Casa Pangea – Kabul - Fondazione Pangea Onlus

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Casa Pangea – Kabul - Fondazione Pangea Onlus
Casa Pangea – Kabul
La situazione dell’infanzia nella capitale afghana è drammatica. In città, soprattutto nei quartieri
periferici mancano strutture adeguate per i bambini al di sotto dei sei anni.
A Kabul è stato calcolato che circa 60.000 piccoli si aggirino per le strade alla ricerca di risorse
economiche per la famiglia, mendicando o offrendosi per piccoli lavori, oppure aiutando i genitori
- che spesso non sanno a chi affidarli durante la giornata - nelle attività quotidiane.
Per fronteggiare questa emergenza, a giugno del 2012, Pangea ha inaugurato nel quartiere di
Chilsitoon, Casa Pangea, l’asilo/casa di accoglienza per i bambini delle famiglie più povere dei
dintorni, che ospita anche i figli e le figlie di alcune beneficiarie di Pangea.
Nato dalla necessità di assicurare alle bambine e ai bambini fino ai sei anni un luogo sicuro dove
poter giocare e imparare, l’asilo infatti è sorto in un’ala dedicata all’interno del centro donna
preesistente, e frequentato da donne e ragazze inserite nel progetto di microcredito Jamila,
avviato da Pangea nel 2003.
Le mamme, ora possono seguire i corsi e le attività del programma in tutta tranquillità, senza
dover più affidare i bambini a conoscenti o lasciarli soli a casa, durante le ore lavorative ed
educative.
L’orario dell’asilo va dalle 8.00 alle
16.00.
Nel
corso
dell’ultimo semestre,
le
responsabili del progetto e le maestre ci
hanno comunicato che, grazie ai fondi
raccolti, siamo riusciti a inserire 16
bambine e bambini in più: attualmente i
piccoli sono 69 suddivisi in due classi. In
questa foto li vediamo all’uscita, alla fine
di una giornata di gioco e studio.
Nelle aule, attrezzate con tavoli e
seggioline,
i
bimbi
stanno
imparando a leggere e scrivere.
Le insegnanti ci mandano le foto
dei momenti di studio, mostrando
con orgoglio i “progressi” nella
scrittura appese alle pareti, dove
fanno bella mostra le letterine,
oltre ai disegni che i piccoli studenti realizzano a tema, descrivendo la propria famiglia, la propria
casa, o disegnando liberamente ciò che la fantasia suggerisce.
Gli ultimi progressi sono tanti!
I bambini sanno leggere le lettere dell’alfabeto e riescono a scriverne le prime dieci lettere. Sanno
inoltre contare da 1 a 50 e stanno imparando a scrivere in numeri dall’1 al 35.
Piccoli passi verso un grande futuro.
Le giornate sono scandite da diverse attività: oltre all’insegnamento dell’alfabeto e dei numeri, i
bambini realizzano insieme piccoli lavoretti, imparano la lingua Dari, fanno attività sportive sotto
forma di divertenti giochi di gruppo e danze tipiche.
Insieme, imparano anche alcune canzoni popolari e festeggiano le feste nazionali, ma non solo. Il
20 novembre hanno festeggiato la Giornata Mondiale dell’infanzia, realizzando balli, canti e
lavoretti.
L’ingresso alla struttura va dalle 8.00 alle 8.30, e dopo un’oretta circa di attività e giochi liberi,
iniziano alcune lezioni di lettura e scrittura, studio del Corano, e disegno.
Alle 10.20 circa viene servita una merenda a base di latte e poi seguono alcune ore di gioco e
attività sportive fino all’ora
di
pranzo,
solitamente
costituito da pasta o riso,
verdure, pane, latte.
I pasti sono accuratamente
bilanciati, e selezionati in
modo da fornire i giusti
nutrienti necessari per la
crescita,
considerando
anche che il pasto all’asilo
è probabilmente quello più
sostanzioso che i piccoli hanno modo di avere durante l’arco della giornata.
Segue un riposino e poi gioco libero all’esterno fino al momento di prepararsi per l’arrivo delle
mamme.
Il progetto è ormai entrato nei cuori di quanti seguono Pangea e le sue attività.
L’interesse verso Casa Pangea, ha portato alcune strutture per l’infanzia di Milano ad “adottare”
l’asilo, creando una sorta di gemellaggio, che si è concretizzato con diversi momenti di contatto tra
i bambini italiani e afghani, con raccolte fondi realizzate ad hoc da maestre e insegnanti e scambi
di cartelloni realizzati a più mani dai bambini!
È stata inoltre organizzata
una piccola raccolta di
pennarelli, quaderni e libri,
che il nostro staff ha portato
a Kabul, durante uno dei
periodici viaggi di
monitoraggio: una vera festa
per le nostre bimbe e i nostri
bimbi!
In questa foto vediamo
l’apertura della valigia e gli
scambi di disegni dei “compagni” italiani, mentre sono tutti seduti sul cartellone a tema natalizio
realizzato da una delle scuole di infanzia milanesi, e inviato a Casa Pangea come omaggio.
Le attività del Centro Donna (aggiornato a settembre 2013)
Presso la struttura che ospita l’asilo, Pangea sostiene diverse attività educative e formative per le
donne del quartiere, tra le quali corsi di alfabetizzazione a vari livelli, lezioni di matematica, inglese
e computer, e corsi di avviamento professionale.
Alfabetizzazione.
Sono 108 le studentesse che seguono i corsi di alfabetizzazione presso il centro. Le lezioni
prevedono 4 differenti livelli, che seguono durata e organizzazione in accordo con le direttive del
Ministero dell’Educazione.
Le lezioni sono realizzate cinque giorni la settimana per due ore al giorno, per un totale di 5 classi,
quattro delle quali sono tenute presso le abitazioni nel quartiere di Chilsitoon.
I corsi prevedono insegnamento della lingua Dari e Pashtun, matematica, inglese, scienze,
educazione igienico-sanitaria e sociale.
A settembre, 43 studentesse del livello 1 e 2 hanno superato con successo l’esame per passare al
livello successivo!
Le classi hanno festeggiato insieme la Giornata Internazionale dell’Educazione.
Storia di Naheed
Naheed è una ragazza di 30 anni che sta frequentando il quarto livello del corso di alfabetizzazione
presso il centro donna. Prima di iniziare le lezioni, non sapeva leggere o scrivere neppure le parole
più semplici. Ora, dopo questi mesi, può facilmente comprendere testi di base e scrivere.
“Non riesco ad esprimere quello che provo – racconta – ora posso leggere le scritte sul televisore, i
cartelli per la strada, e cosa importante non mi sento più imbarazzata a parlare con mio nipote
delle lezioni a scuola: lui spesso mi invitava a fare insieme dei giochi con le parole che io non ero in
grado di capire. Ora è diverso!”
Essere completamente analfabeta era fonte di rande disagio per Naheed, la faceva sentire triste e
povera. Imparare a leggere scrivere ha innescato in lei la voglia di sapere, di interessarsi ad altre
materie come per esempio l’inglese.
“Adesso – continua – insegno quello che ho imparato anche ad altre ragazze analfabete, e questo
mi fa sentire molto gratificata. Spero che il progetto continui per dare a molte altre le stesse
possibilità che ho avuto io”.
Inglese.
Sono 44 le studentesse che partecipano ai corsi di inglese, realizzati in due livelli differenti principanti e livello 1 – della durata di dieci mesi, e che comprendono oltre alle lezioni frontali
un’ora per cinque giorni alla settimana, anche un tutoraggio post lezione per gli esercizi.
Il centro donna offre a tante ragazze un’opportunità unica di poter imparare una lingua straniera: i
corsi normalmente, infatti, sono a pagamento e nessuna delle famiglie del quartiere potrebbe
permettersene la retta.
A settembre, sei studentesse hanno superato con successo l’esame per passare al livello
successivo del corso.
Storia di Sweeta
Sweeta è una giovane donna di 32 anni, sposata. Ha frequentato il corso di inglese base e ha
imparato a leggere e scrivere.
“ Ho imparato a parlare e scrivere in Inglese – racconta – e sono passata dal livello principianti al
livello 1. Ad ogni lezione diventavo più brava a leggere e scrivere interi paragrafi, imparando al
contempo sempre nuovi vocaboli e modi di dire. Ora riesco già a comunicare in inglese, posso
presentarmi, capire alcune conversazioni alla tv e posso addirittura aiutare mia figlia che è in
quarta elementare, con i suoi compiti. Spero davvero che il progetto continui, per permettere a
tante altre ragazze, alle quali non è consentito frequentare i corsi misti di maschi e femmine, di
ottenere il proprio diploma”.
Computer.
15 ragazze stanno frequentando il corso tenuto 5 giorni a settimana, 4 ore al giorno, imparando i
programmi più utilizzati del pacchetto office, con lezioni che prevedono molti esercizi pratici
realizzati insieme all’insegnante. Tre studentesse hanno già completato una prima parte del corso.
Storia di Tamana.
Tamana è una ragazza di 22 anni che sta frequentando il corso presso i centro donna.
“Prima del corso, non sapevo nemmeno accenderlo il computer – ammette. Ora so utilizzare le
funzioni base e comporre testi con Word. Riesco persino ad aiutare le compagne che hanno
difficoltà!”
Presso il centro vengono inoltre realizzati corsi di matematica e di avviamento professionale in
sartoria, che coinvolgono rispettivamente 14 e 25 donne.
Un’attività importante del centro è la biblioteca, che permette di incrementare le risorse
educative a disposizione delle studentesse, e accrescerne l’educazione. La libreria è aperta dalle
8.00 alle 16.00 dal sabato al mercoledì e fino alle 13 il giovedì.
Le ragazze che frequentano il centro donna hanno una tessera che permette loro di prendere in
prestito i volumi, mentre a tutti gli altri è permessa la consultazione gratutita.
A settembre si registrava una buona affluenza, di 100 tra donne e ragazze – che hanno utilizzato il
locale e i libri per vari motivi, compresa la stesura della tesi ed elaborati per la scuola - e 20
bambini dell’asilo!
Corsi educativi su diritti umani e igiene e sanità.
Il centro offre, inoltre, strumenti educativi fondamentali per accrescere la consapevolezza delle
partecipanti, sia sui propri diritti sociali che su quelli dei propri bambini, nonché sulle norme
igieniche base per ridurre rischi di malattie e contagi facilmente superabili.
Il corso incrementa la consapevolezza sui diritti dell’infanzia fino al 56%, e del 30% il grado di
pulizia e igiene dell’ambiente, aumento che ha un grande impatto positivo sulla crescita dei
bambini delle famiglie più povere del quartiere.
È importante sottolineare che il corso è in realtà una piattaforma durante la quale le donne
possono mettere in luce i propri problemi e parlarne con le altre partecipanti, per trovare insieme
soluzioni condivise.
Nek Bibi, una donna di 45 anni e madre di 5 figli racconta di come il marito considerasse i due figli
maschi più importanti delle femmine “Voleva che dei bambini ci si prendesse maggiormente cura,
dato che una volta cresciuti sarebbero stati loro a mantenere la famiglia, a lavorare fuori casa e a
guadagnare. Le bambine avrebbero dovuto sposarsi e investire su di loro era secondario. I maschi
dovevano essere nutriti meglio, ricevere un’educazione migliore e migliori vestiti. Mio marito non
permetteva alle bimbe di frequentare la scuola, non garantiva loro buon cibo o buoni vestiti.
Ora, dopo il corso, ho potuto ribattere spiegandogli, come ho imparato, che secondo l’Islam,
bambine e bambine hanno diritto alle stesse opportunità. Spero che anche mio marito, adesso,
possa trarre vantaggio dal corso che ho frequentato e comprenda quali sono i diritti dei bambini.
Farò del mio meglio perché le mie figlie non debbano più subire ingiustizie.”
Il microcredito.
Per rilanciare la società afghan, tutti i membri della comunità hanno bisogno di essere supportati e
potenziati in diversi ambiti sociali ed economici. Quasi tutte le donne dal quartiere, seppur avendo
ricevuto una formazione professionale, necessitano di essere guidate nell’apertura di un’attività, o
di
essere
sostenute
economicamente
per
sistemare
o
mandare
avanti
un’attività
precedentemente avviata.
Per questo Pangea, sta sostenendo con un programma di microcredito quante vogliano
intraprendere un lavoro, con 108 prestiti, seguendo un percorso già collaudato in anni di attività
sul campo nell’ambito del progetto Jamila
Casa Pangea verso il futuro.
Vogliamo continuare a incrementare il
progetto,
aumentando
la
capacità
ricettiva della struttura – vero centro di
formazione e accoglienza nel quartiere -
perché ancora troppi bambini attendono di poter ricevere le cure adeguate.
Lo dobbiamo a loro e anche alle loro mamme, che vogliono che i loro bambini possano crescere
sani, che possano ricevere educazione e amore, in un posto sicuro al riparo dalla strada, per
correre verso un futuro fatto di sviluppo e speranza.