La Tana del Bevitore Nella vecchia bettola all`antica, detta la Tana

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La Tana del Bevitore Nella vecchia bettola all`antica, detta la Tana
La Tana del Bevitore
Nella vecchia bettola all'antica, detta la Tana del Bevitore, Don Piero , il parroco, e il signor
Fulgenzio, il sindaco del paese ,bevevano un Chianti dal sapore antico.
Lungo la parete Gigi il barista aveva messo delle mezze botti. Il soffitto da cui pendeva un
lampadario con finte candele era attraversato da vecchie travi grezze.
Qua e là vecchie damigiane, bottiglie impagliate, antichi strumenti di lavoro appesi alle pareti.
Don Piero discuteva animatamente con il signor Fulgenzio.
-Non fare lo spavaldo con il vino, perché il vino ha mandato molti in rovina”, diceva don Piero.
Allora il sindaco ribatteva:- Ma che vita è, caro Don Piero, quella dove manca il vino?La bottiglia di Sangiovese, detto anche “sangue di Giove”, dal nome del mitico padre degli dei, era
mezza piena, o mezza vuota, dipendeva da come la si guardava.
Gigi l'oste si avvicinò: “Lor signori vorrebbero gustare un Malvasia?”
La bottiglia di Malvasia fu portata. Gigi fece decantare il vino, tenendo la bottiglia leggermente
inclinata ,versò il nettare in certi bicchierini di cristallo che teneva in serbo solo per le occasioni
importanti e per gli ospiti più illustri.
-Fin dall'inizio è stato creato per la gioia degli uomini, allegria del cuore e gioia dell'anima è il vino
bevuto in quantità. - disse Don Piero, cominciando un brindisi in onore del nuovo Cardinale,
Monsignor Cesare ,che due giorni dopo sarebbe stato in visita alla Parrocchia.
La porta della Tana del Bevitore si aprì.
Entrò un anziano signore in clergyman, barbetta rada, due occhietti vispi e intelligenti.
“Posso accomodarmi?-Certo, prego...-cominciava a dire un pò brillo il sindaco.
Don Piero riconobbe il suo vecchio amico Don Cesare, ora neoeletto Cardinale di Santa Romana
Chiesa.
Da quanto non si vedevano?! Chi lo sapeva?!
L'ultima volta era stata a quel Congresso Eucaristico a Roma,molti anni prima!
-Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità. L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua
rovina, ne diminuisce le forze e gli procura ferite .- disse il neo Cardinale, il naso paonazzo volto
all'insù.
Don Piero presentò il suo amico al sindaco che porse le sue congratulazioni per la fresca nomina.
L'oste si avvicinò.
-Qualcosa da bere per Monsignore il Cardinale?“Ci vorrebbe un Barolo. ”disse il Parroco.
-Un attimo ,- disse Gigi- ho qualcosa per festeggiare la nomina di Monsignor Cesare a Cardinale L'oste sparì in una porticina nascosta dietro il bancone e si addentrò nel buio della cantina.
Si aggirava frenetico fra le centinaia di bottiglie conservate nell'antica cantina scavata secoli prima
nella nuda roccia. Finalmente la scovò.
L'oste sollevò delicatamente la bottiglia contro la fievole luce della lampadina. Un debole lucore
attraversò il liquido rossastro, facendolo risplendere come un rubino.
Aveva conservato quella bottiglia per anni.
Risalì le scale con le mani che tremavano per l'emozione.
Pose sul tavolo dei calici dall'alto stelo e dal bordo dorato, al centro, dentro un secchiello d'argento,
la preziosa bottiglia di Bordeaux.
-Signori, vi presento il Principe dei vini francesi. Esordì l'oste ,come fosse stato il Papa nel momento di intonare un solenne Te Deum in San Pietro.
-Che dico? Vi presento il Re dei vini francesi. E' rosso, come la nuova veste che da oggi in poi
indosserà Monsignor Cesare.Un velo di rossore attraversò il viso di Monsignore, attento a non perdersi quel cerimoniale che
nulla aveva da invidiare ad un Concistoro nella Cappella Sistina.
-Durante un banchetto non rimproverare il vicino, non deriderlo nella sua allegria.-
Disse il nuovo Cardinale,mentre prendeva con due dita lo stelo del calice su cui l'oste aveva
versato il liquido color rubino.
- In onore del neoeletto Cardinale. - disse Gigi.
-Ad Maiora !I calici furono levati in alto, come una mistica offerta, il liquido brillò rossastro alla luce del
lampadario, ci fu un tintinnio di vetri, dai calici si levò una nuvoletta di rubini, mentre una goccia
cadeva sul bordo paonazzo dell'abito di Monsignore.