Adesso il«Lucano»è più amaro del solito
Transcript
Adesso il«Lucano»è più amaro del solito
MEZZOGIORNOECONOMIA VII LUNEDÌ 1 LUGLIO 2013 AZIENDE & PERSONE Produzione & business Sono 43 i lavoratori impiegati nello stabilimento di Pisticci scalo (a sinistra), ma gli sono solo 11 gli operai (coadiuvati da tecnici di laboratorio) che distillano direttamente sugli impianti (a destra) la miscela di erbe (composta da basilico, assenzio, arancio, ruta, cannella, salvia, santoreggia, coriandolo, sambuco, origano, maggiorana, genziana) Il caso Le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione: «C’è stato un cambio di atteggiamento nelle relazioni» Adesso il «Lucano» è più amaro del solito L’accordo sulla mobilità volontaria firmato ad aprile sta creando frizioni nei rapporti tra azienda e sindacati DI GINO MARTINA L’ accordo sulla mobilità volontaria firmato nello scorso mese di aprile sta creando frizioni nei rapporti tra azienda e sindacati nello stabilimento dell’Amaro Lucano di Pisticci scalo. Le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione, perché, secondo le ricostruzioni dei rappresentanti della Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil di Matera, alcuni lavoratori avrebbero subito pressioni per scegliere la via della mobilità volontaria. A monte della presunta azione della dirigenza c’è l’accordo, firmato il 22 aprile scorso con Flai, Fai e Uila, in cui si prospettava la possibilità, per alcuni lavoratori, i più anziani e più vicini al periodo pensionistico, di poter scegliere liberamente di andare in mobilità (con un salario ridotto all’80 per cento), fino al raggiungimen- to del regime della pensione. «L’azienda in modo unilaterale ha chiamato i lavoratori indistintamente, minacciandoli che se non avessero accettato la mobilità, avrebbe provveduto a licenziarli individualmente e unilateralmente — recita il comunicato unitario di Cgil, Cisl e Uil — e alla luce di questo, se le relazioni sindacali non riprenderanno come auspichiamo il cammino interrotto, ci vedremo costretti a proclamare lo sciopero». Aprire alla possibilità delle procedure di mobilità, se pur vo- lontarie, è stata una necessità che la storica azienda di amari e liquori ha richiesto nel 2013 a causa di una flessione nelle vendite. Il fatturato della società avrebbe subito delle ripercussioni, se pur contenute. «Ma non abbiamo potuto avere i numeri di tale contrazione — spiega Marcella Conese, segretaria della Flai Cgil di Matera — perciò ci siamo basati sulle parole di un’azienda affidabile, che ha sempre mostrato correttezza nei rapporti con i dipendenti e rispetto per i diritti sindacali. Quest’ultimo cambio di atteggia- Il numero 43 I dipendenti di Amaro Lucano, la maggior parte amministrativi, addetti alle vendite, ai magazzini e alle spedizioni: gli operai, a Pisticci, sono soltanto 11. mento nelle relazioni, infatti, ci ha sorpreso negativamente». Dopo la rottura, i sindacati adesso attendono una convocazione da parte dei vertici aziendali, per comprendere bene cosa stia accadendo. «Noi pensiamo che l’obiettivo dei dirigenti sia semplicemente quello di liberarsi di dipendenti con stipendi considerati elevati — prosegue ancora la segretaria Cgil — e contratti garantiti. Magari per far entrare nuova forza lavoro. Ma non è così che si agisce, soprattutto nei confronti di impiegati e maestranze esperte, che hanno contribuito a far raggiungere standard di qualità eccezionali ai prodotti formati Amaro Lucano e una fama riconosciuta in tutto il mondo». Sono 43 i lavoratori impiegati nello stabilimento di Pisticci scalo. La maggior parte sono amministrativi, addetti alle vendite, ai magazzini e alle spedizioni. Sono solo 11 gli operai (coadiuvati da ufficio a Milano, con la collaboratecnici di laboratorio) che distilla- zione di tre soli operatori e affino direttamente sugli impianti la dando alcune consulenze per la miscela di erbe (composta anche commercializzazione a ditte esterda basilico, assenzio, arancio, ru- ne. «È un cambio di politica ta, cannella, salvia, santoreggia, aziendale che non ci convince — coriandolo, sambuco, origano, commenta ancora Conese — permaggiorana, genziana), che dopo ché ci si affida a consulenti esosi, un processo produttivo lungo ol- che puntano al contenimento dei tre tre mesi, fatto di essiccazione costi di gestione, attraverso il tae decantazione della miscela, confezionano fino a 30 mila bottiglie al giorno, delLo stabilimento di Pisticci l’amaro famoso in Italia e nel mondo. Le macchine confeziona fino moderne danno vita alla ri- a 30 mila bottiglie al giorno cetta segreta di Pasquale Vena che nel 1894, in una piccola bottega nel centro storico di glio del personale. Ciò avviene Pisticci, dava vita al suo amaro di senza che ci si interessi oltremoerbe. do delle relazioni con i lavoratoL’Amaro Lucano, oggi società ri, che sono invece importanti, alper azioni e marchio di fama in- la base di un’azienda radicata nel ternazionale, aveva una sede di territorio con una bella storia alrappresentanza anche a Firenze, le spalle». Proprio come quella con nove dipendenti. La società dell’Amaro Lucano. ha preferito chiuderla e aprire un © RIPRODUZIONE RISERVATA La storia La seconda azienda più longeva di Calabria alla quarta generazione Un pezzo storico del capoluogo siciliano torna a vivere Abramo Da 4 a 5.300 dipendenti Un motivo per festeggiare 105 anni Grande Migliore a Palermo La saracinesca che si riapre DI CONCETTA SCHIARITI L’ Abramo Holding spa ha deciso di festeggiarsi. Centocinque anni di storia e quattro generazioni ne hanno fatto la seconda azienda più longeva della Calabria. Quella che partendo da appena 4 dipendenti oggi ne ha ben 5.300 (di cui 1.500 in Albania). In una regione, prima in Italia per tasso di disoccupazione, il gruppo Abramo, in provincia di Catanzaro, è una realtà che sa andare controcorrente. «Non è una festa fine a se stessa — ha spiegato il presidente Gianni Abramo brindando alla ricorrenza lo scorso 27 giugno — ma l’occasione per ringraziare i miei dipendenti, che hanno fatto grande l’azienda. Dedico questo momento a mio padre, attore principale della storia aziendale, che ha lasciato un’impronta fondamentale e ha dato l’impulso vitale al processo imprenditoriale del gruppo. Lui è stato un operaio come i tanti che oggi lavorano per me. Al suo spirito di grande lavoratore, che è lo stesso che unisce tutti i miei ragazzi, dedico questa serata di festa». Si guarda al passato per tenere bene a mente l’origine da cui si è partiti. Per analizzare il presente e, quindi, l’ampia strada fatta e puntare, con vigore, quello stesso di sempre, al futuro. Ha chiamato a Caraffa, in provincia di Catanzaro, sede della Abramo Holding, oltre 800 invitati da tutta Italia. Ma, soprattutto, i suoi più importanti partner per dire che La sede di Abramo Holding in Calabria si può lavorare, e anche bene. «Non possiamo sempre piangerci addosso — ha continuato Gianni Abramo, con un filo di fiera e appassionata commozione — la congiuntura economica che ha investito l’intero Paese, e in particolare la nostra regione, non è ancora finita ma bisogna reagire. Per farlo è necessario sfatare questi momenti critici per affrontare la realtà con spirito positivo e costruttivo. Del resto, negli ultimi due anni, e quindi in piena crisi, noi abbiamo assunto altre 300 persone». Protagonista incontrastato, da oltre un secolo, nel settore della stampa, dagli anni ’90 il gruppo Abramo ha avviato un percorso di diversificazione aziendale. Oggi dalla Holding si diramano la Printing & Logistics e la Customer Care. Con un fatturato annuo di 115 milioni di euro, la società è leader nel mercato nazionale. Ai prodotti dell’industria grafica ed editoriale ha associato la logistica integrata, la distribuzione della corrispondenza ma, anche, la gestione ottica documentale. A tutto questo ha agganciato, sposando bene la diversificazione di prodotto, i servizi multimediali di call center e back office per i maggiori operatori di telefonia nazionali. A guardare gli inviati alla festa, accolti in una piacevole serata d’inizio estate, nel meraviglioso e curatissimo giardino che circonda l’azienda, basta guardare il gruppo dei suoi clienti per capire a chi si rivolge. Telecom, Wind, Vodafone, per la telefonia mobile. E poi Alitalia ma anche Telepass, Autostrade e Poste Italiane. E ancora rappresentanti Inps, Enel e Banca popolare Emilia Romagna. Per tutti loro garantisce servizi di alta qualità e cura certosina del prodotto. Non ultimo, anzi fiore all’occhiello dell’editoria di pregiato valore, la stampa dell’ambita enciclopedia Treccani. E poi i vari modelli e modellini, presenti negli uffici postali italiani, per inviare raccomandate e telegrammi, sono stampati in Calabria. A prova poi che, per essere protagonisti sul mercato, è necessaria una conoscenza aggiornata dei tempi, alla voce «lavora con noi», Abramo richiede la padronanza di 3 lingue. © RIPRODUZIONE RISERVATA vedrà l’apertura del solo piano terra, torneranno al lavoro, fermo restando che laddove doon esistono soltanto saracinesche che vesse seguire l’apertura anche degli altri piani, si abbassano. Ci sono anche giganti il numero dei lavoratori verrà ampliato. Le riche vanno in letargo e poi trovano la nunce, certo, non mancano. Nel verbale siglato possibilità di risvegliarsi nutrendosi di due ele- dalla società Gieco srl e dai sindacati, viene sotmenti fondamentali nel mondo del lavoro, an- tolineato come i dipendenti dovranno rinunciache in periodi come questi di profonda reces- re agli scatti di anzianità sin qui maturati, ai sione: il coraggio (oltre ai fondi, ovviamente) permessi retribuiti per almeno 24 mesi, al padi un imprenditore e la capacità dei sindacati gamento delle ore in più di lavoro che invece di accettare qualche rinuncia verranno canalizzate in una «pesante». In una sola paro«Banca delle ore» e potranla: concertazione. Bisognerà no poi essere utilizzate come aspettare l’autunno ma un permessi individuali e senza pezzo storico di Palermo ripagamento di alcuna maggioprenderà vita: tra settembre e razione. E ancora, tredicesiottobre, infatti, riaprirà i batma e quattordicesima pagate tenti «Grande Migliore», il insieme ma «a rate». «L’acmarket da oltre 10 mila metri cordo raggiunto con la famiquadrati di viale Regione siciglia Bellavia — sostiene liana dedicato, tra le altre coMimma Calabrò, segretario se, all’arredo per la casa, al brigenerale Fisascat Cisl — è colage, all’illuminazione e cofrutto di un lungo lavoro inistretto da oltre un anno alla ziato nel giugno 2012 che ha chiusura, con annesso licenziasortito già i suoi positivi risulmento di 170 lavoratori. Pro- Il market da 10 mila mq tati con l’apertura di un punsegue a grandi passi quindi il to vendita a Palermo e di progetto avviato dal giugno dello scorso anno uno a Trapani che ha visto il reintegro di 80 dalla famiglia Bellavia, gli imprenditori paler- unità». Secondo Marianna Flauto, segretario mitani proprietari anche del marchio di arredi generale della Uiltucs Sicilia, «la famiglia Bella«Casa Crea» che nel capoluogo avevano ria- via è pronta a effettuare i lavori per la riapertuperto il primo store, quello di via Generale Di ra dell’altro piano nel caso in cui dovesse agMaria, e il negozio «Arredo Cucine» (a Trapa- giudicarsi il nuovo bando». Giovanni Bellavia, ni ha già ripreso vita, con la riassunzione di presidente onorario del gruppo che ha rilevato tutti e 57 i lavoratori, un altro «Grande Miglio- il marchio di «Grande Migliore» commenta: re») ponendo le basi per la rinascita degli altri «Stiamo rispettando tutti i tempi, facendo dicentri del polo Notarbartolo (Arredo bagno e ventare realtà e nuovi posti di lavoro tutti gli incasso). Nel megastore palermitano 57 i di- accordi presi». pendenti che, in una prima fase di start-up che © RIPRODUZIONE RISERVATA DI FABIO SCAVUZZO N