3).
Tutti i campioni sono stati essiccati in stufa a ventilazione forzata fino a peso costante, ad una
temperatura di 55°C, e successivamente macinati con mulino da laboratorio con vaglio da 1 e 0,5
mm. Quest’ultima granulometria è stata necessaria per la determinazione della concentrazione in
proteine grezze, amido e zuccheri solubili. Tutte le analisi chimiche sono state effettuate dal
laboratorio dell’ARAL di Crema e ciascun campione è stato analizzato per i seguenti parametri:
ceneri, NDF (Mertens, 2002), ADF e ADL (Van Soest, 1991), proteine grezze (AOAC, 1990),
estratto etereo (AOAC, 1990), azoto non proteico (NPN), azoto solubile, azoto legato all’NDF
(NDFIP) e azoto legato all’ADF (ADFIP) (Licitra et al., 1991), amido (McCleary et al., 1997) e
zuccheri solubili (Dubois et al., 1956). Le frazioni fibrose (NDF, ADF, ADL) sono state
determinate ed espresse al netto delle ceneri insolubili.
I campioni insilati, inoltre, sono stati analizzati anche per azoto ammoniacale, pH, acidi lattico,
acetico, propionico e butirrico ed etanolo (Fussel e McCalley, 1987). Tali analisi sono state
effettuate sul prodotto tal quale.
Le analisi biologiche sono state condotte presso il Centro sperimentale per l’innovazione
zootecnica (CesiZoo) della sezione di Zootecnica Agraria del Dipartimento di Scienze Animali
(Università degli Studi di Milano). Queste analisi sono state finalizzate alla determinazione del
valore nutritivo mediante lo studio della:
fermentescibilità ruminale determinata con il metodo della “gas production” (GP, ml/200
mg SS) a 24 ore (Menke e Steingass, 1988);
digeribilità in vitro della sostanza secca (IVTDDM) e della fibra neutra detersa
(IVTDNDF) - con un tempo di incubazione di 48 ore - mediante l’utilizzo dell’Ankom
DaisyII Incubator.
Applicando il metodo della gas production, le equazioni applicate per il calcolo della digeribilità
della sostanza organica (dSO), dell’energia metabolizzabile (EM), dell’energia netta latte (ENL) e
della relativa unità di misura (UFL) sono state le seguenti (Menke e Steingass, 1988):
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dSO (%) = 15,38 + 0,8453 GP24 + 0,0595 PG + 0,0675 Cen
EM (MJ/kg SS) = 2,20 + 0,1357 GP24 + 0,0057 PG + 0,0002859 EE2
ENL (MJ/kg SS) = 0,54 + 0,0959 GP24 + 0,0038 PG + 0,0001733 EE2
UFL (n/kg SS) = ENL/7,113
Dove: GP24: produzione di gas, espressa in ml/200mg SS in 24 ore
PG: proteine grezze, espresse in g/kg SS
Cen: ceneri, espresse in g/kg SS
EE: estratto etereo, espresso in g/kg SS
Il valore nutritivo è stato quindi determinato in tre diversi modi:
1) UFL GP = Unità foraggere latte calcolate a partire dalla produzione di gas (GP) secondo il
metodo di Menke e Steingass (1988);
2) UFL NRC = calcolate mediante equazioni NRC (2001) utilizzando i valori della digeribilità
dell’NDF ottenuti con le prove in vitro (IVTDNDF) e riferite al livello di mantenimento (1X) per
poterle confrontare con le UFL GP;
3) UFL NRC CH. = calcolate mediante equazioni NRC (2001) utilizzando i valori della
digeribilità dell’NDF (dNDF) ottenuti in base alla sola composizione chimica, in particolare ai
valori di NDF, NDFIP e ADL, e riferite al livello di mantenimento (1X) per poterle confrontare con
le UFL GP.
Per quanto riguarda invece la digeribilità in vitro della SS e dell’NDF, va sottolineato che la
digeribilità dell’NDF è un parametro che influenza marcatamente il valore nutritivo dei foraggi
calcolato tramite il modello NRC 2001. Tale sistema infatti determina il valore energetico di un
alimento zootecnico a partire dai TDN (% s.s.), costituiti dalla somma di PG, EE, NFC (carboidrati
non fibrosi) e NDF realmente digeribili. Il tdNDF (truly digestible NDF) si può calcolare a partire
dai soli parametri chimici (NDF, NDFIP, ADL) tramite la formula proposta dall’NRC 2001:
tdNDF (%) = 0,75 * (NDF - NDFIP - ADL) * (1 - (ADL / (NDF-NDFIP))0,667)
oppure, come caldamente consigliato dal sistema stesso, a partire da un valore di digeribilità
ruminale in vitro determinato a 48 h, utilizzando la formula:
tdNDF (% s.s.) = NDF (% s.s.) * (IVTDNDF/100)
La digeribilità dell’NDF caratterizza la qualità della fibra di un foraggio: infatti ad ogni
incremento pari all’1% della digeribilità dell’NDF dell’intera razione corrisponde un aumento
dell’ingestione giornaliera di SS della bovina (+0,17 kg) e conseguentemente un incremento della
produzione giornaliera di latte corretto al 4% di grasso (+0,25 kg FCM) (Oba e Allen, 1999).
L’analisi statistica è stata effettuata mediante pacchetto statistico SAS vers. 8. In particolare è
stata effettuata l’analisi della varianza (GLM) per ciascun gruppo (insilati o fieni e paglie)
applicando il test di Duncan per il confronto delle medie di tutte le specie. Per i campioni di triticale
e panico insilati non si è potuto operare tale confronto poiché la numerosità è stata uguale ad 1
(n=1). Per i foraggi raccolti sia come insilati sia come fieni è stata inoltre effettuata l’analisi della
varianza per valutare l’effetto della conservazione all’interno della stessa specie.
RISULTATI
1 - Insilati
In tabella 1 è indicata la composizione chimica media dei foraggi insilati. Gli insilati di erba
medica, di prato polifita e, in minor misura, di loiessa, sono caratterizzati da un maggiore tenore in
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sostanza secca (SS) in conseguenza del preappassimento in campo cui sono stati soggetti. Per la
medica, in particolare, è infatti ben nota la difficoltà di insilamento a causa del basso tenore in
sostanza secca al taglio e dell’alto potere tampone che ne impediscono un rapido abbassamento del
pH. Fortina et al. (2003) riportano valori di sostanza secca inferiori (48,2%) a quelli da noi
riscontrati, per insilati di erba medica raccolti in diversi areali della pianura dell’Italia settentrionale.
Analoghi i valori riportati al riguardo da Krizsan et al., (2007), mentre Ishler et al. (1992)
consigliano valori di SS, al momento dell’insilamento, variabili in funzione della tipologia di silo.
Per quanto riguarda la sostanza secca degli insilati di orzo, frumento e mais non vi sono state
differenze significative e i valori sono tendenzialmente in linea con quelli consigliati per questi
cereali prodotti ad uso foraggero. Interessante considerare anche il tenore in sostanza secca dei
sorghi; infatti anche per questa specie è fondamentale raccogliere e trinciare nel momento ottimale.
In particolare il valore considerato ottimale per questa specie è del 25% circa; un insilamento della
pianta al di sotto di questo valore comporta infatti elevate perdite di sostanza secca e fermentazioni
indesiderate come quelle butirriche (Miron et al., 2005). I sorghi lombardi sono quindi stati insilati
nel momento ottimale per garantirne la qualità. Molto bassa è stata invece la sostanza secca dei
campioni di segale. A questo riguardo si nota come siano stati analizzati solo tre campioni non
essendo questo insilato largamente utilizzato nella razione di bovine in lattazione delle aziende
lombarde. Il mancato o comunque insufficiente appassimento in campo di questo foraggio ne
penalizzano fortemente la qualità inducendo una bassa acidificazione, rilevanti fermentazioni
butirriche ed esagerati fenomeni di proteolisi (tab. 2).
I valori medi in ceneri risultano legati alla tecnica di insilamento: la trinciatura contemporanea
allo sfalcio e l’insilamento diretto (mais, frumento, orzo, sorgo da granella e segale) hanno
comportato tenori in ceneri inferiori al 10% s.s., mentre i foraggi preappassiti in campo hanno
sempre superato tale valore, evidenziando un inquinamento con terra. In particolare la medica e il
prato stabile, che hanno fatto registrare i tenori più alti in SS e quindi hanno avuto un appassimento
in campo più spinto, hanno avuto anche i valori di ceneri più elevati (12,3 e 12,1% s.s.,
rispettivamente).
Considerando il tenore in proteine grezze e le diverse frazioni proteiche, com’era prevedibile,
l’insilato di erba medica ha avuto livelli significativamente superiori (P<0,05) di PG, NPN e azoto
solubile (21,0 – 9,2 – 10,6% s.s., rispettivamente), rispetto agli altri foraggi insilati. È da
evidenziare comunque l’elevato tenore in PG (17,0% s.s.) dei prati, dovuto presubibilmente alla
presenza di leguminose nei campioni indagati. I valori di NPN (5,5% s.s.) e di azoto solubile (6,7%)
dei prati sono risultati inferiori a quelli della medica ne non statisticamente diversi rispetto agli altri
insilati. In proposito, va ricordato che un eccesso di azoto nella razione ed in particolare di quello
solubile, se non adeguatamente integrato con carboidrati rapidamente fermentescibili, comporta un
aumento dell’escrezione azotata e conseguentemente dei nitrati nel terreno e dell’ammoniaca in
atmosfera, oltre che un maggior costo della razione stessa. I prati sono caratterizzati inoltre da un
superiore tenore in NDFIP (4,4% s.s.) (P<0,05), cioè da una frazione proteica a lenta degradabilità
ruminale, evidenziando complessivamente un buon equilibrio nelle diverse frazioni proteiche
Cornell. L’erba medica, com’era da attendersi, ha fatto registrare il valore più alto di proteina
indigeribile (ADFIP=1,8% s.s.), imputabile al fatto di avere i valori più alti sia in proteine grezze
sia in lignina.
Per quanto riguarda le frazioni fibrose, gli insilati di segale e sorgo da foraggio hanno avuto valori
di NDF più elevati (rispettivamente 66,7 e 60,5% s.s.) rispetto agli altri insilati (P<0,05). Per contro,
e come atteso, il silomais e la medica hanno invece fatto registrare i valori più bassi (39,5 e 42,7%
s.s., rispettivamente) e non statisticamente diversi tra loro. Come gli altri parametri, del resto, anche
il contenuto di NDF è variabile all’interno di uno stesso foraggio; ne è una riprova il fatto che la
concentrazione in NDF di insilati di mais raccolti nello stesso areale, riportata da Rapetti et al.,
(2005) è risultata leggermente superiore.
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È stata inoltre studiata la correlazione tra SS ed NDF ed essa, in parte inaspettatamente, è risultata
negativa (r = -0,24; P<0,05). Considerando però la correlazione per ciascuna specie essa è risultata
positiva per erba medica, loiessa, prato e frumento e negativa per mais, orzo, segale, sorgo da
granella e da sorgo da foraggio. Con l’esclusione del sorgo da foraggio, questi ultimi insilati sono
caratterizzati da un discreto/buon tenore in amido (accumulato nella granella) che ha diluito
conseguentemente la frazione fibrosa. Ferreira e Mertens (2005) hanno trovato una correlazione
negativa significativa tra SS e NDF in 32 campioni di insilato di mais, mentre quella tra SS e amido
è stata positiva e sempre significativa. La correlazione tra SS e amido e SS e NFC, nei 15 campioni
di insilato di mais analizzati nell’ambito del presente progetto FORAGE, è stata significativa
(P<0,05) con valori di “r” rispettivamente pari a 0,53 (SS e amido) e 0,74 (SS e NFC).
Per quanto riguarda la concentrazione in amido l’analisi statistica ha consentito di dividere i
foraggi in tre gruppi (P<0,05): il primo gruppo rappresentato dagli insilati di mais con un valore
medio di 32,3% s.s.; un secondo gruppo (valore medio di 12,6% s.s.) con i campioni di sorgo da
granella, frumento e orzo, ed infine un terzo gruppo (media 1,2% s.s.) con i campioni di sorgo da
foraggio, medica, segale, prato polifita e loiessa. Le concentrazioni in amido dei foraggi dei primi
due gruppi sono state confrontate con i valori riportati nel database CPM-Dairy Ration Analyzer ver
3.07 e dal confronto è emersa una buona corrispondenza per i campioni di mais, frumento e sorgo
da granella; nel caso dell’orzo invece i valori riportati dal database statunitense per un insilato con il
35% di SS sono stati nettamente inferiori (4.1 vs 12.2% s.s.); per contro, la concentrazione di
zuccheri solubili negli insilati di orzo lombardi è stata decisamente inferiore rispetto a quella
riportata nel database americano (0.9 vs 8.2% s.s.) e in linea con quanto atteso per un foraggio
insilato, dove la quasi totalità degli zuccheri idrosolubili viene di norma convertita in acidi organici.
La concentrazione in amido degli insilati di orzo lombardi è paragonabile a quella riportata da
Ahvenjärvi et al., (2006) e Mustafa et al., (2004), ma inferiore a quella indicata da Zahiroddini et
al., (2004) ed Eun et al., (2004). Queste differenze possono essere imputabili al un diverso stadio di
raccolta e ambiente di coltivazione; si evidenzia quindi l’importanza di caratterizzare chimicamente
i foraggi per un loro corretto inserimento nella razione.
Per quanto riguarda il profilo fermentativo degli insilati (tab. 2), il primo parametro considerato è
stato il pH. Anche in questo caso si sono differenziati tre gruppi ben distinti (P<0,05): un primo
gruppo con un valore medio di 5,34 con i campioni di: medica, prato stabile e segale; un secondo
gruppo – 4,63 il valore medio – con gli insilati di loiessa e sorgo da foraggio; infine un terzo gruppo
– media di 3,94 – con i campioni di mais, frumento, orzo e sorgo da granella. Il valore di pH dei
campioni del primo gruppo è stato elevato e certo non ottimale; nel caso dell’erba medica, per
esempio, i valori di pH riportati da Kriszan et al., (2007) utilizzando diverse modalità di stoccaggio
sono stati inferiori (da 4,48 a 4,68). Va però detto che che in tale studio la sostanza secca degli
insilati era minore e questo può aver favorito le fermentazioni lattiche e il conseguente
abbassamento del pH. In un lavoro di Colombari et al. (2001) invece la medica insilata con un
analogo tenore di SS aveva un pH di 5,6, analogo al nostro. La correlazione tra pH e SS negli
insilati di medica lombardi è risultata infatti statisticamente significativa (P<0,001) e positiva (r =
0,81) mostrando quindi che l’insilamento a valori di sostanza secca troppo elevati impedisce
un’acidificazione ottimale. Come atteso il valore di pH è stato inferiore per i cereali e
complessivamente vi è stata una correlazione tra pH e amido significativa (r = -0,60, P<0,001).
Per quanto riguarda gli acidi organici, i cereali (mais, frumento, orzo e sorgo da granella) raccolti
mediamente allo stadio latteo-ceroso o ceroso della granella sono caratterizzati da una buona
concentrazione in acido lattico. Lo stesso dicasi per la loiessa (8,6% s.s. in media). Nel caso degli
insilati di frumento si evidenzia un contenuto in acido lattico (6,9% s.s.) superiore a quanto indicato
da Crovetto et al., (1998) per insilati di frumento prodotti nel medesimo areale. Buono anche il
rapporto tra acido lattico ed acetico, quasi sempre >3, anche se recenti studi indicano che sia
proprio l’acido acetico, con la sua azione inibente nei confronti dei lieviti, a garantire una miglior
resistenza al deterioramento aerobico una volta aperto il silo (Borreani e Tabacco, 2007).
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Il sorgo da foraggio e, soprattutto, la segale risultano i due insilati qualitativamente peggiori, con
elevati contenuti di acidi propionico e butirrico, oltre che di azoto ammoniacale. Gli insilati di
segale hanno avuto la minor sostanza secca al momento dell’insilamento perchè la raccolta della
segale avviene molto precocemente, quando la pianta si trova in fase di fioritura o al massimo nello
stadio di maturazione lattea della granella. In questo modo si dovrebbe ottenere il miglior foraggio
di segale (Juskiw et al., 2000), è quindi probabile che le tecniche di insilamento, adottate dagli
allevatori lombardi, non siano state quelle ottimali per questo tipo di foraggio. Nel caso della segale,
inoltre, è fondamentale la scelta varietale, in quanto recentemente sono state immesse sul mercato
nuove varietà specifiche particolarmente adatte all’insilamento (Smith, 2004).
La tabella 3 riporta i risultati delle analisi biologiche dei foraggi insilati (compresi panico e
triticale, entrambi con un solo campione). I dati della gas production sono riferiti alle 24 ore e da
essi sono state calcolate la digeribilità della sostanza organica (dSO), l’energia metabolizzabile
(EM) e le unità foraggere latte (UFL GP). La tabella 3 riporta quindi i valori di digeribilità in vitro a
48 ore della sostanza secca (IVTDDM) e della fibra neutro detersa (IVTDNDF) e il il valore di UFL
calcolato con il sistema NRC 2001 in base ai valori della IVTDNDF prima citata. Infine sono
riportati i valori della digeribilità dell’NDF calcolata con le equazioni NRC 2001 in base alla sola
composizione chimica (dNDF) e le UFL calcolate conseguentemente, a partire da questa dNDF.
Per quanto riguarda la fermentescibilità, mais, frumento e loiessa sono risultati, nell’ordine, i
foraggi con la maggiore GP, il che si riflette sul loro elevato contenuto in EM e in UFL (0,93 – 0,86
– 0,85 UFL GP, rispettivamente). Anche la dSO di questi tre foraggi è stata elevata (>70%) e solo il
prato stabile e l’erba medica l’hanno avuta simile, in ragione del loro alto contenuto proteico.
Interessante anche notare che, mentre per il mais e il frumento l’alto valore nutritivo è imputabile di
fatto al loro contenuto in amido (infatti la digeribilità della loro NDF è decisamente bassa: 42,2 e
45,8%, rispettivamente, come del resto per gli altri due cereali, orzo e sorgo da granella), per la
loiessa è imputabile invece all’alto valore di IVTDNDF (66,1%), più alto di tutti i foraggi insilati.
Solo il prato stabile avvicina (64%) tale valore e ha, con la loiessa, un’NDF significativamente più
digeribile degli altri foraggi.
I valori di “UFL NRC” risentono fortemente della digeribilità dell’NDF e vedono quindi la
supremazia del prato polifita e della loiessa che, con 0,91 UFL/kg SS, equivale al silomais. Valori
inferiori per erba medica e sorgo da granella ma nessuna differenza significativa tra questi primi
cinque foraggi. Valori significativamente inferiori invece per gli altri insilati.
Nel mais il confronto per la IVTDNDF ha evidenziato valori molto diversi per gli insilati
lombardi (42.2%) e quelli statunitensi (61.2%). Queste differenze possono essere dovute alla scelta
dell’ibrido: negli Stati Uniti infatti sono diffusi ibridi a ridotto contenuto di lignina (BMR, brown
mid-rib) e maggiore digeribilità dell’NDF, che non sono invece presenti sul mercato italiano a causa
di rese inferiori e problemi di allettamento. Va inoltre evidenziato che i valori di digeribilità
dell’NDF del silomais, foraggio largamente utilizzato nella razione della lattifera, registrati in
pianura padana non sono particolarmente elevati. Uno studio di Rapetti et al., (2005) effettuato su
insilati di mais raccolti nella pianura padana, ha evidenziato un valore medio di digeribilità
dell’NDF pari al 46,3%, paragonabile a quello ottenuto dall’analisi degli insilati del presente
progetto. Anche uno studio di Weiss e Wyatt (2002) riporta valori medio/bassi di digeribilità in
vitro dell’NDF (48 h), in campioni di insilato di mais caratterizzati da un diverso tenore in NDF
(IVTDNDF = 41,5 e 46,3%). Analizzando più nel dettaglio la distribuzione di frequenza degli
insilati di mais lombardi si nota come la classe con maggior numerosità sia stata comunque quella
con valori di digeribilità dell’NDF compresi tra il 44 e il 52%.
Va aggiunto che, per quanto riguarda gli ibridi tradizionali, non vi è grande variabilità genetica
per i valori di digeribilità dell’NDF (Owens, 2008). Ne consegue che l’ambiente e la tecnica
agronomica sono i fattori più importanti nel determinare i valori di digeribilità dell’NDF.
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A questo riguardo, sempre per i silomais, è stata evidenziata una correlazione negativa tra
contenuto in ceneri e digeribilità dell’NDF (r = -0,56; P<0,03) che potrebbe essere dovuta ad una
differente altezza di taglio dal terreno al momento dell’insilamento. L’altezza di taglio maggiore ha
infatti un effetto positivo sulle caratteristiche qualitative del prodotto, anche se comporta una
diminuzione della resa (Schwab e Shaver, 2001). Va infine sottolineato come il silomais sia un
ottimo apportatore di amido nella razione, elemento di grande importanza visto il notevole
incremento dei costi della farina di mais e più generalmente di tutti i cereali negli ultimi mesi, ma
presenta un valore nutritivo mediocre se considerato come foraggio e quindi apportatore di fibra
degradabile dai microrganismi ruminali. A tal proposito gli insilati di loiessa e di prato stabile
presentano caratteristiche qualitative nettamente superiori.
Com’era da attendersi la digeribilità della fibra diminuisce all’aumentare del suo livello di
lignificazione e ciò emerge sia per le foraggere amidacee sia per quelle “prative”, che rispetto alle
prime fanno comunque registrare valori di IVTDNDF di circa 20 punti percentuali superiori (fig. 1).
Infine i valori di digeribilità della fibra neutro detersa determinati in vitro (IVTDNDF) sono stati
confrontati con quelli calcolati a partire dalla sola analisi chimica utilizzando l’equazione proposta
dall’NRC 2001 (dNDF). Questa comparazione ha messo in evidenza due situazioni ben distinte fra
loro che ci portano a considerare separatamente le foraggere amidacee (mais, sorgo da granella,
cereali autunno-vernini) dalle altre foraggere testate, prive di apprezzabili quantità di amido
(loiessa, medica, prato polifita e panico). Fa eccezione l’insilato di sorgo da foraggio, il quale
nonostante l’assenza di amido è risultato assimilabile al raggruppamento delle foraggere amidacee.
Nel caso delle foraggere non amidacee il dato di digeribilità dell’NDF calcolato è risultato essere
minore (talvolta marcatamente) rispetto a quanto determinato ricorrendo all’analisi in vitro. Al
contrario i dati di digeribilità relativi ai foraggi contenenti amido mostrano dei valori di digeribilità
dell’NDF calcolata superiori rispetto a quanto determinato in vitro. Sembra opportuno sottolineare
quindi che l’equazione dell’NRC per la stima della digeribilità della fibra neutro detersa è un
metodo relativamente poco accurato per procedere alla determinazione del valore nutritivo. Questo
fattore viene messo in luce anche dai coefficienti di correlazione che sono stati calcolati fra i valori
di IVTDNDF e dNDF considerando tutti i campioni ovvero valutandoli separatamente in base alle
due tipologie di insilati sopra descritte (foraggere amidacee e non). Si nota infatti che i coefficienti
sono relativamente alti se gli alimenti vengono studiati separatamente (rispettivamente r = 0,75 per
le essenze non dotate di granella e r = 0,29 per gli insilati contenenti ingenti quantità di amido). Al
contrario, valutando contemporaneamente tutti i campioni è stato determinato un coefficiente molto
contenuto (r = 0,11) ad indicare che non esiste una buona corrispondenza fra risultati ottenuti
dall’analisi biologica e quelli relativi al computo basato sui soli parametri chimici.
Le UFL calcolate dalla dNDF stimata solo in base alla composizione chimica (UFL NRC CH.)
“premiano” i foraggi contenenti amido e penalizzano invece quelli non amidacei come loiessa, prato
e medica.
2 – Fieni e paglie
Per quanto riguarda i foraggi essiccati, nelle tabelle 4 e 5 sono indicati composizione chimica e
valore nutritivo delle foraggere analizzate.
In figura 2 è illustrata la diversa fermentescibilità ruminale dei vari foraggi essiccati, in termini di
gas production: quest’ultima è maggiore per la medica nelle prime 8 ore di incubazione, ma risulta
più elevata per i fieni di graminacee dopo 24 ore; come atteso, il prato polifita presenta valori
intermedi e la paglia i valori più bassi, specie nelle prime ore.
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In figura 3 è invece riportata, sempre per i foraggi essiccati, la regressione tra il valore nutritivo
(UFL) calcolato con la gas production e quello calcolato in base alla digeribilità dell’NDF
(IVTDNDF): quest’ultimo tende ad essere più alto di quello calcolato in base alla fermentescibilità.
Nelle tabelle 6 e 7 sono indicati invece i principali costituenti chimici e il valore nutritivo (con i
tre metodi: UFL-GP, UFL-IVTDNDF in vitro; UFL- dNDF calcolata) che sono risultati
statisticamente significativi in funzione della modalità di conservazione, insilato o fieno, per
ciascuna foraggera con l’esclusione della loiessa. Per questa specie infatti non si sono avute
differenze significative tra insilamento e fienagione; va però detto che la numerosità dei campioni di
fieno di loiessa è stata molto limitata per cui, per questa foraggera, i due gruppi (insilato vs
affienato) erano numericamente molto sbilanciati evidenziando un trend che vede nell’insilamento
la modalità di conservazione maggiormente diffusa per questa specie.
La tabella 6 evidenzia come le mediche e i prati affienati hanno presentato un tenore in NDF
superiore e un tenore proteico inferiore rispetto al prodotto insilato; questo probabilmente è dovuto
a uno sfalcio più tardivo dei foraggi destinati alla fienagione che consente di massimizzarne le rese,
ma a scapito della qualità. Si specifica però che l’effetto taglio, che può essere importante per
questo parametro, non è stato considerato poiché la numerosità dei campioni, suddivisi per numero
di taglio, era limitata. La minor qualità dei prodotti affienati per mediche e prati è risultata anche
dalle analisi biologiche (tab. 7) che hanno mostrato differenze significative (P<0,01) per la
digeribilità dell’NDF, risultata significativamente superiore negli insilati rispetto ai fieni (49,5 vs
41,5% per le mediche; 64,0 vs 53,2% per i prati). Questo ha comportato una differenza
statisticamente significativa nel valore nutritivo del prodotto insilato rispetto a quello affienato,
determinato sia con il metodo di Menke e Steingass sia secondo l’NRC con i valori di IVTDNDF
ottenuti dalla prova in vitro. Non vi è stata invece alcuna differenza per il valore nutritivo derivato
dalla sola composizione chimica secondo il modello NRC. Questo dimostra la poca affidabilità del
modello nel valutare i foraggi campionati nell’areale lombardo, confermando l’importanza delle
analisi biologiche nella valutazione nutrizionale dei foraggi.
Per quanto riguarda il frumento, anche in questo caso, si sono evidenziate differenze significative
per la concentrazione in NDF, che è stata maggiore nei campioni affienati, e per l’amido che al
contrario è stato superiore negli insilati. Interessante il fatto che la digeribilità dell’NDF è stata
statisticamente superiore nei fieni; ciò indica che il prodotto insilato è stato raccolto in uno stadio di
maturazione successivo per aumentarne la concentrazione in amido. Il minor tenore in NDF del
frumento insilato e raccolto più tardivamente è, come visto per il silomais, da attribuirsi all’effetto
“diluizione” dell’amido. Anche per questa specie le diversità evidenziate confermano l’importanza
e la necessità di formulare razioni diversificate a seconda della modalità di conservazione.
Per il sorgo da foraggio non vi sono state differenze rilevanti per quanto riguarda la composizione
chimica: come sempre, l’essiccazione comporta, rispetto all’insilamento, una minor presenza di
zuccheri e un maggior contenuto di azoto non proteico e di azoto solubile nel foraggio, ma i tenori
in fibra totale e proteine grezze è sostanzialmente uguale nei due tipi di foraggio. L’effetto del tipo
di conservazione è stato invece significativo per la digeribilità dell’NDF e il valore nutritivo che
sono risultati maggiori nei sorghi affienati. Gli insilati di sorgo, infatti, hanno avuto valori di
IVTDNDF molto bassi e inferiori a quelli riportati da Miron et al. (2004). Anche per questo
foraggio, inoltre, il calcolo del valore nutritivo in base alla sola analisi chimica si rivela non solo in
accurato ma addirittura fuorviante, attribuendo un valore numericamente maggiore al foraggio
insilato.
Si evidenzia inoltre come in tutte le specie considerate, le concentrazioni di azoto non proteico e
di proteina solubile siano state significativamente superiori (tab. 6) nei prodotti insilati, a causa
dell’attività di proteolisi durante la conservazione in silo.
È inoltre importante fare una considerazione generale riguardante la relazione tra composizione
chimica e valore nutritivo. A differenza di quanto avvenuto per gli insilati, per i quali non vi è stata
7
una correlazione significativa tra IVTDNDF e ADF e tra IVTDNDF e ADL, probabilmente per
l’effetto di diluizione dell’amido anche rispetto all’ADF e all’ADL, per i foraggi essiccati vi è stata
una correlazione significativa e negativa tra IVTDNDF e ADF (r= -0,38; P<0,001) e tra IVTDNDF
e ADL (r = -0,40; P<0,001) il che evidenzia una miglior corrispondenza con le equazioni di stima
NRC basate solo sulla composizione chimica.
CONCLUSIONI
L’indagine svolta con i numerosi campionamenti e le molteplici analisi chimiche e biologiche
effettuate su diversi foraggi dell’areale lombardo in oltre un biennio, rivela una notevole variabilità
analitica e di valore nutritivo sia tra i foraggi stessi sia all’interno delle medesime specie. Altro
fattore determinante è il tipo di conservazione del foraggio: l’insilamento consente il più delle volte
di contenere meglio le perdite di valore nutritivo, ma un ritardo nell’epoca di sfalcio o peggio
ancora una cattiva tecnica di insilamento compromettono irrimediabilmente la qualità finale del
foraggio. Il silomais tra i cereali e la loiessa tra i foraggi “prativi” non amidacei emergono come le
specie a maggior valore nutritivo, il primo grazie al suo tenore in amido, la seconda grazie
all’eccellente qualità della componente fibrosa, purchè raccolta ad uno stadio precoce di sviluppo
(botticella-inizio spigatura).
Anche i prati polititi e l’erba medica si sono rivelati ottimi foraggi, grazie a un elevato tenore
proteico e a una buona fermentescibilità nelle prime ore di incubazione.
Il sorgo, da granella o da foraggio, appare una foraggera qualitativamente inferiore alle
precedenti, anche se uno sfalcio anticipato consente di ottenere una fibra di buona digeribilità.
Si conferma l’importanza di effettuare sempre un’analisi dei foraggi prodotti e utilizzati in
azienda, che non si limiti ai parametri chimici ma che, direttamente o indirettamente (per es. tramite
NIR), utilizzi analisi biologiche per una stima accurata del reale valore nutritivo del foraggio
impiegato nella razione.
8
Tab. 1 - Composizione chimica (media e deviazione standard) dei foraggi insilati.
(Tutti i valori analitici sono espressi in % s.s., tranne la SS, espressa in % s.t.q.)
Mais
N
SS
Frumento
15
34,4
15
BC
3,6
SO
95,8
8,2
3,9
4,3
2,5
6,6
AB
1,8
39,5
5,0
ADF
22,7
2,9
ADL
2,1
3,6
1,3
E
1,8
ADFIP
0,7
0,3
NFC
47,0
9,5
9,4
1,1
BC
4,3
Amido
32,3
4,6
12,0
5,3
10,6
5,3
0,8
0,6
4,4
1,4
22,2
5,3
4,4
1,1
1,0
1,8
1,0
31,3
13,9
0,9
12,2
5,5
1,0
33,7
12,4
0,4
13,7
1,9
1,8
25,5
3,7
4,4
1,3
1,0
1,2
16,2
11,4
0,2
1,3
1,0
B
2,0
CD
60,5
A
37,9
AB
3,2
B
2,8
BC
1,4
AB
0,3
E
19,2
E
4,5
AB
8,0
BCD
2,9
C
0,4
C
4,6
0,4
BC
2,1
AB
BC
1,5
CDE
1,7
D
3,7
B
2,0
4,1
4,1
B
0,5
CD
3,6
C
3,4
C
4,8
A
0,3
A
4,7
AB
42,4
10,0
0,4
A
2,4
B
0,6
B
0,5
B
3,1
66,7
DE
1,8
CD
2,0
A
0,9
BC
2,3
BC
6,2
1,8
1,2
BC
1,9
DE
5,6
A
0,8
C
1,8
33,5
4,5
89,0
1,6
B
0,5
CD
5,4
B
0,1
BC
2,8
AB
2,8
42,7
3,5
BC
2,1
C
1,4
D
7,8
C
0,1
BC
5,1
CD
28,6
1,6
0,6
BC
1,0
DE
0,3
DE
49,2
10,6
8,6
24,9
4,5
C
0,8
A
4,2
A
2,6
B
0,4
AB
4,1
C
2,9
2,9
6,2
C
1,5
A
7,8
A
28,8
6,2
9,2
91,3
Sorgo
foraggio
18
10,0
CD
1,1
A
4,0
B
0,6
B
2,7
B
7,4
ABC
4,7
B
3,7
50,6
5,8
21,0
C
0,8
A
3,6
BC
0,8
D
5,4
C
0,4
CD
6,7
AB
3,3
A
26,3
31,3
1,7
0,3
B
1,8
BC
5,8
ABC
4,3
1,4
1,1
50,7
6,3
11,0
87,7
20,4
2,6
E
3,1
C
0,7
B
1,7
ABC
0,7
BCD
0,3
B
6,0
ABC
2,7
Zuccheri
33,9
2,3
2,4
3,7
B
0,5
BC
0,6
A
4,7
Ac. Org.
1,1
2,7
6,7
5,2
95,0
61,0
Segale
3
A
16,2
AB
0,6
BC
1,2
B
10,1
BC
0,9
DE
0,5
C
33,7
5,5
10,3
15
BC
0,3
C
2,4
BC
0,7
B
3,3
B
1,7
0,2
52,4
17,0
92,1
26,4
Medica
3,0
BCD
2,9
B
2,2
ABC
5,8
C
5,5
B
0,7
NDFIP
31,1
2,4
0,9
BC
4,5
D
5,5
87,9
31,1
BC
5,1
E
2,0
B
1,2
CD
0,5
49,4
5,0
5
A
3,8
BC
1,2
B
1,2
D
10,8
57,6
Sorgo
granella
3
Orzo
3,0
C
2,0
B
1,1
0,4
NDF
6,3
B
1,3
EE
10,0
89,5
Prato
polifita
7
22,5
DE
0,0
C
1,6
BC
1,4
Pr. Sol
93,4
39,3
B
16,2
ABC
1,7
C
0,6
NPN
11
B
5,8
A
0,5
PG
36,1
Loiessa
2,0
ABC
2,0
C
1,5
C
2,4
9
Tab. 2 – Profilo fermentativo (media e deviazione standard) dei foraggi insilati.
___________________________________________________________________________
Mais
Frumento Loiessa
Prato
polifita
Orzo
Sorgo da Medica
granella
Segale
Sorgo da
foraggio
n
15
15
11
7
5
3
15
3
18
pH
3,8
4,0
4,6
5,4
4,0
4,0
5,4
5,2
4,6
0,1
0,3
0,7
0,9
0,2
0,3
0,4
0,2
0,6
Ac. lattico
(% s.s.)
6,9
6,9
8,6
4,3
10,4
8,0
2,9
2,4
3,6
2,8
4,0
6,1
6,3
3,2
4,2
2,9
1,2
2,0
Ac. acetico
(% s.s.)
1,9
1,8
1,5
0,7
2,5
3,1
0,7
4,3
2,7
0,8
1,2
0,9
0,9
0,9
1,5
0,7
0,2
1,4
Ac. propion.
(% s.s.)
0,3
0,1
0,2
0,0
0,1
0,5
0,0
1,4
0,3
0,4
0,1
0,4
0,1
0,2
0,5
0,0
0,5
0,3
Ac. butirr.
(% s.s.)
0,0
0,1
0,1
0,0
0,0
0,0
0,0
2,5
0,5
0,0
0,3
0,2
0,0
0,0
0,0
0,0
1,1
0,7
Etanolo
(% s.s.)
0,4
0,5
0,3
0,4
0,7
0,8
0,1
0,5
0,8
0,2
0,4
0,2
0,6
0,7
0,2
0,1
0,1
0,5
NH3-N
(% N tot)
7,4
7,9
6,0
3,3
5,9
9,5
4,5
45,9
14,7
2,2
2,9
3,1
1,6
2,0
3,2
3,5
34,8
9,5
Fig. 1 – Regressione fra il contenuto di ADL e il valore di IVTDNDF (%) negli insilati di foraggere
amidacee e in quelli di foraggere prative.
90
80
70
IV TD N D F (%
y = -1,4 43 x + 72 ,5 5 1
60
2
R = 0 ,5 3 02
50
40
y = -1 ,1 7 73 x + 5 2,5 8 9
2
R = 0 ,09 3 2
30
20
F O RA G G E RE P R A TIV E
10
F O RA G G E RE A M ID A C E E
0
0
5
10
A D L (% N D F ) 15
20
25
10
Tab. 3 - Analisi biologiche (media e deviazione standard) dei foraggi insilati.
n
GP 24h
(ml/200
mg SS)
Mais
15
58,6 A
Frumento
15
53,2 AB
3,5
Loiessa
11
51,8
7
45,7
5
47,3
Sorgo granella
3
45,2 CD
5,1
3
44,0
72,2
66,8
AB
3,2
CD
5,9
63,6
9,29
0,80
0,78
0,06
0,77 D
0,03
0,00
9,13
8,75
0,76
0,72
78,4
68,3
61,5
6,3
E
0,09
66,1
64,0
39,9
47,0
0,71
0,07
0,06
B
0,61
0,09
B
59,6
0,80 CDE
0,05
A
7,1
D
0,96 A
0,07
C
6,7
D
0,87 BC
0,05
57,9 A
41,4
0,83 BCD
0,04
A
2,5
AB
0,84 BC
0,06
B
4,9
0,86 AB
0,86
58,4
0,88 B
0,08
A
3,5
CD
0,05
B
51,2
1,02 A
0,04
55,5 AB
2,9
A
0,05
B
7,8
CD
0,94
5
59,0 A
58,3
UFL NRC
CH.
(n/kg SS)
5,7
A
0,10
A
45,8 B
49,5
0,91
4
dNDF
(% )
3,3
0,10
A
7,2
D
0,91 A
0,79 BC
2,7
2,4
ED
3
NRC
45,8 B
6,0
AB
UFL
10,5
6,7
C
72,2 BC
75,9
42,2 B
9,7
A
3,1
D
0,08
E
80,6
4,2
0,04
DE
2
7,0
A
5,1
CD
9,21 D
D
72,0 BC
4,4
BCD
0,59
0,84
C
0,85
76,7 AB
4,7
BC
0,06
CD
0,37
C
5,0
D
9,54
2
4,9
0,86 AB
0,06
BCD
0,63
BC
63,5 C
71,4
10,04
0,93 A
0,10
BC
0,61
A
1,0
CD
3,4
Segale
72,7
1
UFL GP IVTDDM IVTDNDF
(n/kg SS)
(% )
(% )
0,05
10,10 AB
0,96
A
4,4
0,7
41,7
0,48
70,8 AB
4,3
BC
Orzo
15
10,81 A
3,4
CD
4,7
Medica
72,6 A
5,1
B
4,9
Prato polifita
EM
(MJ/kg
SS)
1
2,8
7,7
1
dSO
(% )
0,76 E
0,09
A
0,76 DE
18
40,0
5,8
4,4
0,74
0,07
7,2
10,9
0,15
4,1
0,08
Panico
1
48,4
69,5
9,28
0,78
71,5
56,9
0,72
52,8
0,68
Triticale
1
51,8
67,4
9,66
0,81
71,7
56,6
0,79
63,0
0,86
Sorgo foraggio
62,6
8,32
0,68
66,8
49,9
0,67
58,3
1 dSO: Digeribilità della sostanza organica da Gas production (GP); EM (Energia metabolizzabile) da GP, UFL da GP
2 IVTDDM (In vitro true digestibility dry matter) e IVTDNDF (In vitro true digestibility NDF) determinate in vitro con
incubatore Ankom Daisy, a 48 ore
3 UFL calcolate secondo il sistema NRC 2001 con i valori di IVTDNDF, facendo riferimento al livello alimentare di
mantenimento (UFL=NEL (MJ) 1X/7,113).
4 digeribilità dell’NDF calcolata dalla sola composizione chimica secondo le equazioni NRC 2001
5 UFL calcolate secondo il sistema NRC con i valori di dNDF
11
Tab. 4 - Composizione chimica (media e deviazione standard) dei foraggi essiccati.
(Tutti i valori analitici sono espressi in % s.s., tranne la SS, espressa in % s.t.q.)
N
Frumento
2
Loiessa
2
SS
88,1
85,0
3,7
SO
90,8
0,5
ABC
4,4
PG
12,2
NPN
3,3
EE
ADL
NDFIP
86,6
87,6
86,9
89,3
1,1
BC
12,2
3,8
0,8
B
10,7
3,8
1,8
2,7
12,0
2,2
3,6
17,7
5,0
6,5
1,0
C
1,7
18,0
A
4,9
6,4
3,5
A
0,0
0,3
1,9
1,9
0,3
0,9
1,4
1,2
1,0
1,3
1,1
1,4
0,8
59,2
36,1
56,8
0,6
BC
0,8
B
33,1
62,0
0,0
B
58,8
4,6
B
34,5
0,6
B
0,0
B
32,0
57,6
0,3
BC
5,5
B
33,8
47,9
0,4
CD
7,3
B
35,9
43,1
34,4
D
0,1
D
3,4
B
C
0,1
AB
1,4
0,0
C
0,7
0,0
B
A
1,0
1,2
A
93,0
A
2,1
1,7
BC
88,0
A
3,4
BC
1,1
CD
89,9
0,3
ABC
1,8
B
2,7
BC
0,1
ABC
91,6
3,9
AB
2,1
B
0,6
AB
2,0
ABC
88,9
2,8
BC
3
87,5
2,0
79,9
A
4,5
B
50,0
A
0,8
1,9
3,3
0,1
3,6
5,7
2,5
4,2
2,3
3,6
6,1
3,0
6,3
6,0
5,8
0,8
0,8
1,6
4,9
1,8
3,0
3,6
3,8
2,5 AB
3,2 AB
4,6 A
3,9 AB
4,1 AB
3,3 AB
2,9 AB
2,2 B
1,3
0,8
2,3
0,3
1,0
1,4
1,5
0,7
0,8
NFC
21,0
CD
1,3
AB
23,6
0,0
ABCD
0,0
6,4
Amido
86,2
2,8
ADFIP
Zuccheri
85,1
Paglie
0,8
0,0
ADF
5,0
Medica
dis.
4
4,2
AB
2,1
ABC
0,2
NDF
3,5
Medica
32
0,9
B
2,7
AB
1,3
4,4
11,5
Prato
polifita
33
2,7
ABC
2,2
B
3,5
Pr. Sol.
90,0
6
Sorgo
foraggio
2
Panico
7,8 AB
0,3
AB
5,0
10,8 A
8,7
4,9
0,7 A
0,3
0,0
0,1
0,9
BCD
18,6
0,1
B
22,2
1,3
ABC
0,6
AB
24,8
1,6
AB
0,3
AB
26,5
1,7
A
0,3
A
28,3
1,1 ABCD
0,1
A
10,9
C
4,3
0,5
3,6
5,4
1,6
5,3
6,6 AB
4,6 BC
8,9 AB
5,5 ABC
4,9 BC
1,0 C
5,0
A
0,6
D
1,8
1,7
1,0
A
0,4
3,2
0,6 A
0,8
0,0
0,6
2,7
A
1,3
1,4
2,1
A
1,1
0,5
0,9
A
1,9 A
2,8
12
Tab. 5 - Analisi biologiche (media e deviazione standard) dei foraggi essiccati.
Frumento
N
GP 24h
(ml/200 mg SS)
1
EM
(MJ/kg SS)
1
UFL GP
(n./kg SS)
2
IVTDDM
(%)
2
IVTDNDF
(%)
3
UFL NRC
(n./kg SS)
4
UFL NRC
(n./kg SS)
5
dNDF
(%)
Medica
disidr.
Medica
Paglie
2
6
2
33
32
4
3
49,7 A
47,5 A
49,4 A
45,1 AB
40,0 B
40,6 B
33,6 C
7,1
0,3
4,9
0,7
4,3
3,5
3,7
5,8
A
1,0
1
Prato
polifita
Sorgo da
foraggio
Panico
2
49,2 A
70,5
dSO
(%)
Loiessa
9,60
3,4
A
0,78
0,81
3,8
0,93
0,82
59,6
2,0
0,80
0,77
55,3
6,4
0,90
0,70
48,8
12,5
0,80
0,84
56,6
5,7
0,77
0,79
44,5
9,4
0,79
0,79
44,1
14,3
0,33 B
0,11
A
0,07
B
35,7 D
11,9
A
0,03
A
0,10
AB
44,8
47,4 C
6,1
CD
4,3
A
0,10
A
0,07
AB
41,5
73,4
0,55 B
0,08
AB
2,3
CD
6,5
A
0,11
AB
0,15
AB
53,2
69,9
0,72
6,98 B
0,80
A
0,04
B
5,2
BC
8,4
A
0,02
AB
0,06
A
68,1
70,8
0,71
8,79
50,6 B
5,4
A
0,39
A
0,05
AB
5,9
A
0,3
A
0,14
A
0,01
AB
58,3
79,6
0,75
8,67
68,5
A
2,5
A
0,55
A
0,06
A
0,7
AB
6,6
A
0,02
AB
0,07
54,8
69,8
72,5
0,80
9,06
66,6
A
4,2
A
0,62
A
0,01
AB
4,6
A
0,4
A
0,08
0,77
79,2
0,79
9,54
66,3
A
4,8
A
0,13
A
0,06
A
0,1
AB
4,5
0,85
0,81
9,39
71,0
A
0,4
A
0,65
A
0,02
AB
1,4
61,8
9,66
70,0
A
4,4
A
0,21
A
0,08
72,6
71,0
A
0,61 B
0,11
B
56,1 AB
9,8
1 dSO: Digeribilità della sostanza organica da Gas production (GP);EM (Energia metabolizzabile) da GP, UFL da GP
2 IVTDDM (In vitro true digestibility dry matter) e IVTDNDF (In vitro true digestibility NDF) determinate in vitro con
incubatore Ankom Daisy, a 48 ore
3 UFL calcolate secondo il sistema NRC con i valori di IVTDNDF, , facendo riferimento al livello alimentare di mantenimento
(UFL=NEL (MJ) 1X/7,113).
4 UFL calcolate secondo il sistema NRC con i valori di dNDF
5 digeribilità dell’NDF calcolata dalla sola composizione chimica secondo il sistema NRC
13
Tab. 6 - Confronto per i parametri chimici risultati significativamente diversi (P<0.05) tra foraggi
insilati ed essiccati.
____________________________________________________________________________
Medica
Insil. Fieno P
NDF
42,7
PG
21,0
NPN
9,2
Prot. Sol. 10,6
Amido
1,3
Zuccheri
4,4
47,9
17,7
5,0
6,5
1,3
5,5
Prato
Insil. Fieno
50,7
17,0
5,5
6,7
1,1
4,4
0,031
0,004
0,001
0,001
0,817
0,279
57,6
12,0
2,2
3,6
0,9
8,9
P
Frumento
Insil. Fieno P
Sorgo da foraggio
Insil. Fieno P
49,4
10,0
6,3
6,7
12,0
4,3
58,9
10,1
4,4
4,8
3,2
1,8
0,014
0,002
0,001
0,001
0,368
0,003
59,2
12,2
3,3
4,4
0,7
7,8
0,009
0,130
0,003
0,019
0,010
0,255
58,8
10,7
1,8
2,7
0,6
4,6
0,983
0,690
0,038
0,110
0,469
0,062
Tab. 7 - Confronto tra il valore nutritivo dei foraggi insilati ed essiccati.
________________________________________________________________________________
Medica
Insil. Fieno P
UFL-GP
IVTD-NDF
UFLvitro NRC
UFLchim NRC
0,76
49,5
0,86
0,80
0,71
41,5
0,77
0,79
0,007
0,000
0,001
0,863
Prato
Insil. Fieno
0,80
64,0
0,94
0,83
0,75
53,2
0,80
0,84
P
0,087
0,003
0,002
0,881
Frumento
Insil. Fieno P
0,86
45,8
0,79
0,88
0,81
61,8
0,85
0,77
0,508
0,008
0,478
0,102
Sorgo da foraggio
Insil. Fieno P
0,69
49,3
0,70
0,79
0,80
68,1
0,90
0,70
0,054
0,018
0,091
0,247
14
Fig. 2 – Fermentescibilità dei diversi foraggi essiccati.
60
Fieno di frumento,
loiessa, panico e
sorgo da foraggio
Fieno di prato
polifita
Erba medica
disidratata e Fieno
di erba medica
Paglia
Volume di gas prodotto (ml)
50
40
30
20
10
0
0
5
10
15
20
25
30
Tempo di incubazione (ore)
Fig. 3 – Foraggi essiccati: regressione tra le UFL calcolate in base alla gas production e quelle
calcolate con equazione NRC in base alla digeribilità in vitro della fibra (IVTDNDF).
1,2
1
y = 1,4x - 0,2541
R2 = 0,5595
UFL NRC
0,8
0,6
0,4
0,2
0
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
UFL GP
15