studio della Commissione Europea

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studio della Commissione Europea
COMUNICATO STAMPA
La tecnologia al servizio di consumatori e aziende, per una maggiore informazione
‘SALUMI TRASPARENTI’: IL PROGETTO DEI PRODUTTORI
CHE INFORMA SULL’ORIGINE DELLE MATERIE PRIME
Dal prossimo autunno, attraverso una piattaforma online gratuita,
saranno disponibili le informazioni sui salumi made in Italy
Roma, 16 giugno 2014 – Durante l’Assemblea annuale 2014 di ASSICA, Associazione Industriali
delle Carni e dei Salumi, è stato presentato il progetto Salumi Trasparenti
(www.salumitrasparenti.it), una piattaforma online in cui verrà data la possibilità agli utenti di
verificare, attraverso il codice EAN1, l’origine della materia prima impiegata per realizzare i salumi
Made in Italy. Salumi Trasparenti nasce per rispondere alla richiesta di maggiori informazioni
emersa anche dalla Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul tema
dell’etichettatura d’origine nei prodotti che utilizzano la carne come ingrediente, di dicembre
2013.
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Il Codice EAN (European Article Number) è un codice numerico europeo unico che appare al di sotto del codice a barre e identifica un preciso
prodotto in maniera univoca. Il sistema EAN è riconosciuto in 99 Paesi nel mondo.
Lo studio dell’UE sull’indicazione d’origine della carne come ingrediente
Il 17 dicembre scorso la Commissione Europea ha presentato la sua relazione nella quale esamina i
vantaggi e gli svantaggi di un cambiamento in materia di etichettatura d'origine nei prodotti che
utilizzano la carne come ingrediente, compresi i salumi. L’analisi d’impatto, basata su studi
indipendenti, evidenzia chiaramente che i consumatori potrebbero essere interessati a conoscere
l’origine della carne come ingrediente, ma non sono disposti a pagare i costi che una tale
indicazione comporterebbe sul prodotto finale.
Il quadro che emerge evidenzia in effetti una contraddizione, tra interesse e disponibilità a
sostenere i costi. Secondo la relazione della Commissione, infatti, l’interesse complessivo dei
consumatori per l'etichettatura d'origine è inferiore come importanza al prezzo, alla qualità e alle
caratteristiche organolettiche: un aumento di prezzo inferiore al 10%, riduce la “disponibilità a
pagare” per ottenere l’indicazione d’origine del 60-80%. Cioè, i consumatori sono interessati a
ricevere informazioni, se queste informazioni vengono offerte senza alcun aumento di prezzo sui
prodotti. Una condizione pressoché impraticabile.
Costi aggiuntivi e impatto sui consumi
Chi non conosce a fondo la filiera di produzione alimentare, come quella dei salumi, non è in
genere consapevole dei costi supplementari connessi all'etichettatura d'origine e tende a
credere che essi si limitino al costo di "un po' più di inchiostro per la stampa".
Purtroppo non è così. Questo perché l’elemento aggiuntivo in etichetta sarebbe il risultato di una
serie di interventi necessari per rendere disponibile quel dato (che le aziende naturalmente
possiedono, poiché garantiscono la tracciabilità e la rintracciabilità degli alimenti e dei loro
ingredienti). L’adeguamento dei sistemi informatici e più in generale dei sistemi produttivi legati
all’inserimento di questo dato in etichetta in maniera intellegibile per un consumatore,
comporterebbe inevitabilmente un aumento di prezzo, per alcuni prodotti anche molto
significativo.
Secondo il citato studio indipendente svolto dalla Commissione Europea i costi aggiuntivi per
l’indicazione del singolo Paese di provenienza delle carni oscillano tra il 15-20% e il 50%, compresi
oneri amministrativi supplementari quantificati tra l'8 e il 12% dei costi totali di produzione.
Aumenti assolutamente non sostenibili per le imprese e per i consumatori, soprattutto nel
quadro economico attuale. In questo senso, tutti i prodotti oggetto della ricerca europea
confermano un fattore comune: se l'etichettatura d'origine divenisse obbligatoria e ne risultasse in
un incremento dei prezzi per i consumatori, il consumo di prodotti alimentari in cui le carni sono
utilizzate come ingrediente potrebbe diminuire.
Nell’ottica di trovare una soluzione che non comporti un aumento del prezzo per i consumatori,
ma che soddisfi il loro interesse a conoscere l’origine della carne come ingrediente, in Italia è nato
il primo progetto che coinvolge un intero settore: una piattaforma che offre queste informazioni
gratuitamente e senza alcun costo aggiuntivo.
La piattaforma: come funziona
Salumi Trasparenti sarà online dal prossimo autunno e offrirà in
modo semplice, veloce e gratuito la possibilità di verificare i dati di
molti prodotti preaffettati presenti in commercio, inserendone il
codice EAN nel sistema. In questo modo sarà possibile scoprire
luogo di produzione e Paese d’origine della materia prima in
pochi passi.
Per accedere alla scheda descrittiva di un prodotto, basterà
inserire il codice nel motore di ricerca del sito, oppure arrivare a quel prodotto partendo
dall’azienda produttrice.
Nei prossimi mesi le aziende del settore inizieranno a inserire i dati relativi ai salumi che
acquistiamo tutti i giorni. Una volta completata la prima fase di popolamento, sarà possibile
iniziare a interrogare il sistema. Si potrà inoltre effettuare la ricerca durante l’acquisto, attraverso
il download di una App gratuita (iOS e Android), semplicemente inquadrando con la fotocamera
del proprio dispositivo il codice a barre: in automatico verrà mostrata la scheda prodotto.
Dopo i primi esperimenti in questo senso pubblicati dal comparto distributivo, Salumi Trasparenti
è il primo progetto a livello europeo che coinvolge un intero settore: un comparto, quello dei
salumi, che in Italia vale quasi 8 miliardi di euro, di cui oltre un miliardo segnato dalla voce Export.
Oltre al motore di ricerca dei prodotti in database, la piattaforma Salumi Trasparenti si propone
come uno strumento per approfondire il tema dei salumi italiani attraverso le sezioni informative
come ‘Cosa e perché importiamo’, dove vengono spiegate la dinamiche di approvvigionamento
delle materie prime dall’estero e come avviene la selezione, ed ‘Etichettatura’, dove vengono
raccolte le informazioni per imparare a leggere le etichette dei prodotti alimentari, conoscendo
qualcosa di più dei prodotti che acquistiamo. Un sito di servizio, che mira ad avvicinare aziende e
consumatori, nell’obiettivo comune di avere a disposizione le informazioni senza alcun impatto
economico, per aiutare entrambi a sgombrare il campo da falsi miti e strumentalizzazioni.
Materia prima nazionale, importazioni, 'made in'
L’Italia è un Paese che, a parte in qualche settore, è strutturalmente in deficit di materie prime
agricole. L’industria alimentare trasforma tutta la materia prima nazionale, ma questa è
complessivamente carente per circa il 30% dei fabbisogni dei trasformatori. Per fare qualche
esempio viene importato circa il 45% del latte, il 60% del grano tenero, il 40% del grano duro, il
90% della soia, il 40% della carne bovina. A questi si aggiungono prodotti che in Italia non possono
essere coltivati, come il cacao o il caffè.
In questo contesto, la filiera italiana dei salumi, da sempre, utilizza tutta la carne nazionale, che
tuttavia copre il 60/65% delle necessità del settore. Per questo importa dai nostri partner
comunitari (Germania, Francia, Olanda, Danimarca, Spagna, ecc.) il 35/40% della carne suina
utilizzata nei salumi. Si tratta di una situazione strutturale, determinata dai limiti del nostro
territorio.
La carne prodotta in Italia a partire dal suino pesante (160/180 kg) e quella prodotta in Europa
con suini leggeri (90/110 Kg) hanno naturalmente caratteristiche qualitative, tecnologiche e di
prezzo diverse.
Per cui, per fare i prosciutti DOP e le altre produzioni a denominazione di origine protetta è
obbligatorio utilizzare solo materia prima nazionale. Per gli altri salumi made in Italy può essere
utilizzata sia la materia prima nazionale sia la materia prima estera (o un mix di materia prima
nazionale e materia prima estera). La scelta comporta caratteristiche diverse nel prodotto finito,
sia sotto l’aspetto qualitativo e organolettico (per esempio maggiore o minore quantità di grasso
di copertura di un prosciutto crudo o cotto, maggiore o minore tenore di carne magra in un
impasto) sia in termini di prezzo per il consumatore.
Ciò che in ogni caso è assolutamente garantita è la sicurezza dei prodotti e delle materie prime.
Questo è, per l’industria, un prerequisito assoluto. Le norme sanitarie sono le medesime in tutta
Europa. A questo si aggiungono i controlli che le imprese eseguono sulle carni utilizzate, sia
nazionali sia europee, (oltre che su tutti gli ingredienti dei nostri salumi) e dal sistema nazionale di
sicurezza sanitaria che effettua la propria attività di verifica e analisi delle materie prime e dei
prodotti finiti.
La missione dell’industria è quella di portare ai consumatori italiani e di tutto il mondo salumi
realizzati in Italia buoni, sicuri e con il rapporto qualità/prezzo che soddisfi le esigenze di ogni
singolo acquirente.
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Ufficio Stampa
Tiziana Formisano - [email protected]
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