Osiride - Egittologia.net

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Duat Edizioni - Schede di Egittologia
Osiride
www.duat.it
Prima parte
Scheda AED001 © Duat
Osiride, divinità.
Nome egizio
“Wsir”, “Posto dell’Occhio”.
Figlio della dea del Cielo Nut e del dio della Terra Geb, Osiride è senza dubbio la divinità più nota
nell'affollato pantheon egizio. Il mito e la fama di questo antichissimo dio sono tuttora attuali: i
millenni non hanno intaccato il fascino e il mistero che circonda questa leggendaria figura.
L’origine del nome
I geroglifici che identificano il dio sono un occhio ed il trono. Indicano il luogo, la sede in cui si
trova l'occhio, ovvero, sul trono. Considerando foneticamente i due simboli, il nome originale
egizio di Osiride era Wsir "Posto dell'Occhio". Probabilmente, Wsir aveva un preciso significato
religioso, data l'importanza della divinità ed il costume proprio degli antichi egizi di attribuire un
valore simbolico ben definito ad ogni aspetto della loro elaborata spiritualità.
Studi e dibattiti sono tuttora in corso per chiarire il vero significato del termine.
L’epopea
L'origine della grande popolarità di questa divinità è racchiusa nel mito, di seguito riassunto.
Osiride ricevette, dal padre Geb, il compito di governare la Terra. Onorò l'incarico con equilibrio e
rettitudine, tanto da essere chiamato Wennefer, “Il Perfetto”, “L’Essere Buono”. Per gli egizi, quel
periodo fu un’autentica età dell’oro perché Osiride concesse pace, prosperità e conoscenze. Il
fratello Seth, geloso, con un espediente rinchiuse Osiride in una cassa e lo gettò nel Nilo
provocandone l’annegamento. La versione più accreditata della narrazione prosegue con lo
smembramento del defunto sempre ad opera di Seth, che disperse i vari pezzi (forse quattro come i
punti cardinali o quattordici) in tutto l’Egitto. Iside, sposa di Osiride, riuscì a recuperarli. Con
l’aiuto della sorella Nefthy, moglie di Seth, ricompose le parti creando la prima mummia d'Egitto.
La grandezza, la potenza e l’amore di Iside portarono alla resurrezione di Osiride, ma solo per il
tempo necessario al concepimento di Horus. In seguito, Iside si nascose nelle paludi del delta del
Nilo, dove allevò il piccolo in tutta sicurezza lontana dalla possibile vendetta dello zio assassino.
Una differente versione narra che la cassa con il corpo di Osiride giunse nella città libanese di
Byblos e si trasformò in albero.
Nel frattempo Seth era diventato re d’Egitto, ponendo fine al florido governo del fratello ucciso.
Adulto, Horus reclama vendetta: inizia così, una lunga ed estenuante battaglia tra zio e nipote. Thot,
dio della saggezza e della sapienza, persuase i due contendenti a sottoporsi al giudizio del consiglio
degli dei ad Eliopoli. Horus fu riconosciuto legittimo erede di Osiride e, come tale, destinato al
trono d’Egitto. Dopo la sentenza, Horus compie un viaggio nel mondo sotterraneo per comunicare
la novella al padre: la felice notizia consente all’anima di Osiride di risvegliarsi per divenire così, il
simbolo della rinascita, lo spirito della vita.
Giustizia e ordine regnano di nuovo sovrani. Il legittimo erede è sul trono per continuare il buon
governo del padre, il ciclo naturale della vita continua dopo la morte.
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Osiride era rinato nell’oltretomba divenendone sovrano e giudice.
L’importanza del mito
Osiride fu l'unica divinità davvero popolare, aldilà del ceto di appartenenza, e per capire il perché di
tanta venerazione è bene rifarsi all'epopea appena narrata.
Gli antichi egizi videro le stagioni e le fertili piene del Nilo come il ciclo continuo di morte e
rinascita. Associarono l'annegamento di Osiride nel Nilo alla piena stagionale del fiume da cui,
dopo l'inondazione, la terra riemerge dalle acque. Questo aspetto diede origine ad un elemento
importante per la cultura egizia: la Collina Primeva. Per primevo s’intende ciò che appare per
primo, la prima manifestazione visiva dell’universo. E' probabile che l'idea del tumulo fu concepita
proprio vedendo riemergere la terra dalle acque del Nilo dopo la piena. Nella tradizione detta
osiriaca, il Tumulo Primordiale è considerato la tomba del dio della rinascita: Osiride appunto.
Il dio fu identificato con il ciclo vegetale, l’agricoltura. L'inondazione stagionale fertilizzava i
campi e permetteva una buona semina, quindi, dopo la crescita, a maturazione avvenuta, si
procedeva al lauto raccolto. Il ciclo annuale dell'attività agraria diviene sacro perché il continuo
rigenerarsi della natura, degli alimenti, permette all'uomo di vivere e di procreare, sotto il rigido e
perenne ritmo stabilito dalle piene, dai cicli solari e lunari ma anche dalle stelle. Tutto ciò era
simbolizzato e riprodotto dentro particolari contenitori riempiti di terra detti ”Letti di Osiris” in cui
si seminava dell’orzo: la semina alludeva alla sepoltura di Osiride, il seme interrato era il dio
nell'oltretomba mentre il germoglio rappresentava la rinascita.
Osiride divenne il simbolo della forza rigeneratrice della natura, emblema di vita eterna.
Questo aspetto di forza vitale della natura diede origine al mito in cui il dio è ucciso per rinascere
nell’aldilà. Per la tradizione egizia, ogni re morto diventava Osiride. In altre parole, secondo le
credenze, il sovrano rinasceva, proseguiva la sua “esistenza” nel regno dell’oltretomba.
Fine prima parte