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SCHEDE
V a ja n a , Uomini di Bergamo
(Un ventennio di storia) - voi. Ili, Edi­
A lfo n so
zioni Orobiche, Bergamo, 1955, pp. 262
s. p.
Il terzo volume, che Alfonso Vajana
ha dedicato agli « uomini di Bergamo »,
ci offre un quadro della lotta antifascista
che durante il ventennio si svolse nella
città e nella provincia bergamasca. Una
storia colma di passione, di cospirazioni,
di eroismi e sacrifici spesso sconosciuti,
di tradimenti e di vergogne; una storia
nella quale ininterrotti rifulgono, in ogni
contrada e in ogni categoria e classe so­
ciale, l’amore e la generosa dedizione
alla causa della libertà.
Il libro ci presenta uomini illustri del­
l ’antifascismo e uomini sconosciuti, uni­
ti in una battaglia che fa di Bergamo
uno dei principali centri di cospirazione
e di preparazione della più grande e vit­
toriosa lotta di Resistenza.
Questo terzo volume si ferma appunto
all’8 settembre 1943, ed il suo interesse
sta nell’ampia documentazione sul movi­
mento antifascista bergamasco dal suo
sorgere alla vigilia della lotta partigiana.
Interessanti e luminose le pagine che
l ’autore ha scritto sul periodo successivo
al « 25 luglio », periodo che la scellera­
tezza fascista chiamò — come ricorda
Vajana — il «martirio dei quarantacinque
giorni ». In queste pagine è racchiuso il
dramma di quei giorni: dietro l’entusia­
smo popolare e la gioia per la libertà si
fà, di ora in ora, più chiara l’ ultima e
più grande tragedia italiana. (5 . Parigi)
In g e S c h o l l ,
a.
Die weisse Rose - Frankfurt
M. - Fischer-Bücherei,
1955,
pp.
155Bene ha fatto l’editore Fischer a ri­
stampare in una collana a larga diffu­
sione popolare questo libretto uscito già
qualche anno fa per i tipi dei beneme­
riti Frankfurter Hefte. Si tratta infatti
di un delicato documento umano, testi­
monianza, come ebbe a dire il presiden­
te Heuss, dell’azione con la quale, dopo
la catastrofe di Stalingrado, alcuni stu­
denti dell’Università di Monaco di Ba­
viera opposero « la purezza dei sentimen­
ti e i) coraggio della verità alle frasi fat­
te e alla menzogna ». Il libretto è opera
di Inge Scholl, sorella di Sophie e Hans
Scholi, i due giovanissimi studenti giu­
stiziati dai nazisti il 22 febbraio del 1943
per avere diffuso, con la complicità di
qualche compagno e di un non indegno
maestro, il filosofo Kurt Huber, anch’ essi finiti presto vittime della ferocia na­
zista, dei volantini — i volantini della
Rosa Bianca — incitanti il popolo tede­
sco a ritrovare il senso smarrito della li­
bertà e della dignità umana e ad opporre
il sabotaggio e la resistenza passiva alla
continuazione della guerra hitleriana.
Il movimento della Rosa Bianca, di
schietta ispirazione cristiana, non costi­
tuì altro che un episodio isolato di ri­
bellione e, pur senza rappresentare un
preciso programma politico di alternativa
al regime, appartiene alle testimonianze
più toccanti della rivolta morale suscita­
ta dal regime e dalla guerra hitleriana tra
i migliori esponenti della gioventù tede­
sca. (E. Collotti)
Mai più come
allora (100 giorni alla Polizia Criminale
Nazista) - Istituto Poligrafico Editoria­
M osconi M ario (E g ist o J,
le, Venezia, 1955, pp. 94, s. p.
L ’autore, il quale, durante il periodo
clandestino, partecipò attivamente alla
Resistenza veneta, dapprima presso il
Comando della seconda Zona militare,
la Collinare Est-Euganei, poi nel Servi­
zio Informazioni « Si Cri » aggregato al
Sim, narra in questa breve pubblicazio­
ne della sua cattura da parte della Gestapo e dei successivi avvenimenti. Dopo
l’ interrogatorio eseguito a base di ner­
bate e di maltrattamenti, egli viene con­
dannato a morte da un sedicente tribu­
nale nazista; ma riesce ad evadere, pro­
prio mentre sta per essere incluso in un
elenco di sette detenuti la cui fucilazione
era stata decisa dal famigerato maggiore
Carità, d’accordo con la Gestapo, allo sco­
po di scoraggiare, all’avvicinarsi dei mo­
menti decisivi, l’attesa ribellione popola­
re. Il volumetto tratteggia con vivacità,
nell’ ultima parte, l ’insurrezione di Pado­
va. Degna di segnalazione, infine, la let­
tera che precede l’intera narrazione: è
un breve ma indicativo documento in
cui il soldato tedesco Bernhard Hòlzl,
Schede
it i
dopo avere dichiarato la sua ammirazio­
ne per l ’autore, ai cui interrogatori ave­
va, occasionalmente, assistito, così si esprime : « Mi lusingo di essere nella Sua
memoria uno dei soldati che allora ve­
stivano la divisa germanica che più po­
tevano trovare qualche simpatia in Ita­
lia ». (F. Pedone)
Alcuni dei discorsi dedicati ai caduti (il
prof. Ennio Carando, già delegato del
P.C .I. nel C .L .N .), ed alla cronaca del­
l’attività politica e militare dello stesso
Comitato, contengono assai utili notizie
per la storia della IV Zona ed il quadro
dello spirito pubblico. (F. P.)
Douce France - Dia­
rio 1941-1942, Editori Riuniti - Roma,
G iu l ia n o P a ie t t a ,
A r t u r o D e l l e p ia n e
( V itto rio ),
Appunti
sulla Resistenza, Marchese e Campora
Editori,
re 500.
Genova,
1955,
PP- 227,
L i­
Arturo Dellepiane è una delle figure
centrali della Resistenza genovese. Anti­
fascista di vecchia data, il 25 luglio 1943,
Dellepiane è a Genova, alla testa dei la­
voratori che cercano di ricostruire il
sindacato libero durante l’interregno ba­
dogliano. A questo periodo si riferisco­
no i primi « appunti » del libro. Ma, col
ritorno dei fascisti dietro le baionette te­
desche, egli viene estromesso con la vio­
lenza dall’organizzazione sindacale e si
trova costretto, come tanti altri, ad ini­
ziare l'attività clandestina. E ’ dapprima
impegnato nella Organizzazione Otto,
che, in stretto contatto con i Comandi
alleati, garantisce l’afflusso di riforni­
menti ai partigiani e la trasmissione di
informazioni militari; ma quando i tede­
schi la scoprono e la distruggono, Delle­
piane raggiunge, sulle balze dell’Appennino, le formazioni partigiane scagliona­
te nella V I Zona. E sono le sofferenze, i
sacrifici, le lotte e le vittorie di « quelli
della V I Zona » che ci testimonia il re­
stante racconto di Dellepiane, dalla dura
battaglia dell’agosto del 1944 contro i
nazi-fascisti, al grande rastrellamento del
dicembre, al glorioso 25 aprile. Un libro
di ricordi vivo ed interessante, dunque;
speriamo che esso funga da stimolo, se­
condo anche quanto fa presente Ferruc­
cio Parri nella sua prefazione, per una
organica ricostruzione storica delle vicen­
de dell’azione partigiana nella V I Zona.
(M. Vegetti)
A dieci anni dalla liberazione. Discorsi e
scritti di « Mario » nel 1954 e 1955. A cura dell’ Associazione Partigiani
« Mario Fontana » - Tipografia Moder­
na, La Spezia, 1956.
L ’autore degli scritti e discorsi raccolti
in questo opuscolo è il dott. Pietro Mario
Beghi, già segretario del C .L .N . e poi
prefetto della Liberazione di La Spezia.
1956, pp. 278, L . 600.
Il periodo 1941-1942 « con la sua ille­
galità meschina, famelica, provinciale, ca­
ratterizzato da un lavoro minuto, peno­
so, poco appariscente », è l’oggetto di
questo libro che si propone di far cono­
scere, secondo quanto l’autore stesso di­
chiara nella prefazione, come e dove i
comunisti si son « fatti le ossa ». La
Francia che ci viene presentata in queste
pagine non è più la « douce France » nel­
la quale, sia pure tra ogni sorta di diffi­
coltà, gli anti-fascisti italiani perseguitati
avevano trovato ospitalità e comprensio­
ne, ma la Francia prostrata dalla disfat­
ta alla quale l’aveva condotta la viltà di
gran parte della sua classe dirigente, sul­
le rovine della quale la cricca di Petain
e di Lavai contrabbandava l’oppio della
cosidetta « rivoluzione nazionale » di ti­
po fascista. Su questo sfondo, complicato,
peraltro, dalle difficoltà insorgenti sullo
stesso terreno antifascista, si svolge l’at­
tività del Paietta il quale aveva il com­
pito, affidatogli dai dirigenti del suo par­
tito, di riorganizzare i gruppi comunisti
tra gli emigrati italiani; da St. Tropez a
Tolone, dalla Seyne a Hyères, da St. Ra­
phael a Nizza, da Le Lue a Cannes, egli
esegue un lavoro paziente, talvolta in­
frammezzato da pericoli e anche da di­
sillusioni ma tuttavia sempre continuo e
tenace. Dopo che gli sforzi compiuti nel­
la regione di Tolone sono stati coronati
da favorevole successo e un nuovo com­
pito attende il giovane Paietta nella re­
gione di Nizza e delle Alpi Marittime, la
polizia collaborazionista francese lo arre­
sta a Cannes proprio mentre egli sta per
prendere i primi contatti; ed infine viene
internato nella prigione di Grasse. Ma
nonostante questa disavventura, il dia­
rio si conclude con una nota ottimistica
Questo libro è particolarmente utile per
il nuovo contributo che esso reca alla
storiografia dell’attività anti-fascista del­
l’emigrazione italiana all’ estero.
(F. Pedone)
Schede
E nrico M assara , Crimini dei nazifascisti
nella provincia di Novara - Raccolta di
episodi e documenti della Resistenza. La Foresta Rossa, Novara, 1956, pp.
184, L . 300.
Il libro riporta un’ampia documentazio­
ne, divisa in due parti (rispettivamente
intitolate « 1 crimini » e « Episodi della
Resistenza ») e completata da un’appen­
dice contenente i « documenti » propria­
mente detti, che ci fornisce un quadro
di essenziale importanza, anche se, per
il suo carattere specifico, un po’ lacuno­
so, della situazione esistente nella pro­
vincia di Novara durante il periodo della
dominazione nazi-fascista. Era questo del
resto il limite che l’ autore si era posto;
nella prefazione preposta alla documen­
tazione, egli afferma infatti di conside­
rare tale documentazione come un punto
di partenza ed esprime l’ augurio che la
raccolta possa servire da « stimolo ad al­
tri affinchè presto si possa avere una
completa opera episodica della Resisten­
za nella provincia di Novara » (P . F.)
P iero C a leffi , La personalità distrutta
nei Campi di sterminio, a cura dell’U ­
niversità Popolare di Venezia, Anno
Didattico 1954-1955, pp. 35, s. p.
E ’ il testo della conferenza tenuta al­
l’ Ateneo Veneto dall’ autore di Si fa pre­
sto a dire fame, il 25 aprile 1955, quando
gli fu conferito, per l’opera suddetta, il
Premio Venezia della Resistenza. Queste
brevi pagine costituiscono per un verso
una acuta analisi di psicologia e per un
altro una testimonianza politica, sociale
ed umana di indubbio interesse. L ’auto­
re cerca di approfondire, attraverso la
ricostruzione delle proprie sofferte espe­
rienze, le testimonianze di deportati e la
documentazione di altri studiosi, le ra­
gioni psicologiche del progressivo ridursi
ed affievolirsi, nel deportato, delle istan­
ze dell’umana coscienza e della dignità
morale, i motivi della graduale distruzio­
ne della personalità e del suo io pensan­
te, di quel centro cioè di libera inizia­
tiva, di spontaneità, di pensiero e di re­
sponsabilità che costituisce la persona
umana. Il campo di eliminazione, coH’atmosfera psicologica che sapeva creare, è
il termine conclusivo della logica nazista;
il totalitarismo, presupposto fondamenta­
le di quel mondo demoniaco ed irrazio­
nale che fu l'universo nazista, costitu­
zionalmente incapace di concepire altri
valori che non fossero la forza e la ge­
rarchia, trova nei campi di eliminazione
n i
la più tragica, inquietante e radicale con­
seguenza. (R. T.)
La Condition des Juifs, in « Revue d’Histoire de la deuxième Guerre Mon­
diale », Parigi, ottobre 1956, n. 24.
Nella prefazione di questo interessante
fascicolo dedicato alla condizione degli
ebrei nella seconda guerra mondiale ed
a cui hanno collaborato studiosi specia­
listi francesi e stranieri, nonché ricer­
catori del Cèntro di Documentazione
Ebraica Contemporanea, H . Michel av­
verte che questo numero speciale è il
primo di una serie « dont chaque élément
doit faire le point, en toute honnêteté —
sur une question, un pays, un moment
de la guerre — des connaissances acqui­
ses comme de celles qui restent à acqué­
rir ». Il fine di questi studi è quello di
giungere ad un primo bilancio conclusi­
vo sui vari argomenti trattati, anche se,
ovviamente, ogni conclusione ha sempre
carattere provvisorio e problematico: ma
certamente l’iniziativa di questi studi ser­
virà a provocare e sollecitare interventi,
critiche e chiarimenti in modo che l’e­
ventuale originaria imprecisione potrà es­
sere il più possibile ridotta. Il fascicolo
si apre con un’indagine sull’antisemiti­
smo nell’ ideologia nazista di E. Vermeil
il quale ricerca le origini sociali e cultu­
rali del razzismo antisemitico tedesco, f.
Billig presenta un lungo ed informato
studio sulla condizione degli ebrei in
Francia durante l’occupazione tedesca ed
indaga sulle responsabilità del governo
di Vichy nella crudele campagna di per­
secuzione e sull’entità della sua collaborazione, più o meno fortuita, con i nazi­
sti. Segue un documentato studio di M.
Borwicz, dal titolo: Les « solutions fi­
nales » à la lumière d'Auschwitz-Birker.au, il quale, fra l’altro, ci testimonia,
ancora una volta, a quali forme di raf­
finatezza tecnica fossero giunti i nazisti
per standardizzare la morte nelle « Usines
de Mort ». L ’ultimo studio è costituito
da una breve nota del Poliakov sulla ci­
fra totale delle vittime ebree delle perse­
cuzioni razziali nella seconda guerra mon­
diale. Conclude il fascicolo la pubblica­
zione di documenti, alcuni dei quali ci
ragguagliano sull'applicazione della « giu­
stizia » nazista nei confronti degli ebrei e
degli altri gruppi etnici « inferiori »,
mentre altri, tratti dai « dossiers des ser­
vices » di A . Rosemberg, riguardano la
imponente organizzazione per la propa­
ganda antigiudaica. (R. T.)
Schede
Ìi4
et Yedioth », nn.
pp. 83.
4-5,
settembre
1956,
Questo doppio fascicolo della Rivista
« Yedioth », edita dalla « Ghetto Fighters
House » del « Kibbutz Lohamei Haghetaoth » di Haifa, è tutto dedicato alla
rievocazione di episodi della tragedia ebraica durante la seconda guerra mon­
diale. V i si trovano perciò scritti di au­
tori viventi che tentano di ricostruire
storicamente alcuni momenti della perse­
cuzione degli ebrei e della loro resistenza
ai nazisti (Russia, Polonia, Olanda, ecc.),
nonché memorie, pagine di diari dell’e­
poca ed altri documenti di notevole inte­
resse. La pubblicazione è corredata di
numerose fotografie. (R. T.)
H . M i c h e l , Les historiens en face de la
Deuxième Guerre Mondiale, in « Evidences », giugno-luglio 1956, n. 58.
Queste poche ma precise pagine del
noto storico francese, oltre a darci una
idea della complessa problematica di me­
todo e della impressionante vastità di
lavoro che incontra lo storico della se­
conda guerra mondiale, ci rendono con­
to in breve della notevole opera di or­
ganizzazione di questi studi svolta in
Francia. L ’attenzione a questi risultati è
tanto più interessante e doverosa per noi
italiani per cui le ricerche di storia con­
temporanea difettano fondamentalmente
di un lavoro organizzato collegialmente e
sono per lo più affidate ai contributi, an­
corché notevolmente apprezzabili, di sin­
goli studiosi. E ’ il carattere stesso del
materiale documentario relativo alla se­
conda guerra mondiale, insiste giusta­
mente il Michel, la sua straordinaria
quantità motivata fra l ’altro dal fatto
senza precedenti che l’ultimo conflitto è
stato « totale » non solo dal punto di
vista geografico, ma ha altresì scoperto
con prepotenza la vita segreta delle na­
zioni e dei popoli contrapponendo la
maggiore importanza di quest’ultima a
quella della stessa vita ufficiale dello
Stato, è dunque tutto ciò che richiede il
lavoro di « équipes » specializzate; inol­
tre le stesse possibilità tecniche di ripro­
duzione dei documenti, mettendo prati­
camente a disposizione dello storico an­
che una stragrande abbondanza di docu­
menti collocati altrove, escludono ormai
il lavoro individuale. Così il lavoro d ’ar­
chivio non solo è opportuno sia svolto
dallo stesso storico, ma lo stesso archi­
vista non potrà essere un tecnico « gene­
rico », ma solo uno storico specializzato
che sappia selezionare il vario materiale
documentario e sia capace, all’occasione,
con opportune ricerche, di colmare le
lacune incontrate nell’ordinamento dei
documenti.
Queste considerazioni sono il risultato
non di un generico ed astratto interesse
metodologico, ma sorgono dalla stessa vi­
va esperienza e sono avvertite delle con­
crete difficoltà che lo storico incontra in
questo settore. In Francia infatti sotto la
direzione dell’apposito Comitato per la
Storia della Seconda Guerra Mondiale,
che opera sotto il patronato dello Stato,
le ricerche di questo tipo sono state svol­
te con ottimi risultati e con la costitu­
zione di biblioteche, istituti e musei spe­
cializzati che vanno sempre più accre­
scendo il loro patrimonio documentario.
Sta sufficiente qui ricordare le inchieste,
svolte con dovizia di mezzi e con ammi­
revole organizzazione, sulla Resistenza,
sulla Deportazione e quella attualmente
in corso sulla Prigionia di guerra; in­
chieste che hanno dato i loro frutti in
pubblicazioni che costituiscono validi
contributi alla storiografia di questo pe­
riodo. La « Revue d’histoire de la deu­
xième Guerre Mondiale » ne è la migliore
e più significativa testimonianza. (R. T.)