Dalla visita ai defunti una lezione per noi vivi
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Dalla visita ai defunti una lezione per noi vivi
ANNO 55 - N. 18 NOTO, 9 NOVEMBRE 2014 VISITA PASTORALE A MODICA PRESSO LA COMUNITÀ DI PARROCCHIE “SACRO CUORE - MADONNA DELLE LACRIME - SAN LUCA” SERVIZI A PAG. 4 PERIODICO DELLA DIOCESI DI NOTO Direzione e Redazione, Via Mons. Blandini n. 7 - 96017 NOTO, Tel. 0931 573868 - Fax 0931 1846661 Amministrazione, Via Mons. Blandini n. 6 - 96017 NOTO, Tel. 0931 835286 - Fax 0931 573310 Editoriale di Pino Malandrino i Leopolda e di Piazza S. Giovanni sentiremo parlare ancora a lungo. Il 25 ottobre, da qui in avanti, sarà ricordato come il giorno in cui si è consumata la frattura, forse insanabile, fra il partito ed il sindacato della sinistra. I fatti sono noti: a Firenze, in una stazione ferroviaria dismessa, chiamata “Leopolda”, adibita a sede per meeting, congressi e manifestazioni varie, la maggior parte del Partito Democratico si è riunita attorno al Presidente del Consiglio e Segretario del partito Matteo Renzi. A Roma, in piazza S. Giovanni, la minoranza dello stesso partito partecipa ad una manifestazione del Sindacato CGIL - quasi un milione di lavoratori e pensionati – per protestare contro il governo e le sue politiche. Il particolare che ha suscitato “scandalo” e che inciderà fortemente sul futuro del partito è che, nella stessa giornata, il PD si è trovato, per così dire, diviso su due “ piazze”. Non era mai successo che esponenti di un partito e di un sindacato di sinistra manifestassero, insieme, contro un presidente del consiglio anch’egli di sinistra. Ma ancor di più, meraviglia il fatto che un partito prestigioso, che può vantare notevoli meriti nella costruzione del nostro sistema democratico, un crocevia fra culture diverse - comunisti, cattolici e socialisti - stia rischiando di frantumarsi proprio nel momento in cui sta raccogliendo vasti consensi. continua a pag. Dalla visita ai defunti una lezione per noi vivi 2 NELL’ INSERTO V CONVEGNO INTERNAZIONALE DI BIOETICA R 2,00 IL VESCOVO NELLA COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI LA MATTINA A NOTO E NEL POMERIGGIO A MODICA UN PARTITO SU DUE PIAZZE D Poste Italiane Spa Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, Siracusa iflettere sulle vicende umane, indagare le sempre più complesse trame della modernità, interpretare con lucida cognizione l’incedere dei tempi nella storia dell’uomo non è vana disquisizione intellettuale o esercizio filosofico. L’opera della ragione, animata dalla luce della grazia, è sempre applicazione concreta della carità: infatti, a nulla giova affannarsi in faccende senza un serio discernimento intellettuale e ancor più spirituale. La quinta edizione del Convegno Internazionale di Bioetica ha proposto uno stimolante itinerario investigativo a riguardo l’identità personale analizzata come realtà complessa e plurideterminata, sensibile alle ricadute culturali, sociologiche e giuridico-politiche. “D obbiamo venire più spesso al cimitero”, ha detto il Vescovo nel corso dell’omelia pronunciata domenica scorsa, 2 novembre, al camposanto di Noto. La posizione stessa della “città dei morti” di Noto - su una spianata di fronte alla città - ha costituito un riferimento costante nella riflessione, particolarmente efficace, del nostro Vescovo Antonio. Il Vangelo di Matteo, proclamato in questa liturgia eucaristica si è prestato alla perfezione alle varie applicazioni che Mons. Staglianò ha offerto in questa ricorrenza particolarmente sentita dal popolo. Cosa vediamo, cosa circola nella cosiddetta “città dei vivi”, ha detto il Vescovo, per definirci veramente persone vive? Gli stili di vita, spesso dissennati, la ricerca del piacere, le attrazioni che vengono dall’ipermercato, gli orribili episodi di violenza, le tante piaghe sociali. Tutto questo può veramente attestare che viviamo in una città di vivi? E, ancora, con tutto quello che accade sotto i nostri occhi, possiamo ancora fregiarci dell’appellativo di umani? “Purtroppo, ha detto il Vescovo, abbiamo criteri diversi per stabilire chi sono i vivi e chi sono i morti”. Quando riteniamo di possedere tutto per sentirci vivi, forse, proprio allora, rischiamo di morire. Quale migliore occasione, allora, per riflettere sulla nostra umanità e pensare, credenti e non credenti, a quel giorno in cui tutti saremo chiamati a rispondere del nostro operato. Dovremmo, allora, prepararci, fin d’ora, ha detto il Vescovo, all’esame che sosterremo al termine della nostra vita terrena. Al cospetto di Dio, nel giorno del giudizio finale, potremmo presentarci o da vivi o da morti. Al cospetto di Dio sono vivi tutti coloro che, pur avendo concluso il pellegrinaggio terreno, potranno superare l’esame più importante: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto” Matteo (25,31-46). “Se brilleremo di qualche luce- ha detto Mons. Staglianò- , se ci presenteremo carichi d’amore, allora l’esame sarà superato e continueremo ad essere vivi”. Soltanto questa è la condizione per entrare in Paradiso. “Se, al contrario - ha precisato il Vescovo- ci si presenta oscurati, senza neppure una luce accesa, neppure il Padreterno ci vedrà!”. E, in più, saremo destinati a morire due volte. La prima, per tutte quelle volte in cui non saremo stati capaci di vivere atti d’amore, quando, cioè, saremo rimasti indifferenti davanti a chi è nel dolore e nella sofferenza. La seconda volta quando i nostri occhi, poveri di emozioni e d’amore, si chiuderanno. È per questo che “nella città dei vivi, forse, si trovano più morti che non in questo cimitero”, ha detto il Vescovo. Ed ha continuato: “morti sono tutti coloro che hanno ucciso la verità, chi ha oscurato la bellezza di Dio che è in lui!”. E, ha concluso, “Se non è questa la morte, cos’è la morte?”. Ecco perché è molto opportuno venire più spesso al cimitero. Qui, sicuramente, troveremo persone “vive”, che ancora parlano con la loro testimonianza di vita, quelle anime, cioè, che durante la loro vita hanno brillato per amore. Non a caso la festa di tutti i santi si celebra il giorno precedente a quello della commemorazione dei fratelli defunti. A voler dire che i santi sono tutti coloro che sono risorti prima di morire. E oggi li aspergiamo con l’acqua, a ricordo del Battesimo che li ha tenuti legati a Cristo e li incensiamo per rendere onore al corpo che ha brillato di quella luce che non tramonta mai e che è destinato alla risurrezione! PAGINA DUE CULTURA CARITAS ATTUALITÀ PAPA FRANCESCO INCONTRA I MOVIMENTI SOCIALI Terra, casa e lavoro, diritti sacrosanti diù ogni uomo pag. 2 CONCLUSO A MONREALE L’ANNO CENTENARIO DEL SDD G. GIAQUINTA La chiamata alla santità è per tutti a pag. 3 CONTEMPLATTIVI... DALLA TERRA LA VITA Coniugare servizio e preghiera: alcune esperienze delle Caritas vicariali di Modica, Zappulla e Ispica La Giornata Nazionale del Ringraziamento ci obbliga ad una riflessione sullo sfruttamento della natura a pag. 7 a pag. 11