Il Rilassamento terapeutico
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Il Rilassamento terapeutico
Terapia www.salutare.info Il Rilassamento terapeutico Viene ideato ed utilizzato da Jean Bergès per rispondere alle problematiche psicomotorie del bambino; con la ricerca, la sua applicazione è stata estesa anche all’adulto. a cura di Gerardo Nazzaro - Psicomotricista - Terapista del Rilassamento È un rilassamento terapeutico o, come afferma bergès “una terapia a mediazione corporea”, nel senso che rispetta il vissuto soggettivo del paziente, i suoi tempi di evoluzione in un’esperienza che è vissuta a livello corporeo. Non è un rilassamento sintomatico, ma ha l’obiettivo di disinvestirlo, integrando la parte “malata” nel corpo sano e, quindi, aiutare il soggetto a vivere anche la parte “malata”. La proposta è quella di sentire il proprio corpo anche nell’immobilità e rivisitare la propria storia che, in forma di esperienze piacevoli o spiacevoli, si è inscritta nel corpo. Durante la cura, infatti, il corpo viene sperimentato dal punto di vista fisico, fisiologico e psicologico. Durante la cura il corpo nominato, identificato, toccato dal terapeuta “s’incorpora”, all’interno dell’involucro, con le rappresentazioni immaginate, suggerite e fatte proprie dal soggetto. “Assistiamo così, secondo lo “schema corporeo vissuto”, a un processo di simbolizzazione e di identificazione che modifica radicalmente i rapporti fantasmatici del soggetto con il proprio corpo. L’originalità dell’apporto del rilassamento risiede infatti nell’esperienza fatta dal soggetto della riduzione - nel corso della seduta stessa - di illusioni, sensazioni derivate dall’attività fantasmatica (aumento o diminuzione del volume degli arti, suddivisione, torsione, colorazione irreale, bestiario fantastico all’interno del corpo) ad un vissuto rassicurante e reale, di cui è sede il corpo reale e riconosciuto come tale dal terapeuta. La Tecnica La seduta può essere individuale o di gruppo. Il gruppo (6-8 pz) è costituito in modo eterogeneo per età (bambini di età diversa), per patologia, per temporalità nella successione dei diversi stadi e della seduta stessa; ogni terapeuta si occupa di 2-3 pz. Nonostante la presenza del gruppo, la relazione è individuale per ciascun paziente, in quanto il terapeuta si avvicina di volta in volta al singolo parlandogli sottovoce; quindi la relazione è mantenuta ma divisa durante la cura. Le sedute con il terapeuta sono settimanali, la durata di una seduta è di circa 10 minuti; diventano più lunghe durante la fase della generalizzazione. La seduta va svolta ogni giorno a casa. Ogni seduta ha uno schema fisso: 1. Fase iniziale della distensione: si chiede al paziente di distendersi, di chiudere gli occhi e di far entrare nella mente un’immagine piacevole; 2. Fase specifica su una parte del corpo: la parte trattata viene toccata, denominata e mobilizzata, il pz, così potrà percepire il limite tra tensione e Le quattro fasi del rilassamento 1. Tempo tonico: rientrano le sedute legate alle singole parti del corpo, riconosciute anche a livello affettivo, arrivando così alla generalizzazione e quindi all’unità della persona. 2. Tempo respiratorio: si pone l’attenzione sulla realtà della respirazione; - sul fatto che si tratta di un ritmo; - generalizzazione della respirazione di tutto il corpo: globalità della respirazione come fattore dell’unità del corpo; - rallentamento progressivo del ritmo respiratorio; 3. Tempo addominale: localizzazione e allentamento della tensione in questa zona (plesso solare). Qui per la prima volta dall’inizio della cura, Bergès introduce il termine calore, al contrario del rilassamento di Schultz dove la sensazione di calore è raggiunta dall’apparire della pesantezza (arti). Bergès preferisce introdurre il termine calore solo dopo che il rilassamento sia sfociato nell’elaborazione di un vissuto comportante la certezza del dentro/fuori delimitato dalla pelle, quindi, solo quando il paziente ha acquisito un certo possesso della tecnica, tenendo anche presente la considerevole erotizzazione della relazione che la sensazione di calore può comportare. 4. Tempo terminale: si passa al viso, di cui si evidenzia la libertà di esprimere le proprie emozioni. Poi si passa agli occhi, affrontando ciò che è legato alla problematica della visione binoculare e alle relazioni con il tono dell’asse del corpo. Si termina con l’induzione della fronte fresca in opposizione alla totalità del corpo caldo; quindi il corpo viene sentito come una unità, contemporaneamente calma, pesante, ritmata, calda, presente, reale, mentre la testa può osservare a distanza, sentire, valutare, modificare, anticipare, progettare, immaginare. distensione; 3. Fase della ripresa: si abbandona l’immagine di calma, si allontana la sensazione sulla parte trattata, - ripresa energica di quest’ultima - respiro profondo, apertura degli occhi. In generale la cura dura 6/9 mesi; in alcuni casi può essere ripetuta e/o durare anche due anni. Prima di avviare la terapia di rilassamento è importante il colloquio e, in particolare, se si tratta di un bambino bisogna spiegargli perché farà rilassamento; che si tratta di un lavoro a due che farà con il terapista. Il terapeuta deve essere disponibile, pronto all’ascolto sia a livello del corpo sia a livello verbale, non giudicante. Indicazioni terapeutiche Il rilassamento terapeutico secondo Bergès è indicato nei disturbi psicomotori (paratonie, debilità motoria, tremori emotivi e prodotti da mancanza di abilità, crampi funzionali e in alcune distonie da posizione, stati tensionali, “stati di deiscienza”, instabilità, tics*). Trova inoltre applicazione nella dislessia* e disturbi grafomotori, balbuzie, turbe nevrotiche (stati pre-nevrotici, nevrosi infantili strutturate, stati nevrotici o psiconevrotici non strutturati), disturbi psicosomatici, depressione, problematiche adolescenziali (crisi puberale e il periodo critico che segue), deficit sistemici, postumi deficitari post-traumatici, epilessia. Il rilassamento è un valido aiuto anche nelle persone anziane le quali hanno perso la loro identità e sono perse nello spazio. In questo caso il rilassamento li aiuta a ritrovare il loro corpo, un punto fermo dove ricostruire la propria esistenza e ridurre l’angoscia.