La scrittrice e poetessa Maria Teresa Garau è nata a Tratalias nel

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La scrittrice e poetessa Maria Teresa Garau è nata a Tratalias nel
La scrittrice e poetessa Maria Teresa Garau è nata a Tratalias nel
1958 ed ivi residente.
La sua passione è raccogliere le testimonianze della sua gente e la
storia antica e meravigliosa della sua terra, la Sardegna, con le sue
tradizioni, la cultura le antiche preghiere e leggende tramandate di
generazione in generazione sino ad oggi. Tutte queste testimonianze
diventano per Maria Teresa bagaglio prezioso da riversare nei suoi
libri in forma romanzata in modo tale da colmare ogni argomento
d’emozione e di nostalgia.
Il suo primo libro, pubblicato nel 2002, dal titolo Le voci dell’anima,
è una raccolta di poesie.
Maria Teresa sostiene che quando la poesia è capace di suscitare
un’emozione, è l’anima che parla finalmente libera dalle catene che
la imprigionano, libera in quell’attimo di darci la sua luce.
Di seguito si riporta la poesia, la prima della raccolta, scritta per il suo ultimo e quinto figlio
Edoardo giunto a sorpresa all’età di 44anni immaginando sulla bocca di lui queste parole:
“Grazie madre mia
per avermi dato la vita
per non avermi considerato un errore
Ti ringrazio
perché i miei occhi possono guardare il mondo!
Prenderò ciò che di bello c’è nell’uomo
E il tuo ottimismo di fronte alle difficoltà
Prenderò la tua gioia di vivere e la tua allegria!
So che dal primo istante
in cui hai sentito il mio primo battito di vita
mi hai protetto, anche se stavo per non farcela.
Ora tu mi stringi tra le tue braccia
e mi fai conoscere la gioia del tuo seno
e il tuo abbraccio rassicurante.
Voglio sempre averti accanto
che la tua mano mi tenga per mano
nel mio cammino verso la vita
Prenderò di essa i valori più grandi
e al tempo stesso i più semplici
Mi farò spalle grandi per proteggerti
quando col passare degli anni
ti riscoprirò piccola e indifesa.
Com’è bello guardare nei tuoi occhi e scoprire che in fondo
vale la pena di Vivere!
Darò Amore
perché questo tu mi insegni col tuo gesto
Piccola e grande madre mia
forte e fragile al tempo stesso
Io ti ringrazio
di avermi fatto dono della Vita!”
Il secondo libro, pubblicato nel 2005 dalla casa editrice Grafica del Parteolla, si intitola Candu
fueddat su bentu (Quando ti parla il vento).
Maria Teresa afferma: “C’è un giorno in cui ti fermi e ti volti indietro … ti volti a guardare il tuo
passato e scopri che proprio in quella strada, che lo sguardo ripercorre a ritroso, hai lasciato troppi
rimpianti e parole non dette … . Tutto questo giace in fondo alla tua anima e pesa come un
macigno. Improvvisamente ti accorgi che non sei riuscita a riversarle su un foglio come hai fatto
con le tue poesie. Proprio il giorno in cui ti volti indietro soffia uno strano vento di maestrale, che
rumoreggia tra gli alberi trasportando i profumi della tua terra, e ti sfiora con una carezza e ti riporta
per un istante il respiro dei tuoi cari e delle cose perdute.
Le parole tenute per troppo tempo soffocate affiorano con tutti i tuoi ricordi e t’accorgi che
struggente ti parla il vento”.
L’ultima pubblicazione, Arrastusu antigusu (Orme antiche), a cura della casa editrice Giampaolo
Cirronis Editore, è datata Dicembre2009.
“Sono i passi che hanno lasciato i padri dei padri. Passi umili che né il tempo, né il vento hanno
cancellato poiché sono rimasti scolpiti nel nostro cuore. I padri e le madri del passato che hanno
conosciuto un tempo così avaro di tutto ci hanno dato esempio di vita, di saggezza e di semplicità.
L’uomo di oggi calza una maschera che non gli si addice, insegue il nulla e le cose fugaci, non si
sofferma più a guardare la bellezza di un’alba, non si stupisce più per la bellezza di un fiore, non
legge dentro gli occhi di un bimbo per riscoprirvi l’essenza del nostro vivere.
Arrastusu antigusu è un racconto: la protagonista è una nonna, che potrebbe essere la nonna di
ciascuno di noi. Sulla sua vita si costruisce la fitta trama del romanzo in cui si intreccia il racconto
del passato della donna, con le sue storie fantastiche e la sua magia, e la sua vita presente che
continua ancora capace di dare emozioni.
La vita è una valigia che riempiamo a poco a poco con l’esperienza e i ricordi più belli, che di tanto
in tanto affiorano con nostalgia. E’ sempre con quella valigia, che trabocca di tutto ciò che siamo
stati, che un giorno partiamo senza preavviso, senza neanche il tempo di dare un saluto ai nostri
cari. Ma i nostri passi, i nostri silenziosi e umili passi, forse hanno lasciato un segno negli altri ed
un ricordo.
Siamo l’attimo breve di un battito d’ali e l’Eternità della testimonianza”.
“Abbiamo lasciato i nostri vestiti
appesi alle grucce
su armadi
che ora sanno di stantio
dove lo specchio intaccato dal tempo
rifletteva la nostra immagine.
Abbiamo lasciato memorie sulla soglia
che i giovani hanno dimenticato
tracciato pensieri su fogli
che forse nessuno ha mai letto.
La nostra immagine
su foto oramai sbiadite dal tempo.
Siamo andati via
senza far rumore
con le mani sul grembo a riposare
senza disturbare
senza darvi quell’ultimo saluto
ma non per nostra colpa.
Due pugni di terra sulla nostra dimora
E terra ritorniamo .
Ma voi non sapete…
proprio quel giorno
che oltrepassiamo la soglia
ci vestiamo dell’abito più bello
non era appeso nel nostro armadio
poiché è sempre stato
dentro di noi.”
LA
COMPAGNIA
“posarrìncumpangìa”.
TEATRALE:
“Lavorando per trent’anni nelle corsie d’ospedale come
infermiera professionale ho toccato con mano la gioia e il
dolore della mia gente: la gioia per la nascita di un bimbo
che mi ha sempre dato emozione come un miracolo di
perfezione che si compie; il dolore, la sofferenza dei
pazienti terminali, l’uomo tolto di colpo dai suoi affetti
che si ritrova su un freddo letto d’ospedale con le
incognite del domani e una diagnosi da aspettare. In me ha
prevalso sempre il lato umano, ho dato loro il meglio che potevo di me stessa, anche la mia allegria
per farli sorridere. E’ nato in me a poco a poco il desiderio di portare un po’ di buonumore, una
serata diversa nelle corsie d’ospedale, nelle pediatrie, nelle case di cura creando una mia compagnia
teatrale. Nascono così i “posarrìncumpangìa”. Insieme a Mauro Lai (anch’egli infermiere
professionale), Carmen Atzori la mia più cara amica e dalla dottoressa Sandra Cardis, col tempo
abbiamo iniziato ad esibirci anche nelle piazze e nelle sagre paesane. Nel Natale del 2009 ci hanno
invitato a Milano e abbiamo eseguito lo spettacolo al teatro L. Piana ricevendo calorosi consensi dai
nostri conterranei sardi e una positiva recensione sul “Messaggero dei sardi”. Il mio ruolo è
impersonare le celebri figure delle battagliere e caparbie donne sarde presenti nelle antiche famiglie
matriarcali.”