PROGETTO - Intesa Unifarm
Transcript
PROGETTO - Intesa Unifarm
PROGETTO DEODORANTI ANTITRASPIRANTI SOMMARIO Premessa 1 Introduzione 2 Il sudore e gli odori corporei • Ghiandole sudoripare eccrine • Ruolo della sudorazione eccrina • Ghiandole sudoripare apocrine • Ghiandole sudoripare apoeccrine • Composizione del sudore in condizioni fisiologiche • Condizioni in cui si sviluppa il caratteristico odore 4 4 5 6 7 7 8 Alterazioni della secrezione sudoripara • Iperidrosi e bromidrosi • Cromidrosi 10 11 11 I prodotti per la deodorazione: antitraspiranti e deodoranti • Riferimenti legislativi • Forme tecniche e caratteristiche d’uso 12 13 14 Sostanze per il controllo della formazione dei cattivi odori • Antitraspiranti • Antimicrobici (batteriostatici) • Sostanze ad azione antienzimatica batterica • Antiossidanti • Adsorbenti • Fragranze 16 17 19 19 20 21 21 Struttura generale delle formulazioni • Ingredienti attivi • Fluidi carrier • Propellenti per formulazioni spray • Viscosizzanti ed emulsionanti • Strutturanti per sospensioni • Modificatori sensoriali 24 25 25 26 26 27 27 Domande e risposte per il consiglio 29 Guida alla lettura delle schede INTESA 38 Bibliografia 40 0 Premessa “Consigliare” al cliente in modo professionale un prodotto cosmetico è uno dei principali obiettivi per il farmacista. Un “consiglio” per il cliente implica una “scelta” da parte del farmacista, significa cioè individuare un prodotto cosmetico che sia allo stesso tempo idoneo e specifico per le esigenze del singolo cliente. Per poter far ciò, il farmacista ha a disposizione una serie di informazioni contenute nell’etichetta del prodotto cosmetico. Tuttavia, non sempre tale lettura può risultare immediata, semplice o imparziale; basti pensare che in essa sono coinvolti sia aspetti di marketing che aspetti formulativi. Si può avvertire, quindi, l’esigenza di ulteriori informazioni, notizie o dati, contenute ad esempio in una guida teorico-pratica che rappresenti una fonte in cui reperire gli “strumenti” necessari per “consigliare” in modo professionale il prodotto cosmetico. E’ proprio questo uno degli obiettivi del presente lavoro: proporre una guida teoricopratica che sia uno “strumento” per il “consiglio” del prodotto cosmetico. Per poter elaborare tale guida, sono stati considerati e sviluppati diversi argomenti, strutturati ed organizzati in una parte generale e in una parte speciale. Nella parte generale sono stati trattati aspetti relativi alla classificazione dei prodotti, alle forme tecniche dei principi attivi ed alla normativa vigente. Nella parte speciale sono stati trattati aspetti relativi agli schemi di formulazione e classificazione dei prodotti in commercio. 1 INTRODUZIONE Gli odori del corpo e l’eccessiva sudorazione sono percepiti, ovunque nel mondo, come una condizione spiacevole dalla maggioranza dei gruppi sociali e possono creare un forte disagio soprattutto nelle relazioni interpersonali degli individui. Il sudore è il prodotto dell’attività delle ghiandole sudoripare (eccrine, apocrine e apoeccrine). Dal punto di vista fisiologico la secrezione del sudore ha il ruolo di assicurare l’eliminazione degli scarti metabolici ma soprattutto di mantenere costante la temperatura corporea. Partecipa all’elaborazione del film idrolipidico ed ha proprietà antisettiche ed antifungine, oltre a rivestire un ruolo tattile, prensile, espressivo e accessorio nell’attrazione sessuale. La sudorazione risponde a stimoli sia nervosi che esterni e la sua entità risulta quindi fortemente influenzata da fattori ormonali, età, clima, stress, assunzione di cibi piccanti etc. E’ necessario considerare, inoltre, che la densità di distribuzione nel corpo delle ghiandole sudoripare non è uniforme e che sussistono variazioni regionali in risposta a stimoli specifici. E’ l’attività microbiologica della microflora della pelle a giocare un ruolo primario nella formazione dei cattivi odori: il sudore, che di per sé è inodore, subisce infatti processi di bio-trasformazione ad opera dei batteri presenti sulla superficie cutanea il cui esito finale è la produzione di composti volatili, responsabili degli odori sgradevoli. Anche se oggi i prodotti detergenti per il corpo sono ampiamente utilizzati per controllare le spiacevoli conseguenze di una sudorazione normale e diversi tipi di profumi possono mascherare alcuni odori corporei, la cura della zona ascellare, intesa come controllo della traspirazione e dei cattivi odori mediante l’utilizzo di prodotti deodoranti e antitraspiranti, rimane il mezzo più efficace e diffuso nel mondo per favorire i contatti sociali, indipendentemente dalle differenze culturali tra popolazioni. Il primo deodorante immesso sul mercato risale alla fine dell’800, ma è alla metà del secolo scorso che comincia il vero e proprio sviluppo commerciale di tali formulazioni. Col 2 passare dei decenni, lo sviluppo, il miglioramento e la diffusione di questi prodotti ha avuto una considerevole crescita, portando alla scoperta di agenti sempre più efficaci e dotati di buona tollerabilità, sia nel campo dei deodoranti veri e propri, ovvero quei prodotti che limitano la formazione di odori sgradevoli, che in quello degli antitraspiranti, ovvero quelle formulazioni il cui obiettivo primario è ridurre l’entità della sudorazione. Entrambi questi prodotti sono senza dubbio in grado di migliorare la “qualità della vita” di milioni di persone in tutto il mondo: il mercato offre, però, una grande varietà di soluzioni tecniche e funzionali che rende necessario da parte del farmacista, che desidera consigliare efficacemente il proprio cliente, un approfondimento delle proprie conoscenze in materia ed una attenta analisi dei prodotti presenti sul mercato. Questa monografia si propone come strumento semplice e di rapida lettura per il farmacista che voglia approfondire la sua conoscenza negli aspetti tecnici e funzionali di deodoranti e antitraspiranti. Analogamente a quanto avviene per altre categorie di prodotti cosmetici, il farmacista può svolgere anche nel caso di deodoranti e antitraspiranti un ruolo di educazione sanitaria importante. Infatti, anche se i prodotti commercializzati nel nostro paese soddisfano i requisiti di sicurezza imposti dalla Legislazione Europea (cfr. Legge 713/86) e sono quindi formulati per minimizzare i rischi per la salute del consumatore, un utilizzo non corretto, dovuto ad esempio a modalità di impiego non congrue o alla scelta di una formulazione non adeguata in relazione al proprio tipo di pelle, può causare reazioni indesiderate, talvolta anche severe. Il ruolo di intermediario tra l’utilizzatore finale ed il prodotto che di fatto svolge il farmacista, contribuisce ad accrescere in modo significativo l’educazione sanitaria dei consumatori, indirizzandoli verso una maggiore conoscenza ed un uso appropriato dei prodotti e contemporaneamente a migliorare, anche se in maniera indiretta, la funzionalità e la sicurezza dei prodotti stessi. 3 IL SUDORE E GLI ODORI CORPOREI Il sudore è il risultato dell’attività delle ghiandole eccrine, apocrine e sebacee che costellano la nostra superficie cutanea e del loro incessante lavoro regolato di volta in volta da stimoli nervosi, ormonali ed ambientali. Le più importanti nel determinare le caratteristiche del sudore sono le ghiandole sudoripare eccrine ed apocrine. GHIANDOLE SUDORIPARE ECCRINE Le ghiandole sudoripare eccrine, attive fin dalla nascita, sono le più numerose (da 2 a 5 milioni) e sono distribuite su tutto il corpo ad eccezione di: piccole labbra, superficie interna del prepuzio, glande, faccia interna del padiglione auricolare e letto ungueale [1, 2]. Esse secernono il sudore in modo esocrino e indipendente dal complesso pilo sebaceo. La loro struttura può essere suddivisa in 3 parti funzionali (Fig.1): 1) la porzione secretoria o glomerulo 2) il canale escretore dermico 3) il canale escretore epidermico Poro Epidermide Canale escretore epidermico Canale escretore dermico Glomerulo Figura 1. Ghiandola sudoripara eccrina 4 Il sudore eccrino è incolore, acido , inodore ed è costituito da: o Acqua o Urea o Acido Urico o Acidi organici (Propionico, Lattico, Citrico, Acetico) o Aminoacidi o Sali minerali o Zuccheri (Glicogeno, Glucosio) o Enzimi (Succinildeidrogenasi) o Vitamine (Acido Folico, Acido Pantotenico, Biotina) Il sudore, inodore all’origine, subisce una decomposizione ad opera dei batteri gram positivi naturalmente presenti sulla superficie cutanea. L’ossidazione dei metaboliti dà quindi origine a odori sgradevoli. Le ghiandole sudoripare eccrine sono sottoposte a controllo nervoso: la sudorazione risponde quindi sia a stimoli di tipo fisico (aumento della temperatura esterna) che psichico (emozioni intense). RUOLO DELLA SUDORAZIONE ECCRINA Il sudore partecipa alla termoregolazione corporea e alla formazione del film idrolipidico cutaneo; possiede una attività antisettica e antifungina, attribuita al pH acido, e protettiva contro le radiazioni UV grazie alla presenza dell’Acido Urocanico (filtro solare endogeno). La secrezione permanente del sudore nelle zone palmo-plantari migliora inoltre la funzionalità di mani e piedi (capacità prensile e aderenza al suolo). 5 GHIANDOLE SUDORIPARE APOCRINE Le ghiandole sudoripare apocrine sono presenti solo in alcune zone del corpo dette “apocrine” (ascelle, areole mammarie, genitali esterni, condotti uditivi, ipogastrio, pieghe inguinali, area periombelicale), sempre associate ad un follicolo pilo-sebaceo. Durante l’infanzia sono quiescenti, si attivano alla pubertà e secernono il sudore apocrino che è viscoso, lattiginoso, biancastro [1,2]. Il sudore apocrino impartisce a ciascun individuo il suo odore personale e le ghiandole apocrine sono considerate una vestigia della nostra origine animale, poiché negli animali esse svolgono un ruolo attivo nella genesi del richiamo sessuale. Sono strutture tubolari, localizzate nel derma profondo, il cui canale secretore si collega al canale follicolare, al di sopra dello sbocco della ghiandola sebacea (Fig.2). Epidermide Ghiandola sebacea Canale escretore dermico Glomerulo Figura 2 Ghiandola sudoripara apocrina 6 Il sudore apocrino è denso, lattiginoso, con pH neutro o leggermente alcalino, composto da: o Acqua o Ammoniaca o Proteine o Steroidi o Lipidi: Squalene, Gliceridi, Acidi Grassi, Colesterolo, esteri del Colesterolo o Pigmenti La conoscenza della fisiologia delle ghiandole apocrine è ancora limitata. La produzione del sudore inzia con la pubertà, ma non rimane costante durante l’arco della vita. Il sudore inizialmente privo di odore è ricco di lipidi e proteine che vengono degradati dai batteri e dai funghi presenti sulla superficie cutanea, con conseguente formazione di cattivi odori. GHIANDOLE SUDORIPARE APOECCRINE Le ghiandole sudoripare apoeccrine sono state descritte nella regione ascellare. Possiedono caratteristiche comuni sia con le ghiandole sudoripare eccrine che apocrine. La loro risposta a stimoli fisiologici e farmacologici sembra essere diversa da quella delle ghiandole apocrine. Esse contribuiscono in gran parte all’abbondante produzione di sudore delle ascelle. COMPOSIZIONE DEL SUDORE IN CONDIZIONI FISIOLOGICHE La composizione del sudore varia considerevolmente da persona a persona, da momento a momento, da sede cutanea a sede cutanea. Il sudore, essendo un derivato del plasma sanguigno , è a questo molto simile, come fosse un filtrato che si concentra lungo lo svolgersi dei dotti ghiandolari fino a raggiungere la superficie cutanea. I principali componenti del sudore sono gli elettroliti plasmatici quali Sodio, Cloro, Potassio unitamente all’Urea e all’Acido Lattico. E’ presente anche una piccola quantità di Glucosio, il principale zucchero presente nel nostro organismo. Il ph del sudore varia da 4 a 7. 7 Normalmente non ci si rende conto di sudare tuttavia durante l’arco della giornata esiste una sudorazione continua denominata perspiratio insensibilis che si calcola essere intorno ai 500 ml quotidiani. Durante l’esercizio fisico la sudorazione aumenta notevolmente e può raggiungere dopo alcune ore quantità considerevoli anche di diversi litri. Naturalmente accorrerà tenerne conto in fase di reintegrazione dei liquidi persi. Da un lato quindi la sudorazione assolve ad importanti funzioni fisiologiche mentre dall’altro il prodotto, cioè il sudore, rappresenta il substrato per la formazione di cattivi odori. CONDIZIONI IN CUI IL SUDORE PUÒ SVILUPPARE IL CARATTERISTICO ODORE La secrezione prodotta dalle ghiandole sudoripare, non appena emessa, non ha praticamente odore, che invece si forma successivamente a seguito dell’azione della flora batterica sulla cute [3,4]. In tal modo ciascun individuo assume un caratteristico odore, assolutamente personale, che si inserisce su un odore più generalmente legato alla specie, addirittura alla etnia di appartenenza e a molte condizioni di variabilità intrinseche ed estrinseche. I batteri presenti sulla superficie cutanea possiedono enzimi in grado di digerire i componenti del sudore eccrino ed apocrino dando luogo alla produzione di particolari composti denominati Acidi Grassi liberi che sono i veri responsabili del “nostro” odore. La reazione operata da questi enzimi avviene preferibilmente in ambiente caldo umido e in condizioni di pH alcalino. Quando si fa riferimento all’azione dei batteri nella genesi dei cattivi odori non occorre pensare che vi siano delle infezioni. I batteri che si rendono responsabili di tale modificazioni sono quelli saprofiti cioè quelli presenti abitualmente sulla superficie cutanea dei soggetti sani [5-6]. La densità della flora saprofitica può raggiungere i 7 milioni/cm2, soprattutto nelle zone caldo-umide della superficie cutanea come i cavi ascellari, gli spazi interdigitali, le grandi pieghe cutanee. La popolazione saprofitica non ha solamente ruolo nella formazione dei cattivi odori, ma utili funzioni come quella di impedire lo sviluppo di una flora batterica patogena che potrebbe dar luogo a problemi più seri (Tab.1). 8 CORINEBATTERI PSEUDODIFTERICI (CORYNEBACTERIUM TENUIS) STAFYLOCOCCUS EPIDERMIDIS (SAPROFITA PATOGENO OPPORTUNUSTA) MICROCOCCHI (SAPROFITI SOLO OCCASIONALMENTE PATOGENI OPPORTUNISTI) BACILLI SPORIGENI GRAM+ STREPTOCOCCHI NON EMOLITICI ENTEROCOCCHI BACILLI GRAMCANDIDA ALBICANS PROPIONUM BACTERIUM ACNES PITYROSPORUM ORBICOLARE Tab.I : principali micro-organismi presenti sulla superficie cutanea La formazione dell’odore corporeo è dunque la risultante di una serie complessa di interazione tra: • sudore apocrino • sebo • prodotti della microdesquamazione cutanea • attività della flora batterica cutanea • enzimi epidermici • presenza di peli • sudore eccrino • umidità delle pieghe Esso si sviluppa prevalentemente nelle aree con umidità sufficiente alla proliferazione batterica (regione ascellare). 9 ALTERAZIONI DELLA SECREZIONE SUDORIPARA Sia le ghiandole sudoripare eccrine sia le ghiandole sudoripare apocrine possono subire alterazioni funzionali i cui quadri clinici necessitano, per essere riconosciuti, della consulenza del dermatologo (Tab II). FORME CLINICHE generalizzata o diffusa Iperidrosi simmetrica, in prevalenza palmare(eventualmente complicate da eczema, disidrosi, cheratodermia); e/o plantare (più frequente nei giovani maschi, con macerazione ecc., associata a bromidrosi, infezioni fungine e batteriche); e/o ascellare (specialmente postpuberale) asimmetrica e localizzata Ipoidrosi (diminuzione di sudorazione) o Anidrosi (assenza di sudorazione) CONCOMITANZE O CAUSE menopausa, gravidanza, vomito, febbre, alcolismo, malattie infettive, diabete, gotta, obesità, ipertiroidismo, farmaci. stati iperemotivo-ansiosi lesioni neurologiche ittiosi, dermatite atopica, lichen planus, psoriasi, sclerodermia, acrodermatite cronica atrofizzante, lebbra, lesioni neurologiche, ipotiroidismo, farmaci (atropina, esametonio, ecc.), displasia ectodermica anidrotica congenita ascellare azione dei batteri sul sudore apocrino dei piedi e inguinale azione dei batteri sulla cheratina macerata dall’iperidrosi Bromidrosi (sudorazione maleodorante) ascellare Cromidrosi rara, da cause ignote: eliminazione di lipofuscine con il sudore apocrino (sudorazione colorata) in sedi inattese (volto) Ematidrosi (sudorazione ematica) per presenza di ghiandole ectopiche rarissima, da turbe della coagulazione Tabella. II: Alterazione della secrezione sudoripara 10 IPERIDROSI E BROMIDROSI Una persona su 5 è colpita da una sudorazione eccessiva che può avere origini psicosomatiche, endocrine, neurologiche o legate all’assunzione di farmaci [7]. Viene definita “iperidrosi emozionale” una iper-produzione di sudore in genere ristretta alle ascelle, palme delle mani e piante dei piedi (a volte è presente anche alla fronte). Può essere associata a tachicardia e instabilità motoria. La sudorazione palmo-plantare cessa durante il sonno, mentre la sudorazione termica è sempre inducibile, per questo si ritiene che ci sia all’interno del centro ipotalamico della sudorazione una parte specifica e distinta per tali sedi (ascelle, palme e piante), che riceva stimoli dalla corteccia cerebrale e non da neuroni termosensibili. Il caratteristico odore della pelle iperidrotica viene causata dalla degradazione microbica dei componenti del sudore apo-eccrino e/o dallo strato corneo [7,8]. Questi stati di maleodore vengono detti “bromidrosi apocrine o eccrine” a seconda della regione corporea in cui si manifesta il fenomeno. I soggetti colpiti dall’iperidrosi, a causa degli odori causati dal sudore, presentano problemi psicologici in quanto vengono limitati sia nella vita privata che professionale. CROMOIDROSI Viene detta cromoidrosi la secrezione di abnormi chiazze di sudore colorato, sia eccrine che apocrine. Queste situazioni non sono maleodoranti. Il tipo eccrino è raro, dovuto a disordini epatici, all’assunzioni di alcune droghe e coloranti. Vanno distinte dalle pseudo-cromoidrosi dovute al deposito di coloranti esogeni sulla strato corneo. Anche la cromoidrosi apocrina è rara; è dovuta alla presenza di lipofucsine che conferiscono al sudore un colore che va dal verde-giallo al blu-ardesia. 11 I PRODOTTI PER LA DEODORAZIONE : ANTITRASPIRANTI E DEODORANTI Il termine deodorante è una denominazione comune che comprende due grandi categorie di prodotti gli antitraspiranti e i deodoranti propriamente detti. La distinzione tra questi due gruppi non è sempre compresa in modo chiaro dai consumatori, che li utilizzano quotidianamente per la normale cura igienica quotidiana [9]. In Europa sono più popolari i deodoranti rispetto agli antitraspiranti, ma la quota di mercato di questi ultimi è attualmente in aumento. Antitraspirante o regolatore della traspirazione Prodotto cosmetico in grado di diminuire il flusso del sudore, inducendo una riduzione della attività delle ghiandole sudoripare, da un minimo del 20% ad un massimo del 50% dei soggetti testati. Deodorante Prodotto cosmetico in grado di sopprimere la formazione dei cattivi odori senza alterare il flusso della traspirazione. La maggioranza dei prodotti in commercio combinano diversi elementi attivi per avere un’efficacia a lungo termine e una migliore tollerabilità: nella realtà è spesso difficile quindi fare una distinzione netta tra i due gruppi. E’ molto comune trovare principi attivi antibatterici nei prodotti che vantano effetti prevalenti di tipo antitraspiranti, come rilevare la presenza di agenti antitraspiranti in basse concentrazioni nei prodotti deodoranti. La scarsa conoscenza della particolare fisiologia della pelle della zona ascellare facilita il proliferare di controversie sull’effetto degli antitraspiranti e dei deodoranti sull’epidermide, sulla sua funzione di barriera e sul pH superficiale [9]. 12 RIFERIMENTI LEGISLATIVI In Europa, sia gli antitraspiranti che i deodoranti sono classificati come prodotti cosmetici, mentre la legislazione americana distingue chiaramente tra deodoranti e antitraspiranti classificando questi ultimi come OTC. In particolare sono considerati prodotti cosmetici i “deodoranti”, che riducono lo sviluppo dell’odore, mentre sono classificati prodotti medicinali da banco gli “antiperspiranti”, in quanto regolano efficacemente l’attività delle ghiandole sudoripare [10,11]. Di conseguenza, per essere classificato come antitraspirante negli USA il prodotto deve dimostrare una riduzione statisticamente significativa della produzione di sudore nella zona ascellare, maggiore del 20% e possedere le caratteristiche formulative della categoria 1 delle apposite linee guida. I prodotti che non rispettano queste linee guida devono essere registrati come nuovi farmaci. E’ la Food&Drug Administration l’ente che regolamenta gli ingredienti attivi permessi, i claim commerciali, l’efficacia minima e i test di definizione degli antitraspiranti [10,11]. Il gruppo di controllo per gli OTC ha recentemente proibito la presenza in tutti i prodotti spray di sali di Zirconio, divieto che è stato recepito anche dall’unione Europea, perché esistono dati scientifici che dimostrano che possono provocare granulomi cutanei. 13 FORME TECNICHE E CARATTERISTICHE D’USO L’obiettivo primario della forma tecnica di un deodorante (e/o antitraspirante) è quello di formare uno strato sottile nella zona di applicazione [12]. Questa si può realizzare tramite contatto diretto (stick e roll on) o senza contatto diretto (forme spray e no-gas). A diretto contatto STICK ROLL ON Creme con applicatore Senza contatto diretto SPRAY NO-GAS STICK: sono costituititi da sistemi gelificati, generalmente a base di Glicoli e Saponi alcalini, in cui vengono incorporate le fragranze e gli ingredienti attivi. In alternativa si possono usare sistemi gelificati a base di Alcol Stearilico e derivati Siliconici, per evitare problemi di incompatibilità di pH con gli ingredienti attivi (es: Sali di Alluminio). La massa del deodorante viene colata in un contenitore che presenta un dispositivo a vite e successivamente gelificata. Il prodotto solidificato viene a contatto con l’ascella regolando manualmente il dispositivo a vite. La forma tecnica deve garantire: solidità, resistenza alla deformazione, applicabilità (moderata pressione e movimento). Vantaggi e svantaggi: asciugano rapidamente, non lasciano residuo bianco, sono economici e non appiccicano. ROLL-ON: possono essere sia soluzioni debolmente gelificate che emulsioni O/A molto fluide. Il contenitore può essere di plastica o di vetro con una sfera all’estremità che ruota se strofinata contro la pelle. Ruotando trasferisce un film di deodorante sull’ascella. 14 La forma tecnica deve avere caratteristiche di viscosità ed elasticità tali da essere funzionali alla stesura nella zona di applicazione; deve essere fluida per scorrere facilmente sul dispositivo di applicazione, elastica per recuperare rapidamente struttura e aderire alla zona di applicazione, non deve colare. Vantaggi e svantaggi: buona dermocompatibilità, elevato rischio di inquinamento del prodotto, asciugano lentamente. SPRAY: contengono il propellente (Propano, Butano, Isobutano, Dimetiletere, ecc.) e possono essere costituiti sia da polveri (spray secco, dry), sia da soluzioni (alcolica/idroalcolica - acquosa/oleosa). Il gas presente nella formulazione esercita la sua pressione non solo sulle pareti interne del recipiente, ma anche sul liquido deodorante forzandolo a passare dentro un tubicino pescante collegato al punto di apertura della valvola. Lo spruzzo è una soluzione liquida di propellente e di prodotto deodorante. Il gas propellente, che ha sempre un punto di ebollizione molto inferiore alla temperatura ambiente, evapora in un tempo brevissimo, liberando così uno spruzzo di particelle liquide. Gli spray sono validi anche per le formulazioni in polvere; in questo caso i solidi sono sospesi nel propellente che trascina con sé la polvere e volatilizzandosi completamente lascia ricoperta da questa l’area spruzzata. I propellenti forniscono l’energia necessaria per espellere il contenuto della bombola; possono anche svolgere funzioni ausiliarie agendo come solventi o come diluenti. Vantaggi e svantaggi: sono gradevoli da impiegare anche in virtù di un effetto “raffreddamento”. Si distribuiscono bene, possono essere irritanti e comportano un rischio di inalazione del deodorante. NO-GAS: non contengono il propellente e possono essere soluzioni (acquose o idroalcoliche) o emulsioni (latti). I contenitori dei no-gas hanno una pompa particolare che permette l’uscita del contenuto privo di gas. Vantaggi e svantaggi: Sono ecologici, più sicuri degli aerosol con propellente, meno efficienti nel garantire la distribuzione uniforme del prodotto e il completo utilizzo del contenuto da parte del consumatore. 15 CREME (con applicatore) : il loro spazio nel mercato è limitato dalla necessità di applicazione manuale del prodotto. In tempi recenti sono però stati sviluppati sistemi di packaging del tipo stick che consentono l’estrusione della crema e la sua distribuzione diretta senza l’uso delle dita. Possono essere usate emulsioni olio in acqua o sistemi acqua in silicone. Vantaggi e svantaggi: modalità di applicazione meno gradevole, alta dermocompatibilità per la presenza significativa di ingredienti ad azione emolliente, idratante e/o lenitiva. SOSTANZE PER IL CONTROLLO DELLA FORMAZIONE DEI CATTIVI ODORI Lo scopo dei deodoranti e degli antitraspiranti è quello di eliminare il cattivo odore senza alterare i delicati equilibri fisiologici che stanno alla base della sudorazione[13]. Nella loro formulazione vengono impiegate sostanze con effetto deodorante (sostanze attive) che limitano la formazione dei cattivi odori e sostanze che le veicolano e ne potenziano gli effetti (componenti della forme tecnica). Gli eccipienti infatti garantiscono la distribuzione uniforme dell’attivo, la sua adesività e ne possono aumentare la funzionalità (per es. abbassando il pH). Le SOSTANZE ATTIVE sono classificabili nelle seguenti categorie: o Antitraspiranti: agiscono diminuendo la secrezione del sudore. o Antimicrobici (batteriostatici): limitano la crescita dei microrganismi responsabili della degradazione del sudore. o Inibitori enzimatici (sostanze con azione antienzimatica nei confronti delle lipasi batteriche): limitano la capacità dei batteri di degradare il sudore, bloccandone gli enzimi, senza alterare la popolazione microbica. o Antiossidanti: limitano l’ossidazione degli Acidi Grassi e la conseguente formazione di sostanze volatili (VFA). o Adsorbenti degli odori: catturano i composti volatili formatisi limitando la loro percezione olfattiva. o Fragranze: mascherano la presenza di sostanze maleodoranti coprendoli con odori gradevoli. 16 Produzione del sudore Antitraspiranti Formazione dei cattivi odori Antimicrobici Inibitori enzimatici Antiossidanti Detergenti Adsorbenti Profumi ANTITRASPIRANTI I Sali di Alluminio sono i più utilizzati. L’Alluminio è un catione (carico positivamente) capace di combinarsi con le numerose proteine di carica negativa. Il pH della superficie cutanea e del sudore sono elementi determinanti per l’efficacia dei sali metallici. Questi prodotti si sciolgono sulla superficie cutanea e la soluzione acida risultante penetra nella parte più esterna del condotto sudoriparo, dove il pH più alcalino provoca la sua idrolisi e la formazione di un gel di idrossido metallico. Si ottiene quindi un effetto astringente di superficie, che riduce le dimensioni del poro sudorale e di conseguenza la fuoriuscita del sudore, senza bloccare però la traspirazione. Si verifica anche un effetto in profondità, dovuto alla liberazione e alla successiva precipitazione dello ione metallico, come complesso con mucopolisaccaridi, che avviene nella parte superiore del tratto epidermico del canale escretore. 17 Questi complessi precipitando formano dei conglomerati che si depositano sulla parte interna del dotto sudorale. In un secondo momento anche le cellule, che compongono il canale intra-epidermico, desquamano e partecipano alla formazione del conglomerato. L’interruzione per brevi periodi delle applicazioni dei sali metallici è seguita dalla riparazione strutturale e pienamente funzionale dell’apparato delle ghiandole sudoripare. Al contrario, un blocco prolungato nel tempo a causa di trattamenti frequenti può comportare il danneggiamento della cellula secretoria [14]. L’effetto dei Sali di Alluminio è “concentrazione-dipendente” sino al raggiungimento della concentrazione di saturazione (valore di plateau); a parità di concentrazione la loro efficacia aumenta con il diminuire del pH. I Sali di Alluminio possiedono anche una azione batteriostatica indiretta, poiché la loro acidità è in grado di diminuire il pH della cute, inibendo la formazione dei cattivi odori. Alcuni acidi, quali ad esempio Acido Tannico e Acido Tricloroacetico, e le Aldeidi, come ad esempio Formaldeide e Glutaraldeide, hanno proprietà astringenti. Questi agenti denaturano le proteine degli strati cornei superficiali e chiudono i pori sudoripari [15-16]. L’azione è di breve durata ed è necessario un trattamento quotidiano per mantenere l’efficacia nella riparazione rapida contro la desquamazione. I Polimeri che formano una pellicola filmogena sono efficaci in quanto occludono superficialmente la pelle. Oltre all’acido Olefinico e ai polimeri dell’Acido Amido/olefinico, anche alcuni co-polimeri dell’estere riducono il flusso di sudore in modo drastico. Inoltre alcune combinazioni di sostanze tensioattive e di co-tensioattivi hanno dimostrato proprietà di rigonfiamento a contatto con l’acqua, creando un sistema di assorbimento del sudore nella zona ascellare [17]. La combinazione tra Acido Oleico e il Glicerolo monolaurato forma con il sudore cristalli liquidi liotropici, diminuendo l’umidità della pelle. 18 ANTIMICROBICI (BATTERIOSTATICI) Sono preferibili rispetto ai battericidi in quanto dotati di attività meno radicale nei confronti della flora batterica residente. In tal modo si evita di squilibrare eccessivamente la flora batterica con le inevitabili conseguenza negative. I batteriostatici quindi limitano senza inibirlo totalmente il proliferare della flora batterica inserendosi in tal modo nel processo di formazione dei prodotti responsabili degli odori sgradevoli [13](tab.III). Dal momento che la loro azione non è di tipo radicale essi sono per lo più associati nella formulazione a sostanze ad attività adsorbente o mascherante, per migliorare l’efficacia del deodorante. ANTIMICROBICI Micro-organismi SUDORE INODORE Decomposizione SUDORE MALEODORANTE Tab.III: Meccanismo d’azione degli antimicrobici SOSTANZE CON AZIONE ANTIENZIMATICA BATTERICA L’idea di utilizzare queste sostanze deriva dalla miglior conoscenza dei meccanismi alla base della produzione dell’odore. Questi composti bloccano l’attività degli enzimi utilizzati dai batteri per degradare le componenti del sudore causando la formazione dell’odore. Il capostipite di queste sostanze è il Trietilcitrato[13]. Da questo composto, per l’azione degli stessi enzimi che provocano la formazione di sostanze odorose, si libera Acido Citrico che, abbassando il pH cutaneo, inibisce a sua volta l’attività enzimatica batterica stessa. 19 I sistemi tampone, presenti sulla superficie della cute, provvedono successivamente a ripristinare il pH fisiologico (Tab.IV). Solitamente queste sostanze, dette anche inibitori enzimatici, vengono associate a sostanze antiossidanti con lo scopo di bloccare l’ossigeno ambientale che, reagendo con i componenti del sudore, contribuisce alla formazione del cattivo odore. Essi sono oggi largamente impiegati soprattutto in prodotti dermocosmetici, dedicati a pelli sensibili, poiché il loro meccanismo d’azione rispetta pienamente la fisiologia cutanea. Acido citrico ANTIENZIMATICI Diminuzione del ph cutaneo TRIETILCITRATO Inibizione delle esterasi batteriche Riattivazione esterasi batteriche Riduzione della formazione dei cattivi odori Sistemi tampone della cute Ripristino del ph fisiologico Tab. IV: Meccanismo d’azione degli antienzimatici ANTIOSSIDANTI L’ossidazione dei componenti del sebo è considerata come una via di formazione degli Acidi Grassi volatili (VFA) importanti componenti dell’odore ascellare. Molto diffuso nei deodoranti è quindi l’uso delle Vitamine E e C , noti antiossidanti, che hanno dimostrato anche azione sinergica con alcuni antimicrobici e inibitori enzimatici. 20 Un altro meccanismo antiossidante utilizzato prevede l’uso di inibitori delle lipoossigenasi (Quercitina, Idrazoni, Escultetina, Esteri e Amidi dell’Acido Idrossibenzoico, Clorexidina Gluconato [13] etc). Le fragranze che contengono ingredienti con questo tipo di attività sono utilizzate nella formulazione dei cosiddetti deo-parfum. ADSORBENTI La funzione di queste sostanze, tra cui spiccano i derivati dello Zinco (Zinco ossido, Zinco glicinato, Zinco ricinoleato), è di adsorbire, attraverso la formazione di complessi, i derivati maleodoranti frutto della degradazione enzimatica. In tal modo viene impedita la loro liberazione nell’ambiente. Sono sostanze ben tollerate ma dotate di attività non completa e poco modulabile. Per questo motivo sono raramente utilizzate da sole e vengono inserite nella formulazione in associazione con altre sostanze attive precedentemente menzionate [13]. FRAGRANZE Svolgono prevalentemente una azione coprente complementare all’attività dei principi attivi citati, ma possono contenere anche sostanze ad attività antimicrobica che migliorano in modo significativo l’efficacia deodorante [13]. Questi ingredienti attivi delle fragranze sono stati classificati in sei grandi gruppi: Classe 1: Sostanze Fenoliche (es. Carvacrolo, Isoeugenolo, Etilvanillina) Classe 2: Oli essenziali, Resine e Oli sintetici (es. Geranium e Patchouli oil) Classe 3: Aldeidi e Chetoni ( -Isometilionone, -Metilnaftilchetone) Classe 4: Composti policiclici (Cumarine, Metil-ciclopentabenzopireni) Classe 5: Esteri ( Dietilftalato, Feniletil-fenilacetato) Classe 6: Alcoli ( Feniletil Alcol, Dimercitolo) Il loro impiego deve essere comunque ben ponderato anche alla luce dei loro costituenti per evitare il rischio di sviluppare una dermatite da contatto di tipo allergico. 21 Ricordiamo, a questo proposito, che è stato recentemente introdotto nella legislazione europea (Direttiva 2003/15/CE) l’obbligo di includere, nella lista degli ingredienti riportati in etichetta, alcuni dei più comuni componenti delle profumazioni, per i quali è documentata nella letteratura scientifica la potenzialità allergizzante. Secondo tale direttiva i composti odoranti vengono indicati genericamente con il termine “profumo”, e l’eventuale presenza in essi di alcune sostanze (in tutto 26 “allergeni”) deve essere indicata nella lista degli ingredienti nel caso in cui la loro concentrazione superi lo 0.01% nei prodotti da risciacquo e lo 0.001% nei prodotti leave-on. Lo schema di seguito riportato elenca le 26 sostanze individuate dal legislatore. Denominazione INCI Nome chimico Amyl cinnamal Amylcinnamal Benzyl Alchol Alcole benzilico Cinnamyl alcohol Alcole cinnamilico Citral Citrale Eugenol Eugenolo Hydroxycitronellal Idrossicitronellale Isoeugenol Isoeugenolo Amylcinnamyl alcohol Alcole beta-pentil-cinnamilico Benzyl salicilate Salicilato di benzile Cinnamal Cinnamaldeide Coumarin Cumarina Geraniol Geraniolo Hydroxyisohexyl-3-cyclohexane carboxaldehyde 4-(4-idrossi-4metilpentilcicloes-3-encarbaldeide Anise alcohol Alcole anisilico Benzyl cinnamate Cinnamato di benzile Butylphenylmethylpropional 2-(4-terz-butilbenzil)-propionaldeide Linalool Linalolo Farnesol Farnesolo Benzyl benzoate Benzoato di benzile Citronellol Citronellolo Hexyl cinnamal Alfa-esilcinnamaldeide Limonane D-limonene Metil-2-octynoate Ott-2-inoato di metile Alfa-isometil ionone 3-metil-4(2,6,6-trimetil-2-cicloesen-1il)-3-buten-2-one Evernia prunastri Estratto di Evernia prunastri Evernia furfuracea Estratto di Evernia furfuracea 22 Tra queste sostanze notiamo la presenza di composti utilizzati nei deodoranti, non solo come componenti della profumazione (che peraltro, in taluni casi, è un elemento essenziale dell’efficacia del prodotto), ma anche per la loro azione antimicrobica (ad.es. Farnesolo, Alcole benzilico, etc…) E’ bene sottolineare l’importanza del consiglio del Farmacista in questo particolare aspetto della tutela della salute dei consumatori, che il legislatore ha ritenuto di dover regolamentare. La normativa, infatti, non prevede che venga inserita in etichetta una specifica avvertenza per segnalare la presenza di queste sostanze, per cui l’informazione al pubblico non è di tipo immediato. E’ quindi il Farmacista colui che deve farsi carico, prima di consigliare un determinato prodotto, di verificare l’eventuale presenza fra gli ingredienti di sostanze comprese nella lista dei “26 allergeni”. Deve inoltre assicurarsi che il cliente non sia un soggetto “a rischio”, ovvero una persona predisposta a sviluppare allergie o già sensibilizzata ad alcuni componenti. E’ auspicabile, inoltre, che il Farmacista svolga una azione di educazione sanitaria, in questo campo, atta ad arginare gli inutili allarmismi, che, troppo spesso, una non corretta informazione crea nella popolazione. Sarebbe un grave errore, infatti, considerare di scarsa qualità un prodotto solo perché riporta una di queste sostanze tra i suoi ingredienti. Come sappiamo, l’allergia è un fenomeno soggettivo, che prevede una specifica predisposizione dell’individuo, in assenza della quale il prodotto è sicuro e ben tollerato. D’altra parte, data la crescente incidenza delle dermatiti allergiche nella popolazione, sarebbe scarsamente professionale, da parte del Farmacista, consigliare tali prodotti ad un soggetto predisposto ad allergie, poiché è possibile, anche se non certo, che egli possa sensibilizzarsi più facilmente in presenza di queste sostanze. 23 STRUTTURA GENERALE DELLE FORMULAZIONI Qualsiasi sia il tipo di forma tecnica e di formulazione scelta per preparare un deodorante o un antitraspirante è possibile riconoscere uno schema generale di ingredienti comuni a cui ricondurre tutti i prodotti in commercio [18]. Le categorie di ingredienti sono: • Ingredienti attivi • Fluidi carrier o propellenti • Viscosizzanti ed emulsionanti • Modificatori sensoriali • Fragranze A questi si possono aggiungere altri ingredienti, che comunemente si ritrovano nei prodotti cosmetici, per migliorare le caratteristiche di dermocompatibilità e tollerabilità cutanea dei deodoranti: • Idratanti • Emollienti • Agenti lenitivi E’ bene ricordare che spesso gli ingredienti svolgono più funzioni: l’Alcol Etilico, ad esempio, viene utilizzato come carrier per le sue proprietà solventi nei confronti di fragranze e sostanze lipofile, ma svolge anche una azione deodorante propriamente detta per la sua attività antimicrobica e promuove l’evaporazione del solvente (effetto quickdrying). Anche molti Oli Siliconici volatili coniugano ottime proprietà solventi con un buon potere emolliente, che migliora la tollerabilità del prodotto. Le tabelle (da V a X) di seguito elencate riportano per ciascuna categoria le sostanze più frequentemente impiegate. 24 INGREDIENTI ATTIVI Per ogni principio attivo viene riportata la funzione principale e per alcuni anche quella secondaria dove presente. Ingrediente attivo (INCI name) Triclosan Aluminium Chloridrate Aluminium Sesquichloridrate Zinc Ricinoleate Zinc Oxide Farnesol Usnic Acid Ethanol Propylen Glycol Dipropylen Glycol Triethylcitrate Chlorexidine Digluconate Meccanismo principale Antimicrobico Antitraspirante Antitraspirante Adsorbente Adsorbente Antimicrobico Antimicrobico Antimicrobico Antimicrobico Antimicrobico Inibitore enzimatico Antimicrobico Meccanismo secondario Antimicrobico Antimicrobico Antimicrobico Antimicrobico Fragranza Correttore di pH Antiossidante Tab. V: Ingredienti attivi di comune impiego FLUIDI CARRIER Agiscono come solventi o carrier di ingredienti attivi e fragranze facilitandone il rilascio sulla superficie cutanea della regione ascellare (Tab.VI). Il più utilizzato è la miscela Acqua/Etanolo[18] Acqua Alcol Etilico * Cyclomethicone* Isopropyl Myristate Isopropyl Palmitate Propylen Glycol* Butylen Glicol Dipropylen Glicol* Tab.VI: Fluidi carrier *Ingredienti con funzioni multiple 25 PROPELLENTI PER FORMULAZIONI SPRAY La presenza del propellente garantisce la dispersione del prodotto e la micronizzazione delle goccioline durante la fase di volatilizzazione. I propellenti idrocarburici (miscele di Propano, Butano e Isobutano) sono i più utilizzati (Tab.VII). Questi ingredienti per le loro caratteristiche di infiammabilità sono soggetti a restrizioni d’uso ed i prodotti che li contengono riportano obbligatoriamente in etichetta una serie di avvertenze atte a garantirne la sicurezza d’impego (cfr. normativa aerosol) Propane Butane Isobutane Dimethyl Ether Pentane Tab. VII: Ingredienti ad azione propellente di uso comune VISCOSIZZANTI ED EMULSIONANTI Le soluzioni possono essere gelificate con polimeri idrofili o emulsionate per migliorare il loro skin feel e favorire la loro applicazione in dispositivi roll-on o no gas (Tab.VIII). Hydroxyl Ethyl Cellulose Hydroxyl Propyl Cellulose Dibenzylidene Sorbitol Steareth-2 Steareth-21 Ceteareth-12 Ceteareth-20 Glyceryl Stearate Cetyl Alcol Cetearyl Alcol PEG-20 Stearate Dimethicone Copolyol Tab. VIII: Principali agenti viscosizzanti ed emulsionanti 26 STRUTTURANTI PER SOSPENSIONI Le cosiddette formulazioni a secco, usate soprattutto nel caso di antitraspiranti, sono sistemi non acquosi in cui il principio attivo è sospeso nel fluido carrier. Per evitare fenomeni di sedimentazione il fluido viene viscosizzato in modo che la sospensione omogenea dell’attivo sia garantita dalla semplice agitazione manuale. Le sostanze utilizzate sono Grassi, Cere e Alcoli Grassi o polveri sospendenti di tipo inorganico (tab.IX) Stearyl Alcol Cetyl Alcol Hydrogenated Castor Oil Synthetic Waxes Paraffin Waxes Hydroxystearic Acid Alkyl silicone Waxes Quaternium 18 Hectorite Quaternium 18 Bentonite Silica Propylen Carbonate Tab. IX: Principali agenti strutturanti MODIFICATORI SENSORIALI Vengono inseriti per migliorare le proprietà sensoriali del prodotto e ridurre i depositi visibili. Il miglioramento dello skin feel si ottiene con sostanze emollienti e idratanti, oli non volatili che aumentano le proprietà di frizione del prodotto e la loro tollerabilità cutanea [18]. Se questi lipidi hanno anche un elevato indice di rifrazione, essi possono essere di aiuto nel mascherare eventuali depositi visibili legati essenzialmente alla presenza di attivi antitraspiranti (Sali di Alluminio) (Tab. X). 27 Cyclometicone* Dimeticone Dimeticonol Isopropylmiriste* Isopropyl alpitate* Talc* Silica* Polyethylene Polysaccarides Corn starch C12-C15 Alkyl Benzoate PPG-3 Myristate Octyl Dodecanol C7-C14 Isoparaffin Di-isopropyl Adipate Isosorbide Laurate PPG-14 Butyl Ether Glycerin Hydrogenated Polysobutene Polydecene Titanium Dioxide Phenyl Trimethicone Dioctyl Adipate Alcohol* Tab. X: Modificatori sensoriali *Ingredienti con funzioni multiple 28 DOMANDE E RISPOSTE PER IL CONSIGLIO QUALI SONO DAL PUNTO DI VISTA DELL’USO DI UN DEODORANTE? PRATICO I COMPORTAMENTI DA SEGUIRE PRIMA Prima di usare un deodorante è consigliabile rimuovere con acqua tiepida i residui sudorali presenti, senza effettuare una detersione profonda per evitare di irritare la cute prima dell’applicazione del prodotto. Il mantello cutaneo non sempre segnala la presenza di irritazione con un arrossamento. A livello subclinico possono svilupparsi stati irritativi che non sempre sono evidenti ad occhio nudo. Responsabili di tali irritazioni possono rendersi i saponi, che sono da evitare prima dell’applicazione di un deodorante specie se si considera che nell’arco della giornata tale operazione può essere ripetuta più volte. Successivamente dopo aver asciugato accuratamente la cute si applica il deodorante. I DEODORANTI SONO INDICATI PER TUTTI I TIPI DI PELLE? I deodoranti non sono una necessità ma un mezzo con il quale affrontare un particolare problema che, da quanto detto, non è quello di non sudare (azione utile ed inevitabile) ma di evitare i risvolti negativi della sudorazione come appunto lo sviluppo di cattivo odore. Non esistono pertanto controindicazioni a priori all’uso dei deodoranti sui vari tipi di pelle. Certamente un soggetto che abbia manifestato allergie ad una o più sostanze è potenzialmente in grado di sviluppare ulteriori allergie. Dovrà quindi mantenere un atteggiamento prudente nel mettere a contatto la propria pelle con sostanze chimiche. Se un soggetto si è sensibilizzato non è sufficiente cambiare il deodorante per evitare fenomeni allergici, perché i diversi prodotti possono avere componenti in comune e quindi la sostanza che ha causato l’allergia potrà essere presente anche in differenti formulazioni. In questi casi è bene consigliare di rivolgersi al dermatologo, per capire quali ingredienti scatenano l’allergia. 29 QUANTO DURA L’AZIONE DI UN DEODORANTE? Rispondere a questa domanda è difficile a causa delle diverse caratteristiche del sudore da soggetto a soggetto, della quantità della sudorazione e delle differenti formulazioni impiegate. Certamente è poco sostenibile che un deodorante possa coprire con la sua azione lunghi periodi (una settimana). Più vicino alla realtà, sempre tenendo presente le differenze individuali, è sostenere che un deodorante possa coprire tutto l’arco di una giornata. L’efficacia dei prodotti può essere comunque valutata secondo alcuni test indicati dalla comunità scientifica europea come adatti a valutare l’efficacia di deodoranti e antitraspiranti (EEMCO European Guidelines [19]). PERCHÉ I DEODORANTI SONO PRODOTTI SENZA … .? Può sembrare paradossale, ma il deodorante è un cosmetico che spesso si caratterizza anche per ciò che NON CONTIENE. Una rapida occhiata allo scaffale in farmacia e ci si accorge che SENZA… è una delle parole più ricorrenti sia nella denominazione stessa dei deodoranti che nelle spiegazioni che lo accompagnano. Gli schemi seguenti si prefiggono di riassumere i vantaggi e gli svantaggi che derivano dal non uso di alcuni ingredienti come Alcol, Profumo, e Propellenti. Tali sostanze storicamente importantissime nella formulazione di prodotti deodoranti, sono diventate, nel corso degli anni e in una prospettiva di maggiore sicurezza del prodotto, ingredienti a cui è possibile e spesso ragionevole rinunciare. 30 SPRAY Con propellente >>> gradevolezza >>>sensazione di freschezza non cola , garantisce il completo utilizzo del contenuto >>>> funzionalità garantisce una distribuzione uniforme NO-GAS Senza propellente <<<< gradevolezza <<<< sensazione di freschezza può colare , non garantisce il completo utilizzo del contenuto nominale <<<<< funzionalità non garantisce distribuzione uniforme >>>> SICUREZZA AMBIENTE >>>> SICUREZZA D’USO 31 DEODORANTI SENZA ALCOL DEODORANTI CON ALCOL >>> gradevolezza completa la sensazione di freschezza della detergenza >>>> funzionalità azione antibatterica e favorisce l’uniformità della distribuzione >>>> SICUREZZA Consigliabile a chi è sensibile e attento a questo aspetto STICK Glicoli a basso PM + sterato di sodio +acqua e alcol ROLL ON Soluzioni idroalcoliche gelificate, em o/a con alcol SPRAY Soluzione alcolica o idroalcolica + propellente NO-GAS Soluzione alcolica o idroalcolica in un dispositivo a pompa La percentuale di alcol è molto variabile da formulazione a formulazione ma in alcuni casi può essere anche molto significativa fino al 10 % in emulsione fino al 40% in gel e stick fino al 70 % in spray o no-gas 32 DEODORANTI PROFUMATI >>> gradevolezza migliora la sensorialità completa la sensazione di freschezza della detergenza DEODORANTI SENZA PROFUMO >>> compatibilità cutanea <<< rischio di allergie >>>> SICUREZZA >>>> funzionalità azione coprente di eventuali odori, azione antibatterica (oli essenziali) Consigliabile a chi è sensibile e attento a questo aspetto o è a rischio allergia 33 E’ SEMPRE NECESSARIO CONSIGLIARE UN DEODORANTE SENZA…? Questi prodotti sono pensati in modo specifico per coloro che hanno problemi di tollerabilità cutanea e mediamente non soddisfano invece coloro che cercano nel deodorante anche aspetti di tipo sensoriale (freschezza e gradevolezza). E’ bene infatti ricordare che la non presenza contemporanea di alcol e di profumo penalizza sensibilmente la gradevolezza del prodotto con il rischio che diminuisca anche la soddisfazione nell’uso da parte del consumatore (altrimenti detta efficacia percepita). DEODORANTI senza alcol senza profumo 1° quando il consumatore lo richiede 2° paziente che racconta di passate manifestazione allergiche ( a conservanti fragranze o ad agenti non identificati ) 3° subito dopo cerette o depilazioni E’ bene privilegiare forme tecniche delicate con emollienti e ristrutturanti della cute Latti spray / Roll on / Creme No gas / Stick 34 QUALI SONO I TRATTAMENTI FARMACOLOGICI E CHIRURGICI IMPIEGATI ? L’ iperidrosi può essere combattuta anche con farmaci sistemici, quali gli anticolinergici, che però hanno effetti collaterali indesiderati. Il Glicopirrolato può essere utile nel trattamento delle iperidrosi perché dotato di effetti collaterali scarsi; altri anticolinergici usati sono la Propantelina e l’Oxibutina. Nelle forme di iperidrosi legate a stress sono stati utilizzati i Beta bloccanti in piccole dosi. Una metodica molto interessante nel trattamento della iperidrosi è la tossina botulinica che determina una riduzione della secrezione sudoripara che perdura 4-11 mesi. Le iniezioni soprattutto se localizzate a livello palmo-plantare possono risultare dolorose. Uno dei metodi migliori per risolvere i casi refrattari ai comuni deodoranti consiste, più che nell’uso di astringenti, nell’eseguire una detersione accurata e una rasatura del cavo ascellare, in grado di far diminuire la carica batterica presente. In questo senso, possono essere di aiuto anche le nuove metodiche di depilazione laser, che assicurano una rimozione duratura, se non definitiva, del pelo. ESISTE UNA RELAZIONE TRA DEODORANTI E CANCRO AL SENO? Questa domanda si colloca nel più ampio problema dell’informazione che ha forti ripercussioni sulla professione del Farmacista. E’ infatti un esempio di come il mondo dell’informazione possa generare paure ed allarmismi tra i consumatori e dell’importanza per la professionalità del Farmacista di poter reperire informazioni indipendenti e di rilevanza scientifica. Una possibile relazione tra uso di deodoranti/antitraspiranti e cancro al seno è un problema che la comunità scientifica si è posta da molti anni e su cui si continua ad indagare attraverso ricerche mirate e studi epidemiologici. Talvolta, i risultati di alcuni di questi studi, pubblicati su riviste scientifiche, vengono ripresi e riassunti in modo spesso sommario dalla stampa internazionale e comunicati al grande pubblico. Nei mesi scorsi, ad esempio, questa domanda è diventata assai frequente nelle farmacie poiché la stampa nazionale ha dato molta rilevanza ad alcuni studi condotti presso l’Università di Reading. Secondo questi i Parabeni, sostanze ad attività antimicrobica, largamente utilizzate nella formulazione dei cosmetici (e di farmaci) e contenute in molti 35 prodotti, compresi alcuni deodoranti, potrebbero avere un ruolo nella patologia del tumore al seno [20]. In particolare, lo studio aveva evidenziato che quantità significative di Parabeni, erano rilevabili in tessuti di donne affette da tumore al seno, ipotizzando che il potere cancerogeno di tali sostanze sarebbe riconducibile alla capacità di comportarsi come estrogeni e quindi di facilitare la proliferazione delle cellule tumorali. Inoltre, i Parabeni ritrovati nei campioni esaminati si presentavano in forma esterea e non sotto forma di metaboliti, indicando che tali sostanze erano state introdotte nell’organismo per via topica e non per ingestione. Veniva, inoltre indicato come possibile con-causa il fatto che i deodoranti, impedendo in parte la traspirazione, processo questo attraverso il quale l’organismo elimina i prodotti tossici, potrebbero contribuire a ridurre l’eliminazione delle tossine attraverso le ascelle. Ciò provocherebbe, con il tempo, un accumulo di queste a livello delle ghiandole linfatiche, presenti sotto il braccio, e quindi sarebbe un primo passo verso la formazione di cellule cancerose. Gli stessi autori hanno però precisato, nelle loro conclusioni, che i risultati ottenuti non erano sufficienti a stabilire un legame causa-effetto tra Parabeni e cancro al seno, e che la provenienza di tali sostanze dall’uso dei deodoranti doveva essere ancora accertata. Come spesso avviene in questi casi, l’enfasi data a tale notizia ha innescato forti polemiche ed una accesa discussione tra ricercatori e associazioni di categoria in rappresentanza dei produttori di cosmetici [21]. Altri due composti presenti nei deodoranti l’Alluminio e lo Zirconio, sono spesso accusati di essere responsabili di alcuni problemi alla salute (Morbo di Alzheimer, cancro al seno, patologie del SNC). Particolare attenzione è rivolta alla sicurezza d’impiego dei loro sali, il Cloruro ed il Cloridrato di Alluminio o i sali di Zirconio, che sono in grado di ostruire i canali sudoripari ed inibire, quindi, il normale processo di traspirazione. A causa delle loro piccole dimensioni, questi composti vengono facilmente assorbiti e col tempo potrebbero accumularsi nell’organismo, attaccare e danneggiare il DNA e la sua capacità di autoripararsi. La legislazione mondiale limita il loro uso e la loro concentrazione proprio per evitare l’insorgenza di danni alla salute, (di recente introduzione il divieto di uso dei Sali di Zirconio in forme spray), ma per il momento non ci sono evidenze che rendano sconsigliabile il loro impiego. 36 E’ importante, invece, ricordare che qualche anno fa, è stato pubblicato uno studio epidemiologico che non ha riscontrato alcun legame tra l’utilizzo dei deodoranti e l’insorgenza del cancro al seno [22]. Quindi, esiste una relazione tra deodoranti e cancro al seno? Attualmente nessuno è in grado di dare una risposta definitiva a tale quesito: troppe sono le cause coinvolte nel sistema organismo-cancro. Possiamo, però, dire che il legame diretto tra Parabeni e cancro è ancora solo un’ipotesi che dovrebbe essere confermata da studi epidemiologici a lungo termine e soprattutto su un maggior numero di campioni. Inoltre non ha ancora trovato alcuna conferma diretta l’ipotesi che correla l’uso di antitraspiranti con la possibile insorgenza di tumori. Allo stato attuale delle nostre conoscenze il consumatore può quindi essere rassicurato rispetto all’uso dei prodotti e gli allarmismi appaiono immotivati; la questione tra gli addetti ai lavori è invece ancora aperta, ma questo è sicuramente un bene. Il progredire degli studi in questo campo rappresenta una garanzia per la tutela della salute pubblica. Una ulteriore considerazione, che coinvolge direttamente il ruolo di educatore sanitario del Farmacista ed il problema della sicurezza dei cosmetici, riguarda la modalità di applicazione dei prodotti. Bisogna infatti sottolineare che i deodoranti, come la maggior parte dei cosmetici, non sempre presentano sul contenitore indicazioni precise riguardo alla quantità da utilizzare o alla frequenza delle applicazioni: il consumatore può quindi incorrere, erroneamente, nell’idea che tali prodotti possano essere applicati in quantità illimitate con elevata frequenza. E’ bene quindi che il Farmacista aiuti il proprio cliente a comprendere ed applicare le corrette modalità d’utilizzo, per evitare l’insorgenza di problemi alla salute, derivanti da uno scorretto impiego del prodotto stesso [23]. 37 Guida alla lettura delle INDICAZIONI INTESA Le INDICAZIONI INTESA vogliono essere uno strumento semplice attraverso cui il Farmacista può aumentare la propria conoscenza del cosmetico per migliorare la sua capacità di consiglio al cliente, senza voler fornire alcun giudizio di merito sul prodotto e neppure una qualche scala di valore relativo. La loro lettura non può essere disgiunta dai dati a cui fanno diretto riferimento (lista degli ingredienti e informazioni riportate in etichetta). Per questo motivo è stato scelto di non pubblicare l’elenco dei prodotti con solo le Indicazioni Intesa separate dalla SCHEDA INTESA nella sua interezza. Le INDICAZIONI INTESA quindi sono state preparate con l’intento di aiutare il Farmacista nella comprensione delle caratteristiche di ciascun prodotto e delle sue particolarità. Esse si propongono di “decodificare” in maniera semplice la lista degli ingredienti riportata in etichetta, indicando di volta in volta quali componenti sostengono principalmente: le caratteristiche della forma tecnica alla base del prodotto (fluidi carrier, strutturanti, viscosizzanti, propellenti etc) la funzionalità primaria del prodotto, intesa come azione deodorante e/o antitraspirante (sostanze attive e loro meccanismo d’azione) la funzionalità secondaria del prodotto intesa come proprietà emollienti, nutritive o ristrutturanti (agenti emollienti, agenti idratanti, dermo-ristrutturanti etc.) e quali ingredienti possono invece rappresentare una possibile fonte di reazioni avverse per soggetti a rischio (profumi e in particolare allergeni, alcol, preservanti etc.). Accanto a queste informazioni viene proposto un breve commento in cui si segnalano eventuali peculiarità del prodotto, riprendendo e completando le informazioni riportate in etichetta o nei foglietti illustrativi (ove esistenti). 38 E’ importante a questo punto richiamare brevemente alcuni riferimenti legislativi che riguardano le norme di etichettatura ed in particolare la lista degli INGREDIENTI. Le norme di etichettatura fissate dalla Legislazione Europea dei prodotti cosmetici hanno come scopo l’informazione diretta del consumatore e/o degli operatori sanitari deputati a consigliare il prodotto (Medici, Farmacisti etc..) poiché esse sono una parte integrante della sicurezza di impiego dei prodotti cosmetici. Ricordiamo che la denominazione degli ingredienti segue la Nomenclatura INCI (International Nomenclature Cosmetic Ingredients) che è stata scelta come “linguaggio comune” dalle Associazioni di Industrie Europea ed Americana (Colipa e CTFA). Come avviene per tutti i linguaggi, anche in questo caso esiste un dizionario ufficiale il cui uso permette di aumentare il proprio livello di conoscenza dei prodotti. In etichetta gli ingredienti vengono riportati in ordine quantitativo decrescente fino all’1% in peso. Al di sotto di questa percentuale gli ingredienti possono essere riportati in ordine sparso. I derivati vegetali sono denominati con il nome botanico della pianta (sistema internazionale di Linnè) senza indicazione specifica della parte da cui è stata ottenuta. Gli ingredienti comuni, che non hanno un nome scientifico standard, sono riportati con la denominazione latina (Aqua, Paraffinum liquidum…). Il profumo viene indicato con il termine generico PARFUM, (la fragranza con il termine AROMA), ma se è presente uno dei i 26 allergeni questo deve essere inserito tra gli ingredienti. I coloranti vengono riportati secondo il Color Index Number Ricordiamo inoltre che la legislazione prevede di omettere un ingrediente per il quale sia stata chiesta dall’Azienda produttrice la clausola di riservatezza, a tutela del segreto industriale. N.B. L’analisi di ciascun prodotto è stata condotta nel modo più impersonale possibile, cercando la massima oggettività di valutazione. Essendo consapevoli che la sola lettura dei dati riportati in etichetta (lista degli ingredienti + informazioni della casa produttrice) può non essere sufficiente a interpretare correttamente il prodotto, si invitano le Aziende produttrici a segnalare eventuali imprecisioni o carenze riscontrate. 39 BIBLIOGRAFIA 1. Pierard GE, Arrese J, Pierard-Franchimont C (2000) Secretion sudorale; in Beylot C, Ochonisky S (eds): Encyclopédie medico-chirurgicale. Cosmétologie et dermatologie esthetique Elsevier, Paris, 50-020-G-10, ppl-5 2. Emiliano Panconesi, Manuale di dermatologia; 2ª edizione UTET, pp 22-23 3. Renne PJ, Gower DB, Holland KT (1991) In vitro and in vivo studies of human axillary odour and cutaneour microflora Br J Dermatol 124 596-602 4. Froebe C, Simion A, Charig A et al (1990) Axillary malodour production: A new mechanism J Soc Cosmet Chem 41 173-185 5. Rennie PJ, Gower DB, Holland RT et al (1990) The skin microflora and formation of human axillary odour Int J Cosmet Sci 12 197-204 6. Leyden JJ, McGinley KJ, Holzle E et al (1981) The micro-biology of the human axilla and ist relationship to axillary odor J Invest Dermatol 77 413-416 7. Pierard-Franchimont C, Pierard GE (1999) Comment je traite une hyperhidrose Rev Med Liège 54 846-849 8. Goffin V, Arrese JE, Pierard-Franchimont C (1999) Avez-vous bon nez ? Petit lexique des bromhidroses et autres odeurs corporelles Rev Med Liège 54 931-934 9. Burry JS, Coulson HF, Esser I et al (2001) Erroneous gender differences in axillary skin surface/sweat ph Int J Cosmet Sci 23 99-107 10. Department of Health and Human services, Food and Drug Administration (1982) guidelines for effectiveness testing of OTC antiperspirant drug products Fed Reg 47 3654 11. Department of Health and Human services, Food and Drug Administration (1982) Antiperspirant drug products for over-the-counter human use: Tentative final monographs Fed Reg 47 36491-36505 12. Stephen Hazell (1999) A guide to understanding deodorant formulations in Antiperspirants and Deodorants, Cosmetic Science and Technology Series/Volume 20, edited by Karl Laden 259-281. 13. Stephen A. Makin and Michael R. Lowry (1999) Deodorant ingredients in Antiperspirants and Deodorants, Cosmetic Science and Technology Series/Volume 20, edited by Karl Laden 169-202. 14. Holzle E., Broun-Falco O (1984). Structural alterations of axillary eccrine glands in hyperhidrosis following long-term treatment with aluminium chloride hexahydrate Br J Dermatol 110, 399-403 15. Gordon BI, Maibach HI (1969) Eccrine anhidrosis due to glutaraldehyde, formaldehyde and ionophoresis J Invest Dermatol 53 436-439 16. Stato K, Dobson RI (1969) Mechanism of the antiperspirant effect of topical glutaraldehyde Arch Dermatol 100 564-569 17. Fontell K (1990) Cubis phases in surfactant-like lipid system Colloid Polym Sci 268 264-285 18. Christopher J.C. Edwards and Anthony K. Mills (1999) Antiperspirant formulations in Antiperspirants and Deodorants, Cosmetic Science and Technology Series/Volume 20, edited by Karl Laden, 233-257. 19. Pierard G., Elsner P. et al (2003) EEMCO Guidance for the efficacy assessment of antiperspirants and deodorants Skin Pharmacol Appl.Skin Physiol.16:324-342. 20. Darbre PD, Ajarrah A, Miller WR et al. (2004) Concentrations of parabens in human breast tumors J.Appl.Toxicol. 24 5-13 21. Harvey PW (2004) Discussion of concentrations of parabens in human breast J.Appl. Toxicol.24 307- 310. 22. Mirick DK, Davis S, Thomas DB (2002) Antiperspirants use and the risk of breast cancer J Natl. Cancer. Inst. 94 1578-1580 23. www.farmacovigilanza.org - Deodoranti e cancro al seno (2004), Loredana Gambardella e Lidia Sautebin, Dipartimento di Farmacologia Sperimentale, Facoltà di Farmacia, Università di Napoli Federico II 40 Questo lavoro è stato realizzato con la consulenza di: • Dott.ssa Alessandra Semenzato – Docente di chimica dei prodotti cosmetici – Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Padova. Coordinamento scientifico a cura delle Associazioni Titolari di Farmacia di Belluno, Bergamo, Bolzano, Lecco, Mantova, Pavia, Trento e Vicenza. Un ringraziamento alla dott.ssa Martina Torresin che ha collaborato al progetto. 41