Santo Stefano protomartire, un giovane, un Diacono: una vocazione

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Santo Stefano protomartire, un giovane, un Diacono: una vocazione
Monastero invisibile
Santità e vocazione
Santo Stefano
“In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un
malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le
loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il
gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di
Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette
uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali
affideremo quest’incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al
ministero della parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero
Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore,
Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono
quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani”. (At
6,1-6)
Questa icona trae origine dal racconto degli Atti degli Apostoli
(6,1-6): sette uomini pieni di Spirito Santo e sapienza, vengono
scelti dagli apostoli per il servizio quotidiano delle mense, in
soccorso alle necessità degli orfani e delle vedove. La loro diaconia, qui rappresentata dal comune
protendersi verso il povero, il pane e la Parola, con sguardo vigile ed umile slancio del cuore, è sigillata
dalla presenza dell’apostolo Pietro seduto solennemente su uno scanno nell’atto di ostendere il Libro della
Vita: «Al povero stendi la tua mano, - vi è scritto - perché sia perfetta la tua benedizione» (Sir 7,32).
Santo Stefano protomartire,
un giovane, un Diacono: una vocazione al servizio della Chiesa che all’inizio per alleggerire il
lavoro degli Apostoli, dediti alla preghiera e al ministero della Parola, avevano designato alcuni
al “servizio della Chiesa”. Stefano non si lascia vincere in generosità, è un chiamato a servire, e
serve per primo Cristo, suo Signore.
Gesù è la fonte del suo operare, da lui attinge la “carità” che è il supremo servizio, “ la carità è la
sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa che conduce al cielo”.
Mentre lo lapidavano, Stefano vede la Gloria di Dio e Gesù che stava alla Sua destra e
proclamava la sua fede. Mentre agonizzava, disse:” Signore, non imputare loro questo peccato”.
Come il suo Signore.
Il segreto di Stefano a cui tutti possiamo attingere è la preghiera, la contemplazione, il servizio,
il segreto della vocazione alla santità. (Maria Mazzei)
Gesù Cristo è la carità e la sorgente della carità:
la sorgente di questa comunione che trasforma un uomo insignificante in una creatura capace di Dio.
La gioia consiste nel sapere che l'uomo nella carità è capace di Dio e, nel Corpo mistico,
trova il superamento della sua debolezza.
(Albert Béguin)
La parola di Papa Francesco:
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Celebriamo oggi la Festa di santo Stefano. Il ricordo del primo martire segue immediatamente la solennità del
Natale. Ieri abbiamo contemplato l’amore misericordioso di Dio, che si è fatto carne per noi; oggi vediamo la
risposta coerente del discepolo di Gesù, che dà la vita. Ieri è nato in terra il Salvatore; oggi nasce al cielo il suo
testimone fedele. Ieri come oggi, compaiono le tenebre del rifiuto della vita, ma brilla ancora più forte la luce
dell’amore, che vince l’odio e inaugura un mondo nuovo. (Angelus del 26.12.2015)
“Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della
sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell'Asia, si alzarono a
discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora
istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole
blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e
gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al
sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che
parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito
dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le
usanze che Mosè ci ha tramandato».
E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo
volto come quello di un angelo”. (Atti 6, 8-15)
“Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli
che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati
traditori e uccisori, voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l'avete osservata».
All'udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano.
Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio 56e disse:
«Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio». Allora, gridando a gran voce, si
turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a
lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano,
che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce:
«Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì. (Atti 7, 52-60)
Santo Stefano,
a Te affidiamo la nostra vocazione,
aiutaci a rispondere all’amore di Dio amando i fratelli,
servendoli con umiltà e dedizione proprio come hai fatto tu,
imitando Cristo Tuo Signore.
Fa che nella scoperta del progetto di Dio su di noi,
ci lasciamo permeare dall’azione dello Spirito Santo,
che plasma con la sua Sapienza gli amici di Dio
e ne fa autentici testimoni.
Intercedi per noi la forza della Fede
Che non si arrende di fronte alle difficoltà
Che, a volte, la vita e la vocazione ci pongono. Amen
(Giuditta F.)
La parola di Papa Francesco:
C’è un aspetto particolare, nell’odierno racconto degli Atti degli Apostoli, che avvicina santo Stefano al
Signore. È il suo perdono prima di morire lapidato. Inchiodato sulla croce, Gesù aveva detto: «Padre, perdona
loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34); in modo simile Stefano «piegò le ginocchia e gridò a gran
voce: “Signore, non imputare loro questo peccato”» (At 7,60). Stefano è dunque martire, che significa
testimone, perché fa come Gesù; è infatti vero testimone chi si comporta come Lui: chi prega, chi ama, chi
dona, ma soprattutto chi perdona, perché il perdono, come dice la parola stessa, è l’espressione più alta del
dono.
Ma – ci potremmo chiedere – a che cosa serve perdonare? È soltanto una buona azione o porta dei risultati?
Troviamo una risposta proprio nel martirio di Stefano. Tra quelli per i quali egli implorò il perdono c’era un
giovane di nome Saulo; costui perseguitava la Chiesa e cercava di distruggerla (cfr At 8,3). Saulo divenne poco
dopo Paolo, il grande santo, l’apostolo delle genti. Aveva ricevuto il perdono di Stefano. Possiamo dire che
Paolo nasce dalla grazia di Dio e dal perdono di Stefano.
Anche noi nasciamo dal perdono di Dio. Non solo nel Battesimo, ma ogni volta che siamo perdonati il nostro
cuore rinasce, viene rigenerato. Ogni passo in avanti nella vita di fede porta impresso all’inizio il segno della
misericordia divina. Perché solo quando siamo amati possiamo amare a nostra volta. Ricordiamolo, ci farà
bene: se vogliamo avanzare nella fede, prima di tutto occorre ricevere il perdono di Dio; incontrare il Padre, che
è pronto a perdonare tutto e sempre, e che proprio perdonando guarisce il cuore e ravviva l’amore. Non
dobbiamo mai stancarci di chiedere il perdono divino, perché solo quando siamo perdonati, quando ci sentiamo
perdonati, impariamo a perdonare.
Perdonare, però, non è cosa facile, è sempre molto difficile. Come possiamo imitare Gesù? Da dove
incominciare per scusare i piccoli o grandi torti che subiamo ogni giorno? Anzitutto dalla preghiera, come ha
fatto Stefano. Si comincia dal proprio cuore: possiamo affrontare con la preghiera il risentimento che
proviamo, affidando chi ci ha fatto del male alla misericordia di Dio: “Signore, ti chiedo per lui, ti chiedo per
lei”. Poi si scopre che questa lotta interiore per perdonare purifica dal male e che la preghiera e l’amore ci
liberano dalle catene interiori del rancore. E’ tanto brutto vivere nel rancore! Ogni giorno abbiamo l’occasione
per allenarci a perdonare, per vivere questo gesto tanto alto che avvicina l’uomo a Dio. Come il nostro Padre
celeste, diventiamo anche noi misericordiosi, perché attraverso il perdono vinciamo il male con il bene,
trasformiamo l’odio in amore e rendiamo così più pulito il mondo.
LITANIE A SANTO STEFANO
(tratte dagli Atti degli Apostoli)
Signore, pietà. Signore, pietà.
Cristo, pietà. Cristo, pietà.
Signore, pietà. Signore, pietà.
Santo Stefano, primo dei diaconi, prega per noi.
Santo Stefano, pieno di fede, prega per noi.
Santo Stefano, pieno di Spirito Santo, prega per noi.
Santo Stefano, in comunione con Dio, prega per noi.
Santo Stefano, operatore di miracoli e prodigi, prega per noi.
Santo Stefano, alla cui parola nessuno può resistere, prega per noi.
Santo Stefano, sapiente nello Spirito Santo, prega per noi.
Santo Stefano, catturato e trascinato in tribunale, prega per noi.
Santo Stefano, accusato da falsi testimoni, prega per noi.
Santo Stefano, dal volto splendente come un angelo, prega per noi.
Santo Stefano, primo predicatore cristiano, prega per noi.
Santo Stefano, che vedi i cieli aperti, prega per noi.
S. Stefano, che contempli la gloria del Padre e del Figlio, prega per noi.
Santo Stefano, trascinato fuori della città, prega per noi.
Santo Stefano, martirizzato con la lapidazione, prega per noi.
Santo Stefano, che offri a Gesù il tuo spirito, prega per noi.
Santo Stefano, che preghi per i tuoi uccisori, prega per noi.
Santo Stefano, Protomartire glorioso: prega per noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo: perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo: ascoltaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo: abbi pietà di noi.
V. Prega per noi , o Stefano santo
R. Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo. Amen