La casa stregata - Icviamatteobandello.gov.it

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LA CASA STREGATA
di Vladislao Misino III G
In una città lontana c’erano delle persone che andavano a caccia di fantasmi. Un
giorno decisero di esplorare una casa nella quale accadevano fatti strani, nessuno in
città aveva il coraggio di entrare in quel luogo perché si diceva che fosse una casa
stregata.
I cacciatori di fantasmi chiesero informazioni su quell’abitazione, che esercitava su di
loro una grande attrazione, e scoprirono che, tempo prima, un cittadino coraggioso
aveva deciso di affrontare le sue paure ed era andato a dormire lì, ma, a notte
fonda, gli era apparso lo spirito di una donna che diceva di non volere intrusi in
quella casa perché voleva stare sola. Lo sventurato aveva provato a ribattere, ma
d’improvviso si erano messe a sbattere violentemente tutte le porte ed egli, al
quale erano venuti tutti i capelli bianchi dal terrore, era stato costretto a fuggire.
Da allora nessuno era più tornato nella casa infestata.
I cacciatori di fantasmi pensarono che quella fosse una bella sfida per loro e,
nottetempo, si recarono nella casa. Dopo qualche ora, nel cuore della notte,
apparve anche a loro il fantasma. Anche a loro disse che se ne dovevano andare
perché lei voleva rimanere sola, in silenzio, senza essere disturbata. Anzi, se non se
ne fossero andati subito, li avrebbe terrorizzati fino al mattino.
Gli specialisti, abituati a ben altro, non erano affatto spaventati, ma lo spirito della
donna, che dichiarò di chiamarsi Elisa, continuò a tormentarli ed indicò loro una
porta che mai e poi mai avrebbero dovuto aprire. Uno di loro, per tutta risposta,
l’aprì immediatamente: ne uscì un bambino che, ridendo, si mise a volare . Il
cacciatore di fantasmi rimase a bocca aperta, ma poi scappò impaurito mentre il
bambino lo inseguiva ridendo malignamente.
Ad un certo punto, proprio mentre stava per mettersi in salvo, il bambino scagliò su
di lui una maledizione: avrebbe sempre visto fantasmi in ogni luogo e sarebbe stato
costretto a capirli. Passarono i giorni e il cacciatore di fantasmi si chiese se il dono di
comprendere fosse veramente una maledizione.