L`aria cattiva nuoce a polmoni e cuore

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L`aria cattiva nuoce a polmoni e cuore
AMBIENTE
Inquinamento e cancro
In questo articolo:
inquinamento
ambiente
effetti sulla salute
L’aria cattiva nuoce
a polmoni e cuore
L’inquinamento è nocivo per la salute, non ci sono dubbi.
Accanto a malattie respiratorie e cardiovascolari, oggi la
ricerca si concentra anche sul cancro, sebbene vi sia ancora
discussione tra gli esperti. Ognuno di noi può però adottare
comportamenti virtuosi che gioveranno alla salute in generale
a cura di FABIO TURONE
ome ogni inverno, tornano puntuali le preoccupazioni delle famiglie per i
rischi associati all’inquinamento dell’aria, poiché
le emissioni delle caldaie per il riscaldamento domestico si sommano a
quelle degli impianti industriali e ai
gas di scarico delle auto.
Occorre chiarire subito che, per
quanto riguarda il legame
tra inquinamento atmosferico e cancro, le dimostrazioni non sono conclusive:
il nesso appare meno solido
di quello legato ad altre malattie come quelle respiratorie e cardiovascolari, per le
quali esistono prove più sostanziali. Secondo le stime
più aggiornate pubblicate
sulla rivista Lancet, si può
imputare alla “mal aria” al
massimo il 3 per cento dei
casi di tumore del polmone.
“La causa di gran lunga
più importante di tumore
del polmone rimane il
fumo di sigaretta. Una piccolisima quota di casi è dovuta all’esposizione professionale e una quota
ancora più piccola all’inquinamento
atmosferico. Quest’ultima, però,
C
Allontanarsi dalle
zone più
inquinate
è utile per
i disturbi
respiratori
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comprende anche i casi di chi per lavoro passa la giornata in mezzo alla
strada e respira i gas di scarico delle
auto, in particolare a gasolio” spiega
Luigi Bisanti, direttore del servizio di
epidemiologia della ASL Milano,
parte del gruppo collaborativo di ricerca EpiAir che ha pubblicato un
ampio rapporto sul legame tra inquinamento atmosferico e salute.
All’origine dello smog
L’attenzione all’inquinamento dell’aria non è un fenomeno recente,
come attesta la data ufficiale di nascita della parola “smog” – frutto della
fusione dell’espressione smoky fog
(nebbia fumosa) – che fu pronunciata nel 1905 dallo scienziato francese
Henry Antoine Des Voeux, membro
della Società londinese per l’abbattimento del fumo di carbone, in un
discorso tenuto a un congresso di sanità pubblica.
I primi episodi di smog risalgono
all’estate del 1943: a Los Angeles si
registrarono parecchi giorni in cui
molti cittadini lamentarono bruciore
agli occhi, difficoltà respiratorie,
nausea e vomito. L’analisi di quei fenomeni portò negli anni Cinquanta
a identificare le responsabilità del
traffico automobilisti-
co, e nel decennio successivo a introdurre leggi per l’adozione di dispositivi per limitare le emissioni dannose, poi adottate anche in Europa.
Già dagli anni Trenta gli epidemiologi stavano raccogliendo dati
sulla relazione tra inquinamento
dell’aria e salute e da allora sono
stati compiuti notevoli progressi,
anche se il quadro globale non è
molto migliorato: mentre le normative per il controllo della qualità
dell’aria – con le conseguenti innovazioni tecnologiche in ambito industriale, tra cui i miglioramenti
nella qualità dei combustibili – facevano calare i livelli di inquinanti
tradizionali come il biossido di
zolfo, l’inarrestabile aumento del
volume di traffico automobilistico
ha fatto crescere i nuovi inquinanti.
“
CHE COSA SI
• Preferire bicicletta e mezzi
pubblici all’automobile.
• Sulle brevi distanze spostarsi a
piedi, scegliendo se possibile
percorsi e orari con minor traffico.
“
Gli studi epidemiologici effettuati nelle città più inquinate hanno dimostrato che gli effetti dell’inquinamento atmosferico non si limitano
ai fastidi immediati, più o meno intensi. Un’analisi condotta nel 2006
dall’OMS in 13 città italiane ha stimato che ogni anno oltre 8.200 decessi sono attribuibili alle elevate
concentrazioni di PM10 (superiori ai
20 microgrammi/m 3 ). Si tratta ovviamente di persone già fragili o affette da malattie croniche. In pratica,
però, l’inquinamento è responsabile
di circa il 10 per cento della mortalità per tutte le cause naturali (quindi
principalmente le malattie respiratorie e cardiache) nella popolazione
oltre i 30 anni di età. I ricoveri ospedalieri attribuibili al PM10 sono
dello stesso ordine di grandezza.
A questo si aggiunge l’impatto
dell’ozono, che per concentrazioni
superiori ai 70 microgrammi/m3 aggrava dello 0,6 per cento il dato della
mortalità generale, e di un valore ancora maggiore il tasso di malattie o
sintomi respiratori e i ricoveri.
Siccome l’azione dell’inquinamento ambientale è spesso amplificata da
fattori legati a comportamenti individuali come il fumo attivo e passivo, è
PUÒ (E SI DEVE) FARE
• Promuovere le piste ciclabili e le
zone pedonali, soprattutto in
vicinanza delle scuole.
• Nella scelta dell’auto, preferire
quelle che rispettano di più
l’ambiente (benzina, gpl o metano,
”
Quando si parla di PM10 e PM2,5 ci si riferisce alle polveri sottili di diametro
inferiore rispettivamente a 10 e a 2,5 micrometri (μm), che in virtù delle loro
dimensioni sono in grado di penetrare in profondità nell’organismo.
Non tutte queste polveri sono prodotte dall’attività umana. Contribuiscono
infatti sorgenti naturali come l’aerosol marino, gli incendi, alcuni microrganismi,
pollini e spore, l’erosione delle rocce e le eruzioni vulcaniche. Tra le fonti generate
dall’attività umana figurano le emissioni dei motori dei mezzi di trasporto, le
emissioni del riscaldamento domestico (in particolare gasolio, carbone e legna), i
residui dell’usura del manto stradale,
Sezione di capello umano
dei freni e delle gomme dei veicoli, le
(60 μm)
emissioni di impianti industriali, alcune
lavorazioni agricole (che arrivano al 50
per cento del PM in Val Padana) e
infine inceneritori e centrali elettriche.
PM10
Per avere un’idea delle loro
(10 μm)
dimensioni, si può confrontare la
sezione di un capello, pari a circa 60
PM2.5
micrometri, con il loro diametro, fino a
(2.5μm)
24 volte più piccolo.
”
evitando quelle diesel).
• Spegnere il motore dell’auto
durante le soste.
• Limitare l’attività fisica intensa
all’aperto nei giorni di forte
inquinamento.
chiaro che se si riesce ad agire su più
fronti si ottengono i maggiori benefici. Per quanto riguarda per esempio la
bronchite cronica, una ricerca ha valutato che si potrebbe prevenire addirittura il 70 per cento dei casi se si riuscisse a ridurre contestualmente inquinamento ambientale e numero dei
fumatori, con ovvie ricadute positive
anche sulla prevenzione oncologica.
La soluzione
è nei comportamenti
Le indicazioni che l’epidemiologia
fornisce alla sanità pubblica sono
quindi chiare: nel promuovere comportamenti individuali più sani occorre incentivare tutti gli interventi per ridurre il traffico automobilistico, che
negli ultimi 30 anni ha registrato un vertiginoso
aumento ed è oggi divenuto un importante pro- PER SAPERNE DI PIÙ
blema di sanità pubblica.
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Oltre gli effetti
immediati
SPACCARE IL CAPELLO IN 24
AMBIENTE
“
GLI EFFETTI NOTI DEI DIVERSI
INQUINANTI
”
Secondo la classificazione dell’Agenzia federale americana per la protezione
dell’ambiente (Environmental Protection Agency, EPA), le sostanze potenzialmente
pericolose presenti nell’aria sono 188. Di alcune di queste si conosce l’effetto
cancerogeno a fronte di esposizione massiccia e prolungata (come può accadere
nel caso dell’esposizione professionale), mentre studi di laboratorio hanno
segnalato per altre la possibilità che causino danni al DNA. Infine è noto che
alcune sostanze hanno un’azione sinergica col particolato, cioè potenziano gli
effetti negativi e irritanti delle polveri sottili.
Non è ancora dato sapere se questi effetti si verifichino
anche per l’esposizione alle concentrazioni, più modeste,
tipiche dell’inquinamento ambientale, ma il dubbio –
assieme alla consapevolezza che l’inquinamento è
certamente responsabile di problemi respiratori e
cardiovascolari – è sufficiente a giustificare ogni
sforzo per difendere la qualità dell’aria che
respiriamo.
Ossidi di azoto (NOx)
• irritanti
• hanno un’azione sinergica con il
particolato
Ossidi di zolfo (SOx)
• irritanti
• hanno un’azione sinergica con il
particolato
Ozono (O3)
• irritante
• ha un’azione sinergica con il particolato
Particolato (PM)
• irritante
• danneggia il DNA
• cancerogeno
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
• danneggiano il DNA
• cancerogeni
• hanno un’azione sinergica
con il particolato
Composti organici volatili
(COV)
• irritanti
• sensibilizzanti
• danneggiano il DNA
• cancerogeni
adattato da: Gruppo
collaborativo EpiAir, Unità di
epidemiologia ambientale
polmonare, Istituto di fisiologia
clinica, CNR, Pisa
“Per quanto riguarda per esempio
Milano, una delle città più inquinate
d’Italia, si stima che una riduzione
del 5 per cento rispetto ai livelli di inquinamento registrati nel quinquennio 2005-2010 (superiori ai valori limite suggeriti dagli organismi regolatori internazionali) potrebbe evitare ogni anno circa 12 decessi per tumore del polmone, sul totale di circa
900; una riduzione forse modesta in
assoluto, ma certo importante da
perseguire” conclude Bisanti.
L’indice della qualità
dell’aria
In molti Paesi del mondo è oggi
consuetudine informarsi sull’Indice della qualità dell’aria, che riassume a beneficio della popolazione il livello di salubrità dell’aria e
la previsione dell’evoluzione nel
corso della giornata. “In alcune città
italiane, come Firenze, i dati sull’inquinamento dell’aria sono resi pubblici su display disposti in giro per la
città” spiega Luigi Bisanti, direttore
del servizio di epidemiologia della
ASL Milano , “ma si tratta di iniziative locali”.
Conoscere il grado di inquinamento dell’aria consente di concentrare l’attività fisica all’aperto nei
giorni più adatti, e di scoprire il
grado di reattività del proprio organismo ai diversi livelli di inquinamento: se è vero che i sintomi come l’irritazione alla
gola e la tosse possono essere
variabili da individuo a individuo, il livello di inquinamento
che li provoca deve suggerire a
tutti – ma in particolare agli anziani e ai malati – di limitare le attività faticose all’aria aperta.
Nell’attesa che anche in Italia
venga istituito un servizio informativo di questo tipo, chiaro e capillare, è
possibile accedere a informazioni locali sulla qualità dell’aria interrogando il sito dell’ISPRA attraverso il link
http://bit.ly/vgzj3r