Rialzati, rialziamoci! Per te, per noi, Dio si è fatto uomo Ci sono dei
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Rialzati, rialziamoci! Per te, per noi, Dio si è fatto uomo Ci sono dei
Anno 50 - n. 22 Noto, 29 Novembre 2009 ● IL PUNTO Non solo sbarchi P PERIODICO DELLA DIOCESI DI NOTO Direzione e Redazione, Via Mons. Blandini n. 7 - 96017 NOTO, Tel./Fax 0931 573868 Amministrazione, Via Mons. Blandini n. 6 - 96017 NOTO, Tel. 0931 835286 - Fax 0931 573310 Editoriale Ripartire dalla partecipazione C i sono dei fatti che hanno una valenza che va ben oltre il loro significato immediato. La minacciata chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, tanto per fare un esempio, non costituisce una novità assoluta, dal momento che questa volontà in passato è affiorata più di una volta. Diventa oggi un segno negativo se si guarda al dopo crisi (il Governo continua a dire che la ripresa è in arrivo). Potrebbe significare, infatti, che quando si supererà la crisi e si riprenderà a produrre, lì ci sarà uno stabilimento in meno e quindi opportunità di lavoro in meno. Anche l’annunciata chiusura dello stabilimento dell’Alfa Romeo di Arese – uno dei simboli della Milano industriale - ha lo stesso emblematico significato. Anche più grave, se si pensa che la produzione dismessa in Italia viene, di solito, trasferita nei Paesi dell’Est europeo dove i costi della manodopera sono più convenienti. Se poi volgiamo lo sguardo verso altri ambiti (per esempio, il prosciugamento, frutto di tanti anni di malgoverno, delle risorse finanziarie di Regione, Comuni e ASL, cioè gli enti che gestiscono i servizi socio sanitari dei cittadini), scorgiamo segnali che, già oggi, hanno una valenza negativa, ma che potrebbero rivelarsi ancora più gravi domani, quando avremo bisogno di una maggiore quantità di risorse per ripartire. Molti Comuni non sono più in grado di raccogliere la spazzatura e da anni non curano l’ambiente, risparmiano sui servizi sociali e sulla manutenzione di strade e piazze; le ASL riducono le prestazioni sanitarie e aumentano la quota di partecipazione (ticket) dei cittadini alla spesa. All’orizzonte si intravede l’enigma del federalismo fiscale, con gli immaginabili effetti per il nostro Sud, a corto di risorse economiche. Noi cittadini ci chiediamo cosa dobbiamo fare. Gli spazi di intervento, riconosciamolo, sono pochi, considerata anche l’irreversibilità di certe situazioni. Possiamo però cambiare atteggiamento. Passare, cioè, da spettatori passivi e disinteressati, come è stato fino ad oggi, ad attori protagonisti del nostro avvenire. Un popolo adulto non può piegarsi di fronte agli eventi sfavorevoli. Deve guardare avanti, valutare, pensare e partecipare. I recenti convegni celebrati nella nostra Chiesa locale, qualcosa ce l’hanno pure detta. Come la rappresentazione dei doveri del laico fatta da Savagnone: “il laico è colui che è chiamato a portare negli ambienti dove si trova ad operare (famiglia, lavoro, quartiere, scuola, città, politica, etc.) la voce della comunità cristiana, il suo annuncio di salvezza, e nella comunità la voce di questi ambienti, con i loro problemi, le loro esigenze, le loro conquiste, superando il dualismo sacro-profano”. Le risposte ai problemi posti dalla società di oggi devono necessariamente investire il modo di pensare e di agire di tutti i cittadini, comportandone un cambiamento radicale nella mentalità e nei comportamenti individuali e collettivi. Dopo anni di assenza, spesso colpevole, dalla vita sociale, è arrivato il momento di riscoprire la nostra “vocazione” di cittadini, allungando lo sguardo nelle attività delle Istituzioni, primi fra tutti, i nostri comuni, dove viviamo ed operiamo.. Pino Malandrino aura degli sbarchi? Paura per l’Italia “invasa dagli stranieri dei barconi”? Niente di più falso! E’ quanto afferma la CEI-Migrantes. Solo l’1% arriva coi gommoni. Lo scorso anno sono state rimpatriate 17.880 persone e 6.358 sono state respinte alla frontiera. I lavoratori stranieri mandano a casa qualcosa come sei miliardi e mezzo di euro, rimesse che per molti paesi sono indispensabili. L’età media dei lavoratori stranieri è di 31 anni, contro i 43 degli italiani. L’immigrazione è una ricchezza demografica, avverte il Rapporto Caritas. Tra i giovani immigrati sono soprattutto le ragazze che puntano all’emancipazione economica ed individuale con conseguenti strappi con le loro famiglie. Il Rapporto infine smentisce il luogo comune della paura dell’islamismo. La metà degli immigrati è cristiana, mentre i musulmani sono solo un terzo del totale. Salvatore Puglisi Poste Italiane Sped. in a.p. 70% - D.C.B. - Sicilia/SR 2,00 Rialzati, rialziamoci! Per te, per noi, Dio si è fatto uomo Anche in tempi difficili siamo chiamati a sperare, a “piantare vigne”. Guardando al futuro di Dio iniziato in Gesù, Dio con noi. E così rialzarci, rinascere! Noi, e le nostre città. Sempre ricordando che ridiventiamo fecondi solo se coltiviamo attesa e vigilanza operose. S ulla crisi si è parlato tanto. Mentre se ne parla, tante cose vanno alla deriva. E non ci viene facile capire cosa conti veramente e verso dove andare: c’è, infatti, tanta nebbia, tanto smarrimento. Anche se, per chi le vuole cogliere, non mancano luci orientative. Penso per esempio al grande tema che i vescovi ci affidano per il prossimo decennio: ripartire dall’educazione. Quando si assume questo punto di vista, si deve necessariamente superare la rassegnazione, perché si educa solo trasmettendo speranza e lasciandosi muovere da un amore capace di lottare e di sempre ricominciare. Penso a tante forme di resistenza nel nostro Paese e nel mondo. Sull’acqua, che deve restare bene pubblico per sua stessa natura, come ci ricorda il papa nell’enciclica “Caritas in veritate”. Contro la fame che uccide un miliardo di persone, non perché manca il cibo, ma perché il nostro mondo resta ingiusto. Per far valere il bene comune sull’interesse privato: nelle nostre città come nell’Abruzzo ancora ferito dal terremoto, a Butembo-Beni come in Italia. Ma ora, 29 novembre prima domenica di Avvento, sopraggiunge anzitutto un messaggio che lega il presente al futuro in modo forte. E non a un futuro qualsiasi ma al futuro che Dio ci dona. Un messaggio che parte da una strutturazione del tempo offerta, certamente in primo luogo ai credenti, ma anche a tutti coloro che vogliono scorgere un orizzonte al di là dell’immediato, a tutti coloro che non rinunciano a sperare malgrado tutto per quel senso di responsabilità insito nell’essere uomini. Il messaggio essenziale riguarda una speranza che diventa concreta ogni qual volta si ha la forza, non solo di resistere, ma anche di ricominciare, di “piantare vigne” in mezzo alla distruzione. Al cuore del messaggio c’è il Dio che si è fatto uomo nascendo da una donna. E se ad ogni nascita è come se tutta l’umanità ricominciasse, ancor più questo è diventato vero e reale dal momento in cui Dio stesso così con la sua Incarnazione ha inaugurato i tempi nuovi. Per accogliere il dono, però, e per ridiventare veramente fecondi, nascita e rinascita richiedono vigilanza e attesa operose. Ecco perché in queste pagine, eco della Chiesa di Noto, si possono ritrovare parole ed esperienze che anzitutto vogliono ridare fiducia a tutti. Che vogliono aiutare tutti a rimettersi in piedi. Che vogliono rigenerare cittadinanza, con l’attenzione particolare propria di chi ama per i giovani, esplicitata nella “parola di amore” che all’inizio dell’Avvento il nostro Vescovo ha consegnato alle nuove generazioni nella Veglia in cattedrale, in cui vi è stata anche la testimonianza di due giovani dell’Aquila, ulteriore tappa del gemellaggio con cui restiamo accanto con fedeltà. “Rialzati, per te Dio si è fatto uomo”: il tema dell’Avvento di quest’anno allora non è solo uno slogan, ma una parola capace di realizzarsi -se sappiamo accogliere con gratitudine, stupore e disponibilità a sempre rinascere- il messaggio e la realtà della venuta del Figlio di Dio in mezzo a noi. Fino a ricevere la capacità di “generare”, in sintonia con il desiderio di Dio “che non è soddisfatto prima di avere generato in noi suo Figlio” (Meister Eckhart). Maurilio Assenza IL PROSSIMO 7 DICEMBRE IN CATTEDRALE Ordinazione presbiterale di due diaconi del nostro Seminario diocesano A lle ore 17 del prossimo 7 dicembre, lunedì, vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione, nella chiesa Cattedrale a Noto, il nostro Vescovo, Mons. Antonio Staglianò, durante una solenne celebrazione dell’Eucaristia, conferirà il Sacramento dell’Ordine del Presbiterato a due diaconi del nostro Seminario: don Salvo Bella e don Michele Iacono, ambedue originari della Parrocchia Chiesa Madre in Pozzallo. A don Salvo e don Michele “La Vita Diocesana”, a nome di tutta la nostra Chiesa netina, augura un ministero presbiterale pienamente ispirato ai sentimenti di Cristo Gesù Buon Pastore che dona la vita per le sue pecorelle e che è venuto nel mondo non per essere servito, ma per servire e sacrificarsi per la salvezza dell’umanità intera. I nostri lettori vogliano pregare per la loro santificazione e per il loro gioioso servizio nel costruire il Regno di Dio, che è Regno di gratuità e di amore, di riconciliazione, e di giustizia solidale, di fraternità e di pace. Rag. Gaetano Caristia & Figli CONSULENZA ASSICURATIVA PER ENTI RELIGIOSI Dove siamo: SIRACUSA -Corso Gelone, 88 Recapiti: ☏ 0931 - 66849 0931 - 22180 www.caristiassicurazioni.it [email protected]