Rialzati, rialziamoci! Per te, per noi, Dio si è fatto uomo Ci sono dei

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Rialzati, rialziamoci! Per te, per noi, Dio si è fatto uomo Ci sono dei
Anno 50 - n. 22
Noto, 29 Novembre 2009
● IL PUNTO
Non solo sbarchi
P
PERIODICO DELLA DIOCESI DI NOTO
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Editoriale
Ripartire dalla
partecipazione
C
i sono dei fatti che hanno una valenza che va ben oltre il loro significato immediato. La minacciata
chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, tanto per fare un esempio,
non costituisce una novità assoluta, dal
momento che questa volontà in passato
è affiorata più di una volta. Diventa oggi
un segno negativo se si guarda al dopo
crisi (il Governo continua a dire che la
ripresa è in arrivo). Potrebbe significare,
infatti, che quando si supererà la crisi e
si riprenderà a produrre, lì ci sarà uno
stabilimento in meno e quindi opportunità di lavoro in meno. Anche l’annunciata chiusura dello stabilimento dell’Alfa
Romeo di Arese – uno dei simboli della
Milano industriale - ha lo stesso emblematico significato. Anche più grave, se
si pensa che la produzione dismessa in
Italia viene, di solito, trasferita nei Paesi
dell’Est europeo dove i costi della manodopera sono più convenienti. Se poi volgiamo lo sguardo verso altri ambiti (per
esempio, il prosciugamento, frutto di tanti anni di malgoverno, delle risorse finanziarie di Regione, Comuni e ASL, cioè gli
enti che gestiscono i servizi socio sanitari
dei cittadini), scorgiamo segnali che, già
oggi, hanno una valenza negativa, ma
che potrebbero rivelarsi ancora più gravi
domani, quando avremo bisogno di una
maggiore quantità di risorse per ripartire. Molti Comuni non sono più in grado
di raccogliere la spazzatura e da anni
non curano l’ambiente, risparmiano sui
servizi sociali e sulla manutenzione di
strade e piazze; le ASL riducono le prestazioni sanitarie e aumentano la quota di
partecipazione (ticket) dei cittadini alla
spesa. All’orizzonte si intravede l’enigma
del federalismo fiscale, con gli immaginabili effetti per il nostro Sud, a corto di
risorse economiche. Noi cittadini ci chiediamo cosa dobbiamo fare. Gli spazi di
intervento, riconosciamolo, sono pochi,
considerata anche l’irreversibilità di certe
situazioni. Possiamo però cambiare atteggiamento. Passare, cioè, da spettatori
passivi e disinteressati, come è stato fino
ad oggi, ad attori protagonisti del nostro
avvenire. Un popolo adulto non può piegarsi di fronte agli eventi sfavorevoli. Deve
guardare avanti, valutare, pensare e partecipare. I recenti convegni celebrati nella
nostra Chiesa locale, qualcosa ce l’hanno
pure detta. Come la rappresentazione
dei doveri del laico fatta da Savagnone:
“il laico è colui che è chiamato a portare
negli ambienti dove si trova ad operare
(famiglia, lavoro, quartiere, scuola, città,
politica, etc.) la voce della comunità cristiana, il suo annuncio di salvezza, e nella
comunità la voce di questi ambienti, con i
loro problemi, le loro esigenze, le loro conquiste, superando il dualismo sacro-profano”. Le risposte ai problemi posti dalla
società di oggi devono necessariamente
investire il modo di pensare e di agire di
tutti i cittadini, comportandone un cambiamento radicale nella mentalità e nei
comportamenti individuali e collettivi.
Dopo anni di assenza, spesso colpevole,
dalla vita sociale, è arrivato il momento
di riscoprire la nostra “vocazione” di cittadini, allungando lo sguardo nelle attività delle Istituzioni, primi fra tutti, i nostri
comuni, dove viviamo ed operiamo..
Pino Malandrino
aura degli sbarchi? Paura per l’Italia “invasa dagli stranieri dei barconi”? Niente
di più falso! E’ quanto afferma la CEI-Migrantes. Solo l’1% arriva coi gommoni. Lo
scorso anno sono state rimpatriate 17.880
persone e 6.358 sono state respinte alla
frontiera.
I lavoratori stranieri mandano a casa qualcosa come sei miliardi e mezzo di euro,
rimesse che per molti paesi sono indispensabili. L’età media dei lavoratori stranieri è
di 31 anni, contro i 43 degli italiani. L’immigrazione è una ricchezza demografica,
avverte il Rapporto Caritas. Tra i giovani
immigrati sono soprattutto le ragazze che
puntano all’emancipazione economica ed
individuale con conseguenti strappi con le
loro famiglie. Il Rapporto infine smentisce
il luogo comune della paura dell’islamismo.
La metà degli immigrati è cristiana, mentre
i musulmani sono solo un terzo del totale.
Salvatore Puglisi
Poste Italiane Sped. in a.p.
70% - D.C.B. - Sicilia/SR
2,00
Rialzati, rialziamoci!
Per te, per noi, Dio si
è fatto uomo
Anche in tempi difficili
siamo chiamati a
sperare,
a “piantare vigne”.
Guardando
al futuro di Dio
iniziato in Gesù,
Dio con noi.
E così rialzarci,
rinascere!
Noi, e le nostre città.
Sempre ricordando
che ridiventiamo
fecondi
solo se coltiviamo
attesa e vigilanza
operose.
S
ulla crisi si è parlato tanto.
Mentre se ne parla, tante cose
vanno alla deriva. E non ci viene facile capire cosa conti veramente
e verso dove andare: c’è, infatti, tanta nebbia, tanto smarrimento. Anche se, per chi le vuole cogliere, non
mancano luci orientative. Penso per
esempio al grande tema che i vescovi ci affidano per il prossimo decennio: ripartire dall’educazione. Quando si assume questo punto di vista,
si deve necessariamente superare la
rassegnazione, perché si educa solo
trasmettendo speranza e lasciandosi
muovere da un amore capace di lottare e di sempre ricominciare. Penso
a tante forme di resistenza nel nostro Paese e nel mondo. Sull’acqua,
che deve restare bene pubblico per
sua stessa natura, come ci ricorda
il papa nell’enciclica “Caritas in veritate”. Contro la fame che uccide
un miliardo di persone, non perché
manca il cibo, ma perché il nostro
mondo resta ingiusto. Per far valere
il bene comune sull’interesse privato:
nelle nostre città come nell’Abruzzo ancora ferito dal terremoto, a
Butembo-Beni come in Italia. Ma
ora, 29 novembre prima domenica
di Avvento, sopraggiunge anzitutto
un messaggio che lega il presente al
futuro in modo forte. E non a un futuro qualsiasi ma al futuro che Dio
ci dona. Un messaggio che parte da
una strutturazione del tempo offerta, certamente in primo luogo ai
credenti, ma anche a tutti coloro che
vogliono scorgere un orizzonte al di
là dell’immediato, a tutti coloro che
non rinunciano a sperare malgrado tutto per quel senso di responsabilità insito nell’essere uomini. Il
messaggio essenziale riguarda una
speranza che diventa concreta ogni
qual volta si ha la forza, non solo di
resistere, ma anche di ricominciare,
di “piantare vigne” in mezzo alla distruzione. Al cuore del messaggio c’è
il Dio che si è fatto uomo nascendo
da una donna. E se ad ogni nascita
è come se tutta l’umanità ricominciasse, ancor più questo è diventato
vero e reale dal momento in cui Dio
stesso così con la sua Incarnazione ha inaugurato i tempi nuovi. Per
accogliere il dono, però, e per ridiventare veramente fecondi, nascita
e rinascita richiedono vigilanza e attesa operose. Ecco perché in queste
pagine, eco della Chiesa di Noto, si
possono ritrovare parole ed esperienze che anzitutto vogliono ridare
fiducia a tutti. Che vogliono aiutare
tutti a rimettersi in piedi. Che vogliono rigenerare cittadinanza, con
l’attenzione particolare propria di
chi ama per i giovani, esplicitata
nella “parola di amore” che all’inizio
dell’Avvento il nostro Vescovo ha
consegnato alle nuove generazioni
nella Veglia in cattedrale, in cui vi è
stata anche la testimonianza di due
giovani dell’Aquila, ulteriore tappa
del gemellaggio con cui restiamo
accanto con fedeltà. “Rialzati, per te
Dio si è fatto uomo”: il tema dell’Avvento di quest’anno allora non è solo
uno slogan, ma una parola capace di
realizzarsi -se sappiamo accogliere
con gratitudine, stupore e disponibilità a sempre rinascere- il messaggio
e la realtà della venuta del Figlio di
Dio in mezzo a noi. Fino a ricevere
la capacità di “generare”, in sintonia
con il desiderio di Dio “che non è
soddisfatto prima di avere generato
in noi suo Figlio” (Meister Eckhart).
Maurilio Assenza
IL PROSSIMO 7 DICEMBRE IN CATTEDRALE
Ordinazione presbiterale di due
diaconi del nostro Seminario
diocesano
A
lle ore 17 del
prossimo 7
dicembre,
lunedì, vigilia della
solennità
dell’Immacolata
Concezione, nella chiesa
Cattedrale a Noto,
il nostro Vescovo,
Mons. Antonio Staglianò, durante una
solenne celebrazione
dell’Eucaristia, conferirà il Sacramento dell’Ordine del Presbiterato a due diaconi del
nostro Seminario: don Salvo Bella e don Michele Iacono, ambedue
originari della Parrocchia Chiesa Madre in Pozzallo. A don Salvo
e don Michele “La Vita Diocesana”, a nome di tutta la nostra Chiesa netina, augura un ministero presbiterale pienamente ispirato ai
sentimenti di Cristo Gesù Buon Pastore che dona la vita per le sue
pecorelle e che è venuto nel mondo non per essere servito, ma per
servire e sacrificarsi per la salvezza dell’umanità intera. I nostri lettori vogliano pregare per la loro santificazione e per il loro gioioso
servizio nel costruire il Regno di Dio, che è Regno di gratuità e di
amore, di riconciliazione, e di giustizia solidale, di fraternità e di
pace.
Rag. Gaetano Caristia
& Figli
CONSULENZA ASSICURATIVA PER ENTI RELIGIOSI
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