Manfredi: il ragazzo voleva marciare, ma per ora fa donare

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Manfredi: il ragazzo voleva marciare, ma per ora fa donare
C
hissà se il piccolo Manfredi Tallarico conosce già
storia e vita d’un suo illustre omonimo, nato e
vissuto in Italia più di sette secoli fa e che fu Re,
uomo di gran cultura e gran condottiero?
Probabilmente sì. Dante, pur di “partito avverso”
(l’uno era guelfo, l’altro ghibellino), lo descrisse con
commozione nella sua Divina Commedia: “Io mi
volsi ver lui e guardail fiso: biondo era e bello e di gentile aspetto, ma
l'un de' cigli un
colpo avea diviso
(...) Poi sorridendo
disse:
Io
son
Manfredi, nepote
di Costanza imperadrice...
Del nobile figlio
(a sinistra) di
Federico II di
Svevia, il “nostro”
Manfredi ha certo preso non solo il nome, ma anche
il carattere: sensibile, curioso, aperto al mondo e
deciso. È una storia, bella, che non possiamo non
raccontare. È il 14 luglio e... fa molto caldo in Piazza
Brà a Verona. Sono quasi le 22 e numerose “maglie
gialle” di avisini si preparano a una lunga notte di
marcia (vedi pagina 35). S’avvicina un ragazzino
incuriosito che, tirando per mano la mamma, vuol
sapere: che fate? dove andate? chi siete? perché lo fate?
Alle gentili spiegazioni dei volontari si entusiasma,
vuole partecipare alla marcia notturna anche lui,
mentre la mamma Maria Cristina si informa sul
dono del sangue. La loro “’attrezzatura” da passeggio
naturalmente non lo permette, ma... Gli avisini promettono di informarlo su come sarebbe andata.
Detto fatto, tre giorni dopo dall’Avis provinciale di
Verona arriva una mail a mamma Maria Cristina:
“Caro Manfredi, come vedi non ci siamo dimenticati di
te e del tuo entusiasmo ad avvicinarci, venerdì sera in
Piazza Brà, alla partenza della nostra Camminata
della solidarietà...” E Manfredi di Verona viene così
edotto della “cronaca” della Camminata con corredo
di un paio di foto. “Per la tua gentilissima mamma,
che ringraziamo per la disponibilità...”, e l’Avis allega
indicazioni su come donare e orari.
“Caro presidente - risponde subito Manfredi - la tua
lettera mi ha commosso tantissimo, è stata la più bella
che abbia mai ricevuto, mi sento onorato che non vi
siate dimenticati di me. Ho rimproverato tantissimo i
miei genitori di non avermi fatto partecipare alla vostra
camminata, ma non ne eravamo a conoscenza, se non
quando siamo arrivati in piazza Brà. Ma l’anno prossimo, cascasse il mondo, verrò! (ed ecco che la
Provinciale, nel 2013, è ora moralmente “obbligata”
a ripetere l’iniziativa, ndr). “Nel frattempo - continua
il giovanotto - mia mamma diventerà donatrice e io
l’accompagnerò. Vi prego di farmi sapere tutte le vostre
iniziative in modo che io possa parteciparvi anche se
sono piccolo...”. E continua impegnandosi a parlare di
Avis e pubblicizzare il dono del sangue anche fra i
genitori dei suoi amici e fra gli insegnanti della nuova
scuola (Isotta Nogarole) dove andrà. E conclude la
prima mail: “Mi allenerò per l’anno prossimo e... posso
diventare socio anche se non sono un donatore?”.
La mamma Maria Cristina descrive in calce la felicità
di Manfredi nel ricevere notizie Avis: “In questi giorni non ha fatto altro che parlare di voi, non si aspettava quata mail ed è letteralmente scoppiato di gioia...”.
L’entusiasmo del piccolo Manfredi, oltre a contagiare
i genitori, si diffonde come un benefico virus anche
in Avis provinciale e in redazione (che nel frattempo
è venuta a sapere della faccenda). Ulteriore mail di
richiesta di poter diffondere la storia, magari approfittando del fatto che Mamma Maria Cristina ha
deciso (d’accordo con Manfredi) di recarsi al Centro
trasfusionale di Borgo Trento, prima delle vacanze di
agosto, per gli esami di idoneità. La conclusione?
Eccola qua sotto: Mamma Maria Cristina con
Manfredi che fa “la guardia” sotto l’ala del dottor
Gandini. Era il 30 luglio e faceva molto caldo... Più
che una “conclusione” ci sembra un inizio. Un bellisBeppe Castellano
simo inizio!
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marciare, ma per ora fa donare
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