PROGETTO - Intesa Unifarm

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PROGETTO - Intesa Unifarm
PROGETTO
DEODORANTI
ANTITRASPIRANTI
SOMMARIO
Premessa
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Introduzione
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Il sudore e gli odori corporei
• Ghiandole sudoripare eccrine
• Ruolo della sudorazione eccrina
• Ghiandole sudoripare apocrine
• Ghiandole sudoripare apoeccrine
• Composizione del sudore in condizioni fisiologiche
• Condizioni in cui si sviluppa il caratteristico odore
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Alterazioni della secrezione sudoripara
• Iperidrosi e bromidrosi
• Cromidrosi
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I prodotti per la deodorazione: antitraspiranti e deodoranti
• Riferimenti legislativi
• Forme tecniche e caratteristiche d’uso
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Sostanze per il controllo della formazione dei cattivi odori
• Antitraspiranti
• Antimicrobici (batteriostatici)
• Sostanze ad azione antienzimatica batterica
• Antiossidanti
• Adsorbenti
• Fragranze
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Struttura generale delle formulazioni
• Ingredienti attivi
• Fluidi carrier
• Propellenti per formulazioni spray
• Viscosizzanti ed emulsionanti
• Strutturanti per sospensioni
• Modificatori sensoriali
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Domande e risposte per il consiglio
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Guida alla lettura delle schede INTESA
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Bibliografia
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Premessa
“Consigliare” al cliente in modo professionale un prodotto cosmetico è uno dei principali
obiettivi per il farmacista.
Un “consiglio” per il cliente implica una “scelta” da parte del farmacista, significa cioè
individuare un prodotto cosmetico che sia allo stesso tempo idoneo e specifico per le
esigenze del singolo cliente.
Per poter far ciò, il farmacista ha a disposizione una serie di informazioni contenute
nell’etichetta del prodotto cosmetico.
Tuttavia, non sempre tale lettura può risultare immediata, semplice o imparziale; basti
pensare che in essa sono coinvolti sia aspetti di marketing che aspetti formulativi.
Si può avvertire, quindi, l’esigenza di ulteriori informazioni, notizie o dati, contenute ad
esempio in una guida teorico-pratica che rappresenti una fonte in cui reperire
gli
“strumenti” necessari per “consigliare” in modo professionale il prodotto cosmetico.
E’ proprio questo uno degli obiettivi del presente lavoro: proporre una guida teoricopratica che sia uno “strumento” per il “consiglio” del prodotto cosmetico.
Per poter elaborare tale guida, sono stati considerati e sviluppati diversi argomenti,
strutturati ed organizzati in una parte generale e in una parte speciale.
Nella parte generale sono stati trattati aspetti relativi alla classificazione dei prodotti,
alle forme tecniche dei principi attivi ed alla normativa vigente.
Nella parte speciale sono stati trattati aspetti relativi agli schemi di formulazione e
classificazione dei prodotti in commercio.
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INTRODUZIONE
Gli odori del corpo e l’eccessiva sudorazione sono percepiti, ovunque nel mondo, come
una condizione spiacevole dalla maggioranza dei gruppi sociali e possono creare un forte
disagio soprattutto nelle relazioni interpersonali degli individui.
Il sudore è il prodotto dell’attività delle ghiandole sudoripare (eccrine, apocrine e
apoeccrine).
Dal punto di vista fisiologico la secrezione del sudore ha il ruolo di assicurare
l’eliminazione degli scarti metabolici ma soprattutto di mantenere costante la temperatura
corporea. Partecipa all’elaborazione del film idrolipidico ed ha proprietà antisettiche ed
antifungine, oltre a rivestire un ruolo tattile, prensile, espressivo e accessorio
nell’attrazione sessuale.
La sudorazione risponde a stimoli sia nervosi che esterni e la sua entità risulta quindi
fortemente influenzata da fattori ormonali, età, clima, stress, assunzione di cibi piccanti
etc. E’ necessario considerare, inoltre, che la densità di distribuzione nel corpo delle
ghiandole sudoripare non è uniforme e che sussistono variazioni regionali in risposta a
stimoli specifici.
E’ l’attività microbiologica della microflora della pelle a giocare un ruolo primario nella
formazione dei cattivi odori: il sudore, che di per sé è inodore, subisce infatti processi di
bio-trasformazione ad opera dei batteri presenti sulla superficie cutanea il cui esito finale
è la produzione di composti volatili, responsabili degli odori sgradevoli.
Anche se oggi i prodotti detergenti per il corpo sono ampiamente utilizzati per controllare
le spiacevoli conseguenze di una sudorazione normale e diversi tipi di profumi possono
mascherare alcuni odori corporei, la cura della zona ascellare, intesa come controllo della
traspirazione e dei cattivi odori mediante l’utilizzo di prodotti deodoranti e antitraspiranti,
rimane il mezzo più efficace e diffuso nel mondo per favorire i contatti sociali,
indipendentemente dalle differenze culturali tra popolazioni.
Il primo deodorante immesso sul mercato risale alla fine dell’800, ma è alla metà del
secolo scorso che comincia il vero e proprio sviluppo commerciale di tali formulazioni. Col
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passare dei decenni, lo sviluppo, il miglioramento e la diffusione di questi prodotti ha avuto
una considerevole crescita, portando alla scoperta di agenti sempre più efficaci e dotati di
buona tollerabilità, sia nel campo dei deodoranti veri e propri, ovvero quei prodotti che
limitano la formazione di odori sgradevoli, che in quello degli antitraspiranti, ovvero quelle
formulazioni il cui obiettivo primario è ridurre l’entità della sudorazione.
Entrambi questi prodotti sono senza dubbio in grado di migliorare la “qualità della vita” di
milioni di persone in tutto il mondo: il mercato offre, però, una grande varietà di soluzioni
tecniche e funzionali che rende necessario da parte del farmacista, che desidera
consigliare efficacemente il proprio cliente, un approfondimento delle proprie conoscenze
in materia ed una attenta analisi dei prodotti presenti sul mercato.
Questa monografia si propone come strumento semplice e di rapida lettura per il
farmacista che voglia approfondire la sua conoscenza negli aspetti tecnici e funzionali di
deodoranti e antitraspiranti.
Analogamente a quanto avviene per altre categorie di prodotti cosmetici, il farmacista può
svolgere anche nel caso di deodoranti e antitraspiranti un ruolo di educazione sanitaria
importante.
Infatti, anche se i prodotti commercializzati nel nostro paese soddisfano i requisiti di
sicurezza imposti dalla Legislazione Europea (cfr. Legge 713/86) e sono quindi formulati
per minimizzare i rischi per la salute del consumatore, un utilizzo non corretto, dovuto ad
esempio a modalità di impiego non congrue o alla scelta di una formulazione non
adeguata in relazione al proprio tipo di pelle, può causare reazioni indesiderate, talvolta
anche severe.
Il ruolo di intermediario tra l’utilizzatore finale ed il prodotto che di fatto svolge il farmacista,
contribuisce ad accrescere in modo significativo l’educazione sanitaria dei consumatori,
indirizzandoli verso una maggiore conoscenza ed un uso appropriato dei prodotti e
contemporaneamente a migliorare, anche se in maniera indiretta, la funzionalità e la
sicurezza dei prodotti stessi.
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IL SUDORE E GLI ODORI CORPOREI
Il sudore è il risultato dell’attività delle ghiandole eccrine, apocrine e sebacee che
costellano la nostra superficie cutanea e del loro incessante lavoro regolato di volta in
volta da stimoli nervosi, ormonali ed ambientali.
Le più importanti nel determinare le caratteristiche del sudore sono le ghiandole
sudoripare eccrine ed apocrine.
GHIANDOLE
SUDORIPARE ECCRINE
Le ghiandole sudoripare eccrine, attive fin dalla nascita, sono le più numerose (da 2 a 5
milioni) e sono distribuite su tutto il corpo ad eccezione di: piccole labbra, superficie
interna del prepuzio, glande, faccia interna del padiglione auricolare e letto ungueale [1, 2].
Esse secernono il sudore in modo esocrino e indipendente dal complesso pilo sebaceo.
La loro struttura può essere suddivisa in 3 parti funzionali (Fig.1):
1) la porzione secretoria o glomerulo
2) il canale escretore dermico
3) il canale escretore epidermico
Poro
Epidermide
Canale escretore
epidermico
Canale escretore
dermico
Glomerulo
Figura 1.
Ghiandola sudoripara eccrina
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Il sudore eccrino è incolore, acido
, inodore ed è costituito da:
o Acqua
o Urea
o Acido Urico
o Acidi organici (Propionico, Lattico, Citrico, Acetico)
o Aminoacidi
o Sali minerali
o Zuccheri (Glicogeno, Glucosio)
o Enzimi (Succinildeidrogenasi)
o Vitamine (Acido Folico, Acido Pantotenico, Biotina)
Il sudore, inodore all’origine, subisce una decomposizione ad opera dei batteri gram
positivi naturalmente presenti sulla superficie cutanea. L’ossidazione dei metaboliti dà
quindi origine a odori sgradevoli.
Le ghiandole sudoripare eccrine sono sottoposte a controllo nervoso: la sudorazione
risponde quindi sia a stimoli di tipo fisico (aumento della temperatura esterna) che psichico
(emozioni intense).
RUOLO DELLA SUDORAZIONE ECCRINA
Il sudore partecipa alla termoregolazione corporea e alla formazione del film idrolipidico
cutaneo; possiede una attività antisettica e antifungina, attribuita al pH acido, e protettiva
contro le radiazioni UV grazie alla presenza dell’Acido Urocanico (filtro solare endogeno).
La secrezione permanente del sudore nelle zone palmo-plantari migliora inoltre la
funzionalità di mani e piedi (capacità prensile e aderenza al suolo).
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GHIANDOLE
SUDORIPARE APOCRINE
Le ghiandole sudoripare apocrine sono presenti solo in alcune zone del corpo dette
“apocrine” (ascelle, areole mammarie, genitali esterni, condotti uditivi, ipogastrio, pieghe
inguinali, area periombelicale), sempre associate ad un follicolo pilo-sebaceo.
Durante l’infanzia sono quiescenti, si attivano alla pubertà e secernono il sudore apocrino
che è viscoso, lattiginoso, biancastro [1,2].
Il sudore apocrino impartisce a ciascun individuo il suo odore personale e le ghiandole
apocrine sono considerate una vestigia della nostra origine animale, poiché negli animali
esse svolgono un ruolo attivo nella genesi del richiamo sessuale.
Sono strutture tubolari, localizzate nel derma profondo, il cui canale secretore si collega al
canale follicolare, al di sopra dello sbocco della ghiandola sebacea (Fig.2).
Epidermide
Ghiandola
sebacea
Canale escretore
dermico
Glomerulo
Figura 2
Ghiandola sudoripara apocrina
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Il sudore apocrino è denso, lattiginoso, con pH neutro o leggermente alcalino, composto
da:
o Acqua
o Ammoniaca
o Proteine
o Steroidi
o Lipidi: Squalene, Gliceridi, Acidi Grassi, Colesterolo, esteri del Colesterolo
o Pigmenti
La conoscenza della fisiologia delle ghiandole apocrine è ancora limitata. La produzione
del sudore inzia con la pubertà, ma non rimane costante durante l’arco della vita.
Il sudore inizialmente privo di odore è ricco di lipidi e proteine che vengono degradati dai
batteri e dai funghi presenti sulla superficie cutanea, con conseguente formazione di cattivi
odori.
GHIANDOLE
SUDORIPARE APOECCRINE
Le ghiandole sudoripare apoeccrine sono state descritte nella regione ascellare.
Possiedono caratteristiche comuni sia con le ghiandole sudoripare eccrine che apocrine.
La loro risposta a stimoli fisiologici e farmacologici sembra essere diversa da quella delle
ghiandole apocrine. Esse contribuiscono in gran parte all’abbondante produzione di
sudore delle ascelle.
COMPOSIZIONE
DEL SUDORE IN CONDIZIONI FISIOLOGICHE
La composizione del sudore varia considerevolmente da persona a persona, da momento
a momento, da sede cutanea a sede cutanea.
Il sudore, essendo un derivato del plasma sanguigno , è a questo molto simile, come fosse
un filtrato che si concentra lungo lo svolgersi dei dotti ghiandolari fino a raggiungere la
superficie cutanea.
I principali componenti del sudore sono gli elettroliti plasmatici quali Sodio, Cloro, Potassio
unitamente all’Urea e all’Acido Lattico. E’ presente anche una piccola quantità di Glucosio,
il principale zucchero presente nel nostro organismo. Il ph del sudore varia da 4 a 7.
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Normalmente non ci si rende conto di sudare tuttavia durante l’arco della giornata esiste
una sudorazione continua denominata perspiratio insensibilis che si calcola essere intorno
ai 500 ml quotidiani. Durante l’esercizio fisico la sudorazione aumenta notevolmente e può
raggiungere dopo alcune ore quantità considerevoli anche di diversi litri. Naturalmente
accorrerà tenerne conto in fase di reintegrazione dei liquidi persi.
Da un lato quindi la sudorazione assolve ad importanti funzioni fisiologiche mentre
dall’altro il prodotto, cioè il sudore, rappresenta il substrato per la formazione di cattivi
odori.
CONDIZIONI
IN CUI IL SUDORE PUÒ SVILUPPARE IL CARATTERISTICO ODORE
La secrezione prodotta dalle ghiandole sudoripare, non appena emessa, non ha
praticamente odore, che invece si forma successivamente a seguito dell’azione della flora
batterica sulla cute [3,4].
In tal modo ciascun individuo assume un caratteristico odore, assolutamente personale,
che si inserisce su un odore più generalmente legato alla specie, addirittura alla etnia di
appartenenza e a molte condizioni di variabilità intrinseche ed estrinseche.
I batteri presenti sulla superficie cutanea possiedono enzimi in grado di digerire i
componenti del sudore eccrino ed apocrino dando luogo alla produzione di particolari
composti denominati Acidi Grassi liberi che sono i veri responsabili del “nostro” odore.
La reazione operata da questi enzimi avviene preferibilmente in ambiente caldo umido e in
condizioni di pH alcalino.
Quando si fa riferimento all’azione dei batteri nella genesi dei cattivi odori non occorre
pensare che vi siano delle infezioni. I batteri che si rendono responsabili di tale
modificazioni sono quelli saprofiti cioè quelli presenti abitualmente sulla superficie cutanea
dei soggetti sani [5-6].
La densità della flora saprofitica può raggiungere i 7 milioni/cm2, soprattutto nelle zone
caldo-umide della superficie cutanea come i cavi ascellari, gli spazi interdigitali, le grandi
pieghe cutanee.
La popolazione saprofitica non ha solamente ruolo nella formazione dei cattivi odori, ma
utili funzioni come quella di impedire lo sviluppo di una flora batterica patogena che
potrebbe dar luogo a problemi più seri (Tab.1).
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CORINEBATTERI PSEUDODIFTERICI (CORYNEBACTERIUM TENUIS)
STAFYLOCOCCUS EPIDERMIDIS (SAPROFITA PATOGENO OPPORTUNUSTA)
MICROCOCCHI (SAPROFITI SOLO OCCASIONALMENTE PATOGENI
OPPORTUNISTI)
BACILLI SPORIGENI GRAM+
STREPTOCOCCHI NON EMOLITICI
ENTEROCOCCHI
BACILLI GRAMCANDIDA ALBICANS
PROPIONUM BACTERIUM ACNES
PITYROSPORUM ORBICOLARE
Tab.I : principali micro-organismi presenti sulla superficie cutanea
La formazione dell’odore corporeo è dunque la risultante di una serie complessa di
interazione tra:
•
sudore apocrino
•
sebo
•
prodotti della microdesquamazione cutanea
•
attività della flora batterica cutanea
•
enzimi epidermici
•
presenza di peli
•
sudore eccrino
•
umidità delle pieghe
Esso si sviluppa prevalentemente nelle aree con umidità sufficiente alla proliferazione
batterica (regione ascellare).
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ALTERAZIONI DELLA SECREZIONE SUDORIPARA
Sia le ghiandole sudoripare eccrine sia le ghiandole sudoripare apocrine possono subire
alterazioni funzionali i cui quadri clinici necessitano, per essere riconosciuti, della
consulenza del dermatologo (Tab II).
FORME CLINICHE
generalizzata o diffusa
Iperidrosi
simmetrica, in prevalenza
palmare(eventualmente
complicate da eczema, disidrosi,
cheratodermia);
e/o plantare (più frequente nei
giovani maschi, con macerazione
ecc., associata a bromidrosi,
infezioni fungine e batteriche);
e/o ascellare (specialmente postpuberale)
asimmetrica e localizzata
Ipoidrosi
(diminuzione di sudorazione)
o Anidrosi
(assenza di sudorazione)
CONCOMITANZE O CAUSE
menopausa, gravidanza, vomito,
febbre, alcolismo, malattie
infettive, diabete, gotta, obesità,
ipertiroidismo, farmaci.
stati iperemotivo-ansiosi
lesioni neurologiche
ittiosi, dermatite atopica, lichen
planus, psoriasi, sclerodermia,
acrodermatite cronica
atrofizzante, lebbra, lesioni
neurologiche, ipotiroidismo,
farmaci (atropina, esametonio,
ecc.), displasia ectodermica
anidrotica congenita
ascellare
azione dei batteri sul sudore
apocrino
dei piedi e inguinale
azione dei batteri sulla cheratina
macerata dall’iperidrosi
Bromidrosi
(sudorazione maleodorante)
ascellare
Cromidrosi
rara, da cause ignote:
eliminazione di lipofuscine con il
sudore apocrino
(sudorazione colorata)
in sedi inattese (volto)
Ematidrosi
(sudorazione ematica)
per presenza di ghiandole
ectopiche
rarissima, da turbe della
coagulazione
Tabella. II: Alterazione della secrezione sudoripara
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IPERIDROSI
E BROMIDROSI
Una persona su 5 è colpita da una sudorazione eccessiva che può avere origini
psicosomatiche, endocrine, neurologiche o legate all’assunzione di farmaci [7].
Viene definita “iperidrosi emozionale” una iper-produzione di sudore in genere ristretta alle
ascelle, palme delle mani e piante dei piedi (a volte è presente anche alla fronte). Può
essere associata a tachicardia e instabilità motoria.
La sudorazione palmo-plantare cessa durante il sonno, mentre la sudorazione termica è
sempre inducibile, per questo si ritiene che ci sia all’interno del centro ipotalamico della
sudorazione una parte specifica e distinta per tali sedi (ascelle, palme e piante), che riceva
stimoli dalla corteccia cerebrale e non da neuroni termosensibili.
Il caratteristico odore della pelle iperidrotica viene causata dalla degradazione microbica
dei componenti del sudore apo-eccrino e/o dallo strato corneo [7,8]. Questi stati di
maleodore vengono detti “bromidrosi apocrine o eccrine” a seconda della regione
corporea in cui si manifesta il fenomeno.
I soggetti colpiti dall’iperidrosi, a causa degli odori causati dal sudore, presentano problemi
psicologici in quanto vengono limitati sia nella vita privata che professionale.
CROMOIDROSI
Viene detta cromoidrosi la secrezione di abnormi chiazze di sudore colorato, sia eccrine
che apocrine.
Queste situazioni non sono maleodoranti. Il tipo eccrino è raro, dovuto a disordini epatici,
all’assunzioni di alcune droghe e coloranti.
Vanno distinte dalle pseudo-cromoidrosi dovute al deposito di coloranti esogeni sulla
strato corneo.
Anche la cromoidrosi apocrina è rara; è dovuta alla presenza di lipofucsine che
conferiscono al sudore un colore che va dal verde-giallo al blu-ardesia.
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I PRODOTTI PER LA DEODORAZIONE :
ANTITRASPIRANTI E DEODORANTI
Il termine deodorante è una denominazione comune che comprende due grandi categorie
di prodotti gli antitraspiranti e i deodoranti propriamente detti. La distinzione tra questi due
gruppi non è sempre compresa in modo chiaro dai consumatori, che li utilizzano
quotidianamente per la normale cura igienica quotidiana [9].
In Europa sono più popolari i deodoranti rispetto agli antitraspiranti, ma la quota di mercato
di questi ultimi è attualmente in aumento.
Antitraspirante o regolatore della traspirazione
Prodotto cosmetico in grado di diminuire il flusso del sudore, inducendo una riduzione
della attività delle ghiandole sudoripare, da un minimo del 20% ad un massimo del 50%
dei soggetti testati.
Deodorante
Prodotto cosmetico in grado di sopprimere la formazione dei cattivi odori senza alterare il
flusso della traspirazione.
La maggioranza dei prodotti in commercio combinano diversi elementi attivi per avere
un’efficacia a lungo termine e una migliore tollerabilità: nella realtà è spesso difficile quindi
fare una distinzione netta tra i due gruppi.
E’ molto comune trovare principi attivi antibatterici nei prodotti che vantano effetti
prevalenti di tipo antitraspiranti,
come rilevare la presenza di agenti antitraspiranti in
basse concentrazioni nei prodotti deodoranti.
La scarsa conoscenza della particolare fisiologia della pelle della zona ascellare facilita il
proliferare di controversie sull’effetto degli antitraspiranti e dei deodoranti sull’epidermide,
sulla sua funzione di barriera e sul pH superficiale [9].
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RIFERIMENTI
LEGISLATIVI
In Europa, sia gli antitraspiranti che i deodoranti sono classificati come prodotti
cosmetici, mentre la legislazione americana distingue chiaramente tra deodoranti e
antitraspiranti classificando questi ultimi come OTC.
In particolare sono considerati prodotti cosmetici i “deodoranti”, che riducono lo sviluppo
dell’odore, mentre sono classificati prodotti medicinali da banco gli “antiperspiranti”, in
quanto regolano efficacemente l’attività delle ghiandole sudoripare [10,11].
Di conseguenza, per essere classificato come antitraspirante negli USA il prodotto deve
dimostrare una riduzione statisticamente significativa della produzione di sudore nella
zona ascellare, maggiore del 20% e possedere le caratteristiche formulative della
categoria 1 delle apposite linee guida.
I prodotti che non rispettano queste linee guida devono essere registrati come nuovi
farmaci.
E’ la Food&Drug Administration l’ente che regolamenta gli ingredienti attivi
permessi, i claim commerciali, l’efficacia minima e i test di definizione degli antitraspiranti
[10,11].
Il gruppo di controllo per gli OTC ha recentemente proibito la presenza in tutti i prodotti
spray di sali di Zirconio, divieto che è stato recepito anche dall’unione Europea, perché
esistono dati scientifici che dimostrano che possono provocare granulomi cutanei.
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FORME
TECNICHE E CARATTERISTICHE D’USO
L’obiettivo primario della forma tecnica di un deodorante (e/o antitraspirante) è quello di
formare uno strato sottile nella zona di applicazione [12].
Questa si può realizzare tramite contatto diretto (stick e roll on) o senza contatto diretto
(forme spray e no-gas).
A diretto contatto
STICK
ROLL ON
Creme con applicatore
Senza contatto diretto
SPRAY
NO-GAS
STICK: sono costituititi da sistemi gelificati, generalmente a base di Glicoli e Saponi
alcalini, in cui vengono incorporate le fragranze e gli ingredienti attivi. In alternativa si
possono usare sistemi gelificati a base di Alcol Stearilico e derivati Siliconici, per evitare
problemi di incompatibilità di pH con gli ingredienti attivi (es: Sali di Alluminio).
La massa del deodorante viene colata in un contenitore che presenta un dispositivo a vite
e successivamente gelificata. Il prodotto solidificato viene a contatto con l’ascella
regolando manualmente il dispositivo a vite.
La forma tecnica deve garantire: solidità, resistenza alla deformazione, applicabilità
(moderata pressione e movimento).
Vantaggi e svantaggi: asciugano rapidamente, non lasciano residuo bianco, sono
economici e non appiccicano.
ROLL-ON: possono essere sia soluzioni debolmente gelificate che emulsioni O/A molto
fluide. Il contenitore può essere di plastica o di vetro con una sfera all’estremità che ruota
se strofinata contro la pelle. Ruotando trasferisce un film di deodorante sull’ascella.
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La forma tecnica deve avere caratteristiche di viscosità ed elasticità tali da essere
funzionali alla stesura nella zona di applicazione; deve essere fluida per scorrere
facilmente sul dispositivo di applicazione, elastica per recuperare rapidamente struttura e
aderire alla zona di applicazione, non deve colare.
Vantaggi e svantaggi: buona dermocompatibilità, elevato rischio di inquinamento del
prodotto, asciugano lentamente.
SPRAY: contengono il propellente (Propano, Butano, Isobutano, Dimetiletere, ecc.) e
possono essere costituiti sia da polveri (spray secco, dry), sia da soluzioni
(alcolica/idroalcolica - acquosa/oleosa).
Il gas presente nella formulazione esercita la sua pressione non solo sulle pareti interne
del recipiente, ma anche sul liquido deodorante forzandolo a passare dentro un tubicino
pescante collegato al punto di apertura della valvola.
Lo spruzzo è una soluzione liquida di propellente e di prodotto deodorante. Il gas
propellente, che ha sempre un punto di ebollizione molto inferiore alla temperatura
ambiente, evapora in un tempo brevissimo, liberando così uno spruzzo di particelle liquide.
Gli spray sono validi anche per le formulazioni in polvere; in questo caso i solidi sono
sospesi nel propellente che trascina con sé la polvere e volatilizzandosi completamente
lascia ricoperta da questa l’area spruzzata.
I propellenti forniscono l’energia necessaria per espellere il contenuto della bombola;
possono anche svolgere funzioni ausiliarie agendo come solventi o come diluenti.
Vantaggi e svantaggi: sono gradevoli da impiegare anche in virtù di un effetto
“raffreddamento”. Si distribuiscono bene, possono essere irritanti e comportano un rischio
di inalazione del deodorante.
NO-GAS: non contengono il propellente e possono essere soluzioni (acquose o
idroalcoliche) o emulsioni (latti). I contenitori dei no-gas hanno una pompa particolare che
permette l’uscita del contenuto privo di gas.
Vantaggi e svantaggi: Sono ecologici, più sicuri degli aerosol con propellente, meno
efficienti nel garantire la distribuzione uniforme del prodotto e il completo utilizzo del
contenuto da parte del consumatore.
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CREME (con applicatore) : il loro spazio nel mercato è limitato dalla necessità di
applicazione manuale del prodotto.
In tempi recenti sono però stati sviluppati sistemi di packaging del tipo stick che
consentono l’estrusione della crema e la sua distribuzione diretta senza l’uso delle dita.
Possono essere usate emulsioni olio in acqua o sistemi acqua in silicone.
Vantaggi e svantaggi: modalità di applicazione meno gradevole, alta dermocompatibilità
per la presenza significativa di ingredienti ad azione emolliente, idratante e/o lenitiva.
SOSTANZE PER IL CONTROLLO DELLA FORMAZIONE
DEI CATTIVI ODORI
Lo scopo dei deodoranti e degli antitraspiranti è quello di eliminare il cattivo odore senza
alterare i delicati equilibri fisiologici che stanno alla base della sudorazione[13].
Nella loro formulazione vengono impiegate sostanze con effetto deodorante (sostanze
attive) che limitano la formazione dei cattivi odori e sostanze che le veicolano e ne
potenziano gli effetti (componenti della forme tecnica).
Gli eccipienti infatti garantiscono la distribuzione uniforme dell’attivo, la sua adesività e ne
possono aumentare la funzionalità (per es. abbassando il pH).
Le SOSTANZE ATTIVE sono classificabili nelle seguenti categorie:
o Antitraspiranti: agiscono diminuendo la secrezione del sudore.
o Antimicrobici (batteriostatici): limitano la crescita dei microrganismi responsabili
della degradazione del sudore.
o Inibitori enzimatici (sostanze con azione antienzimatica nei confronti delle lipasi
batteriche): limitano la capacità dei batteri di degradare il sudore, bloccandone gli
enzimi, senza alterare la popolazione microbica.
o Antiossidanti: limitano l’ossidazione degli Acidi Grassi e la conseguente
formazione di sostanze volatili (VFA).
o Adsorbenti degli odori: catturano i composti volatili formatisi limitando la loro
percezione olfattiva.
o Fragranze: mascherano la presenza di sostanze maleodoranti coprendoli con
odori gradevoli.
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Produzione
del sudore
Antitraspiranti
Formazione
dei cattivi
odori
Antimicrobici
Inibitori enzimatici
Antiossidanti
Detergenti
Adsorbenti
Profumi
ANTITRASPIRANTI
I Sali di Alluminio sono i più utilizzati. L’Alluminio è un catione (carico positivamente)
capace di combinarsi con le numerose proteine di carica negativa.
Il pH della superficie cutanea e del sudore sono elementi determinanti per l’efficacia dei
sali metallici. Questi prodotti si sciolgono sulla superficie cutanea e la soluzione acida
risultante penetra nella parte più esterna del condotto sudoriparo, dove il pH più alcalino
provoca la sua idrolisi e la formazione di un gel di idrossido metallico.
Si ottiene quindi un effetto astringente di superficie, che riduce le dimensioni del poro
sudorale e di conseguenza la fuoriuscita del sudore, senza bloccare però la traspirazione.
Si verifica anche un effetto in profondità, dovuto alla liberazione e alla successiva
precipitazione dello ione metallico, come complesso con mucopolisaccaridi, che avviene
nella parte superiore del tratto epidermico del canale escretore.
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Questi complessi precipitando formano dei conglomerati che si depositano sulla parte
interna del dotto sudorale. In un secondo momento anche le cellule, che compongono il
canale intra-epidermico, desquamano e partecipano alla formazione del conglomerato.
L’interruzione per brevi periodi delle applicazioni dei sali metallici è seguita dalla
riparazione strutturale e pienamente funzionale dell’apparato delle ghiandole sudoripare.
Al contrario, un blocco prolungato nel tempo a causa di trattamenti frequenti può
comportare il danneggiamento della cellula secretoria [14].
L’effetto dei Sali di Alluminio è “concentrazione-dipendente” sino al raggiungimento della
concentrazione di saturazione (valore di plateau); a parità di concentrazione la loro
efficacia aumenta con il diminuire del pH.
I Sali di Alluminio possiedono anche una azione batteriostatica indiretta, poiché la loro
acidità è in grado di diminuire il pH della cute, inibendo la formazione dei cattivi odori.
Alcuni acidi, quali ad esempio Acido Tannico e Acido Tricloroacetico, e le Aldeidi, come
ad esempio Formaldeide e Glutaraldeide, hanno proprietà astringenti.
Questi agenti denaturano le proteine degli strati cornei superficiali e chiudono i pori
sudoripari [15-16]. L’azione è di breve durata ed è necessario un trattamento quotidiano
per mantenere l’efficacia nella riparazione rapida contro la desquamazione.
I Polimeri che formano una pellicola filmogena sono efficaci in quanto occludono
superficialmente la pelle. Oltre all’acido Olefinico e ai polimeri dell’Acido Amido/olefinico,
anche alcuni co-polimeri dell’estere riducono il flusso di sudore in modo drastico.
Inoltre alcune combinazioni di sostanze tensioattive e di co-tensioattivi hanno
dimostrato proprietà di rigonfiamento a contatto con l’acqua, creando un sistema di
assorbimento del sudore nella zona ascellare [17].
La combinazione tra Acido Oleico e il Glicerolo monolaurato forma con il sudore cristalli
liquidi liotropici, diminuendo l’umidità della pelle.
18
ANTIMICROBICI (BATTERIOSTATICI)
Sono preferibili rispetto ai battericidi in quanto dotati di attività meno radicale nei confronti
della flora batterica residente. In tal modo si evita di squilibrare eccessivamente la flora
batterica con le inevitabili conseguenza negative. I batteriostatici quindi limitano senza
inibirlo totalmente il proliferare della flora batterica inserendosi in tal modo nel processo di
formazione dei prodotti responsabili degli odori sgradevoli [13](tab.III).
Dal momento che la loro azione non è di tipo radicale essi sono per lo più associati nella
formulazione a sostanze ad attività adsorbente o mascherante, per migliorare l’efficacia
del deodorante.
ANTIMICROBICI
Micro-organismi
SUDORE
INODORE
Decomposizione
SUDORE
MALEODORANTE
Tab.III: Meccanismo d’azione degli antimicrobici
SOSTANZE
CON AZIONE ANTIENZIMATICA BATTERICA
L’idea di utilizzare queste sostanze deriva dalla miglior conoscenza dei meccanismi alla
base della produzione dell’odore.
Questi composti bloccano l’attività degli enzimi utilizzati dai batteri per degradare le
componenti del sudore causando la formazione dell’odore. Il capostipite di queste
sostanze è il Trietilcitrato[13]. Da questo composto, per l’azione degli stessi enzimi che
provocano la formazione di sostanze odorose, si libera Acido Citrico che, abbassando il
pH cutaneo, inibisce a sua volta l’attività enzimatica batterica stessa.
19
I sistemi tampone, presenti sulla superficie della cute, provvedono successivamente a
ripristinare il pH fisiologico (Tab.IV). Solitamente queste sostanze, dette anche inibitori
enzimatici, vengono associate a sostanze antiossidanti con lo scopo di bloccare l’ossigeno
ambientale che, reagendo con i componenti del sudore, contribuisce alla formazione del
cattivo odore.
Essi sono oggi largamente impiegati soprattutto in prodotti dermocosmetici, dedicati a pelli
sensibili, poiché il loro meccanismo d’azione rispetta pienamente la fisiologia cutanea.
Acido citrico
ANTIENZIMATICI
Diminuzione
del ph cutaneo
TRIETILCITRATO
Inibizione delle
esterasi batteriche
Riattivazione
esterasi
batteriche
Riduzione della
formazione dei
cattivi odori
Sistemi
tampone
della cute
Ripristino del
ph fisiologico
Tab. IV: Meccanismo d’azione degli antienzimatici
ANTIOSSIDANTI
L’ossidazione dei componenti del sebo è considerata come una via di formazione degli
Acidi Grassi volatili (VFA) importanti componenti dell’odore ascellare.
Molto diffuso nei deodoranti è quindi l’uso delle Vitamine E e C , noti antiossidanti, che
hanno dimostrato anche azione sinergica con alcuni antimicrobici e inibitori enzimatici.
20
Un altro meccanismo antiossidante utilizzato prevede l’uso di inibitori delle lipoossigenasi
(Quercitina, Idrazoni, Escultetina, Esteri e Amidi dell’Acido Idrossibenzoico, Clorexidina
Gluconato [13] etc).
Le fragranze che contengono ingredienti con questo tipo di attività sono utilizzate nella
formulazione dei cosiddetti deo-parfum.
ADSORBENTI
La funzione di queste sostanze, tra cui spiccano i derivati dello Zinco (Zinco ossido,
Zinco glicinato, Zinco ricinoleato), è di adsorbire, attraverso la formazione di complessi, i
derivati maleodoranti frutto della degradazione enzimatica. In tal modo viene impedita la
loro liberazione nell’ambiente.
Sono sostanze ben tollerate ma dotate di attività non completa e poco modulabile. Per
questo motivo sono raramente utilizzate da sole e vengono inserite nella formulazione in
associazione con altre sostanze attive precedentemente menzionate [13].
FRAGRANZE
Svolgono prevalentemente una azione coprente complementare all’attività dei principi
attivi citati, ma possono contenere anche sostanze ad attività antimicrobica che migliorano
in modo significativo l’efficacia deodorante [13].
Questi ingredienti attivi delle fragranze sono stati classificati in sei grandi gruppi:
Classe 1: Sostanze Fenoliche (es. Carvacrolo, Isoeugenolo, Etilvanillina)
Classe 2: Oli essenziali, Resine e Oli sintetici (es. Geranium e Patchouli oil)
Classe 3: Aldeidi e Chetoni ( -Isometilionone, -Metilnaftilchetone)
Classe 4: Composti policiclici (Cumarine, Metil-ciclopentabenzopireni)
Classe 5: Esteri ( Dietilftalato, Feniletil-fenilacetato)
Classe 6: Alcoli ( Feniletil Alcol, Dimercitolo)
Il loro impiego deve essere comunque ben ponderato anche alla luce dei loro costituenti
per evitare il rischio di sviluppare una dermatite da contatto di tipo allergico.
21
Ricordiamo, a questo proposito, che è stato recentemente introdotto nella legislazione
europea (Direttiva 2003/15/CE) l’obbligo di includere, nella lista degli ingredienti
riportati in etichetta, alcuni dei più comuni componenti delle profumazioni, per i quali è
documentata nella letteratura scientifica la potenzialità allergizzante.
Secondo tale direttiva i composti odoranti vengono indicati genericamente con il termine
“profumo”, e l’eventuale presenza in essi di alcune sostanze (in tutto 26 “allergeni”) deve
essere indicata nella lista degli ingredienti nel caso in cui la loro concentrazione superi lo
0.01% nei prodotti da risciacquo e lo 0.001% nei prodotti leave-on.
Lo schema di seguito riportato elenca le 26 sostanze individuate dal legislatore.
Denominazione INCI
Nome chimico
Amyl cinnamal
Amylcinnamal
Benzyl Alchol
Alcole benzilico
Cinnamyl alcohol
Alcole cinnamilico
Citral
Citrale
Eugenol
Eugenolo
Hydroxycitronellal
Idrossicitronellale
Isoeugenol
Isoeugenolo
Amylcinnamyl alcohol
Alcole beta-pentil-cinnamilico
Benzyl salicilate
Salicilato di benzile
Cinnamal
Cinnamaldeide
Coumarin
Cumarina
Geraniol
Geraniolo
Hydroxyisohexyl-3-cyclohexane carboxaldehyde
4-(4-idrossi-4metilpentilcicloes-3-encarbaldeide
Anise alcohol
Alcole anisilico
Benzyl cinnamate
Cinnamato di benzile
Butylphenylmethylpropional
2-(4-terz-butilbenzil)-propionaldeide
Linalool
Linalolo
Farnesol
Farnesolo
Benzyl benzoate
Benzoato di benzile
Citronellol
Citronellolo
Hexyl cinnamal
Alfa-esilcinnamaldeide
Limonane
D-limonene
Metil-2-octynoate
Ott-2-inoato di metile
Alfa-isometil ionone
3-metil-4(2,6,6-trimetil-2-cicloesen-1il)-3-buten-2-one
Evernia prunastri
Estratto di Evernia prunastri
Evernia furfuracea
Estratto di Evernia furfuracea
22
Tra queste sostanze notiamo la presenza di composti utilizzati nei deodoranti, non solo
come componenti della profumazione (che peraltro, in taluni casi, è un elemento
essenziale dell’efficacia del prodotto), ma anche per la loro azione antimicrobica (ad.es.
Farnesolo, Alcole benzilico, etc…)
E’ bene sottolineare l’importanza del consiglio del Farmacista in questo particolare aspetto
della tutela della salute dei consumatori, che il legislatore ha ritenuto di dover
regolamentare.
La normativa, infatti, non prevede che venga inserita in etichetta una specifica avvertenza
per segnalare la presenza di queste sostanze, per cui l’informazione al pubblico non è di
tipo immediato. E’ quindi il Farmacista colui che deve farsi carico, prima di consigliare un
determinato prodotto, di verificare l’eventuale presenza fra gli ingredienti di sostanze
comprese nella lista dei “26 allergeni”. Deve inoltre assicurarsi che il cliente non sia un
soggetto “a rischio”, ovvero una persona predisposta a sviluppare allergie o già
sensibilizzata ad alcuni componenti.
E’ auspicabile, inoltre, che il Farmacista svolga una azione di educazione sanitaria, in
questo campo, atta ad arginare gli inutili allarmismi, che, troppo spesso, una non corretta
informazione crea nella popolazione. Sarebbe un grave errore, infatti, considerare di
scarsa qualità un prodotto solo perché riporta una di queste sostanze tra i suoi ingredienti.
Come sappiamo, l’allergia è un fenomeno soggettivo, che prevede una specifica
predisposizione dell’individuo, in assenza della quale il prodotto è sicuro e ben tollerato.
D’altra parte, data la crescente incidenza delle dermatiti allergiche nella popolazione,
sarebbe scarsamente professionale, da parte del Farmacista, consigliare tali prodotti ad
un soggetto predisposto ad allergie, poiché è possibile, anche se non certo, che egli possa
sensibilizzarsi più facilmente in presenza di queste sostanze.
23
STRUTTURA GENERALE DELLE FORMULAZIONI
Qualsiasi sia il tipo di forma tecnica e di formulazione scelta per preparare un deodorante
o un antitraspirante è possibile riconoscere uno schema generale di ingredienti comuni
a cui ricondurre tutti i prodotti in commercio [18].
Le categorie di ingredienti sono:
•
Ingredienti attivi
•
Fluidi carrier o propellenti
•
Viscosizzanti ed emulsionanti
•
Modificatori sensoriali
•
Fragranze
A questi si possono aggiungere altri ingredienti, che comunemente si ritrovano nei
prodotti cosmetici, per migliorare le caratteristiche di dermocompatibilità e tollerabilità
cutanea dei deodoranti:
•
Idratanti
•
Emollienti
•
Agenti lenitivi
E’ bene ricordare che spesso gli ingredienti svolgono più funzioni: l’Alcol Etilico, ad
esempio, viene utilizzato come carrier per le sue proprietà solventi nei confronti di
fragranze e sostanze lipofile, ma svolge anche una azione deodorante propriamente detta
per la sua attività antimicrobica e promuove l’evaporazione del solvente (effetto quickdrying). Anche molti Oli Siliconici volatili coniugano ottime proprietà solventi con un buon
potere emolliente, che migliora la tollerabilità del prodotto.
Le tabelle (da V a X) di seguito elencate riportano per ciascuna categoria le sostanze più
frequentemente impiegate.
24
INGREDIENTI ATTIVI
Per ogni principio attivo viene riportata la funzione principale e per alcuni anche quella
secondaria dove presente.
Ingrediente attivo (INCI name)
Triclosan
Aluminium Chloridrate
Aluminium Sesquichloridrate
Zinc Ricinoleate
Zinc Oxide
Farnesol
Usnic Acid
Ethanol
Propylen Glycol
Dipropylen Glycol
Triethylcitrate
Chlorexidine Digluconate
Meccanismo principale
Antimicrobico
Antitraspirante
Antitraspirante
Adsorbente
Adsorbente
Antimicrobico
Antimicrobico
Antimicrobico
Antimicrobico
Antimicrobico
Inibitore enzimatico
Antimicrobico
Meccanismo secondario
Antimicrobico
Antimicrobico
Antimicrobico
Antimicrobico
Fragranza
Correttore di pH
Antiossidante
Tab. V: Ingredienti attivi di comune impiego
FLUIDI CARRIER
Agiscono come solventi o carrier di ingredienti attivi e fragranze facilitandone il rilascio
sulla superficie cutanea della regione ascellare (Tab.VI).
Il più utilizzato è la miscela Acqua/Etanolo[18]
Acqua
Alcol Etilico *
Cyclomethicone*
Isopropyl Myristate
Isopropyl Palmitate
Propylen Glycol*
Butylen Glicol
Dipropylen Glicol*
Tab.VI: Fluidi carrier
*Ingredienti con funzioni multiple
25
PROPELLENTI PER FORMULAZIONI SPRAY
La presenza del propellente garantisce la dispersione del prodotto e la micronizzazione
delle goccioline durante la fase di volatilizzazione.
I propellenti idrocarburici (miscele di Propano, Butano e Isobutano) sono i più utilizzati
(Tab.VII). Questi ingredienti per le loro caratteristiche di infiammabilità sono soggetti a
restrizioni d’uso ed i prodotti che li contengono riportano obbligatoriamente in etichetta una
serie di avvertenze atte a garantirne la sicurezza d’impego (cfr. normativa aerosol)
Propane
Butane
Isobutane
Dimethyl Ether
Pentane
Tab. VII: Ingredienti ad azione propellente di uso comune
VISCOSIZZANTI ED EMULSIONANTI
Le soluzioni possono essere gelificate con polimeri idrofili o emulsionate per migliorare il
loro skin feel e favorire la loro applicazione in dispositivi roll-on o no gas (Tab.VIII).
Hydroxyl Ethyl Cellulose
Hydroxyl Propyl Cellulose
Dibenzylidene Sorbitol
Steareth-2
Steareth-21
Ceteareth-12
Ceteareth-20
Glyceryl Stearate
Cetyl Alcol
Cetearyl Alcol
PEG-20 Stearate
Dimethicone Copolyol
Tab. VIII: Principali agenti viscosizzanti ed emulsionanti
26
STRUTTURANTI PER SOSPENSIONI
Le cosiddette formulazioni a secco, usate soprattutto nel caso di antitraspiranti, sono
sistemi non acquosi in cui il principio attivo è sospeso nel fluido carrier.
Per evitare fenomeni di sedimentazione il fluido viene viscosizzato in modo che la
sospensione omogenea dell’attivo sia garantita dalla semplice agitazione manuale.
Le sostanze utilizzate sono Grassi, Cere e Alcoli Grassi o polveri sospendenti di tipo
inorganico (tab.IX)
Stearyl Alcol
Cetyl Alcol
Hydrogenated Castor Oil
Synthetic Waxes
Paraffin Waxes
Hydroxystearic Acid
Alkyl silicone Waxes
Quaternium 18 Hectorite
Quaternium 18 Bentonite
Silica
Propylen Carbonate
Tab. IX: Principali agenti strutturanti
MODIFICATORI SENSORIALI
Vengono inseriti per migliorare le proprietà sensoriali del prodotto e ridurre i depositi
visibili.
Il miglioramento dello skin feel si ottiene con sostanze emollienti e idratanti, oli non volatili
che aumentano le proprietà di frizione del prodotto e la loro tollerabilità cutanea [18].
Se questi lipidi hanno anche un elevato indice di rifrazione, essi possono essere di aiuto
nel mascherare eventuali depositi visibili legati essenzialmente alla presenza di attivi
antitraspiranti (Sali di Alluminio) (Tab. X).
27
Cyclometicone*
Dimeticone
Dimeticonol
Isopropylmiriste*
Isopropyl alpitate*
Talc*
Silica*
Polyethylene
Polysaccarides
Corn starch
C12-C15 Alkyl Benzoate
PPG-3 Myristate
Octyl Dodecanol
C7-C14 Isoparaffin
Di-isopropyl Adipate
Isosorbide Laurate
PPG-14 Butyl Ether
Glycerin
Hydrogenated Polysobutene
Polydecene
Titanium Dioxide
Phenyl Trimethicone
Dioctyl Adipate
Alcohol*
Tab. X: Modificatori sensoriali
*Ingredienti con funzioni multiple
28
DOMANDE E RISPOSTE PER IL CONSIGLIO
QUALI SONO DAL PUNTO DI VISTA
DELL’USO DI UN DEODORANTE?
PRATICO I COMPORTAMENTI DA SEGUIRE PRIMA
Prima di usare un deodorante è consigliabile rimuovere con acqua tiepida i residui sudorali
presenti, senza effettuare una detersione profonda per evitare di irritare la cute prima
dell’applicazione del prodotto.
Il mantello cutaneo non sempre segnala la presenza di irritazione con un arrossamento. A
livello subclinico possono svilupparsi stati irritativi che non sempre sono evidenti ad occhio
nudo.
Responsabili di tali irritazioni possono rendersi i saponi, che sono da evitare prima
dell’applicazione di un deodorante specie se si considera che nell’arco della giornata tale
operazione può essere ripetuta più volte.
Successivamente dopo aver asciugato accuratamente la cute si applica il deodorante.
I DEODORANTI SONO INDICATI PER TUTTI I TIPI DI PELLE?
I deodoranti non sono una necessità ma un mezzo con il quale affrontare un particolare
problema che, da quanto detto, non è quello di non sudare (azione utile ed inevitabile) ma
di evitare i risvolti negativi della sudorazione come appunto lo sviluppo di cattivo odore.
Non esistono pertanto controindicazioni a priori all’uso dei deodoranti sui vari tipi di pelle.
Certamente un soggetto che abbia manifestato allergie ad una o più sostanze è
potenzialmente in grado di sviluppare ulteriori allergie. Dovrà quindi mantenere un
atteggiamento prudente nel mettere a contatto la propria pelle con sostanze chimiche.
Se un soggetto si è sensibilizzato non è sufficiente cambiare il deodorante per evitare
fenomeni allergici, perché i diversi prodotti possono avere componenti in comune e quindi
la sostanza che ha causato l’allergia potrà essere presente anche in differenti
formulazioni. In questi casi è bene consigliare di rivolgersi al dermatologo, per capire quali
ingredienti scatenano l’allergia.
29
QUANTO DURA L’AZIONE DI UN DEODORANTE?
Rispondere a questa domanda è difficile a causa delle diverse caratteristiche del sudore
da soggetto a soggetto, della quantità della sudorazione e delle differenti formulazioni
impiegate. Certamente è poco sostenibile che un deodorante possa coprire con la sua
azione lunghi periodi (una settimana). Più vicino alla realtà, sempre tenendo presente le
differenze individuali, è sostenere che un deodorante possa coprire tutto l’arco di una
giornata.
L’efficacia dei prodotti può essere comunque valutata secondo alcuni test indicati dalla
comunità scientifica europea come adatti a valutare l’efficacia di deodoranti e
antitraspiranti (EEMCO European Guidelines [19]).
PERCHÉ I
DEODORANTI SONO PRODOTTI SENZA
… .?
Può sembrare paradossale, ma il deodorante è un cosmetico che spesso si caratterizza
anche per ciò che NON CONTIENE.
Una rapida occhiata allo scaffale in farmacia e ci si accorge che SENZA… è una delle
parole più ricorrenti sia nella denominazione stessa dei deodoranti che nelle spiegazioni
che lo accompagnano.
Gli schemi seguenti si prefiggono di riassumere i vantaggi e gli svantaggi che derivano dal
non uso di alcuni ingredienti come Alcol, Profumo, e Propellenti.
Tali sostanze storicamente importantissime nella formulazione di prodotti deodoranti,
sono diventate, nel corso degli anni e in una prospettiva di maggiore sicurezza del
prodotto, ingredienti a cui è possibile e spesso ragionevole rinunciare.
30
SPRAY
Con propellente
>>> gradevolezza
>>>sensazione di freschezza
non cola , garantisce il
completo utilizzo del
contenuto
>>>> funzionalità
garantisce una
distribuzione uniforme
NO-GAS
Senza propellente
<<<< gradevolezza
<<<< sensazione di freschezza
può colare , non garantisce il
completo utilizzo del
contenuto nominale
<<<<< funzionalità
non garantisce distribuzione
uniforme
>>>> SICUREZZA AMBIENTE
>>>> SICUREZZA D’USO
31
DEODORANTI
SENZA ALCOL
DEODORANTI
CON ALCOL
>>> gradevolezza
completa la sensazione di
freschezza della detergenza
>>>> funzionalità
azione antibatterica e favorisce
l’uniformità della distribuzione
>>>> SICUREZZA
Consigliabile a chi è
sensibile e attento a questo
aspetto
STICK Glicoli a basso PM + sterato di sodio +acqua e alcol
ROLL ON Soluzioni idroalcoliche gelificate, em o/a con alcol
SPRAY Soluzione alcolica o idroalcolica + propellente
NO-GAS Soluzione alcolica o idroalcolica in un dispositivo a pompa
La percentuale di alcol è molto variabile da
formulazione a formulazione ma in alcuni casi può
essere anche molto significativa
fino al 10 % in emulsione
fino al 40% in gel e stick
fino al 70 % in spray o no-gas
32
DEODORANTI
PROFUMATI
>>> gradevolezza
migliora la sensorialità
completa la sensazione di
freschezza della detergenza
DEODORANTI
SENZA PROFUMO
>>> compatibilità cutanea
<<< rischio di allergie
>>>> SICUREZZA
>>>> funzionalità
azione coprente di eventuali
odori, azione antibatterica
(oli essenziali)
Consigliabile a chi è
sensibile e attento a
questo aspetto o è a
rischio allergia
33
E’ SEMPRE NECESSARIO CONSIGLIARE UN DEODORANTE SENZA…?
Questi prodotti sono pensati in modo specifico per coloro che hanno problemi di
tollerabilità cutanea e mediamente non soddisfano invece coloro che cercano nel
deodorante anche aspetti di tipo sensoriale (freschezza e gradevolezza).
E’ bene infatti ricordare che la non presenza contemporanea di alcol e di profumo
penalizza sensibilmente la gradevolezza del prodotto con il rischio che diminuisca anche
la soddisfazione nell’uso da parte del consumatore (altrimenti detta efficacia percepita).
DEODORANTI
senza alcol senza profumo
1° quando il consumatore lo richiede
2° paziente che racconta di passate
manifestazione allergiche ( a conservanti
fragranze o ad agenti non identificati )
3° subito dopo cerette o depilazioni
E’ bene privilegiare forme tecniche delicate
con emollienti e ristrutturanti della cute
Latti spray / Roll on / Creme
No gas / Stick
34
QUALI SONO I TRATTAMENTI FARMACOLOGICI E CHIRURGICI IMPIEGATI ?
L’ iperidrosi può essere combattuta anche con farmaci sistemici, quali gli anticolinergici,
che però hanno effetti collaterali indesiderati. Il Glicopirrolato può essere utile nel
trattamento delle iperidrosi perché dotato di effetti collaterali scarsi; altri anticolinergici
usati sono la Propantelina e l’Oxibutina.
Nelle forme di iperidrosi legate a stress sono stati utilizzati i Beta bloccanti in piccole dosi.
Una metodica molto interessante nel trattamento della iperidrosi è la tossina botulinica che
determina una riduzione della secrezione sudoripara che perdura 4-11 mesi. Le iniezioni
soprattutto se localizzate a livello palmo-plantare possono risultare dolorose.
Uno dei metodi migliori per risolvere i casi refrattari ai comuni deodoranti consiste, più che
nell’uso di astringenti, nell’eseguire una detersione accurata e una rasatura del cavo
ascellare, in grado di far diminuire la carica batterica presente. In questo senso, possono
essere di aiuto anche le nuove metodiche di depilazione laser, che assicurano una
rimozione duratura, se non definitiva, del pelo.
ESISTE UNA RELAZIONE TRA DEODORANTI E CANCRO AL SENO?
Questa domanda si colloca nel più ampio problema dell’informazione che ha forti
ripercussioni sulla professione del Farmacista. E’ infatti un esempio di come il mondo
dell’informazione possa generare paure ed allarmismi tra i consumatori e dell’importanza
per la professionalità del Farmacista di poter reperire informazioni indipendenti e di
rilevanza scientifica.
Una possibile relazione tra uso di deodoranti/antitraspiranti e cancro al seno è un
problema che la comunità scientifica si è posta da molti anni e su cui si continua ad
indagare attraverso ricerche mirate e studi epidemiologici. Talvolta, i risultati di alcuni di
questi studi, pubblicati su riviste scientifiche, vengono ripresi e riassunti in modo spesso
sommario dalla stampa internazionale e comunicati al grande pubblico.
Nei mesi scorsi, ad esempio, questa domanda è diventata assai frequente nelle farmacie
poiché la stampa nazionale ha dato molta rilevanza ad alcuni studi condotti presso
l’Università di Reading. Secondo questi i Parabeni, sostanze ad attività antimicrobica,
largamente utilizzate nella formulazione dei cosmetici (e di farmaci) e contenute in molti
35
prodotti, compresi alcuni deodoranti, potrebbero avere un ruolo nella patologia del tumore
al seno [20].
In particolare, lo studio aveva evidenziato che quantità significative di Parabeni, erano
rilevabili in tessuti di donne affette da tumore al seno, ipotizzando che il potere
cancerogeno di tali sostanze sarebbe riconducibile alla capacità di comportarsi come
estrogeni e quindi di facilitare la proliferazione delle cellule tumorali.
Inoltre, i Parabeni ritrovati nei campioni esaminati si presentavano in forma esterea e non
sotto forma di metaboliti, indicando che tali sostanze erano state introdotte nell’organismo
per via topica e non per ingestione. Veniva, inoltre indicato come possibile con-causa il
fatto che i deodoranti, impedendo in parte la traspirazione, processo questo attraverso il
quale l’organismo elimina i prodotti tossici, potrebbero contribuire a ridurre l’eliminazione
delle tossine attraverso le ascelle. Ciò provocherebbe, con il tempo, un accumulo di
queste a livello delle ghiandole linfatiche, presenti sotto il braccio, e quindi sarebbe un
primo passo verso la formazione di cellule cancerose.
Gli stessi autori hanno però precisato, nelle loro conclusioni, che i risultati ottenuti non
erano sufficienti a stabilire un legame causa-effetto tra Parabeni e cancro al seno, e che la
provenienza di tali sostanze dall’uso dei deodoranti doveva essere ancora accertata.
Come spesso avviene in questi casi, l’enfasi data a tale notizia ha innescato forti
polemiche ed una accesa discussione tra ricercatori e associazioni di categoria in
rappresentanza dei produttori di cosmetici [21].
Altri due composti presenti nei deodoranti l’Alluminio e lo Zirconio, sono spesso accusati di
essere responsabili di alcuni problemi alla salute (Morbo di Alzheimer, cancro al seno,
patologie del SNC). Particolare attenzione è rivolta alla sicurezza d’impiego dei loro sali, il
Cloruro ed il Cloridrato di Alluminio o i sali di Zirconio, che sono in grado di ostruire i canali
sudoripari ed inibire, quindi, il normale processo di traspirazione. A causa delle loro piccole
dimensioni, questi composti vengono facilmente assorbiti e col tempo potrebbero
accumularsi nell’organismo, attaccare e danneggiare il DNA e la sua capacità di
autoripararsi.
La legislazione mondiale limita il loro uso e la loro concentrazione proprio per evitare
l’insorgenza di danni alla salute, (di recente introduzione il divieto di uso dei Sali di
Zirconio in forme spray), ma per il momento non ci sono evidenze che rendano
sconsigliabile il loro impiego.
36
E’ importante, invece, ricordare che qualche anno fa, è stato pubblicato uno studio
epidemiologico che non ha riscontrato alcun legame tra l’utilizzo dei deodoranti e
l’insorgenza del cancro al seno [22].
Quindi, esiste una relazione tra deodoranti e cancro al seno?
Attualmente nessuno è in grado di dare una risposta definitiva a tale quesito: troppe sono
le cause coinvolte nel sistema organismo-cancro.
Possiamo, però, dire che il legame diretto tra Parabeni e cancro è ancora solo un’ipotesi
che dovrebbe essere confermata da studi epidemiologici a lungo termine e soprattutto su
un maggior numero di campioni. Inoltre non ha ancora trovato alcuna conferma diretta
l’ipotesi che correla l’uso di antitraspiranti con la possibile insorgenza di tumori.
Allo stato attuale delle nostre conoscenze il consumatore può quindi essere rassicurato
rispetto all’uso dei prodotti e gli allarmismi appaiono immotivati; la questione tra gli addetti
ai lavori è invece ancora aperta, ma questo è sicuramente un bene. Il progredire degli
studi in questo campo rappresenta una garanzia per la tutela della salute pubblica.
Una ulteriore considerazione, che coinvolge direttamente il ruolo di educatore sanitario del
Farmacista ed il problema della sicurezza dei cosmetici, riguarda la modalità di
applicazione dei prodotti. Bisogna infatti sottolineare che i deodoranti, come la maggior
parte dei cosmetici, non sempre presentano sul contenitore indicazioni precise riguardo
alla quantità da utilizzare o alla frequenza delle applicazioni: il consumatore può quindi
incorrere, erroneamente, nell’idea che tali prodotti possano essere applicati in quantità
illimitate con elevata frequenza.
E’ bene quindi che il Farmacista aiuti il proprio cliente a comprendere ed applicare le
corrette modalità d’utilizzo, per evitare l’insorgenza di problemi alla salute, derivanti da uno
scorretto impiego del prodotto stesso [23].
37
Guida alla lettura delle INDICAZIONI INTESA
Le INDICAZIONI INTESA vogliono essere uno strumento semplice attraverso cui il
Farmacista può aumentare la propria conoscenza del cosmetico per migliorare la sua
capacità di consiglio al cliente, senza voler fornire alcun giudizio di merito sul prodotto e
neppure una qualche scala di valore relativo.
La loro lettura non può essere disgiunta dai dati a cui fanno diretto riferimento (lista degli
ingredienti e informazioni riportate in etichetta). Per questo motivo è stato scelto di non
pubblicare l’elenco dei prodotti con solo le Indicazioni Intesa separate dalla SCHEDA
INTESA nella sua interezza.
Le INDICAZIONI INTESA quindi sono state preparate con l’intento di aiutare il Farmacista
nella comprensione delle caratteristiche di ciascun prodotto e delle sue particolarità.
Esse si propongono di “decodificare” in maniera semplice la lista degli ingredienti
riportata in etichetta, indicando di volta in volta quali componenti sostengono
principalmente:
le caratteristiche della forma tecnica alla base del prodotto (fluidi carrier,
strutturanti, viscosizzanti, propellenti etc)
la funzionalità primaria del prodotto, intesa come azione deodorante e/o
antitraspirante (sostanze attive e loro meccanismo d’azione)
la funzionalità secondaria del prodotto intesa come proprietà emollienti, nutritive o
ristrutturanti (agenti emollienti, agenti idratanti, dermo-ristrutturanti etc.)
e quali ingredienti possono invece rappresentare
una possibile fonte di reazioni avverse per soggetti a rischio (profumi e in
particolare allergeni, alcol, preservanti etc.).
Accanto a queste informazioni viene proposto un breve commento in cui si segnalano
eventuali peculiarità del prodotto, riprendendo e completando le informazioni riportate in
etichetta o nei foglietti illustrativi (ove esistenti).
38
E’ importante a questo punto richiamare brevemente alcuni riferimenti legislativi che
riguardano le norme di etichettatura ed in particolare la lista degli INGREDIENTI.
Le norme di etichettatura fissate dalla Legislazione Europea dei prodotti cosmetici
hanno come scopo l’informazione diretta del consumatore e/o degli operatori
sanitari deputati a consigliare il prodotto (Medici, Farmacisti etc..) poiché esse sono
una parte integrante della sicurezza di impiego dei prodotti cosmetici.
Ricordiamo che la denominazione degli ingredienti segue la Nomenclatura INCI
(International Nomenclature Cosmetic Ingredients) che è stata scelta come
“linguaggio comune” dalle Associazioni di Industrie Europea ed Americana (Colipa
e CTFA).
Come avviene per tutti i linguaggi, anche in questo caso esiste un dizionario
ufficiale il cui uso permette di aumentare il proprio livello di conoscenza dei prodotti.
In etichetta gli ingredienti vengono riportati in ordine quantitativo decrescente
fino all’1% in peso. Al di sotto di questa percentuale gli ingredienti possono essere
riportati in ordine sparso.
I derivati vegetali sono denominati con il nome botanico della pianta (sistema
internazionale di Linnè) senza indicazione specifica della parte da cui è stata
ottenuta.
Gli ingredienti comuni, che non hanno un nome scientifico standard, sono riportati
con la denominazione latina (Aqua, Paraffinum liquidum…).
Il profumo viene indicato con il termine generico PARFUM, (la fragranza con il
termine AROMA), ma se è presente uno dei i 26 allergeni questo deve essere
inserito tra gli ingredienti.
I coloranti vengono riportati secondo il Color Index Number
Ricordiamo inoltre che la legislazione prevede di omettere un ingrediente per il
quale sia stata chiesta dall’Azienda produttrice la clausola di riservatezza, a tutela
del segreto industriale.
N.B. L’analisi di ciascun prodotto è stata condotta nel modo più impersonale possibile,
cercando la massima oggettività di valutazione. Essendo consapevoli che la sola lettura
dei dati riportati in etichetta (lista degli ingredienti + informazioni della casa produttrice)
può non essere sufficiente a interpretare correttamente il prodotto, si invitano le Aziende
produttrici a segnalare eventuali imprecisioni o carenze riscontrate.
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Federico II
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Questo lavoro è stato realizzato con la consulenza di:
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Dott.ssa Alessandra Semenzato – Docente di chimica dei prodotti cosmetici –
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Padova.
Coordinamento scientifico a cura delle Associazioni Titolari di Farmacia di Belluno,
Bergamo, Bolzano, Lecco, Mantova, Pavia, Trento e Vicenza.
Un ringraziamento alla dott.ssa Martina Torresin che ha collaborato al progetto.
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