Tesori del Basso Sebino

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Tesori del Basso Sebino
UFFICIO IAT BASSO SEBINO
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TESORI DEL BASSO SEBINO
Il territorio del Basso Sebino è un’area interessante per l’ambiente naturale e significativa per
le bellezze storiche, artistiche e architettoniche. Di seguito vengono descritti alcuni tra i
principali “tesori” del Basso Sebino: un itinerario alla scoperta di luoghi antichi e suggestivi.
CHIESA di S. GIORGIO A CREDARO
La chiesa romanica di S. Giorgio in Credaro, antica parrocchiale
dalle evidenti origini romaniche, contiene un importante ciclo di
affreschi di Lorenzo Lotto, eseguiti nel 1525, poco prima della sua
partenza da Bergamo. Gli affreschi rappresentano la Natività,
notevole per qualità e ricchezza di ambientazione, S. Lorenzo e S.
Giorgio alle pareti laterali, i santi Caterina d’Alessandria e
Bartolomeo, Gerolamo e Antonio nelle semilunette, e quindi la figura dell’Eterno. All’esterno
restano tracce di un’Annunciazione, sempre attribuita al Lotto, che tuttavia firmò solo la
Natività; all’interno della chiesa è conservata un’opera dedicata a S. Giorgio che uccide il
drago. L’importanza delle opere di Credaro è anche storica, oltre che artistica, in quanto si
tratta degli ultimi affreschi conosciuti del Lotto, che dal 1525 in poi non eseguirà più opere a
fresco e a parete, chiudendo anche la sua intensa esperienza bergamasca.
CHIESA di S. FERMO A CREDARO
Dopo la rustica e interessante Contrada Cornale, caratterizzata da alcuni
edifici in pietra del XV secolo, solitaria in mezzo ai campi si erge un piccolo
gioiello dell’arte romanica: la chiesetta di S. Fermo. L’edificio risale al XII
secolo, e anche se sono abbastanza evidenti i rimaneggiamenti compiuti
nei secoli XV e XVI, conserva i caratteri originari di semplicità e armonia
tipici del romanico. Il campanile con tre ordini di bifore ai quattro lati è
perfettamente conservato nell’inconsueta posizione centrale nella facciata
della chiesa, mentre l’interno, spoglio e quasi ascetico, suggerisce meditazione con la sua
atmosfera silenziosa e serena, alla quale contribuisce il contesto ambientale agreste.
CASTEL TREBECCO a CREDARO
Credaro, grazie alle testimonianze del suo passato, evoca le atmosphere dei
secoli trascorsi, ed in particolare del medioevo. Fortezze, palazzotti, torri,
archi e bifore, e su tutti Castel Trebecco, posto sopra uno sperone di roccia
a picco sul fiume Oglio. È indubbiamente uno dei castelli più antichi della
zona, di cui è già documentata la presenza nel 1032; la fortezza fu degli
Alberico, capitani di Martinengo, chiamati poi conti di Calepio, che rimasero
proprietari del maniero fino al 1811. Dell’antico castello, con annesso borgo fortificato, si
conserva la pianta originaria, con la corte, le residenze e le opere di difesa. Castel Trebecco è
oggi uno degli esempi meglio conservati di architettura medievale, con angoli di intensa
suggestione e semplice bellezza.
GIROLAMO ROMANINO a VILLONGO e TAVERNOLA
Sono del pittore bresciano Girolamo Romanino (1484-1560) gli
affreschi originariamente dipinti nella cappella di S. Rocco, vicino
alla chiesa parrocchiale di Villongo S. Filastro e raffiguranti la
Madonna con Bambino tra i santi Rocco, Sebastiano, Girolamo e
Filastro. Dopo il restauro, sono ora collocati nel limitrofo Palazzo
Bondurri. Nonostante la perdita di vigore cromatico, mantengono la forza espressiva e la
solennità riscontrabile nei lavori dell’artista di quel periodo (1525). La pieve di S. Pietro a
Tavernola Bergamasca, del XIII secolo con campanile di forma romanica e graziose
finestre bifore, conserva la Madonna in trono con Bambino Santi e donatori, eseguito dal
Romanino attorno al 1512. L’ampio intervento pittorico occupa la parete settentrionale del
presbiterio.
SANT’ALESSANDRO IN AGROS a VILLONGO
Tra le numerose chiese di Villongo, quella romanica di S. Alessandro
in Agros è tra le più significative. Sicuramente parrocchiale nel XIV
secolo, come attestato da documenti d’archivio, ha origini più antiche,
probabilmente del 1100. È ancora visibile, nonostante i numerosi
rimaneggiamenti, la struttura originaria dell’edificio, con una pregevole
abside romanica. Suggestivo l’interno, restaurato nel 1978, con un
importante ciclo di affreschi quattrocenteschi, tra i quali spicca
un’Annunciazione di raffinata esecuzione. L’atmosfera spoglia e intima ben si accorda al
limitrofo borgo medievale di Castel Merlo, un tempo fortezza posta a controllo della strada
che porta ad Adrara e ai Colli di S. Fermo.
SANT’ALESSANDRO IN CANZANICA ad ADRARA S. MARTINO
VIADANICA
Tra i luoghi di culto più antichi della Val Calepio, la chiesa romanica di S.
Alessandro in Canzanica (Comune di Adrara S. Martino, Parrocchia
di Viadanica) risale al IX secolo e fu la chiesa parrocchiale della valle del
fiume Guerna. Un tempo ricchissima di affreschi trecenteschi, oggi
purtroppo perduti, conserva alcuni dipinti del XVI secolo, un Cristo
pantocratore all’interno dell’abside, una figura di Santo Vescovo lungo una
parete e una Madonna sull’unico, semplice, altare. Le nude pareti
emanano un’intensa spiritualità, evidenziata dalle semplici ed armoniose linee romaniche
dell’edificio, a navata unica e con abside in pietra, che ha ottenuto, grazie alla sua antichità,
la qualifica di monumento nazionale.
IL LIBERTY a SARNICO
Le due ville Faccanoni e Surre, progettate e costruite dall’arch.
Giuseppe Sommaruga tra il 1906 e il 1912, sono considerate
unanimemente tra i maggiori esempi dell’architettura liberty in
Lombardia. L’architetto lasciò anche altre significative tracce del suo
originale passaggio, come la casa Passeri (1906) sulla piazza
principale dell’importante centro lacustre, l’Asilo Infantile (1912)
adiacente alla casa parrocchiale ed il monumentale Mausoleo della
famiglia Faccanoni (1907) presso il cimitero. L’originalità del Sommaruga si esprime
essenzialmente nell’uso di volumi mossi, anche grazie all’uso di materiali diversi nei
rivestimenti e alla ricerca di decorazioni preziose, con i bellissimi ferri battuti dalle forme
floreali, sinuose e avvolgenti. L’architettura liberty, al suo apparire considerata da alcuni come
pretenziosa, ha valorizzato anche il paesaggio, utilizzando il fronte lago ed il giardino delle
ville come una grande quinta scenografica in cui inserire gli edifici, con originali effetti
prospettici che si apprezzano soprattutto dall’acqua.
PINACOTECA GIANNI BELLINI a SARNICO
Aperto nel 2002, il Museo Civico d’Arte e del Territorio è
collocato nel Palazzo Gervasoni, uno stabile del XV secolo sito
nel punto più alto del centro storico di Sarnico. Un tempo
convento di suore, l’edificio mostra ancora segni dell'antica
destinazione, con il chiostro e il ballatoio. Suddivisa su tre piani,
la pinacoteca è frutto di una donazione di don Gianni
Bellini: circa 150 opere per la maggior parte dipinti d'epoca
compresa tra il XVI e il XVIII secolo. In particolare sono conservate 128 tra tele e tavole tra le
quali spiccano opere di Palma il Giovane, Alessandro Magnasco, Antonio Cifrondi, Carlo
Ceresa, Nicolas Regnier, Francesco Cairo. Oltre ai dipinti fanno parte della donazione pregiati
mobili d'epoca, alcune importanti statue marmoree e lignee e quattro crocifissi
"processionali", uno in legno e tre in rame argentato.
CHIESA DI S. GIORGIO a PREDORE
Posta quasi in riva al lago, tra Sarnico e Predore, la chiesa di S. Giorgio,
dalle forme tipicamente medievali, accoglie dal XV secolo coloro che
transitano lungo la riva bergamasca del lago d’Iseo. La chiesa, nonostante
vari rimaneggiamenti, evidenziati dai recenti lavori di ripristino, conserva la
struttura semplice e suggestiva delle chiese romaniche, con il piccolo
campanile e la facciata in pietra. La modestia e la nudità dell’interno nulla
tolgono alla bellezza della chiesa, inserita nell’affascinante ambiente quasi
mediterraneo del lago, su cui incombe la massiccia presenza del Corno Buco, il monte che insieme al Bronzone - fa da sfondo al paese.
CHIESA DI SAN MICHELE a TAVERNOLA
Lungo la strada che da Tavernola porta a Vigolo, nella frazione di
Cambianica, inserita tra alcune antiche abitazioni sorge la chiesa
romanica detta di “S. Michelone”. Della costruzione originaria,
probabilmente risalente al XII secolo, restano la singolare facciata priva
di ingresso e l’abside elicoidale con tre monofore, mentre la navata
attuale è il risultato di un ampliamento del XV secolo. Numerosi e
notevoli gli affreschi conservati all’interno e all’esterno della chiesa,
risalenti al Trecento e al Quattrocento, con scene di arcaica bellezza della Passione di Cristo,
S. Giorgio e il drago, S. Michele Arcangelo e vari santi. Nell’abside si nota la Maiestas Domini,
con la data 1364; ai lati gli evangelisti Luca e Marco dipinti con le ali e le teste taurine e
leonine.
IL BORGO MEDIEVALE E IL CASTELLO DEI CONTI DI CALEPIO a CALEPIO
Il primo nucleo abitato di Calepio era conosciuto sicuramente già al
tempo dei Romani e risalgono all'Alto Medioevo. Il vecchio borgo
medievale di Calepio è dominato dal castello originariamente
costruito intorno all'anno 1000 dai feudatari del posto che dall'anno
1240 iniziarono a chiamarsi Conti di Calepio. Il castello venne poi
ricostruito nel 1430 e vide le gesta del condottiero Trussardo da
Calepio che, nella guerra tra i milanesi e i veneziani, scelse di
allearsi con la Repubblica di Venezia sconfiggendo le truppe Viscontee. L'appoggio a Venezia
fece guadagnare alla casata il decreto ducale del feudo su tutta la valle, rinnovato poi con un
altro decreto nel 1662. Un famoso discendente di Trussardo fu Ambrogio da Calepio che
elaborò il primo dizionario multilingue detto appunto "Calepino" del 1502.
CASTELLO DI GRUMELLO a GRUMELLO DEL MONTE
Il Castello di Grumello domina il borgo di Grumello del Monte e
i suoi vigneti, nel cuore della Valcalepio, fascia collinare tra
Bergamo e il lago d’Iseo. Fu costruito probabilmente intorno al Mille
come fortezza militare dotata di una torre d’avvistamento, data la
sua posizione strategica. Il Castello ebbe per tutto il Medioevo
funzione di osservatorio, difesa e ricetto della popolazione del paese,
che vi poteva trovare rifugio durante scontri e guerre. Proprietaria ne
era la comunità di Grumello guidata dai Consoli del borgo. Di questa
epoca rimangono la torre, con merlatura guelfa, la sala del corpo di
guardia con volta a crociera, le prigioni e le grandi cantine dal soffitto a volta. A partire dal
XVIII secolo il Castello fu trasformato in residenza patrizia dallo stile semplice e austero, gli
antichi spalti divennero una corte circondata da una corona di ippocastani secolari e il
complesso venne arricchito da una cappella privata ricca di stucchi e vetri colorati.
da “Tesori del Basso Sebino” pubblicazione realizzata da: ex-Comunità Montana Monte Bronzone e Basso Sebino ora Comunità Montana dei
Laghi Bergamaschi