La canzone politica 1940-1970. Dal colonialismo

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La canzone politica 1940-1970. Dal colonialismo
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Rossella Marisi
La canzone politica 1940-1970. Dal
colonialismo francese in Indocina alla
controcultura americana
Scientific Essay
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Rossella Marisi
La canzone politica 1940-1970. Dal colonialismo francese
in Indocina alla controcultura americana
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ROSSELLA MARISI
LA CANZONE POLITICA 1940-1970:
DAL COLONIALISMO FRANCESE IN INDOCINA
ALLA CONTROCULTURA AMERICANA
INDICE
Introduzione
9
1. Un periodo di forti cambiamenti (1940-1946)
16
1.1 Francia: dall’Empire colonial all’Union Française
16
1.2 La canzone francese coloniale
20
1.2.1 La Petite Tonkinoise
21
1.2.2 Qu’est-ce Que T’Attends Pour Aller Aux Colonies?
23
1.2.3 Le Fanion de la Légion
25
1.3 Stati Uniti: dalla guerra contro l’espansionismo
giapponese all’amministrazione della Germania occupata
29
1.4 Vietnam: la lotta contro le dominazioni straniere
34
1.5 Conclusioni del capitolo 1
37
2. Comunismo e anticomunismo (1946-1954)
38
2.1 Francia: da guerra coloniale a guerra contro il comunismo
38
2.2 Il pacifismo in Francia
44
2.3 La canzone politica francese: la chanson à texte e i cabaret
de la Rive Gauche
49
2.3.1 Quand Un Soldat
50
2.3.2 Le Déserteur
53
2.3.3 Le Soudard
58
2.4 Stati Uniti: la seconda ondata di Red Scare, la teoria del
domino, e la strategia del containment
61
2.5 Vietnam: strategia per la vittoria
67
3
2.6 Conclusioni del capitolo 2
69
3. Il Vietnam diviso (1954-1963)
70
3.1 Vietnam del sud: dalla Conferenza di Ginevra alla fine dell’era
Diệm
70
3.2 Vietnam del nord: la riforma agraria
75
3.3 Abbandono e ripresa della musica tradizionale vietnamita
77
3.4 Stati Uniti: Eisenhower, Kennedy e la teoria del domino
80
3.5 Conclusioni del capitolo 3
83
4. Gli Stati Uniti nel periodo del boom economico
(1950-1965)
84
4.1 Alcune cifre del boom economico
84
4.2 La way of life americana negli anni ’50-’60
86
4.3 La Beat Generation
89
4.4 Il Bebop, colonna sonora della Beat Generation
92
4.5 La lotta per i diritti civili
94
4.6 La musica del Movimento per i diritti civili
99
4.6.1 We Shall Overcome
100
4.6.2 Promised Land
103
4.6.3 People Get Ready
105
4.6.4 Blowin’ In The Wind
107
4.7 La Great Society
110
4.8 Il folk tradizionale
115
4
4.9 Il rock and roll
118
4.10 Il doo-wop
120
4.11 Conclusioni del capitolo 4
122
5. La guerra in Vietnam: dall’ottimismo della
volontà… (1964-1967)
123
5.1 Una citazione rovesciata
123
5.2 Stati Uniti: una guerra non dichiarata ma reale
125
5.3 Il folk impegnato
129
5.3.1 What Did You Learn in School Today?
130
5.3.2 Lyndon Johnson Told the Nation
132
5.3.3 Saigon Bride
134
5.4 La musica country
137
5.4.1 Hello, Vietnam
139
5.4.2 What We’re Fighting For
140
5.4.3 Ballad of the Green Berets
142
5.5 La musica soul
144
5.5.1 Never Like This Before / Soldiers Good-Bye
145
5.5.2 Marching Off to War / Share What You Got
(But Keep What You Need)
146
5.6 Conclusioni del capitolo 5
149
6. … al pessimismo della ragione (1968-1970)
150
6.1 Stati Uniti: un radicale mutamento di prospettiva
150
5
6.2 La controcultura
153
6.3 Marcuse: il ruolo rivoluzionario dell’arte e della cultura
158
6.4 Il movimento hippie
163
6.5 La New Left
166
6.6 L’opposizione alla guerra del Vietnam
169
6.7 Il rock
173
6.8 Il folk rock
176
6.8.1 Eve of Destruction
6.9.Il rock psichedelico
177
181
6.9.1 I-Feel-Like-I’m-Fixin-To-Die Rag
182
6.9.2 The Unknown Soldier
187
6.10 Il blues rock
191
6.10.1 Fortunate Son
191
6.11 Il soul psichedelico
195
6.11.1 War
195
6.12 L’aumento della conflittualità interna
6.12.1 Ohio
199
201
6.13 La musica dei soldati americani in Vietnam
205
6.13.1 Bad Moon Rising
206
6.13.2 Run Through the Jungle
208
6.13.3 The Boonie Rat Song
210
6.14 Influenza delle canzoni politiche sull’opinione pubblica
214
6.15 Conclusioni del capitolo 6
219
Conclusioni generali
221
Bibliografia
228
6
7
8
Introduzione
La partecipazione politica può essere definita un’attività tesa ad esercitare
un’influenza su decisioni collettivamente vincolanti all’interno di uno
specifico sistema sociale1. Dunque fa politica sia chi, attuando determinati
comportamenti, esprime sostegno alla linea seguita da coloro che detengono il
potere, sia chi al contrario cerca di influenzarli affinché precisino o addirittura
mutino la loro strategia di azione2.
Diversamente da quanto accade nelle società autoritarie e totalitarie, in cui il
consenso è organizzato dallo stesso governo o da sue ramificazioni3, nelle
società democratiche è assai più usuale l’attività di persone in certa misura
insoddisfatte dalla gestione politica in essere, della quale esse propugnano un
parziale o addirittura radicale cambiamento. Individui e gruppi esaminano
dunque preliminarmente la situazione, ne analizzano vincoli e risorse, e
propongono poi delle soluzioni complementari o alternative a quelle praticate
fino a quel momento. Infatti, i singoli possono agire da soli, e anche unirsi in
insiemi sociali: coloro che fanno parte di questi ultimi si uniscono per sentirsi
parte di una comunità e difendere gli interessi comuni4, e interagiscono fra
1
Paolo Ceri, “Partecipazione sociale”, Enciclopedia delle Scienze Sociali, Roma, Istituto
della Enciclopedia Italiana, 1966, vol. 6, pp. 508-516, 512.
2
Lester W. Milbrath, Political Participation: How and Why Do People Get Involved in
Politics?, Chicago: Rand McNally College Publishing Company, 1965, p. 198.
3
Rossella Marisi, Musica e politica nel primo Novecento: conformismo, iconoclastia,
mitopoiesi, München – Ravensburg: Grin Verlag, 2012, p. 42.
4
Émile Durkheim, La divisione del lavoro sociale, Milano: Edizioni di Comunità, 1971, p.
21.
9
loro influenzandosi reciprocamente5. In entrambi i casi i soggetti ricevono le
informazioni sulla situazione, le selezionano, e le valutano alla luce di
determinati criteri.
Nella ricezione e diffusione delle informazioni, individui e gruppi sono
inseriti in una rete di relazioni, sulla base delle quali essi compiranno la loro
analisi. Indubbiamente i messaggi propagati dai mezzi di comunicazione di
massa hanno un forte potere persuasivo, ma esso è limitato da quello degli
opinion leader percepiti dall’individuo o dal gruppo come più vicini al suo
stesso modo di pensare. A tali leader viene riconosciuta una specifica
competenza sull’argomento in questione, e dunque attribuito un ruolo guida
nella formazione della propria opinione politica.
Sotto l’influsso degli opinion leader, gli individui, singolarmente e/o
accomunati in insiemi sociali, possono attuare varie forme di partecipazione
politica: tra esse vi sono votare, partecipare ad una discussione politica,
prendere parte ad una manifestazione, contribuire ad una campagna politica,
partecipare a riunioni in cui vengono prese decisioni di carattere politico6,
scrivere commenti politici a giornali o personaggi politici, aderire a
boicottaggi, praticare l’autoriduzione delle tasse, occupare edifici, bloccare il
traffico, partecipare a sit-in, danneggiare proprietà altrui7.
Uno degli strumenti più efficaci per far circolare rapidamente ed
efficacemente le informazioni, stabilire dei valori condivisi e sostenere la
5
Umberto Galimberti, “Gruppo”, in Id., Enciclopedia di psicologia, Milano: Garzanti, 2003,
p. 483.
6
Milbrath, Political Participation …, p. 18.
7
Alan Marsh e Max Kaase, “Measuring Political Action”, in S. H. Barnes and M. Kaase (a
cura di), Political Action: Mass Participation in Five Western Democracies, Beverly Hills:
Sage, 1979, pp. 57-96, 59.
10