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INDICE
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PREMESSA
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MODELLO GEOLOGIA E GEOMORFOLOGICO
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MODELLO LITOSTRATIGRAFICO
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MODELLO GEOTECNICO
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CATEGORIA DI SUOLO DI FONDAZIONE
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COEFFICIENTE DI AMPLIFICAZIONE SISMICA
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CONCLUSIONI
1. PREMESSA
Su incarico dei Sig.ri Regnicolo Emilio e Calvani Rina si è redatta una relazione geologica
di fattibilità finalizzata al progetto di “Individuazione zona soggetta a piano di recupero”, Via
Maccari, Loreto.
Il presente studio di fattibilità si è avvalso dei dati desunti da n. 2 campagne
geognostiche condotte dallo scrivente in zone limitrofe all’area di indagine nonché dai dati dei
rilievi del PRG del Comune di Loreto redatto sempre dal sottoscritto.
Studio Di Geologia Dott. Geol. Fabio Vita – Castelfidardo (AN)’’
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2. MODELLO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO
2.1 INQUADRAMENTO GENERALE
Il territorio di Loreto è impostato nella parte terminale di quella che viene definita la
“Successione plio-pleistocenica dell’avanfossa marchigiana”; si tratta dell’ultima fase di
sedimentazione marina pleistocenica impostatasi sulle argille del pliocene medio.
Durante la fase principale dell'orogenesi appenninica pliocenica, tutta l'area
marchigiana viene coinvolta in un sollevamento generalizzato con la conseguente formazione
di alti strutturali bordati ad oriente da faglie inverse. I maggiori innalzamenti si attuano lungo
l'attuale fascia costiera tra il Mt. Conero e Fano, mentre il tratto di costa a sud del Monte
Conero subisce sollevamenti di entità più modesta. L'area viene quindi sollevata e l'emersione
parziale porterà all'erosione degli alti strutturali con l'asporto dei sedimenti del Pliocene medio
mentre nelle aree più depresse continuava la sedimentazione marina. Nel Pliocene superiore
inizia una fase di subsidenza che si propaga da sud verso nord e che porta al collasso di tutta
l'area con una conseguente ingressione marina. Nel Pleistocene inferiore, mentre l'area a nord
del fiume Esino subisce un sollevamento e quindi viene sottoposta ad una rapida erosione
subarea, a sud della stessa continua la sedimentazione marina che si chiude con una tipica
successione regressiva. Quest'ultima è costituita alla base da un'unità argilloso marnosa con
intercalazioni di unità arenaceo-pelitiche e pelitico-arenacee, le quali passano gradualmente a
depositi di transizione arenacei, arenaceo-ghiaiosi, quindi di laguna ed infine fluviali (Rainone
et alii, 1981; Massari et alii, 1986; Colalongo et alii, 1989).
2.2 INQUADRAMENTO LOCALE
L’area oggetto di studio è posta alla quota di circa 69 m. s.l.m. lungo Via Maccari
La è zona è ubicata su di un crinale con direzione circa Est-Ovest e collega il centro
storico di Loreto con il Quartiere di Villa Costantina.
Il substrato dell’area è costituito da Peliti. Superiormente è presente una coltre di
copertura (deposito Colluviale) limo sabbiosa a tratti sabbia limosa (Unità litotecnica F1).
Gli edifici a recuperare soni prospicienti un versante con una pendenza media di circa
10°.
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L’idrologia superficiale è rappresentata da alcuni fossi di drenaggio delle acque
meteoriche presenti lungo il versante.
Lungo il versante è presente un perimetro Pai 14-0003 catalogato come P3 R1 che
comunque non interesse la zona in esame.
La Pericolosità Geologica è definita Bassa mentre il versante ha pericolosità geologica
media in relazione agli spessori di Coltre Superficiale.
Allo stato attuale non si sono stati rilevati segni o sintomi di instabilità gravitativa della
zona.
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STRALCIO CTR REGIONE MARCHE
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3. MODELLO LITOSTRATIGRAFICO
Per la definizione litostratigrafica preliminare dei terreni presenti nel sottosuolo dell’area
in esame si possono usare i dati ricavati da n. 2 indagini geologiche eseguite dallo scrivente
nelle immediate vicinanze.
Di seguito si riporta l’ubicazione delle due aree indagate.
In sintesi possiamo definire la seguente stratigrafia locale:

0.00 – 3.00: Coltre Colluviale limo argilloso;

3.00 – 11.80: Coltre Eluviale lim argilloso a tratti sabbioso;

Da -11.80 m: Formazione in posto limo argillosa.
Area in esame
Aree dove sono stati condotti sondaggi geologici
4. MODELLO GEOTECNICO
Durante l'esecuzione del sondaggio S. 1 si è prelevato n. 1 campione di terreno
indisturbato alla profondità di –4.50 dal p.c. nella coltre eluviale.
Tale campione è stato sottoposto alle seguenti analisi geotecniche di laboratorio (vedi
allegato “Prove Geotecniche di Laboratorio”):
Caratteristiche volumetriche;
Limiti di Atterberg;
Prova di taglio diretto (CD).
Riassumendo si hanno i seguenti valori per la porzione di Coltre eluviale;
Peso di volume 2.041 gr/cm3 (20.01 KN/m3)
Umidità naturale 18.0 %
Limite Liquido 36.8 % (LL)
Indice plastico 18.0 % (IP)
Limite Plastico 18.80 % (LP)
Indice di Consistenza 1.04 (Ic)
C’ = 0.17 Kg/cm2 (Coesione efficace drenata);
Φ’ = 28.48° (angolo d’attrito efficace)
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5. CATEGORIA DI SUOLO DI FONDAZIONE
Utilizzando i valori della Cu, come anche indicato nelle normativa vigente, è possibile
ricavare, in via preliminare, la categorie di suolo di fondazione che sarà verificata
successivamente in fase di progetto esecutivo tramite analisi geofisica MASW:
A - Formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi caratterizzati da valori di Vs30
superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di spessore
massimo pari a 5 m.
B - Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di
diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche
con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero resistenza
penetrometrica NSPT > 50, o coesione non drenata cu>250 kPa).
C - Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza,
con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di Vs30
compresi tra 180 e 360 m/s (15 < NSPT < 50, 70 <cu<250 kPa).
D - Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a
mediamente consistenti , caratterizzati da valori di Vs30 < 180 m/s (NSPT < 15, cu<70 kPa).
E - Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di Vs30 simili a
quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale
più rigido con Vs30 > 800 m/s.
Nelle definizioni precedenti Vs30 è la velocità media di propagazione entro 30 m di
profondità delle onde di taglio e viene calcolata con la seguente espressione:
30
Vs30 =
Σ
i=1,N
hi/vi
dove hi e Vi indicano lo spessore (in m) e la velocità delle onde di taglio dello strato
iesimo, per un totale di N strati presenti nei 30 m superiori”.
Nel caso in esame, preliminarmente, si classificano i terreni nella zona di studio in
“CATEGORIA C”.
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6. COEFFICIENTE DI AMPLIFICAZIONE TOPOGRAFICA
Nel caso in esame si può attribuire la categoria topografica T1.
7. CONCLUSIONI
Considerate le caratteristiche morfologiche, di pericolosità geologiche e litostratigrafiche
si ritiene che non sussistano controindicazioni al progetto in esame.
Da colloqui con il progettista si evince che il piano prevede sistemazioni e/o
ampliamenti volumetrici inferiori alla soglia di 100 mq limite per l’assoggettabilità alla verifica
di Invarianza Idraulica come da legge (LR 23 novembre 2011 DGR n. 53 gennaio 2014) “tutti
gli interventi che prevedono la riduzione della permeabilità superficiale per una superficie pari
o inferiore a 100 mq (caso a) punto 3.4 dell'Allegato 1)”.
Castelfidardo, aprile 2015
Dott. Geol. Fabio Vita
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STRALCIO CARTA GEOLOGICA PRG DI LORETO
STRALCIO CARTA DELLA PERICOLOSITA’ GEOLOGICA E SISMICA PRG DI LORETO
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