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Storie di amicizia: dal Brasile a Montese
L’amicizia è un sentimento molto profondo che sa superare le barriere dello spazio, del tempo
e del pregiudizio. Che cosa significa per te essere amico di qualcuno?
Racconta un episodio, una vicenda in cui l’amicizia ha avvicinato due persone di culture
differenti o due popoli ispirandoti alla realtà che ti sta intorno, alla tua esperienza personale,
a qualche lettura…
Ricorda l’amicizia che lega il popolo brasiliano al popolo montesino, il momento storico in cui
sono entrati in contatto, le caratteristiche e le difficoltà di adattamento della FEB sulle nostre
montagne, la reciproca solidarietà…
Racconta, inoltre, come è stata coltivata questa amicizia dopo la Seconda guerra mondiale
rifacendoti ai monumenti ed alle piazze di Montese intitolate ai brasiliani, al Patto di amicizia,
alle ricorrenti cerimonie del 25 aprile…
Per me essere amico di qualcuno significa essere una persona che aiuta l’altro nel momento in cui
ha bisogno ed è una cosa molto bella; non solo, un amico non è solamente una persona che ti aiuta,
ma è anche una persona con cui giocare, divertirti, sfogare la tua rabbia, parlare. Alcuni amici, però,
non sono così, ma sono speciali, sono quelli che ti stanno più vicini di tutti quando sei triste o
debole, sono i migliori amici. Se sono veri amici cercano di difenderti, di proteggerti e di non farti
mai mancare nulla; a volte darebbero anche la loro vita per salvarti, come i soldati brasiliani hanno
fatto con le persone dei tempi della guerra. Se litighi con un amico ed egli non si dispiace vuol dire
che non è un amico vero, ma questi fortunatamente sono pochi. Un amico può essere piccolo,
grande, ricco, malato, povero o benestante, ma quello che conta è quanto ti vuole bene e quanto ci
tiene a te, per dimostrarlo basta un semplice sorriso.
Esiste anche un proverbio sull’amicizia: trovare un amico è come trovare un tesoro.
I brasiliani, per esempio, dai montesini sono considerati dei veri amici. Nella guerra si aiutavano a
vicenda. Un episodio simbolo di questa amicizia è avvenuto nel 1945 a Monteforte; la sorella più
grande della mia nonna, che a quei tempi non era ancora nata, era andata a prendere l’acqua in una
sorgente, non lontana da casa, dove c’erano delle case in cui abitavano i brasiliani. Essendo molto
sporca un brasiliano le andò incontro, la prese per mano e la condusse alla fonte, la lavò e la asciugò
con un asciugamano bianco. Lei si spaventò vedendo la sua pelle scura e i suoi denti bianchi, ma
capì che non aveva cattive intenzioni. Un altro episodio è quello in cui, sempre la stessa bambina,
aveva mal di pancia e piangeva: un soldato brasiliano che aveva imparato qualche parola in italiano
le disse battendosi una mano sul petto: “Io medicina”. Il soldato preparò una poltiglia di cui l’unico
ingrediente conosciuto era l’aglio. Ne mangiò un po’ e il mal di pancia scomparve.
Si ricorda che una volta i brasiliani avevano preparato le fette di pane con la cioccolata sopra, che a
quei tempi era cara. Una volta il brasiliano aveva regalato una scatola di caramelle alla bambina e a
sua sorella; presto la scatola si vuotò, ma rimase come ricordo. La scatola continuò a girare per casa
per anni perchè il loro papà, dopo che tornò dalla guerra, la usò per riporvi le cose necessarie per
farsi la barba.
Un altro ricordo è quello di mio nonno che da piccolo aveva una tumefazione sulla pelle; quando i
brasiliani lo seppero andarono tutte le mattine a curarlo con una crema, dopo alcuni giorni guarì e
quei bravi signori gli rimasero sempre nel cuore. I brasiliani sono rimasti nel cuore di tutte le
persone e dei bambini che vissero nella guerra come persone gentili, generose e buone.
Nel 1944 arrivarono in Italia, ma solo nel 1945 arrivarono sulle nostre montagne; patirono molto
freddo per la neve e rimasero stupiti perché non sapevano cosa fosse. Molti abitanti di Montese ne
ospitarono in casa alcuni offrendo loro vestiti, coperte, cibo a alloggio in cambio di protezione.
Molti sono morti, per liberare il nostro paese, causa bombardamenti, bombe, mine e scariche di
fucili; molti sono morti qui e i loro corpi non sono più tornati dalle loro famiglie.
Dopo la guerra i brasiliani e i montesini hanno mantenuto un rapporto stretto, infatti ogni anno i
brasiliani vengono a Montese e ci ricordano la guerra che hanno combattuto. Per ricordare i
brasiliani e i caduti sono stati costruiti dei monumenti a Montese e nelle sue frazioni. A Montese c’è
la piazza “Largo Brasile”con un monumento. A Iola, vicino alla chiesa, c’è un monumento che
ricorda un brasiliano caduto in guerra. Il 25 aprile in piazza si fanno delle cerimonie in cui vengono
radunate la banda, la scuola e l’ambasciata brasiliana per festeggiare l’anniversario della fine della
guerra.
Penso che i brasiliani siano dei grandi amici di tutta l’Italia, soprattutto di Montese, senza di loro
non ce l’avremmo mai fatta.
Erika classe 1^C
Storie di amicizia: dal Brasile a Montese
L’amicizia è un sentimento molto profondo che sa superare le barriere dello spazio, del tempo
e del pregiudizio. Che cosa significa per te essere amico di qualcuno?
Racconta un episodio, una vicenda in cui l’amicizia ha avvicinato due persone di culture
differenti o due popoli ispirandoti alla realtà che ti sta intorno, alla tua esperienza personale,
a qualche lettura…
Ricorda l’amicizia che lega il popolo brasiliano al popolo montesino, il momento storico in cui
sono entrati in contatto, le caratteristiche e le difficoltà di adattamento della FEB sulle nostre
montagne, la reciproca solidarietà…
Racconta, inoltre, come è stata coltivata questa amicizia dopo la Seconda guerra mondiale
rifacendoti ai monumenti ed alle piazze di Montese intitolate ai brasiliani, al Patto di amicizia,
alle ricorrenti cerimonie del 25 aprile…
Gli amici sono una parte fondamentale della nostra vita: aiutano a crescere e a risolvere alcuni
problemi, con loro puoi giocare, parlare di ogni cosa, scherzare e, a volte, anche piangere.
L’amicizia è un legame fatto di onestà, affetto e disponibilità ad ascoltare che permette sempre di
essere se stessi. Questi stati d'animo io li ho provati quest’estate quando stavo con la mia migliore
amica che ho conosciuto in piscina e da quel giorno siamo diventate molto unite, abbiamo giocato e
ci siamo divertite un sacco. Poco tempo dopo lei è dovuta partire per tornare a casa sua, all’altro
capo del mondo: l’Australia, ma la nostra amicizia è sempre solida come quando ci siamo incontrate
per la prima volta, sembriamo legate da un’amicizia straordinaria che neanche la lontananza o il
tempo possono spezzare. E’ proprio vero che l’amicizia supera tutte le difficoltà e il tempo. Infatti la
mia bisnonna a volte mi racconta del tempo di guerra e anche se allora aveva solo dodici anni, i suoi
racconti sembrano accaduti ieri perché me li narra con grande accuratezza e disinvoltura. Mi ha
spiegato che con i brasiliani gli abitanti montesini avevano instaurato un rapporto di forte amicizia e
fratellanza, dice infatti che l’unica cosa positiva della guerra è stato l’incontro di due culture, due
lingue, dando fine a pensieri di razzismo e di diversità tra i popoli.
All’inizio il Brasile rimase neutrale, ma dopo l’affondamento di diverse navi mercantili entrò in
guerra e grazie anche a questo paese la “nostra patria” ha avuto la libertà. Quando questi soldati
arrivarono a Montese era pieno inverno e molti di loro ebbero ospitalità dai montesini che li
accolsero nelle loro case. Cadde molta neve durante l’inverno del 1944/1945 e per questo il fronte
rimase fermo per un lungo periodo. I soldati brasiliani dovettero abituarsi a questo clima, nuovo per
loro. Facevano esercitazioni nella neve e giocavano. I brasiliani portarono un aiuto morale con una
bontà e cordialità estrema ed anche materiale. Una frase ricorrente di noi italiani era: “ Tedeschi
cattivi, brasiliani buoni portano da mangiare”. Donavano infatti cioccolate, sigarette, caffè, mingao,
dolci, fagioli neri,ecc…
Quando la guerra terminò (25 aprile 1945) i brasiliani non rientrarono subito in patria, ma rimasero
in Italia a festeggiare la vittoria. Quando successivamente decisero di ripartire, alcuni dei nostri li
seguirono perché la nostra terra era stata martoriata e non rendeva più come prima, tra questi mi è
stato detto che ci fu anche una zio di mio padre che si chiamava Fenocchi Erio.
Ancora oggi questi due paesi sono legati da una forte amicizia, anzi da “un patto di amicizia”
firmato per un doveroso riconoscimento storico e morale al Brasile. Per ricordare gli sforzi del
Brasile e i caduti della guerra, a Montese vi sono diversi monumenti, ma quello che rispecchia di
più il rapporto di amicizia che si è venuto ad instaurare tra questi due popoli si trova in Largo
Brasile e rappresenta l’abbraccio di due uomini, o meglio l’abbraccio, l’incontro e la comprensione
nati tra l’Italia e il Brasile. Ho intervistato diverse persone anziane per capire quanto fossero
speciali allora i brasiliani e gli aggettivi che queste hanno adoperato sono stati tanti, tutti positivi:
umili, semplici, simili a noi, veri, simpatici, generosi, gente per bene, rispettosi, affettuosi, buoni,
insomma la partecipazione dei brasiliani alla seconda guerra mondiale è stata per noi veramente
significativa ed importante. Per questo vorrei ringraziarli infinitamente e personalmente.
Marica classe 2^C
Storie di amicizia: dal Brasile a Montese
L’amicizia è un sentimento molto profondo che sa superare le barriere dello spazio, del tempo
e del pregiudizio. Che cosa significa per te essere amico di qualcuno?
Racconta un episodio, una vicenda in cui l’amicizia ha avvicinato due persone di culture
differenti o due popoli ispirandoti alla realtà che ti sta intorno, alla tua esperienza personale,
a qualche lettura…
Ricorda l’amicizia che lega il popolo brasiliano al popolo montesino, il momento storico in cui
sono entrati in contatto, le caratteristiche e le difficoltà di adattamento della FEB sulle nostre
montagne, la reciproca solidarietà…
Racconta, inoltre, come è stata coltivata questa amicizia dopo la Seconda guerra mondiale
rifacendoti ai monumenti ed alle piazze di Montese intitolate ai brasiliani, al Patto di amicizia,
alle ricorrenti cerimonie del 25 aprile…
L’amicizia è un sentimento molto importante per me: soprattutto durante l’adolescenza gli amici
sono fondamentali perché con loro si trascorre la maggioranza del tempo.
Sono persone con cui puoi sfogarti, confidarti e passare momenti indimenticabili, che non potresti
passare con nessun altro.
Un anno fa io e la mia famiglia abbiamo preso in affido due bambini cinesi, Alessia e Luca, di
tredici e sette anni: loro hanno sempre vissuto nel mio paese, ma io non li conoscevo più di tanto. Il
padre è dovuto allontanarsi da Montese per problemi personali e noi abbiamo accolto Alessia e
Luca. Io non ho fratelli o sorelle e vedermi arrivare in casa due bambini non è stato il massimo: la
camera da letto da condividere, il diario segreto da nascondere il meglio possibile affinché nessuno
lo leggesse e tante altre piccole, ma per me grandi, cose, a cui non ero per niente abituata.
Pian piano io ed Alessia abbiamo cominciato a confrontarci: lei provava a mangiare le lasagne ed io
provavo il riso con le bacchette. Ormai è passato un anno e siamo diventate amiche, abbiamo
litigato e riso tanto assieme: io non ho imparato ad usare le bacchette per mangiare, ma lei va
ghiotta di lasagne. Anche tra tante difficoltà, tra di noi si sta creando un legame speciale: stiamo
diventando sorelle.
Lo stesso legame fraterno e solidale, pur costruito durante un’esperienza tragica come quella della
guerra, unisce il popolo brasiliano e quello montesino.
I brasiliani hanno fatto tantissimo per il nostro paese, noi montesini siamo loro debitori e non
possiamo smettere di ringraziarli.
La Força Expedicionaria Brasileira arrivò sul nostro Appennino nell’autunno del 1944 per aiutarci a
sconfiggere le truppe nazi-fasciste.
Dopo le vittorie di Monte Castello e Monte Belvedere, che costarono ai brasiliani ingenti perdite, la
battaglia di Montese fu la più difficile per la F.E.B., perché il nostro paese era l’ultima postazione
tedesca sull’Appennino e le forze nazi-fasciste non potevano perderla.
I militari venuti dal Brasile erano nella maggior parte molto giovani e dovettero affrontare molti
disagi sulle nostre montagne, tra cui quelli derivanti dalla neve e dal freddo. Le persone
dell’Appennino costruirono loro molti rifugi e per riscaldarli, le nostre donne prepararono, quando
poterono, saporiti tortellini e offrirono buon vino, nonostante la miseria.
Una signora, che nell’inverno del 1944 aveva soltanto sette anni, ha testimoniato che la sua famiglia
ebbe in casa dei brasiliani in occasione del Santo Natale. Sua mamma aveva preparato i tortellini,
ma la bambina non si avvicinava alla tavola perché avevano la pelle scura e lei non aveva mai visto
nessuno con questa caratteristica somatica.
Se i ragazzi delle nostre montagne li prendevano scherzosamente in giro per il colore della pelle,
loro rispondevano argutamente, come quella volta in cui un soldato brasiliano rispose che aveva
quella caratteristica perché sua madre l’aveva partorito di notte.
Da allora brasiliani e montesini sono fratelli e ogni anno, quando si celebra la ricorrenza del 25
aprile, in cui si festeggia la fine della seconda guerra mondiale e anche la liberazione di Montese
dalle truppe tedesche, nel nostro paese si celebra una bellissima cerimonia a cui partecipiamo anche
noi, ragazzi delle scuole, cantando l’inno spedizionario, in onore della F.E.B.
Il popolo montesino, come segno di ringraziamento e affetto, ha intitolato loro una piazza, ha
innalzato monumenti e dedicato alla F.E.B. una sala del Museo storico della Rocca.
Il monumento più significato per me è quello che si trova in Largo Brasile, lungo la via
Panoramica Bassa: si tratta di una scultura in pietra locale, dedicata ai caduti brasiliani, su cui sono
incisi due volti, di un uomo e una donna che piange, che si abbracciano in segno di fratellanza e
solidarietà, pur nella tragicità della guerra.
A Iola, all’interno del Museo della civiltà contadina, vi è una sezione dedicata ai brasiliani: si
possono vedere gli abiti che indossavano per ripararsi dal freddo, i metodi che utilizzavano per
curare i feriti, gli elmetti, persino il dentifricio.
Nel 1999 è stato stipulato un patto di amicizia fra Montese e Fortaleza: esso è stato firmato dai
rispettivi sindaci in rappresentanza dei cittadini. Il nostro sindaco, Luciano Mazza, ha affermato in
quell’occasione che il documento era un importante passo avanti nell’interscambio sociale,
economico, civile tra le due cittadine. Il sindaco di Fortaleza ha ricordato i valori che uniscono i due
paesi e ha testimoniato che molti italiani sono emigrati in Brasile durante la guerra e si sono
perfettamente integrati.
Ormai non rimane che una cosa da dire: EVVIVA IL BRASILE!
Margherita classe 3a C