e` partito il programma di promozione in corea del sud della

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e` partito il programma di promozione in corea del sud della
E’ PARTITO IL PROGRAMMA DI PROMOZIONE IN COREA DEL SUD
DELLA FILIERA BIOLOGICA E DEI COSMETICI DI DERIVAZIONE NATURALE
MADE IN ITALY
Per la prima volta il biologico e la cosmetica naturale Made in Italy saranno al centro di un programma finalizzato alla promozione, in Corea del Sud, delle eccellenze in questo settore, come previsto da una convenzione promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e sottoscritta da Federalimentare – in rappresentanza dell’Industria Alimentare italiana -­ e Federbio -­ che raggruppa oltre 70 associazioni legate al mondo dell'agricoltura biologica, con il supporto di SANA/BolognaFiere in
qualità di soggetto attuatore.
Il programma è stato presentato nel corso del seminario “Il mercato coreano dei
prodotti alimentari bio e della cosmesi naturale”, svoltosi a BolognaFiere il 22
aprile scorso*.
Con un mercato domestico di prodotti alimentari che nel 2010 ha raggiunto i 343 milioni di euro
di valore, la Corea del sud (una popolazione stimata di 48.260.000 abitanti, su una superficie di 99.601 chilometri quadrati) rappresenta uno degli sbocchi più promettenti per l’industria
alimentare italiana. Nel 2012 il nostro export su questo mercato ha toccato i 128 milioni di
euro di fatturato, continuando a segnare un significativo trend espansivo (+22,5% rispetto al 2011). Il posizionamento competitivo dell’industria alimentare nazionale sul mercato sud coreano (dati 2011) risulta positivo soprattutto nei comparti oleario e della pasta, che si pongono al secondo posto tra i fornitori internazionali, in quello enologico, che raggiunge il terzo posto, mentre il dolciario e i salumi si trovano al sesto posto tra i fornitori del mercato alimentare coreano. Più in dettaglio, il comparto enologico registra 18,8 milioni di valore (+28,8), l’oleario 17,2 milioni (+6,3%), il pastaio 15 milioni (+24,9%) e il caffè 10,4 milioni (+8,3%). Fra i paesi emergenti, solo gli Emirati Arabi Uniti (+42,4%), la Thailandia (+42,3%), il Messico (+35,6%), l’Arabia Saudita (+30,5%), Libia (+27,6%) e Turchia (+24,2%) hanno segnato, nel 2012, spunti espansivi superiori alla Corea del Sud. Tranne Messico e Tailandia, si tratta di Paesi che, analogamente alla Corea del Sud, hanno tutti rappresentato per l’Italia quote di export alimentare tra i 100 e i 160 milioni di euro. Le prospettive
odierne indicano, per la Corea del Sud, il consolidamento della terza posizione tra
gli sbocchi asiatici del “food and drink” nazionale italiano, dopo il Giappone, saldamente leader con una quota export 2012 di 686,2 milioni di euro (+20,6%), e dopo la Cina, che ha toccato la quota di 256,3 milioni euro (+18,3%).
Questi i dati presentati al seminario dal Vice Presidente di Federalimentare, Annibale
Pancrazio, dopo l’introduzione di Marco Momoli (Dirigente Business Unit Beni di
Consumo di BolognaFiere) che ha richiamato l’attenzione sull’impegno di SANA (Bologna 7 – 10 settembre 2013, la manifestazione fieristica leader in Italia per l’agricoltura bio certificata, la cosmesi naturale e bio, l’erboristica), per favorire l’incontro tra produttori, trasformatori, rivenditori e consumatori, nell’ottica di sviluppo del business della filiera agroalimentare e cosmetica bio e naturale.
Carlo Marina Ministero dello Sviluppo economico) ha quindi illustrato il programma
ministeriale di promozione del made in Italy, e segnatamente per la Corea Sud,
mentre il Presidente di Federbio, Paolo Carnemolla, ha presentato una panoramica a 360 gradi del biologico nel mondo, mettendo successivamente a fuoco il trend del settore
agricolo bio in Corea del Sud, settore che nel 2011 contava 13.376 unità produttrici (contro le 10.760 censite nel 2010).
In relazione alle caratteristiche del mercato bio sud coreano, Carnemolla ha evidenziato che i
principali fattori che ostacolano il consumo dei prodotti biologici sono il prezzo elevato (80,2%) e la scarsa fiducia nell’affidabilità della certificazione (61,1%);; i prodotti biologici maggiormente acquistati nell’ultimo anno sono risultati gli ortaggi (67,6%), la frutta (62,5%), gli snack (58,3%), il tè, le bevande, i derivati del latte (50,4%);; se i prezzi fossero più bassi, i prodotti biologici che i consumatori acquisterebbero di preferenza sarebbero gli ortaggi (64,7%), la frutta (46,3%), i prodotti di derivazione animale (45,3%). Viceversa, le ragioni che motivano oggi l’acquisto di alimenti bio da parte dei consumatori sud coreani sono l’attenzione alla salute (71,9%), la freschezza (30,4%), la sostenibilità ambientale (22,6%), il miglior gusto (7,4%.). Per quanto riguarda i canali di
vendita, i prodotti biologici vengono acquistati prevalentemente presso il reparto specializzato della GDO (76,2%), con una significativa percentuale (20%) di acquisto online sui siti specializzati La fotografia del mercato dei cosmetici naturali e non in Sud Corea è stata invece delineata da Antonio Argentieri, consigliere UNIPRO, partendo dal dato 2011 del mercato
totale dei prezzi per il pubblico (RSP per gli addetti ai lavori), ovvero 7,5 miliardi di euro, con una crescita, rispetto al 2010, del 9,6% (nel 2010 l’incremento sul 2009 era stato di +11,3 %). Una dimensione, questa, che pone il mercato cosmetico sud coreano tra i primi dieci del mondo, con un tasso di crescita superiore a quello sia dell’Unione europea sia degli USA. L’industria locale, ha puntualizzato Argentieri, è mediamente sviluppata, ma inferiore a quella italiana sul piano del marketing piuttosto che su quello tecnico. La principale industria cosmetica locale è Amore Pacific Group, seguita da LG Life and Health Ltd.
Forte risulta in generale l’appeal del made in Italy, delle marche europee e del made in USA. L’export italiano (dato 2012) è stato di 31 milioni di euro (17a destinazione). Dal raffronto tra il mercato cosmetico sud coreano con quello europeo, risaltano alcune macro differenze, ovvero una maggiore propensione del consumatore sud coreano al “trattamento corpo” (ad esempio con impiego di prodotti anticellulite e di cura del seno), all’acquisto degli antirughe e dei prodotti di protezione solare;; i prodotti sbiancanti (“whitening”), solitamente 6-­8 referenze, rappresentano il 15% del segmento viso. Le cosiddette BB cream (BB sta per Blemish Balm;; sono prodotti multifunzione utilizzati per perfezionare le discromie cutanee) rappresentano il 13% del segmento viso, mentre sono in fase di sviluppo le cosiddette CC Cream (Color Control Cream). La distribuzione qualificata avviene soprattutto nei centri commerciali e nei reparti dedicati dei grandi magazzini;; nettamente in secondo piano appaiono le farmacie, mentre le profumerie di tipo europeo sono poche e di basso livello, ha puntualizzato Argentieri. Da segnalare anche la presenza di piccole catene private di negozi tradizionali. Il test del prodotto sul punto vendita, è stato sottolineato, è tecnica di marketing essenziale. Infine, in relazione specificamente al mercato sud coreano dei cosmetici bio e di
derivazione naturale, è stato fatto presente che non sono stati fissati standard particolari per definire i cosmetici “bio” e “naturali”, e che i consumatori non hanno le idee chiare a riguardo;; sul mercato cosmetico totale rappresentano una percentuale simile a quella italiana, e rappresentano
un segmento tra i più dinamici della cosmetica.
Ad illustrare le disposizioni doganali che regolano l’export in Corea del Sud è intervenuto Riccardo Cozzo, amministratore delegato di Bioagricert, che ha sottolineato come, in linea generale, il processo di liberalizzazione delle importazioni sia ormai quasi del tutto completato. Allo stato attuale, per esportare prodotti biologici in Corea del Sud le aziende interessate hanno a disposizione due modalità: la prima consiste nell’esportare con la certificazione europea Reg. UE 834/2007, il che significa che non è necessario avere una doppia certificazione, ma che basta essere in possesso di un certificato valido 834;; la seconda, prevede la certificazione in base allo standard coreano che si basa principalmente sull’Environmental Friendly Agriculture Promotion Act (EFAPA) per i prodotti agricoli e zootecnici, e sul Food Industry Promotion Act (FIPA) per i prodotti trasformati. Lo standard coreano EFAPA stabilisce diversi livelli di certificazione, tra cui la categoria “a basso contenuto di pesticidi”, che sarebbe equivalente alla nostra certificazione di prodotti da “agricoltura integrata” ma è prevista solo per gli operatori locali. Gli operatori esteri, definiti “overseas”, possono certificare solo per le seguenti categorie: biologici (prodotti agricoli e zootecnici), trasformati, importatori. I due standard coreani EFAPA (organic crop and livestock certification) e FIPA (organic processed food certification) sono stati unificati in un unico standard denominato Environment friendly agriculture, acquaculture promotion and organic food support and management act, pubblicato il 1 giungo 2012 che entrerà in vigore a partire dal 2 giugno 2013. Nel corso di qeusta presentazione è stato inoltre messo in rilievo che lo standard coreano non parla di prodotti cosmetici, ma solo di prodotti agroalimentari biologici. Al seminario del 22 aprile hanno partecipato aziende biologiche certificate
specializzate nella produzione di vino, olio extravergine, prodotti da forno, snack a base di cioccolato, miele, conserve di frutta, prodotti apistici, pasta, conserve di pomodoro, legumi in scatola, carni e insaccati bio (tra cui cotechino, coppa di testa, arrosti), bevande bio a base di cereali, panne vegetali, dessert, tè, caramelle, estratti, diffusori ambientali di propoli, spray per la gola e sciroppi a base di propoli, saponi, shampoo, gel doccia, bagnetto baby, detergente intimo, guam, prodotti cosmetici per la cura della pelle, prodotti di erboristeria. Di rilievo anche la presenza dei rappresentanti degli enti certificatori italiani, considerato che la Corea del Sud è il paese al mondo che conta il maggior numero di Organismi di Controllo. Successivamente a questo workshop, il programma di promozione finanziato dal Ministero prevede l’organizzazione di incontri B2B tra operatori italiani e sud coreani in occasione di
SANA 2013, e un evento di presentazione del Made in Italy bio a Seoul. Per ulteriori info sulle iniziative già svolte e sulle prossime in calendario, rivolgersi a Luisa Bersanetti, BolognaFiere SpA (tel. 051 282483, [email protected]), o a Luisa Colombo, Federbio (tel. 051 4210272, cell. 393 9316043), o a Giovanni Delle Donne, Federalimentare (tel. 06 5903343).
*Dal sito www.sana.it si possono scaricare tutte le relazioni presentate
Ufficio Stampa SANA: Silvia Zamboni – [email protected] – tel. 051 260569