statements 2013.2

Transcript

statements 2013.2
statements 2013.2
statements 2013.2
a cura di Ivan Quaroni
Milano, 20-28 giugno 2013
Circoloquadro, via Thaon di Revel 21, Milano
Statements 2013.2
Arianna Beretta
Criticare è valutare, impadronirsi,
prendere possesso intellettuale,
insomma stabilire un rapporto con
la cosa criticata e farla propria.
William James
Statements 2013.2 chiude idealmente il percorso che un gruppo di artisti ha compiuto e condiviso con Ivan Quaroni negli ultimi tre mesi.
La collettiva prende infatti le mosse dal workshop Manuale per artisti,
ideato e curato da Quaroni stesso.
Cosa è avvenuto nello spazio di Circoloquadro negli ultimi mesi? Ogni
lunedì sera diciotto artisti si sono messi in discussione con grande coraggio, mostrando il proprio lavoro non solo ai propri compagni, ma
anche a critici e artisti professionisti.
Non è stato facile per nessuno. Per mettersi a nudo di fronte a estranei
e sottoporsi al loro giudizio è necessaria una buona dose di coraggio e
di voglia di mettersi in gioco.
re chiuso nel proprio studio, non ha la possibilità di un confronto diretto
e continuo con chi pratica lo stesso lavoro. Il rischio di isolamento e
soprattutto di una visione parziale, e perciò inadeguata, molto spesso
blocca una produzione che avrebbe in sé tutte le componenti per avere
successo.
L’allenamento a quella che negli Stati Uniti viene definita “criticality”,
ovvero l’abilità a esercitare una lettura critica della propria ricerca riuscendo a individuare punti di forza e di debolezza, porta gli artisti ad
una nuova consapevolezza rispetto alla propria ricerca artistica e al
lavoro prodotto. La frase citata in apertura esprime in poche parole ciò
che avviene durante il Manuale per artisti: si critica e si valuta il proprio
operare artistico e se ne prende pienamente il possesso e il controllo.
Per alcuni questo cammino non è del tutto indolore e la maturazione
avviene anche attraverso una ritrovata obiettività nei confronti delle
proprie opere e nella conseguente sterzata, per i più coraggiosi, della
direzione di marcia o nella correzione delle debolezze e nel consolidamento dei punti di forza.
Questa prassi ha portato i nostri artisti ad affinare la propria capacità
critica. L’esercizio costante, supportato anche dai colloqui individuali
che ognuno di loro ha avuto con Quaroni, ha raggiunto uno degli obiettivi fondamentali del workshop che è quello di sapere vedere il proprio
lavoro.
Statements 2013.2 mette in mostra dunque le opere, accuratamente
selezionate da Ivan Quaroni, che mostrano, per ognuno dei partecipanti, il punto più alto dell’attuale ricerca. La collettiva raccoglie dunque i
risultati migliori di artisti che operano distribuiti su tutto il territorio nazionale e che utilizzano i medium più diversi – dall’olio all’acquerello, dalla
foto al video all’installazione. Statements si rivela dunque, ancora una
volta, un piccolo affresco di ciò che accade in Italia per le arti visive.
La capacità di andare oltre la visione personale, alla ricerca di errori o
debolezze, è indispensabile per un artista che, abituato ormai a lavora-
Circoloquadro ringrazia Flavio Arensi, Silvia Argiolas, Vanni Cuoghi, Massimo
Dalla Pola, Pastorello, Michael Rotondi, Igor Zanti.
works
Malvina Berti
Salto, 2013, fotomontaggio e stampa digitale, 100x70 cm
è nata nel 1990 a Milano, dove vive e lavora
bertimalvina.blogspot.it
Nella mia ricerca personale il corpo è
tema e forza inarrestabile, un’espressione artistica autoreferenziale che pone le
sue radici nel dolore.
Il mio metodo inizia
con lo studio del mio corpo e un’impressione di esso, seguono scatti fotografici
e disegni preparatori, stampati con le più
svariate tecniche, dalla calcografia alla
litografia, passando per il digitale ma anche lo sviluppo ai sali d’argento.
Lavoro e sviluppo i temi dell’inadeguatezza del mio corpo, un disagio che
nasce da un incidente che ha cambiato
il mio modo di vivere la mia corporeità,
tutti questi pensieri vengono resi con
la grafica d’arte. Ecco perché nei miei
lavori l’immagine che prevale è quella
delle mie gambe, l’opera conclusa vede
quindi una parte di me, la parte più dolorosa su cui continuo costantemente a
lavorare.
Nell’opera finale voglio dunque
lasciare una trasposizione di me, un diario corporeo di un preciso vissuto che
vive in quel preciso momento, diventando un’arte esistenziale.
Alla fine le mie
opere diventano un viatico, all’autentica
ricerca di me.
La mia pittura si focalizza sui canoni di un
figurativismo dove licenze prospettiche e
mescolanza stilistica ne sono i cardini imprescindibili.
Antonio Bisignano
Donna con pane, 2012, tecnica mista, 42x30 cm
Luci ed ombre di un universo umano debole
ed arrogante, la natura e la vita quotidiana
sono concepiti e vissuti come centro e motore del mio essere artista .
La figura umana rientra come motivo rappresentato; la pastosità dei colori si contrappone ad un supporto leggero e sottile quale
la tela; l’accenno, lo sfumato, la tecnica mista, aggrediscono una superficie solida ma
morbidamente calda ed accogliente.
Ci si cala in un ambientazione surreale dove
la composizione diviene il fulcro ed il simbolo della rappresentazione in cui un dinamico cromatismo si oppone alla staticità delle
scene.
Tema ricorrente in questo universo simbolico è l’ambivalenza del punto prospettico,
legata ad una contemporanea fusione di
cosa rappresento, che si riflette molte volte nella titolazione dell’ opera. Voglio unire
i personaggi da una trama narrativa, da un
procedere di rimandi di senso, che lascino
spazio ad un'interpretazione che è semplice
raccogliere, ma che si svela lentamente.
è nato nel 1981 a Maratea (PZ), vive e lavora a Milano
[email protected]
Stefano Cerioli
Apokalipse Now, 2012, china, acrilico e pastello su carta vintage, trittico 20x26 cm cad.
Nelle mie opere convivono mondi eterogenei che si
ispirano a icone del mio tempo. Il mio stile viene influenzato e nutrito direttamente dalla Street Art, dal
Pop Surrealismo, dalla Pop Art, dai fumetti, dai codici
grafici dei tattoo e del rock. Linguaggi visivi apparentemente disomogenei che finiscono per dialogare ed
amalgamarsi creando opere cariche di simbologie e
contrasti non solo cromatici e materici.
Spesso le basi sulle quali dipingo sono formate da
collage di vecchi libri o riviste, che diventano parte
integrante della tematica e accrescono la simbologia.
Così, per esempio, le pagine ingiallite di una vecchia
edizione della Divina Commedia stampata negli anni
’50 diventano il supporto per la mia rilettura attuale,
critica, ironica e un po’ dissacrante che colma la distanza tra passato e presente, tra l’uomo di ieri e quello di oggi, lontani l’uno dall’altro soltanto nel tempo, ma
uguali di fronte alle debolezze insite nell’animo umano.
I tratti sono la sintesi di un’idea emotiva, scarni, essenziali, grafici, sottolineati dalla tempestività esecutiva
dei colori acrilici e della china.
Opere che evocano messaggi e accompagnano l’osservatore in un percorso visivo fatto di contraddizioni e
contrapposizioni, di evocazioni ed assenze descrittive.
è nato nel 1966 a Monza, vive e lavora a Milano
www.stefanocerioli.it/arte/
La ricerca e il tentativo di far convivere elementi, linguaggi e mezzi distanti e differenti è il concetto che sta
alla base di tutto il mio lavoro.
La mia ricerca pittorica trae ispirazione dall'immaginario e dalle
esperienze artistiche sorte nella
New York a cavallo tra gli anni '70
e '80. Il cinema underground, ma
soprattutto la musica No Wave hanno avuto un'importante influenza
nella mia concezione estetica: le
chitarre maltrattate, gli accordi fuori
tono ripetuti alla nausea, i fastidiosi
feedback si trasmutano in una pittura sincopata, alterata, scomposta,
ma anche ironica e anarchica.
DalCio
Jocko Homo, 2013, tecnica mista su tela, 80x80 cm
Per comunicare in modo diretto ed
energico utilizzo materiali presi in
prestito dall'edilizia, gesso e pittura
murale uniti a acrilici e oil stick, che
stendo sulla tela con spatolate e
pennellate prive di artificio.
Nelle mie opere è evidente il rifiuto dei canoni estetici tradizionali:
raffiguro perlopiù figure umane in
avanzato stato di alienazione, dove
i corpi deformi, allucinati, regrediscono fino a somigliare a dei primitivi: un'estetica che rimanda alle
correnti artistiche dell'Art Brut e del
gruppo CO.BR.A.
è nato a Pordenone, vive e lavora a Milano
www.dalcio.it
Fabio Eracle Dartizio
Tabellina, 2013, vernice spray su acetato, 42x30 cm
è nato nel 1989 a Vaprio D'Adda, vive e lavora a Busnago (MB)
[email protected].
La mia pratica artistica pone
radici nel writing, successivamente ho iniziato a dipingere
mantenendo come medium
la bomboletta, adoperata con
spatole, spugne e spazzole
industriali. Lavoro sulla trasparenza dei fogli acetati stratificando colore inversamente
a come avverrebbe su tela.
Geometrie frammentate e segni calligrafici sono due cifre
ricorrenti nei miei lavori. Del
writing oltre al mezzo conservo
l’identità Eracle, sotto la quale
realizzo dei taccuini, senza subordinare scrittura e disegno
nel ruolo di comprimari. Le
tematiche affrontate con taglio
dissacrante e viscerale, sono
psicologiche e socio-politiche,
muovendo da elementi privati
per incontrare la sfera pubblica. Ad oggi articolo ricerca
pittorica ed editoriale con linguaggi eterogenei, favorendo
l’istallazione e una progettualità dell’opera in stretto legame
con il contesto tematico/spaziale in cui sono inserito.
Attraverso la pittura intendo sviluppare una riflessione sull’Uomo, al
fine di indagare le ragioni e gli effetti delle inquietudini che lo caratterizzano e ne travagliano la natura
stessa.
Sono profondamente influenzato
dalla pittura antica, in particolare
da quella barocca, che studio e colleziono. Nel mio lavoro parto sempre da un appiglio figurativo, che
tuttavia progressivamente logoro e
deformo, estrapolando la figura da
qualsiasi contestualizzazione o “ingabbiamento” identitario. Parallelamente, l’aspirazione a scavare nelle profondità dei soggetti raffigurati
si traduce nell’esigenza di aggredire fisicamente la superficie pittorica, raschiando la tela con spazzole
o con il dorso del pennello stesso.
Dopo quest’opera di disfacimento,
intraprendo allora una parziale ricostruzione dei tratti, applicando sottili
strati di carta e di colore acrilico, nel
tentativo di ricomporre una fisionomia certamente deformata e sofferta, ma altresì autentica: quella che,
in fondo, considero come l’essenza
più intima e sincera dell’Uomo.
Jacopo Dimastrogiovanni
Lucrezia, 2012, acrilico, pastello e carte su tela, 100x80 cm
è nato nel 1981, vive e lavora a Trento
www.jacopodimastrogiovanni.it
Loretta Fiore
In un passato remoto e nel presente, 2013, serie di 12 stampe digitali, 20x30 cm
L’auto-indagine e il disagio psicologico
sono i motori propulsivi dei miei lavori.
La prima stagione della mia fotografia
si può definire la “fase dello specchio”.
Si concentra infatti quasi esclusivamente sull’autoritratto digitale, combinato all’uso di texture ed evidenti
fotomanipolazioni di parti del corpo
per ottenere un effetto di straniamento
spazio-temporale, di un sé sospeso
tra reale e irreale, o meglio tra coscienza di sé e inconscienza.
Mi interessano gli stati di inquietudine e di paura. I mostri generati dalla
mente umana, quando e dove non te
li aspetti. Essi ad esempio diventano
reali e possono essere immortalati anche con un semplice smartphone nella
metropolitana di Milano.
è nata nel 1974, vive e lavora a Milano
www. http://cargocollective.com/lorettafiore
La mia ricerca mi ha portato infine
ad esplorare la memoria attraverso i
luoghi vissuti dell’infanzia nel tentativo di ricercare, forse, l’origine dell’inquietudine e della paura. Lo faccio
questa volta con una fotografia molto
semplice e reale, senza l’ausilio di fotomanipolazioni, perché è nella realtà
del presente che voglio evocare il passato.
La mia ricerca nasce e si sviluppa dalla
necessità sempre più incalzante di riuscire a coniugare la dimensione bidimensionale con quella tridimensionale.
Flavia Gaglini
b.cubo, 2013, incisione su plexiglass, 22x22x22 cm
Inizialmente attraverso la pittura ho cercato di indagare sia uno spazio saturo,
pervaso da forme organiche stratificate,
che uno spazio scarno in cui le forme
diventano rarefatte fino a trasformarsi in
segni impercettibili.
Successivamente grazie allo spessore
minimo del plexiglass e alla sua trasparenza, che permette di moltiplicare i piani
all’infinito, sono riuscita a perfezionare la
mia ideologia così da entrare a tutti gli effetti in dialogo con lo spazio circostante.
Le lastre vengono incise al laser o manualmente con forme diverse o con la
ripetizione della stessa forma in posizione
differente e successivamente vengono
collocate in teche.
L’inserimento poi del led permette, in
condizione di buio, di definire la silhouette delle forme interne e fissa la linea di
confine che separa l’opera dall’esterno. In
condizione di luce invece crea solide ombre che vanno ad addizionarsi all’opera
rendendola completa.
è nata nel 1985 a Roma, vive e lavora a Milano
flaviagaglini.altervista.org
ottavia hiddenart
Daydreaming | In a japanese sunday afternoon, 2012, stampa di elaborazione digitale
di fotografia d'epoca su dibond e plexiglass, 80x80 cm
vive e lavora a Milano
ottaviahiddenart.blogspot.nl
Ho vissuto un’esistenza
quasi trasparente, tra
il 1903 e il 1983. Non
sono stata coraggiosa
e non ho fatto quello
che avrei voluto, non
sono riuscita a separarmi da mia madre né
dalla casa in cui vivevo.
Non mi sono sposata,
non ho avuto figli e la
mia famiglia si è estinta. Avrei voluto essere
un’artista, lavoravo nel
segreto della mia mente senza mai realizzare
le mie opere. Ora, a
trent’anni dalla morte,
mi viene data una seconda possibilità da chi
si è trovato in mano le
mie fotografie, unica
eredità della mia esistenza. Si perde facilmente la memoria delle
persone che sono state, con la mia arte lotto
contro questo: voglio
riportare in vita volti rimasti senza una storia.
La mia ricerca pittorica
si basa sulla rappresentazione di elementi
naturali che dialogano
tra loro in una dissonanza di dimensioni e
proporzioni stravolte,
al confine tra realtà
organica e astrazione.
Veronica Lovati
Posizione, 2013, olio su tela, 30x40 cm
I diversi piani della geometria scenica sono
il teatro in cui creature
solitarie e misteriose
si fondono tra loro in
un’ineffabile fluidità,
fin quasi a diventare
fantasmi della materia.
Le ambientazioni sono
minimali, prive di elementi narrativi, dove
la manifestazione del
soggetto lascia grande
spazio all’inesplicabile, in un microcosmo
vago ed ambiguo.
Un mondo indefinito
dove ciò che appare
può non essere ciò
che è.
è nata a Milano, vive e lavora a Trezzo sull’Adda (MI)
www.veronicalovati.com
Christian Masuero
Bianco n° 1, 2013, render 3D e fotocomposizione digitale su forex, 70x70 cm
è nato nel 1981 a Genova, dove vive e lavora
[email protected]
La maggior parte dei miei
lavori si presenta sotto forma di elaborazioni digitali a
carattere illustrativo-figurativo stampate su tela o forex, ottenute tramite l’unione e la stratificazione delle
più svariate immagini di
partenza (prevalentemente
fotografie o rendering 3D),
con molteplici elementi acquisiti, il più delle volte, da
scatti naturalistici o di particolari. L’obiettivo che mi
pongo è quello di portare
l’osservatore a ripercorre
una sorta di “viaggio onirico”, attraverso immagini
virtuali che affondano le
loro radici in soggetti archetipici (il tema del corpo
trasfigurato e modificato,
il rapporto dell’uomo con
l’ambiente che lo circonda, il viaggio, il confronto
con elementi di dimensioni
ipertrofiche, ecc.), atti far
scaturire in esso emozioni
rasentanti il classico “senso del sublime”.
La mia ricerca artistica nasce dal bisogno di
esprimere e sondare in profondità l'universo
femminile. L’intuizione si lega al mio vissuto e
a frammenti di storie ascoltate che si depositano dentro di me e che restituisco attraverso
l’esperienza pittorica.
Elena Menga
The wolf and the girl, 2013, olio su tela, 120x100 cm
Il lavoro ha inizio con una ricerca iconografica
fatta di foto che scatto o che mi faccio scattare; poi, giocando con le immagini e disegni
improvvisati, scelgo la composizione che più
si avvicina all’intuizione e alle parti emotive
coinvolte in quell’istante.
A partire da un segno incisivo, al quale raramente riesco a rinunciare, prendono vita, isolate in un tempo e spazio eterni, le mie donne
che raccontano la loro storia all’osservatore:
oscillando tra convenzioni, espressione di
bisogni profondi, sondo tutti gli aspetti della
vita accogliendone anche le contraddizioni e
le zone d’ombra.
Oggi utilizzo prevalentemente la pittura ad
olio che uso liberamente, con colature o impasti più densi, con pennellate decise che
posso riprendere o abbandonare ossessivamente. Prediligo gli accostamenti di tonalità
contrastanti e intense che trascendono la
realtà, per creare delle dissonanze e delle
stratificazioni di colore come se fossero uno
specchio della complessità dell’esistenza.
è nata nel 1971, vive e lavora a Milano
www.elenamenga.com
Francesco Messina
La triste verità, 2013, olio su carta, 28x20 cm
Il mio lavoro è una risposta alla realtà del quotidiano caos che genera
il mondo. Ogni giorno attraverso i
media d’informazione assorbo una
consistente dose di notizie, che
mi provocano varie spaccature
d'animo. In un solo giorno si resta
passivi davanti alla morte, al sesso,
alla politica e alla violenza. Questo
destruttura i miei soggetti, li spezza
e sono io a dover ricollocare tutti i
pezzi e trovarne un equilibrio.
Tramite il colore ad olio riesco ad
ottenere quella corposità che rispecchia il peso della frattura che
porto dentro.
Nei miei lavori si respirano stati
d’innamoramento non corrisposto,
quel dolore e quella emozione che
ci fanno capire di essere vivi. Quel
vuoto nello stomaco che annulla
tutto il resto, quella ricerca spasmodica di equilibrio. Perché oggi tutto
cerca un equilibrio, che sia mentale, fisico o meccanico.
è nato nel 1979 a Catania, dove vive e lavora
www.francescomessina.net
Infine sento che il mio lavoro è
pronto quando tutti i pesi dei colori
formano una stabilità, come una
formula chimica, ma cromatica.
Mi chiamo Roberto Persichini in arte robeperse, il mio
nikname non ha solo a che fare con la contrazione del
mio nome e cognome, ma è anche una dichiarazione
d'intenti, cioè io utilizzo la tecnica mista dell'assemblage
usando materiali di recupero che mi permette di realizzare qualcosa di unico, ciò rispecchia il mio soprannome.
RobePerse
( Kia
Paladino ( Klemente, 2012, tecnica mista su tela 120X100 cm
( Kukki
Come formazione vengo da una scuola di comunicazioni
visive, dove si insegna grafica pubblicitaria, fotografia e
ripresa cinetelevisiva, inizialmente ho sviluppato un percorso più rivolto ai multipli, sia che mi servissi dell'incisione grafica, sia della fotografia, sia della video art.
Poi la svolta, ho deciso di dedicarmi alla pittura coi pezzi
unici, per farlo ho dovuto esercitarmi parecchio per avere
quello che si usa dire “una buona mano”; perciò con la tecnica pittorica ho da prima illustrato i linguaggi e i miti dei
giovani d'oggi, utilizzando la street-art painting con uso di
bombolette spray e smalti liquidi su cartoni, poi sono passato alle tematiche che mi stano più a cuore nell'ambito
storico/sociale o del recente passato, come il fenomeno
degli indignati, dove con tecnica mista l'assemblage e lo
stile del fumetto che posizionando più inquadrature sulla
tavola crea lo storybord narravo, evidenzando in maniea
schematica visivamente ciò che è accaduto.
Di recente sto usando lo stile artistico astratto/informale
col quale sviluppo un indagine introspettiva tra le pieghe
della mia anima, usando colori freddi ad olio ed acrilico,
tinte scure e catrame bruciato rivelo le angosce e i dolori
che mi affliggono, con tinte calde luminose colori sgargianti stese su tela, metto in luce la mia gioia di vivere.
è nato nel 1969 a Milano, dove vive e lavora
[email protected]
Leandro Russo
Apparently they were reconciling with nature, 2013, ecoline e china su tela, 70x100 cm
Il mio lavoro nasce dall'esigenza di raccontare la natura
umana ed i suoi istinti attraverso l'espressività figurativa.
I soggetti, gli attori dei miei quadri sono proiezioni di me
stesso e di quello che il mondo riversa su di me: angosce,
repressioni di qualsivoglia genere, ipocrisie, violenza, bellezza...
Nella maggior parte dei casi intervengo direttamente sul
supporto senza la preparazione di bozzetti o studi di qualsiasi genere; mi lascio guidare dall’istinto e la tecnica dell’
acquerello mi permette di esternare tutto in modo immediato, nervoso con tratti volutamente sporchi ed essenziali.
Il sesso è un istinto primario. Nascono allora scene di incontri e scontri fisici, contatti, confronti che si concretizzano
all’interno di luoghi ben precisati: dark room dove riuscire
ad essere finalmente se stessi e dare sfogo alla propria
natura.
Natura che ancora si manifesta con la violenza come unico
strumento di dinamismo sociale nei rapporti di produzione
e proprietà. Dalla primavera araba alle manifestazioni di
piazza di lavoratori o studenti attanagliati dal precariato, lo
scontro è inevitabile.
Da qui un senso di attesa per qualcosa che tarda ad arrivare: che si tratti di evoluzione sociale, di crescita spirituale
o di conquiste personali sembra non esserci soluzione alcuna.
è nato nel 1973 a Catania, dove vive e lavora
www.leandrorusso.com
Arriva allora la consapevolezza della grandiosità della natura che per quanto ottusamente devastata avrà comunque il suo inesorabile corso con o senza di noi.
Dipingo corpi, le mie tele hanno una propria identità, esse stesse mi ispirano rendendo ogni lavoro unico ed irripetibile,
visto l’utilizzo di colori temporanei lavabili
con acqua. La performance è la forma in
cui si può apprezzare al meglio la vera
natura del body painting, che poi catturo e reinterpreto con fotografie, video e
screenshot . Ritengo fondamentale che
i miei modelli comprendano e sentano il
significato di ciò che voglio realizzare ed
esprimere: la loro emotività è parte fondamentale dell’opera. Utilizzo la forma più
antica dell’arte reinterpretandone i fini, le
modalità, i materiali ed i media, nelle forme
più attuali: colori studiati per il corpo, video
digitali , luci di wood e stroboscopiche, lenti a contatto sclera, ecc. Le mie performance hanno in comune la pittura sul corpo,
ma sono estremamente differenti tra loro
a seconda di ciò che voglio esprimere: atti
teatrali, coreografie, musiche create ad
hoc, proiezioni, colori fluorescenti, ecc.
Con le mie opere parlo di quello che vedo
nel mondo e nella natura umana degli anni
2000 da cui mi scaturiscono emozioni forti
quali l’inquietudine, la tristezza, il dolore, lo
stupore, il fascino, l’estasi. Porto tutto ciò
sulla pelle per toccare le corde più antiche
e intime dell’essere umano.
Elena Tagliapietra
W.instinct, video digitale, 1.45 min, ed. 9 + 2 p.a. (Courtesy by Galleria M&D Arte - Gorgonzola)
è nata nel 1974 a Venezia, vive e lavora tra Milano e Venezia
www.elenatagliapietra.it
Anna Turina
Crisi d’identità d’un coniglio contemporaneo (ovvero la vera
storia di Banny il coniglio), 2013, tecnica mista, 40x40x42 cm
è nata nel 1973 a Santa Maria Hoè, dove vive e lavora
[email protected]
Avvalendomi di differenti mezzi, spesso, cerco di focalizzare delle situazioni in
cui il fruitore possa interagire, attivare, completare l’opera. Queste situazioni le
indico come “luoghi”: spazi (anche mentali) ove il visitatore è considerato come
interlocutore ed ha la possibilità di oltrepassare i limiti imposti dallo scambio
meramente percettivo del momento artistico. Solitamente, seguo le regole di
un’indagine empirico/ludica per avvicinarmi al fruitore in maniera semplice e
diretta. Ciascuno può intervenire servendosi della personale esperienza cognitiva e del suo individuale rapporto con la realtà esterna. Di fronte alla microinstallazione Crisi di identità di un coniglio contemporaneo, relativa alla storia di
Banny il coniglio (ipotetico personaggio fuggito da una gabbia), l’osservatore
può scorgere degli indizi che lo portano a riflettere su chi fosse il soggetto
assente. Le tracce date sono rimandi a immagini/informazioni già storicizzate
nell’inconscio collettivo (come, ad esempio, La ragazza con l’orecchino di perla
di Vermeer, piuttosto che lo sbarco sulla luna), mentre altri richiami al contemporaneo possono smuovere la curiosità di chi/cosa è il non storicizzato (ad
esempio, il Quadro in Erba di Vittorio Comi). Un approccio più fisico è dato dal
Nido e dall’Albero di latta. Al di là dei significati iconografici attribuibili, nel primo,
il grande formato e la possibilità di entrarvi permette di inglobare il fruitore divenendo egli stesso l’osservato; nel secondo sussiste la possibilità di muovere
ciò che apparentemente è considerato immobile. Prima di raggiungere il mio
obiettivo sperimento delle microstorie, realizzo personaggi/luoghi che potrebbero fare parte di un mondo a sé attraverso schizzi, appunti anche scultorei.
Queste esperienze, la cui finalità è comunque quella di essere condivise e condivisibili, sono documentate in tutte le loro sfaccettature: attraverso scatti fotografici, disegni preparatori o di approfondimento, pezzi installativi, testi scritti...
si generano, in tal modo, indicazioni di micromondi da scoprire di volta in volta.
Una curiosità: “Banny the Rabbit è una lepre addomesticata o un coniglio in
cerca della sua vera identità? Banny è anche Banny XVII che anagrammato
diviene VIXI. Per questo vi domando: Banny è ancora vivo?” (da La vera storia
di Banny il coniglio. W.P.)
Il mio lavoro nasce nell'unire la mia esperienza nel mondo della moda con i grandi
amori dell'infanzia e dell’ adolescenza.
Silvia Vigano'
To dream or not..., 2012, tecnica mista su tela, 80x80 cm
Il mondo del glamour è una grande passione, l’essere un’amante di cartoon e fiabe ed
una Barbie addicted mi porta a creare dipinti dove il soggetto, che è sempre femminile,
vive in mondi fantastici insieme ad animali
surreali come se fossero tutti intrappolati
inconsciamente in un paradiso artificiale.
Le superfici delle tele sono mosse, increspate, il colore è steso in modo più o meno
piatto, le figure sono ben definite da contorni precisi e molto visibili, ricordano i bozzetti
che disegnavo durante il corso da fashion
designer e magicamente tutto si fonde nel
caos di fantastici giardini edenici.
Il cromatismo è molto brillante e potente a
volte psichedelico ed è il mezzo con il quale
rapisco il pubblico per catapultarlo in caleidoscopiche visioni.
Per concludere vorrei citare la frase di
Lewis Carrol tratta da Alice’s adventures in
wonderland: “Se avessi un mondo come
piace a me, là tutto sarebbe assurdo, niente
sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come
non è, e viceversa; ciò che è, non sarebbe
e ciò che non è, sarebbe”.
è nata nel 1978, vive e lavora a Carate Brianza (MB)
www.silviavigano.it
Stampato in 500 esemplari
in occasione della mostra
STATEMENTS 2013.2
a cura di Ivan Quaroni
© Milano, 20-28 giugno 2013
martedì > venerdì - 15.00 > 19.00
Testo
Arianna Beretta
Progetto grafico
Massimo Dalla Pola
Crediti
© Gli autori (testi e opere)
Nessuna parte di questo catalogo può essere
riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o
con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico
o altro senza l'autorizzazione scritta dei
proprietari dei diritti.
Tutti i diritti riservati.
Circoloquadro
via Thaon di Revel 21, Milano | tel. +39 026884442
www.circoloquadro.com | [email protected]
Malvina Berti
Antonio Bisignano
Stefano Cerioli
DalCio
Fabio Eracle Dartizio
Jacopo Dimastrogiovanni
Loretta Fiore
Flavia Gaglini
ottavia hiddenart
Veronica Lovati
Christian Masuero
Elena Menga
Francesco Messina
robeperse
Leandro Russo
Elena Tagliapietra
Anna Turina
Silvia Vigano'
a cura di Ivan Quaroni