Diapositiva 1 - Provincia di Monza e Brianza

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Diapositiva 1 - Provincia di Monza e Brianza
Introduzione al diritto digitale
1° parte
Dott. Marco Giacomello
Legal Trainee, Dottorando in ‘Diritto e Nuove Tecnologie’, Cultore
della materia ‘Informatica Giuridica’.
Monza, 24 ottobre 2012
5 i punti che toccheremo:
• 1- Il diritto digitale
• 2- Il controllo accentrato: cosa sono i drm?
• 3- Utilizzare i diritti degli autori per consentire e non per
vietare, nasce il Copyleft
• 4- Spunti digitali euro-americani. Qualche soluzione pratica
• 5- Pirateria: si ripeteranno gli errori già visti con musica e film?
1° punto: Il Diritto Digitale
- E’ in corso una guerra per il controllo delle informazioni
digitali.
- I valori in gioco sono:
a. Libertà di pensiero,
b. Privacy,
c. Progresso della scienza.
Di chi è la colpa?
- La colpa è della rivoluzione digitale che ha modificato non
solo la tecnica di riproduzione, ma anche le strutture e le
forme del supporto con il quale il lettore fruisce delle
informazioni.
- Internet e l’informatica hanno mutato il ruolo che gli attori
tradizionali si erano conquistati nel mercato delle
informazioni.
- Chi oggi legge, guarda o ascolta entra in concorrenza con
l’autore il produttore o lo scrittore.
- Effetto positivo: si crea così l’arte del remix.
Siamo nell’era del diritto digitale
- Il mondo del diritto è travolto, le categorie create per i diritti e
le tutele sono quasi inutilizzabili.
- Non si può adattare quello che c’è al mondo futuro, si deve
ripartire da zero utilizzando nuove basi.
- Due le caratteristiche principali del diritto digitale:
a.
b.
Dematerializzazione,
Destatualizzazione.
- Nuove tecnologie nate distruggendo il controllo, ora lo
rafforzano: lo scudo dei D.R.M.
Mix di leggi ip, contratti, consuetudini e
standard tecnologici
- Mixando queste componenti si ottengono forme di controllo
delle informazioni digitali opposte tra loro.
- Due i principali modelli di controllo dell’informazione:
a.
b.
Chiusura dell’informazione (controllo accentrato e rigido),
Apertura dell’informazione (controllo flessibile e decentrato).
2° punto: Il controllo accentrato, i DRM
- I D.R.M. (Digital Rights Mangement) sono sistemi per la
gestione delle regole di accesso all’informazione e ai
contenuti.
- Chiave di volta di questi sistemi è rappresentata dai RELs
(Rights Expression Languages) il cui scopo è quello di:
“esprimere le regole contenute negli accordi di licenza
(EULAs) o nelle licenze d’uso, in un linguaggio comprensibile
alle macchine”.
- I drm fanno questo attraverso tecnologie basate sulla
crittografia digitale, sul watermarking (marchiatura) e sul
fingerprinting (rintracciamento) digitali.
DRM by Wikipedia
- Per DRM ”il cui significato letterale è “gestione dei diritti
digitali”, si intendono i sistemi tecnologici mediante i quali i
titolari di diritto d’autore (e dei cosiddetti diritti connessi)
possono
esercitare
ed
amministrare
tali
diritti
nell’ambiente digitale, grazie alla possibilità di rendere
protette, identificabili e tracciabili le opere di cui detengono i
diritti, quindi scongiurarne la copia e altri usi non autorizzati.
- Si tratta di misure di sicurezza incorporate nei computer, negli
apparecchi elettronici e nei file digitali“.
DRM by Adobe
- Le tecnologie DRM funzionano permettendo ai distributori di
prodotti elettronici di controllare l'accesso alle visualizzazioni
dei prodotti, siano essi pubblicati sotto forma di stampati,
musica o di immagini con una sorta di codifica personalizzata.
- Agli utenti finali che hanno acquistato i diritti vengono fornite
"chiavi" personali per la visualizzazione o l'ascolto dei
prodotti, generalmente con la limitazione della copia, stampa
e ridistribuzione.
DRM by Adobe
- Quando un possibile proprietario di diritti digitali scarica un
file, il programma DRM controlla l'identità dell'utente,
contatta una finanziaria per concordare il pagamento,
decodifica il file, e gli assegna una chiave, una specie di
password, per un accesso futuro.
- Il proprietario del prodotto può configurare l'accesso in diversi
modi. Per esempio, un documento può essere visibile ma non
stampabile, oppure potrebbe essere utilizzato con una
limitazione di tempo.
Cambia il concetto di diritto di esclusiva
- Il diritto di esclusiva che spetta all’autore per come lo
conosciamo è:
A. Limitato nel tempo,
B. Limitato nell’ampiezza,
c. Protegge la forma espressiva di un’opera originale.
- Grazie ai d.r.m. il controllo esclusivo diventa:
A.
B.
C.
D.
Totale,
Relativo alla singola parola (non dotata di originalità),
Senza scadenza,
Rivolto ad una serie non determinata di soggetti, creando una sorta
di proprietà dell’informazione.
Perché si utilizzano i drm?
-
C’è la consapevolezza che punire gli intermediari (es. provider, produttori
di software p2p) risolve solo parzialmente il problema:
- v. caso Grokster dove i giudici americani hanno cercato di creare in capo al
produttore di tecnologie abilitanti alla copia, una sorta di responsabilità
sussidiaria secondo i tradizionali canoni americani della vicarious liability.
-
Perseguire tutti gli utenti finali che piratano rimane quasi impossibile.
Si cerca quindi di risolvere il problema alla base creando meccanismi che
limitino molte operazioni.
Quali le forme attuali di drm?
- Forme ‘leggere’ di drm come il social drm:
“consiste nell’includere all’interno del file che si acquista alcune
informazioni sul proprietario (es. nome e indirizzo mail), in modo da poter
risalire a lui nel caso in cui il documento venga immesso in reti di p2p o
ne venga fatto un uso illegale”.
- Il social drm non limita l’utilizzo del file in alcun modo, ma ne
permette una fruibilità completa.
- Agisce al contempo come deterrente contro il file sharing.
- Anche questi sono chiaramente rimuovibili ma vengono
percepiti dagli utilizzatori come meno invasivi, limitando le
motivazioni che portano a rimuovere i drm.
Social DRM
Esempio di Social DRM
Quali le forme attuali di drm?
- Forme ‘pesanti’ di drm come quelli di Adobe utilizzati per la
distribuzione di ebook da molte case editrici, arrivano a
determinare se un contenuto legittimamente acquistato:
1. può essere copiato,
2. può essere stampato,
3. con quali device è utilizzabile,
4. in che luogo geografico è possibile utilizzarlo.
“È questa l’era dell’accesso. Acquisto ma non possiedo.”
Non demonizziamo i d.r.m.
- Nascono come strumenti neutri.
- Sono utilizzati anche nelle forme alternative al
modello puro e repressivo del copyright (es. le
licenze creative commons).
- Tutto dipende da come si decide di distribuire la
propria conoscenza.
- Vediamoli come un qualcosa che regoli e stabilizzi,
non che limiti.
3° punto: Utilizzare i diritti degli autori per
consentire e non per vietare, nasce il Copyleft
“Il copyleft è un modello alternativo di gestione dei diritti
d’autore, che opera – a differenza del modello tradizionale – in un’ottica
non esclusiva e standardizzata e che deriva originariamente dalla libera
scelta dell’autore.
Si realizza in concreto grazie all’applicazione di alcuni contrattilicenza che disciplinano la diffusione dell’opera e chiariscono a quali
condizioni essa può essere condivisa, modificata e commercializzata”.
- Esempi di licenze copyleft sono: la GNU GPL, la GNU FDL
(utilizzata da Wikipedia fino al 2009) e le licenze CC.
Esempio di licenza per la documentazione
libera GNU FDL
- L’ebook Codice Libero (Free as in Freedom) – Richard Stallman
e la crociata per il software libero di Sam Williams (edito da
Apogeo) è rilasciato gratuitamente sotto licenza GNU FDL
versione 1.2 (l’ultima versione è la 1.3 del 3 novembre 2008).
I punti fondamentali della licenza sono:
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•
•
Scopo di questa licenza è di rendere un manuale, un testo o altro documenti utili e funzionali,
‘liberi’ nel senso di assicurare a tutti la libertà effettiva di copiarli e ridistribuirli, con o senza
modifiche;
Si prevede per autori ed editori il modo per ottenere il giusto riconoscimento del proprio lavoro,
preservandoli dall’essere considerati responsabili per modifiche apportate da altri;
QUESTA LICENZA è UN ‘COPYLEFT’, Ciò VUOL DIRE CHE I LAVORI CHE DERIVANO DAL
DOCUMENTO ORIGINALE DEVONO ESSERE UGUALMENTI LIBERI;
Questa licenza non è limitata alla documentazione del software, può essere utilizzata per ogni
testo che tratti un qualsiasi argomento e l di là dell’avvenuta pubblicazione cartacea. Si
raccomanda questa licenza per opere che abbiano fini didattici o per manuali di consultazione;
La licenza garantisce l’utilizzo dell’opera, secondo e condizioni indicate, libera da diritti, in tutto il
mondo, per una durata illimitata;
Non si possono utilizzare misure tecniche per impedire o controllare la lettura o la produzione di
copie, ma si possono ricavare compensi per le copie fornite;
Le copie si possono prestare e possono essere utilizzate in pubblico.
La proposta di Fisher
- William Fisher docente di IP all’Harvard Law School fu il primo a sostenere
che gli internauti dovrebbero pagare una sorta di canone flat per l’accesso
ai contenuti creativi presenti sulla rete, un canone sui supporti tecnologici,
sui contenuti mediatici media e sui servizi, preventivando una quota al
mese da aggiungere al costo di abbonamento ai fornitori di connettività
internet.
- Fisher sosteneva inoltre che ogni tipo di contenuto creativo dovesse da
subito essere immesso in rete in formato digitale e che ogni file dovesse
essere contrassegnato da una matricola virtuale (i c.d. metadati) che lo
renda così riconoscibile con correttezza e che permetta di monitorare
realmente la diffusione dell’opera e permetta quindi di distribuire gli utili
derivanti dai canoni pagati in modo preciso ed equo.
Le licenze Creative Commons
• Il progetto nasce dalle idee del prof. Lawrence Lessig, guru in
materia di diritti digitali.
• L’ obbiettivo primario del progetto è quello di sviluppare un
dibattito a livello globale sui nuovi paradigmi di gestione del
diritto d’autore e diffondere strumenti giuridici e tecnologici
(come le licenze e tutti i servizi ad esse connesse) che
permettano l’affermazione di un modello “alcuni diritti
riservati” nella distribuzione di prodotti culturali.
• Lo spirito del progetto è quello di volere risolvere quel
dibattito sul controllo della creatività che fino a quel
momento vedeva contrapposti i due estremi:
- Controllo totale dell’opera e “tutti i diritti riservati”
(copyright);
- Controllo aperto dove i creatori di opere scelgono un
ampio spettro di libertà ma sono lasciati in balia degli abusi
(dominio pubblico).
• Creative Commons vuole inserirsi a metà tra queste idee
prevedendo solo “alcuni diritti riservati”.
A cosa ha portato il progetto cc?
• Il progetto ha portato negli anni alla creazione di un set di licenze che
garantiscano il libero riutilizzo pubblico di un’opera.
• Attraverso il meccanismo contrattuale della licenza titolare dei diritti (il
licenziante) concede o meno alcuni diritti alla controparte (il licenziatario)
ovvero qualsiasi fruitore dell’opera.
• Si rende in questo modo semplice per il tirolare dei diritti d’autore
esprimere in modo chiara che la riproduzione, diffusione e circolazione
della propria opera è esplicitamente permessa.
• Le licenze Creative Commons (definite dalla combinazione di quattro
elementi) stabiliscono in modo esplicito quali sono i diritti riservati,
modificando quindi la regola di default in cui tutti i diritti sono riservati
Quali i vantaggi delle licenza cc?
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Permettono di pubblicare su Internet, favorendo l’accesso e la circolazione di quelle opere
che non si vogliono blindare con il diritto d’autore tradizionale e non si vogliono lasciare nel
pubblico dominio.
Le licenze sono gratuite.
Non ci sono intermediari.
Sono applicabili a tutte le tipologie di opere tutelate dal diritto d'autore.
Sono valide in tutto il mondo.
E’ un sistema flessibile che lascia all'autore la libertà di decidere come e quali diritti tutelare.
Consentono ai fruitori di sapere esattamente cosa possono e cosa non possono fare.
Danno la possibilità di dare vita in modo agevole e veloce a progetti aperti, distribuiti e
condivisi.
FAQ Creative Commons
• Audio
Musica, suoni, discorsi...
• Immagini
Fotografie, immagini, illustrazioni...
• Video
Film, animazioni...
• Testi
Libri, blog, saggi...
• Education
Lezioni, corsi, libri di testo...
FAQ Creative Commons
FAQ Creative Commons
FAQ Creative Commons
Commons Deed (ovvero i riassunti delle licenze) e Legal Code delle licenze:
• Attribuzione - Non opere derivate 3.0 [Commons Deed] [Legal Code];
• Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 [Commons
Deed] [Legal Code];
• Attribuzione - Non commerciale 3.0 [Commons Deed] [Legal Code];
• Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo
3.0 [Commons Deed] [Legal Code];
• Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 [Commons Deed] [Legal
Code].
FAQ Creative Commons
Quali sono le clausole di una licenza Creative Commons?
I termini chiave delle principali licenze Creative Commons sono: Attribuzione, Non commerciale,
Non opere derivate, e Condividi allo stesso modo. Gli elementi di queste licenze possono essere
brevemente definiti come segue:
•
•
•
•
Attribuzione: devi specificare l'autore o il titolare dei diritti oggetto della licenza nel modo da
loro specificato
Non commerciale: non puoi utilizzare l'opera con lo scopo primario di ottenere un compenso
o vantaggi commerciali
Non opere derivate: puoi solo fare copie esatte dell'opera, non puoi adattarla né cambiarla
Condividi allo stesso modo: puoi creare opere derivate solo se le rilasci agli stessi termini di
licenza
FAQ Creative Commons
Come faccio ad applicare le licenze Creative Commons alle mie opere?
•
•
•
•
Una volta che hai selezionato la tua licenza, se intendi applicarla a un'opera distribuita online,
segui le istruzioni per includere il codice HTML.
Questo codice genera automaticamente il pulsante "Some rights reserved" e una
dichiarazione che l'opera è soggetta a una licenza Creative Commons.
Il pulsante segnala ai fruitori dell’opera che l’opera è soggetta ad una licenza Creative
Commons.
Il codice HTML include anche dei metadati grazie ai quali il tuo lavoro può essere trovato dai
motori di ricerca abilitati.
FAQ Creative Commons
Posso applicare Creative Commons ad un'opera offline?
Per le opere offline, dopo aver scelto quale licenza Creative Commons applicare alla
tua opera, puoi usare una dichiarazione tipo "Quest'opera è soggetta alla licenza
Creative
Commons
[inserisci
la
descrizione,
es.
"AttribuzioneCondividiAlloStessoModo"] con il rinvio alla URL della licenza, specificando la versione
di licenza utilizzata.
L'unica differenza tra l'applicazione di una licenza ad un'opera offline e ad un'opera
online è che nel caso di un'opera offline i metadati non sono presenti e, di
conseguenza, essa non sarà trovata dai motori di ricerca abilitati.
FAQ Creative Commons
Come operano le licenze Creative Commons?
- Le licenze Creative Commons sono basate sul diritto d'autore;
- Il presupposto fondamentale per potere concedere un’ opera tramite licenza
Creative Commons è di essere certi di avere la legittimazione giuridica per
farlo;
- Questo può accadere in due casi:
-
1) essere titolari di tutti i diritti concessi con la licenza;
2) avere ottenuto una esplicita autorizzazione scritta dal titolare dei diritti.
FAQ Creative Commons
Le licenze Creative Commons sono “non esclusive”
Ciò significa che puoi permettere a chiunque di usare le tue opere con una
licenza Creative Commons e stipulare un altro accordo di licenza non
esclusivo con qualcun altro. Puoi anche concedere una licenza esclusiva
avente ad oggetto i diritti che non avevi concesso tramite la licenza Creative
Commons da te utilizzata (1- non commercial; 2- negoziazione per lo
sfruttamento commerciale dell’opera).
FAQ Creative Commons
Posso cambiare idea?
• Le licenze Creative Commons non sono in linea di principio revocabili nei
confronti dei licenziatari, in quanto i diritti sono concessi per tutta la
durata del diritto d’autore applicabile.
• Ciò significa che non puoi impedire a chi ha ottenuto un'opera soggetta ad
una licenza Creative Commons di usarla secondo i termini della licenza.
• Puoi smettere di distribuire l'opera con licenza Creative Commons quando
vuoi. Tutti i licenziatari, però, che fino a quel momento hanno ricevuto
l’opera in licenza, continueranno a godere dei diritti da questa concessi,
incluso quello di distribuire l’opera a terzi sulla base della medesima
licenza.
FAQ Creative Commons
Come sono fatte le licenze CC?
Le licenze Creative Commons sono espresse in tre diversi
formati:
i Commons Deed (una sintesi del contratto comprensibile a chiunque);
il Legal Code (l’intero contratto espresso in linguaggio tecnico-giuridico);
i metadati (leggibili solo dai computer).
FAQ Creative Commons
Posso guadagnare $ utilizzando le licenze CC?
Certo!
Basta sfruttare la clausola non-commercial!
FAQ Creative Commons
Per tutelarmi devo comunque registrare la mia opera?
• Non è necessario adempiere ad alcuna formalità costitutiva perché
sorgano i diritti in capo all’autore dell’opera;
• Ciononostante, può essere utile a fini probatori registrare o comunque
precostituire in qualche modo una dimostrazione che dia atto della
creazione dell’opera ad una certa data.
FAQ Creative Commons
Per tutelarmi devo comunque registrare la mia opera?
Prassi diffuse:
• apporre un timbro postale sulla busta sigillata che contiene un esemplare
dell’opera (cosiddetta “spedizione in corso particolare”);
• apporre una firma digitale ed una marca temporale su una versione digitale
dell’opera (vi sono anche inziative di soggetti privati come Copyzero che forniscono
questo servizio a coloro che non sono dotati di firma digitale);
• depositare l’opera presso un Notaio, oppure utilizzare l’apposito registro per le
opere inedite tenuto dalla SIAE. Tale registro, così come tutte le altre modalità di
registrazione o deposito, ha finalità probatorie e non costitutive del diritto
d’autore.
FAQ Creative Commons
Registri più diffusi:
http://www.creativecommons.it/registri
FAQ Creative Commons
Il deposito non è comunque richiesto dalla legge ai fini della
protezione dell’opera, che viene garantita
anche in assenza di qualsiasi deposito!!!
FAQ Creative Commons
Applicare una licenza Creative Commons è la stessa cosa o costituisce
un'alternativa alla registrazione del diritto d'autore sulla mia opera?
•
•
Applicare una licenza Creative Commons alla tua opera non ti fornisce la stessa
protezione, né una protezione simile, né costituisce un'alternativa alla
registrazione o comunque alla tutela del diritto d'autore.
Le licenze Creative Commons agiscono in aggiunta e sulla base del diritto d'autore
già esistente e non servono a tutelare l’opera o a dimostrarne la paternità, ma a
farla circolare e renderla disponibile e utilizzabile dai terzi.
FAQ Creative Commons
1. Le licenze Creative Commons sono efficaci in
giudizio?
2. Cosa succede se qualcuno abusa della mia opera
rilasciata con una licenza Creative Commons?
4° punto: Spunti digitali euro-americani.
Qualche soluzione pratica.
- E nel mondo quali sono le soluzioni proposte
per risolvere il conflitto tra copyright e drm?
?
Il caso Springer Verlag: in Germania le
biblioteche senza drm
•
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•
•
•
•
L'editore tedesco Springer Verlag ha annunciato di non voler adottare sistemi DRM per gli
ebook che sono destinati alle biblioteche tedesche ed ha inoltre rilasciato i numeri relativi a 4
anni di esperienza drm free.
Editore specializzato in volumi scientifici ha avviato da qualche anno un programma che
permette ai clienti istituzionali di prestare i titoli digitali da lei acquistati (cfr con il prestito
promosso da Amazon per il Kindle).
Secondo l’editore questi grandi soggetti hanno bisogno di sapere che anche con il passaggio
dal cartaceo al digitale, possono continuare ad effettuare il prestito e la messa a disposizione
dei volumi per ogni tipo di ricerca e per garantire la diffusione della conoscenza.
Per quanto riguarda la vendita ai privati invece si prosegue con la logica dei drm.
I dati per ora sono positivi infatti nel 2008 i download sono cresciuti del 33 per cento
rispetto al 2007 e nel 2009 sono ancora raddoppiati.
Inoltre per trarre ulteriore vantaggio dalla vendita alle biblioteche, Springer offre il servizio
MyCopy che permette di avere una copia stampata del PDF ceduto alle biblioteche.
USA: Abuso legittimo di drm?
• Electronic Frontier Foundation (EFF) gruppo in difesa dei diritti civili
in Rete è una di quelle associazioni che hanno tentato di sfruttare
quella zona grigia che è fornita dalla definizione di fair use.
• Le loro azioni sono spinte dalla convinzione che spesso le misure a
protezione di un contenuto (di un video o di un dispositivo, ma
potremmo benissimo parlare di ebook e di ereader) sono superate
non per violare la proprietà intellettuale a sua protezione, ma
semplicemente per poter accedere a contenuti legalmente
acquisiti o per poterli modificare con fini legittimi.
• A legittimare le ragioni di EFF è stato il Copyright Office and
Librarian of Congress che nel corso di un processo di revisione del
DMCA (che si svolge ogni 3 anni) ha accolto alcune delle sue
istanze.
• Legittimità del jailbreaking dei dispositivi mobile per utilizzare
applicazioni non approvate dal produttore e lo sblocco per
utilizzare diversi carrier.
• Se
è
effettuato
semplicemente
per
garantire
un'interoperabilità altrimenti negata del dispositivo, non
viola il copyright e rientra nel fair use.
• Legittimità dell'accesso a spezzoni video altrimenti protetti
per effettuare remix con fini non commerciali
• Si è inoltre riconosciuto come non violano il DMCA
circonvenzioni atte a permettere la lettura automatica "textto-speech" di ebook altrimenti bloccati.
In Brasile si vuole troppo fair use?
• Si propone una riforma della legge sul copyright, prevedendo
un approccio bilanciato al diritto d'autore e alle restrizioni
tecnologiche.
• Sanzioni per chi abusa delle protezioni ostacolando o
prevenendo l'utilizzo gratuito di opere, trasmissioni radio e
fonogrammi divenuti di pubblico dominio attraverso
l’applicazione a queste opere di sistemi di drm.
• Dal suo blog Michael Geist sottolinea come
“la proposta brasiliana è una lampante esemplificazione del fatto
che l'eccesso di protezione contro il fair use è nocivo e pericoloso tanto
quanto la sua mancanza”.
UK arriva il fair use?
• Il Primo Ministro britannico David Cameron, ha annunciato 6
mesi di dibattito pubblico durante i quali istituzioni,
protagonisti dell'industria e giuristi avranno il compito di
studiare nuove forme di tutela del diritto d'autore, che
risultino meno oppressive nei confronti dell'economia
legata ad Internet.
• L’invito ai tecnici del settore è quello di studiare una
revisione dell'attuale legge britannica sul diritto d'autore che
porti ad un testo più aperto ai possibili usi legittimi dei
contenuti online, il c.d. fair use.
Belgio: Creative commons riconosciute dalla legge?
-
-
-
Un giudice belga ha riconosciuto che le licenze cc sono direttamente
riconducibili al diritto d'autore.
Il mancato rispetto dei possibili usi di un'opera rilasciata in Creative
Commons è quindi equivalente ad una violazione delle leggi sul
copyright.
Il caso in esame è quello di una band locale che ha fatto causa ad una
società specializzata in eventi teatrali (l'ASBL Festival De Theatre De SPA),
in quanto un teatro aveva preso in prestito una canzone del gruppo,
modificandola in più parti per adattarla ad un messaggio pubblicitario
relativo alla prossima stagione.
I componenti del gruppo avevano richiesto al giudice una sanzione di
circa 10mila euro, in seguito alla violazione da parte della società dei
termini fissati dalla licenza in Creative Commons a protezione del brano.
La licenza CC utilizzata per la distribuzione di quel brano
prevedeva si dovesse chiedere l'autorizzazione a procedere
per chiunque volesse sfruttare l'opera a fini commerciali,
oltre che per effettuare modifiche.
- Inoltre la licenza autorizzava il download e la condivisione
delle opere solamente in seguito all'attribuzione della loro
paternità, attraverso l’indicazione dell’autore di riferimento.
- Nessuno di questi termini era stato rispettato nello spot del
teatro e quindi il giudice belga ha condannato la società a
versare 1500 euro per ogni termine di licenza non
rispettato.
-
CC, un marchio per il pubblico dominio
• Una C grigia racchiusa in un cerchio e attraversata da una striscia obliqua
è il simbolo scelto dall’organizzazione Creative Commons per il lancio del
Public Domain Mark.
• Questo è uno strumento che faciliterà l'individuazione di tutte quelle
opere liberate dalle restrizioni imposte dal copyright.
• Sarà questo un simbolo che permetterà agli utenti di capire
immediatamente se sono abilitati al libero riutilizzo di un determinato
contenuto ormai diventato di pubblico dominio
• Gli utenti quando vedranno questo simbolo potranno modificare,
copiare, sfruttare un'opera dell'ingegno anche per fini squisitamente
commerciali senza chiedere alcuna autorizzazione.
6° punto: Pirateria. Si ripeteranno gli errori di
musica e film?
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È di Attributor l’ultima ricerca sul mercato degli ebook piratati. Risultato?
Download illegale di ebook in forte crescita.
La richiesta di ebook sui siti di condivisione on-line riguarderebbe circa 3 milioni di
utenti al giorno.
I dati sottolineano come il book sharing si starebbe spostando dai grandi siti di
condivisione (come RapidShare) a piattaforme più piccole e specializzate
esclusivamente nella condivisione di documenti.
Dovrebbe questo essere un chiaro segnale per editori ed autori: la fine degli ebook
non deve essere quella occorsa al mercato dei film e della musica.
I tempi sono maturi per un diritto digitale reale.
Dobbiamo leggere il contesto in prospettiva e anticipare il cambiamento, la linea
dura del chiudere a tutti i costi non porterà da nessuna parte.
Dott. Marco Giacomello
Legal Trainee ‘Studio Monducci-Perri-Spedicato’, Bologna
Dottorando in ‘Diritto e Nuove Tecnologie’ – CIRSFID Alma Mater Studiorum. Bologna
Cultore della materia ‘Informatica Giuridica’, Università Statale di Milano
[email protected]