Claudia Zironi - Versante Ripido

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Claudia Zironi - Versante Ripido
Claudia Zironi
Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni
prefazione di Francesca Del Moro,
postfazione di Vladimir D’Amora
Il libro è edito nella collana “Poesia oggi”
di Marco Saya Edizioni, Milano, 2016
Genere: poesia
Pagine:156
Formato brossura A5
Prezzo al pubblico: € 14
ISBN 978-88-98243-38-9
la televisione mi guarda mi parla.
da piccola credevo mi vedesse.
non una parola fu per me sola
“Nella foto di copertina, fotogramma del film Poltergeist di Tobe
Hooper, una bambina è inginocchiata davanti a un apparecchio
d’altri tempi, in una posizione che suggerisce fascinazione e al
tempo stesso adorazione. Due sentimenti che attraversano tutto il
libro, in cui al televisore, divenuto via via più grande e piatto, si
affiancano i frutti di più recenti evoluzioni tecnologiche: computer,
tablet e smartphone. Tutti strumenti funzionali a mantenerci in
contatto con il nostro essere virtuale, micro-innesti bionici che,
infilati nella nostra mente, alimentano un mondo popolato da
fantasmi e spettri.”
Francesca Del Moro
Claudia Zironi opera nel mondo della diffusione culturale con la fanzine Versante Ripido dedicata
alla poesia della quale è uno dei fondatori; dal 2013 è artisticamente legata al Gruppo 77 di
Bologna. Collabora con altre realtà associative rivolte all’arte e al sociale. Con questo libro è alla
terza pubblicazione poetica in Italia: la prima è del 2012 con questa stessa casa editrice: “Il tempo
dell’esistenza” e la seconda del 2014 con Terra d’ulivi ed.: “Eros e polis”, in uscita anche in USA con
l’editore Xenos Books in traduzione di Emanuel Di Pasquale.
Una breve presentazione.
Con Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni, suo terzo lavoro nel giro di
poco più di quattro anni, Claudia Zironi compie un ulteriore passo in avanti
nella costruzione di una poetica personale quanto autentica.
L’idea di poesia che presenta nelle sedici sezioni in cui è diviso il libro, mostra
infatti una complessità e una stratificazione del pensiero in piena continuità
con i titoli che lo hanno preceduto, ma anche una spinta in avanti per quanto
riguarda caratura e maturità del dettato.
Se in Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri sogni risiede ancora la messa in
scena, sempre aperta, schietta, priva di infingimenti, di un desiderio che è sì
erotico, ma anche di relazione alta, di congiungimento attraverso il pensiero
della persona amata eppure fantasmatica, ecco appunto presentarsi con
maggior forza e compiutezza rispetto a Eros e polis una riflessione sulla
perdita totale di fisicità per quanto riguarda l’esistenza umana. Un venir meno
che è e resta tragico patrimonio dei nostri tempi, quindi non ancora
sperimentato appieno in tutta la sua potenza, quindi ancora da pensare, da
ragionare.
Zironi guarda al distacco che si crea fra corpo e corpo, fra il bisogno di
contatto e il nascondersi dietro quelli che Francesca Del Moro nella sua
prefazione stigmatizza come “i frutti di più recenti evoluzioni tecnologiche:
computer, tablet e smartphone”. Ma in questo distacco intravede l’elemento
del desiderio che ancora muove l’uomo, cioè il voler appartenere alla materia,
non all’effimero. Perciò l’autrice afferma di trattare “lo schermo, questo
simbolo della nostra epoca, che pilota e annienta la fantasia, che si sostituisce
alla volontà e ai valori, che sta mutando molto più profondamente di quanto ci
si renda conto i nostri comportamenti sociali e artistici e sentimentali, come
oggetto nella sua funzione specifica, ma anche come prisma che filtra e
deforma la realtà: amore, eros, rapporto umano”.
Libro ricco di rimandi e citazioni, Fantasmi, spettri, schermi, avatar e altri
sogni non si ferma solo a questo specifico: nel suo essere estremamente
composito quanto pluristratificato nelle indicazioni di senso, nello sviluppo dei
temi, ha l’ambizione di abbracciare un campo vastissimo di tematiche
(“L’amore e la morte, la carne e il linguaggio, l’osservazione della
fenomenologia fisica e il suo compenetrarsi con la metafisica, i tributi alla
filosofia, all’astronomia e alla fisica, la negazione della verità e della storia,
echeggiano contro le pareti della caverna platonica in cerca di un punto di
rottura che le mandi in frantumi” conferma l’autrice) come ad abbracciare il
mondo, che sempre più sembra voler sfuggire a un giusto desiderio di
matericità, di fisicità.